Live 24! Padova, dopo Fontanafredda si pensa già a Fano: -2 alla sfida di Coppa Italia

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Ore 00.00 – Nichele e Cunico potrebbero non partecipare alla trasferta di Fano: probabile turno di riposo per loro, che verrebbero risparmiati in vista della sfida di domenica col Belluno.

Ore 22.00 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Per Antonio Paganin il bicchiere è mezzo pieno: «Il Mezzocorona ha una classifica bugiarda. È una squadra valida, che ha fatto soffrire anche il Padova e che anche contro di noi ha dimostrato di valere più dell’attuale -1 in classifica. Noi, che già siamo giovani di nostro, a causa dell’assenza di Gazzola siamo scesi in campo con una formazione ancora più giovane del solito. Ma siamo comunque andati bene». Si aspettava una gara così? «Sì. Si è giocato molto a centrocampo. Sapevamo che la loro fonte di gioco era Appiah e lo abbiamo ben arginato. Le occasioni sono state poche, da ambo le parti. Il risultato è giusto. In quanto diretta avversaria, l’importante era innanzitutto tenerla a distanza. Certo, avremmo preferito vincere. Ma ci sono comunque indicazioni positive. È la seconda gara di fila contro una buona squadra che la nostra difesa, interamente formata da ’95 e ’96, non ha subìto gol. All’inizio le altre ci vedevano solo come una squadra giovane. Ora come una tosta. È molto». Ma ci sono aspetti su cui si deve migliorare. «Ci vuole più concretezza. Adesso ci manca, ma è soprattutto per la frenesia tipica della gioventù. Ci vorrà tempo». Nel prossimo turno il Giorgione affronterà la Triestina. «Non vediamo l’ora. Tanti dei nostri la Triestina l’hanno vista solo sulle figurine. Sarà un’occasione per vedere fino a che punto è arrivata la nostra crescita».

Ore 21.50 – (Trentino) Il Mezzocorona spreca troppo in avanti e non riesce a vincere la prima partita in campionato. I rotaliani creano parecchie occasioni da rete, colpiscono un legno con Baltieri concedendo poco niente al Giorgione, ma la gara finisce zero a zero. […] «Sono arrabbiato perché abbiamo regalato un po’ il primo tempo» dichiara a fine gara il tecnico del Mezzocorona Luca Lomi. La formazione trentina nella seconda frazione di gara ha fatto la partita, non concedendo nulla agli avversari. «Nel secondo tempo abbiamo creato due-tre occasioni da rete, arrivando sul fondo in almeno cinque circostanze – analizza Lomi -. Abbiamo il solito problema con il gol, e così non si vince, sebbene i presupposti per la vittoria, nei secondi quarantacinque minuti, ci fossero tutti. Siamo allergici al gol purtroppo, e lo sappiamo. Speriamo che arrivi qualcuno in attacco pronto a darci una mano. Il reparto difensivo ha giocato molto bene, in special modo perché il Giorgione ha un buon attacco». Il Mezzocorona centra il terzo zero a zero consecutivo in casa, nonostante le buone occasioni da rete. «Dietro siamo collaudati, e c’è un ottimo affiatamento – conclude il tecnico dei gialloverdi rotaliani -. Con Misimi e Baltieri esterni alti, non giocando con delle vere e proprie punte, credevo potessimo attaccare meglio la profondità».

Ore 21.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’allenatore Francesco Feltrin esce dagli spogliatoi sereno nonostante un pareggio che lascia parecchio amaro in bocca vista la pochezza del Legnago: «Alla fine si può anche dire che è un punto guadagnato perché certe partite alla fine si rischia pure di perderle, resta comunque la buona prestazione fatta dalla mia squadra. Avevamo qualche problemino di formazione ma dopo aver visto i ragazzi allenarsi in settimana ero convinto che la partita di Sacile si poteva cancellare e così è stato. Nel primo tempo siamo partiti bene con il rigore ed un altro paio di occasioni importanti. Il Legnago ci aveva studiato ed ha cercato di farci male sulle palle alte ma Trevisiol e Zanette, a parte qualche leggera sbavatura, hanno concesso pochissimo». Il rigore sbagliato a fine primo tempo quanto ha influito sul risultato? «Sulla squadra ha influito poco, mentre Nobile è stato condizionato dopo l’errore perché anche dopo ha avuto un’occasione per segnare che forse poteva gestire meglio avanzando ancora un pò prima di tirare. Il loro portiere si è poi superato sul tiro dal limite di Trevisiol». Si poteva rischiare qualcosa in più nel finale per vincere? «In attacco avevo poca scelta. Visinoni era in panchina per onore di firma mentre Basso ha provato a scaldarsi per entrare nel secondo tempo ma mi ha detto che non stava benissimo e ho preferito non rischiarlo. Mancavano anche Lorenzatti e Busetto in mezzo al campo e quindi l’unica carta da giocare che avevo per essere un po’ più offensivi era Alvise Nobile che ho messo nell’ultimo quarto d’ora».

Ore 21.10 – (Trentino) A termine partita ai microfoni si presenta l’assistente di Davide Zoller Massimo Modena, soddisfatto della reazione della sua squadra: «Bisogna sempre ricordare – afferma – che siamo in una Serie D dal livello piuttosto alto e la formazione per 9/11 è quella che l’anno scorso giocava in Eccellenza. Siamo partiti un po’ troppo contratti, timorosi e questo non va bene. Il primo gol è stato un rimbalzo strano del pallone, sul secondo a mio parare ci stava un fallo a metà campo su Sceffer non ravvisato dal direttore di gara. Trascorsi i primi 10 minuti ci siamo ripresi e ne abbiamo fatti altri 25 molto bene. Abbiamo trovato il pareggio all’inizio del secondo tempo e con un pizzico di fortuna in più avremmo anche potuto vincere la partita. Faccio un applauso a MarcoTranquillini per la doppietta, ma anche capitan Cristelotti ha fatto in maniera egregia il suo dovere in difesa. Di oggi voglio conservare il carattere del gruppo e una reazione da grande squadra che ha permesso di portare a casa un altro punto. Speriamo di festeggiare al più presto la prima vittoria».

Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Ha trovato il gol che ha aperto le marcature nel 2-2 con il Mori San Stefano, realizzando la sua seconda rete in campionato con la maglia della Clodiense, eppure Filippo Casagrande, classe 1992, non si definisce pienamente soddisfatto: «Segnare fa sempre piacere – commenta così l’incontro durante il viaggio di ritorno il centrocampista – eravamo riusciti a mettere la gara sui binari giusti con il doppio vantaggio. Purtroppo è arrivato il loro gol, casuale nella dinamica, a rimettere tutto in discussione. Siamo andati in difficoltà nel gioco perché hanno utilizzato molti lanci lunghi, scavalcando il nostro centrocampo. Quando abbiamo capito come muoverci, nella fase finale dell’incontro, non siamo riusciti ad andare nuovamente a rete. Sono molto ottimista, possiamo fare meglio e disputare un campionato di livello. Purtroppo paghiamo alcuni momenti di buio». Il difensore Pierangelo Carlucci, classe 1988, è uno dei più esperti nella rosa a disposizione dell’allenatore Andrea Pagan. Prova ad esaminare così questa partita: «Difficile quantificare il livello della nostra prestazione. È vero, siamo andati in vantaggio di due reti, ma siamo anche rimasti in dieci e abbiamo sofferto il loro gioco riuscendo comunque a finire in attacco. In alcuni frangenti siamo andati in difficoltà e su questo dobbiamo lavorare. Partite del genere dimostrano come saranno difficili le trasferte in casa delle neopromosse che venderanno cara la pelle. Nel corso del campionato, inoltre, affronteremo anche squadre in cerca di punti vitali per raggiungere i loro obiettivi e dovremo farci trovare pronti. Credo che a livello di agonismo saremo costretti a dare qualcosa in più lontano da casa. La favorita per la vittoria del campionato? Penso che uscirà dal gruppo una sorpresa, come spesso accade nel calcio vincerà il club più organizzato e non quello che ha speso di più. Ecco perché credo nella Clodiense, abbiamo tutto per fare bene».

Ore 20.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Non va oltre il pari la Clodiense sul campo del neopromosso Mori Santo Stefano. I chioggiotti non sono riusciti a difendere le due reti di vantaggio e si sono dovuti inchinare alla rimonta dei coriacei padroni di casa che hanno avuto il merito di crederci anche quando il punteggio diceva 0-2 dopo soli dieci minuti di gioco. Per quanto riguarda la classifica, la Clodiense si trova ora al quinto posto della graduatoria in compagnia del Tamai, in piena zona playoff ma distante già otto lunghezze dalla coppia formata dal Belluno e dai Biancoscudati Padova che, almeno in questo primo scorcio di stagione, sembrano disputare un campionato a parte. Terzo pareggio casalingo, invece, per gli uomini di Zoller, che devono ancora rimandare l’appuntamento con il primo hurrà in campionato. […] Sono arrivate le risposte alle numerose domande nella testa dell’allenatore Andrea Pagan. Questa Clodiense può fare bene ma deve cambiare alcune cose nell’impostazione del gioco e soprattutto deve eliminare quei momenti di buio nel corso della partita che possono solo compromettere il risultato. «Siamo andati in vantaggio di due reti, ma il Mori San Stefano è riuscito a pareggiare l’incontro – commenta mister Pagan -. Purtroppo abbiamo preso troppo presto il gol che ha riaperto la sfida, appena due minuti dopo la nostra seconda rete. Questi sono peccati di gioventù, dopo un buon inizio di gara dovevamo fermarci e contenere il loro ritorno. Così non è stato. È stata una partita strana. Ci prendiamo comunque questo punto che muove la nostra classifica. La prestazione all’interno dei 90 minuti è stata altalenante, abbiamo finito in crescendo ma non è bastato. In settimana giocheremo in Coppa Italia contro l’Arzignanochiampo e speriamo di fare bene. Sarà un’altra occasione per monitorare i miglioramenti. Secondo il mio parere stiamo raccogliendo meno di quanto stiamo seminando. Sono ottimista, stiamo lavorando bene ed il fatto che fortunatamente ancora non siamo stati colpiti da infortuni ci aiuterà nel futuro del campionato».

