Live 24! Padova, giornata campale: appuntamento dal notaio, si torna a chiamarsi Calcio Padova

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Ore 21.50 – (Corriere delle Alpi) Fari puntati su Diego Dal Dosso. Il Ripa Fenadora ha messo gli occhi su uno dei centrocampisti più forti della serie D, nell’ultima stagione all’Altovicentino (prima Marano). Sarebbe il botto di mercato del nuovo ds Marcello Bizzotto. La società neroverde sta provando il grande colpo in mezzo al campo ed è in pressing sul giocatore classe 1983 con un passato anche al Monza in B e C1, attorno al quale vorrebbe ricostruire il reparto rimasto orfano di Enrico Antoniol. È ufficiale il suo addio, come quello del jolly offensivo Matteo Mastellotto. Sempre a centrocampo, resta ancora da definire la posizione di Nicola Tomasi. Un altro che ha chiuso la sua parentesi in neroverde è il centrale Tiziano Slongo, che rientra al Montebelluna. STAFF TECNICO. Sembra essere al capolinea anche l’avventura di Enrico Sgrò come preparatore dei portieri. Al suo posto nella prossima stagione ci dovrebbe essere Tellatin, molto conosciuto dal diesse Bizzotto e già visto a Seren con Remonato allenatore e sempre Giusti presidente. ADDII ILLUSTRI. Quelle di Matteo Mastellotto ed Enrico Antoniol sono due partenze molto pesanti, che erano nell’aria: ora arriva l’ufficialità da parte della società: «Sono situazioni che si possono confermare», dice il presidente Nicola Giusti. Sul fronte della difesa poi, Tiziano Slongo «rientra al Montebelluna, che è proprietario del suo cartellino». Per il resto, «stiamo valutando le varie situazioni. Ce ne sono una serie in via di sviluppo, perché vengono determinate in base a dove vengono messi i fuori quota, oltre che dai costi e da diverse dinamiche. È un cantiere aperto e il direttore sportivo si sta muovendo». CAPITOLO FUORIQUOTA. È sempre calda la pista che porta al terzino destro del 1996 della Feltrese Daniel Resenterra, che non è indifferente al corteggiamento dell’Union: a breve parlerà con i dirigenti granata. Guardando invece ai giovani che il Ripa Fenadora ha in casa, sarà da vedere cosa farà l’esterno offensivo Andrea Cibin, mentre il centrocampista Marco Dassiè (cartellino proprio) è in partenza, direzione Lega Pro.

Ore 21.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Tra i pali i dubbi. L’unica saracinesca certa, al 5 giugno, sembra essere quella del San Giorgio Sedico di Roberto Raschi. Il quale, sedendosi sulla panca dei sedicensi, non ha mai avuto un dubbio: «Il mio San Giorgio ripartirà da Alessandro Bee». Belluno e Union Ripa invece sono alle prese con diversi dubbi da sciogliere. QUI BELLUNO – Confermato Davide Solagna e lasciato partire Schincariol – nelle prossime ore Damiano dovrebbe raggiungere gli ex Ripa Antoniol e Mastellotto al Treviso -, i gialloblù devono trovare un nuovo numero 1 e la prima scelta cade sul nome del bellunese Gabriele Brino. Classe 1997, già nel settore giovanile del Belluno, oggi Brino è del Bassano. La strada del ritorno in gialloblù non appare in discesa, però, e l’accordo va ancora trovato. Bisogna convincere il ragazzo, che pare abbia offerte anche da altri club di D, senza dimenticare le opportunità nelle Primavera di A e B, bisogna convincere la famiglia (Gabriele è minorenne) e bisogna parlare con il Bassano. «È ancora tutto per aria – conferma il ds Fardin – prima di chiudere il cerchio ce ne vuole e nulla è scontato». QUI RIPA – In casa Union invece, nonostante la virata della società verso il ringiovanimento della rosa, nulla esclude che tra i pali scatti la conferma. Alla luce della diaspora degli altri «vecchi» (il prossimo dovrebbe essere Brotto all’Este), capitano De Carli potrebbe rimanere. «Certo, giocatori come lui e come Sebastiano Solagna potrebbero anche restare – ammette il presidente Nicola Giusti – il mercato lo segue il ds Bizzotto, ma io non lo escludo. Dipenderà anche dalla loro volontà». LE ALTRE TRATTATIVE – Portiere a parte il Belluno è praticamente già al coperto su tutto il resto della rosa. «Con Calcagnotto non credo ci saranno problemi, se entrambi chiediamo al Real Vicenza di trovare una soluzione in questo senso – assicura Fardin -. Ma io non ho ancora perso la speranza per Merli Sala. O uno o l’altro? E perché non entrambi?». Deciso anche l’attacco. «Fino a inizio luglio, quando escono le liste, io non voglio dare nulla per certo – chiude il ds del Belluno – ma con Acampora siamo a buon punto. Mi sorprenderebbe se non dovesse più arrivare. Beccaro? No, in questo caso con Acampora siamo a posto». Intanto a sorpresa il Montebelluna non conferma Daniele Pasa: tra i candidati alla panchina c’è anche Max Parteli.

Ore 21.20 – (Corriere delle Alpi) Ieri sera il Belluno si è ritrovato per l’ultima volta in questa stagione nella classica partitella finale tra dirigenti e giocatori. Dopo il “big match” tutta la società è andata fuori a cena. La prossima volta che la squadra si rivedrà al completo sarà il 22 luglio, quando comincerà la preparazione estiva. Difficilmente ci saranno tutti quelli di ieri. La partenza di Ivan Merli Sala è quasi certa, bisognerà solo capire a quale delle tante offerte il giocatore gialloblù cederà. Nella linea difensiva un altro dubbio è quello di Paolo Pellicanò che non ha ancora deciso il proprio futuro. In attacco, dopo la partenza di Andrea Radrezza, il Belluno sta parlando con Antonio Acampora, quest’anno al Monfalcone, e sembra che la trattativa sia ormai giunta ad un buon punto. In porta invece dovrebbe arrivare il giovane Gabriele Brino, classe 1997, anche se il giocatore e la società gialloblù stanno ancora discutendo. Il ragazzo era al Belluno due anni fa prima di passare al Bassano. Il ds Fardin sta lavorando per il prestito.

Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Avanti tutta, quasi indietro, come recita un adagio popolare. Così al Pordenone. Brevi, Pasa, Tedino, Juric (che per altro si sta accasando al Crotone) sono i nomi già usciti dall’urna del totoallenatore. «Il nostro tecnico – garantisce però Mauro Lovisa – è ancora Fabio Rossitto. Non escludo la sua sua conferma. Tutt’altro. Nei prossimi giorni ci troveremo noi soci e, oltre alla richiesta di ripescaggio in LegaPro, parleremo del mister». Intanto la stessa Lega ha programmato per il 30 giugno l’assemblea di approvazione del bilancio 2013-14 e ratificato le norme per il campionato 2015-16. Il Real Vicenza non si iscriverà, secondo la dichiarazione di Diquigiovanni. UNO SU QUATTRO – Re Mauro rilegge i nomi che media e tifosi hanno abbinato alla panca. «Brevi – dice – non rientra nei parametri che interessano a noi. Juric punta più in alto e Pasa non so nemmeno come sia uscito. Fra quelli menzionati, solo Bruno Tedino potrebbe interessarci. Ma credetemi – invita -: non abbiamo contattato nemmeno lui». CALDO E FREDDO – Dopo le partite di Vicenza (1-0 per il Real) e le due dei playout con il Monza, Lovisa sembrava deciso a chiudere il rapporto con Fabio Rossitto. Ora, dopo qualche giorno di pausa e riflessione, sembra vedere la situazione con più freddezza. Di certo non si fa influenzare né dagli umori (e amori) della piazza, né dai consigli dei potenti. Non può però essere rimasto indifferente alle manifestazioni di empatia spese dai supporter nei confronti dell’ex udinese. Confermare il Crociato entrerebbe in pieno nell’«operazione simpatia» avviata da lui stesso a gennaio. Non solo: da un punto di vista strettamente pratico, Rossitto conosce bene sia la LegaPro che la serie D. Una caratteristica fondamentale per una società che non sa ancora quale campionato dovrà affrontare. Infine, se è vero che Fabio non ha fatto risultato nelle gare della vita (Real Vicenza e Monza), è altrettanto vero che ha raccolto 30 punti in poco più di metà campionato e che il bottino del girone di ritorno è stato da ottavo posto. Magari se fosse arrivato all’inizio (come se partisse da settembre nel 2015-16) il Pordenone non sarebbe stato costretto a giocarsi tante gare a «eliminazione diretta». DECISIONE COLLEGIALE – «Io non ho parlato con alcun tecnico – ribadisce Lovisa – e non ho nemmeno detto che interromperemo il rapporto con Fabio. È vero, ho criticato qualche sua decisione. Questo però rientra nelle mie prerogative di presidente e anche nella natura del rapporto fra me e lui, che va ben oltre quello tra datore di lavoro e dipendente. Dalle mie critiche è partita una ridda di ipotesi e sono stati fatti nomi di allenatori per un post Rossitto che né io, né la società abbiamo deciso». RE MAURO – Lovisa chiude rassicurando il suo popolo. «Potete stare tranquilli – sottolinea -: abbiamo fatto tesoro di esperienze ed errori. Le decisioni che prenderemo noi soci, tutti insieme, avranno come unico scopo il bene del Pordenone». La conferenza stampa in programma oggi è stata rinviata a lunedì alle 18.30 per l’indisponibilità di Gianpaolo Zuzzi.

