Live 24! Padova-Fontanafredda, il giorno dopo: sprint letale dei Biancoscudati, che allungano il passo e si avvicinano al traguardo

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Ore 22.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia perde in casa contro un buon Real Vicenza, ora la classifica si è fatta pericolosa e la forbice tra salvezza diretta e i play out si è nettamente accorciata. I tifosi sono usciti per questo ennesimo scivolone interno ma soprattutto preoccupati per la situazione societaria anche se stavolta il presidente Korablin si è fatto vedere in tribuna. Lucio Bortolotto è preoccupato per la dirigenza: «Il mio giudizio su chi è al massimo dei vertici societari contro il Real Vicenza è del tutto negativo, non ho visto molto bene il centrocampo, non riesco a capire il perché mister Serena si ostini a lasciare in panchina Esposito, l’unico che potrebbe sapientemente dirigere come un direttore d’orchestra tutta la squadra». Chi invece parla di pareggio come il risultato più equo è Rino Favaretto. «Purtroppo per il Venezia alla fine il migliore in campo è stato il portiere Fortunato, senza la sua grande prestazione il Real Vicenza avrebbe dilagato, alla fine l’undici lagunare avrebbe meritato la divisione della posta in palio per la volontà profusa nel terreno erboso». Fabio Enzo, ex giocatore di Roma e a fine carriera nel Venezia parla di ingenuità difensive. «Gli arancioneroverdi subiscono sempre su palle ferme, il migliore del Venezia è stato sicuramente Fortunato, per gli ospiti mi è piaciuto l’esperto Bruno». Paolo Ballarin non ha visto gioco sulle fasce. «Contro il Real Vicenza i veneziani sono totalmente mancati nel gioco sugli esterni alti, i vicentini hanno vinto tutti i duelli in qualsiasi parte del campo». Costantino Abadini invece ha visto qualcosa di positivo nella prestazione del Venezia. «Si è sentita molto la mancanza di Belazzini, i ragazzi di Serena hanno dato tutto, il pari sarebbe stato il risultato esatto, purtroppo abbiamo qualche carenza in fase difensiva». Anche per Paolo Emilio Rossi il Venezia meritava il pari: «Per l’impegno profuso in campo i ragazzi veneziani avrebbero per lo meno meritato la divisione dalla posta in palio». Gli fa eco l’amico e collega Paolo Romor. «Sottolineo e quindi sono d’accordo con Paolo Emilio, i ragazzi hanno dato l’anima impegnandosi al massimo, un bravo alla dirigenza ma ho la percezione che tutta la squadra senta la mancanza della presenza della proprietà, anche se Korablin era presente in tribuna»

Ore 22.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il ko di Salò portava stranamente la sua firma. Stefano Fortunato contro il Real Vicenza è tornato a parare tutto il parabile, riscattandosi ampiamente sul piano personale, mentre il Venezia non è riuscito ad evitare la seconda sconfitta di fila per 2-1 dopo esser passato in vantaggio. «Preferirei commettere un errore a partita ma portare a casa i tre punti, questo posso garantirlo – la delusione del 25enne portiere torinese -. È dura, davvero dura non veder ripagati i propri sforzi, nonostante tanto, davvero tanto impegno. La fame c’era, penso si sia visto, ma non è bastata contro un Real Vicenza che è stato più cinico, senz’altro bravo a capitalizzare». Dal corner nato dalla sua prodezza su Bardelloni (palla tolta dall’incrocio dei pali) è scaturito il pareggio di Bruno perso da Peccarisi un attimo prima dell’intervallo. «Sul gol di Bruno, ma anche sul sinistro del vantaggio di Bardelloni, non potevo oggettivamente fare di più. Tuttavia non mi capacito né mi consolo di certo, perché tutti i gol sono evitabili e tutti noi dobbiamo lavorare a testa bassa per concedere ancora meno ai nostri avversari». «Tre degli ultimi quattro gol li abbiamo incassati negli istanti finali del primo o del secondo tempo – sottolinea Fortunato – vale a dire in momenti decisivi, in negativo ovviamente, perché è tutt’altro che facile rialzarti quando continuano a tagliarti le gambe. Il Venezia però ce l’ha messa davvero tutta». Con un solo punto nelle ultime tre giornate le cose si stanno complicando in un campionato ancora lungo. «La classifica purtroppo ha preso questa piega, ci restano 13 gare nelle quali l’obiettivo rimane quello di fare più punti possibile. Non possiamo piangerci addosso, se ci demoralizzassimo faremmo a noi stessi un danno che non possiamo permetterci. Sta solo a noi, al nostro gruppo, uscirne da squadra». Accantonati i sogni playoff adesso bisogna tenere a distanza i playout. «Monza, Arezzo e Novara, ci aspettano tre gare in otto giorni e occorre fare punti a tutti i costi. Per intensità e impegno il Venezia c’è come c’è sempre stato. Certo che se finalmente ci assistesse anche un pizzico di fortuna».

Ore 22.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Poco più di un anno mezzo fa valeva la promozione in Lega Pro1, sabato prossimo invece Monza-Venezia metterà in palio pesantissimi punti-tranquillità. Quella del Brianteo (ore 17) per gli arancioneroverdi di Michele Serena sarà la prima di tre gare in nove giorni, visto che mercoledì 4 marzo (ore 15) al Penzo arriverà l’Arezzo, match che anticiperà la trasferta di Novara al momento in agenda per domenica 8. La situazione di classifica si è ulteriormente complicata ieri dopo il 2-1 della Giana Gorgonzola sul Monza, successo che ha ridotto il margine lagunare sui playout a soli 4 punti, senza contare la penalizzazione di 2 punti che prima o poi diventerà ufficiale. Contro il Monza (al quinto ko, a fronte di due pareggi, nelle 7 uscite del girone di ritorno) Serena ritroverà Bellazzini dopo la giornata di squalifica mentre, sempre a proposito del centrocampo, Espinal e Giorico proveranno a premere sull’acceleratore per avvicinarsi all’esordio da titolari. Situazione complicata in difesa, dove Sales sconterà il terzo e ultimo turno di stop, mentre Legati è ancora ai box per problemi muscolari: da verificare i giocatori acciaccati che contro il Real Vicenza hanno stretto i denti, generosamente ma senza grossi risultati, da Peccarisi a Cernuto e Giuliatto.