Ore 20.30 – (Il Piccolo) «Non pervenuti. Non aggiungo altro». Scuro in volto, Goran Kocman liquida con una inequivocabile battuta la prestazione dei propri giocatori. Il presidente del Kras Repen è quasi incredulo dinanzi a questa seconda sconfitta consecutiva. Il dirigente responsabile Tullio Simeoni non è da meno: «Senza idee, senza gioco, senza voglia, anche fisicamente male. Un calo impressionante, una prestazione da cestinare». Simeoni ha voluto spendere ancora qualche parole per il presidente «entrando nella sua testa non posso che condividere la sua insoddisfazione dinanzi ad una simile partita» e per i tifosi del Kras «che anche oggi ci hanno sostenuto dall’inizio alla fine».

Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) La storica canzoncina, irripetibile per i coloriti termini, inno delle vittorie dell’Union Ripa La Fenadora, esce dalle finestre dello spogliatoio, è sinonimo di successo e di tranquillità. Con il sorriso Sandro Andreolla, mister 208, ripercorre la gara dall’alto della sua doppietta personale: «Non segnavo una doppietta dal derby di ritorno con il Belluno della scorsa stagione. Sinceramente avevo voglia di fare gol, lo avevo pronosticato e ce l’ho fatta. Questo successo mi fa piacere dedicarlo a quei ragazzi che adesso non stanno giocando. Loro sono importanti tanto quelli che ogni domenica scendono in campo, ma arriverà sicuramente il loro momento» Andreolla continua: «Può sembrare una frase fatta, allenandoci con loro che danno sempre il 100 per cento noi siamo costretti a dare il massimo per far vedere che meritiamo di giocare. Loro sono indispensabili per una squadra come questa». SA10 guarda agli avversari: «Loro non stanno vivendo un grossissimo periodo. Pensavamo venissero qui al Boscherai abbastanza chiusi per non prendere gol. Siamo stati bravi a mettere in pratica quello che abbiamo studiato in settimana e questa vittoria, meritata, oltre a darci un gran morale, può essere un punto di inizio». Nell’economia dell’Union sono importanti anche i fuoriquota: Gjoshi ha servito Brotto per il primo gol e Dassié si è procurato il rigore del raddoppio. Anche per loro l’esperto Andreolla ha un pensiero: «I fuoriquota devono giocare da regolamento, ma devono giocare perché meritano e non si devono accontentare di questa regola, assurda, che li favorisce. Ne abbiamo parlato e ne stanno prendendo coscienza». I neroverdi sono apparsi pronti fisicamente e reattivi. La spiegazione la fornisce Enrico Antoniol: «Stiamo lavorando per mettere dentro benzina di settimana in settimana e anche per tenere un buon livello fisico tutto l’anno. Ci stiamo riuscendo e oggi sia a livello fisico sia di gioco, ma è tutta una conseguenza, abbiamo fatto molto meglio rispetto alle settimane scorse». Qualche sofferenza c’è stata nell’arco dei novanta minuti: «Sul piano del gioco non abbiamo sofferto molto, c’è stato qualche errore per mancanza di lucidità. Dobbiamo cercare di migliorare e la strada è quella giusta. Non era facile perché tutti si aspettavano la vittoria: l’abbiamo raggiunta».

Ore 20.10 – (Corriere delle Alpi) Prima vittoria rotonda per l’Union Ripa La Fenadora contro il Kras Repen, e soprattutto senza subire gol. «Quando sento dire che ci si aspettava una vittoria rotonda sinceramente non capisco perché». attacca il tecnico Parteli al 90’, «come se fosse facile vincere le partite. Noi ci aspettavamo certo una vittoria e se è stata rotonda è merito solo dei ragazzi. Io credo che attorno a questa squadra ci sia veramente troppa aspettativa: dobbiamo sempre ricordarci che siamo solo al secondo anno in serie D e quindi dobbiamo andare tappa per tappa e crescere e non possiamo pretendere troppo da questi ragazzi. Certo, abbiamo dichiarato che il nostro obiettivo è migliorare rispetto al sesto posto dello scorso anno, ovvero entrare nei playoff. Il fatto di averlo dichiarato apertamente e di non esserci nascosti come altre squadre non implica però dover vincere tutte le partite; anche perché, lo ripeto, siamo solo al secondo anno di serie D con tanti giocatori che due anni fa giocavano in Eccellenza. E’ giusto sicuramente che il pubblico e la stampa abbiano le loro aspettative, però dobbiamo ricordarci che non abbiamo anni di questa categoria alle spalle e dobbiamo passare attraverso una crescita graduale che ci può essere nell’arco di una decina di partite; adesso siamo alla sesta e stiamo migliorando. Anche in questa occasione si sono viste cose positive e altre da mettere a posto, e va bene così perché il nostro obiettivo è arrivare quinti a maggio. Crediamo infatti che darci un obiettivo importante sia uno stimolo per fare bene e continuare a stupire dopo il campionato dell’anno scorso (dove peraltro l’Union fece uno spettacolare ritorno anche se matricola in categoria e senza esperienza in D, ndr)». Quindi il giudizio a questo momento è positivo? «Io sono super contento di quello che stanno facendo i ragazzi; abbiamo fatto ancora passi in avanti e abbiamo i punti che ci meritiamo in questo scorcio di torneo; e, per dirla tutta, il calendario difficile, come sento dire, che abbiamo avuto, non c’entra niente: tutte le partite sono difficili, contro qualsiasi avversario e su qualsiasi campo».

Ore 19.50 – (Trentino) Il punto conquistato in terra friulana è “pesantissimo”. Non solo per la classifica, ma anche per il morale e, soprattutto, perché è arrivato al termine di un’eccellente prestazione. «In effetti sono molto soddisfatto – commenta a fine match il tecnico gialloverde Stefano Manfioletti – perché siamo riusciti a mettere in pratica tutto quello che avevamo provato e riprovato durante la settimana. Rispetto al solito abbiamo cambiato modulo, passando dal “4-3- 3” al “4-2-3-1”, e ho impiegato diversi elementi in ruoli diversi da quelli che occupano abitualmente. Penso a Bertoldi, che ha giocato da difensore centrale, o Serrano che ha agito da esterno di difesa. I ragazzi sono stati molto bravi: l’approccio alla partita è stato perfetto, così come concentrazione e intensità. Risultato giusto? Se guardo le occasioni dico di sì: noi abbiamo costruito alcune palle gol, ma anche il Tamai si è reso pericoloso in un paio di circostanze e Bonomi è stato puntuale nella risposta». E, adesso, sotto con il Mezzocorona: domenica c’è il derby. «Partita difficilissima – conclude Manfioletti – perché è una sfida molto sentita e mette in palio punti pesanti in chiave salvezza. Dobbiamo dare una prova di maturità».

Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Finché i ragazzi giocano così, non posso proprio dire nulla». Parola di mister Stefano De Agostini, che però lascia il campo con qualche rammarico. «Nel secondo tempo – osserva – si è giocato a una porta unica. Nel primo, invece, è stato splendido “Pere” (Tommaso Peresson, ndr) in due circostanze. Siamo stati penalizzati dall’erba troppo alta del campo: la palla scorreva troppo poco per come siamo abituati a giocare. E poi ci sono due episodi (un fuorigioco e un gol fantasma) che mi piacerebbe rivedere con attenzione. Avremmo meritato di vincere questa partita – prosegue – ma ci è anche mancato un pizzico di fortuna in più». Un passo indietro rispetto alla straripante vittoria con la Clodiense? «No – toglie ogni dubbio De Agostini -. Stiamo parlando di due partite diverse: mentre mercoledì la Clodiense ci ha affrontati a viso aperto, lasciando aperta qualsiasi ipotesi di risultato. Il Dro ha messo in campo un autentica fortezza difficile da abbattere».

Ore 19.30 – (Messaggero Veneto) Il Tamai in versione Dr. Jekyll e Mr. Hyde prosegue il suo cammino a targhe alterne. I numeri parlano chiaro: sei partite, tre vittorie in trasferta, due sconfitte e il pareggio di ieri con il Dro tra le mure amiche. Solo un caso? La bilancia pende dalla parte del sì. C’è un però: se i due ko con Belluno e Padova potevano essere preventivabili, è molto più amaro lo 0-0 contro i trentini, avversari alla portata delle “furie” che, nonostante il dominio della ripresa non hanno cavalcato l’onda dell’esaltante successo a Chioggia in settimana. Ha pesato la terza gara in sette in giorni, più nella testa che nelle gambe, perchè Petris e compagni non hanno approcciato al meglio la partita ma hanno finito in crescendo. In aggiunta, dopo un avvio propositivo, il Dro ha piantato le tende davanti a Bonomi ostruendo i canali per la velocità di Zambon e Furlan.

Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Nonostante la sconfitta a fine partita l’allenatore del Montebelluna Daniele Pasa si mostra abbastanza sereno. «Gli episodi hanno determinato l’esito di questa partita – dice il mister ripercorrendo con la mente il match appena concluso – Una volta passati in vantaggio abbiamo tenuto poco, loro hanno pareggiato subito». Poi c’è stato anche il rigore. «Quel il rigore per la Sacilese non ci stava proprio, Guzzo era davanti e semmai era fallo per noi. Per non parlare del terzo gol, anche in quel caso l’azione è stata viziata da un intervento non regolare ai nostri danni». Si spiega solo così la sconfitta? «La Sacilese è una signora squadra, però la partita si era messa bene per noi. Se fossimo riusciti a mantenere il vantaggio per più tempo forse sarebbe andata diversamente. Poi siamo stati condizionati anche dai cambi, il primo dopo nemmeno dieci minuti per l’infortunio muscolare di Bressan. Qualcosa abbiamo sbagliato di sicuro, in settimana avevamo caricato a livello fisico ma poi in campo abbiamo faticato». Le altre sostituzioni a che cosa sono dovute? «Ho inserito Garbuio e Scarpa perché speravo in qualcosa di diverso in avanti, purtroppo non siamo riusciti ad effettuare nemmeno un tiro in porta. Facciamo fatica, ma lo sapevamo già. Però non dimentichiamo la qualità degli avversari che avevamo di fronte, loro si sono difesi bene».

