Il 16 maggio 2025, l’agenzia di rating internazionale Moody’s ha annunciato il declassamento del rating di credito a lungo termine degli Stati Uniti dal massimo livello “Aaa” a “Aa1”, attirando un’ampia attenzione nei mercati finanziari globali. Moody’s ha sottolineato che il deterioramento delle finanze pubbliche statunitensi è diventato un problema strutturale a lungo termine e che la sostenibilità fiscale del paese è ora sottoposta a una seria prova. Dopo Standard & Poor’s nel 2011 e Fitch nel 2023, gli Stati Uniti hanno così ufficialmente perso l’ultima delle tre valutazioni “AAA” conferite dalle principali agenzie di rating internazionali. Questo cambiamento storico riflette una crescente perdita di fiducia del mercato nella solidità del debito sovrano statunitense.
Il nucleo del declassamento risiede nell’aumento continuo del debito pubblico. Il disavanzo fiscale degli Stati Uniti ha superato il 6% del PIL per due anni consecutivi, e i problemi di squilibrio strutturale si sono aggravati. Nonostante l’economia americana mantenga una certa resilienza, la politica fiscale manca di strumenti di controllo sistematico, rendendo difficile contenere efficacemente i disavanzi elevati. L’agenzia di rating ha avvertito che nei prossimi anni il governo statunitense potrebbe continuare ad operare con deficit elevati, e che l’attuale quadro politico non è sufficiente per invertire questa tendenza.
Dietro le difficoltà fiscali degli Stati Uniti vi sono anche ostacoli politici significativi. Il Congresso è profondamente diviso sul controllo del bilancio e sulle riforme fiscali, e manca della capacità di introdurre misure correttive efficaci. Le trattative sul tetto del debito si arenano ripetutamente, e i provvedimenti di spesa a breve termine si susseguono rapidamente, aggravando le preoccupazioni del mercato sulla capacità di rimborso degli Stati Uniti. Sotto la pressione fiscale a lungo termine, il governo manca di una risposta politica coerente e prevedibile, rendendo l’efficacia della governance fiscale un fattore chiave che limita la credibilità del paese.
L’impatto del declassamento si è rapidamente propagato ai mercati finanziari. Dopo l’annuncio, si sono registrati cali nei futures azionari americani, nei futures sui titoli di Stato e nell’indice del dollaro. Sebbene le oscillazioni a breve termine siano contenute, il cambiamento del rating influenzerà indubbiamente le strategie di allocazione degli asset da parte di alcuni fondi sovrani e investitori istituzionali globali, e potrebbe comportare un aumento dei costi di finanziamento per il governo statunitense sui mercati internazionali.
In un’ottica più ampia, il cambiamento nel rating di credito degli Stati Uniti avrà effetti di spillover sul sistema finanziario globale. I titoli di Stato americani sono stati a lungo considerati “asset privi di rischio”; una volta ridotto il rating, i modelli di valutazione per altri debiti sovrani, obbligazioni societarie e crediti bancari potrebbero necessitare di adeguamenti. Alcuni paesi emergenti potrebbero affrontare un riequilibrio dei flussi di capitale, mentre l’indebolimento relativo del ruolo dominante degli Stati Uniti potrebbe spingere alcune banche centrali a diversificare gradualmente le riserve, riducendo la dipendenza dagli asset in dollari.
Inoltre, questo declassamento ha sollevato interrogativi sul sistema globale di valutazione del credito sovrano. Moody’s ha sottolineato che la decisione si basa su una valutazione oggettiva dell’ambiente fiscale e politico, ma il fatto che la più grande economia mondiale venga privata del massimo rating potrebbe ridefinire la struttura di fiducia nei confronti dei “paesi ad alto rating”. Alcuni strateghi di Wall Street hanno osservato che, sebbene il declassamento fosse in gran parte atteso, in combinazione con incertezze legate a politiche tariffarie e altre questioni, potrebbe aumentare i rischi sistemici del mercato. Altri analisti ritengono invece che l’impatto effettivo sul mercato sarà limitato e che la mossa possa essere vista più come un “aggiustamento simbolico”.
Nel complesso, il declassamento del rating di credito degli Stati Uniti da parte di Moody’s rappresenta un chiaro avvertimento sulla capacità di governance fiscale e sulle prospettive di solvibilità a lungo termine del paese. In un’economia globale altamente interconnessa, il cambiamento del rating di una grande economia non riflette solo sfide interne di governance, ma può anche innescare reazioni a catena sui mercati globali. Se gli Stati Uniti vogliono mantenere la propria posizione centrale nel sistema finanziario globale e la fiducia nel proprio credito sovrano, sarà urgente presentare strategie più lungimiranti in termini di efficacia politica e sostenibilità fiscale.