Ore 22.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Sempre più delicata la situazione in casa Venezia. Se sul fronte societario l’arrivo in città del presidente Yury Korablin qualche novità positiva la porterà certamente, su quello agonistico lo scenario si fa invece davvero pesante. LA SQUADRA Partiamo proprio dal campo. Lo stop subito al Penzo sabato pomeriggio ad opera del Real Vicenza dell’ex Paolo Favaretto ha confermato il momento-no della formazione di Michele Serena: al ko va infatti aggiunto il successo ottenuto dalla Giana sul Monza (il secondo centro in una manciata di giorni) che porta il team di Gorgonzola a quota 30 contro i 34 dei lagunari. Come noto, però, il Venezia è in attesa di vedersi inflitti due punti di penalizzazione per non aver rispettato due scadenze di pagamento dei contributi ai propri dipendenti (mentre i salari erano stati saldati): la distanza dalla zona playout (dal quint’ultimo al penultimo posto) si riduce quindi virtualmente ad appena due lunghezze. Un momento delicatissimo per una squadra che non riesce a ritrovare il passo giusto per rimettersi in carreggiata: sabato è attesa per giunta a una delicata trasferta a Monza, quasi un primo spareggio per evitare di scendere nella zona caldissima della graduatoria. LA SOCIETÀ L’arrivo del presidente Korablin in città ha certamente rasserenato la tifoseria che ha potuto incontrarlo sabato prima della partita. Le idee sui prossimi passi riguardanti il Venezia il massimo dirigente le ha presentate a fine gara anche alla stampa. Una serie di affermazioni che dovranno essere seguite al più presto dai fatti: il presidente è ancora in città oggi, forse anche domani. Indubbiamente gli «800mila euro con i quali si possono saldare le pendenze della stagione passata e regolare quelle attuali» secondo quanto affermato da Korablin, potrebbero non bastare ad “accontentare” i sindaci della società. E anche contro di loro si è scatenato Korablin sabato sera. «Qui in Italia si è controllati mille volte, è difficilissimo muoversi per chi ha poi dei problemi nel trasferimento di denaro come sta capitando a me». Nel mirino sono finiti anche l’ex sindaco Orsoni e il manager del Casinò Ravà: «Dove sono finiti questi signori, a che sono serviti tutti quegli incontri. Mi sono scontrato contro un muro ogni volta: ho quasi la sensazione di essere stato preso in giro». Il suo intento però è continuare. «Sono qui per garantire il cammino del Venezia – ha detto ancora – e per gettare le basi per la nuova stagione. Attendo sempre che al mio fianco arrivino altre persone del territorio che sinora non ho visto: solamente così si può pensare di costruire una società solida che abbia un futuro». Ha parlato di settore giovanile arancioneroverde e di strutture per i baby, ma non ha voluto sbilanciarsi sulla questione nuovo stadio. «Se ci saranno incontri in questo senso e quindi notizie importanti lo comunicherò personalmente». Inutile chiedere se questi incontri sono programmati: risponde con un secco «no comment».

Ore 22.00 – (La Nuova Venezia) Non ha incontrato interlocutori per lo stadio e nemmeno per i terreni. Ha visto una partita poco esaltante, finita con la sconfitta in casa del suo Venezia contro il Real Vicenza, ha detto ai giocatori di stare sereni e tranquilli perchè farà il possibile per ottemperare agli impegni. Almeno così ha spiegato, il presidente Korablin, a chi sabato scorso è andato in pressing su di lui per capire qualcosa sul futuro della squadra e della società. La novità, se così si può dire, sta nel fatto che il presidente ha colto l’occasione per spostare un po’ il tiro e avvertire che il territorio non aiuta, la città non ama il calcio, e i politici gli chiudono la porta in faccia. Novità per modo di dire, perchè chi vive da anni le vicende, le gioie e i dolori, colorate di arancioneroverde tutte queste cose le sa. Altra questione: i punti di penalizzazione che stanno per arrivare. Korablin sa bene che non basta fare una lettera alla Lega per spiegare che ci sono difficoltà, l’embargo, l’Ucraina e i nuovi paletti messi dalla banche. Meglio fare qualche punto in più sul campo, per tutelarsi. Tante grazie. Insomma, sembra di capire che il weekend a Venezia da parte del presidente non ha portato frutti sostanziosi nè tantomeno ha cambiato una situazione che ha preso una china molto brutta. Gli appelli ai tifosi non servono più e i tifosi, quei pochi tifosi che sono rimasti, non sono così ingenui da bere tutto, dalle promesse alle mozioni dei sentimenti. Qui c’è un allenatore, Serena, abituato a lavorare sui terreni minati, uno che sulla sua pelle ne ha vissute di tutti i colori e dappertutto, Venezia compresa. Se si stufasse delle promesse? Se capisse quello che tanti hanno capito ma che sperano non sia vero, cioè che anche il Venezia dei russi non è arrivato all’obiettivo e deve cambiare strada? Nessuno di noi vuol mettere in dubbio la serietà di Korablin, il presidente è una brava persona – vogliamo sottolinearlo a scanso di equivoci – ma non è cattiveria pensare che sia arrivato nel momento sbagliato, o nel posto sbagliato. Se Korablin non crede più in Venezia, e viceversa, meglio una stretta di mano subito che un fallimento più tardi.

Ore 21.50 – (La Nuova Venezia) Ma avete visto bene la classifica? In dieci giorni è diventata un incubo. La Giana Erminio, squadra al limite della zona playout ha vinto il recupero con il Pordenone mercoledì scorso e ha fatto il bis ieri nel derby con il Monza, mangiando sei punti al Venezia. Sicchè il Venezia, che fino a poco tempo fa si illudeva di poter rimettersi in carreggiata e magari agganciare la zona playoff (impresa neanche impossibile vista la mediocrità del livello del campionato) ora ha solo quattro punti di margine dai brianzoli e dalla zona playout. Attenzione: perchè tra poco scocca l’ora delle penalizzazioni e i punti possono diventare due soltanto. Situazione critica dunque dopo 26 giornate di campionato, mentre conviene stendere il classico velo su quella societaria. restiamo al turno di campionato che si è esaurito ieri pomeriggio: Novara e Pavia hanno tenuto il passo dell’Alessandria, terzetto ancora assieme al comando, con il Bassano sconfitto ad Arezzo ed ora staccato di quattro punti. Per trovare la quinta in classifica bisogna scendere di altri cinque punti. La giornata numero 26 va in archivio con un totale di 22 gol (13 in casa e 9 in trasferta), un solo pareggio per 0-0 (Cremonese-Pordenone) e tre vittorie fuori casa, tra le quali quella del Real Vicenza al Penzo. Il Venezia ha una grande occasione per riprendere quota e ossigeno sabato prossimo, dovendo affrontare un Monza in caduta libera, mentre il Pordenone ritrova speranze avendo agganciato la Pro Patria: solo una squadra retrocede direttamente, le altre se la giocano ai playout. Un’occhiata al prossimo turno, che sarà preceduto mercoledì dal recupero Lumezzane-Arezzo. La partita più interessante è Bassano- Novara. ultimo treno per i giallorossi. Il Venezia deve guardare sotto e sperare che la Giana non faccia punti a Sassari.

