Live 24! Mezzocorona-Padova, la vigilia: rifinitura all’Appiani, regolarmente in gruppo Ferretti e Mattin

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Ore 22.00 – (Il Piccolo) Gli alabardati continuano la preparazione in vista della sfida di domani, quando allo stadio Rocco arriverà il Belluno terzo in classifica (inizio ore 14.30, arbitra Cudini di Fermo). Un impegno difficile, ma già all’andata, con una squadra decisamente inferiore a quella attuale e ancora piena di problemi, l’Unione dimostrò di poter mettere in seria difficoltà la formazione di Vecchiato. A maggior ragione gli alabardati sperano di far risultato domani, visto che ormai la squadra di Ferazzoli ha trovato una sua compattezza e solamente per la mancanza del killer instinct ha gettato al vento un paio di vittorie. Rispetto alle ultime uscite, però, la Triestina dovrà fare a meno di una pedina fondamentale, ovvero Pasquale Manzo, che contro il Kras si è procurato uno stiramento che lo terrà ai box un paio di settimane. Ed è un’assenza grave sia per il valore del giocatore, che aveva dato verve alla fase offensiva e permesso al tecnico di schierare un efficace 4-3-1-2, sia per il fatto che Manzo è un under e si sa quanto la rosa alabardata sia corta sotto questo aspetto. Le alternative infatti non abbondano: Giordano è appena rientrato da una lunga assenza causa pubalgia e non è ancora in condizione, mentre Ventura sta bene ma costringerebbe il tecnico a un cambio di modulo, che non sarebbe il massimo in questo momento. A centrocampo invece sarebbero possibili gli inserimenti di Nuzzi o Loperfido, e proprio quest’ultimo al momento potrebbe essere leggermente favorito nelle scelte per la sua duttilità. Fosse così, l’Unione scenderebbe in campo con due 1997, ovvero Crosato e lo stesso Loperfido. Per il resto difficile che si vada a toccare l’assetto difensivo, che con Fiore-Piscopo al centro e Crosato e Celli come terzini a Monrupino aveva fatto bene, prima della sfortunata giocata finale del Kras. Se Ferazzoli a centrocampo può scegliere tra Proia, Bedin, Arvia e Spadari, in avanti accanto a Rocco il favorito è sempre Milicevic, anche se scalpitano Aquilani e Gusella.

Ore 21.40 – (Il Piccolo) Roberto Vecchiato, ex giocatore alabardato per due stagioni a cavallo dell’anno 2000 (la seconda delle quali culminata con la promozione in serie C1), ritorna domani a Trieste da allenatore avversario, sulla panchina di quel Belluno che guida da due stagioni e con il quale ha iniziato la carriera da tecnico. Vecchiato, ritornare a Trieste le fa ancora un certo effetto? «A Trieste non solo ho giocato due anni con l’Unione ottenendo una promozione, ma ci ho vissuto ben sette anni, per cui è chiaro che ritornare un certo effetto lo fa. La città è favolosa, lo stadio bellissimo, la Triestina è una fede per tanti tifosi, è ovvio che una particolare emozione c’è, perché anche se è passato del tempo, i ricordi restano indelebili». Per il secondo anno è sulla panchina del Belluno: evidentemente le cose funzionano. «Un anno e mezzo fa ho smesso di giocare e il Belluno mi ha dato subito la possibilità di allenare una squadra importante, chiedendomi una salvezza tranquilla. E siamo arrivati quarti. Quest’anno gli obiettivi erano gli stessi: e il fatto di avere ben 14 bellunesi in squadra è anche un motivo di orgoglio». Ma se l’aspettava di essere subito dietro le due grandi? «Quando la squadra cambia e i giovani crescono è sempre un’incognita, ma quest’estate abbiamo cercato di fare le cose per bene. E in effetti speravo di essere tra le prime cinque, ma stiamo andando anche oltre le aspettative». Che ne pensa invece di questa Triestina? «La Triestina ha una classifica assolutamente bugiarda: conosco bene la situazione a Trieste e anche molti giocatori, adesso la squadra è solida e non vale certo la classifica che ha. E sappiamo che per noi sarà molto difficile». All’andata, fra l’altro, la Triestina vi fece soffrire parecchio. «È la squadra che a Belluno ci ha messo più in difficoltà in tutto l’arco della stagione, soprattutto nel primo tempo. Non abbiamo mai sofferto con nessuno come con la Triestina, è un ricordo che abbiamo ben stampato in mente». Proprio per fatti dovuti a quella partita, a Lorenzo Campanale è stato comminato un pesante Daspo: ricorda se accadde qualcosa in particolare? «Su questo io ho fatto anche una dichiarazione spontanea tramite l’avvocato, nella quale ho detto che io non ho sentito davvero nulla di strano e che l’ambiente era molto sereno, sia durante che a fine partita. L’ho fatto con piacere, ma ho detto semplicemente la pura verità, ovvero che non ho avvertito nulla di strano. Mi dispiace per il ragazzo, e spero ancora che si possa fare qualcosa attraverso i ricorsi».

Ore 21.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «È la mia panca e questa volta voglio scaldarla sino al 90’». Stefano De Agostini può ben scherzare sulle sue “autoespulsioni”. L’ultima domenica a Padova, dopo appena un quarto d’ora, per un calo di pressione. Poi la notte in ospedale e gli esami clinici, che hanno dato tutti esito negativo. È pronto quindi al rientro per la gara contro il Legnago (22 punti), ospite domani alle 14.30 a Tamai. Anzi, dopo la partita ha garantito pure la presenza serale al Roxy Bar Sport Nordest di Tpn. SALUS IN SALUTE – Ciclo terribile finito, le furie (29 punti) vogliono ritrovare la vittoria che manca dal 4 gennaio per avvicinarsi a quota salvezza (40). Da allora 3 pareggi e il ko a Padova: 1-3. «Anche il Legnago – sottolinea però De Agostini – è avversario tosto. Fioretti (7 centri personali, ndr) e compagni nelle ultime 7 gare hanno perso solo a Valdagno». Già, e domenica scorsa sono tornati finalmente al successo. L’ultimo risaliva al 16 novembre: 2-0 all’Union Ripa. A De Agostini mancheranno gli infortunati Peresson e Pavan. Fra i pali confermato Francescutti. A Legnago le furie vinsero 2-0 grazie a Sellan e F. Furlan. ZIROPRUDENZA – È stata una settimana di grande soddisfazione. Zirolandia (39) è tornata al centro dell’attenzione mediatica del Triveneto grazie al 2-0 all’Altovicentino che ha regalato mezza promozione al Padova (ora a +5 sui rivali bianconeri) e rinvigorito le ambizioni da podio del clan Presotto-Nadal. Il Belluno è terzo due punti sopra. La parte più difficile del lavoro di Zironelli è stata riportare con i piedi per terra Sottovia e compagni. In programma c’è la trasferta a Mogliano. L’Union Pro nelle ultime 4 gare ha incassato 10 punti, mettendo momentaneamente in crisi anche il Padova battuto 3-2. Un cliente difficile, da affrontare con la stessa determinazione esibita contro l’Altovicentino, anche se le matricole di Feltrin non hanno le stesse credenziali delle due grandi. A parte i tre “cronici” (Grazzolo, Grion e Piscopo), mancherà Boscolo. In dubbio Baggio, febbricitante. Al XXV Aprile fu goleada: 5-0 (Spagnoli 2, Sottovia 2, Beccaro). FONTANAFREDDATA – Il Belluno ha dato una tarpatina (2-1) alle ali rossonere. Intendiamoci: in casa dei gialloblù, terzi, si può anche perdere. Quello che non è piaciuto a De Pieri è stato il modo in cui i suoi si sono arresi. Il tecnico ha speso quindi la settimana a ricordare a Tonizzo e soci come deve giocare una matricola (pur con 30 punti), che deve ancora garantirsi un nuovo anno in Lega D. Ripasso necessario, visto che al Tognon domani arriverà la Clodiense, quinta a 34. Non perde dal 14 dicembre (0-1 a Sacile), è stata protagonista di un pirotecnico 4-4 con l’Altovicentino e ha rifilato un altro poker (4-1) all’Union Ripa. La trasferta di Belluno ha lasciato il segno anche sul piano disciplinare. Domani resteranno in tribuna Tellan, Tacoli e Nastri. De Pieri dovrà reinventarsi il reparto centrale. A Chioggia vinsero 2-0 i veneti.

Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Domani l’Union Ripa La Fenadora sarà chiamata a dare più del 100 per cento. Fermi da troppo tempo a 29 punti, i neroverdi, al nono posto in trifamiliare con Montebelluna e Union Pro, dovranno dare cenni di ripresa anche se l’avversario è di quelli che richiamano confronti in stile Davide contro Golia. L’Altovicentino, secondo a 45 punti, a -5 dal Padova, sarà ospite scomodo, pur arrivando da due sconfitte consecutive (con Kras e Sacilese) che lo ha trasformato in una squadra umana. Nell’Union tornano Tomasi (concluse finalmente le disavventure al ginocchio), Dassié e Solagna; assente Brotto, squalificato. Gli attenti allenamenti della settimana daranno un aiuto in più. Domani al Boscherai sarà l’arbitro Andrea Saggese di Rovereto a fischiare l’avvio, alle 14.30, assistito da Patric Lenarduzzi di Merano e Federico Pollo-Grillo di Pordenone.

