Live 24! Padova, la “manita” val bene un giorno di riposo

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Ore 22.10 – (Giornale di Vicenza) BASSANO. Renzo Rosso sfila dallo stadio raggiante e subito dopo cinguetta su Twitter le sue congratulazioni alla squadra richiamando il motto aziendale, “only the brave”, soltanto i coraggiosi, per incorniciare un pomeriggio da favola. Ma prima aveva dettato ai taccuini la sua gioia senza confini. «Sarebbe stata un´ingiustizia anche solo pareggiarla una partita così – sentenzia Mr. Diesel – ma sono contento che ci abbia pensato Tommy. Meritavamo di vincerla e ci meritiamo ancora di più questo primato solitario storico e inatteso, perciò ancora più bello. Adesso andiamo avanti così senza porci obiettivi ma col sorriso». Tonino Asta invece veste i panni del nuovo predicatore laico. «All´intervallo ho detto ai ragazzi di pensare solamente a giocare e a divertirsi e loro mi hanno ascoltato – rivela l´ex cuore Toro – gli ho detto che non dovevamo badare alle provocazioni o agli ostruzionismi dell´Arezzo. Non guardate i falli, isolatevi mentalmente e osate: cercate la giocata, l´uno contro uno, liberate la fantasia». Poi punta il dito su ciò che non gli è piaciuto. «Sull´1-0 il fallo da rigore è stata una leggerezza evitabile, era una palla lunga e in area non c´era nessuno, andava gestita diversamente. È il quarto penalty che ci fischiano contro, su questi aspetti dobbiamo certamente crescere. Tuttavia – insiste Tonino – il risultato è ineccepibile: appena incassato l´1-1 mi sono sbracciato per tranquillizzare i ragazzi, ho detto di stare calmi perchè c´era lo stesso il tempo per segnare nuovamente. Infatti abbiamo costruito quattro palle gol in 9 minuti e l´ultima ci ha premiato. Il primo posto? Ce lo godiamo perchè ce lo siamo meritato, ma se ci sentiamo bravi non c´è futuro. Godiamocela e spensierati anche a Novara. Piuttosto lasciatemi elogiare la gente: è stato fantastico avvertire il pubblico caloroso, rumoroso e fragoroso vicino al Bassano. Si è fatto sentire alla grande, ci ha aiutato tantissimo e lo ringrazio di cuore». Transita Tommy Maistrello e ha subito un pensiero dolcissimo. «Il mio gol e questa vittoria sono tutti per Emanuele Berrettoni, il mio ex capitano che ha perso il papà (anche la società ha immediatamente voluto porgere le sue condoglianze al Berre, ndr). Pure stavolta Cortesi aveva previsto tutto. In panchina mi fa: ora entri e segni. Sono corso ad abbracciarlo, naturale». Il Bassano affronterà domenica prossima in trasferta il Novara, partito tra le favorite del torneo ma già in ritardo di sette punti rispetto ai giallorossi primi della classe. Nolè si porta intanto a quota 3 nella classifica cannonieri, a un solo gol di distanza dall´attaccante Pietribiasi. Segue con due centri proprio Tommy Maistrello, autore del gol vittoria contro l´Arezzo.

Ore 21.40 – (L’Arena) POI INCONTRI a quattr’occhi fra Preto e Rossi e poi fra lo stesso Preto e il diesse Naliato. Il capitano Nicola Valente — che questa sera al museo Nicolis di Villafranca sarà premiato come miglior giocatore delle squadre veronesi di serie D nel corso del gran gala dello sport veronese con premiazioni organizzate dalla redazione sportiva de «L’Arena» — sabato pomeriggio era sconsolato. Queste le sue dichiarazioni: «Dobbiamo assolutamente cambiare mentalità tutti, a comiciare da me, perché creiamo gioco nella prima fase della partita e poi si cambia atteggiamento inspiegabilmente. Guardiamoci tutti in faccia e con 29 gare da disputare si può recuperare. La squadra c’è e lavorando si può migliorare». Così il diesse Antonio Naliato: «Sabato contro il Tamai ho visto un Legnago molto sotto tono sotto il profilo atletico e della derminazione, con qualche singola prestazione imbarazzante. Urge cambiare marcia in fretta». L’allenatore Leonardo Rossi spiega: «Ho fatto una lunga chiacchierata con i giocatori perché si continua a perdere e con il Tamai non c’è stata alcuna reazione: non era mai successo. Ho creduto opportuno parlare con i giocatori perché bisogna ricominciare a lavorare in uno dei momenti più difficili per il calcio legnaghese. Adesso tutti i giocatori son considerati bidoni, ma sono convinto che questo gruppo ne verrà fuori». RUFFINI: «Il Legnago nel mercato estivo ha rinforzato il centrocampo con gli ingaggi di Ruffini, Fonjock e Longato.Il campo non ha confermato il rendimento previsto». Paolo Ruffini ha esperienza di C2 con Pro Sesto, Reggiana e Pro Vercelli, di C1 con Pro Sesto e Venezia, di serie D con Ancona e Maceratese e non può essere discusso. Rossi lo ha lasciato in panchina sabato. «Un turn over naturale», dice Rossi, «per un ragazzo che sta passando un momento difficile. Ho parlato con lui chiedendogli maggiore dinamicità». La panchina può ricaricarlo. Domenica trasferta a Mogliano Veneto per affrontare l’Union Pro allo stadio Ca’ Marchesi. L’augurio di tutti è che il Legnago dimostri di aver trovato l’assemblaggio giusto giocando con cattiveria agonistica e si risollevi con un colpaccio. Altrimenti tutto si complica. E le parole di Mario Preto nel post Tamai («peggiore prestazione della stagione, siamo tutti sotto esame») in questa fase critica devono far riflettere.

Ore 21.30 – (L’Arena) Il Legnago non sa vincere una partita ed è crisi nera. La squadra biancazzurra in sei gare ufficiali compresa la gara di Coppa Italia con l’Arzignano Chiampo ha rimediato cinque sconfitte e un pareggio a Monrupino, con il Kras Repen (3-3) con 15 gol subiti e solo sei gol realizzati con Adriano (2, uno dei quali in Coppa ), Fioretti (2), Tobanelli e Farinazzo. L’anticipo di sabato con il Tamai dopo la benedizione di venerdì alla squadra di don Stefano Grisi nello spogliatoio di Terranegra doveva propiziare il primo successo di Valente e compagni. Invece è stato uno 0-2 imprevisto che ha gettato tutti nello sconforto. Fino alla vigilia dell’anticipo con il Tamai elogi alla squadra che ha raccolto meno di quanto meritava con azzardati paragoni al Legnago di Orecchia per il gioco espresso. Sabato invece l’amara realtà di un Legnago un po’ a sorpresa — cambio del portiere, il regista Ruffini in panchina a ricaricarsi assieme a Falchetto — e in crisi nella costruzione del gioco, nella fase conclusiva e in difesa. Lo scorso campionato il Legnago targato Lorenzo Di Loreto dopo cinque gare aveva 7 punti frutto di due sconfitte casalinghe (Pontisola 2-4 e Castellana 0-1), una vittoria esterna (Olginate 0-1), un pareggio a Piacenza (2-2) e una vittoria casalinga con il Borgomanero (1-0). Il Legnago targato Leonardo Rossi ha un solo punto dopo cinque gare. A fine gara sabato molte riunioni segrete. In tribuna centrale il direttore generale Mario Preto parlava con il vicepresidente Davide Venturato e con il socio Claudio Berlini. Poi il trio è stato raggiunto dall’amministratore delegato Stefano Michelazzi che negli spogliatoi non ha voluto parlare. Mister Rossi ancora espulso invece ha parlato per una mezz’ ora abbondante con i giocatori. Gli stessi giocatori sono rimasti poi da soli a parlarsi.

Ore 21.00 – (Il Piccolo) La buona notizia arrivata da Belluno è la conferma che la Triestina non è quella squadra materasso che molti tifosi temevano, destinata a prendere batoste e imbarcate in giro per i campi della serie D. La brutta notizia giunta dal Veneto è però a suo modo un’altra conferma: nonostante la squadra riveli una certa compattezza e giochi per un tempo perfino meglio dell’avversaria sul campo della capolista, per un motivo o per l’altro chiude quasi sempre a mani vuote e fatica tremendamente a far punti. Senza scordare che la vittoria è ancora sconosciuta. Il risultato è che dopo cinque giornate, nonostante qualche buona prova, l’Unione è a soli 2 punti al terzultimo posto di una classifica che ora comincia davvero a preoccupare. Si dirà che non era il campo di Belluno quello dove si dovevano cercare punti salvezza, ma il rammarico è proprio quello di non aver raccolto nulla, pur dimostrando di poter giocare a lungo alla pari con la prima della classe. E qui emergono ancora una volta i limiti attuali della formazione alabardata. In primis una cronica mancanza di concretezza e incisività in attacco: la squadra qualcosa costruisce, ma la finalizzazione latita ed è ormai assodato che il reparto offensivo necessita di più qualità e maggior peso. Le ricette? Non c’è che da sperare nei progressi atletici di Lionetti (sabato in gol con la Juniores) e che l’argentino Clara, quando arriverà il transfer, si riveli davvero un giocatore capace di saltare l’uomo e dare quella verve che finora manca. A meno che poi non arrivi anche qualche altro attaccante, visto che la società pare non aver mai chiuso la porta in questo senso. Ma c’è anche un altro grave difetto, che una squadra che fatica così tanto in attacco, non si può assolutamente permettere: è quello delle macroscopiche disattenzioni del reparto arretrato che emergono improvvise in un contesto in cui la fase difensiva funziona in realtà abbastanza bene.

Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) I gol di Sellan e Federico Furlan hanno ridato la spinta giusta alla squadra di Stefano De Agostini. Dunque mister, quale peso assegna alla vittoria di Legnago? «Proprio una vittoria pesantina, direi, dopo tutto quello che ci era successo, comprese le due sconfitte – osserva -. Anche se, voglio sottolineare, siamo stati stoppati ma facendo due buone prestazioni. Vincere e convincere, come abbiamo fatto a Legnago, ha il suo bel peso. Possiamo finalmente dedicare una vittoria con tutto il cuore a Riccardo Meneghel e alla sua famiglia. Anche per questi motivi psicologici dico che i tre punti di sabato pesano molto». Come ha reagito capitan Petris indossando la maglia numero due di Meneghel? «Da par suo – si compiace -. Ha giocato una grande partita. Lo voleva lui, quel numero due. Era uno dei confidenti di Riccardo. Io ho solo pensato di darla a qualcuno che potesse reggerne il peso e fosse capace di rendere in campo. Petris ha sostenuto bene l’onere e con molto orgoglio». Dopo gli alti e bassi settembrini, da ottobre cosa si aspetta? «Sono stati alti e bassi come risultati, non come prestazioni – risponde -. Con il Belluno abbiamo patito un blackout di 10’ e ci hanno castigato. Contro la forza dei Biancoscudati Padova non devo proprio dire niente alla squadra. Andiamo avanti, volendo raccogliere punti. Sono convinto – aggiunge De Agostini – che se fai calcio i risultati arrivano, se non fai calcio non arrivano se non per pura casualità. Voglio che i ragazzi giochino: sono certo che in questo modo arriveranno anche i punti. Il risultato si costruisce con la prestazione. Voglio che tutti continuino a fare bene gli allenamenti, come hanno fatto finora».

Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Fondamentale, contro il Kras, è stato il contributo di Manuel Perosin, autore della rete del momentaneo pareggio: «Sono contento per il gol, perché è stato importante per la nostra rimonta. Ma soprattutto sono felice per la squadra. Nel primo tempo abbiamo giocato meglio, ma siamo andati sotto. Negli spogliatoi ci siamo parlati e ne siamo usciti con grande determinazione. La differenza l’ha fatta la voglia che ci abbiamo messo tutti quanti, credendoci fino alla fine. Contro una squadra fisica e aggressiva, su un campo su cui, date le dimensioni contenute, era difficile giocare, siamo stati bravi a fare il nostro gioco e a portare a casa l’intera posta in palio. Non c’è nessuno che non abbia dato tutto, la squadra ha fatto benissimo nel suo complesso e ha meritato. Penso che comunque sia stata fondamentale la difesa, che ci ha dato quella copertura necessaria per lanciarci verso la rimonta. Il gol subito? «Solo sfortuna». Nel prossimo turno ci sarà la Sacilese: «Adesso speriamo di continuare lungo questa striscia positiva, anche se domenica prossima sarà molto dura. Loro sono una corazzata da playoff, che forse potrebbe ambire anche a qualcosa di più. Ma noi comunque ci proveremo».

Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) A fine gara, Lele Pasa gongola: «È una vittoria importantissima, perché l’abbiamo colta in trasferta contro una probabile diretta concorrente per la salvezza. E anche perché dà continuità a due ottime partite, come quelle con Legnago e Dro. Questa è la prova che i risultati portano risultati e fanno lavorare meglio in settimana». Col Kras, però, non è stata facile: «Loro li avevo già visti, sono una squadra con equilibrio e che fa del suo campo e della sua coppia d’attacco la propria forza. Sono un’ottima formazione con un bravo allenatore. Credo che ci sarebbe potuto stare anche il pareggio». Ma allora che cosa ha fatto la differenza? Pasa, con onestà, risponde: «Gli episodi. Se loro avessero segnato il rigore, forse avrebbero vinto. Poi si sono sbilanciati e lì noi siamo stati bravi ad approfittarne col giusto cinismo. Abbiamo avuto il merito di non perdere mai la testa, giocando sempre il nostro calcio. Nel primo tempo abbiamo espresso un buon gioco. Nella ripresa la gara si è fatta più difficile, dato che loro si sono chiusi. Lì è venuta fuori l’altra nota positiva di questa partita, il carattere. Indispensabile, quando non è più possibile fare bel calcio». Con tre vittorie nelle ultime tre partite, il Montebelluna si presenterà nel migliore dei modi all’ostico banco di prova contro la corazzata Sacilese: «È una squadra veramente forte. L’anno scorso è quella che ha giocato meglio di tutti e quest’anno sembra proprio che si stia ripetendo. Li abbiamo già affrontati in Coppa, perdendo. Spero che stavolta sia una partita diversa».

Ore 20.00 – (Il Piccolo) «Abbiamo perso una partita che era praticamente già in cassaforte contro una squadra assolutamente abbordabile». Tullio Simeoni, dirigente del Kras Repen, è quasi incredulo. «È difficile commentare un incontro che sembrava oramai incanalato sui binari giusti – racconta Simeoni -. Abbiamo avuto delle occasioni d’oro con Knezevic e con Grujic che ha fallito il calcio di rigore. Poi oltre al danno è arrivata la beffa perché in seguito ad un’altra amnesia abbiamo preso il gol del 2-1». Per il dirigente carsolino «il Kras ha giocato bene il primo tempo, non confermandosi così invece nella ripresa. Purtroppo abbiamo dei cali di concentrazione che evidentemente non siamo ancora riusciti a superare». L’allenatore Predrag Arcaba è infuriato con i suoi. «Non è tollerabile avere queste mancanze di concentrazione – tuona il tecnico di Fiume – non è possibile prendere un gol come quello del raddoppio, fotocopia di quelli già visti contro Altovicentino e Legnago». Sul versante Montebelluna il clima è decisamente più sereno come è logico che sia. L’allenatore Daniele Pasa, ex giocatore alabardato, racconta: «Nel primo tempo avremmo di essere in vantaggio noi invece ci siamo ritrovati sotto. Nonostante ciò la mia squadra ha dimostrato di avere il carattere per rimontare una partita contro una squadra ben organizzata». La vittoria del Montebelluna è il risultato più giusto? «Onestamente una volta trovato il pareggio ero convinto che il risultato si sarebbe chiuso così. Invece, dopo che gli avversari hanno sbagliato un calcio di rigore a mio modo di vedere inesistente, siamo stati bravi a sfruttare una loro amnesia difensiva trovando un gol che per noi vale tre punti». Nello spogliatoio dei veneti i giocatori del Montebelluna festeggiano a squarcia gola una vittoria del tutto imprevista per come si erano messe le cose in campo, ma anche per i valori espressi dalle due formazioni.

Ore 19.50 – (Il Piccolo) Era una partita da vincere, è stata una partita persa. Quella col Montebelluna segna il primo vero, netto passo falso del Kras Repen. Il ko per 2-1 maturato in seguito ad un finale di gara a dir poco rocambolesco non rispecchia affatto la partita vista allo stadio comunale di Repen. La formazione allenata da Arcaba avrebbe meritato ai punti di mettere in tasca l’intera posta in palio. La conferma arriva dalla prima frazione di gioco in cui, a parte una splendida parata di Budicin su colpo di testa di Guzzo al 28′, il Kras ha avuto sempre il pallino del gioco. […] Il Kras spinge per cercare il gol del vantaggio che arriva all 37′: lancio sulla destra per Luca Fross che dalla destra lascia partire un esterno diagonale destro perfetto che gonfia la rete. […] Al 25′ il Montebelluna perviene al pareggio: punizione dal limite, palla che viene respinta da Budicin e capitan Perosin è il più lesto di tutti a ribattere in rete. Il Kras subisce lo shock prontamente trovando un calcio di rigore per fallo su Cvijanovic. Sulla sfera si incarica di battere lo specialista Grujic che però non incrocia troppo il destro permettendo a Rigo di neutralizzare la sfera. Tre minuti dopo il Kras capitola: palla in area per Fabbian appostato sul secondo palo che fa da sponda per il neoentrato Masiero che a due passi dalla porta non sbaglia. Nei minuti conclusivi i biancorossi si riversano in avanti per trovare il pareggio ma i veneti sono bravi a chiudere ogni spazio. Il Montebelluna, quasi incredulo, sbanca Monrupino. Per il Kras Repen una sconfitta giunta in modo beffardo che pesa come un macigno, tanto per il morale quanto per la classifica.

Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) È il protagonista del giorno: con il suo gol ha regalato la prima vittoria in campionato a questo Giorgione «baby» che annovera tra i suoi “vecchietti” il ventiquattrenne Mattia Episcopo. «Sono molto contento per il risultato e per tutta la squadra – attacca il fantasista di Fratte – poi naturalmente sono contento anche per il mio gol che – lo dice un po’ scherzando – sarà il primo di una lunga serie». Vuole diventare il nuovo bomber di questo Giorgione? «No, prima ci sono Gazzola e Baggio ma con loro sicuramente c’è un grande affiatamento che ci aiuta molto a mettere in difficoltà le difese avversarie e oggi abbiamo dimostrato che possiamo vincere anche in casa nostra. Anzi proprio in casa dovremo puntare a trovare quei punti che ci permetteranno di salvarci: il nostro campo dovrà essere il nostro punto di forza! Purtroppo negli ultimi campionati in casa non abbiamo fatto tante vittorie…speriamo quest’anno di riscattarci». Racconti il gol. «Ho recuperato un pallone sulla tre quarti e poi ho visto Andrea Gazzola lanciato verso la porta e gli ho passato la palla. Lui poteva anche concludere direttamente in porta, ma è stato bravo a servirmi nuovamente. Poi ho visto il portiere in uscita e sono riuscito a scavalcarlo, finalmente senza sbagliare il tiro».

Ore 19.20 – (Tribuna di Treviso) Contento, ma non solo per il risultato, mister Antonio Paganin. «Dopo il pareggio con il Mori Santo Stefano potevamo reagire in due modi: essere schiacciati dal peso dei nostri errori o ripartire prendendone coscienza. La squadra è stata brava e ha intrapreso la seconda strada, giocando una partita di grande equilibrio. Siamo stati molto quadrati e, praticamente, abbiamo concesso poco o niente all’Arzignanochiampo, visto che le parate di Bevilacqua sono state frutto di episodi». Il mister castellano elogia i giovani: «Abbiamo fatto un enorme passo in avanti, perché questi giovani hanno giocato da adulti. Non dimentichiamoci che qualcuno fino a qualche mese fa era nelle giovanili. Questo dimostra la bontà delle scelte societarie e credo che la partita e la vittoria di oggi siano una grande soddisfazione anche per la dirigenza. Questo è un gruppo di ottimi giocatori».Sulle espulsioni Paganin non ha nulla da recriminare: «Sono state il frutto dell’aggressività che ho chiesto ai nostri attaccanti in fase difensiva. Poi, in un campionato, ci stanno anche questi arbitraggi».Deluso, ma sereno, il mister dei vicentini, Beggio: «Dispiace per le occasioni avute, specie per quella di Carlotto nel primo tempo e perché il Giorgione è un avversario della nostra fascia. Nella ripresa siamo calati e abbiamo pagato».

Ore 19.10 – (Giornale di Vicenza) Paolo Beggio ci ha lavorato una settimana intera. Ha cambiato l´abito al suo Arzichiampo appositamente per l´occasione: e l´idea di piazzare Fracaro e Carlotto alle spalle di Trinchieri non è stata cattiva. Ma qualcosa è andato storto: «La manovra che doveva portare palla a Trinchieri attraverso gli inserimenti non ha dato l´esito desiderato», spiega il tecnico. E poi aggiunge: «Nel primo tempo potevamo essere in vantaggio, ma l´atteggiamento nel secondo tempo è stato diverso rispetto al primo. Bisogna imparare a chiudere prima la gara quando si hanno le occasioni, e mostrare più cattiveria agonistica». E sulla partita in generale, Beggio commenta: «È stata una gara tattica, che si è sganciata nella ripresa. E un solo episodio è stato determinante».

Ore 19.00 – (Giornale di Vicenza) Bye bye imbattibilità. Il Giorgione accelera, mette la freccia e sorpassa. Mentre l´Arzichiampo inchioda e guarda le dirette concorrenti che fanno «ciao» con la manina. Perché sotto si vince. E si comincia anche a fare sul serio. Aveva detto bene Paolo Beggio alla vigilia: «Se mi preoccupo di uno solo, rischio di perdere qualcun altro per strada». E infatti i pericoli maggiori sono sì partiti dai piedi educati di Antonio Baggio, ma l´1-0 è figlio della freddezza di un altro, Episcopo, che preoccupava altrettanto il tecnico dei gialloazzurri. Ci ha provato, l´Arzichiampo, a mettersi addosso l´abito del 4-3-2-1 cucito in settimana per tentare di arginare il Giorgione là dove, 35 giorni prima in Coppa Italia, aveva fatto più male. Per un tempo è andata abbastanza bene, poi la difficoltà ha preso campo nei primi dieci minuti della ripresa, quando è arrivato anche il gol vittoria dei padroni di casa. […] Pronti, via, e dopo l´intervallo il Giorgione passa. Gazzola vince un rimpallo e lancia Episcopo: il 7 di casa sovrasta Dall´Amico e segna il gol che deciderà la partita.