Ore 19.00 – (Messaggero Veneto) Bella e capace di soffrire. E ora pure sola al quarto posto. La Sacilese torna da Montebelluna carica di belle notizie: va subito sotto, ma reagisce con veemenza e ribalta il risultato già prima dell’intervallo. E nella ripresa un eurogol di Beccaro mette il sigillo sulla seconda vittoria consecutiva dei liventini. Conferma in toto per l’undici che domenica scorsa aveva travolto l’Union Pro. Ma alla prima discesa il Montebelluna, reduce da 3 vittorie di fila, passa: Cusinato innesca Masiero, che a sua volta serve Giglio: per l’ex Tamai e Sanvitese è un gioco da ragazzi depositare in rete. La reazione della Sacilese non si fa attendere: Boscolo Papo scodella un morbido pallone per Spagnoli, che in area elude l’intervento di Rigo e realizza in rasoterra. Terzo gol in due partite per l’attaccante liventino. Al 15’ Sottovia sfiora un gol da cineteca: vede Rigo leggermente fuori dai pali e prova a sorprenderlo con un pallonetto dai 40 metri. Il portiere trevigiano si salva in extremis. Attorno alla mezz’ora, la rimonta si compie: Beccaro si incunea in area tra Severgnini e Frassetto (entrato pochi minuti prima al posto di Bressan, alle prese con un problema muscolare), finisce a terra, e l’arbitro fischia il rigore. Dal dischetto si presenta Baggio, che spiazza Rigo. Nella ripresa, Montebelluna subito vicino al pareggio. Corner di Giglio dalla sinistra e colpo di testa ravvicinato di Masiero dalla parte opposta. Zironelli opera il primo cambio: esce Peressini, entra Biasi Manolache. E la Sacilese prova a smorzare l’iniziativa, per quanto blanda, dei locali, con una conclusione dalla distanza di Favret. È il segnale del risveglio: Beccaro se ne va sulla sinistra, entra in area, elude gli interventi di mezza difesa trevigiana, si accentra e scarica a in rete di potenza. Prodezza d’applausi e gara chiusa.

Ore 18.40 – (Il Piccolo) «Per quello che è il suo potenziale attuale, la squadra ha fatto una buonissima partita. È chiaro che abbiamo delle difficoltà su cui stiamo lavorando, ed è chiaro che ci manca qualcosa. Ma la società sta già provvedendo». Le parole di Stefano Lotti fotografano nel modo migliore la situazione attuale della Triestina. La squadra tiene il campo, non è andata alle corde nemmeno con l’Altovicentino, ma punge troppo poco e paga a caro prezzo alcune disattenzioni offensive. Insomma, secondo il tecnico alabardato i limiti attuali non permettono di fare di più. Proprio per questo la società si è mossa con decisione sul mercato. E potrebbe non essere finita qui, visto che la dirigenza ieri ha fatto chiaramente capire che si apporteranno correzioni anche nella parte centrale del reparto arretrato: potrebbe ad esempio arrivare un terzino, con spostamento al centro di Celli. Ma torniamo a Lotti e alla partita di ieri: «Loro hanno fatto gol su due palle inattive, un angolo che potevamo evitare e poi, nel nostro momento buono, una distrazione che ha causato il rigore. Normale che appena saremo pronti e al completo, potremo fare quel qualcosa in più che ora paghiamo in inesperienza e in potenziale in certe zone del campo. Ma ripeto, la società sta facendo un ottimo lavoro, le partite le vediamo anche noi e sappiamo cosa manca». Il tecnico prova a spiegare anche a cosa sono dovuti i cali di attenzione difensiva: «Quando la difesa è messa sempre sotto pressione e non può respirare perché hai difficoltà a tenere su palla, una o due distrazioni nel corso di una partita possono succedere. Quando riusciremo a tenere più palla e a essere più pericolosi, anche la difesa respirerà di più». Sui nuovi arrivi, Lotti è molto fiducioso: «Sicuramente si tratta di ragazzi che abbiamo cercato e che hanno qualcosa in più, altrimenti non facevamo questi cambiamenti. Soprattutto hanno quelle qualità che a noi in questo momento sono indispensabili per uscire dal tunnel e cominciare a far punti».

Ore 18.30 – (Giornale di Vicenza) È un Cunico visibilmente soddisfatto quello che si presenta nella sala stampa del Nereo Rocco. «La squadra cresce domenica dopo domenica, non subiamo reti da due partite e mi sembra che sia in atto un processo di crescita importante. Ma non mi adagio di certo, credo che la squadra al momento sia al 70-80% delle sue potenzialità: dobbiamo migliorare sotto determinati aspetti e crescere nella gestione di certe situazioni durante la partita. A Trieste ho voluto giocare con il 3-4-3 per far digerire alla squadra un aspetto tattico differente in modo da poter avere più soluzioni per il futuro». Mister Cunico evidenzia poi la mentalità della sua squadra: «La rosa è stata ampiamente rinnovata in estate, ma si vede già una precisa identità e la ricerca costante del risultato attraverso il gioco, e questo non può che farmi piacere. Abbiamo fortunatamente un gruppo molto ampio, per questo voglio elogiare chi sta fuori o entra a partita in corso facendosi sempre trovare pronto. L´amalgama del gruppo è un passo fondamentale per sperare di disputare un ottimo campionato».

Ore 18.20 – (Giornale di Vicenza) Prosegue la marcia dell´Altovicentino che sbanca il “Nereo Rocco” di Trieste al termine di una partita che i ragazzi di Cunico hanno interpretato al meglio, facendosi preferire nettamente sotto il profilo tattico e controllando senza particolari patemi le velleitarie iniziative dei padroni di casa. Evidente la differenza tra le due compagini: la Triestina è una squadra senza una precisa identità, ancora in pieno calciomercato (tre giocatori tagliati in settimana a fronte di ben cinque nuovi arrivi, due dei quali in campo dal 1´ ieri pomeriggio), mentre la compagine di Cunico appare come una squadra che si muove a memoria, corta tra i reparti e piena di ottime individualità.  Sul campo mister Cunico non rischia l´acciaccato Brancato e, rispetto al match vinto contro l´Union Ripa inserisce dal 1´ Nchama, Pozza, Peluso e Giglio. […] Poco prima della mezz´ora, l´Altovicentino sblocca il risultato: corner perfetto di Peluso, il portiere triestino Di Piero esce male e Giglio di testa gonfia la rete, siglando il suo secondo gol stagionale. […] Al minuto 32 bella palla ficcante di Giorgino per il neo-entrato Portelli che controlla bene e trova lo spazio per un diagonale potente e velenoso: bravissimo Logofatu a respingere col corpo. Sul capovolgimento di fronte Kabine e Giglio vengono messi giù in area: l´arbitro sanziona il secondo fallo decretando il rigore per l´Altovicentino. Glaciale Dal Dosso, che col sinistro spiazza Di Piero siglando il raddoppio e chiudendo di fatto il match.

Ore 18.10 – (Biancoscudati Padova) La Biancoscudati Padova informa che sono già in vendita i biglietti per la gara Biancoscudati Padova – Ital Lenti Belluno, in programma domenica 19 ottobre alle 15.00. I tagliandi possono essere acquistati nei punti vendita Ticketone, sul sito www.ticketone.it fino alle ore 12.00 di domenica 19 ottobre. Le biglietterie dello Stadio Euganeo apriranno il giorno della gara alle ore 13.30. Punti vendita TicketOne abilitati alla vendita dei biglietti: – Coin Ticketstore – via Altinate 16/8 – Padova – Tel. 049-8364084; – Toto Abano – viale delle terme 87 – Abano Terme – Tel. 049-810665; – Totoricevitoria “Casa Fortuna” – via Bajardi 5 (presso Centro Commerciale “La Corte”) – Tel. 049-8647805; – Lastminute Tour Vigonza c/o Centro Matrix Shop – Via Udine 3, – Vigonza (Padova) – Tel. 049-629171; Per informazioni – Mail – biglietteria@padovacalcio.it Tel. 049 604498.

Ore 18.00 – (Gazzettino) Non ha molto da rimproverarsi Vinicio Bisioli dopo la sfida con Castelfranco che i suoi uomini hanno perso solo per un autogol. «Ce la siamo giocata alla pari – sottolinea il tecnico del Thermal – La partita è stata combattuta, equilibrata e molto intensa. Abbiamo avuto un paio di occasioni noi e un paio le abbiamo concesse a loro. Siamo stati sfortunati su un singolo episodio, quello dell’autogol, che però ha deciso alla fine il risultato». La partita di Castelfranco ha avuto un contenuto agonistico notevole. «La loro squadra è molto fisica, le ammonizioni lo testimoniano. Sapevamo che ci saremmo trovati di fronte ad una partita di questo tipo e in campo non ci siamo intimoriti. L’approccio è stato quello giusto, la mentalità quella che dovevamo avere, non possiamo rimproverarci nulla a parte quell’episodio che rimane caratterizzato dalla sfortuna». Il Thermal intanto sta uscendo da un periodo di emergenza infortuni. «Oggi abbiamo fatto giocare Sabbion per una ventina di minuti, rischiando, ma è andato tutto bene – conclude Bisioli – Anche Pitali è recuperato e Rocco sta bene».

Ore 17.50 – (Mattino di Padova) Quarta sconfitta consecutiva per la Thermal Abano che si arrende di misura a Castelfranco. A decidere una partita destinata al pareggio è la malasorte che colpisce la formazione di Bisioli condannata dall’autogol di Montin. E così zero punti nonostante una prestazione positiva che, senza lo zampino della Dea bendata, avrebbe dovuto rendere molto di più. La partita si sblocca in un secondo tempo anonimo, anche se la parte di gara più interessante è certamente quella iniziale. […] Al rientro in campo dopo la pausa, Sacenti scaraventa un pallone al centro. L’invito sarebbe per Savatore Ferrara ed invece interviene il difensore Montin che infila la propria porta. Un regalone agli avversari, che ringraziano. La reazione della Thermal tarda, ma comunque arriva. Il neo-entrato Sabbion spizza per Rocco che non trova il bersaglio grosso. Un altro fuoco di paglia.

Ore 17.40 – (Gazzettino) «Sono contento per i ragazzi perché si allenano con tanto entusiasmo e voglia. Di sicuro non abbiamo risolto tutti i nostri problemi, ma questa vittoria ci dà convinzione». Il primo pensiero di Damiano Longhi è per i suoi giocatori che sono riusciti a ottenere il primo successo in campionato. Una vittoria conquistata con grande fatica, al di là del 3-1 finale. «Abbiamo delle difficoltà che a volte ci creiamo da soli, perché dopo l’1-0 ci siamo abbassati troppo. Oltre ad avere dei limiti, abbiamo però anche buone qualità e dobbiamo sfruttarle di più». Questi tre punti sono una boccata d’ossigeno importante per la classifica e per il morale della squadra. «Questo è un buon gruppo, vedo tutti i giorni come si allenano. Il merito della vittoria è dei ragazzi che hanno disputato una partita di grande sacrificio. Dobbiamo lavorare e migliorare molto, ma questo successo deve essere un primo passo per risollevare al più presto la nostra classifica». Intanto, con i gialloblù si stanno allenando anche l’attaccante Sedivec (ex Catania, Perugia, Crotone e Triestina) e il difensore Bolzan.