Ore 21.40 – (La Nuova Venezia) «La fotocopia della partita di Salò». Beppe Greco scandisce le parole, la delusione è dipinta sul volto dell’attaccante che ha ritrovato la via del gol dopo oltre tre mesi (15 novembre) dalla doppietta rifilata allo stadio Penzo all’Albinoleffe. «Riusciamo a incanalare le partite sui binari a noi più favorevoli, andando in vantaggio, poi non riusciamo a gestirlo e alla fine ci ritroviamo sorpassati e beffati dagli avversari». Il Venezia si lecca le ferite provocate dalla sconfitta interna (1-2, sabato pomeriggio) contro il Real Vicenza e incassa l’ennesimo gol su palla inattiva, all’ultimo secondo del primo tempo. «Purtroppo tutte reti evitabili, anzi evitabilissime. Andare al riposo in vantaggio sarebbe stato importantissimo, come a Salò. E invece niente. Una bella botta. Peccato, eravamo ritornati in campo con grande determinazione» racconta Greco, «con la volontà di cercare di riportarci in vantaggio. Il gol di Bardelloni ci ha tagliato definitivamente le gambe». Il Venezia sta facendo i conti con le assenze, sabato scorso vedere seduti uno accanto all’altro Legati, Sales, Bellazzini, Carcuro e Hottor rispecchiava le difficoltà di Michele Serena nell’allestire l’undici di partenza. Beppe Greco intanto, sfruttando l’assenza dello specialista Bellazzini, ha realizzato con precisione millimetrica il penalty. Il ricordo del rigore sbagliato a Cremona non l’ha minimamente sfiorato. «Se ci avessi pensato, nemmeno lo avrei tirato. Fa parte del gioco, quel rigore appartiene al passato. Non ho avuto fretta, mi sono avvicinato al pallone lentamente, Tomei si è tuffato da una parte e ho potuto calciare dall’altra in assoluta tranquillità». Come a Salò, il Real Vicenza ha pareggiato negli ultimi secondi del primo tempo. «Quel gol ci ha tagliato le gambe una prima volta» spiega l’attaccante arancioneroverde, «poi la rete di Bardelloni ha fatto il resto». Se prima della trasferta di Salò il Venezia poteva ancora sognare la rimonta alla zona playoff, le ultime due sconfitte consecutive con Feralpisalò e Real Vicenza hanno appesantito la classifica del Venezia. «Se dà fastidio? Molto» ammette Giuseppe Greco, «anche perché dobbiamo iniziare a guardarci le spalle. La situazione è ancora sotto controllo, non dobbiamo preoccuparci eccessivamente, però bisogna riprendere a fare punti. Non possiamo permetterci di arrivare alle ultime tre-quattro partite rischiando di ritrovarci invischiati nella lotta per evitare i playout. Il margine è ancora rassicurante, ma mancano ancora troppe partite per non tenere le antenne ben alzate». Obiettivo risalire la classifica, dunque, ricominciando già sabato prossimo al Brianteo, contro un Monza che ha più problemi del Venezia.

Ore 21.20 – (Giornale di Vicenza) L´incornata del solito Sasà Bruno e la magia di Emanuele Bardelloni regalano al Real Vicenza una grande vittoria in Laguna nel derby contro il Venezia. L´undici di Favaretto ha messo in campo una buona prestazione soprattutto in termini di grinta e carattere, tanto cari al tecnico biancorosso. Sotto di un gol ci ha pensato Bruno a riportare in parità il risultato e poi è arrivata la zampata di Bardelloni. Dopo dieci partite torna in campo da titolare e ripaga egregiamente la fiducia che gli ha dato Favaretto con un gol spettacolare, ma soprattutto decisivo che ha portato nelle tasche del Real i tre punti in palio. Una stagione travagliata per Bardelloni, che sembra però poter prendere una piega diversa dopo la prestazione di sabato: «A inizio stagione con la gestione di Marcolini ho quasi sempre giocato, poi lo stop forzato per l´operazione al ginocchio e quando sono tornato ovviamente ho fatto fatica a ritrovare spazio, nelle ultime partite sono sempre entrato. Sono contento della fiducia che mi ha dato il tecnico, dal mio campionato ora mi aspetto ancora gol, che siano partendo da titolare o entrando nel corso della partita. Sono a disposizione della squadra per provare a centrare i nostri obiettivi stagionali», commenta Bardelloni. Un gol fantastico quello dell´attaccante biancorosso che si è mangiato la difesa veneziana per poi bucare Fortunato con un tiro potente e preciso sul secondo palo, di cui lui parla così: «Sono molto contento di aver contribuito alla vittoria con questo gol, un bel gol sì, ma soprattutto importante perchè avevamo voglia e bisogno di questi punti. Ieri avevamo la giusta carica anche grazie al mister che in settimana ci ha preparato molto bene a questa partita a cui lui ovviamente teneva particolarmente, ma anche noi ci abbiamo messo del nostro. C´era la grinta e la determinazione per ottenere il risultato». I due gol che hanno dato la vittoria al Real Vicenza sono proprio dai due attaccanti schierati da Favaretto. Un´intesa che non è cosa nuova, ma sabato i goleador biancorossi sono sembrati ancora più in sintonia. «Con Bruno mi trovo veramente a meraviglia – dice Bardelloni, non è una novità. Quando giochiamo insieme spesso facciamo bene, speriamo di continuare così, specialmente di continuare a segnare». Bruno continua la sua stagione superlativa mettendo a segno il quindicesimo centro, insieme a una brillante prestazione in cui si è messo a disposizione dei compagni e ha provato alcune giocate personali che erano un po´ che non si vedevano. Bardelloni, un ritorno atteso, segna il suo quarto gol stagionale, ma di certo a convincere è la squadra vicentina nel suo complesso che sabato ha dimostrato di avere una solidità difensiva, un centrocampo illuminante con le giocate di un Dalla Bona in palla e un Malagò molto ispirato e in generale un gruppo compatto e ben organizzato in campo che bramava i tre punti ed è andata a prenderli. E in conclusione la dedica di Bardelloni è per tutta la squadra e il presidente Lino Diquigiovanni che proprio sabato ha compiuto settant´anni e aveva chiesto alla squadra i tre punti come regalo.