Ore 20.40 – (Provincia Pavese) E’ ufficiale: Giovanni La Camera ha risolto consensualmente il contratto che lo legava alla Juve Stabia. Il giocatore adesso è libero di accasarsi in un nuovo club e l’approdo sarà proprio Pavia. Già nella stagione appena finita si era parlato a più riprese di un possibile trasferimento nel club dove La Camera aveva già giocato nel 2012-2013. A spingere il centrocampista siciliano a chiudere con la Juve Stabia è stato probabilmente anche il desiderio di avvicinarsi a casa: la moglie, giornalista di Sky Monica Bertini, vive a Parma. In quest’ottica Pavia è sempre stata una destinazione gradita. Ancora di più per i progetti in grande della proprietà cinese. Oltre a La Camera è in arrivo anche il portiere Antony Iannarilli dal Gubbio (classe ’90) . Iannarilli ha fatto parlare di sé per il gol del pareggio segnato di testa al 90’ in Gubbio-Grosseto. Quanto all’allenatore, è sempre più in pole position Fulvio Pea, che assieme al vice Marco Veronese e al preparatore Arturo Gerosa (ex azzurri) è stato autore di un miracolo salvando il Monza fallito. I contatti col Pavia si intensificano e la firma potrebbe arrivare nei prossimi giorni.

Ore 20.20 – (Provincia Pavese) Il vicepresidente Qiangming Wang ci tiene a dirlo alla piazza che lui, a differenza del dg Londrosi, non è scaramantico: «Vogliamo la serie B!». Ma il presidente Zhu va ben oltre e promette al popolo dei tifosi azzurri, lasciandoli a bocca aperta, che «il nostro progetto per il Pavia è di 5, 10, 15 anni: andremo in Europa con voi». Così la kermesse gemella di quella di inizio stagione per la presentazione di squadra e società non si risolve in una semplice sfilata sul palco di piazza della Vittoria, con tanto di medaglie anche se la corsa del Pavia s’è fermata ai play off. Diventa invece il momento per annunci robanti. E qui altro che scaramanzia. «Mi sono sentito subito membro di questa città. Sono arrivato stamattina alle sette in Italia e ho già fatto due cose per il Pavia – esordisce Xiaodong Zhu – ho comprato un terreno nel centro di Milano, e lì ci sarà Casa Pavia. E poi ho avviato una trattativa con una società tedesca per la costruzione di un nuovo stadio». Per il momento c’è l’apertura, proprio in piazza della Vittoria, di una «Casa Pavia» ovvero negozio per la vendita di merchandising della squadra, che in effetti va a colmare una lacuna. E c’è da prepararsi a una nuova stagione di vertice: «Non ci giriamo nemmeno indietro per prendere la rincorsa perché siamo già proiettati in avanti – dice il direttore generale e sportivo Massimo Londrosi – verso quel bello che inizia per B». Il saluto reciproco tra il Pavia e la città era cominciato con le parole del sindaco Massimo Depaoli, tra le mani la maglia azzurra autografata da Soncin, affiancato dall’assessore comunale Davide Lazzari e da quello provinciale Francesco Brendolise. Alle 18.30 in punto arriva in piazza il pullman che porta la squadra e i dirigenti del Pavia. Fumogeni e cori da stadio accolgono il passaggio de i protagonisti della stagione che ha riportato la squadra azzurra ai livelli di nove anni fa: anche in quel caso il Pavia si fermò al primo turno dei play off dopo che l’anno precedente la B era sfumata in finale col Mantova. Nove anni di magra che possono tutto sommato giustificare un po’ d’enfasi. Parlano i giocatori e l’apertura tocca al capitano Andrea Soncin: «E’ stata una grande soddisfazione riportare la gente al Fortunati e a seguirci in trasferta». Il «mago» Alessandro Cesarini (che in B potrebbe andarci già quest’anno, se i sondaggi fatti da società del campionato cadetto dovessero tramutarsi in offerte serie e concrete) si concede un augurio: «Speriamo l’anno prossimo di ritrovarci qui a festeggiare qualcosa di più grande». E poi il bomber Andrea Ferretti, con Cesarini il più acclamato (e pure lui corteggiato da diversi club dopo i 16 gol messi a segno quest’anno) e al pavese Luca Ghiringhelli. Microfono anche a Giovanni Vavassori, l’allenatore subentrato a Riccardo Maspero dopo la penultima di campionato. «Ho partecipato solo in piccola parte a questa stagione – dice – siamo stati in competizione e si sa che in questi casi si può vincere o perdere. Quando però si dà tutto anche il male è più piccolo se arriva una sconfitta». Per quest’anno sì, ma dal prossimo quello che conterà davvero sarà vincere.

Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) L’accordo per la cessione della maggioranza del Mantova alla Sdl Centrostudi Spa è già fatto, ma adesso tutta la pressione si sposta su Michele Lodi: il gruppo bresciano, infatti, non firmerà finché l’ex presidente biancorosso non si sarà accollato tutti i debiti pregressi, togliendoli dal bilancio della società. È questo l’esito dell’ennesimo, lunghissimo pomeriggio trascorso allo stadio Martelli da tutti i soci dell’Acm. L’altra novità di giornata è che la Sdl ha chiesto al presidente in carica Nicola Di Matteo di restare in società, anche con una piccola quota. E l’imprenditore campano ci sta pensando. A far capire che la fumata sarebbe stata ancora grigia è la “fuga” di Sandro Musso davanti a microfoni e taccuini: «Parlano gli altri, parlano gli altri» sussurra il dirigente bresciano mentre si allontana in tutta fretta dalla sede. E l’«altro» si materializza subito dopo in Federico Bosi, braccio destro di Michele Lodi: «La Sdl scarica tutto su di noi – spiega -, è il gioco delle parti e ci sta. Ma vorrei fosse chiara una cosa: noi siamo entrati nel Mantova pagando le quote, abbiamo investito tanto, abbiamo ceduto le quote gratis e adesso ci tocca anche pagare per uscire. Comunque, per chiarezza, adesso abbiamo chiesto a tutti di firmare un accordo in cui si garantisce che, se ci accolliamo tutti i debiti, l’Acm non sarà liquidata. In due giorni questa carta sarà firmata, poi in altri tre giorni faremo gli accordi con i fornitori e questa storia sarà chiusa». I soci mantovani confermano più o meno le tempistiche. «Dobbiamo chiudere entro la metà della settimana prossima», dice Carlo Giovanardi. Tirelli è un po’ più di manica larga: «La Sdl ha chiesto che entro 8, massimo 10 giorni Lodi finisca ad accollarsi tutti i debiti della passata gestione. E Lodi ha promesso che farà l’impossibile per farcela. Siamo ottimisti». Per quanto riguarda le scelte tecniche, Tirelli parte da Juric: «Non gli abbiamo chiesto nulla, è giusto che lui vada ad allenare in serie B perché è davvero bravo. Noi siamo contenti per lui e lui credo vada via riconoscendo che i soci mantovani l’hanno sempre sostenuto, anche nei momenti più difficili. Chi sostituirà Juric e Pelliccioni? Non abbiamo ancora deciso nulla, ma i nomi sono quelli che scrivete da giorni. La Sdl ha i suoi consulenti (l’ex allenatore Trainini e Spillo Altobelli, ndr) e magari ci sarà anche un direttore sportivo (Bianchini del Ciliverghe, ndr). Per la panchina si parla di Maspero, ma su questo fronte abbiamo detto di aspettare perché prima bisogna sistemare la società». Dulcis in fundo, ecco Nicola Di Matteo: «Ho conosciuto Sandro Musso ed è nata subito un’intesa – spiega il presidente -, mi ha chiesto di restare con una piccola quota e valuterò l’offerta. Ho salutato Juric e spero che farà una grande carriera. Trainotti invece resterà con noi, mentre per Siniscalchi vedremo».

Ore  – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Korablin sveglia!» e «Il VeneziaMestre merita rispetto, vergogna!», questo il contenuto dei due striscioni, affissi la notte scorsa sulle vetrate della sede societaria di via Torino, e trovati ieri mattina dagli impiegati recatisi in ufficio. La loro pazienza sta per finire e l’hanno fatto capire a chiare lettere gli ultras della Curva Sud, sfiniti come tutti i tifosi arancioneroverdi dallo snervante stillicidio di un’attesa quotidiana nella vana attesa di notizie, di un qualsiasi cenno da parte del presidente Korablin. Il quale, oltre ad essere assente in città dal mese di febbraio, non ha avuto nessun contatto con i suoi dirigenti dal 10 maggio (data dell’ultima partita di campionato) ad oggi. «Protestiamo perché siamo preoccupati – spiegano – l’iscrizione va fatta entro il 30 giugno e non può essere normale che non si sappia nulla su nessun fronte. All’ambiente tutto chiediamo una scossa e a Korablin quella chiarezza e quel rispetto che da troppo tempo vengono negati alle città e agli appassionati di Venezia e Mestre».

Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Vecchie inadempienze ma nuovo deferimento, il Venezia rischia già di partire ad handicap nella prossima Lega Pro. Il fatto che il presidente Yury Korablin sia «desaparecido» e continui a non versare denaro fresco nelle casse societarie, continua a creare grossi problemi al club arancioneroverde. È di ieri, infatti, il terzo deferimento stagionale al patron russo – già inibito fino al 19 agosto – da parte della Procura Federale su segnalazione della Covisoc «per non aver documentato agli organi federali l’avvenuto pagamento delle ritenute Irpef e dei contributi Inps relativi agli emolumenti dovuti ai propri tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo per le mensilità di settembre-dicembre 2014, nei termini stabiliti dalla normativa». Proprio questa inadempienza era costata al Venezia tre punti di penalizzazione in classifica. «La Covisoc il 16 aprile scorso ha verificato da un lato il regolare pagamento degli stipendi e dei contributi di gennaio-febbraio 2015 – spiega contrariato il dg Dante Scibilia – ma dall’altro che le pendenze delle due scadenze precedenti non sono ancora state sanate. Dal loro punto di vista questa è una «recidiva» che trovo francamente inspiegabile, visto che comunque sia stati già sanzionati. In questo modo rischiamo di venir puniti due volte per la stessa identica violazione, cosa che non si è mai vista». Il dirigente lagunare definisce «assurdo questo deferimento, anche perché abbiamo sempre saputo e detto di dover pagare tutti i pregressi entro il 30 giugno per poterci iscrivere al prossimo campionato. Quando saremo convocati in udienza ci opporremo con tutte le nostre forze, sarebbe incredibile partire penalizzati quando siamo già stati puniti una volta». In seno al Venezia la situazione è comunque complicatissima e da Korablin non trapela alcuna intenzione di sistemare in fretta le cose. «Capisco lo stato d’animo dei tifosi, la loro preoccupazione è la stessa che abbiamo noi. Da parte nostra – chiude Scibilia – garantiamo il massimo impegno fino all’ultimo, purtroppo però non dipende tutto da noi ma da Korablin».

Ore 19.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Piove sul bagnato in casa del Venezia. Ieri è arrivato un nuovo deferimento, che punisce una volta di più i mancati pagamenti di ritenute Irpef e contributi Inps dei mesi settembre-dicembre 2014. Un altro duro colpo per la dirigenza lagunare, che al momento brancola nel buio in attesa di un cenno da parte del presidente Korablin, il quale ancora non si è fatto sentire, né ha inviato i soldi necessari a ripianare le perdite e avviare la nuova stagione. Non avendo la minima idea delle intenzioni di Korablin, la dirigenza avrebbe sondato il terreno in cerca di potenziali acquirenti. E avrebbe bussato alla porta del presidente del Real Vicenza, Lino Diquigiovanni: «Mi hanno proposto di rilevare il Venezia — ha rivelato annunciando la chiusura dell’attività professionistica biancorossa, se non interverranno novità — ma non ci sono le condizioni. A suo tempo si sono fatti sfuggire Zamparini, adesso sono di nuovo in difficoltà: mi sembra una situazione che ciclicamente si ripropone. Mi dispiace, ma non me la sento». Intanto ecco il nuovo provvedimento del Procuratore federale che, a seguito della segnalazione Covisoc, ha deferito Korablin per «non aver documentato agli organi federali competenti l’avvenuto pagamento delle ritenute Irpef e dei contributi Inps relativi agli emolumenti per le mensilità di settembre, ottobre, novembre, dicembre 2014». Deferita anche la società a titolo di responsabilità diretta: al presidente arriverà una nuova inibizione, mentre il Venezia potrebbe scontare una nuova penalizzazione, a meno che non si riesca in sede di dibattimento a far rientrare il provvedimento. «E’ totalmente illogico – conferma il dg lagunare Dante Scibilia – che ci venga imposto dai regolamenti di sanare il tutto entro il 30 giugno, ma nel frattempo veniamo puniti prima. Ci viene contestata la recidività, ma noi dopo non aver pagato in quelle due occasioni, abbiamo rispettato tutte le altre scadenze».

Ore 19.00 – (La Nuova Venezia) Vecchia colpa, nuovo deferimento. In attesa di sapere se il presidente Yuri Korablin iscriverà il Venezia alla prossima Lega Pro, il numero uno russo e la società hanno rimediato il terzo deferimento di questa tribolata stagione al Tribunale Federale Nazionale-Sezione Disciplinare da parte della Procura Federale, sempre su segnalazione della Co.Vi.Soc. Un po’ di sorpresa c’è visto che il deferimento è per una colpa “vecchia” per la quale il Venezia ha già rimediato 3 punti complessivi di penalizzazione in classifica. La Co.Vi.Soc. ha infatti rilevato che il Venezia non ha ancora “documentato agli Organi Federali competenti l’avvenuto pagamento delle ritenute Irpef e dei contributi Inps relativi agli emolumenti dovuti ai propri tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo per le mensilità di settembre, ottobre, novembre e dicembre 2014, nei termini stabiliti dalla normativa federale”. «In pratica è come se ci avessero deferito per lo stesso reato due volte dopo averci fatto pagare la recidiva nel secondo caso» spiega il d.g. Dante Scibilia, «non c’era una scadenza per saldare l’inadempienza e sappiamo perfettamente che, se non verrà pagato quanto dovuto entro il 30 giugno, il Venezia non potrà iscriversi al prossimo campionato. Non vorrei che il caso-Parma avesse comportato una stretta ulteriore sul piano regolamentare: abbiamo studiato la normativa e ci sentiamo a posto. Tanto è vero che a febbraio potevamo allora saldare gli arretrati invece che pagare il primo bimestre 2015. Spero che quanto dobbiamo pagare di Inps e Irpef possa essere saldato prima dell’udienza, che non è ancora stata fissata ma credo ci sarà prima del 30 giugno, ma quando ci arriveremo porteremo le nostre argomentazioni, compreso il fatto che quanto dovuto a gennaio e febbraio è stato regolarmente pagato. Quindi non mi aspetto nessuna penalizzazione da scontare nel prossimo campionato». Sempre che il Venezia riesca a iscriversi alla prossima Lega Pro.

Ore 18.40 – Fabrizio De Poli chiarisce la situazione riconferme a Padovagoal.it: “Ho parlato con Degrassi, Lanzotti, Fenati, Salvadori e Sentinelli che non sono confermati. Poi ho parlato coi procuratori di Nichele e Ferretti comunicandogli che non rientrano nei nostri piani. Questi sono gli unici con cui ho parlato finora! Gli altri? Stiamo valutando alcune situazioni. Un numero di riconfermati? Non c’è e non c’è mai stato, dipende da molte cose! Devo incontrarmi col procuratore di Dionisi per trovare un accordo, la nostra intenzione è quella di confermarlo. Cunico? Non ho ancora parlato con lui… Amirante, Petkovic, Cunico, Ilari e Petrilli potrebbero rimanere. Poi ci sono tre-quattro situazioni che dobbiamo analizzare, tra cui Pittarello, Busetto, Niccolini, Cicioni, Thomassen e Segato. Mazzocco? Se il Parma ce lo libera direttamente o indirettamente potremmo confermarlo. Aperi? Se sta bene potrebbe rimanere. Bortot? Dobbiamo aspettare il Bassano… Sgrigna? È un buonissimo giocatore, ma è ancora sotto contratto col Cittadella e credo che resterà lì… Arcidiacono? È più no che sì, ci sono situazioni superiori alla nostra come categoria ed economicamente”.

Ore 18.15 – Qui Appiani, fischio finale: Padova-Selezione Ucp Endas 8-0.

Ore 18.08 – Qui Appiani: eurogol di Segato da metà campo. 8-0.

Ore 18.05 – Qui Appiani: Padova sul 7-0 grazie a Mazzocco. In porta nei Biancoscudati ora Niccolini.

Ore 17.50 – Qui Appiani: sesto gol del Padova, rete di Fenati. 6-0.

Ore 17.40 – Qui Appiani: inizia il secondo tempo dell’amichevole, in porta Petrilli.

Ore 17.25 – Qui Appiani, fine primo tempo: Padova-Selezione Ucp Endas 5-0.

Ore 17.20 – Qui Appiani: a segno ancora Mazzocco, 5-0.

Ore 17.16 – Qui Appiani: poker dei Biancoscudati, rete di Mazzocco. 4-0.

Ore 17.14 – Qui Appiani: tris del Padova e doppietta personale per Bonomo. 3-0.

Ore 17.08 – Qui Appiani: raddoppio del Padova con Gustavo Ferretti. 2-0.

Ore 17.00 – Qui Appiani: iniziata da circa dieci minuti l’amichevole tra i Biancoscudati e la Rappresentativa Ucp-Endas. Padova in vantaggio dopo otto minuti con l’italo-americano Stefano Bonomo, in prova da quasi un mese.