Ore 17.30 – (Mattino di Padova) E al settimo giorno il San Paolo si destò. Arriva finalmente la prima vittoria stagionale per l’Atletico che “espugna” l’Euganeo con un perentorio 3–1 a scapito di un Jolly Montemurlo più sventurato che arrendevole. Tre puntelli sulla panchina di Damiano Longhi che ritrova un po’ di ossigeno dopo un inizio di campionato tremebondo. I padovani salgono a cinque e compiono un balzello in graduatoria che permette loro di superare proprio il Montemurlo e di abbandonare la poco ambita maglia nera del girone, adesso sulle spalle dell’Imolese. Vittoria che se ancora non scaccia i cattivi presagi, potrebbe un giorno essere ricordata come quella della svolta. Il toscanaccio Settesoldi dimostra di valere di più del proprio cognome e si gioca la trasferta con coraggio, proponendo un assatanato Mezgour a scompigliare la retroguardia patavina, supportato da De Gori e, soprattutto, da un pressing asfissiante che, nel primo tempo, produce ben undici calci d’angolo. L’Atletico possiede, tuttavia, due valvole di sfogo salvifiche sulle fasce, composte da Gusella e, soprattutto, dal man of the match Marcolin, dirette dal regista avanzato Matteini.

Ore 17.20 – (Gazzettino) È visibilmente contento al termine del match il tecnico Massimiliano De Mozzi. «La soddisfazione più grande è che ce la siamo giocati alla pari contro una grande squadra – esordisce il tecnico vicentino – Forse nella ripresa loro hanno spinto di più, ma noi abbiamo concesso poco e con Bortolotto abbiamo avuto anche l’occasione più nitida». Ha sorpreso l’esclusione dall’undici iniziale di pedine importanti, su tutti Barichello e Da Ros, e il modulo con la difesa a tre. «Ho preferito giocare con i tre in difesa per avere un uomo in più a centrocampo, sapendo il loro modo di giocare – spiega De Mozzi– Con questa disposizione tattica mi servivano uomini con caratteristiche diverse, vedi Franceschini che sulla fascia garantisce più corsa di Da Ros. Barichello? Veniva da una settimana non facile, ma aveva recuperato. In ogni caso ho voluto dare fiducia a Guccione». La vittoria contro la Correggese permette ai termali di agganciare il quinto posto, ma il tecnico rimane con i piedi per terra: «Sono convinto che faremo un buon campionato, ma il nostro primo obiettivo rimane la salvezza».

Ore 17.10 – (Mattino di Padova) Via il pallone e fuori la chitarra. A strimpellare è l’Abano, che batte 1-0 la Correggese del buon Luciano Ligabue, cittadino illustre di Correggio e gran tifoso delle “Tigri” biancorosse. Suonano alla grande i neroverdi, anche perché gli uomini di mister Massimo Bagatti, come dice proprio il Liga in una sua canzone, vorrebbero «viaggiare in prima» e la vittoria aponense profuma di beffa, per gli obiettivi annunciati (e agli antipodi) delle due società. Lega Pro per gli emiliani, salvezza tranquilla per l’Abano, o perlomeno così si dice. Bortolotto & co. non sembrano ragazzotti affannati dal limbo delle zone calde, anzi. Giocano, e pure bene. Soffrono, è vero, ma sanno quando sparare il pallone in direzione Torreglia, tanto per essere certi che la palla non arrivi dalle parti di Murano. Il portierino dell’Abano sbroglia qualche matassa mica da ridere, opponendosi a Chiurato al quarto d’ora, a Lari al 30’ e infine a Selvatico (con un intervento da medaglia al valore) al 40’. Tre miracoli che mettono al sicuro il vantaggio firmato da Bortolotto (24’), servito da Ballarin con un’imbucata per vie centrali che più classica di così non si può. Il numero dieci neroverde ci mette solo la tecnica: stop a seguire, botta sicura e Pellitteri battuto.

Ore 16.50 – (Gazzettino) La partita della verità. Per ammissione dello stesso Foscarini il posticipo di stasera tra Varese e Cittadella offrirà indicazioni importanti sull’immediato futuro che attende i colori granata. Due le strade possibili: o ci si rimette in carreggiata dopo le tre sconfitte consecutive o c’è il pericolo di aprire una piccola crisi, con le tante incognite connesse. «Quella dell’Ossola è una gara importante e molto delicata sul piano psicologico. Incappare in un altro passo falso significherebbe imboccare un tunnel pericoloso. È vero che siamo “vaccinati” a queste situazioni, ma non sai mai come possa reagire la squadra sul piano della personalità. Noi abbiamo un imperativo: andare a Varese a caccia di punti e per questo servono volontà, determinazione e giusto approccio. Non dobbiamo dimenticarci a casa nessuna di queste componenti», spiega Foscarini. Il primo obiettivo è non subire gol visto che il Cittadella è tra le difese peggiori della categoria. «È la prima volta in serie B che mi capita un’annata particolare come questa. Subiamo tanto a livello difensivo, e non mi riferisco soltanto al reparto arretrato, perché la fase di non possesso va gestita con tutti i giocatori. A volte gli avversari tirano tante volte verso la nostra porta perché il centrocampo non filtra a dovere, e dobbiamo migliorare in questo senso. Per contro, ho il terzo migliore attacco del campionato, che vuol dire occasioni e pericolosità. Vorrei che la squadra fosse propositiva e nello stesso tempo trovasse un maggiore equilibrio difensivo. Stiamo lavorando per riuscirci». Il Varese ha gli stessi punti del Cittadella, quasi uno scontro diretto. «È una squadra che dispone di una buona rosa e ha gli stessi nostri parametri, anche nella differenza reti. In questo momento il Varese è sulla nostra fascia, e in casa sta ritrovando gli stimoli che soprattutto all’inizio dello scorso anno aveva smarrito. Non dico che sia un’avversaria abbordabile, ma credo sia alla nostra portata». E Foscarini non si accontenta del pareggio: «Non parto mai con questa idea, il Cittadella andrà a Varese per giocarsela fino in fondo. È logico che per cambiare il trend negativo potrebbe andare bene anche il punto, e per esperienza personale, dopo una serie negativa difficilmente riesci a centrare la vittoria. Il pareggio, quindi, potrebbe essere comunque un risultato importante». Anche stasera ci saranno diverse assenze. Pellizzer deve scontare l’ultima delle tre giornate di squalifica, inoltre sono rimasti a casa Paolucci, Donazzan e pure Rigoni, che non ha recuperato dall’infiammazione al piede. Foscarini recupera invece Schenetti, che difficilmente però partirà dall’inizio. Probabile quindi un centrocampo a tre con Benedetti e Busellato sicuri, Palma e Lora a contendersi una maglia. Potrebbero influire anche le condizioni del tempo nelle scelte di Foscarini: stasera a Varese è prevista pioggia forte. GLI AVVERSARI. «Mi aspetto una partita divertente, tra due squadre che si affronteranno a viso aperto. Di sicuro noi lo faremo», le parole del tecnico dei lombardi Stefano Bettinelli. Probabile formazione Cittadella (4-3-1-2): Valentini; Cappelletti, Scaglia, Signorini, Barreca; Busellato, Rigoni, Benedetti; Sgrigna; Gerardi, Coralli.

Ore 16.40 – (Mattino di Padova) «È una partita molto delicata sotto il profilo psicologico. Uscire da Varese con un risultato negativo vorrebbe dire entrare in un piccolo tunnel». Claudio Foscarini presenta così l’impegno di stasera del suo Cittadella in casa del Varese. Dopo tre ko consecutivi il Citta ha bisogno di invertire la rotta per tornare a spiccare il volo verso le zone nobili della classifica. «Dobbiamo reagire con personalità», osserva l’allenatore granata. «E andare a caccia di punti con volontà, determinazione». La settimana del Cittadella è andata via liscia, anche se i granata hanno ovviamente dovuto leccarsi le ferite delle tre sconfitte di fila. «Ho un gruppo che lavora e che si impegna sempre al massimo, mettendoci tanto entusiasmo», spiega Foscarini. «Dobbiamo riuscire a proporre in partita quanto riusciamo a fare negli allenamenti. Quando non ci riusciamo logicamente non riesco a darmi pace». «Questa è un’annata anomale», prosegue il tecnico riesino. «In questo campionato stiamo subendo troppi gol, troppi traversoni e tiri in porta. Allo stesso tempo abbiamo il terzo migliore attacco della serie B. Tiriamo spesso in porta e siamo sovente pericolosi. È il gioco della coperta corta, nel senso che tiri da una parte e resti scoperto dall’altra. Dobbiamo trovare assolutamente l’equilibrio». Con il Varese mancheranno gli infortunati Rigoni, Donazzan e Paolucci e lo squalificato Pellizzer, che in Lombardia sconterà la terza e ultima giornata di stop imposta dal giudice sportivo. Rientra invece Schenetti. Tra i convocati anche il baby centrocampista della Primavera Battagliarin. Probabile che Foscarini decida di partire con il modulo 4-3-1-2. «Forse giocare con quattro punte come abbiamo fatto sabato scorso contro il Lanciano è troppo. Non se le può permettere nemmeno il Real Madrid. La squadra deve scendere in campo con maggior equilibrio». Al posto di Rigoni dovrebbe giocare Lora, anche se nelle ultime ore si è fatta avanti la candidatura di Palma. In difesa è ballottaggio tra Signorini e De Leidi. «Affrontiamo un Varese che ha i nostri stessi parametri in classifica. È una squadra della nostra fascia. In casa sta ritrovando gli stimoli che lo scorso anno aveva smarrito». All’Ossola, dopo tre ko consecutivi, potrebbe andrebbe bene il pareggio al Cittadella. «Vediamo come sarà la partita. A volte dopo tre sconfitte di fila è difficile centrare una vittoria e bisogna accontentarsi di un pareggio». Flash finale su Valentini, autore della “papera” che è costata la bruciante sconfitta nella gara contro il Lanciano. «Ho piena fiducia in lui. Se vedo nel portiere la convinzione che mi aspetto gli do la mia fiducia, altrimenti posso anche cambiare senza problemi come successe qualche anno fa all’ultima giornata (Pierobon rilevò Cordaz ndr)». Probabile formazione Cittadella (4-3-1-2): Valentini; Cappelletti, Scaglia, Signorini, Barreca; Busellato, Benedetti, Lora; Sgrigna; Coralli, Gerardi.

Ore 16.20 – Un flash di Fabrizio De Poli a margine dell’allenamento odierno: “A Fano mi aspetto di vedere qualcuno che ha giocato meno. Infastidisce questo turno di Coppa Italia prima di Belluno? No, anzi è un divertimento giocare!”.