Ore 20.40 – (Corriere delle Alpi) Serve il Ripa Fenadora giusto per dare un segnale di rinascita contro la corazzata Altovicentino. Il vero esame sarà la prossima settimana contro il Kras Repen, ma domani in casa la squadra è chiamata a una reazione dopo quattro sconfitte consecutive. In casa neroverde c’è l’assenza pesante di Brotto che deve scontare una giornata di squalifica, ma l’impresa non è impossibile. «L’Union uscirà dal periodo difficile», ne è sicuro Michael Salvadori, passato al Padova nel mercato invernale ma ancora molto legato alla sua ex squadra, «la seguo ogni domenica e sento subito dopo aver finito la partita cosa ha fatto. È un momento così, ma si riprenderà, mi auguro già con l’Altovicentino. Spero che faccia un bel regalino a me e al Padova (che beneficerebbe di un passo falso dell’inseguitrice)». COME SI ESCE DALLA CRISI. «Può capitare un periodo no durante la stagione, ma il carattere è la caratteristica dell’Union e grazie a quello si riprenderà, riuscendo a tirarsi fuori da questo momento», dice Salvadori, che subito dopo il passaggio ai Biancoscudati aveva incrociato proprio il Ripa Fenadora e in quell’occasione aveva visto «la solita squadra tosta, che non molla mai». CUORE UNION. «Sono ancora in contatto con i vecchi compagni, li sento spesso e ogni tanto vado a anche trovarli il lunedì quando sono libero e loro hanno allenamento», racconta il terzino ora in forza al Padova. Un’avventura cominciata bene: «Ho giocato le ultime quattro partite e sono contento», aggiunge Salvadori. «Quello che mi ha impressionato di più è la mentalità da squadra professionistica. Non devi neanche portarti la roba perché c’è qualcuno che lo fa per te. Poi il pubblico e lo stadio sono una cosa unica». L’ALTOVICENTINO. È l’unica squadra che in due anni non ha mai giocato al Boscherai, perché l’anno scorso si è giocato a Borgo Valsugana. Il fattore campo potrebbe incidere. GUSV, TUTTI A FARE IL TIFO PER LA SQUADRA. Il Gruppo ultrà sorci verdi chiama a raccolta i tifosi lanciando un messaggio attraverso il proprio profilo Facebook: «Arriva al Boscherai l’Altovincentino. Vuoi per il loro posto in classifica, vuoi per il nostro periodo nero, sarà una partita importante ma altrettanto difficile e vada come vada cerchiamo di viverla serenamente. Basta critiche. Lasciamo in pace mister e giocatori. Noi non crediamo a rotture nello spogliatoio, non crediamo a giocatori che giocano contro il mister. Crediamo in una cosa sola: la salvezza. I play-off lasciamoli ad altri, siamo un po’ troppo usciti dai nostri canoni, dai valori che ci hanno sempre contraddistinto, su tutti l’umiltà. L’arroganza e la presunzione lasciamole in città, ricordiamoci che noi veniamo dalla campagna. Abbiamo ancora il tempo per dire la nostra. Noi ci crediamo».

Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) A Trieste in diciotto, ma due sono sostanzialmente inutilizzabili: si assottiglia l’organico del Belluno in vista della trasferta di domani allo stadio Nereo Rocco. Oltre allo squalificato Duravia (nella foto con D’Incà, in settimana operato al ginocchio: stagione finita per Ruben) e al problema fisico al piede che terrà Davide Solagna lontano dai pali, mister Vecchiato deve fare i conti con un leggero infortunio dell’ultim’ora. Quello occorso al giovane attaccante Paoletti. L’ex Feltrese e l’estremo difensore saranno convocati per la sfida con la Triestina, ma entrambi difficilmente si schioderanno dalla panchina. In casa gialloblù ci si può però consolare con il rientro di Paolo Pellicanò (oltre che di Mosca): reduce dai tre turni passati in tribuna, in seguito alla squalifica rimediata per la reazione contro il Mori Santo Stefano, il terzino è pronto a riprendere possesso della fascia sinistra. E della maglia numero 3. Il ritorno di Pellicanò rappresenta una decisa boccata d’ossigeno anche sotto il profilo dei fuoriquota. A tale proposito, il quartetto di giovani da schierare sul manto erboso di Trieste sembra quasi scontato: Schincariol in porta, Pescosta e Pellicanò in difesa, Posocco davanti. E con Duravia fuori causa, potrebbe esserci una maglia da titolare pure per l’altro rientrante: Stefano Mosca. Ad arbitrare il match sarà Cristian Cudini di Fermo.

Ore 20.00 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno gioca domani a Trieste, ma potrebbe dover fare a meno dell’apporto di quel centinaio di tifosi che avevano messo in preventivo la trasferta. Ieri mattina c’è stato un contatto tra le questure delle due città e, dopo la storia del Daspo appioppato a due sostenitori alabardati in occasione dell’andata, si valuta la possibilità di vietare domani la trasferta ai supporters gialloblù per prevenire possibili ritorsioni. Al Belluno è stato comunicato che la decisione finale sarà presa stamattina. Intanto, dopo la vittoria casalinga contro il Fontanafredda, il Belluno vuole vincere ancora. La Triestina in questa stagione ha conquistato due successi, ma nella finestra di mercato invernale ha cambiato gran parte della rosa e nel 2015 non ha ancora perso. Gara non da sottovalutare. «Giocare al Nereo Rocco è sempre un’emozione unica, soprattutto per me che ho avuto la fortuna di vivere l’atmosfera di quello stadio», commenta il tecnico gialloblù Roberto Vecchiato, «la Triestina è una squadra che non merita assolutamente l’attuale posizione di classifica. Nel mercato invernale la società ha investito molto, soprattutto a centrocampo e davanti, e la squadra da quel momento ha iniziato a macinare punti. Poi è normale che è difficile recuperare lo svantaggio ma credo che alla fine riusciranno a conquistare la salvezza. Per quanto riguarda la mia squadra, nelle ultime settimane abbiamo ottenuto un solo punto contro le ultime due della classifica e perciò dovremo prestare ancora più attenzione alla gara di domani. L’Unione Triestina inoltre è una delle squadre che all’andata ci aveva messo più in difficoltà al Polisportivo. La vittoria di Fontanafredda è stata fondamentale per tanti motivi e dobbiamo perciò ripartire dall’ottima prestazione della scorsa settimana». Chi gioca? In porta per una volta non dovrebbero esserci dubbi visto che Davide Solagna è rimasto a riposo negli ultimi giorni per un problema ad un piede. Damiano Schincariol è pronto a riprendersi i pali gialloblù. In difesa la coppia centrale Ivan Merli Sala e Sebastiano Sommacal non si discute mentre per le corsie esterne a destra dovrebbe esserci Giovanni Pescosta mentre a sinistra rientra Paolo Pellicanò. Il centrocampo non dovrebbe avere sorprese con Simone Bertagno in cabina di regia affiancato da Yari Masoch e Mike Miniati. Nel tridente offensivo non c’è Marco Duravia, fermato dal giudice sportivo; al suo posto potrebbe giocare dal primo minuto Stefano Mosca a sinistra; a destra ci sarà Francesco Posocco entrambi a sostenere bomber Corbanese. Andrea Radrezza si è allenato con la squadra sia giovedì e sia ieri; è pienamente recuperato e partirà per la trasferta. Assente fino alla prossima stagione Ruben D’Incà che martedì si è operato al crociato anteriore del ginocchio sinistro.

Ore 19.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Venezia beffato a Salò, sconfitto dalla Feralpi per un’uscita maldestra di Fortunato nel recupero che spiana la strada al raddoppio dei «leoni» del Garda. Andati in vantaggio subito con Raimondi, gli arancioneroverdi si erano fatti raggiungere nel finale del primo tempo e con l’andare del match, viste anche le defezioni, si stavano assestando su un pari che avrebbe significato il quinto risultato utile consecutivo in altrettante giornate del ritorno. E invece no, perché nel finale del match è arrivato il gol della beffa. Si ferma così la rimonta del Venezia, che dal nono posto rischia di scivolare fino al dodicesimo, inchiodato a 34 punti. Le defezioni di Sales e Legati in difesa costringono Serena a modificare il modulo, abbandonando la linea a tre per affidarsi a quattro difensori. Nel finale si rivede Espinal, al rientro dopo il lungo infortunio. Il Venezia va subito in vantaggio con la perla balistica di Andrea Raimondi, servito da Guerra: con il sinistro di prima intenzione fa partire dal limite dell’area un pallonetto che supera Branduani e si infila nel sette. Neanche il tempo di festeggiare e lo stadio, al 9’, piomba nel buio totale per un blackout che spegne i riflettori. Si resta fermi per circa cinque minuti, poi i fari riprendono vita e la partita può ricominciare. Il vantaggio arancioneroverde traballa subito, quando Pinardi sfonda la fascia destra e colpisce il palo. Al 25’ Bellazzini pennella una delle sue punizioni, ma stavolta Branduani e la traversa dicono no al capitano arancioneroverde, che ha ereditato la fascia da Legati. Ora sono i «leoni» gardesani a sfondare sulla fascia destra, dove Giuliatto non è impeccabile. E il difensore rischia quando, al 38’, abbatte Ranellucci in area, in mischia su calcio d’angolo, ma è graziato dall’arbitro Spinelli, direttore di gara donna della contesa. Cresce la Feralpi fino a trovare il gol del pareggio al 45’: Bracaletti crossa per Galuppini che anticipa Zaccagni e da distanza ravvicinata schiaccia di testa, Fortunato respinge ma il pallone torna al bomber che insacca. Si va al riposo in parità. Nella ripresa all’8’ contropiede della Feralpi, con Fortunato costretto a intervenire sul cross di Bracaletti. Tanti errori, il campo pesante non aiuta. La Feralpi rischia con l’anticipo di Branduani su Greco, che esce dall’area ed è costretto a usare i piedi. Trema anche il Venezia al 17’, sul cross di Pinardi per Ranellucci, ma è facile l’intervento di Fortunato. E’ il momento del rientro di Espinal, che Serena inserisce a centrocampo. Alla mezz’ora entra anche Magnaghi, autore della doppietta all’andata. Si tenta il tutto per tutto per i tre punti e invece si tornerà a mani vuote. Ci prova Bellazzini al 44’ su punizione, respinge Branduani. Le squadre vedono già gli spogliatoi, Ranellucci vede la porta: al 47’ corner di Bracaletti, Fortunato esce a vuoto e per la Feralpi è match point.

Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Sconfitta che sa di beffa per il Venezia, che in quel di Salò assapora il successo per un tempo, ma poi viene raggiunto e infine superato dalla Feralpi. Un risultato che va di traverso ai ragazzi di Serena, che a lungo hanno dominato il match, facendosi però sorprendere nelle uniche due palle da gol costruite dai padroni di casa. Mister Michele Serena deve fare a meno dell’infortunato Legati e dello squalificato Sales. Nel 4-3-3 dei lagunari il tridente d’attacco è formato da Greco, Raimondi e Guerra. Dall’altra parte Giuseppe Scienza recupera gli squalificati Ranellucci e Carboni, ma rientra anche il portiere Branduani, assente a Sassari per un infortunio alla mano. Parte fortissimo il Venezia, che al 6′ si porta in vantaggio: Guerra scende sulla sinistra e poi appoggia al centro per Raimondi, che di piatto beffa Branduani con un pallonetto morbido. Al 9′ black out al Turina: le luci si riaccendono dopo sei minuti e i gardesani si svegliano, colpendo un palo con Romero, che devìa di testa un tiro cross dalla destra di Pinardi. Al 14′ Scialpi va via sulla fascia e poi prova il tiro, trovando l’ottima risposta di Branduani. Ospiti scatenati e ancora pericolosi al 16′, stavolta con Capogrosso, che però dalla distanza non riesce ad inquadrare la porta. Tre minuti più tardi Zaccagni semina il panico a destra e poi prova il traversone, Belfasti rischia l’autogol, ma l’estremo difensore dei bresciani salva la porta. Dopo un tiro dalla distanza di Galuppini (23′) che Fortunato controlla, sono ancora i ragazzi di Serena a sfiorare il gol: al 25′ su calcio piazzato dal limite di Bellazzini indirizzato agli incroci, Branduani con un intervento strepitoso manda la sfera sulla traversa. Dopo un dominio quasi totale del Venezia, arriva l’inaspettato pareggio della FeralpiSalò: al 44′ Bracaletti crossa dalla destra, Galuppini colpisce di testa e Fortunato non riesce a trattenere la sfera. Il numero 11 verdeblù raccoglie la respinta corta e ribadisce in rete, per il momentaneo 1-1. Nella ripresa i ritmi sono più blandi. I bresciani ci provano al 18′ con una punizione di Pinardi: la palla arriva a Ranellucci, che di testa schiaccia tra le braccia di Fortunato. Al 24′ su una ripartenza Greco appoggia per Raimondi, che dal limite dell’area non riesce però ad inquadrare lo specchio della porta. Al 47′ ecco il gol vittoria della Feralpi: cross dalla destra di Bracaletti e colpo di testa vincente di Ranellucci, per il 2-1 con cui si chiude la gara.

Ore 19.00 – (La Nuova Venezia) Amarezza e mea culpa. Questo lo stato d’animo nello spogliatoio del Venezia al termine di una gara gettata nel vicino lago di Garda. Se nel primo tempo la squadra di Serena si era comportata bene e avrebbe meritato di chiuderlo in vantaggio, la ripresa è stata una versione camomilla, interrotta solo dal match-point di Ranellucci: fin lì, il pareggio pareva l’esito più ovvio. Così, in un colpo solo, il Venezia viene via con zero punti, quando per lunghi tratti della prima frazione aveva il pieno controllo dell’incontro. Stefano Fortunato non fa sconti a se stesso riconosce di aver sbagliato. «Ho letto male la traiettoria» riconosce il portiere veneziano «e quando ho cercato a ritrovare la posizione, ormai era troppo tardi. In generale è stato un gran Venezia, abbiamo fatto un’ottima partita, riuscendo a essere pericolosi per tutti i novanta minuti. Anche Andrea Raimondi ha fatto un bel gol e spiace tornare a casa con zero punti per un errore. Il primo loro gol? Ero riuscito a prenderla, poi Galuppini è stato bravo a ribadire a rete». Maurizio Peccarisi ammette che le ingenuità sono costate molto care. «Le abbiamo commesse in chiusura dei due tempi» spiega il difensore «e alla fine sono state decisive e hanno rovinato tutto. Sono episodi e situazioni da evitare perché alla fine è stata solo colpa nostra. Credo che non si possano prendere gol del genere». Giuseppe Greco ha finito in anticipo la sua partita e spiega che il Venezia aveva tutte le carte in regola per tornare a casa con qualcosa in mano. «Abbiamo pagato l’inesperienza» commenta «e quando siamo stati in vantaggio, potevamo chiudere la partita. Primo tempo bene, mentre il secondo è stato normale, senza occasioni da entrambe le parti. Se guardiamo l’intera partita, possiamo anche dire che il pareggio ci sta stretto e la FeralpiSalò ci ha castigati al minimo errore». Raimondi aveva portato in vantaggio gli uomini di Serena con un gol in apertura di gara; è sempre stato tra i più pericolosi nell’arco dei novanta minuti e a fine gara è anche tra i più arrabbiati per venire via dal lago di Garda a mani vuote. «Secondo me stiamo commentano duna sconfitta pazzesca» dice l’attaccante veneziano «perché oggi (ieri ndr) abbiamo fatto una delle migliori partite di questa stagione. Ti uccide il morale perdere in questo modo. Sono d’accordo con chi dice che dovevamo sfruttare meglio le occasioni quando ci siamo trovati in vantaggio e, in questo modo, chiudere la partita». Infine una battuta sul bel gol che aveva illuso gli uomini di Serena e dato il via all’ottimo primo tempo. «Ho calciato bene» aggiunge Raimondi «non è stato un tiro casuale. Anzi. Volevo farlo in questo modo perché avevo visto Branduani fuori dai pali. Sull’errore finale che ha permesso alla FeralpiSalò di vincere, dico a Stefano Fortunato che non si deve abbattere; lui è un grande portiere e ha sempre fatto bene».

Ore 18.40 – (La Nuova Venezia) «Saranno contenti i gufi…» Prego? Michele Serena è amareggiato perdere una partita così è una coltellata. La frase gli scivola via, e poi la corregge aggiungendo «parliamo di calcio, valà. Non voglio far polemiche, sono giorni difficili e lo sapete». La prestazione resta valida, il risultato no. «Lo so, ma non mi consolo. Possiamo parlare per un’ora, ma la sostanza è che abbiamo preso il 2-1 al 93’ da corner. Un episodio, certo. Abbiamo sbagliato tutti, ha sbagliato anche Stefano, che resta un gran portiere. Può succedere, niente lacrime e guardiamo avanti». La squadra ha mostrato un passo avanti anche sul piano della maturità, nel senso che ha giocato con attenzione in difesa, senza le mattane della scorsa partita. «Vero, però alla maturità comportamentale deve corrispondere anche quella tecnica, torno al punto di prima, non è maturità perdere così». Primo tempo da padroni. «Sì, abbiamo giocato così come avevamo preparato la partita. Però nel primo tempo bisognava chiudere i conti, fare il secondo gol e poi gestire la situazione. Eravamo sulla strada buona, loro tranne quel tiro di Pinardi sul palo esterno non hanno fatto altro. Per questo mi rabbia il risultato». Serena tira il fiato ma è sconsolato. «Quando le cose si mettono in un certo modo, le palle inattive diventano mortali, me lo immaginavo». Passa Beppe Scienza, e ci chiede una cortesia. “Ho solo incrociato un attimo il mio amico Michele, non ho fatto a tempo a parlargli. Ci hanno messo in difficoltà, diteglielo. Anche se non si consolerà».

Ore 18.20 – (La Nuova Venezia) L’aria del lago fa male al Venezia, la sconfitta è un 2-1 che si concretizza al 93’ sull’ultimo corner, ma stavolta non aspettatevi peste e corna. Abbiamo visto, chi qua, chi da casa, uno dei migliori Venezia della stagione. Venezia di lusso, un primo tempo da padroni assoluti del campo. Neanche il tempo di prendere un paio d’appunti e Raimondi (6’) dal limite dell’area fa una carezza al pallone, interno sinistro rotante, ne viene fuori un pallonetto che Branduani non può prendere nemmeno se si traveste da Batman. Il Venezia illumina lo stadio, ma ecco il buio: salta l’impianto di illuminazione, notte fonda al “Turina” passano cinque minuti che sembrano una eternità e si comincia a temere la beffa. Un segno premonitore? Poi ripartono le prime lampade, un po’ alla volta, e si vede di nuovo. Anzi, si continua a vedere solo il Venezia, che pressa, corre, riparte e comanda. La Feralpi centra il palo con Pinardi da 25 metri e regala un sussulto ai suoi tifosi, cerca il gioco ma non riesce a trovare spazi, il suo primo tempo fa contare tre tiri, tutti dalla lunga distanza, robetta per Fortunato. Scorrono anche i minuti saltati all’inizio e sull’ultima palla prima dell’intervallo ecco il pareggio: cross lungo di Fabris, testa di Galuppini, Fortunato respinge ma la palla resta là e ancora Galuppini la sbatte dentro rabbioso, da un passo. Considerazioni di metà gara: uno dei migliori Venezia visti quest’anno, dotato perfino di personalità, quella che spesso è mancata nei momenti importanti. Veloci nel ripartire, pochissimi i palloni persi, con un pizzico di fortuna una punizione di Bellazzini avrebbe potuto chiudere i conti, anziché esaltare il talento di Branduani e la prontezza dei fotografi. La Feralpi? Ci si aspettava qualcosa di più, commetano in tribuna. La squadra ha gioco e idee, ma il Venezia non concede nulla. Dunque palle lunghe per i due spilungoni in avanti, del resto il gol dell’1-1 nasce così. Purtroppo arriva da corner anche quello del 2-1, ma andiamo con ordine. E siamo al secondo tempo. Camomilla, tè o tisana, boh, la bevanda calda di metà gara sembra quella dei nervi calmi e sogni belli, il ritmo scende a livello di calma piatta, una foto del lago, praticamente la partita si adagia sul centrocampo, con qualche impennata ora del Venezia, ora della Feralpi, che si esaurisce ai limiti delle due aree. Un’occhiata ai riflettori, sì, la luce tiene, alla fine ci arriviamo. Sorride Vinicio Espinal, che rimette piede in campo dopo mesi e mesi, smoccola qualcuno del Venezia per un paio di contropiede che con la palla gestita meglio avrebbero potuto, chissà. I cambi puntellano la manovra, Magnaghi è forza fresca, Zerbo non vale Galuppini, comincia a mettersi un’umidità finissima e, carta e penna alla mano, si calcola che questo pareggio, ci può stare. La beffa è in agguanto, e prendere il 2-1 su corner dà fastidio, oltre che far male. Se ne vanno gli “immancabili” del Venezia, gruppetto di cinque-sei persone, compleanno rovinato per Zandiri che celebra i 65 anni (auguri, come faceva Radio Capodistria), se ne vanno i 700 del Salò festeggiando, compreso un cagnolino infreddolito che abbaia spaventato per l’improvviso boato. Fosse rimasto a casa a vedere un telefilm di Lassie per lui sarebbe stato lo stesso.

