Mantova, Botturi: “Nostro budget medio basso rispetto a Vicenza, Triestina e Padova: fieri del nostro operato”

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Ai microfoni di TuttoB è intervenuto Christian Botturi, direttore sportivo del Mantova neopromosso tra i cadetti.

Direttore, è stato difficile allestire ex novo la rosa dopo la riammissione in Serie C?

“Sarcasticamente è stato semplicissimo, col senno del poi. Ho iniziato da zero e dato tutto me stesso. Al mio arrivo ho trovato un ambiente depresso e in preda allo scoramento generale per i continui saliscendi di risultati, i fallimenti e la retrocessione in D: è stato difficile cambiare la mentalità, il modus operandi, questo sì. Però ho avuto la fortuna di incontrare un presidente che, solo contro tutti, ha voluto riportare il Mantova nei professionisti. A me spettava il compito di scegliere gli ingredienti e shakerarli per servire il ‘cocktail’, che si è rivelato vincente”.

Dopo il riconoscimento di miglior direttore sportivo del girone A di Serie C nella stagione 2022/23 con la Pro Sesto, è arrivato il capolavoro Mantova. Che idee ha in serbo per il futuro prossimo?

“Torno in una categoria, la Serie B, che ho assaporato al Brescia Calcio. Sono stato il direttore sportivo, sia pure ad interim, con Pippo Inzaghi allenatore. Per me sarà una grande sfida, ma non sono preoccupato. In fondo parliamo di un campo da calcio, un pallone e undici giocatori contro undici, sebbene in B ci siano valori tecnici e organici diversi dalla C. Ad ogni modo garantisco che metterò passione, orgoglio, energie e idee nel progetto Mantova”.

A proposito di Brescia: riusciranno le rondinelle a centrare i playoff?

“Sono bresciano e tifoso del Brescia, quindi lo spero. Da addetto ai lavori, però, so che non sarà semplice perché in B basta infilare 2-3 risultati negativi per cambiare orizzonti. Penso, comunque, che il Brescia se la giocherà fino in fondo, con tante outsider”.

Recentemente il direttore Salvatore Di Somma ha dichiarato che “investire tanti soldi non è sinonimo di successo”, in riferimento ai budget di Benevento e Avellino di gran lunga superiori rispetto a quello della più parsimoniosa Juve Stabia neopromossa in Serie B. Vale lo stesso per il Mantova con riguardo a quelle che, in estate, erano le grandi favorite (Vicenza, Padova, Triestina)?

“Sono dati pubblici, il nostro budget era medio-basso rispetto a quelli di Triestina, Vicenza e Padova. Nel calcio si parla tanto di sostenibilità e sotto questo aspetto siamo fieri del nostro operato, avendo conseguito risultati sportivi (la promozione in B), finanziari (puntando su giocatori svincolati e patrimonializzando quelli giovani) e sociali (passando da 600 a 4.200 abbonati grazie alla politica di prezzi popolari voluta dal presidente e promuovendo tante iniziative nelle scuole e con associazioni)”.

Quando ha intuito che il Mantova avrebbe potuto realizzare l’impresa?

“Quando eravamo in hotel a Renate e il Lumezzane ha pareggiato col Padova: lì ho realizzato di essere in Serie B. Io sono un po’ pragmatico come San Tommaso: mi piace toccare con mano le cose. Certo, nell’arco della stagione, ci sono stati segnali che mi hanno fatto pensare alla possibilità di fare l’impresa: la sconfitta 4-1 in quel di Trieste, quando paradossalmente abbiamo disputato una grandissima prestazione, poi la vittoria (0-5) a Padova, dove non esagero se dico che abbiamo praticato un altro sport, e il blitz (0-2) in casa della Pro Sesto, su un campo ai limiti della praticabilità per il ghiaccio”.

Quanto tenete all’accoppiata campionato-Supercoppa?

“Vincere stimola a vincere. Veniamo da un paio di settimane di sbornia, ma adesso dobbiamo riunire i cocci per fare nostra anche la Supercoppa: vogliamo essere protagonisti fino in fondo”.

In chiave playoff, quali squadre dei tre gironi di C ritiene che possano dire la loro?

“I playoff sono un campionato a parte, lì si ricomincia daccapo e gli equilibri possono cambiare radicalmente. Nel girone A dico Vicenza, formazione fisica e, con l’avvento di Vecchi, anche ben inquadrata; peraltro si tratta di una piazza che non c’entra nulla con la C. Nel girone B non mi stupisce la Torres, di cui conosco bene la proprietà che ha idee chiare, e poi attenzione alla Carrarese. Infine nel raggruppamento C direi Benevento e Avellino, con gli irpini che hanno le carte in regola per sbaragliare tutto”.

Possanzini resterà alla guida della squadra anche in Serie B?

“Ha un altro anno di contratto ed è un tecnico chiacchierato e ambìto da diversi club perché ha dato alla squadra un’impronta di gioco chiara e caratteristiche precise. E poi ha grande competenza e umanità. Noi ce lo teniamo stretto. Presto ci incontreremo, ma stiamo già programmando il Mantova del futuro; non vogliamo essere una comparsa in Serie B. Sarà una stagione storica”.

Di quanti rinforzi potrebbe necessitare, grossomodo, la rosa per affrontare la categoria superiore?

“Abbiamo le idee chiare e siamo consapevoli di dover intervenire per reperire giocatori di categoria, in quanto la B è un’altra cosa rispetto alla C, ma è prematuro parlarne, anche per rispetto verso il gruppo attuale”.




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