Ore 16.50 – Queste, invece, le dichiarazioni dell’amministratore delegato Roberto Bonetto: “È il oronamento di un sogno e di un percorso iniziato proprio dal notaio Doria circa un anno fa. Ritornando a chiamarci Calcio Padova abbiamo chiuso il cerchio, momentaneamente… I tre nuovi soci? Il loro ingresso verrà formalizzato a luglio. Ci daranno una mano, perché non sembra ma è un impegno gravoso. La mole di lavoro è tanta, a volte penso anche di fare un passo indietro ma con questi nuovi innesti riusciremo a gestire ancora meglio la situazione”.

Ore 16.45 – Queste le dichiarazioni del presidente Giuseppe Bergamin: “È un passaggio che aspettavamo con ansia, oggi si è formalizzato e attendiamo il placet definitivo della Lega che ci ha già dato il benestare. Lo volevamo tutti, a partire dai tifosi e dalla città fino ad arrivare a noi… Questo ritorno al Calcio Padova riannoda i fili ma senza dimenticare quanto abbiamo fatto in questa stagione! Vogliamo dare continuità, e gli obiettivi devono essere correlati all’importanza di questo nome. L’asticella si alza? Ci prendiamo questa responsabilità, il nostro impegno sarà costante e sono sicuro che si possa far bene. Il prossimo obiettivo? Stabilizzare questa società rispettando un programma triennale per il passaggio ad un professionismo ancor più elevato, se poi durerà meno ancora meglio… Diquigiovanni? Non commento questa cosa perché non l’abbiamo mai contattato, questa sua affermazione mi ha sorpreso e mi ha lasciato nel contempo indifferente. Io non ho mai parlato con lui, e nessuno della società l’ha mai fatto”.

Ore 16.40 – Si aprono le porte dello studio del notaio Doria, ora è ufficiale il cambio di ragione sociale e denominazione: la società si chiamerà in maniera provvisoria “Biancoscudati Padova Spa” fino al primo luglio, giorno in cui potrà chiamarsi definitivamente “Calcio Padova Spa”.

Ore 16.30 – In via di conclusione l’incontro presso il notaio Doria in Corso del Popolo.

Ore 16.00 – Ancora in corso presso il notaio Doria l’incontro per il cambio di ragione sociale e denominazione.

Ore 15.30 – Iniziato presso lo studio del notaio Roberto Doria in Corso del Popolo l’incontro per il cambio di ragione sociale e di denominazione.

Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Chiude il Real Vicenza. La sentenza arriva dal quartier generale di viale Benedetto Marcello alle 15.05, quando il presidente Lino Diquigiovanni annuncia in conferenza stampa il colpo di scena. «Sono nello sport professionistico da 57 anni — sospira — ma purtroppo il Real Vicenza non ha più senso di continuare ad esistere. Quando sono partito nel 2010 con questa avventura non avrei mai pensato di riuscire ad arrivare tanto in alto, siamo passati dall’Eccellenza a sfiorare la B. Abbiamo conquistato il primo posto, battuto il Novara 3-0 ma non posso fare calcio solo per me stesso. È arrivato il momento di dire basta. A Treviso avremmo potuto fare qualcosa di grande, ma il sindaco non voleva problemi, è incredibile che abbia rifiutato la mia proposta. Gli avrei portato due milioni e in cambio gli chiedevo solo il Tenni». Ma è davvero finita? L’impressione è che quella di Diquigiovanni sia l’ultima mossa per cercare di smuovere le acque. Impossibile che a Treviso cambino idea, ma non c’era solo la proposta di creare una sorta di «Real Treviso» nell’animo dell’imprenditore vicentino. «Tutto è nato — spiega il numero uno del Real Vicenza — da una discussione tecnica per un calciatore e mi hanno proposto di fare qualcosa d’importante nella Marca. Ho avuto due incontri con sindaco e assessore, si poteva fare un campionato di vertice ma non mi hanno capito e, forse, non hanno capito il mio progetto. Se il Comune di Treviso cambia idea, potremmo ancora fare una squadra per andare in serie B. Ci saremmo chiamati Real Biancocelesti il primo anno, poi sarebbe diventato Treviso con la categoria in mano l’anno dopo. Invece mi hanno detto di no, forse sarà stato per l’opposizione di una parte della tifoseria, chi può dirlo…». Ma non c’era solo il Treviso. Con un titolo sportivo in mano può succedere di tutto, anche che si riallacci l’asse con Valdagno e con Rino Dalle Rive: «Mi hanno chiamato da Benevento, da Venezia, da Mantova, da Trieste e ieri persino da Padova per entrare in società — racconta Diquigiovanni — siamo in una situazione assurda: io vorrei fare calcio ma non riesco a trovare il modo di farlo… Rimarrebbe l’ipotesi Valdagno, che per certi versi sarebbe stata la migliore. Hanno uno stadio da dodicimila posti, sarebbe servito rifare l’impianto di illuminazione, perché in Lega Pro non ci vai nella situazione attuale. Il Comune ha ottenuto un finanziamento di 800mila euro, ma non si è mosso per niente. Troppa lentezza, ma come si fa a sprecare un’opportunità simile?». Con Rino Dalle Rive ci sono stati molti contatti, ma nessun accordo: «Mettermi in società con Rino non sarebbe la cosa giusta – taglia corto Diquigiovanni – sarebbe come continuare a fare quello che sto facendo. Cedergli la società? Ho un titolo sportivo di Lega Pro in mano, se qualcuno si farà avanti per i prossimi trenta giorni sa dove trovarmi. Io sono qui. Altrimenti di sicuro non andrò avanti col Real Vicenza. Col professionismo chiudiamo qui, per ragioni federali dovrei tenere in vita la società col settore giovanile nei dilettanti, poi fra dodici mesi il Real Vicenza non esisterà più». Rimarrebbe l’ultima strada, acquistare il Vicenza calcio: «Evidentemente era destino che non potessi realizzare il mio grande sogno – chiude – non credo che si riapriranno le porte, hanno sfiorato la serie A e ora non so cosa faranno. Dicono tutti che sono in difficoltà, ma alla fine hanno sette vite e in qualche modo vanno sempre avanti. Ritornare nel ciclismo? Chi lo sa, mai dire mai…. Non voglio dire niente, qui le cose cambiano troppo in fretta».

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Cala il sipario? Potrebbe essere. Ma è ancora presto per dire addio Real Vicenza. Ieri c´è stata la conferenza stampa del presidente biancorosso Lino Diquigiovanni, che ha voluto fare chiarezza sulle sorti della sua società. Le opzioni sono due: la chiusura, e quindi la messa sul mercato del titolo di Lega Pro, oppure la possibilità di spostarsi a Treviso. Una strada che però appare decisamente in salita e tortuosa: nessun dialogo tra Diquigiovanni e il sindaco Manildo oggi, ma il patron lascia la porta socchiusa nel caso di un ripensamento nella città della Marca. «Quando sono partito con questo progetto – ha esordito Diquigiovanni – o detto metto qui dieci anni della mia vita. Adesso siamo al quinto, però c´è stato un intoppo fisico importante: tre anni fa ho fatto un ictus, durante una partita dei playoff. Però la passione per il calcio è tanta». Un anno difficile quello appena passato per il presidente Diquigiovanni che l´ha definito «pesante, sia fisicamente che moralmente». Tanti alti e bassi e alcuni disguidi che hanno toccato dentro il patron, ma anche tante soddisfazioni: oltre all´ottimo piazzamento, la vittoria della Coppa Disciplina, «motivo di grande orgoglio per me». Finita la stagione del calcio giocato si è aperta poi la questione sul futuro che tanto ha fatto parlare di Real: «Al termine del campionato avevo tre o quattro possibili soluzioni. Una era quella di smettere, un´altra di vedere se trovavo qualcuno a cui dare la società, oppure cercare qualcosa di importante che mi convincesse a mettere un altro anno di sofferenze fisiche, fare la squadra competitiva, riparando agli errori fatti, e tentare la scalata». Questa la situazione che si prospettava davanti agli occhi di Diquigiovanni qualche tempo fa. Quale la soluzione migliore? «Mi si era aperta una possibilità per me lusinghiera – continua il presidente – e che mi avrebbe dato anche quella motivazione per mettermi in gioco un altro anno. Una cosa nata per caso, da un contatto per un giocatore: un giorno mi chiama uno da Treviso che poi mi ha anche detto: perché non vieni qua? Subito ho detto no, ma poi valutando giorno dopo giorno mi sono convito che era l´ipotesi migliore. C´era l´opportunità di giocare in un bello stadio, con delle partite avvincenti come avrebbero potuto essere quelle contro il Cittadella o il Padova e riempire il Tenni. Fare un anno importante là e poi lasciare eventualmente a loro la categoria. Ho avuto due incontri uno con l´assessore e uno con il sindaco. Ma nemmeno questo è andato in porto». Chiaro che l´ipotesi Treviso per l´imprenditore vicentino sarebbe stata quella perfetta. E oggi quindi? Quali sono gli scenari futuri? «Mercoledì ho chiamato i ragazzi, perché è giusto che sappiano. Ho detto ci fermiamo, il Real, diciamo così, è sul mercato. Ma con due possibilità ancora aperte. La prima è che qualcuno si faccia avanti per prendersi la categoria, ma la vedo molto dura. L´altra è quella che il sindaco di Treviso, non si sa mai, le vie del Signore sono infinite, mi dica vieni giù. E allora porto là la categoria. Fino al 30 giugno i giocatori sono tesserati con noi e ci si può iscrivere alla categoria. Se non succede nulla di qui al 30, chiudiamo. Ovviamente faremo un anno con il settore giovanile, perché queste sono le disposizioni della Federazione». Insomma, scadenza rinviata a fine mese. Ma se le cose rimanessero così, sarebbe un addio. Ancora una volta, appuntamento alla prossima puntata.

Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Lo spauracchio di Bassano si chiama Carlo Sabatini. Forse ancor più delle assenze di Maistrello, Pietribiasi e Furlan, che peseranno come macigni domenica al Sinigaglia. Perché non è la prima volta che il tecnico del Como si produce in una grande rimonta. A Padova nel 2009 era praticamente fuori dai playoff, poi nelle ultime sette giornate produsse una rimonta incredibile, riuscendo a centrare la promozione in serie B dopo aver battuto fra semifinale e finale Ravenna e Pro Patria. Ora, dopo che a Como la contestazione dominava la scena e che il quarto posto pareva un traguardo impossibile, ecco ripetersi la stessa scena. Rimonta, vittorie, successi. Fino all’atto finale che a Bassano sperano sia diverso. «E’ vero — ha detto Sabatini — a Padova successe più o meno la stessa cosa, però qui non è ancora finita e se siamo arrivati in finale non dobbiamo pensare che il nostro compito sia esaurito. Al momento noi e il Bassano abbiamo il 50% ciascuno di passare, è sbagliato dire che loro sono favoriti. Io sono felice di incontrarli, perché con loro abbiamo un conto aperto… Non mi è andata giù la sconfitta al Sinigaglia in campionato, allora sbagliammo tattica, non ricapiterà. Tra Benevento e Matera, l’impresa è stata a Matera, perché loro erano più squadra del Benevento. È stato emozionante vedere lo stadio pieno all’andata, credo che domenica ci sarà la stessa atmosfera magica: invito tutti i tifosi a venire allo stadio». La costante di Sabatini è quella di esaltarsi nelle difficoltà: «Ho sempre visto le potenzialità di questa squadra – spiega – anche nei momenti in cui tutto sembrava girare contro. Siamo riusciti a invertire la rotta. Non voglio passare per presuntuoso, sia chiaro, ma sono convinto che abbiamo ottime chance di farcela». E, chissà, magari Sabatini ha un conto aperto a Bassano anche perché avrebbe potuto allenarlo. Ci furono alcuni contatti, ma alla fine la scelta della dirigenza giallorossa andò su Asta.

Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) L´alieno c´ha la cadenza romagnola che sa di Sangiovese. Matteo Grandi più che un extraterrestre dei pali ha l´aria di uno a cui le cose capitano per caso e che si fa scivolare tutto addosso, sempre con quel sorrisone in technicolor perennemente stampato sul volto. Ma sin da bambino in famiglia ha ricevuto un´educazione improntata sul rigore?«No, mi hanno sempre lasciato libero, però coi rigori mi trovo bene sin da ragazzo. Insomma, mi sono sempre piaciuti e li paravo anche nelle giovanili. Mi galvanizzo nei tiri dal dischetto: quest´anno già 5 includendo quello preso a Pinardi in Coppa Italia a Salò, lo scorso anno a Crema 3 in campionato e uno in amichevole col Milan a Petagna. Io addirittura ogni volta spero di finire ai rigori. Quando accade non vedo l´ora, son proprio contento. Domenica l´ho detto anche a Bizzotto prima che arrivassimo a calciarli. Fossimo andati ad oltranza, il sesto rigorista ero io, mi offro sempre per batterli. Ero carico a mille. Con la Juve Stabia mi sentivo che almeno uno l´avrei parato ed è andata così. Con la Reggiana avevo sensazioni addirittura migliori ed ero certo che ne avrei acchiappati 3 e ho indovinato. Anzi mi fa rabbia che l´unico gol dagli undici metri me l´abbia segnato Mignanelli con l´aiuto del palo. All´ultimo ho cambiato lato, sennò chissà…».Rossi le ha detto qualcosa?«Mi ha fatto i complimenti, sinceri. Con Gianmaria c´è un rapporto straordinario, siamo entrambi romagnoli e ravennati, non poteva essere diversamente. Piuttosto sono felice perchè dopo l´ultimo penalty neutralizzato, con Iocolano mi ha abbracciato Furlan che era stato espulso ingiustamente e ci teneva tantissimo a passare».A casa saranno elettrici per questi momenti di gloria…«I miei sono su di giri e anche la mia fidanzata Arianna. Ma il più in palla è mio nonno Antonio che non si perde una partita, è il mio primo tifoso: c´era al Mercante e ci sarà anche a Como».È una finale, è davvero 50 e 50 quanto a probabilità?«Forse loro di testa stanno ancora meglio di noi. Sono entrati ai playoff di rincorsa e stanno vincendo sempre. Ma anche noi siamo belli reattivi e nonostante assenze pesanti sono certo che chi va dentro farà un partitone, l´organico è all´altezza. Credo che non faremo calcoli, non ne siamo capaci. Inutile dire, che so, la prima a Como cerchiamo di non prenderle. Non ha senso. Tiriamo a vincere come sempre e, alla peggio, avremo una seconda chance per rimediare in casa. Davanti al nostro pubblico e allo stadio pieno è un´emozione. Tutto può accadere».

Ore 13.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La delusione e l’amarezza per l’eliminazione nella semifinale playoff è ancora forte, e stasera assistere alla gara d’andata tra gli abruzzesi e il Bologna sarà senza dubbio un colpo allo stomaco per tutti i tifosi biancorossi. Il Vicenza ripartirà così dalla serie B, un obiettivo che ad inizio stagione, e dopo le due retrocessioni consecutive in Lega Pro degli anni scorsi, non è certo da sminuire. Ma quando, dopo un’annata straordinaria, vedi da vicino la possibilità di tornare in serie A, ripartire con obiettivi ridimensionati non è certo facile soprattutto per la tifoseria biancorossa, che teme di dover tornare ad ingoiare delusioni ed amarezze. Se questo sarà un pericolo reale è presto per dirlo, ma di sicuro il Vicenza del futuro perderà molti dei protagonisti di questa stagione. La prima incognita è quello relativa alla permanenza di Pasquale Marino, il tecnico che ha conquistato a suon di vittorie la tifoseria biancorossa che farebbe carte false per vederlo ancora guidare il Vicenza. Marino ha un altro anno di contratto ma da subito ha, molto sinceramente, fatto capire che la sua permanenza a Vicenza non è affatto sicura. «Parlerò con la società e decideremo», è stata la risposta a caldo del tecnico siciliano, che ha parecchi estimatori, con l’Empoli in serie A e il Catania in serie B in prima fila. La conferma di Marino rappresenterebbe un punto di ripartenza molto solido, ma se invece il tecnico di Marsala dovesse andarsene vorrebbe dire che le ambizioni del Vicenza del prossimo anno non sarebbero all’altezza delle aspettative di un allenatore che in serie B vuole vincere. E’ quindi indubbio che il futuro di Marino rivelerà in maniera abbastanza chiara quali saranno le potenzialità del Vicenza del prossimo anno. Una squadra che perderà sicuramente Di Gennaro, Ragusa, Sampirisi e Manfredini per fine prestito, mentre è in bilico la posizione di Moretti considerato che il Vicenza ha con il Catania un diritto di riscatto sul centrocampista genovese. Perdite gravi a livello tecnico, a cui potrebbero aggiungersi anche alcune defezioni tra i giocatori come Cocco, Brighenti, D’Elia, Laverone, Giacomelli e Cinelli che hanno disputato un’ottima stagione e hanno buon mercato. Soprattutto il centravanti sardo, che ha chiuso la stagione con 20 reti, sarà senza dubbio al centro di importanti richieste e, nel caso partisse, sostituirlo non sarà facile. L’impressione è che il futuro del Vicenza dipenderà molto dalle decisioni che prenderanno i soci della Vi.Fin. che, come noto, hanno portato nelle casse del Vicenza i soldi necessari per consentire alla società berica di poter rispettare le scadenze fissate evitando in questo modo penalizzazioni e conseguenti contraccolpi che avrebbe penalizzato pesantemente il finale di stagione del Vicenza. Sfumata la serie A, cosa decideranno di fare adesso i soci della Vi.Fin.? Andranno avanti ed entreranno attivamente nelle stanze dei bottoni di via Schio, o si ritireranno lasciando cadere il progetto?