Ore 21.00 – (Giornale di Vicenza) La cenerentola della serie B si prepara al gran ballo in casa della principessa. Il Vicenza, ripescato all´ultimo momento nel campionato cadetto, venerdì sera è atteso al Dall´Ara per la supersfida con il Bologna. Solo pochi mesi fa nessuno avrebbe scommesso un centesimo sull´ipotesi che questa partita potesse valere come confronto diretto per la promozione in serie A. Invece Federico Moretti e i suoi compagni di squadra, magistralmente diretti da Pasquale Marino, sono stati protagonisti di una risalita entusiasmante, culminata con il quinto successo consecutivo e il quarto posto in classifica. Moretti, quella con il Crotone è stata la quinta vittoria di fila. Le era mai capitato in carriera? «Mai, e credo sia un evento piuttosto raro. Ma la cosa bella è che sono state tutte vittorie pienamente meritate, costruite grazie al lavoro quotidiano impostato con Marino curando ogni minimo dettaglio. A questo si aggiungono i valori del gruppo, che ha trovato un´intesa fantastica dentro e fuori dal campo, e i tifosi che ci danno una carica pazzesca. È il mix perfetto, ma adesso bisogna tenere i piedi per terra perché solo così possiamo continuare a goderci questa splendida realtà, senza cadere bruscamente». Infatti nessuno di voi si vuole ancora sbilanciare: il ritornello è sempre lo stesso, “50 punti per la salvezza”. «È doveroso che sia così, fino a quando questi 50 punti non li avremo conquistati tutti. Certo ci stiamo avvicinando al traguardo molto rapidamente, e non vediamo l´ora di tagliarlo per poi vedere dove potremo arrivare alla fine». Vincere contro l´ultima in classifica non è stato affatto semplice. «Vero, e noi lo sapevamo, perché in questo campionato i valori sono realmente equilibratissimi. C´era il rischio di innervosirsi, visto che per un tempo avevamo fatto girar palla di continuo senza trovare quasi mai lo spazio per inserirci. Marino negli spogliatoi ci ha raccomandato di non farci prendere dalla frenesia e ha avuto ragione: abbiamo continuato a giocare e il gol tanto atteso è arrivato, premiando la nostra pazienza e la nostra determinazione nel non buttare mai la palla a casaccio». Adesso vi attende un ciclo di partite ravvicinate (tre fra questo venerdì e il sabato successivo), in cui serviranno tante energie fisiche e nervose. «Noi ci arriviamo nel migliore dei modi. Il morale non potrebbe essere più alto, stiamo bene fisicamente e poi abbiamo la serenità di avere una rosa sufficientemente ampia per dare un cambio a chi ne avrà bisogno, consentendo a Marino di scegliere di volta in volta sapendo di avere buone risposte da chiunque». Chi l´avrebbe mai detto che quella di Bologna sarebbe stata una sfida d´alta classifica? «A maggior ragione dobbiamo sfruttare questa opportunità al meglio. Andiamo ad affrontare probabilmente la squadra più forte in assoluto di tutto il campionato, che si è ulteriormente attrezzata per la serie A nel mercato di gennaio. Noi però arriviamo a questa partita con la consapevolezza che ci dà questa bella serie di vittorie: vogliamo giocarcela alla pari, con enorme rispetto dell´avversario ma senza timori reverenziali». Si annuncia un esodo di tifosi biancorossi al Dall´Ara. «Questo è il nostro motivo di maggiore orgoglio. Abbiamo riportato entusiasmo e voglia di sognare in una città che è tutt´uno con questa squadra, dove la gente non aspettava altro che la possibilità di tornare a vivere questo tipo di emozioni. Proveremo tutti insieme a farci valere dando il massimo, se poi questo non basterà per avere la meglio sul Bologna avremo comunque la coscienza tranquilla».

Ore 20.40 – (Gazzettino) Questione di centimetri. Quelli che hanno negato a Mattia Minesso il gol con il Bologna, che avrebbe meritato. L’attaccante è così rimasto a bocca asciutta, e il Cittadella pure, senza quel pareggio che sarebbe stato il risultato più giusto. «Mi dispiace, ci tenevo a tornare al gol che mi manca da troppo tempo, dalla partita con il Vicenza. Una sola rete è un po’ poco, voglio migliorare negli ultimi metri. Con il Bologna ci sono andato vicino, ma ho preso il palo». Minesso anche sabato si è confermato uno dei giocatori più in forma della squadra, una pedina fondamentale nello scacchiere di Foscarini, nel suo 4-4-2, anche se il meglio di sè l’attaccante l’ha fatto vedere una volta tolto dalla fascia e riposizionato dietro le punte. Da trequartista. Un inedito per il Cittadella, non per Minesso che dice di apprezzare molto la collocazione tattica: «È un ruolo che ho già ricoperto nella mia carriera, meno in maglia granata. Mi piace». Il giocatore, in effetti, non è nato come esterno di centrocampo: «Io sarei una seconda punta, nel 4-3-1-2 o 4-3-3 potrei ricoprire tutti i ruoli offensivi. Le scelte spettano a Foscarini, il Cittadella con il 4-4-2 ha ottenuto grandi risultati finora, nel girone di ritorno abbiamo vinto 3 partite e pareggiate due, significa che il modulo calza a pennello per i giocatori in rosa». Almeno fino alla partita di sabato, con il Bologna che nel primo tempo ha fatto pesare l’uomo in più a centrocampo. «Con il rombo avevano il predominio in mezzo. Foscarini ha quindi deciso di accentrarmi, anche per contrastare Matuzalem, e nella ripresa siamo riusciti a mettere in difficoltà quella che reputo la squadra più forte della categoria. Peccato per il mio palo, e per le occasioni non concretizzate, non meritavamo il ko, ma abbiamo fatto vedere tante cose buone, di poter competere nella categoria». Dove è tornato a giocare Minesso, dopo l’esperienza di un anno fa nel SudTirol. Una parentesi importante, che è servita a maturare: «Di comune accordo con il direttore abbiamo deciso il trasferimento in una squadra che mi desse l’opportunità di giocare con maggiore continuità, ma dentro di me volevo dimostrare di essere all’altezza della maglia granata. Abito a pochi chilometri da Cittadella, ci tengo alla piazza che è il mio riferimento non solo da calciatore ma anche nelle serate con gli amici». Società e allenatore hanno subito puntato su di lui al rientro a Cittadella nell’estate scorsa: «Sento stima nei miei confronti, fiducia, e voglio ripagare tutti. È il momento migliore da quando sono qua, ma so che posso e devo migliorare molto. Non è un caso che Marchetti e Foscarini non accettino la partita “normale” da parte mia, ma mi spronino di continuo a dare di più. Segno che mi tengono in grande considerazione. Dev’essere un ulteriore sprone per fare meglio».

