Giù le mani da Andreoletti

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Come sta il Padova? Maluccio, a giudicare dalle ultime quattro partite, in cui ha segnato appena due gol (uno su rigore, uno su regalo di Natale anticipato di Sarr). Maluccio, ma non malissimo, perché la classifica resta corta e non drammatica, perché ci sono stati alcuni infortuni, perché alcuni giocatori non sono in condizioni ottimali. Cosa si è visto nell’ultimo mese? Una squadra involuta, a cui le avversarie sembrano aver preso le contromisure. Una squadra che comunque la giri, la coperta sembra sempre troppo corta. Non mi sono piaciuti, lo dico chiaramente, i primi mugugni nei confronti di Matteo Andreoletti. Se il Padova oggi è in B lo deve soprattutto a lui, perché negli ultimi anni a livello dirigenziale non è cambiato pressoché nulla e l’unico interprete che è cambiato è l’allenatore. Dopo anni a vuoto, quando si è trovato l’allenatore giusto le cose sono cambitate. Per questo, per quanto fatto vedere in questi tempi biancoscudati, per la capacità dimostrata nel leggere le partite, stoppo subito ogni obiezione. Il Padova deve andare avanti con Andreoletti e lo deve sostenere. Che colpa ne avrebbe, il tecnico, se Pastina, Baselli, Jonathan Silva (per un motivo o per l’altro perennemente in infermeria o quasi) non si sono praticamente mai visti, se del miglior Lasagna ancora non ci sono tracce e ci sono voluti due mesi per vederlo in condizioni decenti prima di un altro infortunio,  se Gomez si è infortunato proprio prima che scadesse la squalifica perdendo un altro mese (a proposito, qualcuno ci racconterà mai la verità di cosa gli è accaduto?), se manca un centrocampista di struttura in mezzo, se la rosa non ha un alter ego di Bortolussi, se Ghiglione dimostra di essere quello dell’ultimo anno di Salerno e null’altro di più?

Se proprio si deve accusare qualcuno, giù le mani da Andreoletti, l’ultimo dei problemi di questo Padova: si bussi, piuttosto, alla porta di Oughourlian, che dopo sei anni di tentativi a vuoto e dopo aver riconquistato la Serie B perduta, anziché investire per difenderla, questa benedetta categoria, salvaguardando in tal modo un suo investimento, ha deciso di ridurre il budget al terzultimo di tutta la categoria vendendo tutto quello che poteva vendere. O magari si bussi a quella di Mirabelli, che ha condotto una campagna acquisti con giocatori fermi da tempo e per la quale adesso, ad ora, alla data attuale si paga in parte dazio. Oggi alcuni nodi vengono al pettine, oggi si comincia a capire che il giudizio che avevo espresso in sede di commento del mercato estivo aveva un fondamento preciso. Il che non significa bocciare tutto: perché Sgarbi ha dato buone risposte, perché Barreca (a parte l’ultima partita) ha strappato la sufficienza, perché qualcosina si è visto da Di Maggio e Harder. Perché poi ci si chiede perché Andreoletti abbia schierato spesso 8/11, a volte 9 e persino 10/11 della formazione dell’anno scorso. Perché, in tutta evidenza, sinora il gruppo storico ha offerto le migliori garanzie. Perché 3/4 della campagna acquisti non ha dato i risultati sperati (almeno ad oggi, più avanti vedremo se le cose cambieranno). Perché evidentemente il tecnico si fida più di chi è rimasto. Il problema è che per salvarsi ci vuole qualcosa di più, a gennaio la squadra va rinforzata e quel milione che Mirabelli si è tenuto in tasca dall’estate andrà speso (ma sarà davvero così?). Lo ribadisco, il Padova può salvarsi, ce la può fare, ma così com’è dovrà sudare. Se poi Gomez decollerà, allora tutto verrà rivisto al rialzo, perché giocatori con la sua qualità in B non ce ne sono. A patto di riuscire a smaltire a quasi 38 anni due anni di ruggine, il campione argentino può cambiare il destino del Padova e bisogna aspettarlo. 

Chiudo con il closing societario. Rinvio ogni commento  a quando si capirà chi fra Marcelo Figoli e Francesco Peghin  (col suo diritto di prelazione, con alle spalle qualche amico e con la speranza che ci sia Alessandro Banzato al suo fianco) acquisterà il club. Poi qualcuno dovrà spiegare mesi e mesi di fango (tranquilli, abbiamo conservato tutto e, al momento opportuno, daremo una bella rinfrescata di memoria), poi si capiranno tante cose. Oggi la trattativa è stata sdoganata anche da chi il 4 marzo alla sua claque personale definiva così la possibile cessione societaria: “È una grande bufala. Oughourlian è stato chiaro, non vuole disimpegnarsi e una persona del suo spessore non si rovinerebbe la reputazione dicendo cose non vere. Inoltre, se la società fosse in vendita sarei stato il primo a saperlo, visto che sono socio al 25%”. Indovinate un po’ chi lo disse? La verità è una sola: da tre anni e cioè da Palermo – Padova finale playoff, Oughourlian cerca acquirenti, lo abbiamo scritto in tempi non sospetti e siamo stati ricoperti di fango. Attendiamo l’epilogo, poi sicuramente qualcos’altro diremo, mostreremo e scriveremo. Anche su Oughourlian. Che venderà a chi ritiene opportuno, ci mancherebbe. Ma che di sicuro dovrebbe spiegare tante cose di quanto accaduto negli ultimi mesi. Padova non sarà il Lens ai vertici del calcio francese, ma merita uguale rispetto.




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About Dimitri Canello

Direttore responsabile del sito web Padovagoal. Nato a Padova l'11 ottobre 1975, si è laureato nel marzo del 2002 in Lingue Orientali con la specializzazione in cinese. Giornalista professionista dal settembre 2007, vanta nel suo curriculum numerose esperienze televisive (Telemontecarlo, Stream Tv, Gioco Calcio, Sky, La 7, Skysport24, Dahlia Tv, Telenuovo, Reteazzurra, Reteveneta, Telecittà), sulla carta stampata (collaborazioni con Corriere dello Sport, Tuttosport, Corriere della Sera, Repubblica, Il Giornale, World Soccer Digest, Bbc Sport online, Il Mattino di Napoli, Corriere del Veneto) e sui media radiofonici (RTL 102.500, Radio Italia Uno)

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