Ore 18.50 – Per quanto riguarda l’infortunio occorso ieri a Gustavo Ferretti dovrebbe trattarsi di una lesione muscolare di secondo grado. Attendiamo comunque notizie ufficiali dalla società biancoscudata, la quale ha prontamente informato – tramite comunicato ufficiale – che i tempi di recupero verranno stabiliti dallo staff medico entro la giornata di giovedì.

Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Una sconfitta troppo pesante. Concorda il tecnico Maurizio De Pieri: «Loro hanno vinto con merito, però noi abbiamo il rammarico di avere regalato il primo tempo nel quale non siamo stati in grado di fare ciò che avevamo preparato. Nella ripresa abbiamo cercato il pareggio. Purtroppo il gol è arrivato nell’unica occasione che ci ha visto scoperti. Spiace, perché avevamo cambiato il nostro approccio mentale e iniziato a giocare a buon ritmo: è quello che dobbiamo fare sempre, se vogliamo rimanere in questa categoria». I cambi hanno portato sicuramente più qualità. «Tonizzo – risponde – ha saputo mettere ordine in un centrocampo che vedeva i granata molto aggressivi. Il nostro “cervello” era rimasto fuori inizialmente perché ha avuto la febbre. Noi siamo mancati dal punto di vista della convinzione. Se dovessi riavvolgere il nastro della partita cambierei tutto, a cominciare dall’approccio».

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Riccardo Santi inizia la sua analisi partendo dai ringraziamenti ai tifosi: “Il nostro campionato lo costruiremo in particolare in casa, diventa fondamentale l’ apporto dei tifosi che spero si riavvicineranno: noi ci speriamo”. In merito invece alla gara, con gol e buone aperture per i compagni, si può dire che è andato tutto bene? “La rete finalmente è arrivata, sono contento per ciò che ho costruito per i compagni ma anche per come mi stanno aiutando sin dal mio arrivo. Noi siamo una squadra giovane e forse ci manca un pizzico di esperienza: ecco perchè nella ripresa ci siamo abbassati troppo. Siamo rimasti però tutti vicini e anche se davanti giochiamo praticamente in 3 penso che questo sia l’ assetto migliore”. Filippo Casagrande con il suo gol ha messo il sigillo alla partita: “Io sono abituato a calciare in porta dal limite dell’ area, spero di ripetere la stagione degli 8 gol con il San Donà. Le difficoltà maggiori sono state causate dalla loro aggressività e dalla mancanza di spazio, però abbiamo saputo trovare il gol del raddoppio proprio nel momento più difficile. Noi dobbiamo giocare sempre ad alti ritmi e cercare sempre la vittoria. Ora affrontiamo un Tamai che è avversario rognoso, e questa potrebbe essere veramente una gara difficile “. Tra i migliori in campo anche il giovane Matteo Boscolo Nata : ” E’ stata una partita difficile e noi siamo stati bravi a rimanere sempre compatti, ho cercato di chiudere sempre con personalità dopo le insidie del primo tempo; i compagni mi hanno aiutato e sono cresciuto con fiducia non sentendo più le gambe imballate. Il mister ci chiede il massimo e noi cerchiamo di darlo, ci aiutiamo tanto e nel mio caso ringrazio Mazzetto per i suoi contributi in copertura “.

Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Visibilmente soddisfatto il tecnico lagunare Andrea Pagan al termine della vittoriosa partita sul Fontanafredda. Partita che ha visto i padroni di casa superiori nel primo tempo ma anche un pò in difficoltà nella ripresa. «È vero – ammette Pagan – ci hanno fatto soffrire in quei venti minuti del secondo tempo. Ma la squadra è stata brava a non demordere, segno di un grande gruppo». Il tecnico analizza con serenità la gara. «Nel primo tempo la squadra è stata quasi perfetta. Nella ripresa abbiamo avuto troppa frenesia nelle giocate ed abbiamo commesso gli stessi errori che ci sono costati la sconfitta domenica scorsa a Mogliano. Dobbiamo saper gestire certe fasi della partita per non andare incontro a brutte sorprese». L’idea delle due punte Santi e Mastroianni quando è scaturita? «All’ultimo momento per mettere in difficoltà la loro coppia centrale – La mossa aveva funzionato ma poi loro hanno messo in campo anche il trequartista Tonizzo e per noi c’è stata qualche difficoltà. Comunque credo che il calo del secondo tempo sia stato più mentale e di concentrazione». Da rilevare le buone prestazioni di Matteo Boscolo Nata ed Olivieri. «I due ragazzi hanno fatto una bella partita ma anche Casagrande e Mazzetto hanno giocato molto bene. Ho sempre detto – conclude Pagan – che dobbiamo fare più punti possibile per raggiungere al più presto la salvezza. Ora godiamoci questo successo e poi penseremo al Tamai».

Ore 18.10 – (La Nuova Venezia) Con un gol per tempo la Clodiense si sbarazza di un Fontanafredda volenteroso ma poco incisivo e sale al quarto posto in attesa, tra l’altro, di recuperare mercoledì la partita con il Tamai. Granata che dimostrano di aver capito la lezione di Mogliano giocando una gara accorta, quasi senza sbavature, bravi a gestire la situazione anche nelle difficoltà, quando cioè i friulani, ad inizio ripresa, producevano lo sforzo maggiore per riequilibrare il risultato. A sorpresa Andrea Pagan opta per una soluzione che prevede un trequartista (Pelizzer) e due attaccanti puri come Mastroianni e Santi. In mezzo al campo torna Casagrande che, con Mazzetto e Olivieri, sforna una partita di grande livello, mentre nelle retrovie la squadra granata mostra di essere arcigna e poco incline a concedere opportunità agli avversari, caratteristica confermata dai numeri che dicono che quella chioggiotta è la difesa meno battuta del girone con due soli gol al passivo. E tra le note positive ecco spuntare il giovane prodotto locale Matteo Boscolo Nata, che chiude da veterano e sbaglia pochissimo a dispetto di una carta d’identità tutta dalla sua parte.

Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Un intervento prodigioso, poi il buio. Quasi totale. Non è tutta colpa di Leonardo Baldan, portiere classe ’95, se l’Union Pro è caduta sotto i colpi della Sacilese. Il portiere, come sempre, ci mette la faccia ed è lui il primo a pagare pegno. Ma se la difesa zoppica, è evidente che anche l’estremo difensore può davvero poco. Lui lo ammette: «Il 3-4-3 della Sacilese ci ha messo in grandissima difficoltà. Avere due ali come le loro, che spingevano lungo le fasce senza fiatare un attimo, è significato per noi soffrire parecchio. Forse perché non eravamo ancora abituati ad affrontare una squadra così ben disposta in campo». Baldan ha provato a limitare i danni, ma non c’è stato niente da fare. «Il passivo finale – allarga le braccia – è sin troppo ingeneroso. E’ vero che in campo non bisogna mai mollare, e forse qualche cedimento di troppo lo abbiamo avuto in 90′, ma è anche vero che le nostre occasioni le abbiamo avute. Domenica sono sicuro che scenderemo in campo con più fame, ne sono convinto. Ci serve uno scossone; ci serve soprattutto ritrovare noi stessi».

Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Francesco Feltrin digerisce a stento il pesante ko. A fine partita lo trovi spalle al muro, fuori dallo spogliatoio, che cerca comunque di spiegare i perché di una prestazione così scialba. E dire che la sua squadra è rimasta in partita per una buona mezz’ora, prima di andare a riposo sotto di due gol. «Io aggiungerei anche – commenta il mister – che in svantaggio di una rete siamo andati vicinissimi al pareggio, dando il meglio di noi stessi. Siamo stati anche un po’ in credito con la fortuna. Nella ripresa ho provato a dare una svolta alla partita, inserendo subito in campo due forze fresche come Nobile e Comin senza, tuttavia, trovare la chiave giusta di lettura del match». Feltrin ritroverà i suoi giocatori già domani: «Ho bisogno di capire meglio il perché di uno sbandamento così evidente. Dobbiamo essere tutti più determinati e ricominciare a fare punti. Li conosco, so che possono dare tutti il 100 per 100. Anche oggi (ieri, ndr) sul 5-0 ho visto alcuni di loro “lanciarsi” su ogni pallone, come se la partita avesse avuto ancora qualcosa da raccontare. È proprio da qui che bisogna ripartire». La prossima partita l’Union Pro giocherà con il Legnago: «Di certo loro non sono la Sacilese che punta ai piani alti – avverte – ma scenderanno in campo più arrabbiati che mai. E’ con squadre come il Legnago che dobbiamo fare punti; non possiamo permetterci di fare passi falsi. Il campionato è ancora lungo, ci mancherebbe, ma è anche vero che la classifica non perdona».

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Felicita alle stelle per Massimo Zironelli dopo il largo successo ottenuto ai danni dell’Union Pro Mogliano. «L’avevo già detto alla vigilia che la squadra era in crescita – sottolinea con grande soddisfazione il tecnico biancorosso – ma con i veneti si sono superati. Vorrei fare i complimenti ai ragazzi perchè hanno saputo esprimere un gran bel gioco. Semplice, senza patemi d’animo. L’Union Pro? Una squadra che gioca un bel calcio, mai scontata. Ma contro questa Sacilese non c’è stato nulla da fare». Un bel balzo in avanti anche in classifica se si considera che vi siete posizionati al quarto posto con Montebelluna e Clodiense a quota 9. «È vero, ma non è questo il momento per fare proclami – prosegue Zironelli – l’importante è vedere la squadra crescere e mi sembra che i ragazzi siano sulla strada buona».
L’occasione è stata buona anche per Spagnol, che con una doppietta ha saputo rompere il ghiaccio con le marcature. «Sono contento per lui – si compiace l’allenatore dei liventini – Spagnoli in campionato non aveva mai segnato. Con il Mogliano ha saputo colpire di testa per due volte con grande precisione ma deve dire grazie anche al suo compagno di squadra Alessandro (Beccia, ndr) che in entrambe le occasioni gli ha servito su un piatto d’argento due autentiche pennellate».