Ore 16.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 15.40 – Qui Guizza: partitella a campo ridotto per le riserve di ieri.

Ore 15.20 – Qui Guizza: lavoro defaticante per i titolari di ieri, tra cui non figura Degrassi.

Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati già in campo per l’allenamento.

Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Contento per la vittoria ma anche per la rete personale. Mike Miniati ha il sorriso dipinto sul volto. «Di solito faccio 3-4 gol a stagione – ha detto il centrocampista – e dopo sei giornate mi ritrovo già a quota tre. Spero di continuare così. L’azione? Devo spartire il merito con Duravia che ma messo in area un ottimo pallone, io mi sono fatto trovare al posto giusto al momento giusto. I miei inserimenti? È il mio modo di giocare, il mister lo apprezza e me lo fa mettere in pratica». Più o meno dura del previsto questa vittoria?
«Sapevamo che l’Arzignanochiampo possiede giocatori di caratura, soprattutto in attacco, e quindi eravamo consapevoli che non sarebbe stata una passeggiata. In settimana però avevamo preparato bene la partita e credo che, a parte un quarto d’ora di difficoltà, abbiamo sempre avuto in mano le redini del gioco». Domenica vi aspetta la sfida di vertice con trasferta a Padova. «Le motivazioni non mancheranno di certo. Andiamo a giocare contro una grande squadra in uno stadio che sprizza storia: ce la giocheremo». Spazio al bomber dell’incontro. Il tempo di entrare e subito lascia il segno. «È andata bene anche oggi. Felice e contento – ha dichiarato Ruben D’Incà – per la doppietta, ma soprattutto per aver contribuito a ottenere la sesta vittoria consecutiva che ci permette di restare in vetta alla classifica. Quando siamo entrati, Mosca mi ha detto che mi avrebbe passato una palla-gol: è stato di parola. Credo che la nostra forza stia nel gruppo. Non ci sono solo 11 titolari, anche chi parte dalla panchina dà un importante contributo e la riprova l’abbiamo avuta anche oggi. Abbiamo una rosa ampia, il mister fa le sue scelte, l’importante è farsi trovare pronti». Un ruolo rilevante nell’allestimento della formazione l’ha avuto sicuramente il direttore sportivo Augusto Fardin. «Ma la mossa fondamentale – racconta il ds – è stata quella di convincere Vecchiato a smettere i panni del giocatore e di indossare quelli dell’allenatore. In effetti la passata stagione avevamo una panchina molto corta, quest’anno la rosa a disposizione del mister è molto più ampia. La partita con il Padova? Mi sarebbe piaciuto giocarla in casa nostra».

Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Avete presente uno schiacciasassi? Ecco, allora avete bene in mente l’Ital-Lenti Belluno: 6 vittorie su 6, 18 punti in cascina in meno di 40 giorni, +6 sulla quarta, miglior attacco (17 gol), miglior difesa (5 reti), 8 giocatori in rete e una media esterna da far spavento. Dall’inizio del campionato, in 540’, il Belluno ha puntualmente segnato ogni mezz’ora. In trasferta poi, tanti auguri: media superiore a 3 reti a match. Unico a tenere il passo, con un solo gol segnato in meno, il Padova. Ovvero i prossimi avversari, all’Euganeo, nel match-clou dell’intera serie D. Con la sconfitta del Gallipoli infatti Padova e Belluno sono le uniche due squadre a punteggio pieno della categoria. I biglietti per la partita (10 euro prezzo fisso, gratis per gli under 11) saranno in vendita dalle 15.30 di oggi nei punti vendita del circuito Ticketone (www.ticketone.it) e il gruppo Ultras Belluno sta organizzando una corriera per la trasferta.

Ore 14.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Sono le migliori d’Italia, sono capoluoghi, sono forti (molto) e domenica si troveranno faccia a faccia. Ieri pomeriggio, alle 16.45 e pochi secondi, archiviati pure l’Arzignano e il Fontanafredda, è ufficialmente iniziata Padova-Belluno. Il match clou della serie D, la sfida tra le uniche squadre a punteggio pieno sulle 167 della categoria, la partita tra due formazioni distanziate da un solo gol di scarto, quello in più segnato dal Belluno (17 a 16). Il Belluno di Roberto Vecchiato, nato per non soffrire, in sei giornate si è scoperto devastante. Ultima vittima in ordine cronologico l’Arzignano, le cui speranze sono durate l’attimo del momentaneo 2-1 di Trinchieri dopo il doppio vantaggio Miniati-D’Incà e il definitivo 3-1 ancora di Ruben D’Incà. Già, perché in questo Belluno, che può addirittura permettersi di aspettare con comodo un certo Andrea Radrezza, i titolari sono 16 o 17 circa. Chi non è tra gli undici prima o poi entra e quando lo fa spesso è decisivo. L’unico protagonista di questa cavalcata parallela a mancare Padova-Belluno sarà probabilmente bomber Ferretti, il capocannoniere del campionato ko per infortunio. L’unico diffidato dei gialloblù, Bertagno, ieri ha evitato sanzioni. Il resto – emozioni, stimoli e motivazioni in primis – abbonda e l’appuntamento, scongiurato l’anticipo visto che il Padova mercoledì sarà impegnato a Fano in Coppa Italia, è per domenica prossima, alle 15, all’Euganeo. Il giusto teatro di una grande occasione.

Ore 14.10 – (Corriere delle Alpi) Se il Belluno continua a guardare tutti dall’alto verso il basso è merito anche di chi la squadra ha contribuito a costruirla. E, nella fattispecie, del ds Augusto Fardin: «Abbiamo lavorato tutti assieme, ma rimango dell’idea che il mio migliore acquisto risalga allo scorso anno, quando ho convinto Vecchiato a fare l’allenatore. Era ora che smettesse di giocare vedendo i risultati che fa in panchina. Il vero colpo è stato lui». .Fardin va anche ad analizzare i possibili fattori che hanno determinato l’exploit del Belluno: «Lo scorso anno poteva esserci un problema di organico nella misura dei ricambi. Ma quest’anno, com’è evidente, i cambi non solo sono buoni ma ci fanno anche vincere le partite Nell’altro spogliatoio mister Paolo Beggio elogia i gialloblù: «Il Belluno ha fatto un buon primo tempo, mi hanno impressionato fisicamente. Erano difficili da tenere, accorciavano e spesso hanno tentato la ripartenza con palle basse. Ma noi nel secondo tempo abbiamo fatto tutt’altra partita e se avessimo strappato un pareggio non avremmo rubato nulla. Gli errori individuali però si pagano a caro prezzo».

Ore 14.00 – (Corriere delle Alpi) Soddisfatto, e come non esserlo. Ma con un po’ di sudore sulla fronte da asciugare. Il motivo ce lo spiega il tecnico del Belluno, Roberto Vecchiato: «Era una partita che dovevamo chiudere prima, perché quando arrivi oltre l’80’ sul 2-1 dopo tutto quello che abbiamo creato, è troppo…». E in effetti, è impossibile dargli torto: «C’è stata un po’ di imprecisione sotto porta, e forse nei primi minuti siamo stati anche un po’ passivi. Il che ci può stare, ma non se vuoi portare a casa tre punti tranquilli». Vecchiato l’aveva detto alla vigilia e l’ha ribadito ieri al termine della gara: «Sapevamo che con le loro individualità potevano crearci qualche problema, ma alla distanza siamo venuti fuori». E, ancora una volta, grazie all’apporto avuto da chi è entrato a partita in corso: «Il Belluno ha una rosa importante, costruita bene e con requisiti particolari anche caratteriali. Ci sono sì molti giovani, ma che hanno esperienza di categoria. E poi il fatto che ci siano tanti bellunesi aiuta certamente la coesione del gruppo». E nonostante sia ormai la sesta vittoria consecutiva centrata dai suoi ragazzi, Vecchiato continua a non nascondere la piacevole sorpresa offerta in questo inizio di stagione: «L’obiettivo primo è sempre stato quello di salvarsi con serenità e divertendosi. Anche la scorsa stagione poi ci siamo presi le nostre soddisfazioni e quest’anno sapevamo certo di essere competitivi. Ma 18 punti… quelli no, non me li aspettavo» Soprattutto per alcuni motivi: «A guardare oggi questa squadra c’erano quattro elementi nuovi rispetto lo scorso anno, senza contare il modulo di gioco che è cambiato: non era scontato che andasse così bene». E se, da un lato, il tecnico della capolista avrebbe preferito chiudere prima la gara, dall’altro sottolinea cosa più gli è piaciuto: «Sicuramente la qualità del gioco e la reazione sul 2-1 dell’Arzignano. che avrebbe potuto far accrescere un po’ di paura». Ora il Padova: «Ogni domenica è diversa, non so quanti avrebbero detto che noi saremmo stati i protagonisti di una sfida di alta classifica. Studierò gli avversari come ho sempre fatto, e staremo concentrati sulle loro qualità».

Ore 13.50 – (Corriere delle Alpi) Suona l’allarme in casa Padova. È vero, la squadra della città del Santo ha conquistato anch’essa la sesta vittoria in altrettanti incontri, ma la nota stonata arriva dal solito imbecille annidato fra le centinaia di tifosi che hanno seguito i propri beniamini a Fontanafredda. Perché le conseguenze del petardo fatto esplodere nella tribuna riservata agli ospiti dopo il 3-1 di Tiboni, e preceduto dalla “goliardata” della bambola gonfiabile lanciata al giocatore bresciano per festeggiarne il gol, rischiano di essere pesanti. Il campo del Padova era già in diffida per il lancio di una bottiglietta d’acqua contro un guardalinee a Montebelluna, alla seconda giornata: se arbitro e commissario di campo della Can D (un triestino) dovessero calcare la mano, allora il timore di avere l’Euganeo squalificato diverrebbe concreto.

Ore 13.40 – (Corriere delle Alpi) È il Belluno dei primati. Il più importante è quello che conferma la coabitazione (assieme al Padova) nell’attico della classifica. La sonora vittoria per 3-1 in casa dell’Arzignanochiampo consente, infatti, alla squadra di Vecchiato di rimanere al piano più alto del girone C assieme ai biancoscudati, prossimi avversari in campionato tra sei giorni. Ma i record non si fermano qui. I tre gol impacchettati ieri consentono al Belluno di essere anche l’attacco più prolifico del girone C (17 gol) e allo stesso tempo la miglior difesa (5 reti subite, stavolta come il Padova e l’Altovicentino). Senza dimenticare che il Belluno non conosce altro che una parola: vittoria. È per tutti questi motivi che ci sarà da divertirsi, domenica, allo stadio Euganeo. Ma se è vero che il Belluno è una macchina pressoché perfetta, t è altrettanto vero che l’Arzignanochiampo ha messo in campo le sue individualità senza paura. Va detto: i padroni di casa hanno “rischiato” il pareggio quando l’arbitro Di Gioia ha giudicato estremamente fisica la giocata dell’1-1 di Marchetti. Poi, e va sottolineato, il Belluno è squadra che non perdona. E la differenza la fa chi, come D’Incà, appena gettato nella mischia, ti fa due gol nel giro di un quarto d’ora.