Ore 18.00 – (Giornale di Vicenza) Si avvicina la partita contro il Renate (domani alle 18) ed è tempo di scelte per mister Favaretto. Sono tutti disponibili i giocatori, con Bruno che è stato affetto da una leggera influenza nei giorni scorsi, ma ora ha completamente recuperato. Così aveva parlato il tecnico biancorosso dopo la vittoria sul Monza: «Per tutti quelli che non sono, al momento, parte attiva della squadra, potrebbe arrivare il momento giusto la domenica successiva, quindi credo siano ragazzi che meritano la stessa attenzione». Tra questi aveva ricordato Sandrini, che tanto aveva fatto fatica a trovare spazio nella prima parte della stagione. Favaretto, al suo arrivo, gli ha accordato subito la fiducia. Nella gara contro il Monza, Sandrini è entrato nel corso del secondo tempo siglando il 2-0 che ha portato l´inerzia della partita definitivamente dalla parte dei vicentini. Con il confermatissimo capitan Tomei a difesa della porta biancorossa, è difficile pensare ad un cambio nella retroguardia vista la solida prestazione messa in campo domenica da Piccinni, Carlini e Polverini. I dubbi potrebbero riguardare il centrocampo, dove l´inserimento e il gol di Sandrini potrebbero dare qualche cruccio in più a mister Favaretto su chi schierare dal primo minuto. Dalla Bona è apparso in grande forma, sensazione confermata dallo stesso giocatore; Lavagnoli e Quintavalla sulle fasce hanno svolto egregiamente il loro compito, sembrano quindi intoccabili, così come Malagò che peraltro è una vecchia conoscenza di Favaretto. Cristini, poi, ha ritrovato il gol e che gol! Sarà difficile per Favaretto non riconfermarlo. Ancora più incerti i titolari del reparto offensivo: Bruno, tornato al gol e ad una prestazione convincente, in settimana ha avuto una leggera influenza, sembra recuperato, ma chissà se Favaretto si rischierà di metterlo in campo fin da subito. Gomes non ha ancora i novanta minuti sulle gambe e Bardelloni è apparso molto attivo e propositivo quando gli è subentrato domenica. Allo stesso tempo scalpita Margiotta che deve ancora fare la sua prima presenza con mister Favaretto. Il Renate, avversario dei biancorossi, dovrà invece far fronte all´assenza di Iovine, uno degli uomini più importanti di Boldini, e di Perini che nell´ultimo periodo è diventato uno degli inamovibili nella formazione nerazzurra. Potrebbe toccare dunque all´ex di turno Odogwu, fare reparto in avanti dal primo minuto.

Ore 17.30 – Sala stampa Pro Vercelli-Cittadella, Claudio Foscarini: “E’ stata una partita non spettacolare, ma credo che il Cittadella abbia fatto un’ottima prestazione. Siamo mancati in un pizzico di fortuna a Pescara, oggi magari ci è andata meglio, ma credo che abbiamo meritato il successo pieno. Oggi sapevo che sarebbe stato molto più difficile che a Pescara, la Pro Vercelli gioca pressando alto e poteva metterci in difficoltà. Il risultato oggi è fondamentale, il successo vale quasi sei punti oggi. Stanco ha fatto una grandissima partita, ha pressato sul loro play impedendogli di fare gioco e poi ha trovato anche la zampata del gol. Sono contento per lui e per l’impatto che ha avuto, così come di Kupisz. Lui oggi magari è stato un po’ meno brillante, ma il suo contributo è stato importante comunque. Ci stiamo tirando fuori dalle zone basse della classifica con prestazioni molto buone, sono contento dei ragazzi perché stanno mettendo in pratica quello che ho chiesto loro”.

Ore 17.10 – Serie B, la classifica aggiornata: Carpi 51, Bologna 45, Livorno 43, Avellino 42, Vicenza 40, Frosinone 38, Spezia 36, Ternana 35, Lanciano 34, Perugia, Pescara e Pro Vercelli 33, Trapani 32, Bari, Cittadella e Modena 30, Brescia ed Entella 29, Catania, Latina e Varese 27, Crotone 24.

Ore 17.00 – Serie B, i risultati finali: Avellino-Frosinone 3-0, Bari-Vicenza 0-1, Bologna-Ternana 0-0, Carpi-Spezia 0-0, Entella-Trapani 1-1, Lanciano-Brescia 2-0, Latina-Pescara 2-0, Pro Vercelli-Cittadella 0-1, Varese-Livorno 0-1.

Ore 16.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Passano le settimane e il treno di testa del girone A della Lega Pro 2014-2015 continua a perdere qualche vagone. Davanti rimangono sempre le stesse, a turno qualcuna fa la locomotiva ma l’impressione è che ancora nulla sia veramente deciso. Decisivi per Bassano e Real Vicenza, in tal senso, saranno ancora una volta i gol degli attaccanti, Stefano Pietribiasi e Salvatore Bruno su tutti. A cominciare dagli incroci domenicali contro Cremonese e Renate. «Stiamo facendo un gran campionato — ha raccontato l’attaccante giallorosso ospite di “L’angolo dei bomber”, trasmissione curata da Lega Pro Tube — e ogni settimana è una battaglia perché anche in vetta c’è grande equilibrio. Con il passare delle settimane molte delle protagoniste più attese sono lì a lottare per la promozione diretta, noi ci siamo e cercheremo di provarci fino in fondo». Salvatore Bruno è uno che ama parlare poco e in effetti, dopo aver timbrato il cartellino pure contro il Monza, ha preferito mettere sul piatto della bilancia i fatti e cioè i gol. L’intesa con Gomes De Pina è ancora da affinare, ma il duo promette bene, sorpattutto con i giusti rifornimenti dalle corsie esterne. Nel frattempo la Lega Pro ha comunicato gli orari relativi alla ventottesima giornata, che prevede un turno infrasettimanale per il girone A. Mantova-Bassano verrà disputata mercoledì 4 marzo alle ore 20.45 e sarà seguita in diretta dalle telecamere di Rai Sport, oltre che da quelle di Lega Pro Tube. Questo il riepilogo delle prossime gare in programma per le vicentine oltre a quelle in carnet per domani: nella 26esima giornata Venezia-Real Vicenza verrà disputata sabato 21 febbraio alle 17 al Penzo, Arezzo-Bassano si giocherà domenica 22 febbraio alle 16, nella 27esima giornata Bassano-Novara è in programma per sabato 28 febbraio alle 16, mentre il giorno prima in serale alle 19.30 il Real Vicenza se la vedrà al Menti contro il Lumezzane.

Ore 16.10 – (Giornale di Vicenza) Il ciuffo all´indietro ingellato è fresco di parrucchiere. Con la testa scolpita, inconfondibile, Daniel Semenzato rivendica l´assist decisivo di Bergamo che i più hanno attribuito a Proietti, il quale peraltro sfoggia un capello analogo e magari era facile scambiarlo. «Sì ma io ho calciato che ero solo, impossibile non riconoscermi…», sottolinea lui. Beh, l´importante è che abbia colpito forte e teso sulla linea di porta e figurarsi se quel toro di Maistrello non si fiondava ad ammollare la pedatona risolutiva. «Abbiamo dominato una partita che a momenti rischiavamo di perdere, in effetti dobbiamo imparare ad essere più pratici e concreti, perché non si può fare la gara e non raccogliere quanto si merita». Lo scorso anno Seme era più produttivo di un centravanti: 6 reti, una raffica di assist e pure qualche penalty conquistato. Quest´anno è a 2 bersagli più talune assistenze caramellate. «Se posso non segno mai gol inutili, ma reti pesanti – argomenta il terzino nativo di Arcade – 2 gol che sinora hanno fruttato i successi con l´Alto Adige e il Giana Erminio. Considerando il salto di categoria 2 reti per un terzino a questo punto della stagione non sono nemmeno poche». Semenzato straripante se e quando vuole, eppure ogni tanto svagato e svampito, per eccesso di sicurezza probabilmente. Quella di uno che in fase offensiva è da piano di sopra e in quella difensiva, beh, se è concentrato e gli va, anche. «Può essere che sia così, chissà – dice – io so che tutto fa esperienza e col tempo si può sempre crescere e migliorare. Intanto pensiamo alla Cremonese, una formazione costruita per altri obiettivi e che ora è in difficoltà e non può permettersi scivoloni. Sono in ritiro da giorni a Veronello, hanno perso male l´ultima, saranno avvelenati. Il fatto che manchi Jadid non è una brutta prospettiva, ma anche noi lamentiamo assenze pesanti. Non so se giocheranno a viso aperto, ora la classifica pesa in negativo anche per loro che però vantano un mucchio di giocatori di qualità». All´andata allo Zini Seme fu fischiatissimo. «Sono un ex grigiorosso, lì la piazza è esigente, ha fatto la A, provano a tornare in B, non ci riescono; salgono il nervosismo e la stizza della gente». Meno gol rispetto al passato ma stesso numero di spritz e aperitivi da pagare. «Gli amici le trovano tutte – ammette – una volta perché siamo primi, poi perchè siamo secondi e la rivelazione. Alla fine pago sempre io…». Ma se domani timbra scuce di gusto.

Ore 15.50 – Serie B, i risultati parziali dopo i primi tempi: Avellino-Frosinone 1-0, Bari-Vicenza 0-0, Bologna-Ternana 0-0, Carpi-Spezia 0-0, Entella-Trapani 0-1, Lanciano-Brescia 0-0, Latina-Pescara 0-0, Pro Vercelli-Cittadella 0-0, Varese-Livorno 0-0.

Ore 15.40 – (Gazzettino) «Le linee guida sono state tracciate, ma ci sono dei tecnicismi che devono trovare riscontro. A essere realisti si farà tutto entro fine febbraio». Le parole sono di Roberto Tonicello, nuovo consulente tecnico del San Paolo, nonché uno degli imprenditori che si sta dando da fare per trovare una soluzione alla crisi del club di via Canestrini. Giovedì sera, a ristorante pizzeria “Sottosopra” di Dolo del quale Tonicello è socio, si è tenuto un incontro con i giocatori che nell’occasione hanno detto di essere disposti ad aspettare chiedendo però che venga anticipata la prossima settimana almeno uno dei tre stipendi arretrati. Torniamo a Tonicello: «Sono stati fatti passi in avanti ed è stato allargato il giro delle consultazioni ottenendo dei riscontri, penso che la strada sia giusta. Si sta cercando di trovare un equilibrio nel dettaglio riguardo al valore del debito, all’eventuale passaggio di quote e all’apporto economico. Ai giocatori è stato detto in modo onesto e trasparente che è tutto in itinere e che non si tratta di false promesse, fermo restando le difficoltà a raggiungere il risultato».