Ore 17.20 – (Messaggero Veneto) Sacilese straripante. La squadra di Zironelli coglie la prima vittoria interna, dopo due pareggi, mettendo in mostra tutto il suo enorme potenziale offensivo: doppiette di Spagnoli e Sottovia, prodezza di Beccaro. E un Beccia inesauribile uomo-assist. Stavolta l’undici biancorosso scappa e non si fa riprendere (come successo con Kras e Ripa), anzi, dilaga, travolgendo la malcapitata Union Pro, neopromossa che si era ritagliata le vesti di rivelazione di quest’inizio di torneo. Mister Zironelli ritrova capitan Favret, che ha scontato un turno di squalifica: rispetto all’undici che ha colto un prezioso pareggio sul campo dell’Altovicentino, gli fa spazio Craviari. Sacilese convinta e convincente sin dalle prime battute. E infatti al primo affondo i padroni di casa passano: cross di Beccia dalla sinistra e perentorio colpo di testa di Spagnoli. La palla rimbalza sul campo e termina alle spalle di Baldan. […] A chiudere la festa ci pensa ancora Sottovia (terzo centro in due gare), che innescato da Beccaro, entra in area da sinistra e non lascia scampo a Baldan.

Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Pareggio solo sfiorato. In casa neroverde si accetta il verdetto a denti stretti. «A spostare l’ago della bilancia – attacca il portiere Paolo De Carli – è stato uno sfortunato autogol. Sul cross di Toledo mi stavo allargando perché avevo visto un avversario arrivare sul secondo palo, Roveretto e De March non sono riusciti a intervenire, Pellizzer s’è ritrovato la palla sugli stinchi e la palla è entrata in rete. È una sconfitta che brucia. Premesso che a Valdagno saranno poche le squadre che riusciranno a fare risultato, eravamo riusciti a imbrigliarli impostando una gara di rimessa, concedendo poco o niente. Nel primo tempo l’Altovicentino ha avuto una sola vera occasione, il colpo di testa di Paganelli. E nella ripresa fino all’autogol non erano riusciti a trovare varchi». Un neo sulla prestazione dell’Union Ripa La Fenadora? «Forse nel primo tempo – prosegue il capitano – potevamo gestire meglio qualche ripartenza, provare ad affondare di più. Per il resto credo che abbiamo fatto il nostro dovere. Sapevamo che ci saremmo misurati con una formazione che fa un gran possesso di palla e ci siamo adeguati». Una volta in svantaggio avete reagito con carattere. «Dovendo rincorrere il risultato ci siamo scoperti e abbiamo rischiato, ma siamo stati capaci di costruire alcune buone trame per pareggiare i conti quando toccava ai vicentini difendere».

Ore 16.50 – (Corriere delle Alpi) Più autocritica l’analisi del vicentino di nascita e per qualche mese ex Marano (stagione 2012-13) Giacomo Moresco. L’attaccante si è visto poco e raramente è riuscito a dialogare con il compagno di reparto Brotto, poco sostenuti d’altronde dai centrocampisti. «Il primo tempo non è stato bellissimo», ammette, «forse per una questione psicologica, un eccesso di rispetto nei confronti dell’avversario, siamo entrati in campo più timorosi del dovuto mentre poi ci siamo resi conto che potevamo giocarcela alla pari». Strano, perché la pressione avrebbe dovuto essere soprattutto sulle spalle dei vicentini, chiamati a vincere per forza per non vedere Padova e Belluno prendere il largo: «Alla fine è stata la classica partita decisa da un episodio», dice Moresco, «di buono c’è che si è visto che stiamo meglio anche fisicamente». Davanti corrono parecchio… «Credo sia ancora presto adesso per dire dove potremo arrivare. Per fare previsioni secondo me bisogna aspettare almeno il giro di boa».  […] Diversamente da quanto fatto dai compagni, il difensore Alberto De March preferisce non esprimere giudizi sull’avversario: «Secondo me è ancora troppo presto per parlare dell’Altovicentino e di dove potrà arrivare. Io mi limito a guardare la nostra prestazione: di sicuro noi abbiamo disputato una buona partita e credo che avremmo meritato il pareggio, non avremmo rubato nulla se fossimo riusciti a portare a casa un punto». Partita tutta in salita, a livello personale, visto il cartellino giallo rimediato dopo appena tre minuti per bloccare il lanciato Paganelli: «Sì, ma lì dovevo intervenire perché l’avversario si stava involando verso la porta e comunque non ero ultimo uomo e quindi non ho rischiato il rosso. Poi mi sembra sia andata bene, abbiamo concesso poco alla loro punta, forse una sola occasione, una volta ci ha anticipato di testa. In fase difensiva, con Antoniol e Andreolla a protezione, mi sembra sia andata bene».

Ore 16.40 – (Corriere delle Alpi) Negli spogliatoi il tecnico Massimiliano Parteli non può ovviamente essere felice del risultato, ma è chiaro che la prestazione dei suoi ragazzi l’ha soddisfatto: «Sono sereno perché la squadra ha fatto bene», esordisce a fine gara, «i miei giocatori hanno dato tutto». Se a gennaio, dopo il 3-2 in rimonta subìto dal Marano, il tecnico neroverde non le aveva mandate a dire ai suoi per il modo in cui erano arrivati i gol di Ferretti, stavolta non può rimproverare nulla ai propri giocatori: «Sappiamo come va il calcio. Meritavamo il pareggio perché abbiamo giocato con grandissimo piglio, mettendoci la giusta qualità e rispondendo colpo su colpo, soprattutto nel secondo tempo, a quella che secondo me è una formazione che con questa categoria non c’entra nulla». Forse si sarebbe potuto osare di più nella prima parte? «Il campionato è iniziato da poco e quindi non siamo ancora al 100% della condizione», spiega Parteli, «abbiamo impostato la partita proprio per resistere sui novanta minuti: se ci fossimo spremuti nel primo tempo, non avremmo tenuto fino alla fine come invece è accaduto. Poi è ovvio che si possa sempre far meglio, ma questa è una gara che ci fa capire molto del nostro valore: possiamo giocarcela con tutti». La classifica però è deficitaria: «Anche noi giustamente pensavamo di arrivare sin qui con qualche punto in più, ma non è certo il momento per guardare la classifica. L’obiettivo rimane quello dichiarato all’inizio, cioè cercare di agguantare il quinto posto». Due parole sulla prestazione di Andreolla, che ha giocato molto basso: «Sandro è contento, lui è un uomo squadra, un leader, un ragazzo che fa ciò che gli chiedi. Con i cambi l’Altovicentino era passato ad una specie di 4-2-3-1 (dopo gli ingressi di Giglio e Peluso, ndr) e quindi ho deciso di inserire De Checchi a fianco di De March. A quel punto Antoniol ha occupato in pratica la zona che prima era stata presidiata da Andreolla. La squadra ha concesso qualche contropiede ma è andata a sua volta vicino al gol proprio allo scadere. Insomma, l’Union ha davvero fatto la sua partita fino in fondo».

Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) Che fine ha fatto Enrico Cunico? L´allenatore dell´Altovicentino lascia il campo in fretta e furia a fine partita ma a stoppare lo stupore ci pensa proprio lui, per telefono: «Scusami, ma sono dovuto scappar via per un impegno di famiglia. Oggi? Sono soddisfatto, abbiamo dominato e non concesso nulla ad una squadra che pure ha 18 giocatori della passata stagione, in cui è arrivata terza per punti fatti nel girone di ritorno. Certo, dobbiamo chiuderla prima ma credo che mai come in questo momento i miei attaccanti sentano la pressione. Dobbiamo avere pazienza, vedrete che quando avranno trovato serenità parleremo di ben altri risultati. Comunque oggi non solo non abbiamo preso gol, altro fattore positivo, ma non abbiamo neppure rischiato nulla». Dalla panca alla tribuna, parola al presidente Rino Dalle Rive, che si rammarica per le occasioni sciupate: «Troppe, i me fa venire un colpo ´sti tosi». Poi però spalanca la porta dello spogliatoio e annuncia il premio partita. Della serie, tristezza per favore vai via. Chi non è triste e neppure depresso è Rosario Di Girolamo, uno che di battaglie e di categorie ne ha vissute a iosa. E che contro l´Union si è preso la palma di migliore in campo per la tranquillità che ha saputo infondere ad un reparto troppe volte nell´occhio della critica. «Come dice? Loro potevano pareggiare nel finale? Se ogni tiro dal limite è un gol, allora dovevamo vincere larghi. Noi siamo soddisfatti e ci prendiamo tre punti importanti. Il campionato è lungo e sapevamo che sarebbe stata dura ma stiamo crescendo anche come reparto, dove abbiamo gli esterni molto giovani».

Ore 16.20 – (Giornale di Vicenza) È il 32´ del secondo tempo, Toledo pennella dalla destra un cross velenosissimo nell´area piccola, Roveretto non ci arriva ma inganna De Carli e sorprende il giovane Alex Pellizzer, che si ritrova la palla sui piedi accompagnandola in gol. Fortuna? Un pizzico, ma a caval donato non si guarda in bocca. Specialmente al termine di una partita dominata seppure condizionata nel finale dagli errori al tiro degli attaccanti di Cunico, troppo imprecisi per essere davvero questi. Dunque AAA tranquillità cercansi e chissà che non sia il momento di stringersi attorno a questo gruppo sulla carta fortissimo ma in campo ancora alla ricerca dell´amalgama perduto. Ricerca che diventa difficile se poi gli avversari si mettono a protezione della propria area con il più solido dei catenacci, per quanto mascherato dai numeri del modulo. Tanto che i primi 20´ di gioco filano via senza patemi, ingoiati da un centrocampo intasato di maglie e di gambe. […] L´Altovicentino resta nella scia di Belluno e Padova, due lunghezze più avanti, a quota 15 punti.

Ore 16.10 – (Biancoscudati Padova) La Biancoscudati Padova informa che oggi pomeriggio l’attaccante Gustavo Ferretti verrà sottoposto a risonanza magnetica per valutare l’entità dell’infortunio che lo ha costretto ad uscire dal campo ieri pomeriggio, nel corso della gara contro il Mezzocorona.  I tempi di recupero verranno stabiliti dallo staff medico biancoscudato entro la giornata di giovedì.

Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) La manita dell’Ital-Lenti Belluno affonda le sue radici nella storia della società di piazzale Resistenza. Perché nemmeno la corazzata del 2002-2003, quella del salto in C2 con Toni Tormen in cabina di comando, riuscì nell’impresa di iniziare il campionato con cinque vittorie nei primi cinque match. Ad aggiornare il libro dei record è la squadra di Roberto Vecchiato: uno che, non più tardi di tre anni fa, faceva (e bene) il difensore centrale. E che adesso, grazie all’intuizione del ds Augusto Fardin, è un allenatore dallo stile ancelottiano: rendimento costante e garantito, ottima gestione del gruppo, rapporto diretto e sincero con i giocatori. Atteggiamenti sopra le righe? Mai. TRIESTINA ROGNOSA – Il 2-1 di sabato scorso sullo Triestina è l’ultimo tassello che completa la manita. Tuttavia, come spiega Ivan Merli Sala, uno dei leader tecnici ed emotivi dei gialloblù, non è stata affatto una passeggiata: «I punti in classifica (2, frutto di altrettanti pareggi, ndr) potevano indurre a pensare che la Triestina non fosse un avversario rognoso. Ma non è così: quella alabardata è una squadra molto difficile da affrontare, non ti permette di giocare bene. Ci venivano a prendere alti, mentre noi, in avvio, eravamo troppo lenti». Nella ripresa, il cambio di marcia: «Dopo l’intervallo abbiamo accelerato – riprende l’ex difensore del Gubbio – tanto è vero che le occasioni le abbiamo create soltanto noi. E alla fine credo che il risultato sia giusto». SOGNI – I numeri parlano chiaro: è un Belluno da primato. Un primato che poteva essere addirittura in solitaria, se il Padova non avesse spezzato la resistenza del Mezzocorona al 94’. «Vincere il campionato è qualcosa di troppo grande per noi – frena Merli Sala -. Tutto dovrebbe incastrarsi alla perfezione. E comunque non stiamo pensando a come potrebbe essere la fine: ci godiamo il momento, è bello rimanere lassù». Oltre a fare suo il mantra del Cholo Simeone «partido a partido» (ovvero «partita dopo partita»), Merli Sala pone l’accento sul gruppo e su uno spogliatoio di ferro: «Anche stavolta abbiamo dimostrato che questa squadra è formata prima da uomini e poi da calciatori. Non molliamo mai. Lo spirito è quello giusto e il carattere è lo stesso dello scorso anno: merito del mister e della sua grinta da ex difensore».