Ore 20.30 – (Mattino di Padova) Anche se non è più il presidente onorario della società, Gianni Morandi continua a seguire volentieri il suo Bologna in trasferta, almeno quando non si sposta troppo lontano. E così, sabato pomeriggio, le tribune dello stadio Tombolato si sono animate più del solito, con i tifosi granata che hanno travolto col loro entusiasmo il cantante, sommergendolo letteralmente di richieste di autografi e foto da scattare col telefonino. Il “Gianni nazionale” come d’abitudine, ha riservato un sorriso a tutti. Nel corso dell’intervallo gli è stato addirittura impossibile raggiungere il bar dell’impianto, tanto che un’anima pia gli ha alla fine porto del vin brulé, ottimo per riscaldarsi in un pomeriggio davvero freddo. «Ho incontrato il presidente Gabrielli e mi ha fatto un’ottima impressione» ha sottolineato Morandi. «Lui e la società che dirige meritano tutti i complimenti del caso: non è facile riuscire a mantenere con queste costanza una città di appena ventimila abitanti in serie B». Il cantante ha abbandonato lo stadio qualche minuto prima del termine dell’incontro, per evitare la ressa, congedandosi con una battuta a mo’ di scongiuro, rivolta a chi, pensando al Bologna in serie A, gli ha detto: immagino che l’anno prossimo speri di non dover tornare di nuovo a Cittadella. «Chi lo sa, magari in serie A ci finite voi, chi può dirlo?». Atipico pure il via vai di giornalisti. Curioso il siparietto con il presidente rossoblù Joseph Tacopina, italoamericano, appena arrivato da New York: un operatore di una tv emiliana, nel tentativo di strappargli una dichiarazione, si è ritrovato con le telecamere nel bagno della sala stampa. Emozionante, invece, il pre gara, con Pierobon e Coralli che hanno raggiunto la tribuna est per omaggiare con un mazzo di fiori la moglie di un grande tifoso granata, Denis Giacomazzi, 41enne di Fontaniva, recentemente scomparso dopo malattia.

Ore 20.10 – (Gazzettino) È il giocatore in più dell’Abano, quello che fa la differenza. Anche nel successo 3-2 nell’anticipo di sabato sul campo della Correggese con tanto di sigillo personale (decimo stagionale) e assist per il momentaneo 3-0 di Barichello. Il protagonista è Enrico Bortolotto, trentatreenne di Albignasego, un passato alle spalle nei professionisti con allenatori del calibro di Devis Mangia e Stefano Vecchi prima di tornare poco più di un anno fa a fare la fortuna dei neroverdi, con i quali aveva iniziato la sua carriera in Eccellenza. «Vincere e fare gol è sempre una soddisfazione in qualsiasi categoria, siamo tutti contenti – afferma Bortolotto – Dieci gol sono tanti considerato che ho giocato molte partite come esterno o come interno di centrocampo, ma ciò che conta è che la squadra stia facendo bene. Le ultime vittorie con Correggese e Thermal sono importanti per la classifica dato che si era complicata un po’ dopo quattro sconfitte di fila. Adesso pensiamo a raggiungere il prima possibile 42 punti che vuole dire salvezza e poi possiamo toglierci belle soddisfazioni come quella di sabato dato che abbiamo vinto con la squadra più forte del campionato, superiore a mio parere anche al Rimini». Oltre al talento in campo, Bortolotto ha in tasca la laurea in Statistica. «Ho iniziato a giocare con l’Abano in Eccellenza. C’erano squadre di serie C che mi volevano, ma ho preferito laurearmi e quindi sono arrivato nei professionisti un po’ tardi: è stato Felice Centofanti a portarmi all’Ancona in serie C2 e tante persone mi hanno detto che se fossi partito prima avrei potuto fare qualcosa di più. In ogni caso mi sono preso le mie soddisfazioni vincendo qualche campionato e giocando in C1 e C2. Mangia mi ha portato dal Varese alla Tritium e siamo arrivati secondi, l’anno successivo con Vecchi abbiamo fatto la scalata dalla D alla C1, categoria nella quale ho fatto sedici gol in due stagioni. È una fortuna avere avuto allenatori di quel calibro, ti danno una mentalità vincente e ti fanno diventare un giocatore vero». E De Mozzi? «Quando sono tornato all’Abano nel Natale 2013 mi ha colpito subito il suo modo di allenare. È un tecnico molto bravo e preparato, se sarà assistito anche dalla fortuna può fare una carriera importante». Bortolotto ora pensa solo all’Abano. «Vorrei finire qui la mia carriera. Tornare in questa società che è molto seria, dopo aver girato dieci anni per giocare a calcio, è stata una scelta azzeccata. Da qualche mese ho iniziato anche a lavorare: quattro ore al mattino al supermercato Alì di Maserà, al momento mi fanno fare un po’ di tutto, in futuro, essendo laureato, vediamo. Intanto era importante entrare nel mondo del lavoro che è completamente diverso da quello del calciatore».