Ore 15.20 – (Gazzettino) Potrebbe passare allo storia come l’ultimo derby tra Abano e Thermal Abano Teolo quello in programma domani a Montertone. Sullo sfondo, in vista della prossima stagione, sta infatti prendendo corpo l’ipotesi che i due club uniscano le loro forze per approdare alla costituzione di un’unica realtà che sarebbe una vera e propria “potenza” in serie D potendo contare su un bacino dalle grandi potenzialità, soprattutto in termini di settore giovanile. Proprio l’occhio di riguardo condiviso per il vivaio è il volano di una serie di contatti che già ci sono stati tra le parti e che vedono in prima linea i presidenti Gildo Rizzato dell’Abano e Pierluigi Maistrello del Thermal. Un lavoro per trovare l’intesa condotto finora lontano dai riflettori che, sia pur nella sua fase embrionale, rappresenta una forte rottura rispetto al passato (anche recente) con il presidente Rizzato che sembra aver ammorbidito la sua posizione ed essere oggi disponibile al dialogo. «L’apertura c’è – esordisce Rizzato – e abbiamo già parlato. Sia noi e sia loro teniamo molto al settore giovanile, insieme si può fare una bella cosa. Poi però tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare». Il dialogo è favorito dagli ottimi rapporti tra i due presidenti. «Sono molto amico di Maistrello, un rapporto che è iniziato quando allenava nel nostro settore giovanile. Ho conosciuto anche il sindaco Valdisolo di Teolo, mi sembra una brava persona. Non mi dispiacerebbe se si trovasse un’intesa, ma è un discorso ancora prematuro. Ci sono diversi aspetti da chiarire». Anche il presidente Maistrello è intenzionato a lavorare in questa direzione. «Abbiamo avuto tre-quattro incontri che possiamo definire esplorativi. Mi piace perché c’è un clima bello, agevolato anche dal fatto che in passato ho allenato nell’Abano e che con Rizzato c’è un rapporto di amicizia. Sapendo quella che è stata sempre una sua forma di “allergia” nei confronti del Thermal, ho avuto modo di vedere invece che è cambiato radicalmente il suo atteggiamento ed è disponibile a ragionarci sopra. È chiaro che per due cittadine come Abano e Teolo una fusione comporterebbe il dover sacrificare qualcosa, ma bisogna pensare anche alle reali esigenze delle due società. Affrontare una serie D unendo le forze non significherebbe raddoppiare i capitali per gestire la nuova società, ma vorrebbe dire fare il campionato nazionale dilettanti con la stessa cifra di adesso e poter però investire ulteriormente per arrivare ad avere un settore giovanile più strutturato e con personale ancora più qualificato. È sui giovani che bisogna investire, il che non garantisce magari risultati nell’immediato, ma senz’altro nel lungo termine. C’è comunque ancora molta strada da fare, ma l’intenzione di entrambe le società è chiara». Avete già un’idea sul nome del nuovo sodalizio? «Non può chiamarsi solo Abano e probabilmente la parola Thermal scomparirebbe. Però, è ancora davvero prematuro. Di certo c’è che da parte nostra e dell’Abano viene apprezzata l’idea della fusione dato che è ritenuta utile».

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Tre vittorie di fila, 10 punti nelle ultime quattro giornate, otto gol segnati e uno solo subìto. E’ questo il biglietto da visita con cui il Vicenza si presenta al San Nicola di Bari contro i «galletti» di Davide Nicola, che nella stagione 2009-2010 nel Lumezzane è stato compagno di squadra del centrocampista biancorosso Antonio Cinelli. «Me lo ricordo bene quel campionato — sottolinea Cinelli — fu un buon campionato e si capiva che Nicola sarebbe potuto diventare un buon allenatore. Aveva carisma e idee, chissà se domani (oggi per chi legge, ndr ) ci sarà la possibilità di scambiare qualche parola e ricordare quella stagione». Intanto il Vicenza vuole continuare nella sua striscia positiva e il Bari deve riscattare il pesante stop di Livorno sabato scorso. «Non sarà semplice tornare da Bari con un risultato positivo – spiega Cinelli – ma non sarà facile neanche per loro. Hanno un organico è di primissimo livello, composto da giocatori molto forti, ma noi stiamo bene e non abbiamo nessuna intenzione di fermarci. Sarà un bel match e come sempre sarà il campo a dire chi sarà più meritevole di prendersi i tre punti». Nell’ultima in casa il bari ha travolto il Frosinone per 4-0, a conferma della forza della compagine allenata da mister Nicola. «In attacco dispongono di Ebagua, Caputo, De Luca e a gennaio è tornato in Puglia anche Bellomo – precisa Cinelli – un attacco molto forte che dovremo essere bravi a limitare. Al momento il loro difetto è che non sono continui, dobbiamo sperare che loro non siano in grande giornata. In ogni caso siamo pronti a ribattere colpo su colpo e a giocare il nostro calcio, cercando di fare la partita: è quello che ci chiede il mister. Poi è chiaro che ci sono anche gli avversari, ma noi siamo belli pronti». Il gruppo biancorosso è unito e compatto, fortificato da una grande voglia di rivincita dato che quasi tutti i componenti vengono da un’annata non certo positiva. Anche Cinelli non fa eccezione, lo scorso anno il rendimento dell’ex laziale è stato inferiore a quello del campionato in corso. «È vero – ammette Cinelli – l’impegno è stato massimale anche nella scorsa stagione, ma il primo a rendermi conto che quest’anno gioco meglio sono io. Ad aiutarmi anche il fatto di essere sempre stato bene, l’anno scorso ho dovuto operarmi al menisco e mi sono fermato nel momento in cui cominciavo a stare bene. Però quella è acqua passata, devo guardare avanti e cercare di fare ancora meglio. Mi ha fatto piacere aver prolungato il contratto con il Vicenza per un altro anno, perché è la conferma che il mio lavoro è stato apprezzato e che c’è fiducia in me. Adesso spetta a me ricambiare, io prometto che ce la metterò tutta».

Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) Fino all´ultimo istante la formazione titolare del Vicenza che oggi alle 15 affronterà il Bari avrà un paio di punti di domanda. La rifinitura effettuata ieri mattina a Grisignano, prima della partenza per la Puglia, ha infatti confermato che il tecnico Pasquale Marino intende valutare approfonditamente le alternative a disposizione per il ruolo di esterno alto di sinistra (sono in ballottaggio Vita e Spinazzola al posto dello squalificato Giacomelli) e per la coppia difensiva centrale, con Brighenti, Camisa, Manfredini e Gentili tutti abili e arruolati. Portieri confermati. Una certezza però c´è: anche questa settimana non figura nell´elenco dei convocati Nicolas Bremec. Il portiere biancorosso, che in settimana ha ripreso a lavorare in gruppo dopo aver risolto il problema al polpaccio, tornerà definitivamente a pieno regime a partire da lunedì, mentre ieri non ha svolto la rifinitura con i compagni. A Bari quindi tra i pali della porta biancorossa ci sarà ancora Vigorito, con il “talismano” Serraiocco in panchina (tre successi in altrettante presenze nella distinta ufficiale). Debutto in attacco. Oggi pomeriggio si assisterà di certo a un debutto da titolare con la maglia biancorossa nel tridente offensivo; resta da capire se l´onore e l´onere toccherà a Vita o a Spinazzola. La rifinitura di ieri ha dato un piccolo ma significativo segnale: nelle due squadre contrapposte nel test da Marino, una schierava per intero la corsia titolare di destra (Sampirisi terzino, Moretti interno, Laverone in avanti), l´altra era composta da una plausibilissima catena di sinistra (D´Elia terzino, Cinelli interno, Vita esterno offensivo). La sensazione è quindi che l´ex giocatore del Monza possa essere in pole position per sostituire lo squalificato Giacomelli, con Spinazzola comunque prontissimo all´eventuale chiamata.
Brighenti ok. L´altro confortante segnale della mini-partitella di Grisignano è arrivato da Brighenti, apparso pienamente ristabilito dal dolore al fianco, molto reattivo e per nulla timoroso nei contrasti. Nel test il difensore veronese ha ricostituito con capitan Camisa (al rientro dalla squalifica) la coppia centrale più utilizzata finora da Marino, riproposta ieri davanti a Vigorito. È quindi possibile che sia proprio questa la soluzione iniziale scelta per Bari, anche se il tecnico del Vicenza non ha mai nascosto la sua stima per Manfredini, che ha ben risposto sul campo nelle ultime due partite e rimane pertanto un serio candidato ad una maglia da titolare. Meno probabile l´utilizzo di Gentili, non certo per demeriti ma per il fatto che i posti a disposizione sono solo due, e le gerarchie interne quando tutti i centrali sono in piena efficienza sembrano vederlo come alternativa. Così al San Nicola? Per il resto l´allenatore dovrebbe confermare in blocco la squadra che da diverse settimane sta regalando a lui e a tutti i tifosi biancorossi grandi soddisfazioni. Ecco quindi la probabile formazione titolare con la quale il Vicenza si presenterà oggi alle 15 per il fischio d´inizio allo stadio San Nicola: Vigorito; Sampirisi, Brighenti, Camisa (Manfredini), D´Elia; Moretti, Di Gennaro, Cinelli; Laverone, Cocco, Vita.

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza si presenta oggi a Bari (inizio della gara alle 15) con un curriculum di tutto rispetto: ben tre vittorie di fila ma soprattutto una serie di prestazioni davvero convincenti. Insomma quella che fino a qualche mese fa sarebbe stata una partita tra squadre dagli obiettivi ben diversi oggi vedrà addirittura i pugliesi in rincorsa. Ma come sempre il tecnico Pasquale Marino ci tiene a precisare: «Di sicuro stiamo attraversando un buon momento e se i ragazzi manterranno questa umiltà e questa voglia di crescere sarà difficile avere sorprese in negativo, eventuali cali saranno ridotti al minimo pur ricordando che nell´arco di una stagione alcuni sono fisiologici». E qui il tecnico biancorosso racconta un retroscena. «Devo dire che quando fui contattato per venire a Vicenza il diesse Cristallini per convincermi mi disse proprio che sarei venuto ad allenare dei ragazzi nei quali lui aveva tanta fiducia, perchè pronti ad apprendere e a sacrificarsi, disponibili a mettere in atto tutto quanto viene loro insegnato. A distanza di mesi devo ammettere che è tutto vero, ora però bisogna avere la maturità di non abbassare la tensione, perchè se siamo arrivati fino a qui è grazie all´umiltà e al sacrificio di tutti». Arrivati fino a qui significa essere in piena zona playoff. «Sì e ci fa davvero tanto piacere però, ripeto, noi dobbiamo lavorare di partita in partita, così come è sotto gli occhi di tutti che mancano ancora 13 punti alla quota salvezza. Credetemi, essere maturi è riuscire a ragionare senza pensare alla classifica». Proprio per non essere troppo ottimisti, potrebbero esserci due tipi di problemi da qui alla fine. Il primo: sarà difficile tenere una condizione atletica così. «Non temo il calo fisico perchè su questo lavoriamo tutte le settimane con grande applicazione e ci accorgiamo subito se uno non tira al massimo in allenamento, precisando però che da giocatore a giocatore, a seconda dei periodi, ci sta una qualche flessione. Invece potrei temere di più un calo mentale ma, come dicevo prima, se sapremo essere maturi non ci sarà nemmeno questo». Secondo possibile problema: è vero che il Vicenza è una buona squadra ma in alcuni ruoli ci sono giocatori insostituibili, ad esempio Di Gennaro: se si ferma uno di questi salta il banco? «Mah, in difesa abbiamo quattro centrali e già contro il Bari chi non verrà schierato sarà sacrificato perchè tutti hanno dimostrato di essere all´altezza: certo è bello avere alternative ma non è facile scegliere. Di Gennaro? Beh si è visto che Moretti può giocare al suo posto, caso mai ci manca un po´ Sciacca. Abbiamo dimostrato sempre di sapercela cavare al meglio, ad esempio a Varese non c´erano nè Di Gennaro, né Moretti, ma si fece lo stesso una buona gara».
Veniamo al Bari che viene da una sconfitta pesante per 5-2 subita a Livorno. «Per me è stato solo un passaggio a vuoto perchè nell´ultima in casa aveva battuto il Frosinone 4-0. Poi ha un organico di prim´ordine, in avanti può schierare giocatori come Bellomo, Caputo, De Luca». Resta il fatto che il Vicenza ha 37 punti e il Bari 30. «Teniamo conto che ha fatto pure un cambio tecnico e il lavoro di Nicola si vedrà perchè è un ottimo allenatore, poi la piazza è importante, insomma il Bari verrà fuori». D´accordo con chi dice che se pure questa gara sarà positiva per il Vicenza dopo si potrà parlare di obiettivo playoff? «No, è troppo presto, noi tutti oggi pensiamo solo al quotidiano. Dovessimo anche fare bene a Bari, non è che dopo sarà più facile, ogni gara ha le sue insidie: tanto per dire il Crotone che poi verrà al Menti è ultimo ma per me gioca molto bene. Insomma, restiamo attenti e concentrati».

