Padova, Matteo Mandorlini: “Non mi ha chiamato più nessuno, peccato. E mio padre…”

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«È stato un bel boccone amaro da mandare giù e difficile da accettare, ma fa parte del gioco». Sulle colonne de “Il Gazzettino” Matteo Mandorlini torna a parlare dopo la sconfitta nella finale playoff e ormai da ex Biancoscudato, aggiungendo: «Ci sono stati periodi in cui non abbiamo mai avuto la prima punta pur avendone girati tanti. È vero che abbiamo segnato tanto, ma se avessimo avuto un attaccante da quindici gol come tutte le squadre che hanno vinto, magari facevamo uno o due punti in più che bastavano per salire in B. Mio padre? Non ha parlato per alcuni giorni, ci credeva più di tutti e avere mancato l’obiettivo per un niente è stata una delusione enorme. Meritava un’altra opportunità? Il mio pensiero è che siamo arrivati a 79 punti con il migliore attacco e la migliore difesa del girone e dunque c’erano le basi per continuare. Poi il contratto era scaduto ed è stato abbastanza comodo per la società cambiare. C’è rammarico per non avere vinto, ma c’erano delle basi solide per essere ancora più forti. Non mi ha più chiamato nessuno e così ho capito che la mia strada a Padova è conclusa, però sono dell’idea che anche se le strade si separano anche una semplice frase del tipo “Matteo grazie, non rientri più nei nostri piani” avrebbe fatto piacere e avrebbe chiuso meglio tutto».




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