Ore 12.50 – (Giornale di Vicenza) Un saluto lungo, quasi al rallentatore. Pare difficile che Pasquale Marino resti a Vicenza, visto che in questi ultimi tempi più di una società ha dimostrato interesse nei confronti dell´allenatore. Ma intanto c´è da rileggere un´annata che, comunque, rimarrà memorabile e ricca di grandi soddisfazioni. Ecco dunque l´intervista a cuore aperto con il tecnico prima del rompete le righe.Mister partiamo dalla fine: l´ultimo ricordo?«Quello più brutto perchè non è andata come si sperava, dunque il fischio finale dell´arbitro martedì sera. Ne approfitto per scusarmi con i tifosi perchè nella delusione e nell´amarezza del momento non sono andato a salutare la curva, ero troppo arrabbiato, sono tornato subito nello spogliatoio perchè dovevo sfogarmi, mi spiace, ci tenevo a salutare perchè i nostri tifosi ci hanno sempre aiutato tanto».Quando ha capito, martedì sera, che il sogno non si sarebbe avverato?«Quando il Pescara ci ha segnato il secondo gol anche se pure dopo qualche speranza c´è stata, tanto che siamo arrivati al 2-2; però il 2-1 è stato brutto perchè è capitato in un momento in cui la squadra stava dando il meglio, tanto che in quei momenti pensavo davvero di farcela».Per mesi lei è andato avanti a dire: io penso solo a quota 51 punti; poi ci ha rivelato che in realtà nel suo contratto aveva inserito sia il premio playoff, che quello promozione. «Perchè io le cose prima le faccio e poi le dico».Comunque significa che lei ci ha creduto da subito.«Non avrei accettato di venire se non avessi avuto la consapevolezza di poter lavorare bene, poi dopo le prime gare di gennaio ho visto un cambiamento netto della squadra, ma proprio nella personalità che si è espressa in campo nella gestione della palla a partire fin da dietro».Torniamo a quando è arrivato, lei ha pensato: la prima cosa che devo sistemare è…«Dare serenità alla squadra».Animi così tesi?«Quando si è in un momento di difficoltà e si è nelle zone basse della classifica si vede tutto con un certo pessimismo, quindi era fondamentale che i giocatori cominciassero a prendere fiducia nei loro mezzi e questo poteva avvenire solo dando loro in campo delle certezze, cioè ognuno doveva sapere cosa fare in qualsiasi momento sia nella fase difensiva, che offensiva e questo senza stare a guardare chi era l´avversario di turno».È stato difficile anche il suo inserimento, d´altra parte aveva sostituito non un tecnico qualsiasi ma il Capitano- Lopez, e lei spesso ha ricordato: ho avuto un´accoglienza a dir poco freddina!«Ma io sapevo cosa mi aspettava e poi come ho sempre detto, e lo penso davvero, mi faceva piacere vedere che questa piazza aveva riconoscenza per una persona che da calciatore tanto ha dato a questi colori, nel nostro ambiente non succede spesso, insomma capivo che i tifosi non ce l´avevano con me e per questo non mi è pesato, così come sapevo che col lavoro e senza proclami alla fine mi sarei guadagnato la stima della gente e così è stato».Ed infatti dopo settimane è arrivato anche per lei il coro della curva Sud.«Mi ha fatto tanto piacere, così come ricordo che il primo coro per me è partito dai distinti, sono cose che gratificano, comunque chi sa fare un passo indietro non lo fa per debolezza ma per intelligenza, i tifosi avevano capito che stavo facendo il massimo per la loro squadra e per i colori biancorossi».In questi mesi l´abbiamo sempre vista equilibrato, mai sopra le righe. Ma lei è proprio così o si sa contenere?«Dopo tanta esperienza cerco di prendere le cose con il giusto atteggiamento. A parte che sono di poche parole, di sicuro non sono costruito, così come è rarissimo che io dopo una sconfitta alzi la voce con i giocatori, no, io entro nello spogliatoio e vado a farmi la doccia, ma anche quando si vince faccio così e quest´anno è successo spesso. Però questo non significa che io sia un tipo triste, chi mi frequenta sa che non è così, nello spogliatoio ci siamo pure molto divertiti coi ragazzi».A suo avviso la gara più bella giocata dal Vicenza?«Forse quella a Bologna e per il blasone dell´avversario, ma soprattutto per la personalità con cui siamo stati in campo».La più brutta?«Quella a Brescia: l´unica volta che non abbiamo perso di misura. Eppure l´approccio alla gara non era stato male, ma al primo gol beccato la squadra non ha saputo reagire, c´è stato un calo di tensione, però ci può stare. In fondo è stata l´unica sconfitta del girone di ritorno».Poi è arrivata quella dei playoff a Pescara.«Ma lì conta molto come ci arrivi a giocarti queste partite. Noi purtroppo all´andata abbiamo dovuto rinunciare a tre giocatori molto importanti, uno per reparto, pesa tanto nella gestione delle energie, ma anche l´assenza di Spinazzola si è sentita perchè stava proprio bene, per non parlare del rigore contro».Lei l´ha detto da subito che non c´era.«Io non parlo a vanvera e le immagini mi hanno dato ragione, poi nella gara di ritorno ancora assenze pesanti e senza dubbio altri episodi che non ci sono stati favorevoli mentre di fronte avevamo una squadra molto forte ma soprattutto al completo. Io ne sono ancora convinto: se pure noi fossimo stati a ranghi completi non sarebbe finita così».Lei ha sempre parlato del gruppo però è innegabile che alcuni giocatori siano stati fondamentali.«Ma la cosa davvero più positiva è che tutti sono stati capaci di una crescita notevole. Certo, Cocco è stato importante sia come finalizzatore sia per la partecipazione alla manovra, Di Gennaro è stato un organizzatore di gioco, Brighenti non lo conoscevo ma è stato una gran bella sorpresa, Manfredini non si discute anche se ha giocato poco, ma come non nominare Laverone, Cinelli, Sampirisi e tutti gli altri? Sa una cosa importante qual è stata? Allenare ragazzi che hanno saputo giocare e poi magari farsi da parte continuando a dare ogni giorno sempre il massimo».Senta, questa finale Pescara-Bologna come la vede?«Sono gli organici più completi della categoria, sarà una partita molto equilibrata».Chiudiamo con lei, nonostante abbia un contratto biennale, pare ci siano poche probabilità che possa restare.«Il contratto si sa non è un problema, il problema è che migliorare quanto fatto quest´anno è complicato e il mio punto di riflessione è questo, comunque non ho ancora parlato con i dirigenti, lo farò la prossima settimana».Se andrà via cosa le resterà di Vicenza nel cuore?«Tutto, ho vissuto pochi mesi qui ma veramente molto belli, non ho nemmeno ricordi negativi, io sento l´affetto della gente, ecco forse la vittoria più bella è la spinta che siamo riusciti a dare ai tifosi per tornare allo stadio a sostenere la loro squadra, il colpo d´occhio di martedì sera rimarrà sempre nel mio cuore, le mie figlie hanno scattato moltissime foto, ma non serviranno perchè ricordi così non si cancellano»

Ore 12.20 – (Gazzettino) Altro rinvio per il (rinnovato) matrimonio tra il Cittadella e Stefano Marchetti. L’attuale direttore generale anche ieri è rimasto a casa febbricitante, così il tanto atteso incontro con il presidente Andrea Gabrielli è slittato ad oggi. Il protrarsi della vicenda rallenta anche la decisione per il successore di Claudio Foscarini: il nome del nuovo allenatore è strettamente correlato a quello del direttore generale, ogni passo avverrà di conseguenza. Pendono dagli sviluppi societari anche i giocatori della rosa granata: una volta insediatosi il dirigente esecutivo sarà valutato l’attuale organico per capire chi possa far parte del nuovo progetto-Cittadella che, secondo le intenzioni societarie, dovrebbe puntare all’immediato ritorno in serie B. Per questa ragione l’ossatura portante della squadra sarà confermata, almeno queste le indiscrezioni sin qui raccolte. A parte qualche inevitabile, illustre cessione – Pellizzer, Scaglia, Barreca, Rigoni, Kupisz, Bazzoffia, Stanco i maggiori indiziati a cambiare maglia – il Cittadella proverà a trattenere qualche giocatore-chiave, come il duo d’attacco Sgrigna-Coralli, e potrebbe restare anche Gerardi, per comporre così un attacco di assoluto spessore per la Lega Pro. Trovano intanto conferme gli interessi del Cittadella verso il difensore della Primavera dell’Inter Bright e del centrocampista della Spal (di proprietà dell’Avellino) Togni. SETTORE GIOVANILE – Oggi pomeriggio al Tombolato la festa di chiusura dell’Attività di Base. Come di consuetudine ci si ritroverà allo stadio con i bambini e le famiglie per l’ultimo atto della stagione sportiva. Saranno organizzati dei tornei tra le varie squadre granata e successivamente i bambini, i familiari, gli allenatori, i dirigenti e gli autisti dei pulmini avranno il piacere di condividere un momento conviviale e soprattutto di festa. A testimoniare l’importanza che viene riservata ai più piccoli del Cittadella sarà la presenza di Andrea Gabrielli, presidente della società granata, e di altri componenti della dirigenza.