Ore 13.20 – L’arbitro di Alma Juventus Fano-Padova sarà il signor Luigi Carella di Bari, coadiuvato dagli assistenti di linea Carpi Melchiorre e Castrica.

Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Il rigore contro ci può stare, ma contesto il fallo netto che c’era prima e non è stato rilevato. Il Padova è forte e non ha bisogno di questi aiuti. In 90′ l’arbitro non ci ha fischiato un fallo che fosse nostro». Maurizio De Pieri si sfoga nell’analisi, concentrandosi soprattutto sull’operato arbitrale. «Poi dico che sono anche molto arrabbiato con Martini, per l’espulsione che si è procurato. Dispiace per una squadra giovane come la mia subire queste decisioni, con i ragazzi che sono tanto affranti quanto arrabbiati. Il risultato non cambia, giriamo pagina». Cambiando qualcosa nel Fontanafredda? «Avevamo preparato – risponde – una partita di contenimento, con un uomo in più in mezzo al campo, ma i gol presi subito e l’espulsione hanno sballato tutto. Avevo messo Tacoli su Cunico a uomo, per cercare di togliere la possibilità dei lanci lunghi. Certo che non dobbiamo commettere ingenuità, come l’espulsione, che sono gravi per noi. Cosa positiva La reazione nel secondo tempo, nonostante fossimo in dieci, mostrando voglia e volontà di onorare la partita». Dall’altra parte del corridoio se ne va Carmine Parlato, l’allenatore che con la 6. vittoria (intanto) ha battuto il record di miglior inizio campionato del Padova. Durava dalla stagione 1982-83. «Questa trasferta è stata difficile come prevedevo – sostiene l’ex Pordenone – ma i ragazzi sono stati capaci di un primo tempo bellissimo e di un secondo in cui è mancata la ciliegina sulla torta. Il gol per chiuderla prima».

Ore 12.50 – (Messaggero Veneto) «Il Padova ha meritato la vittoria, però noi siamo stati penalizzati dall’arbitraggio»: a Maurizio De Pieri non va giù la gestione del direttore di gara più del ko, preventivato in parte con la capolista veneta. Non lo dice, però si intuisce che il tecnico del Fontanafredda non gradisce il rigore dello 0-2 e la mancata espulsione di Niccolini nella ripresa: «Una piccola squadra come la nostra non può ricevere un trattamento così – afferma il trainer – e il Padova non ha bisogno di aiutini: è talmente più forte che partite del genere le vince lo stesso. Andiamo avanti, il nostro campionato ricomincia col Legnago». Rossoneri al terzo ko di fila, tra sei giorni la possibilità di rifarsi. Intanto questo ko e De Pieri ce l’ha anche con Martini, reo di essersi fatto espellere al 26’ per un’entrata violenta su Nichele: «Sono molto arrabbiato con lui – tuona il tecnico – un comportamento del genere è ingiustificabile. Qui c’è bisogno di tutti, non si possono prendere espulsioni così». Chiusura con Parlato: «Bene così – commenta il tecnico della capolista -: la nostra fame del primo tempo ha fatto la differenza. Abbiamo fatto un po’ fatica nella ripresa, l’importante però erano i 3 punti e li abbiamo ottenuti».

Ore 12.40 – (Messaggero Veneto) Per dieci minuti il Fontanafredda sogna il colpaccio: segna l’1-2 e l’inerzia sembra dalla sua. Poi Tiboni fa il numero, gol-monstre e chiude la pratica: vince il Padova al Tognon ed è giusto così. Nella sesta giornata di serie D, nello stadio intitolato a un patavino doc, ex capitano del Milan, i veneti ottengono la sesta affermazione su sei gare (record della storia del club) e condannano i rivali al terzo ko filato. Tripudio veneto, mezza depressione rossonera. Perché la squadra di casa, pur rimanendo in 10 dal 26’ (giusta espulsione di Martini) non demerita del tutto, anzi: è condannata da un arbitraggio discutibile e dalla differenza d’organico rispetto ai rivali. A ogni modo, su il morale: il campionato del “Fontana” ricomincia domenica prossima, con lo scontro diretto col Legnago. […] Vince il Padova con merito, il Fontanafredda pensa già al Legnago e poi al Dro, scontri-salvezza veri: lì bisognerà fare punti, costi quel che costi. La salvezza in D passa da gare così.

Ore 12.20 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Bravi, ma si doveva rischiare di meno”) Premesso che vincere non è mai facile, tanto più in trasferta, il Padova avrebbe potuto e dovuto rischiare di meno. Sul 2-0 (ottimo l’approccio nonostante le assenze di Ferretti e Segato) e in superiorità numerica, una squadra già matura al punto giusto avrebbe dovuto gestire in tutta tranquillità la gara e al momento opportuno siglare il terzo gol e chiudere i conti. Così invece non è stato. Forse illudendosi che il più fosse fatto, i biancoscudati hanno infatti abbassato pericolosamente la soglia dell’attenzione e il Fontanafredda ne ha subito approfittato per rientrare in partita. Troppe le situazioni pericolose concesse agli avversari per superficialità e leggerezza: il fallo di Dionisi sull’avversario lanciato a rete nel primo tempo, la trattenuta – che meritava il rosso – di Niccolini a fermare la corsa di Florean verso l’area nella ripresa, un paio di punizioni dal limite che con una migliore lettura si potevano tranquillamente evitare, l’intervento scomposto ancora di Dionisi punito dall’arbitro con il rigore del 2-1. E tutto questo – lo ripetiamo – con il Fontanafredda che era sotto di due gol e aveva un uomo in meno. Errori di atteggiamento e di mentalità che sono assolutamente da correggere. Per fortuna a rimettere le cose a posto ci hanno pensato i cambi azzeccati di Parlato che inserendo due attaccanti al posto di due centrocampisti ha restituito al Padova la voglia di cercare il terzo gol anzichè di accontentarsi. E sull’asse Petrilli-Tiboni il 3-1 è diventato realtà.

Ore 12.10 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Petkovic 6; Dionisi 5.5, Sentinelli 6, Niccolini 5.5, Degrassi 6.5; Mazzocco 7, Nichele 6, Bedin 6.5 (Petrilli 6.5); Cunico 6.5 (Tiboni 7); Ilari 6, Pittarello 6 (Atai Najafi sv).

Ore 12.00 – (Gazzettino) Nella ripresa il Padova sembra controllare senza affanno le offensive friulane, sfiorando più volte il tris con Ilari, Cunico, Pittarello e Mazzocco. In questo frangente della gara si evidenziano però anche gli aspetti sui quali Parlato deve ancora lavorare molto: la squadra, poco lucido sottoporta, non chiude la gara e rischia di farla riaprire agli avversari per disattenzioni difensive, come quella di Niccolini che al 12′ commette un fallo al limite dell’area su Florean, lanciato a rete, che meritava il rosso anziché l’ammonizione. La gara rischia di riaprirsi veramente al 33′ con il gol di De Martin che trasforma il rigore concesso per fallo su di lui di Dionisi dopo una punizione respinta da Petkovic. Poi però i cambi di Parlato favoriscono il tris a opera del debuttante Tiboni, appena entrato in campo, che supera un avversario e calcia all’angolino, dopo una bella azione sulla sinistra di Petrilli, accendendo la festa dei mille tifosi presenti al “Tognon”, pronti per la sfida al vertice di domenica all’Euganeo con il Belluno.

Ore 11.50 – (Gazzettino) Al 9′ doppio miracolo del portiere di casa sul tentativo dalla destra di Ilari, e sulla successiva ribattuta al volo di Pittarello, ma nulla può Vicario un minuto dopo sulla perfetta conclusione dalla lunetta di Mazzocco, al secondo centro in campionato, che s’insacca all’angolino di destra. Impalpabile la reazione del Fontanafredda, che crea qualche grattacapo solo su un paio di punizioni dalla trequarti. Di ben altro spessore gli assalti del Padova, che come nella precedente occasione, colpisce dopo avere sfiorato un gol: su traversone dalla destra di Dionisi, Bedin di testa centra il palo, poi la palla arriva sui piedi di Mazzocco che dal limite calcia a botta sicura, ma il suo tiro viene stoppato di mano in area da Malerba. Ineccepibile il rigore e Cunico, reduce da due errori dal dischetto, si propone con personalità per la battuta superando Vicario con un rasoterra angolato alla sua destra (23′). A complicare la situazione del Fontanafredda ci pensa poi Martini che al 27′ rifila uno spintone e una ginocchiata a Nichele con palla lontana e viene espulso. Rischia lo stesso a Dionisi al 43′ per un intervento su Florean in possibile situazione di chiara occasione da rete, ma l’arbitro si limita al giallo per la posizione defilata dell’avversario.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Ancora una prova di forza del Padova che, più forte delle assenze, espugna il campo di Fontanafredda e conquista la sesta vittoria in altrettante gare di campionato, superando la striscia iniziale di cinque successi ottenuta nel torneo 1986-87 dalla squadra allora allenata da Adriano Buffoni. Partita saldamente in pugno sin dalle prime battute e risultato virtualmente acquisito già alla mezz’ora, grazie all’uno-due siglato da Mazzocco e Cunico e alla superiorità numerica provocata dall’espulsione di Martini. Parlato, che deve rinunciare allo squalificato Segato e all’infortunato Ferretti, oltre agli interpreti cambia il modulo, puntando sul centrocampo a tre, con l’esordio dal primo minuto di Nichele e Bedin e con Cunico a ridosso della coppia d’attacco formata da Ilari e dal giovane Pittarello, terzo debuttante della giornata. Un tiro parato dopo un minuto di Ilari e una incornata appena alta di Sentinelli fanno immediatamente intuire il copione del match, con i biancoscudati alla ricerca del vantaggio.