Ore 19.50 – (Giornale di Vicenza) C´è tanta delusione fra le fila del Bassano. Il tecnico Tonino Asta e i suoi ragazzi erano ben consci delle difficoltà della sfida con l´Arezzo ma, nonostante una preparazione ottimale e una partita gagliarda, non sono riusciti a portare a casa punti. «Il rammarico più grande è proprio questo, non essere riusciti a muovere la classifica – dichiara Asta – siamo partiti bene, abbiamo fatto la partita per i primi 20/25 minuti che, però, non siamo riusciti a concretizzare. Purtroppo l´Arezzo è riuscito a trovare la rete con un tiro deviato e, da lì in poi, è stato ancora più difficile trovare spazi per segnare. Peccato perché avevamo preparato bene la sfida. Posso solo elogiare i miei ragazzi per l´impegno profuso e il gioco espresso, ci sono mancate solamente un po´ di cattiveria sotto porta e un pizzico di fortuna». Nonostante la battuta d´arresto di Arezzo, Asta è ottimista per il futuro. «L´obiettivo primario della stagione era la salvezza. Direi che questo traguardo è già tagliato. Siamo in ottima posizione di classifica grazie alla bravura dei ragazzi che ho a disposizione e cercheremo di proseguire su questa strada, già a partire da sabato. Affrontiamo il Novara, una delle favorite alla vittoria finale, con la stessa serenità con cui siamo scesi in campo fino ad oggi e provando a vincere grazie al gioco». Simone Iocolano si presenta in sala stampa molto arrabbiato. «Non mi piace parlare degli arbitraggi, non l´ho mai fatto nei miei otto anni di carriera, ma oggi è troppo. Purtroppo oggi le scelte del direttore di gara ci hanno penalizzato su tutti i fronti, sia negli episodi che nelle normali fasi di gioco. C´era un rigore sacrosanto nella ripresa (fallo di mano di Guidi in area, ndr) che solo l´arbitro non ha ravvisato, l´espulsione di Toninelli è esagerata e, nel corso del match, ai giocatori dell´Arezzo è stato permesso troppo. Sapevamo che l´avrebbero messa sul piano dell´agonismo e della confusione, eravamo pronti a questo tipo di battaglia, ma almeno un po´ più di tutela da parte dell´arbitro era lecito aspettarsela». Dall´arbitro al campo, Iocolano racconta così i novanta minuti. «C´è mancato solo un pizzico di precisione sotto porta. Le occasioni le abbiamo create ma non siamo riusciti a concretizzarle. E poi ci è mancata la fortuna. L´Arezzo ha fatto un tiro nello specchio della porta, ha pescato la deviazione giusta e ha portato a casa la vittoria. A noi, invece, rimane l´amaro e tanto da recriminare. Il calcio, però, è questo. E allora cercheremo di rifarci già da sabato prossimo quando affronteremo il Novara. Cercheremo di vincere attraverso il gioco, l´unico modo che conosciamo per fare risultato, sperando di trovare un arbitraggio all´altezza della situazione».

Ore 19.40 – (Giornale di Vicenza) Sabato prossimo contro il Novara poteva essere un´occasione unica per raggiungere il primo posto in classifica. Il Bassano, invece, soccombe ad Arezzo, punito da una perla di Sabatino alla mezz´ora della ripresa, dopo una gara giocata su buoni ritmi e dopo tante occasioni create. Giallorossi che dunque restano al quarto posto, ma rimane il rammarico perché la compagine di Asta non meritava certo di perdere. Ma non ha saputo sfruttare le opportunità costruite sin da subito. Buona partenza del Bassano che dimostra di saper giocare con più scioltezza e più tranquillità dell´Arezzo. Buono l´impatto della squadra di Asta che dopo appena un minuto e mezzo ha l´occasione per il vantaggio: scambio fra Pietribiasi e Nolè, che viene murato dal grande intervento di Benassi. I giallorossi, oltre a giocare meglio, sono anche pericolosi quando attaccano in velocità e provano a pungere in contropiede, come al minuto 11, quando Benassi si erge a protagonista e salva per due volte (la seconda davvero da campione) su Iocolano prima e Furlan poi. E così, se il Bassano è pericoloso con la palla fra i piedi, l´Arezzo lo fa sulle palle inattive. Rossi salva su Cucciniello, piombandogli sui piedi in area di rigore (13´), mentre un quarto d´ora più tardi è la zampata di Panariello a sfiorare il palo sul piazzato di Dettori, anche se l´arbitro aveva fermato tutto per fuorigioco. Situazioni che colgono un po´ disattenta la squadra di Asta, che invece al 20´ aveva dovuto rinunciare a Bizzotto (infortunatosi in seguito ad uno scontro aereo in area di rigore avversaria, al suo posto Zanella). Anche se, al di là di questi due piccoli pericoli, la compagine giallorossa rischia poco, anzi. È proprio il Bassano a mettersi più in evidenza, frutto di una manovra più fluida. Ancora bravo Benassi alla mezz´ora (attento sul primo palo sul tiro-cross di Nolè), mentre il match si riaccende nel finale di tempo con due conclusioni dalla distanza. Prima è Iocolano a cercare il bersaglio grosso, ma la palla termina alta, poi c´è il sinistro improvviso dai 25 metri di Testardi, con Rossi che salva in tuffo. L´inerzia della partita non cambia nella ripresa, almeno nei minuti iniziali. Perché è vero che col passare del tempo la squadra di Capuano cresce ma è anche vero che il pallino del gioco (e delle occasioni) è sempre del Bassano. Benassi si conferma il migliore degli amaranto, bloccando in due tempi il tiro di Semenzato, poco dopo Pietribiasi viene anticipato da Villagatti proprio sulla linea di porta (13´). L´Arezzo si scuote con il neoentrato Yaisien (fuori Testardi): il franco-egiziano diventa subito il punto di riferimento dei suoi e sfiora il vantaggio con una bella azione in velocità con Carcione, ma spara addosso a Rossi.  È il momento peggiore del Bassano, che sembra comunque tenere bene il campo ma viene punito da un eurogol di Sabatino. Toninelli non respinge bene un cross di Franchino e Sabatino si inventa una rete strepitosa che non lascia scampo a Rossi. Amaranto che viaggiano sull ali dell´entusiasmo e che serrano i ranghi. Asta manda in campo anche Spadafora ma il forcing degli ultimi minuti non porta i frutti sperati. A 10´ dalla conclusione dell´incontro Cattaneo non riesce ad impattare un cross di Furlan, al 90´ esatto, invece, il tiraccio di Iocolano finisce a lato. Il titolo di coda sulla sconfitta del Bassano è il rosso a Toninelli che si becca il secondo giallo in pieno recupero. E così adesso la squadra di Asta, ferma a quota 46, è a quattro punti dal trio di testa composto da Alessandria, Novara e Pavia.

Ore 19.20 – (Trentino) “E un risultato positivo colto contro una squadra che ci ha impegnati molto. Avevamo preparato la partita bene, in settimana, nonostante i nostri problemi di organico, tra infortuni e tutto il resto. La squadra ha sfoderato una prestazione maiuscola, con tanto carattere, voglia e determinazione. Con un pizzico di fortuna in più, nel finale, potevamo trovare il guizzo vincente ma devo dire che il risultato, alla fine è corretto”. Lucidissimo anche nell’analisi della gara, il vice di Manfioletti, Roberto Andreatta, si dice soddisfatto del risultato e della prestazione. Non lo preoccupano i risultati conseguiti dalle dirette contendenti: “Sappiamo che ogni domenica è una partita importante e che ogni in gara dobbiamo portare a casa qualcosa. Anche contro il Mezzocorona l’obiettivo sarà quello di muovere la classifica. Sappiamo che è una partita delicata, la prepareremo a dovere facendo anche tesoro di quanto è avvenuto di recente nell’altro derby”.