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Si fa sempre più probabile l’ipotesi di una fumata bianca, ma per arrivarci occorrerà attendere ancora qualche ora, forse qualche giorno. Si svolgerà probabilmente questo pomeriggio o al massimo domani l’incontro tra Stefano Marchetti, bloccato a casa da un’influenza fuori stagione, e Andrea Gabrielli, per decidere se il rapporto fra il direttore generale del Cittadella e la società proseguirà almeno per un’altra stagione. Nota l’intenzione del presidente di affidarsi al dg per costruire una squadra in grado di risalire subito dalla Lega Pro alla serie B, sta allo stesso Marchetti sciogliere le riserve. La sua permanenza, a cascata, sbloccherebbe il mercato del Citta, a partire da quello che sarà il nome del prossimo allenatore, ruolo per il quale la candidatura più forte è interna, con la possibile promozione in prima squadra di Giacomin, magari in tandem con Gorini. Intanto cominciano a girare anche le prime voci relative ai giocatori che potrebbero approdare al nuovo Cittadella: la società sarebbe fra le pretendenti del terzino destro della Primavera dell’Inter, Gyamfi Bright, inseguito anche dal Como, ma sotto le mura potrebbe arrivare pure il centrocampista Romulo Eugenio Togni, in questa stagione alla Spal ma di proprietà dell’Avellino, club che potrebbe inserirlo in una trattativa per portare in Campania Massimiliano Busellato. L’Ascoli, nel frattempo, è pronto a uno sforzo economico per riscattare l’attaccante Leonardo Perez, ancora di proprietà del Cittadella. Un ex giocatore granata come Daniele Baselli, regista di centrocampo scoperto a suo tempo proprio da Marchetti e passato nel 2013 all’Atalanta per 800 mila euro, alle buste, è invece sempre più vicino al passaggio al Milan.

Ore 11.30 – (Gazzettino) APPIANI ED EUGANEO – È passata la delibera di Giunta Comunale che conferma la concessione in gestione dei due impianti ai biancoscudati fino al 30 giugno 2018. La relativa convenzione, che prevede a carico della società il pagamento di un canone annuo di 50 mila euro, oltre alle spese ordinarie e le utenze, verrà stipulata nei prossimi giorni. «Abbiamo accolto favorevolmente la richiesta – ha dichiarato l’Assessore allo Sport Cinzia Rampazzo – perché la società ha dimostrato non solo di saper raggiungere gli obiettivi prefissati, ma soprattutto è riuscita ad attirare le simpatie e il sostegno della città e dei numerosi tifosi, diventando erede effettiva del Calcio Padova e quindi unica società titolata alla gestione dello stadio cittadino».

Ore 11.20 – (Gazzettino) Ma la vera novità sarà l’atteso ritorno alla storica denominazione Calcio Padova, essendo arrivato dalla Lega Pro il relativo via libera. Per motivi burocratici il tutto sarà operativo con decorrenza dall’1 luglio, ovvero con l’avvio della nuova stagione. Lo stesso vale per l’insediamento ufficiale dei tre nuovi soci Poliero, Salot e Tosetto che verrà formalizzato dal notaio dopo la chiusura dell’attuale esercizio con l’approvazione del bilancio al 30 giugno. All’appello manca dunque solo il logo, che arriverà più avanti in comodato dal Comune quando verrà omologato il concordato stragiudiziale che riguarda la vecchia società. In tale ottica sarà importante la data del 9 giugno in cui verrà formalizzato dal notaio il piano di rientro del debito attorno ai due milioni che Diego Penocchio ha nei confronti del Credito Sportivo.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Il ritorno alla vecchia denominazione e la convenzione triennale con il Comune per la gestione dell’Euganeo e dell’Appiani pronta per il nero su bianco. Due passaggi chiave in queste ore in casa biancoscudata dove l’attenzione non è rivolta solo agli aspetti più strettamente tecnici. CALCIO PADOVA – Ecco l’appuntamento tanto atteso dai tifosi. Oggi alle 15.30 il presidente Giuseppe Bergamin e l’ad Roberto Bonetto torneranno nello studio in Corso del Popolo del notaio Roberto Doria, colui che poco meno di dieci mesi fa – era il 24 luglio 2014 – ha registrato la nascita del nuovo Padova. Nell’occasione si provvederà in primo luogo al cambio della ragione sociale, con il passaggio dalla forma della società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata e quella della società per azioni, effetto del ritorno tra i professionisti che implica pure un nuovo statuto adeguato alle norme federali.