Ore 11.30 – (Gazzettino) Marco Cunico ritrova il gol su rigore dopo i due precedenti errori dal dischetto. Brividi? «Me la sono sentita di tirare ed è andata bene. Chiaro che, con i precedenti, ogni volta la porta diventa sempre più piccola. Grazie ai miei compagni che me lo hanno lasciato calciare, anche se ammetto che dopo due errori la palla sul dischetto scotta. Il portiere ha intuito il tiro, ma ho colpito bene e forte. Sono contento di aver segnato su rigore, ancora più che l’avessi fatto su azione». Settimana da nove punti? «Intanto mercoledì andiamo a Fano per vincere. Poi penseremo al Belluno». Forza fresca e determinante è stata quella messa in campo da Tiboni. «Sono contento per aver fatto un gol importante e perché non mi aspettavo tutti quei cori dai tifosi. Per me è importante segnare e giocare, sono a posto, ma mi mancano i novanta minuti. Penso che le prossime partite mi serviranno per questo. Sto bene e sono sereno, questo per un calciatore è davvero importante».

Ore 11.20 – (Gazzettino) «A tutti faccio i complimenti. Hanno interpretato bene anche il diverso modulo di gioco, il 4-3-1-2, che avevamo provato in settimana e che ha dato i suoi frutti. Certo che ci sono tanti motivi per sorridere, tenendo sempre i piedi per terra». Un buon inizio di una settimana densa di impegni. «Ci aspettavano tre partite in otto giorni, la prima è andata bene. La settimana sarà terribile. Intanto comunque pensiamo alla Coppa Italia, alla trasferta di Fano, poi ragioneremo sul Belluno». Che la vittoria a Fontanafredda coincida con un record interessa relativamente anche al presidente Bergamin. «Con tante occasioni così si poteva chiudere prima la partita. Al di là del record, guardiamo a qualcosa di più per fine stagione. La rosa è importante, è stato cambiato modulo, ma la squadra è compatta. Diciamo che abbiamo generato “suspense” nel secondo tempo. Ci siamo mangiati dei gol e preso uno non so come». Pensa già al Belluno? «Domenica ci sarà il test più importante fatto finora, ma anche all’infrasettimanale di Coppa ci teniamo molto. Ci penserà l’allenatore a gestire le energie per tutte e due le gare. Perché è tutto bello, ma siamo in una fase in cui dobbiamo confermare il lavoro fatto».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Con questa sesta vittoria il Padova batte il record del migliore inizio di campionato, che risaliva al campionato 1986-87. Al tecnico Carmine Parlato, però, poco importa. «Penso a questa vittoria, arrivata in una trasferta difficile come prevedevo. Merito dei ragazzi, che hanno fatto un primo tempo bellissimo ed una seconda frazione in cui è mancata solo la ciliegina sulla torta. Cioè il gol che potesse chiudere la partita prima. Comunque brava tutta la squadra, che ha sopperito ad assenze importanti». Scova sempre qualcosa su cui lavorare. «Se nel secondo tempo avessimo chiuso almeno una di quelle tre azioni prima dell’ulteriore gol, avremmo spento la partita. C’è qualcosa da limare, ma siamo umani. Comunque, debbo dirlo, non ho mai avuto il timore di non portare a casa la partita». Bene chi è entrato all’inizio, sopperendo alle assenze. Altrettanto, però, chi è subentrato in corsa e ha aiutato a chiudere il conto. Tiboni ad esempio. «Anche nei cambi ho cercato di tenere un equilibrio complessivo, la confusione non mi piace».

Ore 10.50 – (Mattino di Padova, il punto di Stefano Edel dal titolo “Petardo scoppia in mezzo ai tifosi, si rischia la squalifica dell’Euganeo”) Quando una società – era successo a Montebelluna, alla seconda giornata, con il lancio di una bottiglietta piena d’acqua contro uno dei due assistenti del direttore di gara, colpito leggermente ad una gamba – viene diffidata per il comportamento dei suoi sostenitori (oltre alla pesante multa che ciò comporta), il buonsenso imporrebbe di evitare di metterla ulteriormente in difficoltà con altri atti proibiti all’interno degli stadi: passi per il botto esploso all’esterno dell’impianto prima della partita, ma quando un petardo deflagra all’interno, non importa se sugli spalti (dove c’erano, oltretutto, alcuni bambini) o sul terreno di gioco (sarebbe stato peggio, ma non è accaduto per fortuna), non si può tentare di ridurre il gesto alla stregua di una “ragazzata”. E la reazione dei capi della Tribuna Fattori, a pochi metri di distanza dal punto dello scoppio, è stata quella che tutti si sarebbero aspettati: un’incazzatura solenne, perché loro per primi sono consci delle conseguenze che un atto del genere può comportare. Arbitro e commissario di campo della Can D hanno riferito nel loro rapporto ciò che hanno visto e sentito: se il giudice, dovendo pronunciarsi sul merito nei confronti di una società già diffidata, non calcherà la mano, come tutti ci auguriamo, la Biancoscudati Padova rimedierà solo una grossa multa. Se, invece, i due avranno scritto qualcos’altro (tipo il petardo è esploso, sì, in mezzo al pubblico, ma nelle vicinanze dell’assistente Copparoni di Bologna, procurandogli fastidio per alcuni minuti), allora il timore di avere l’Euganeo squalificato diverrebbe concreto. E giocare il big match con il Belluno di domenica 19 in una sede neutra rappresenterebbe in partenza la peggiore delle sconfitte possibili per una tifoseria che sin qui ha raccolto in giro simpatie e ammirazione. Daspo o non daspo, che qualcuno glielo faccia capire bene all’irresponsabile di ieri.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova, il punto di Stefano Edel dal titolo “Petardo scoppia in mezzo ai tifosi, si rischia la squalifica dell’Euganeo”) Tutto bene? No, ed è un peccato. Non ci riferiamo a quello che dice il campo, perché lì le cose funzionano al meglio (o quasi) e la soddisfazione di vedere il Padova, il nuovo Padova, correre come un Tgv e non conoscere ostacoli di sorta è qualcosa di unico, riconciliando di settimana in settimana la piazza con la massima espressione calcistica che la rappresenta. Dei primati battuti e delle vittorie di Cunico & C., chiamati a dare una risposta convincente al primo esame senza due big come Segato e Ferretti, leggete a parte. Purtroppo però, in un’altra domenica piena di sostanza per la coppia Bergamin-Bonetto, sulle cui spalle poggia, sinora con successo, la rinascita del Biancoscudo, la nota stonata arriva dal solito imbecille annidato fra le centinaia di tifosi che si stanno sobbarcando trasferte dense di soddisfazioni. Perché le conseguenze del petardo fatto esplodere a Fontanafredda nella tribuna riservata agli ospiti dopo il 3-1 di Tiboni, e preceduto dalla simpatica “goliardata” della bambola gonfiabile messa in mano al giocatore bresciano per festeggiarne il gol, rischiano di essere pesanti. Un gesto stupido, di cui nessuno sentiva il bisogno, e che, per mano di uno, finisce per colpevolizzare un’intera tifoseria, che sta rivelandosi, di partita in partita, l’uomo in più per la squadra di Parlato, sia all’Euganeo che lontano da esso.

Ore 10.30 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Edel): Petkovic 6; Dionisi 6, Sentinelli 6, Niccolini 6, Degrassi 7; Mazzocco 7.5, Nichele 6.5, Bedin 7 (Petrilli 6.5); Cunico 6.5 (Tiboni 6.5); Ilari 6.5, Pittarello 6.5 (Atai Najafi sv).