Ore 19.10 – (Trentino) Con le unghie e con i denti. Un Dro guerriero conquista un punto che fa morale, smuove un poco la classifica e fa ben sperare in vista del derby con il Mezzocorona di domenica prossima. Contro il Tamai, la squadra droata – guidata in panchina dal vice Andreatta (Manfioletti squalificato) – ha sfoderato una prestazione da vera combattente e con lo spirito di chi vuole a tutti i costi raggiungere l’obiettivo della salvezza. La cronaca. Zero gol ed occasioni col contagocce: nel primo tempo le due squadre se ne infischiano del vicino carnevale droato ed optano per il digiuno quaresimale. Per 45 minuti, sul campo di Oltra, si corre e ci si rincorre ma si gioca poco al calcio. Il colpo di tacco di Cicuttini, in avvio di gara, che costringe il portiere ad intervenire due volte, è un abbaglio perché il match fatica a decollare. La paura di perdere costringe le due formazioni a giocare contratte, a sbagliare molto e a creare poco. Al quarto d’ora Furlan, colpito duro, è costretto a lasciare il terreno di gioco, la partita si fa ruvida anche se non scorretta, e fioccano le interruzioni. Faloppa, dalla sinistra, cerca il cross ma si inventa una carambola che obbliga Bonomi a trasformarsi in pallavolista e a smanacciare fuori dalla porta. Poi il nulla, o quasi, fino all’ultimo quarto d’ora, prima dell’intervallo, quando Serrano manca il pallone in un tuffo di testa in area, su calcio d’angolo. Ischia recupera provvidenzialmente su Zambon lanciato a rete e Cicuttini finisce impaludato fra le maglie della difesa ospite. Nel finale forse l’occasione più ghiotta per il Tamai: Bolzon tira, Bonomi para ma non trattiene, Allegretti anticipa lo stesso numero 11 ospite e mette in angolo salvando il risultato. Nella ripresa la musica cambia velocemente, al sesto minuto, quando Cremonini, posizionato nei pressi del dischetto di rigore, silura Francescutti sugli sviluppi di un batti e ribatti, in area, fra gli attaccanti e i difensori. Il gol galvanizza gli uni e scuote gli altri. Ne beneficia lo spettacolo, o per meglio dire le occasioni da rete. Ne approfittano gli ospiti, al 17′, con una bella triangolazione fra Bolzon e Zambon che porta quest’ultimo davanti a Bonomi: impossibile da sbagliare ed infatti il diagonale finisce in rete. Un traversone di Proch, alla mezz’ora, taglia tutta l’area ma nessuno dei gialloverdi è lesto a deviare in porta. Nel finale per due volte l’urlo di gioia dei locali si spegne in gola.

Ore 18.50 – (Trentino) Mastica amaro, anzi amarissimo Luca Lomi: la situazione è ormai disperata. “Questa sconfitta – commenta il tecnico gialloverde – rispecchia fedelmente la stagione del Mezzocorona. Siamo venuti a Castelfranco Veneto per “fare” la partita, siamo partiti benissimo e poi, a causa di due errori assolutamente evitabili, abbiamo incassato due reti. Poi abbiamo ripreso a giocare, riaprendo la partita ma, alla fine, torniamo a casa con i complimenti degli avversari ma senza alcun punto in cascina. Peccato”. I playout sono distanti dieci punti. E’ finita? “Per quanto mi riguarda – conclude Lomi -, e non è una frase fatta, “è finita quando è finita” e non prima. Ovviamente la situazione è difficilissima, però abbiamo l’obbligo di provarci sino all’ultimo. Abbiamo avuto qualche rassicurazione da parte della società e, dunque, la settimana prossima dovrebbe essere pagato uno degli stipendi arretrati. Domenica prossima c’è il derby contro il Dro e intendiamo onorarlo al massimo”.

Ore 18.40 – (Tribuna di Treviso) Giorgione che pare in ripresa sul piano fisico, la gamba appare più sciolta rispetto a qualche settimana fa. Paganin: «avevamo patito un po’ dopo la pausa, perchè avevamo caricato un pochino la preparazione. Contro il Mori avevamo faticato un po’ sotto l’aspetto fisico, dando quasi l’impressione di aver mangiato pesante. Ora stiamo meglio e di qui alla sosta di Pasqua dovremmo essere in buona condizione. Ci aspettano 4 gare molto molto stimolanti, contro Triestina, Belluno, Clodiense e Padova.Una più bella dell’altra, a cominciare da domenica prossima a Trieste contro una blasonata che ha cambiato tanto. Delle squadre in zona retrocessione, è quella che ha qualcosa in più». Un approccio più sereno rispetto a due settimane fa contro il Mori. «Quando devi vincere a tutti i costi non è mai facile. Abbiamo proseguito sulla buona strada della prestazione di Arzignano, quando non siamo stati bravi a chiudere la partita. Questa squadra ha equilibri molto solidi, ci mancava Mattioli con la sua fantasia, ma abbiamo sopperito grazie a un ottimo Episcopo». Qualche occasione sbagliata di troppo… «Al di là del rigore sbagliato di Arzignano, forse arriviamo alla conclusione un po’ stanchi. L’importante è arrivare davanti al portiere, mi preoccuperei se non riuscissimo a creare le opportunità». Due parole su Baggio? “Ha grandi qualità, io e la società crediamo molto in lui, ma se vuole fare il calciatore deve trovare continuità. È forte? Per questo non ci accontentiamo». De Stefano ha ceduto il posto da titolare a Vigo. «Lui aveva fatto bene domenica scorsa e il mister l’ha confermato. Io sono a disposizione per dare il meglio: oggi abbiamo fatto bene, più tranquilli rispetto al Mori. Il Mezzocorona gioca a viso aperto. D’ora in poi ogni partita farà storia a sé. A Trieste domenica andremo per vincere, abbiamo i mezzi per farlo».