Ore 14.10 – (Gazzettino) Uno più uno… fa tre. Non è una nuova regola della matematica, bensì quello che ha chiesto Claudio Foscarini alla sua squadra: partendo da due delusioni – la vittoria di Pescara sfumata all’ultimo secondo, e la beffa nella gara di andata con la Pro Vercelli – si devono trovare rabbia e forza per arrivare ai tre punti nella gara di oggi. Il tecnico ha spronato i suoi e si attende una grande risposta su un campo notoriamente difficile per chiunque: «A Pescara eravamo arrivati a dieci secondi dalla vittoria, da un risultato importante che avremmo anche meritato. Ai ragazzi, delusi e rabbiosi per la beffa, ho detto di riversare tutto in campo a Vercelli per riprenderci quanto lasciato a Pescara, e cercare pure la rivincita della partita dell’andata, persa al novantesimo. Abbiamo motivazioni valide e importanti». La formazione granata per salvarsi deve fare punti contro tutti e su ogni campo, ma a Vercelli non sarà impresa facile. «I piemontesi hanno costruito la loro classifica facendo leva soprattutto sulle partite giocate in casa. Al Piola, un vero e proprio “fortino”, la Pro Vercelli ha raccolto la bellezza di 25 punti. Il campo è in sintetico, le tribune sono vicinissime al rettangolo di gioco e il calore del pubblico si avverte». Il Cittadella del 2015 offre comunque garanzie, è in serie positiva da quattro turni – due vittorie e altrettanti pareggi – e soprattutto ha ritrovato spirito, gioco e determinazione. Foscarini ha tracciato la linea da seguire, il 4-4-2: «A livello tattico e nell’atteggiamento ora c’è una chiara fisionomia. I nuovi arrivati si sono bene integrati e stanno offrendo un valido contribuito sia a livello tecnico che caratteriale, ma è tutta la squadra che da tre mesi ha cambiato identità grazie a un lavoro proficuo sul campo, durante la settimana. Abbiamo imboccato la strada giusta, ma il cammino è ancora molto lungo prima di arrivare alla meta». Grandi i passi in avanti soprattutto a livello difensivo. «Un dato per spiegare i progressi: eravamo la squadra che subiva più tiri in porta, adesso non siamo più ultimi in questa particolare classifica. Abbiamo perso qualcosa in avanti, ma i laterali stanno facendo un grande lavoro di sacrificio. Adesso ci stiamo allenando per alzare il baricentro della squadra, così da recuperare la palla più su e correre di meno». Tra gli aspetti da migliorare, se vogliamo, c’è quello delle conclusioni dalla distanza, dove il Cittadella è carente. «È vero, e mi arrabbio durante gli allenamenti su questo: la squadra vorrebbe sempre arrivare in porta con la palla al piede, anche con fraseggi difficili da realizzare. Invece bisognerebbe tirare da fuori quando si presenta l’opportunità. Il nostro motto da qui alla fine è correre meno e correre meglio: il Cittadella spreca tantissime energie per un pallone, un tempo sbagliato, per recuperare un pallone perso». Foscarini per la prima volta può permettersi il lusso di lasciare a casa qualche giocatore per scelta tecnica: non convocati Pecorini e Camigliano. In difesa rientra Pellizzer dopo il turno di squalifica, coppia d’attacco Stanco-Gerardi. Continuità anche in questo senso.

Ore 13.50 – (Mattino di Padova) È uno scontro diretto in chiave-salvezza, con la Pro Vercelli attestata a quota 33, e reduce dal pareggio di Varese, e il Cittadella a 27, sei lunghezze sotto i piemontesi, che avrebbero potuto benissimo essere quattro se solo il gol dell’1-1 di Bjarnason a pochi secondi dalla fine del match di Pescara, con il pallone spinto in rete di coscia dopo un tocco di mano, fosse stato annullato, cosa che invece non è successa. «Il giorno dopo la gara andata in scena allo stadio Adriatico», ammette Claudio Foscarini, partendo, nella sua chiacchierata della vigilia, proprio dall’ultimo episodio contrario, «se avessimo giocato di nuovo, avremmo sbranato chiunque, tale e tanta era la rabbia che covavamo». «Una rabbia», aggiunge il tecnico, «che mi auguro non sia venuta meno, perché ci dovrà dare l’energia e la forza per cogliere un altro risultato utile». E poi c’è un ulteriore motivo su cui far leva per rendere dura la vita ai bianconeri di Scazzola, capaci di cogliere ben 25 punti sul sintetico del loro stadio, intitolato a Silvio Piola, contro gli appena 8 racimolati in trasferta, e che oggi si presenteranno alla sfida senza il loro bomber per eccellenza, Ettore Marchi, 13 reti realizzate sin qui, tra gli attaccanti più prolifici del torneo, squalificato per due giornate per un fallo di reazione: «È l’occasione anche per vendicare la sconfitta dell’andata, quando (martedì 23 settembre, in notturna, ndr) beccammo la rete di Beretta al 94’, un’autentica beffa». Risalire la classifica. Il girone di ritorno sta suonando altra musica per la truppa granata, che attraversa un buon momento, testimoniato dalle due vittorie (contro Avellino e Trapani) e dai due pareggi (con Modena e Pescara, appunto) messi in cascina dopo aver virato la boa di metà stagione, e con la salvezza diretta a portata di mano. Foscarini vuole tenere giustamente tutti sul pezzo, il che significa tensione alta: «È vero, abbiamo cambiato l’atteggiamento in campo, imboccando la strada giusta», rileva con soddisfazione, «ma il Citta deve fare il Citta: significa lottare su ogni pallone, proporsi con più intensità dalla metà campo in su, migliorare i tempi di gioco, che vuol dire correre meno per correre meglio. Sprechiamo tante energie per recuperare palla, e questo alla lunga ci costa. “Guardate che il percorso è ancora molto lungo, e in salita”, ho detto ai miei giocatori, proprio per far capire loro che non si deve mollare nulla». L’obiettivo è ben diverso da un mese fa, ora lo si può confessare: «La nostra intenzione adesso è guadagnare posizioni in graduatoria, a patto di continuare con questo atteggiamento». Tradotto in concreto, ecco cosa l’allenatore trevigiano si aspetta oggi: «L’impegno è ostico, loro hanno un fortino inespugnabile o quasi, ma noi non possiamo partire timidi, come il primo quarto d’ora di Pescara. Non siamo nelle condizioni di gestire il risultato iniziale, non ha senso accontentarsi». Dunque, sarà un Cittadella che se la giocherà a viso aperto, anche perché la posta in palio è alta, trattandosi di una sfida dove i punti contano doppio. E sui tiri da fuori, il ragionamento di Foscarini non fa una piega: «Se è vero che, a livello difensivo, eravamo la peggior squadra nel subìre tiri in porta, e adesso le statistiche dicono che non abbiamo più questo dazio negativo, ora vorrei vedere più conclusioni da fuori. I vari Rigoni, Paolucci, Benedetti hanno il piede buono, perché non provarci?». La gara degli ex. Coly e Di Roberto in campo, Valentini in panchina: due ex contro uno, a dare ulteriore pepe al confronto. Quanto alla formazione, solita chiusura: i dubbi riguardano una maglia a centrocampo (Busellato è recuperato, ma è probabile parta tra le riserve, a beneficio di Paolucci) e una in attacco, dove Stanco è intoccabile (con lui potrebbe esserci ancora Gerardi). Scontato il ritorno di Pellizzer (nella foto in alto) in difesa, a casa sono rimasti Camigliano e Pecorini. Viva l’abbondanza!

Ore 13.30 – (Corriere del Veneto) Otto punti in quattro partite, il 2015 è un bijoux. Il Cittadella vuole mettere la freccia e svoltare a Vercelli, un campo dove la Pro ha messo insieme ben 25 punti. «Siamo in un buon momento — ammette Claudio Foscarini — ma ci ricordiamo anche di come abbiamo perso all’andata in modo beffardo. Il Piola è un piccolo fortino, mi aspetto una partita complicata anche se a loro mancherà Marchi». Foscarini punta sulla rabbia agonistica di una squadra che vuole vendicare due beffe. Il ko dell’andata firmato proprio dal grande assente di giornata e il pari di Pescara in pieno recupero che ha privato la squadra della terza vittoria consecutiva. «Siamo ancora arrabbiati per quello che è accaduto a Pescara — conferma Foscarini — e spero che questa rabbia si tramuti in energia positiva». Un pensiero all’eterno Pierobon: «Certe cose sono cambiate — prosegue Foscarini — Andrea ha dato maggiore sicurezza al reparto. Andiamo a Vercelli in 20, Camigliano e Pecorini non saranno convocati, Busellato l’abbiamo recuperato e sarà con noi». Pochi dubbi (e di conseguenza tante conferme) in formazione. Unico rebus, quello in attacco, dove Sgrigna scalpita.

