Padova, Candotti: “Si chiude un grande cerchio, ma resta l’amore per questi colori! E non vedo l’ora di…”

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Una doppia intervista nel suo ultimo giorno di lavoro, a significare l’importanza del suo ruolo. Svolto nel migliore dei modi per 18 lunghi anni: sulle colonne de “Il Mattino di Padova” e de “Il Gazzettino” l’ormai ex addetto stampa Massimo Candotti apre il libro dei ricordi. Affermando proprio su “Il Mattino di Padova”: «Per me si chiude un grande cerchio, ma restano i tanti legami e l’amore per questi colori. Con quali giocatori ho legato di più? Quelli dell’ultima stagione, perché hanno formato un gruppo eccezionale, ma non resteranno negli annali anche se lo avrebbero meritato. Ho legato con tanti, da giovane mi rivedevo in Bovo perché in campo cercavo di assomigliargli. L’allenatore al quale sono più affezionato? «Sabatini perché ci ha regalato la prima grande gioia e poi è tornato a lavorare in un’altra veste. Quindi dico Dal Canto, sul quale è stata costruita un’immagine distorta ma che a mio modo di vedere resta un grande insegnante di calcio. Con Bisoli, poi, andavamo a pescare di notte e si parlava un po’ di tutto. Resterò nel calcio? No, ma non vedo l’ora di vedere una partita nella nuova curva». Candotti chiude su “Il Gazzettino” con un toccante pensiero: «Sono giorni duri dal punto di vista emotivo, però nella vita vanno prese decisioni e l’ho fatto. Ringrazio la società che mi ha permesso di lavorare in questi due anni nonostante non mi avessero scelto loro, ora vediamo se sono capace di fare altro oltre al calcio. Ogni tanto lo chiedo a chi mi chiama in questi giorni: chissà cosa fa la gente normale alla domenica. Io ho sempre fatto calcio, prima quando giocavo e poi lavorando al Gazzettino e al Padova. Lo scoprirò, anche se magari finirà che mi ritroverò allo stadio. Rimango sempre tifoso del biancoscudo. Questa avventura ha accresciuto il mio attaccamento non solo alla squadra, ma anche alla città e alla sua storia. Io sono originario del rione di San Carlo, ma mio padre è di Bolzano e mia madre di Roma. Stare per tanti anni in mezzo a persone che sono padovani sino al midollo, mi ha formato molto».

(Da parte di tutta la redazione di PadovaGoal: grazie Massimo, e in bocca al lupo!)




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