Ore 15.50 – (Corriere delle Alpi) Sicurezza Solagna. Il portiere del Belluno, classe 1996, ha sfoderato due grandi parate nell’anticipo contro la Triestina salvando la sua squadra nel primo tempo. Nella ripresa l’estremo difensore gialloblù ha fatto da spettatore limitandosi a qualche uscita, ma senza i suoi interventi si parlerebbe di un’altra partita. Dal loro canto gli alabardati hanno fatto una buona impressione e nel primo tempo avrebbero meritato qualcosa in più; ma alla fine ha vinto il cinismo gialloblù. «La Triestina si è dimostrata una buona squadra che sicuramente farà qualcosa di più della semplice salvezza», commenta il portiere del Belluno Davide Solagna, «i biancorossi sono stati bravi nella prima frazione a pressarci alto e noi abbiamo faticato a costruire. Peccato per il gol subito dopo il vantaggio perché avevamo fatto comunque una buona fase difensiva fino a quel momento. Le mie parate? Mi sono sempre trovato posizionato bene, ho visto partire la palla in entrambe le occasioni e ci sono arrivato in tuffo». Solagna o Schincariol? Il tecnico Vecchiato ritiene i due portieri del Belluno sullo stesso livello e ogni domenica fa le sue scelte. «Ho un bel rapporto con Damiano», spiega Solagna parlando del compagno di squadra, «siamo molto amici e tra noi c’è una sana rivalità. Entrambi ci alleniamo al massimo durante la settimana e tocca al mister decidere chi far scendere in campo». Belluno sempre in vetta. I gialloblù guardano il panorama dalla cima della classifica ma sono stati raggiunti dal Padova che ieri ha battuto di misura il Mezzocorona. Adesso la squadra di Vecchiato è attesa da due trasferte insidiose, prima contro l’Arzignanochiampo e poi proprio contro i biancoscudati padovani. «L’obiettivo ovviamente è conquistare i sei punti», conclude Solagna, «ma sappiamo che saranno due partite molto difficili; proveremo a continuare la striscia positiva di cinque vittorie consecutive. Il mio sogno nel cassetto? Mi piacerebbe riuscire ad arrivare nel professionismo. Essendo juventino il top sarebbe con la maglia bianconera».

Ore 15.30 – (Mattino di Padova) Eppure, il patron Tramonti ha riconfermato ancora l’allenatore, che di sicuro non ha tutte le colpe (forse neanche una): «Ci fidiamo di mister Longhi», afferma il presidente. «Ho avuto modo di parlare con la presidentessa onoraria Barbara Carron e con il team manager Fabio Barbin e pensiamo che sia la scelta più giusta. È chiaro che già da domenica prossima la squadra dovrà cominciare a vincere, anche perché il calendario ci farà incontrare squadre abbordabili prima fra tutte il Jolly Montemurlo». Inoltre, a dicembre la rosa sarà ritoccata: «Sì, stiamo già pensando di rimpolpare l’organico e in seguito escludere i giocatori che non stanno dando il massimo o che si comportano male». A parlare del momento particolare dei gialloblù è anche il capitano Vito Antonelli: «Le colpe sono di tutti, non ci deve essere un capro espiatorio» spiega il centrocampista. «Abbiamo avuto dei grossi problemi nella preparazione fisica», continua Antonelli, «ma da una settimana la società ci ha messo a disposizione un ottimo professionista, Maurizio Ballò (ex Padova), che lavora alla grande e che ci darà una grossa mano. È sicuro, ci riprenderemo, tutti insieme e supereremo questo momento di crisi».

Ore 15.20 – (Mattino di Padova) L’Atletico San Paolo è ultimo in classifica. E questo è un dato di fatto. Ma è altrettanto vero che nessuno, in casa gialloblù, si aspettava una situazione del genere dopo sei partite. Perché intorno al nuovo corso della società di via Canestrini si era innescato il tipico giro di attenuanti (mercato last minute, organigramma tutto nuovo), che facevano però sperare nella tipica favola sportiva, in puro stile Biancoscudati Padova ma con un quarto di budget. L’obiettivo annunciato ad agosto era la salvezza, minimo sindacale puntato dalla maggior parte delle società nostrane, corazzate a parte, un po’ per finta modestia e un po’ per scaramanzia. E poi c’era la ventata di entusiasmo del nuovo presidente Giuseppe Tramonti e le motivazioni del tandem Barbara Carron (presidentessa onoraria)-Lorenzo Cresta (direttore sportivo), pronti a rilanciare immagine e ambizioni di una società con poco seguito ma buonissimi piazzamenti nelle categorie dilettantistiche. Ultimo, ma non meno importante, mister Damiano Longhi, vecchia gloria del Calcio Padova, tornato in panca con il tarlo del “progetto”, termine tanto bello quanto pericoloso. Ora, però, mister Longhi deve fare i conti con le statistiche: zero vittorie, quattro sconfitte e due pareggi. E non è finita: cinque reti all’attivo, con una media di 0,83 gol a partita.

Ore 15.00 – (Gazzettino) L’aveva detto, Gianluca Zattarin, che il Formigine non meritava l’ultimo posto in classifica. Ma la prima sconfitta dell’anno fa comunque male: «Loro si sono chiusi là dietro e ci siamo specchiati un pò troppo nel nostro far girar la palla – spiega l’allenatore, che non vuol sentir parlare di classifica a questo punto della stagione – comunque non è successo niente e per ora non cambia niente». L’Este sembra essere ripiombato nella malattia di ogni anno, che contrappone un gran bel gioco a all’incapacità di concretizzare le molte occasioni da rete. «Abbiamo giocato solo noi per un bel pezzo – sottolinea Zattarin – poi alla prima occasione loro hanno fatto gol e ci siamo innervositi. Purtroppo siamo stati poco lucidi e poco incisivi sottorete, ma le occasioni da gol le abbiamo avute tutte noi. Certo che se fino ai 25 metri avversari fai tutto bene e poi non riesci ad attaccare la porta le cose vanno a finire così. Non mi va giù comunque quel rigore non fischiato a Bernardelle, ma il calcio è anche questo».

Ore 14.50 – (Mattino di Padova) L’Este cade a sorpresa allo stadio ‘Pincelli’ di Formigine, tradendo i pronostici della vigilia. A nulla è servito il prolungato forcing offensivo degli uomini di Zattarin che, dopo un primo tempo pallido, hanno cercato la via del gol nella ripresa, schiantandosi contro una difesa formiginese ben organizzata, contro un Oppici in grande forma e, soprattutto, contro la traversa, che ha negato la gioia a Rondon. Alla fine, dunque, a decidere è stata la rete di Orlando, arrivata al 32′ del primo tempo, quando l’esterno modenese, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ha eluso la retroguardia ospite, insaccando a due passi dalla porta. E dire che i veneti non avevano, fino a quel momento, demeritato, gestendo il possesso della palla, pur evidenziando un fraseggio troppo lento e macchinoso, che diventava facile preda della difesa avversaria. Durante i primi 30 minuti, così, le due formazioni si sono affrontate a viso aperto, dando vita ad un match equilibrato, ma poco spettacolare.

Ore 14.30 – (Gazzettino) Diverso lo stato d’animo di Vinicio Bisioli, con il volto teso dopo la sconfitta del suo Thermal che nel primo tempo aveva giocato alla pari: «A livello tecnico non ho molto da dire, non abbiamo giocato male. Abbiamo creato almeno tre occasioni importanti, anche sullo 0-0 e sull’1-0, senza concedere per contro tantissimo. Quello che non mi ha convinto però è stato l’atteggiamento». Per Bisioli i suoi non hanno interpretato al meglio la sfida: «Si può perdere per il valore dell’avversario, ma senza togliere nulla all’Abano oggi lo abbiamo fatto per demeriti nostri più che per meriti loro. Abbiamo fatto errori nella nostra testa, non siamo stati concentrati. Non è un problema perdere se fai le cose che devi fare nel modo giusto, ma noi sapevamo cosa dovevamo fare e non l’abbiamo fatto nel modo giusto». Bisioli non cerca nemmeno di giustificarsi con le assenze: «Mancavano alcuni giocatori e altri in condizioni non perfette li ho rischiati. I gol però li abbiamo presi per colpa nostra, per errori di comportamento in una partita che, episodi a parte, è stata tutto sommato equilibrata. Questo non mi è per nulla piaciuto e ne dovremo parlare con la squadra questa settimana».

Ore 14.20 – (Gazzettino) Umori decisamente contrastanti negli spogliatoi dello Stadio delle Terme al termine del primo derby aponense di serie D. Da una parte urla e canti di gioia, dall’altra silenzio e facce lunghe. «Vincere il derby è sempre una soddisfazione – commenta Fabio Barichello, che con la sua rete ha praticamente chiuso il match – dopo una sconfitta come quella della scorsa settimana ci serviva per ritrovare fiducia. All’inizio abbiamo faticato, perchè anche il Thermal gioca la palla. Poi dopo il primo gol ci siamo sbloccati». Il centravanti aponense ha timbrato la partita con una rete: «Sono contento di aver segnato anche perchè fino a quel momento non avevo fatto molto. In settimana si lavora meglio dopo un gol». Anche Massimiliano De Mozzi, tecnico dell’Abano, può uscire con il sorriso dagli spogliatoi mentre i suoi giocatori cantano per la vittoria: «È stata una bella partita, penso che il pubblico si sia decisamente divertito – osserva il tecnico dell’Abano – ci sono stati buoni momenti per entrambe le squadre, occasioni per tutte. Nel secondo tempo abbiamo fatto subito gol e poi loro hanno avuto l’occasione migliore solo sul 2-0. Noi comunque abbiamo concesso poco e ci siamo difesi, anche perchè la condizione non è ancora quella ottimale». Qualche rischio l’Abano l’ha corso soprattutto nel primo tempo, quando non sempre le chiusure difensive sono state impeccabili: «Quando si attacca e si fa pressione prendendo alti gli avversari bisogna fare una difesa preventiva accorciando molto. Noi a volte ci siamo trovati in ritardo, ma può succedere. Hanno rischiato di più loro». De Mozzi è soddisfatto anche di come si sta comportando la sua squadra in questo primo scampolo di stagione: «Abbiamo fatto un buon inizio. Siamo a nove punti e qualcuna dietro l’abbiamo staccata. A Rimini abbiamo perso al 94′ regalando un gol, ma ho visto meglio oggi il Themral che Rimini. Complessivamente sono contento di quanto abbiamo fatto fino ad oggi».