Ore 13.10 – (Gazzettino) «Ha preso una botta in allenamento, ma penso che non sia niente di grave. A occhio e croce ci giochiamo la maglia io e lui, ma sono scelte che spettano all’allenatore. E non dimentichiamo che c’è anche Pittarello, attaccante giovane che mi piace un sacco e che può migliorare ancora molto. Siamo tutti ottimi giocatori e, ripeto, è il tecnico che deve scegliere. Ultimamente ha preferito Zubin a me e a Ferretti, ma non c’è alcun problema. Se l’allenatore ha bisogno di me, settanta-ottanta minuti buoni nelle gambe li ho». Lei è all’ombra del Santo da un paio di mesi approdando dalla Lavagnese (serie D ligure) dove era titolare fisso: qualche rimpianto? «Lì giocavo sempre ed ero un punto di riferimento importante per la squadra, ma qui voglio vincere il campionato. Ho fatto la scelta giusta, spero anche per la mia carriera. Padova è sempre Padova». Che gara si aspetta con il Mezzocorona? «Troveremo una squadra agguerrita, sarà importante sbloccare la partita il prima possibile per poi avere più spazi per chiuderla. Cinque punti di vantaggio sull’Altovicentino? Se non sbagliamo mai, non possono prenderci».

Ore 13.00 – (Gazzettino) Quattro sigilli, frutto delle doppiette con l’Union Ripa La Fenadora al suo esordio in biancoscudato e con il Mori Santo Stefano. Una media gol di assoluto rispetto visto che su sei partite è stato impiegato una sola volta dal primo minuto (Union Ripa), tre volte è subentrato a gara in corso (Altovicentino, Union Pro e Mori) e due volte è rimasto a guardare (Montebelluna e Tamai). In tutto fanno 166 minuti sul campo, il che significa una rete ogni 41 minuti. Stiamo parlando di Salvatore “Savio” Amirante, il bomber biancoscudato più prolifico per minutaggio. Proprio a Rovereto ha messo a segno la sua seconda doppietta, guarda caso lo stesso campo in cui il Padova tornerà domani per la trasferta con il Mezzocorona. «Non sarebbe male fare ancora un gol. Un’altra doppietta? Sarebbe stupendo, però l’importante è che vinca il Padova. A me piace lavorare per la squadra, poi se segno è tanto meglio». Nel 4-2-3-1 Parlato ha preferito ultimamente Zubin, costretto però domani ai box per infortunio. Ora la concorrenza si riduce ad Almirante e Ferretti, con l’argentino che ha saltato precauzionalmente l’amichevole di giovedì per un affaticamento.

Ore 12.50 – (Gazzettino) Si starebbe lavorando per un accordo transattivo che prevede il pagamento di un importo del 40 per cento (circa 140 mila euro) più la cessione del marchio, che ha un valore economico, dei trofei e del mobilio della sede che l’attuale proprietà a sua volta acquisterebbe dall’amministrazione. Quanto al logo, trattandosi di un bene della collettività, l’idea è che resti di proprietà comunale, con cessione in comodato alla società, anno per anno, a un prezzo simbolico. Penocchio e Cestaro contano di condurre in porto il piano di ristrutturazione del debito tra la fine febbraio e i primi di marzo, con la previsione di un esborso di circa 5-6 milioni di euro. Un sacrificio notevole a fronte comunque dell’azzeramento di tutte le pendenze di natura penale. Con la revoca delle istanze di fallimento, ufficializzata ieri dal tribunale, cade automaticamente l’accusa di bancarotta.

Ore 12.40 – (Gazzettino) Chi rimane fuori dal patto dovrà comunque essere saldato entro i 120 giorni successivi alla data di omologa del piano. Quello della fatidica soglia del 60% è un traguardo che lo staff di legali del presidente Penocchio non ha ancora raggiunto. Ci sta lavorando con impegno, la quota minima necessaria è ad un passo, ma occorre un ulteriore sforzo economico. Ecco la ragione per cui il Calcio Padova 1910 non è ancora stato in grado di presentare al giudice delegato Caterina Zambotto il piano con cui chiudere tutte o gran parte delle pendenze creditorie. In realtà dopo la rinuncia al concordato preventivo la società biancoscudata non deve più rispettare termini perentori. È comunque chiaro che la partita dovrà essere chiusa in tempi rapidi, se non altro nel rispetto degli impegni già assunti con i creditori. I privilegiati, in primis i giocatori, l’ex diggì Sottovia e gli ex dipendenti, dovrebbero ottenere cifre oscillanti tra il 60 e il 70% delle rispettive spettanze mentre ai chirografari verrebbe assicurata una percentuale tra il 30 e il 40% dei crediti. Il saldo dovrebbe avvenire in tre tranches, nell’arco di un paio d’anni. Alcune importanti trattative sarebbero ormai in dirittura d’arrivo. Compresa quella con il Comune che vanta crediti attorno ai 320mila euro per l’affitto dello stadio e altre voci correlate.

Ore 12.30 – (Gazzettino) Diego Penocchio e il suo predecessore Marcello Cestaro possono tirare un sospiro di sollievo in attesa di aprire i cordoni della borsa. Il Calcio Padova 1910 non rischia più il fallimento. Le istanze presentate dall’avvocato bolognese Mattia Grassani e dalla società vicentina di brokeraggio assicurativo Ni.Pa Broker srl sono state revocate. In altre parole i creditori hanno rinunciato alle rispettive pretese, a seguito di accordi con la vecchia società biancoscudata. Liberato da ogni vincolo di natura fallimentare, il Calcio Padova 1910 ha ufficializzato anche la rinuncia al concordato preventivo in bianco. I legali del presidente Penocchio hanno scelto un altro percorso contemplato dal codice, quello del piano di ristrutturazione del debito. Tra le due strade esiste una differenza sostanziale. Il piano di ristrutturazione del debito si riduce sostanzialmente a un accordo tra privati. Si raggiunge un’intesa sulla percentuale dei crediti vantati e sui tempi di pagamento, senza la mediazione del giudice. Ma con una clausola insormontabile: perchè il progetto abbia concrete possibilità di essere omologato dal tribunale fallimentare deve ottenere l’adesione di almeno il 60% dei creditori.

Ore 12.00 – Sulle ultime prestazioni: “La partita col Mori è stata condizionata dalla superiorità numerica ma nel primo tempo abbiamo lavorato a dovere negli spazi stretti, mentre col Tamai è stato fatto un passo avanti a livello generale”.

Ore 11.57 – Sulle scelte: “Chi titolare tra Ferretti ed Amirante? Siamo al 50 e 50%! E potrebbero anche giocare insieme…”

Ore 11.55 – Sul modulo: “Farò in modo di dare continuità a quello utilizzato nelle ultime gare”.

Ore 11.53- Sul campo: “Sul sintetico loro sarebbero stati avvantaggiati sui rimbalzi e sul tempo di intervento, ma non bisogna mai sottovalutare nulla…”.

Ore 11.50 – Su Zubin: “Ho letto che è rotto, ma mi sembra esagerato. Spero che nel giro di dieci giorni possa rientrare… Con la sua assenza devo fare alcune valutazioni ma io ho la massima fiducia in Ferretti ed Amirante”.

Ore 11.45 – Arriva Parlato. Sul Mezzocorona: “Affrontiamo una squadra che sta bene e che viene da due buonissimi risultati e da ottime prestazioni. È una squadra giovane che gioca con grande velocità per tutti e novanta i minuti, noi abbiamo provato soluzioni alternative e dovremo metterci particolare intensità. Sbloccarla subito? Io mi accontento di vincerla, in qualsiasi modo”.

Ore 11.30 – Qui Appiani: termina l’allenamento.

Ore 11.20 – Qui Appiani: provati i calci di rigore.

Ore 11.00 – Qui Appiani: partitella in corso.

Ore 10.40 – Qui Appiani: schemi anti-Mezzocorona. Assente Zubin, regolarmente in gruppo Ferretti e Mattin.

Ore 10.20 – Qui Appiani: Biancoscudati in campo per la rifinitura.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Solo una questione di mancate firme o c’è dell’altro? Ad esempio, visto che per la prima volta viene citato il Gruppo di Dueville (e dunque sarebbe Cestaro a farsi carico del ripianamento del debito, dato che Penocchio non ha i mezzi economici per far fronte all’ingente deficit), è possibile che il cavaliere con i suoi famigliari voglia vederci chiaro, per non incorrere in risvolti penali? Se Penocchio è riuscito a far rientrare l’istanza di fallimento dell’avvocato Mattia Grassani (che vi ha rinunciato solo l’11 febbraio) e quella presentata dalla società vicentina Ni.Pa Broker srl (che ha depositato l’atto di desistenza il 6), accordandosi con entrambi per il pagamento, non ce l’ha fatta in ogni caso a restare dentro i tempi concessigli. Dunque, si riparte daccapo. Palla alla Procura. Continuano così ad esserci sorprese in questa vicenda, che ricorda per molti versi, nel suo piccolo, quanto sta accadendo al Parma (e non a caso i due indagati avevano rapporti anche con il club ducale). Ad esempio, salta fuori questo debito con il Credito Sportivo di cui nessuno sapeva nulla. Fondi richiesti, ed ottenuti, a che scopo? Il trait d’union, ovviamente, era Valentini senior, a.d. del Calcio Padova e presidente dell’istituto romano dal 2002 al 2005. A quanto ammonti tale debito non è dato sapere, ma qualcuno ipotizza che i soldi richiesti (più di un milione di euro?) potrebbero essere serviti a finanziare i lavori della palestra al Centro Sportivo di Bresseo e alla gestione dei campi da gioco dell’impianto. Ricordiamo che proprio Valentini tentò inutilmente di convincere il sindaco di Teolo, Moreno Valdisolo, a chiedere un prestito al Credito Sportivo per la realizzazione di un terreno di gioco in erba sintetica. Sollecitazione a cui il primo cittadino del comune collinare rispose picche. Vedremo, dunque, come Penocchio e Cestaro cercheranno di ripianare i debiti, che ammonterebbero ad oltre 13 milioni di euro. E si attendono anche le prossime mosse della Procura: il Pm Marco Peraro aspetterà ancora o chiederà lui stesso, per conto dello Stato, maggior creditore, il fallimento della Spa biancoscudata?

