Crac Padova, Roberto Bonetto: “Speriamo di poterci appropriare del logo e del nome del Calcio Padova 1910”. E il concordato…

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Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe/Gazzettino, Pierpaolo Spettoli

Dopodomani i tifosi del Padova festeggeranno un compleanno un po’ anomalo. Ma sarà molto probabilmente il primo e ultimo celebrato sotto l’effige della Biancoscudati Padova. Le ultime notizie, infatti, parlano chiaro: il vecchio Calcio Padova Spa è vicino all’accordo di concordato con i creditori e entro il prossimo 11 febbraio dovrebbe presentare il proprio piano di rientro, evitando in questo modo il fallimento. Allo stesso tempo sono già state avviate le trattative per agevolare il passaggio del marchio e del nome alla nuova società di Bergamin e Bonetto. E proprio in questo senso sono arrivate delle novità nelle ultime ore. «Stiamo lavorando assieme al Comune. La nostra intenzione è quella di appropriarci del vecchio logo e del nome Calcio Padova e credo che nelle prossime due o tre settimane possano arrivare novità sostanziali». Le parole sono dell’amministratore delegato della Biancoscudati Roberto Bonetto, che non intende sbottonarsi oltre. Oltre al logo, la Biancoscudati vuole acquisire anche i vecchi trofei e nelle scorse settimane sono state fatte ulteriori perizie sul valore delle coppe detenute dal Calcio Padova. Come trapelato il mese scorso, Diego Penocchio aveva proposto all’amministrazione comunale di restituire il marchio in cambio dell’azzeramento dei debiti (il Comune di Padova avanza 300mila euro), ma il sindaco aveva rispedito al mittente l’offerta.

In ogni caso si continua a trattare e un’ipotesi da non trascurare è quella che il Comune possa concedere uno sconto a Penocchio e Cestaro, in cambio della cessione di marchio e coppe. Se tutto, quindi, filasse liscio, la prossima estate il vecchio “biancoscudo” farebbe nuovamente capolino sulle maglie della squadra. E il nome? In questo caso la strada più semplice per tornarsi a chiamare Calcio Padova, sarebbe quella che il vecchio Acp di Penocchio cambiasse nome di iscrizione alla Figc, scegliendo ad esempio un nome generico, prima di chiudere i battenti. In questo caso, sempre la prossima estate, Bergamin e Bonetto potrebbero tranquillamente cambiare denominazione alla società. Concordato. Entro l’11 febbraio il Calcio Padova dovrà presentare il proprio piano di rientro. Potrebbe anche esserci una nuova piccola proroga, ma da quanto filtra la società ha compiuto notevoli passi avanti e sta trovando l’accordo con i creditori. Verbalmente quasi tutti hanno accettato il concordato al 50% e i legali hanno già ricevuto i primi assensi scritti. I debiti verranno pagati in due o tre rate nei prossimi due anni. A quel punto sarà rateizzato anche il debito con l’erario, che di conseguenza, visto che i tesserati hanno accettato la riduzione dello stipendio mancante, si abbassa.

Dopodomani compirà 105 anni e per il Calcio Padova 1910 sarà un compleanno diverso da quello a cui era stato sempre abituato. Sulla carta è ancora vivo, ma ormai il suo nome circola solo nelle aule di tribunale. Dai campi di calcio è sparito per le note vicissitudini dell’estate scorsa, un epilogo che ancora oggi intristisce e mette malinconia. Sentimenti che con ogni probabilità proverebbe anche Giorgio Treves dé Bonfili, fondatore insieme a cinquanta soci dell’Associazione Calcio Padova: era appunto il 29 gennaio 1910 quando si ritrovarono al bar Borsa in piazzetta delle Garzerie per dare alla luce la società, della quale fu eletto presidente proprio Treves dé Bonfili. Oltre un secolo di storia se ne è andato in frantumi, ma tutto lascia pensare che il vecchio Biancoscudo non fallirà. Stando alle indiscrezioni degli ultimi giorni, infatti, entro fine febbraio il tribunale potrebbe dare il via libera all’omologazione del concordato in base a un piano di ristrutturazione del debito che avrebbero definito i legali del presidente Diego Penocchio e quelli del suo predecessore Marcello Cestaro.

In base a questo programma di rientro, ai giocatori tesserati nella passata stagione sarebbe corrisposto il 50 per cento di quanto dovuto, mentre i dipendenti amministrativi dovrebbero essere liquidati per intero. E nel piano di rientro sarà incluso anche l’accordo tra il vecchio club e l’ex direttore generale Sottovia, in base al quale è previsto che quest’ultimo percepirà il 60-70 per cento delle spettanze dovute. Senza dimenticare, tra l’altro, che il Padova 1910 potrà beneficiare di rateizzazioni nel saldo dei debiti previdenziali e dei debiti nei confronti dell’erario. L’esito della vicenda giudiziaria è cruciale anche per sbloccare un’altra partita, quella relativa alla restituzione del logo e della denominazione sociale del vecchio Padova. E in tale senso andrebbe anche la volontà dell’ex patron Cestaro. Eventualità che sarebbe accolta a braccia aperte dall’attuale dirigenza biancoscudata guidata dal presidente Giuseppe Bergamin e dall’amministratore delegato Roberto Bonetto che dopo aver fondato i Biancoscudati Padova, garantendo l’esistenza di una squadra di calcio che rappresenti la città, sono pronti alla possibilità di chiamarsi Padova 1910 a partire dalla stagione 2015-2016.

«È la nostra speranza – afferma Bonetto – Speriamo che la situazione del vecchio Padova venga risolta e di poterci appropriare con l’aiuto dell’amministrazione comunale del logo e del nome del Calcio Padova 1910. È un dossier sul quale contiamo moltissimo, dipende dall’evoluzione della situazione del vecchio Padova». Al riguardo, ecco le parole dell’assessore allo sport Cinzia Rampazzo: «Aspettiamo entro fine febbraio gli sviluppi legati alla vecchia società e poi cercheremo di trattare. Stiamo valutando che tipo di proposta fare per recuperare il più possibile, non solo il marchio». Insomma, un’ipotesi tutt’altro che remota che garantirebbe una continuità con il passato. Fermo restando che nel cuore di tutti i tifosi il sentimento d’amore per il Biancoscudo è indelebile, che si chiami Biancoscudati Padova o Calcio Padova 1910.




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