Ore 14.10 – (Gazzettino) Un pubblico numeroso, corretto e silenzioso. Erano poco meno di cinquecento sugli spalti dello Stadio delle Terme per il primo derby di serie D tra Thermal e Abano. Le tribune si sono riempite presto, stupendo le stesse squadre. Un’affluenza non certo abituale, tanto che al momento dell’ingresso in campo delle squadre c’era ancora qualcuno in fila ai botteghini per acquistare il biglietto. Sugli spalti anche l’assessore allo sport Angelo Montrone, che ha notato proprio come il pubblico sia stato particolarmente composto: «Un pubblico ordinato e silenzioso, un derby tranquillo, come deve essere, che è stato baciato anche da una bella giornata di sole». Montrone dopo la gara è andato anche a dare una personale occhiata al manto erboso. È stata infatti la prima partita giocata ad Abano dopo lo stop forzato per dare riposo al campo: «Avremmo dovuto dare almeno un’altra settimana al campo per riprendersi, ma era giusto dare alle squadre e alla gente la possibilità di vedere questa partita così importante. Il campo ha tenuto e d’ora in poi è a disposizione delle squadre».

Ore 14.00 – (Mattino di Padova) L’Abano ristabilisce le gerarchie. Gli aponensi rifilano una doppietta alla Thermal e si laureano, almeno fino alla partita di ritorno e per l’attuale situazione di classifica, prima squadra della cittadina. Una sorta di appuntamento con la storia, visto che la Thermal Abano, creatura del vulcanico Tiziano Rossetto, nasce da una costola della storica società neroverde, poi sorpassata e surclassata. Con il trionfo nella stracittadina, infatti, la formazione di De Mozzi può anche sognare l’alta classifica, che ora dista solo una manciata di punti. Altro discorso per la Thermal, lontana dalle lusinghe di dodici mesi fa, quando Rocco e compagni guardavano le altre squadre del girone con tono aristocratico. Ora, infatti, i rossoverdi devono fare i conti con un terzultimo posto (condiviso con il Formigine) che non fa di certo sorridere. Un 2-0 secco, dicevamo, guadagnato dall’Abano in un derby combattutissimo, in cui la Thermal, in piena emergenza, riesce comunque a dimostrare di esserci, in attesa di tempi migliori. Tanta corsa e spettacolo, anche perché, tra moduli tattici speculari (4-3-3) e una valanga di fraseggi, le due compagini si affrontano a viso aperto, alternandosi in un «ora attacco io, poi tocca a te» che fa da motivetto ai primi 45 minuti. […] Il triplice fischio condanna gli uomini di Vinicio Bisioli alla terza sconfitta consecutiva. I cugini, invece, sorridono, pronti a insidiare le prime posizioni.

Ore 13.40 – Disponibile sulla nostra pagina Facebook la photogallery (realizzata da Andrea Piva) di Padova-Mezzocorona.

Ore 13.20 – (Trentino) Arrabbiato o deluso? Inutile chiederglielo a fine partita: Luca Lomi è un misto dei due sentimenti. «Torniamo a casa a mani vuote – commenta l’allenatore rotaliano – ed è un gran peccato perché, pur con la nostra inesperienza e tutte le difficoltà del caso, siamo riusciti ad imbrigliare il Padova per 94 minuti. Conquistare un punto all’Euganeo sarebbe servito per la classifica, ma soprattutto per il morale e per ricominciare a lavorare con entusiasmo. Questa sconfitta brucia tantissimo. Ai ragazzi non ho nulla da imputare nell’azione del gol avversario, mentre invece avremmo dovuto fare molto meglio in precedenza. Nel secondo tempo abbiamo sprecato alcune ripartenze dove avremmo dovuto fare decisamente meglio e non siamo stati capaci di spezzare il ritmo al Padova che, a tratti, ha fatto una gran fatica a trovare sbocchi. Come si dice, “pace”, non possiamo perderci d’animo e dobbiamo già pensare alla prossima partita. La prestazione è stata positiva e i ragazzi hanno messo in pratica quanto avevamo provato: ripartiamo da qui senza mollare la presa”.

Ore 13.10 – (Trentino) Poi, per fortuna, c’è stato solamente il calcio giocato con il “Mezzo” che ha resistito strenuamente all’assalto patavino per 94 minuti, per poi crollare in extremis, quando già Lomi e i suoi ragazzi pregustavano un risultato che avrebbe fatto poca classifica ma infinito morale. Il match è stato un assalto all’arma bianca dei locali: al 9′ girata di Sentinelli alta di non molto sopra la traversa, mentre cinque minuti più tardi Zomer era reattivo nell’anticipare in uscita bassa il bomber Ferretti, che al 16′ non trovava il bersaglio con un girata aerea da pochi passi. Il centravanti argentino doveva lasciare il campo alla mezz’ora per un problema muscolare, prima dell’unico tiro in porta del Mezzocorona a firma di Caridi con Petkovic che alzava in corner. Poi, prima dell’intervallo, un’altra girata di Sentinella alta non di molto e un rinvio in extremis della difesa trentina dopo “torre” di Niccolini. Nel recupero Segato sgomitava Gironimi e finiva anzitempo sotto la doccia ma, nonostante l’inferiorità numerica, il leit motiv dell’incontro non cambiava. Zomer parava il colpo di testa di Pittarello (47′) che si ripeteva al 59′ sull’incornata di Aperi. Il portiere trentino respingeva anche il tiro di Pittarello e il match si trascinava sino all’overtime quando, nel corso del penultimo minuto di recupero, Aperi crossava teso in mezzo all’area e Ilari spizzava di quel tanto che bastava per mandare i Biancoscudati in Paradiso. Il “Mezzo”, invece, torna a casa con le pive nel sacco.

Ore 13.00 – (Trentino) Bisognerebbe partire dalla fine per raccontare l’incredibile sconfitta del Mezzocorona all’ Euganeo: nella città del Santo i Biancoscudati piegano per 1 a 0 i trentini grazie alla rete segnata al 94′ da Ilari con un “leggerissimo” colpo di testa su cross di Aperi all’ultimo assalto della squadra di Parlato alla porta difesa da Zomer. È però impossibile non raccontare quanto accaduto prima della sfida disputata ieri a Padova. Nella notte tra sabato e domenica lo stadio è stato letteralmente tappezzato dagli attivisti dell’associazione «Centopercento animalisti» per ricordare l’ormai celeberrima dipartita dell’orsa Daniza. Decine di locandine con la foto dell’orsa, morta durante il tentativo di cattura, sono state appese all’esterno dello stadio con scritte tutt’altro che simpatiche. “Ugo Rossi deve dimettersi” a “Boicotta il Trentino! Assassini!” passando per “Mezzocorona go home” gli slogan utilizzati dall’associazione ambientalista che ha “utilizzato” (nel vero senso della parola) la sfida tra Biancoscudati Padova e Mezzocorona per dare ulteriore visibilità all’accaduto. Cosa c’entrassero i giocatori, lo staff tecnico e i dirigenti del Mezzocorona (invitati, per l’appunto, a tornare a casa, quasi che l’essere trentino sia diventato una colpa) non è dato saperlo, fatto sta che il pomeriggio all’Euganeo della truppa gialloverde è iniziato in un modo che nessuno si sarebbe mai aspettato.

Ore 12.40 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Petkovic 6; Dionisi 6.5, Sentinelli 6.5, Niccolini 6, Degrassi 5.5; Mazzocco 6, Segato 5; Ilari 8, Cunico 6 (st 26′ Nichele 6), Bruzzi 5.5 (st 1′ Pittarello 6); Ferretti 6 (pt 29′ Aperi 6).

Ore 12.30 – (Gazzettino) Il Padova del secondo tempo, in inferiorità numerica, è passato al 4-3-2. Il giovane Pittarello ha preso il posto di Bruzzi ed è andato ad affiancare Aperi sulla linea d’attacco, mentre Cunico si è abbassato davanti alla difesa. Anche se con un uomo in meno i biancoscudati non hanno però mai smesso di cercare la vittoria. Spesso lo hanno fatto in maniera poco lucida, ma in un paio di circostanze la retroguardia del Mezzocorona ha rischiato davvero grosso. Solo una volta invece i trentini si sono fatti davvero minacciosi dalle parti di Petkovic: bravo nell’occasione Sentinelli a sbarrare la strada a Caridi, il migliore dei suoi. Sostenuti a gran voce dai propri tifosi i giocatori di casa non hanno mai smesso di credere ai tre punti. Raccogliendo al terzo minuto di recupero i frutti della loro generosità con la rete di Ilari. Una vittoria dal peso specifico enorme, che servirà a lenire le ferite per lo stop muscolare a Ferretti e le probabili due giornate di squalifica a Segato. Ripartire senza loro due non sarà facile, ma questo Padova ha dimostrato di avere i requisiti tecnici e soprattutto la forza morale per superare ogni avversità.

Ore 12.20 – (Gazzettino) Al 26’ l’infortunio di Ferretti, che ha sentito tirare il muscolo della coscia sinistra mentre rincorreva un pallone in profondità. L’attaccante argentino, che oltretutto era anche scattato in posizione di fuorigioco, si è accasciato a terra e ha chiesto subito il cambio (dentro Aperi). Sul finire del tempo (41’) il cartellino rosso a Segato, reo di avere rifilato una gomitata al volto ad Alouani in un contrasto di gioco. Difficile pensare che il colpo sia stato intenzionale, di sicuro il centrocampista ha sbracciato un po’ troppo nel tentativo di difendere la posizione davanti all’avversario. L’arbitro però non ha avuto dubbi e ha espulso il giocatore del Padova. Questo episodio ci porta a parlare dell’ineffabile signor Parrella di Battipaglia. Un disastro la sua direzione di gara e non ci riferiamo all’episodio di Segato, ma al modo assolutamente sconclusionato con il quale ha provato a gestire la gara, penalizzando entrambe le squadre.

Ore 12.10 – (Gazzettino) Il messaggio che arriva dall’Euganeo è forte e chiaro: il Padova sa vincere anche perchè ha un cuore grande e può contare su un tifo straordinario. Solo così si può spiegare l’impresa dei biancoscudati che dopo un primo tempo maledetto, segnato dall’infortunio muscolare a Ferretti e dall’espulsione di Segato, hanno trovato ugualmente la forza per battere il Mezzocorona e riagganciare il Belluno in vetta alla classifica. A mandare in estasi l’intero stadio il gol realizzato al terzo minuto di recupero da Ilari quando ormai sembrava sfumata la possibilità della quinta vittoria su cinque partite. Il numero 7 del Padova è andato a incrociare di testa un cross a mezza altezza di Aperi, spedendo la sfera nell’angolo più lontano. Da brividi l’esplosione di gioia dei tifosi, come pure le scene vissute dopo il fischio finale: la squadra ha fatto tutto il giro del campo ricevendo applausi scroscianti. I tempi funesti di Penocchio sembrano lontani anni luce. Una sfida che si è complicata oltre ogni previsione, sia per la grande attenzione del Mezzocorona nel chiudere tutti gli spazi (il Padova è riuscito a rendersi pericoloso quasi unicamente sulle palle inattive) e sia per i due già citati eventi negativi che hanno mandato all’aria i piani del tecnico Parlato.