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Perché il dietrofront. La sensazione emersa in queste ore, dopo la clamorosa decisione di di non andare più avanti su quella soluzione, è che il ricorso per l’ammissione al concordato sia servito a guadagnare tempo. Ma qualcosa, tuttavia, non è andato come Penocchio e Andrea Valentini, gli unici due indagati nell’inchiesta aperta nel giugno scorso dalla Procura della Repubblica insieme alla Guardia di Finanza, avevano preventivato: perché se è vero che era stata raggiunta l’intesa con il 50% dei creditori, è mancata all’ultimo momento quella con il Credito Sportivo, che avrebbe consentito di superare la soglia del 60% richiesta per legge per ottenere il “via libera” al concordato. Adesso l’Acp 1910 rischia di nuovo il fallimento, sebbene i legali della società, nell’atto di rinuncia al ricorso presentato in Tribunale, annuncino che verrà presentato un piano di ristrutturazione del debito di cui si chiederà l’omologazione in Tribunale. I presupposti, tuttavia, sono diversi: serve il consenso di almeno il 60% dei creditori e tale accordo deve essere asseverato da un professionista, contemplando il pagamento integrale anche di chi, fra coloro che avanzano soldi, non vi partecipa. Un percorso assai rischioso, e che non è detto sia coronato da successo. È importante sottolineare come, nella documentazione prodotta ai giudici, la proprietà spieghi il motivo per cui non sia stato possibile presentare l’accordo con la maggioranza dei creditori nei tempi concessi (difficilmente il Tribunale avrebbe accordato una seconda proroga dopo quella del 15 dicembre): non c’è stato il via libera dal Credito Sportivo e dalla Unicomm srl.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Come volevasi dimostrare. Il Calcio Padova 1910, quello che è scomparso dalla scena del professionismo, pur restando ancora affiliato alla Figc, non andrà al concordato preventivo, ritornando così di fatto alla situazione di giugno 2014, quando era parso chiaro che i debiti accumulati avrebbero messo in evidente difficoltà la proprietà (Iniziative Euganee di Diego Penocchio, titolare delle 200 mila azioni della Spa di viale Rocco) al punto da pregiudicarne il proseguimento dell’attività agonistica. Quando tutto sembrava incanalarsi verso lo sbocco più logico – un accordo con il 60% dei creditori tale da giustificare la domanda di ammissione alla procedura di concordato, avanzata al Tribunale a metà ottobre, e sulla base della quale a metà dicembre era stata concessa una proroga di 60 giorni – a sorpresa mercoledì 11 febbraio gli avvocati Fabio De Blasio di Padova, Marco Orizio e Stefano Vergano di Brescia hanno depositato presso la sezione fallimentare dello stesso Palazzo di Giustizia un atto di rinuncia della società al ricorso. Al collegio dei giudici, presieduto dalla dottoressa Maria Antonia Maiolino e composto dalle colleghe Manuela Elburgo e Caterina Zambotto, non è rimasto altro da fare, il giorno dopo, che prenderne atto e non considerare più tale percorso. La partita con il Tribunale civile si è così chiusa, in attesa di iniziarne un’altra dall’esito tutt’altro che scontato. Perché, giunti a questo punto, è evidente che basta che qualcun altro, fra i tanti creditori che non hanno trovato l’intesa con la società, presenti istanza di fallimento per aggravare sensibilmente la posizione di Penocchio e del suo ex socio Marcello Cestaro (uscito ufficialmente dal Padova all’inizio del 2014), con il rischio di vedersi affibiare un’accusa, pesantissima, di bancarotta.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Certo è che il Padova dovrà inventarsi qualcosa di nuovo, mancandogli l’esperienza di Zubin, nei confronti del quale Parlato ha fiducia incondizionata. Se davanti e in porta (dove, in attesa di Petkovic, toccherà giocoforza ancora a Lanzotti difendere i pali) ci sono pochi dubbi, in difesa il quartetto delle ultime uscite con Bortot e Salvadori sugli esterni viaggia verso la conferma in blocco, nonostante la presenza in panchina di due giocatori come Dionisi e Degrassi. È a centrocampo, invece, che le scelte si fanno difficili: il ballottaggio tra Nichele e Segato rischia di diventare una costante sino a fine campionato, con il primo che nelle gerarchie parte costantemente avanti di un paio di metri. Dietro Amirante, infine, Parlato dovrebbe confermare le due frecce Ilari e Petrilli, con l’intoccabile Cunico in posizione centrale. L’arbitro. Per la gara di domani allo stadio “Quercia” di Rovereto (ore 14.30) è stato designato il signor Daniel Pedretti di Brescia. Agente di viaggi, due anni fa finì curiosamente sulle prime pagine dei siti web di mezza Italia per un errore grossolano che macchiò un percorso arbitrale di assoluto valore: nel corso di Trento-St. Georgen, derby trentino di serie D, concesse un rigore agli ospiti per un fallo avvenuto addirittura fuori dalla lunetta dell’area. Sfortuna volle che la gara fosse in diretta Rai, e tutta Italia parlò di quella svista.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Ultime 24 ore di attesa per il Padova, fra tanti dubbi e poche certezze. Questa mattina alle 10 l’ultima rifinitura in programma allo stadio Appiani potrebbe aiutare il tecnico biancoscudato Carmine Parlato a sciogliere perlomeno alcune delle riserve ancora in piedi. L’unica certezza, al momento, è il modulo: il “4-2-3-1”, che tanto bene ha fatto girare la squadra negli ultimi 180 minuti (due vittorie e ben nove gol realizzati) non dovrebbe subìre ulteriori modifiche. Ben diverso il discorso per ciò che riguarda gli uomini da inserire nello scacchiere dei titolari: a parte in attacco e in porta, i ballottaggi sono diversi. Amirante con giudizio. Lo stiramento che mercoledì ha colpito Emil Zubin da un lato semplifica le scelte del mister, dall’altro le complica. Perché in un attimo (visto che anche Ferretti non è al top per un leggero affaticamento) il toto-centravanti si è risolto a favore dell’ex Lavagnese: Amirante, che proprio a Rovereto, tre settimane fa, aveva trovato contro il Mori una doppietta da subentrato, stavolta guiderà in prima persona il reparto offensivo sin dall’inizio della gara con il Mezzocorona. Ma se la scelta del tecnico è facilitata dalle assenze, potrebbe essere la manovra a risentirne: Zubin nelle ultime tre gare aveva portato peso e costanza in attacco, mentre Amirante è un giocatore con caratteristiche diverse (micidiale in zona gol, ma più “uomo d’area” che centroboa) e non è escluso che già stamattina, all’Appiani, la rifinitura possa tornare utile per sistemare qualcosa.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Prima di tutto per una questione di costi, poi per la mancata manutenzione di cui l’attuale società non vuole farsi carico e, infine, pure per il parere complessivamente sfavorevole espresso dai tifosi legato alla lontananza (una quindicina di chilometri) dalla città. La questione, però, al momento è tutt’altro che definita, visto che le strutture cittadine per un motivo o per l’altro sono carenti e che Bresseo, al contrario, offre campi, palestra e spogliatoi all’altezza delle esigenze di una squadra professionistica. In città il top resta il Geremia della Guizza ma a ogni pioggia, per evitare di rovinare i campi, la squadra è costretta ad emigrare altrove per allenarsi. L’Appiani è una soluzione suggestiva ma che al momento non ha le necessarie agevolazioni, altri impianti (Guizza via dei Salici, Esedra via Adria, Noventa Padovana) sono considerati incompleti dal punto di vista strutturale. In attesa di capire quale soluzione verrà trovata, stamattina è in programma l’ultima rifinitura all’Appiani prima della partenza per Rovereto, dove domani il Padova affronterà il Mezzocorona. Sicuramente out Zubin (stiramento), si proverà a recuperare Ferretti, che non preoccupa ma che allo stesso tempo ha un pregresso legato a guai muscolari che non lascia affatto tranquilli. Sulla rampa di lancio è così pronto Amirante, già quattro gol in maglia biancoscudata.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Un occhio al presente (ieri la squadra non si è allenata e riprenderà a farlo oggi durante la rifinitura all’Appiani) e un altro al futuro. Perché il Padova ragiona a 360 gradi e sta pensando anche a dove allenarsi nella prossima stagione, soprattutto in caso di Lega Pro. Dopo anni trascorsi al Centro sportivo di Bresseo e dopo il crac del vecchio Calcio Padova, i biancoscudati sono tornati a lavorare in città. Ottenendo in tutta evidenza risultati lusinghieri sotto il profilo delle presenze per amichevoli e sedute infrasettimanali tra Guizza e Appiani: «L’idea era quella di riavvicinarsi alla gente — spiega il presidente Giuseppe Bergamin — e siamo molto contenti del seguito che abbiamo avuto. Le amichevoli sparse sul territorio, gli allenamenti in città e la politica che abbiamo attuato ci hanno portato consenso ed entusiasmo. Ma dobbiamo pensare anche al futuro, perché il centro Geremia alla Guizza, oltre a tanti lati positivi, presenta alcuni problemi di difficile risoluzione, visto che quando piove incessantemente siamo costretti a spostarci in altre strutture». Negli ultimi giorni ai vertici dei Biancoscudati Padova è stata offerta la possibilità di tornare ad allenarsi a Bresseo per la prossima stagione, ma per adesso la soluzione viene ritenuta poco praticabile per una serie di ragioni.

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventiduesima giornata, domenica 15 febbraio ore 14.30): ArziChiampo-Giorgione, Fontanafredda-Clodiense, Mezzocorona-Padova, Montebelluna-Kras Repen, Mori S. Stefano-Dro, Tamai-Legnago, Triestina-Belluno, Union Pro-Sacilese, Union Ripa La Fenadora-AltoVicentino.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 50, AltoVicentino 45, Belluno 41, Sacilese 39, Clodiense 34, ArziChiampo 33, Fontanafredda 30, Montebelluna, Tamai, Union Pro e Union Ripa La Fenadora 29, Giorgione 26, Legnago 22, Dro 20, Kras Repen 19, Triestina 17, Mezzocorona 11, Mori Santo Stefano 8.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della ventunesima giornata: ArziChiampo-Mezzocorona 0-0, Belluno-Fontanafredda 2-1, Clodiense-Union Pro 1-1, Dro-Montebelluna 2-2, Giorgione-Mori S. Stefano 1-0, Kras Repen-Triestina 1-1, Legnago-Union Ripa La Fenadora 2-0, Padova-Tamai 3-1, Sacilese-AltoVicentino 2-0.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Macron Store, Supermercati Alì, Box Uomo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Zero Emissioni, Ecosystem, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 13 febbraio: giorno di riposo per i Biancoscudati.




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