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Sulla punizione seguente, che sfiora l’incrocio, Petkovic si tuffa e atterra dentro la porta, staccando dai ganci parte della rete. A sistemarla, facendo riprendere il gioco dopo un paio di minuti, ci pensano Nichele e Niccolini. Intanto Pittarello dimostra di avere un conto aperto con Vicario, che si supera ancora al 18′ e gli nega la gioia personale. Rigore e show dell’ex Verona. Il Padova avrebbe spazio per calare il tris, ma si dimostra poco cinico e permette al Fontanafredda di rientrare in partita al 34′. Ortolan calcia una punizione dal limite, Petkovic respinge ma il pallone rimane in area, dove Dionisi spinge De Martin. È rigore e lo stesso centravanti realizza dal dischetto, facendo venire i sudori freddi a Parlato. A salvare le coronarie del mister, però, ci pensano i due uomini lanciati nella mischia nel finale. Petrilli fa il vuoto sulla destra al 43′ e mette al centro per Tiboni, freddo a fintare la conclusione di prima e preciso nel segnare all’angolino. La corsa dell’ex Verona per esultare è sfrenata, Tiboni si toglie la maglia e si arrampica sulla balaustra della tribuna dove sono sistemati i tifosi ospiti, che festeggiano brandendo anche un bambola gonfiabile. La paura è scacciata, c’è spazio solo per gioia e goliardia (peccato solo per quel petardo…), in attesa del big match di domenica prossima con il Belluno.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Meno reattiva, però, la sua difesa, che non libera verso la trequarti campo, regalando un’altra chance a Mazzocco, bravissimo nel prendere la mira e a segnare con un destro a giro dal limite. Il riscatto di Cunico. Il Padova ha il merito di non accontentarsi e spinge ancora sull’acceleratore. Al 23′ Dionisi pennella l’ennesimo cross delizioso dalla destra, Bedin si inserisce e conclude da pochi passi, centrando il palo. La retroguardia non libera nemmeno stavolta e la sfera arriva ancora a Mazzocco che calcia da fuori, trovando il braccio di Malerba a respingere il suo tiro. Rigore ed ammonizione per il barbuto difensore. Sul dischetto si presenta Cunico, e, nonostante gli ultimi due penalty sbagliati, il capitano non trema, segnando con un rasoterra a fil di palo. L’espulsione. La gara sembra già chiusa dopo un quarto di gioco, anche perché al 27′ il Fontanafredda mette la ciliegina al suo disastroso primo tempo, restando in inferiorità numerica, dopo il calcione rifilato da Martini a Nichele. Rosso diretto per il mediano, che uscendo dal campo è protagonista anche di un gestaccio nei confronti di alcuni tifosi biancoscudati. Nella ripresa i ritmi si abbassano, il Padova spreca un paio di buoni contropiede e a volte si rilassa un po’ troppo, come al 13′ quando Niccolini stende Florean lanciato a rete. Il pubblico di casa chiede rigore ed espulsione, l’arbitro Loprete (buona comunque la sua direzione) è magnanimo con il Padova e concede una punizione dal limite, ammonendo il centrale difensivo.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Un altro successo, record di Buffoni battuto e anche ultimo tabù sfatato. Il Padova centra l’en plein a Fontanafredda, vince 3-1 e resta a punteggio pieno in testa alla classifica del girone C della serie D in coabitazione con il Belluno. Ma non è tutto. Con questa vittoria Parlato supera il primato del Padova 1986/87 (era C/1) come miglior partenza in campionato e si scrolla di dosso anche l’incubo rigori, con Cunico a segno dal dischetto dopo due errori consecutivi. Eppure, in una gara messasi subito in discesa, c’è stato spazio anche per un po’ di sofferenza nel finale e per i due petardi (di cui uno all’esterno dell’impianto) fatti esplodere dagli ultras biancoscudati, che potrebbero costare caro dopo la diffida subìta a Montebelluna. Nuovo sistema di gioco. Dopo averlo provato per due settimane, Parlato cambia modulo e il risultato, ma soprattutto l’atteggiamento dei suoi gli danno ragione. Con il 4-3-1-2 il Padova si presenta in campo con piglio aggressivo e l’avvio è subito a cento all’ora. Al 6′ il solito Sentinelli svetta più in alto di tutti su corner e sfiora la traversa, mentre due minuti dopo Mazzocco da fuori fa la barba al palo. Al 10’ il gol, voluto e cercato con grande caparbietà. Ilari si libera sulla destra, scarta un avversario e va al tiro, respinto dal portiere. Sulla ribattuta si avventa Pittarello che calcia a botta sicura, con Vicario strepitoso nel respingere ancora.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il Fontanafredda, tuttavia, ha rischiato di pareggiare una gara che poteva essere ampiamente chiusa. Mancate ancora un po’ di cinismo? «Dipende da come la vediamo: se soffriamo per tutto il primo tempo e segniamo all’ultimo minuto parliamo comunque di un Padova che segna troppo poco. L’importante è che nella ripresa abbiamo comunque tenuto il pallino del gioco, non mi sento di condannare i ragazzi per aver fallito qualche occasione». Come giudica la prova di Degrassi, finalmente convincente? «A sinistra siamo andati meglio del solito: ad Alessandro ho chiesto praticamente di fare il centrocampista, lui è molto bravo ad inserirsi ed è stato favorito dall’ ottimo lavoro di Ilari e Pittarello. Quanto provato in settimana ha dato i suoi frutti». È arrivato anche il gol di Tiboni… «I sorrisi sono tanti, ma dobbiamo tenere sempre i piedi ben saldi a terra. Vincere qui a Fontanafredda, credetemi, non era facile, e adesso ci aspetta una settimana terribile. Mercoledì c’è la Coppa, e solo da giovedì penseremo al Belluno». Chi ci pensa, invece, è il presidente Giuseppe Bergamin: «E speriamo che non sia in campo neutro», si lascia scappare il patron, per il petardo esploso nel finale di gara. «I nostri tifosi sono meravigliosi, ma su certe cose bisognerebbe stare più attenti. Speriamo bene, perché fino ad ora abbiamo visto bene come nei piani alti ci osservino con un grosso occhio di riguardo».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il record è poca cosa di fronte alla sesta vittoria. Ma magari è solo un momento di agonismo: quando, un domani, negli almanacchi dei “grandi” della storia biancoscudata vedrà scritto il proprio nome, anche Carmine Parlato sarà in grado di rendersi conto dell’impresa. Il tecnico partenopeo è il più vincente di sempre all’inizio di un campionato: sei su sei, nessuno ci era mai riuscito prima. «Fa piacere, ma per me conta poco», afferma dopo la vittoria di Fontanafredda. «So bene che, se non dò continuità a queste sei vittorie, finisco per essere l’ultimo degli allenatori nei ricordi dei tifosi». Con questo 3-1, però, avete mostrato una volta di più la vostra superiorità. È soddisfatto? «Abbiamo disputato un primo tempo bellissimo, e nel secondo è mancata solo la ciliegina sulla torta. La squadra ha fatto in modo di sopperire ad alcune assenze importanti, l’unico appunto che posso muoverle è che, se nella ripresa avessimo concluso a dovere le due-tre grandi azioni create, avremmo spento la partita: è vero, l’errore c’è ed è da limare, ma non ho mai avuto il timore di non portare a casa questi tre punti». Cosa le è piaciuto di più? «Lo spirito con cui alcuni giocatori sono entrati in campo. Se uno gioca poco, quando gli capita l’occasione potrebbe non riuscire a rendere al cento per cento. Invece sono contento di chi è entrato in campo dal primo minuto e ha fatto valere la sua voglia di giocare, e di chi è subentrato negli ultimi minuti, riuscendo ad entrare bene sin da subito».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) «Non mi aspettavo i cori dei tifosi, alla fine è risultata anche una cosa simpatica. Poi mi sono ritrovato questa bambola tra le mani, che non so da dove sia spuntata. Ma non sono permaloso, anzi. La prossima volta la prendo per esultare». È un Tiboni diverso, più espansivo e sereno. Il gol l’ha sollevato da tante preoccupazioni. «Una gioia immensa, ho passato un periodo infernale e questo gol mi ha fatto esplodere. Ci voleva proprio e nella mia corsa ho sfogato tutta la rabbia accumulata. Il merito va anche alla società e all’ambiente padovano che mi sta permettendo di lavorare con grande serenità». Le vittorie in serie di sicuro aiutano. «Sì, ma non è mai facile. Oggi (ieri, ndr) abbiamo conquistato un successo importante, grazie anche al pubblico che ci spinge sempre a fare il massimo». Dove vuole arrivare, adesso, Tiboni? «Spero di segnare ancora tanto e aiutare la squadra a vincere. Fisicamente non sono al massimo, ho avuto anche un problema muscolare la settimana scorsa ma sono guarito. Mi mancano i 90’, ma credo che la partita di Coppa di mercoledì possa aiutarmi in tal senso».

Ore 09.20 – (Mattino di Padova) Una corsa sfrenata verso i tifosi, le braccia al cielo, la maglia sfilata e gettata in aria. Non c’era solo la gioia per il gol nell’esultanza smodata di Tiboni. Quel gesto di togliersi rabbiosamente la maglia simboleggia la voglia di scacciare di colpo tutte le disavventure, la sfortuna e i guai accumulati dal centravanti di Desenzano nelle ultime tre stagioni. Dalla lunga discesa dalla serie B alla serie D, condita da pochi gol e tante casacche cambiate, alla lite con una escort, con l’arrivo della polizia nella sua casa di Crema non più tardi di sette mesi fa. Un episodio balzato agli onori della cronaca e sul quale hanno ironizzato, con qualche coro, anche gli stessi tifosi biancoscudati presenti a Fontanafredda, che dopo il gol hanno porto una bambola gonfiabile a Tiboni, mentre il centravanti si aggrappava alla rete per festeggiare. «Sono diventato più famoso per la disavventura che ho vissuto che per i gol segnati», ha sorriso lui a fine gara.

Ore 09.10 – (Mattino di Padova) L’aveva promesso ed è stato di parola. Nonostante i due rigori falliti sino a ieri, Marco Cunico (nella foto) si è voluto presentare lo stesso sul dischetto e stavolta non ha sbagliato. «Me la sentivo ed è andata bene», tira un sospiro di sollievo il capitano. «La porta mi sembrava sempre più piccola dopo gli errori delle scorse gare, era il penalty più complicato dell’anno, ma proprio per questo dà ancora più soddisfazione. Sono più contento di aver segnato dagli undici metri che su azione. Sono felice anche per la mia prestazione, sono tornato ai miei livelli sia dal punto di vista atletico che tecnico». E la squadra? «Grandissimi nel primo tempo, dobbiamo, però, gestire meglio le partite. Nella ripresa potevamo essere 4-0 e invece ci siamo trovati sul 2-1. C’è da lavorare su questo».

Ore 08.50 – Disponibile a questo link l’articolo sulla morte di Furio Stella, stimatissimo giornalista sportivo padovano.

Ore 08.40 – Una curiosità che rende ancor più importante la sfida di domenica prossima tra Padova e Belluno: le due capoliste del girone C sono le uniche due squadre di tutto la serie D ad essere a punteggio pieno in quanto il Gallipoli (che fino ad oggi condivideva con loro tale record) è stato sconfitto per 2-0 dal San Severo.

Ore 08.38 – Sconfitta in pieno recupero per l’Alma Juventus Fano: la prossima avversaria del Padova in Coppa Italia è stata difatti battuta 1-0 sul campo dell’Olympia Agnonese, a segno al 92esimo minuto. Il Fano si trova al decimo posto in classifica nel girone F di serie D.

Ore 08.36 – Questo l’aggiornamento di stato apparso sulla pagina ufficiale della Tribuna Fattori su Facebook: “TUTTI A FANO!!! ‘Quando in campo scenderai non ti lasceremo mai…..’ La Tribuna Fattori organizza la trasferta a Fano in auto. Il ritrovo per tutti i nostri ragazzi e’ fissato alle 10 di mercoledì nel parcheggio dell’Ipercity(strada battaglia Albignasego). Chi non ha la macchina venga comunque perché un posto lo troviamo… Avanti ragazzi di Padova!”

Ore 08.34 – Serie D girone C, il prossimo turno (settima giornata, domenica 19 ottobre ore 15.00): AltoVicentino-Union Pro, Clodiense-ArziChiampo, Dro-Mezzocorona, Giorgione-Triestina, Legnago-Fontanafredda, Kras Repen-Tamai, Padova-Belluno, Sacilese-Mori Santo Stefano, Union Ripa La Fenadora-Montebelluna.

Ore 08.32 – Serie D girone C, la classifica dopo la sesta giornata: Belluno e Padova 18, AltoVicentino 16, Sacilese 12, Clodiense e Tamai 10, Montebelluna 9, Union Pro e Union Ripa La Fenadora 8, Fontanafredda 7, ArziChiampo e Giorgione 6, Dro 5, Kras Repen e Mori Santo Stefano 3, Triestina e Legnago 2, Mezzocorona -1.

Ore 08.30 – Serie D girone C, i risultati della sesta giornata: ArzignanoChiampo-Belluno 1-3, Fontanafredda-Padova 1-3, Mezzocorona-Giorgione 0-0, Montebelluna-Sacilese 1-3, Mori Santo Stefano-Clodiense 2-2, Tamai-Dro 0-0, Triestina-Alto Vicentino 0-2, Union Pro-Legnago 0-0, Union Ripa La Fenadora-Kras Repen 3-0.

Ore 08.28 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.26 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 12 ottobre: i Biancoscudati espugnano anche Fontanafredda e restano primi a punteggio pieno insieme al Belluno, prossima avversaria nel big matc di domenica 19 ottobre.




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