Ore 12.00 – (Gazzettino) Eroe di giornata è stato Marco Ilari: «Ho spizzato la palla di testa e appena ho voltato la sguardo ho capito subito che sarebbe entrata. Avevo già segnato due gol, ma questo è il primo all’Euganeo ed è stata un’emozione fantastica festeggiarlo sotto la Fattori. Perdere Ferretti e Segato sono state due botte grandi, ma nella ripresa siamo entrati a duemila. Potevamo solo vincerla, pareggiarla sarebbe stata una sconfitta». Un flash di Matteo Dionisi: «Una gioia immensa, mi sono venuti i brividi nell’esultanza sotto la tribuna Fattori. I tifosi ci hanno aiutato a sopperire alle defezioni di Ferretti e Segato. Questa vittoria ci dà una carica in più, abbiamo dimostrato di essere un gruppo molto unito. Il mio nervosismo? Era più la voglia di portare a casa il risultato».

Ore 11.50 – (Gazzettino) L’espulsione di Segato? «Se ha reagito, ha sbagliato. Devo guardare le immagini». Cosa si è fatto Ferretti? «Ha sentito tirare al flessore». Senza “El Rulo” e Segato cambierà il modo di giocare? «L’assenza di Segato può essere rimpiazzata da un giocatore di pari valore come Nichele, quella di Ferretti potrebbe pesare di più. Stiamo cercando di portare Tiboni a una condizione fisica discreta. Se sarà pronto per domenica? Credo possa dare un contributo di 45-60 minuti. Quanto al cambio di modulo, ci sto pensando da un po’ di tempo». Parlato si sofferma ancora sui tre punti. «I ragazzi hanno dimostrato di crederci fino alla fine. Il Mezzocorona voleva farci uno scherzetto, abbiamo portato a casa una vittoria che è tanta roba». Aveva mai vinto una gara in pieno recupero? «Ho vinto un campionato negli ultimi cinque minuti, forse è ancora più emozionante».

Ore 11.40 – (Gazzettino) La sua analisi è come al solito lucida. «La vittoria è stata ottenuta con grande cuore e determinazione, anche se dobbiamo darci una calmata perché in questa categoria la terna arbitrale può commettere errori. L’aspetto psicologico a volte aiuta, molte altre volte toglie. E non dobbiamo cascare nei tranelli, dobbiamo mettere da parte il nervosismo. Nel momento in cui ci è venuto a mancare Ferretti, che è il nostro punto di riferimento, abbiamo sbagliato perché ci siamo innervositi vedendo che non venivano le giocate. L’espulsione di Segato ha complicato i piani: giocare dieci contro undici poteva ammazzare un toro, invece inserendo Pittarello a inizio ripresa ho dato alla squadra il messaggio che si poteva vincere». Quindi prosegue: «Nella ripresa abbiamo fatto bene 15-20 minuti, poi ho visto che veniva meno l’equilibrio e ho inserito Nichele. La sua fisicità è stata d’aiuto alla spinta finale, gli ho detto io di giocare vicino Pittarello negli ultimi minuti».

Ore 11.30 – (Gazzettino) Dopo la vittoria con il Mori (gol vittoria di Cunico al 38′ della ripresa), il presidente Giuseppe Bergamin aveva dichiarato «sarebbe opportuno non far più soffrire il presidente». Ieri il sigillo del successo di Ilari è arrivato in pieno recupero: si vede che è destino vincere soffrendo con le trentine. «Mi aspettavo questo risultato, ma è stata dura – esordisce Bergamin – Gli episodi ci hanno penalizzato e anche l’arbitro ha fatto la sua parte, ma ci sta. L’espulsione di Segato? Sinceramente non ho capito bene, devo rivederla per giudicare. È stata una vittoria meritata e frutto di un’ottima preparazione fisica. È stato perfetto anche Parlato, per noi è una punta di diamante: ha fatto tutto ciò che bisognava fare in questa situazione». Sul pubblico: «Si è meritato questo successo, ha dimostrato grande attaccamento alla squadra». Qualche istante prima del presidente, è stato Parlato ad analizzare la vittoria. Il suo viso è ancora tirato, e prima di iniziare la conferenza si lascia andare a un piccolo sbuffo, aggiungendo sottovoce. «Quasi quasi me la bevo una birra».

Ore 11.20 – (Gazzettino) Il presidente Bergamin strizza l’occhio a un possibile futuro ingresso in società. «Sta nascendo un’amicizia – le sue parole – con la condivisione di tante cose che possono portare a un percorso non di breve durata per arrivare a quell’obiettivo di eccellenza che, per società, città e imprenditoria, Padova merita. Spero che il matrimonio sia fondamentale per la crescita della società perché ci serve gente seria e appassionata come loro, con i nostri stessi traguardi». Così risponde Sandro Vecchiato: «Abbiamo sempre detto di essere vicini al Padova e non ci siamo allontanati neanche quando è tramontata la trattativa con Cestaro per l’acquisto. Siamo qui e ci stiamo conoscendo». Chiude il cerchio Bonetto: «Dobbiamo costruire una società con un gruppo omogeneo, che faccia squadra, con amicizia e identità di vedute. Senza questo feeling i signori Vecchiato non c’interessano anche se portano tre milioni di euro. Se invece c’è, sono i benvenuti anche con diecimila euro».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Anche quest’anno la Birra Antoniana partecipa all’avventura del Padova. L’azienda di Ronchi di Villafranca sarà main sponsor della società biancoscudata e in questa occasione ha puntato sul settore giovanile, con un contributo per l’acquisto di cinque pulmini per le squadre e la scuola calcio. La consegna è avvenuta prima del fischio d’inizio, preceduta da una conferenza stampa in cui è stata illustrata la nuova collaborazione. «Diamo il benvenuto ai fratelli Vecchiato – ha esordito l’amministratore delegato Roberto Bonetto – che abbiamo conosciuto due mesi fa e con i quali è scattato subito un bel feeling. Abbiamo bisogno di imprenditori come loro e soprattutto sono appassionati di calcio». «Non solo tifosi – ha replicato Sandro Vecchiato – ma soprattutto padovani e intorno al valore della “padovanità” si muove ogni nostra iniziativa». «Il progetto del nuovo Padova – ha aggiunto Michele Vecchiato – che è ripartito e vuole costruire un programma di medio termine per tornare grande, rispecchia la nostra strada di crescita».

Ore 11.00 – Disponibili a questo link gli highlights di Padova-Mezzocorona.

Ore 10.50 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Grandi anche nel soffrire. E il mister sa il fatto suo”) La sua analisi del dopo-gara, con quel mettere in evidenza i “difettucci” in cui sono caduti i suoi (il principale un nervosismo eccessivo), senza per questo sminuirne il “grande cuore” che li ha trascinati oltre l’ostacolo, è la riprova che abbiamo a che fare con un allenatore a tutto tondo, serio professionista, che non trascura nulla, neppure il minimo dettaglio. Sa leggere la partita come pochi, effettua cambi azzeccati, trova le parole giuste, soprattutto nell’intervallo fra un tempo e l’altro, per caricare il gruppo al massimo e ottenere il risultato che vuole. Non si fa propria una partita del genere, in dieci contro undici, se non ci si è costruiti una mentalità da “grandi”, e molti meriti in questo senso vanno attribuiti proprio al nocchiero. Costretto adesso ad inventarsi, per ragioni… forzate, qualcosa di diverso, visto che gli mancheranno due pilastri come Segato e Ferretti, e purtroppo non per una sola gara. Lasciateci chiudere con un doveroso riconoscimento a chi ha sofferto, ed esultato, sugli spalti: un colpo d’occhio bellissimo, e quei bambini poi a rendere ancora più gioioso il pomeriggio all’Euganeo… Sì, è proprio cambiato tutto. E mai come ora questa è proprio la squadra in cui la Padova di fede calcistica si specchia, dopo essere stata relegata all’inferno ed esserne uscita. Con tifosi così straordinari nulla è precluso.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Grandi anche nel soffrire. E il mister sa il fatto suo”) Il Padova ha calato il pokerissimo e rende al Belluno, con cui divide il primo posto a pari merito, un solo gol di differenza (14 fatti contro 4 subìti i gialloblù di Vecchiato, 13 contro 4 i biancoscudati di Parlato). In due mesi di lavoro – era il 5 agosto quando il gruppo partì per il ritiro di Asiago – è stato fatto tantissimo, ed oggi bisogna essere ancora più orgogliosi per aver ritrovato in così poco tempo fondate ragioni per tornare a nutrire fiducia ed entusiasmo nei confronti del Biancoscudo. Sarà anche serie D – e la classe arbitrale, ahinoi, lo dimostra in pieno, basta vedere ciò che ha combinato ieri il fischietto di Battipaglia (Salerno) – ma qui si palpita e si soffre come nelle categorie nobili del professionismo, perché per continuare a vincere, e a restare al vertice, difficoltà e trabocchetti sono all’ordine di ogni domenica. E il successo sul Mezzocorona, per quanto giunto in extremis, dimostra che la mentalità e il carattere infusi nella propria rosa dal tecnico napoletano sono quelli giusti per andare lontano. Non servono “maghi” a questi livelli, ma chi è un conoscitore profondo della quarta serie come Parlato, vincitore, fra l’altro, già due volte (con Rovigo e Pordenone), dimostra con i fatti di essere un punto di riferimento preciso, dentro e fuori dal campo.

Ore 10.30 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Edel): Petkovic 6; Dionisi 7.5, Sentinelli 7, Niccolini 6.5, Degrassi 5.5; Mazzocco 6, Segato 5; Ilari 7, Cunico 5 (Nichele 6.5), Bruzzi 5 (Pittarello 6); Ferretti 6 (Aperi 6.5).