Ore 11.00 – (Gazzettino) In difesa dopo le conferme di Thomassen e Dionisi, si aggiunge quella di Niccolini. Niente da fare per Sentinelli, Salvadori e probabilmente Degrassi. Da valutare Busetto, mentre pare difficile, almeno per ora, riavere in prestito dal Bassano Bortot. A centrocampo si dovrebbe ripartire da Cunico e, Parma permettendo, Mazzocco. Non è detta l’ultima parola su Segato e tutto dipende dai nuovi regolamenti della Lega Pro che prevedono rose di 24 elementi di cui otto nati dopo l’1 gennaio 1994. Se per la mediana verrà trovato un giovane all’altezza e dunque non sarà necessario ricorrere a un “over”, l’ex Porto Tolle potrebbe restare. Niente rinnovo per Nichele, torna alla Sampdoria Fenati, dubbi su Mattin. Capitolo attacco. Ormai certa la rinuncia a Ferretti, hanno buone chances di conferma i tre esterni Aperi, Ilari e Petrilli. Probabile un altro anno a Padova per Amirante e semaforo verde per Zubin, mentre Pittarello potrebbe essere ceduto in prestito. Quanto ai futuri volti nuovi, pur difficile, non è tramontata l’idea della punta Pietro Arcidiacono che è nel mirino di una formazione ambiziosa di Lega Pro e di una neopromossa in serie B.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Tutti all’Appiani oggi pomeriggio alle 17 per l’ultimo impegno sul campo del Padova che chiuderà questa indimenticabile stagione disputando un’amichevole con una rappresentativa del campionato Ucp prima delle meritate vacanze. Per i tifosi sarà l’occasione per salutare i protagonisti della promozione, in qualche caso con un semplice arrivederci al 18 luglio, giorno in cui è prevista la partenza per il ritiro a Pieve di Cadore. Dovrebbero essere infatti una decina all’incirca i giocatori che proseguiranno nella prossima stagione la propria esperienza in biancoscudato. In queste ore il direttore sportivo De Poli sta proseguendo gli incontri con ognuno di loro, o con i rispettivi agenti, per manifestare le idee in chiave futura della società. In linea di massima sembrano trovare conferma i “rumours” di questi giorni su coloro che dovrebbero restare, a partire dal portiere Petkovic a cui si aggiungerà il giovane estremo della Sacilese Favaro, con rinuncia a Cicioni, salvo sorprese, e rientro a Modena di Lanzotti.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Saranno presenti oltre duecento persone questa sera al ristorante Al Bosco di Fossona di Cervarese per festeggiare il quarantesimo anniversario di fondazione dell’Aicb, nato nel 1975 con l’iniziale denominazione Cccb (Centro coordinamento club biancoscudati). A fare gli onori di casa l’attuale presidente Giorgio Ferretti, i club e soprattutto i tifosi storici per iniziativa dei quali è nato il sodalizio. Insieme a loro la dirigenza del Padova al gran completo. Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Ha già qualche possibile destinazione? «Mia moglie non vuole muoversi da qui, e i vorrei trovare una squadra al massimo a un’ora di auto». Che cosa porterà con sé di quest’annata? «Ciò che mi rimarrà sempre impresso è l’ingresso in campo all’Euganeo la domenica, il sentire i tifosi cantare l’inno dalla curva. È stata una cosa che mi ha sempre messo i brividi, un’emozione che sono sicuro non ritroverò da nessun’altra parte. È un bel ricordo che racconterò in futuro anche ai miei figli». Di piazze importanti ne ha viste tante, ma a Padova sembra riconoscere qualcosa in più… «Alla prima amichevole di Asiago da parte nostra c’era un po’ di timore: quando ci hanno detto che sarebbero venuti duemila tifosi temevamo che potesse esserci tensione. Invece abbiamo trovato una tifoseria magica, che ci ha sostenuto e ci ha fatto sentire importanti dal primo all’ultimo giorno. Dovunque sarà, non sarà facile ripartire dopo un anno come questo».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Una frase che ha scosso l’ambiente dei tifosi e che di certo non ha fatto piacere alla società. «Forse ci sono stati un po’ di fraintendimenti», spiega il diretto interessato, ancora in attesa di conoscere il suo futuro. «Io non ho mai parlato con il mister o con la società, è stato il mio procuratore a dirmi che la sua sensazione era che non sarei stato riconfermato. Credo che alla fine si sia fatto più rumore del dovuto, la verità è che veramente dovesse finire così ne sarei dispiaciuto. Ma non perché mi aspettassi un trattamento diverso, il Padova vorrà fare un campionato di vertice anche il prossimo anno ed essere tagliato ci può stare: mi dispiacerebbe lasciare una piazza nella quale chiunque vorrebbe giocare, a maggior ragione rimanere dopo un’annata come questa. Credo che il mio sia un sentimento umano e normale». Se non sarà biancoscudato, che sarà del suo futuro? «Io ho ancora casa qui, i bambini sono iscritti a scuola per il prossimo anno, alla mia famiglia piace molto questa città ed essendo stanchi di muoverci la mia intenzione è di rimanere qui, in un ambiente serio, sano e sereno. Se potrò rimanere al Padova, tanto meglio, altrimenti continuerò a giocare e divertirmi da un’altra parte».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Tempo di conferme per qualcuno, tempo di addii per altri. In viale Rocco, nel ventre dell’Euganeo, sono cominciate le operazioni di costruzione del nuovo Padova, ma fino ad ora si è trattato solo di salutare giocatori in partenza. È il caso dei primi tre under che nel corso del colloquio con il diesse Fabrizio De Poli hanno appreso di non far parte del progetto per la prossima stagione: Michael Salvadori, Riccardo Lanzotti e Giovanni Fenati, tutti e tre acquisti del mercato di riparazione nel corso dell’ultima stagione, l’anno prossimo non vestiranno più biancoscudato. E se per gli ultimi due, in prestito da Modena e Samp, l’addio era quasi scontato, non si può dire lo stesso per il terzino giunto a dicembre dal Ripa la Fenadora. Davide Sentinelli, il difensore romano è invece dato prossimo ai saluti. Pochi giorni fa, il suo procuratore si era sbilanciato al portale Padovagoal.it, dichiarando: «Non rimarrà, avrebbe meritato un altro trattamento».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) È una giornata simbolica per il corso del Padova. Perché se alle 17, allo stadio Appiani, la squadra si cimenterà nell’ultima amichevole stagionale contro una formazione composta da rappresentanti delle squadre amatoriali del campionato padovano Ucp, per poi chiudere definitivamente la stagione con l’annuncio del «Rompete le righe» e i saluti finali, a pochi chilometri di distanza, nello studio del notaio Doria di corso del Popolo, la società guarderà decisamente al futuro. Mentre la squadra e mister Parlato, dopo la straordinaria annata culminata nella promozione in Lega Pro, si saluteranno e partiranno ognuno per la propria strada verso le mete di villeggiatura, alle 15.30 tutto lo stato maggiore della Biancoscudati Padova sbrigherà davanti al notaio le pratiche per il cambio di ragione sociale – che porterà il Padova da Srl a Spa – ma soprattutto il ritorno alla storica denominazione Calcio Padova. Dopo undici mesi di onorato (è proprio il caso di dirlo) servizio, la “Biancoscudati Padova” andrà in soffitta per lasciar spazio al vero nome della squadra della città, anche se bisognerà comunque attendere il primo luglio e la chiusura del bilancio per la formalizzazione dell’intero passaggio.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Nell’atto amministrativo la giunta ha voluto ricordare il fatto che la società «ha saputo coagulare attorno a sé la tifoseria padovana e l’affetto dell’intera città, diventando erede effettiva del “Calcio Padova” e, quindi, unica società titolata alla gestione dello stadio del calcio cittadino». «Dopo la promozione in Lega Pro il presidente Giuseppe Bergamin ci aveva chiesto di poter continuare ad utilizzare lo stadio Euganeo per gli allenamenti e le partite della prima squadra e lo stadio Appiani per l’attività giovanile – ha spiegato l’assessore allo Sport Cinzia Rampazzo – Abbiamo accolto favorevolmente la richiesta, perché la società ha dimostrato non solo di saper raggiungere gli obiettivi prefissati, ma soprattutto è riuscita ad attirare il sostegno dei tifosi». Ottenuto il via libera politico toccherà ai tecnici stilare ufficialmente la convenzione che verrà firmata nei prossimi giorni.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) L’Euganeo e l’Appiani saranno gestiti dalla Biancoscudati Padova sino al 30 giugno 2018. Ieri la giunta ha dato il via libera all’accordo, ponendo però tutta una serie di vincoli alla società. Dovrà accollarsi tutte le spese di manutenzione ordinaria dei campi e delle strutture ed anche le spese per la gestione delle partite sulla base delle indicazioni della Questura. Ma non solo: per avere l’Euganeo la Biancoscudati dovrà comunque pagare anche 50 mila euro (in totale per i due anni) come copertura delle spese, mentre per l’Appiani dovrà pagare le utenze (bollette di energia elettrica e tariffa ambientale). I due stadi poi dovranno essere messi a disposizione di Palazzo Moroni gratuitamente per 5 manifestazioni, oltre a eventuali “grandi eventi” come i concerti estivi. La Biancoscudati dovrà anche accendere una polizza assicurativa e una fideiussione di altri 50 mila euro come garanzia per l’amministrazione.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Per il resto le indicazioni sono quelle degli ultimi giorni, con possibilità in aumento per la conferma di Thomassen e con una decisione definitiva imminente su Amirante , che vorrebbe rimanere. Riguardo alle altre trattative, ci sono conferme su diversi nomi emersi negli ultimi giorni: le possibilità di una fumata bianca per Arcidiacono (Martina) sono molto alte, è confermato l’interesse per De Risio (Benevento) e Fabiano (Martina), così come quello per Troiano (Entella), Giannone (Reggiana) e Genevier (Lumezzane). Ma occhio a quello che può accadere al Real Vicenza, dove la chiusura del club potrebbe aprire di fatto un vero supermarket. Proseguono gli incontri fra i procuratori dei componenti dell’attuale rosa biancoscudata e il ds Fabrizio De Poli. E’ di ieri la notizia della conferma ormai certa di Daniel Niccolini , Stefano Mazzocco (in caso di fallimento del Parma, ma l’affare si può fare anche in caso di permanenza del club in serie B) e Emil Zubin : si sta perfezionando un’intesa al minimo salariale con una serie di bonus legati e gol e presenze. Addio, invece, a Matteo Nichele : dovrà cercarsi un’altra destinazione ma fra Lega Pro e D non avrà problemi a trovarsi una squadra. Oggi toccherà ad altri protagonisti della rosa di quest’anno, fra cui Salvatore Amirante.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Arrivano le prime conferme. Alessandro Sgrigna è entrato prepotentemente nel mirino del Padova. Il fantasista romano è molto stimato dal ds Fabrizio De Poli e incontra i favori pure di Carmine Parlato: a 35 anni in Lega Pro può fare la differenza e la trattativa, iniziata nei giorni scorsi, prosegue dietro le quinte. Quante possibilità ci sono che vada in porto? Al momento la strada è irta di ostacoli, anche perchè Sgrigna vuole attendere che il dg Stefano Marchetti comunichi cosa intende fare circa il suo futuro prima di compiere qualsiasi passo. Il Padova lo lusinga parecchio, ma al momento la trattativa è ben lungi dall’essere conclusa. E così, visto che il prossimo campionato di Lega Pro per adesso presenta due unici punti fermo in Veneto (Padova e Cittadella appunto, con Bassano in bilico fra terza serie e cadetteria, Real Vicenza sul punto di sparire e Venezia appeso alle decisioni di Yuri Korablin), diventa molto interessante seguire gli intrecci di mercato sull’asse città-provincia. E così, mentre qualcuno accosta Claudio Foscarini al Vicenza dopo l’addio al Cittadella, si muove con rapidità il mercato. Dopo gli addii certi di Sentinelli , Ferretti e Salvadori , sta aspettando una chiamata il capitano Marco Cunico per discutere il prolungamento.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Per un ingresso in società con una quota di minoranza? Se dal fronte societario vicentino non esce più nulla, cercando conferme qua e là si scopre che c’è stato un primo contatto fra Diquigiovanni e uno dei soci del Calcio Padova (manca solo l’ufficialità per il cambio di denominazione, che diventerà operativo all’inizio del mese prossimo per ragioni legate ai regolamenti federali) per una collaborazione futura in vista della prossima stagione. Per ora si sarebbe parlato soltanto di una sponsorizzazione, ma considerato che nel recente passato c’erano stati contatti fra il neo socio Massimo Poliero e Diquigiovanni, è possibile che l’iniziale richiesta sia stata invertita. Quindi non più Poliero nel Real Vicenza, ma magari Lino Diquigiovanni come nuovo sponsor del Padova. Per ora si tratta soltanto di un’idea, più avanti si capirà se potrà o meno decollare e prendere concretezza. Quel che è certo, è che dietro le quinte si lavora per aumentare la solidità finanziaria del club biancoscudato per fare un campionato di vertice anche in Lega Pro.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) La notizia emerge durante la conferenza stampa in cui Lino Diquigiovanni annuncia, di fatto, la chiusura dell’attività professionistica del Real Vicenza: «Mi hanno chiamato da Benevento, da Venezia, da Mantova, da Trieste e persino da Padova per entrare in società — racconta Diquigiovanni — siamo nell’assurda situazione che io vorrei fare calcio ma non riesco a trovare il modo di farlo. Rimarrebbe l’ipotesi Valdagno, per certi versi sarebbe stata la migliore. Hanno uno stadio da 12mila posti, sarebbe servito rifare l’impianto di illuminazione, in Lega Pro non ci vai nella situazione attuale». Diquigiovanni, alla richiesta di chiarimento sulla chiamata arrivata da Padova, si rivolge alla figlia Barbara, che annuisce e conferma: «Sì, ci hanno chiamato ieri (mercoledì per chi legge, ndr )». Poi più niente, le bocche sono cucite, forse perché si tratta di una trattativa ancora in fase embrionale.

Ore 08.38 – Poule scudetto, la finale: Siena-Akragas 5-3 dopo i calci di rigore. I bianconeri si laureano campioni d’Italia..

Ore 08.36 – Playout, serie D girone C: Dro-Triestina 1-3 dts, Giorgione-Kras Repen 2-1. Salvezza per Triestina e Giorgione, retrocedono Dro e Kras Repen.

Ore 08.34 – Playoff, serie D: AltoVicentino-Delta Porto Tolle 1-2, eliminata la squadra di Rino Dalle Rive.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 4 giugno: colloqui tra il ds De Poli ed i procuratori dei giocatori biancoscudati per discutere dei rinnovi.




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