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Il Padova, senza i suoi due uomini più incisivi in questo inizio di stagione, deve stringere i denti. Il suo tecnico, nonostante l’inferiorità numerica, vuole vincere a tutti i costi e lascia negli spogliatoi Bruzzi, inserendo Pittarello e spostando Cunico nel ruolo di regista, proponendo il modulo 4-3-2. Il clima si fa rovente, l’Euganeo è furioso e contesta ogni decisione del direttore di gara, mentre i biancoscudati attaccano a testa bassa. L’inferiorità numerica non cambia l’atteggiamento di un Padova che continua a fare la partita, sebbene fatichi a creare occasioni da gol. Arbitro disastroso. Pian piano il nervosismo che aleggia sugli spalti si trasferisce anche sul terreno di gioco e il signor Parrella, con molte decisioni dubbie e falli evidenti non fischiati, fa ben poco per placare gli animi. Com’era prevedibile, nel finale il Padova accusa la stanchezza e i suoi attacchi si fanno sempre più confusi. Ma il cuore di questa squadra è enorme e al quarto dei cinque minuti di recupero concessi dall’arbitro Ilari si tuffa di testa su un cross dalla sinistra di Aperi. La deviazione è impercettibile, la traiettoria beffarda e la palla lentamente s’infila nell’angolino alla sinistra di Zomer, baciando il palo e facendo esplodere un Euganeo pazzo di gioia. Cinque su cinque, meglio di così…

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Il Padova carbura con il passare dei minuti, sembra poter affondare, ma al 27′ subisce la prima mazzata. “El Rulo”, dopo aver rincorso un lungo lancio di Niccolini, si accascia al suolo toccandosi la coscia sinistra e poi sbattendo i pugni per il dolore. Lo stadio di colpo ammutolisce, entra anche la barella, ma fortunatamente il centravanti argentino esce con le proprie gambe, zoppicando, mentre il pubblico applaude. Lo stiramento è più che sospetto: aspettando l’esito degli esami, è assai probabile che Ferretti debba star fermo almeno tre settimane. Al suo posto Parlato si affida ad Aperi, esterno adattato a punta centrale. Per cinque minuti il Padova accusa il colpo e il Mezzocorona riesce anche a farsi pericoloso con una bordata di Caridi respinta in angolo da Petkovic, prima che Sentinelli si dimostri ancora l’…attaccante più pericoloso dei suoi, sfiorando la traversa con una girata dal limite. Ma a primo tempo scaduto, arriva la seconda mazzata: Segato, all’altezza della linea laterale del centrocampo, salta di testa ma allarga troppo il braccio, colpendo in pieno volto Alouani, che accentua comunque il fallo. L’arbitro Parrella giudica il colpo violento e volontario, ed estrae il cartellino rosso. Qui l’Euganeo si arrabbia di brutto, inizia a fischiare e si ribella. A ribellarsi, per la verità, è anche il papà di Alouani, che in tribuna centrale si rende protagonista di un battibecco veemente con i tifosi di casa e per calmarlo deve intervenire anche la Digos.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Più forte di ogni avversità, e dei suoi difetti. Il Padova non si ferma, infila la quinta vittoria consecutiva in serie D e resta in vetta alla classifica a punteggio pieno, insieme al Belluno. E ci riesce dopo una partita soffertissima, risolta solo al quarto minuto di recupero da un colpo di testa di Ilari, che piega la resistenza del Mezzocorona fanalino di coda, al termine di una gara in cui i biancoscudati hanno patito di tutto, dall’infortunio di Ferretti al 27′ all’espulsione di Segato al 46′. Sembrava una gara stregata, ma un pubblico sempre più trascinatore (4.569 spettatori, fra paganti e abbonati) ha spinto la squadra di Parlato ad un successo che vale anche un record storico (eguagliato il Padova di Buffoni del 1987), come miglior partenza in campionato. Non si cambia. Il mister sorprende tutti e, dopo aver provato per l’intera settimana il 4-3-1-2, conferma i tre trequartisti alle spalle dell’unica punta, sostituendo solo Busetto con Bruzzi rispetto a Tamai. Il copione del match è il solito, biancoscudati che tengono palla, la fanno girare e provano a colpire sfruttando soprattutto i calci da fermo. Dopo 8′ Sentinelli s’inserisce bene sul secondo palo, ma da pochi passi calcia alle stelle. Il ritmo è buono, anche se non elevatissimo, Ferretti si muove bene e va vicino al bersaglio due volte.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Domenica prossima, però, senza Segato e Ferretti sarà un Padova da reinventare. «Nichele lo considero un giocatore titolare, sa che non gioca solo perché devo incastrare i giovani come da regolamento. L’assenza di Ferretti, che ha sentito tirare il flessore, ci peserà di più, ma stiamo cercando di portare Tiboni ad una condizione fisica discreta, e credo che già per domenica ce la possa fare». I protagonisti. Al gol-vittoria il boato dell’Euganeo è stato impressionante: «Mi è venuta la pelle d’oca», ha ammesso Matteo Dionisi. «In questo stadio non sembra di giocare in serie D». Al settimo cielo il match-winner Marco Ilari, che sinora era riuscito a segnare solo in trasferta e mai davanti al pubblico di casa: «Ci siamo complicati la vita da soli, anche se i nostri avversari non sono stati del tutto leali. Poi quel gol, e un boato incredibile: una grande emozione, dedico il gol alla mia famiglia e alla mia ragazza».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Dobbiamo darci una calmata, in questa categoria la terna arbitrale può commettere degli errori, e noi dobbiamo imparare a lasciare da parte reazioni e nervosismo. Quando è uscito Ferretti ci siamo innervositi, non ci venivano più le giocate, abbiamo perso un punto di riferimento psicologico e per la manovra. Però fidatevi, io conosco la serie D e nella mia esperienza ne ho viste pure di peggio: l’arbitraggio di oggi (ieri, ndr) non giustifica il nostro nervosismo. Quanto all’espulsione di Segato, non sono in grado di giudicare, ma se ha dato una gomitata all’avversario ha fatto una scorrettezza. Non dobbiamo farci condizionare, non diamo all’arbitro motivi di tentazione. Con un pubblico del genere non serve protestare: ci pensano già i tifosi». In una gara del genere, i cambi hanno giocato un ruolo fondamentale. «L’espulsione ci ha complicato i piani, l’inferiorità numerica avrebbe potuto abbattere un toro. Mettendo Pittarello, ho voluto dimostrare che ce la potevamo fare ancora, ma dopo 20’ l’equilibrio stava venendo meno: ho inserito Nichele e negli ultimi minuti gli ho detto di andare addirittura in attacco. È andata bene».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Stravolto, come poche altre volte. Felice, quasi come non mai: Carmine Parlato è l’immagine della soddisfazione. La sua squadra è riuscita nell’impresa di vincere una gara incredibile: con un gol al penultimo minuto di recupero, dopo l’intera ripresa disputata in inferiorità numerica, con una direzione di gara da bocciatura solenne, e senza il suo attaccante principe. Molte volte si è sentito dire che «le grandi squadre si vedono quando vincono gare di questo tipo». E lui ce l’ha, la grande squadra. «I ragazzi hanno dato una dimostrazione di grande cuore e cattiveria», esordisce il tecnico in sala-stampa. «Ci hanno creduto sino alla fine, nonostante il Mezzocorona sia venuto con umiltà a giocare per farci lo sgambetto. È una vittoria strameritata, anche se macchiata da alcune situazioni dove il comportamento è da rivedere». Perché Segato ha rischiato di compromettere la corsa in testa alla classifica, e non può bastare la giornata-no dell’arbitro a giustificare l’eccessivo nervosismo.

Ore 09.20 – (Mattino di Padova) Abbracci fortissimi, la tensione che si scioglie di colpo, e alla fine anche la tribuna vip saltella e canta i cori della “ Fattori”. Eppure il presidente Bergamin quasi se la sentiva che sarebbe andata bene: «È stata dura, ma non ho sofferto tanto, perché vedevo la squadra che giocava bene e voleva fortemente la vittoria», confessa a fine gara. «Il gol nel finale è stato veramente un’emozione intensa. Il merito è di tutti, da un pubblico incredibile ad una squadra che sta bene e ha grande voglia, passando per un allenatore che ha dimostrato di essere molto preparato leggendo bene il match. Sembrava una giornata infausta, ma il pubblico dopo l’espulsione si è dimostrato davvero l’undicesimo uomo in campo. Spero che contro il Belluno si superino anche le 5 mila presenze».

Ore 09.10 – (Mattino di Padova) La domanda, tuttavia, è sempre la stessa: la sponsorizzazione di Birra Antoniana potrebbe essere il preludio ad un futuro ingresso in società dalla porta principale? «Per accrescere questo gruppo», ha risposto l’a.d. biancoscudato Roberto Bonetto, «abbiamo bisogno di un grande feeling con le persone, prima che dei soldi. Se i fratelli Vecchiato sono qui, come main sponsor, è perché il nostro rapporto con loro è cominciato subito con il piede giusto. E potrebbe naturalmente continuare anche in categorie che ci impegneranno maggiormente dal punto di vista economico». I fratelli Vecchiato hanno annuito sorridendo, ma hanno storto un po’ il naso sulla questione Appiani: tutto è ancora fermo, ad un anno e mezzo dall’intesa con il Comune, per i lavori di risistemazione della tribuna coperta. Colpa – si dice – della Sovrintendenza ai Beni architettonici , che non ha ancora dato il “via libera”. «Ci sono 150 mila euro a disposizione, è assurdo che restino lì, fermi», ha sottolineato Sandro.

Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Nell’intervallo di Padova-Mezzocorona c’è stata la grande sfilata delle squadre del nuovo settore giovanile biancoscudato: un patrimonio frutto del lavoro di anni, che in estate rischiava di andare disperso. E che rivedere sul terreno dell’Euganeo, davanti ad oltre 4.500 persone, ha regalato una bella sensazione. Sulla pista di atletica, poi, sono comparsi i cinque pullmini che permetteranno ai piccoli tesserati della nuova società di raggiungere i campi di allenamento. Al loro acquisto hanno contribuito i fratelli Sandro e Michele Vecchiato. «Padova e Birra Antoniana sono accomunate dal senso di appartenenza a questa terra e a questa città», ha spiegato Sandro un’ora prima del match. «Siamo vicini a questa nuova società, e non abbiamo alcuna intenzione di allontanarci: quando un anno e mezzo fa chiudemmo la trattativa per rilevare il Padova dalle mani di Cestaro, ci dicemmo che non sarebbe finita lì. Oggi è un altro giorno, e siamo fieri di rimanere al fianco di queste persone».

Ore 08.40 – Le pagelle del Padova (Padova Goal, Gabriele Fusar Poli): Petkovic 6.5, Dionisi 6.5, Sentinelli 6.5, Niccolini 6.5, Degrassi 5.5, Mazzocco 6.5, Segato 5, Ilari 8, Cunico 5.5 (Nichele 6), Bruzzi 5.5 (Pittarello 6), Ferretti 6 (Aperi 7).

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (12 pottobre, ore 15.00): ArzignanoChiampo-Belluno, Fontanafredda-Padova, Mezzocorona-Giorgione, Montebelluna-Sacilese, Mori Santo Stefano-Clodiense, Tamai-Dro, Triestina-Alto Vicentino, Union Pro-Legnago, Union Ripa La Fenadora-Kras Repen

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica: Belluno e Padova 15, AltoVicentino 13, Sacilese, Clodiense e Montebelluna 9, Fontanafredda e Union Pro 7, Tamai e Arzignano 6, Union La Fenadora e Giorgione 5, Dro 4, Kras Repen 3, Triestina e Mori Santo Stefano 2, Legnago 1, Mezzocorona -2.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della quinta giornata: Belluno-Triestina 2-1 (giocata sabato), Dro-Mori Santo Stefano 2-1 (giocata sabato), Legnago-Tamai 0-2 (giocata sabato), Alto Vicentino-Ripa La Fenadora 1-0, Clodiense-Fontanafredda 2-0, Giorgione-Union ArzignanoChiampo 1-0, Kras Repen-Montebelluna 1-2, Padova-Mezzocorona 1-0, Sacilese-Union Pro 5-0.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 5 ottobre: il Padova batte il Mezzocorona 1-0 all’ultimo respiro, in inferiorità numerica per un tempo e senza Ferretti, infortunatosi a metà della prima frazione.




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