Ore 18.30 – (Tribuna di Treviso) Lo spettacolo dei maghetti. Il Giorgione supera lo scoglio Mezzocorona, non senza qualche brivido finale, grazie a due colpi da prestigiatori di Episcopo e Baggio. Soprattutto il genietto di Fratte di Camposampiero imbrocca una delle giornate ‘si’, quando gli riesce tutto facile. Gioca, copre, gli riescono con facilità dribbling e passaggi. Trova la porta. E quando Episcopo trova la porta sappiano che non è mai banale. Se fa gol, fa un capolavoro. E’ fatto così, prendere o lasciare. Raccontiamolo questo gioco di prestigio, anche se non sarà facile. Pallone in verticale (30′ primo tempo), Episcopo è ai 20 metri defilato verso sinistra, qualche passo in avanti e tiro a girare come sa fare lui, che fa sembrare elementari giocate estreme. Mettici anche che c’era il difensore davanti e il tiro ha rubato il tempo sia all’avversario che al portiere, rimasto a guardare la traiettoria del pallone spegnersi a fil di palo. Se fosse costante nel trovare la condizione psicofisica ideale per fare certe giocate, Episcopo potrebbe andare ovunque: riesce a viaggiare a frequenze diverse rispetto agli altri, trovando tempi e movimenti che gli avversari non riescono a intercettare. È il re di quel suo livello spazio/tempo, dove, quando riesce a entrarci, non incontra avversari. 3′ dopo chiude la partita Antonio Baggio, procurandosi e trasformando un rigore. Baggio batte aspettando il movimento del portiere e tirando dalla parte opposta. Come i campioni. Paganin deve rinunciare al fantasista Mattioli, proprio per questo apre fin dal primo minuto al virtuoso Antonio Baggio, a far compagnia nel tridente offensivo a Gazzola e Podvorica. Episcopo viene fatto scendere in mediana sinistra, per portare un po’ di fantasia in un centrocampo forte della fisicità di Vigo e Giacomazzi. Rispetto all’opaca e frettolosa prestazione di due settimane prima, contro l’altra formazione praticamente condannata alla retrocessione, il Mori Santo Stefano, il Giorgione sa aspettare: lascia sfogare nelle prima battute i giovani trentini che nonostante siano praticamente all’ultima spiaggia per cercare di ribaltare il corso del loro campionato, entrano in campo per nulla rassegnati o intimiditi. Non pungono, ma giocano, Lomi mette in campo un 4-3-1-2 aperto e deciso a giocarsela sul piano tecnico più che su quello fisico. Nessuna barricata e, anzi, qualche tentativo di scaldare le mani a Bevilacqua. L’uno-due di Episcopo e Baggio è di quelli da lasciar imbambolati, ma i trentini… son trentini. Vanno vicini al gol poco dopo (bel tiro di Caridi parato in qualche modo da Bevilacqua, con Maran che sbroglia una situazione pericolosissima a porta sguarnita). Il Giorgione controlla, il Mezzocorona continua nel suo gioco e a furia di dai riesce a riaprire la partita. Bentivoglio (25′ s.t.) sfrutta un pallone basso in area e gira in gol. Il Giorgione si scuote, Gazzola e compagnia non vogliono brutte sorprese e di lì alla fine confezionano 3 occasionissime. Podvorica meriterebbe premiata la sua generosità al 27′ e al 42′: prima potrebbe fare quel che vuole e fa quel che non dovrebbe, cioè tirare in bocca al portiere, poi fa tutto bene, salvo concludere con poca forza; getta al vento un’occasionissima pure Giacomazzi (27′), Paganin alza gli occhi al cielo, ma alla fine trova 3 preziosissimi punti. E due prestigiatori. È stata la giornata della rivincita, per vari motivi, di due giocatori dalle enormi potenzialità parzialmente inespresse. Maghi occasionali che avrebbero i numeri per diventarlo a tempo indeterminato.

Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Union Pro che ottiene una vittoria pesante nella tana del Legnago, confermando il buon momento di forma. È il difensore Dario Zanette ad analizzare questo stato eccellente di tutta la squadra: «Abbiamo ottenuto un successo importante su un campo ostico. Ci stiamo assestando nel reparto arretrato anche perché i movimenti di fronte a noi si sono stabilizzati. Questi risultati ci danno sempre più fiducia. Dobbiamo continuare così e se possibile migliorare». A livello personale Zanette sta finalmente dimostrando il proprio valore: «Da qualche partita le mie prestazioni sono migliorate perché mi sento meglio. Come tutta la squadra anch’io cerco di cavalcare l’onda positiva del momento».

Ore 18.00 – (L’Arena) Legnago sempre più invischiato in zona play out, la zona salvezza occupata dal Giorgione è a sei punti, mentre Kras Repen e Triestina sono in rimonta. Però Orecchia non si perde d’animo: «Mancano undici gare: lotteremo fino alla fine, fino all’ultimo secondo dell’ultima partita». Intanto l’Union Pro ha espugnato il Sandrini, ottenendo la quarta vittoria esterna.In vantaggio su azione viziata da un fuorigioco, ha colpito due legni prima del raddoppio. Il Legnago sempre generoso, ma anche troppo perforabile nelle ripartenze ospiti, ha accorciato le distanze con Fioretti e realizzato il 2-2 con Valente. Si pensava al sorpasso, invece il Legnago è colto da un’amnesia difensiva nell’azione del 2-3, e poi errori di mira,sfortuna e bravura del portiere Noè hanno impedito il gol del 3-3, fino al 2-4 in pieno recupero. Orecchia ripresenta Zambrano, preferisce sulla fascia Gona a Viteritti e Viviani a Valente. Subito Andrea Nobile si “mangia” Gona, ma rimedia Friggi. All’8′ ospiti in vantaggio: sugli sviluppi di un angolo Zanette batte Fazzino, ostacolato nella visuale da un giocatore trevigiano, ma l’assistente Giglia, criticato dai tifosi locali non rileva irregolarità. L’Union Pro spreca poi con Nobile lo 0-2 con un’incornata alta su cross di Niero. Al 17′ pericoloso spunto di Zerbato che serve Rivi: Noè respinge di piede. Poi due clamorosi legni ospiti con Visinoni che prende l’incrocio dei pali al 18′ e con Nobile, un palo un minuto dopo. Al 20′ pericoloso spunto del tandem Fioretti- Rivi con corner. Al 22′ tira Rivi, para Noè. Al 37′ il raddoppio ospite con Andrea Nobile che salta Tobanelli. Prima del riposo incornata-gol di Fioretti, servito da Viviani. Nella ripresa Orecchia mette in campo Nicola Valente che si presenta con una bella girata (3′) e al 7′ su punizione di Longato deviata da Tobanelli trova l’incornata del 2-2. Si spera, ma al 10′ arriva la doccia fredda del 2-3 per l’Union Pro: cross di Comin e inzuccata-gol di Trevisiol per una disattenzione della coppia centrale. L’Union Pro si difende con bravura e fortuna e in contropiede è pericolosa al 30′ con Andrea Nobile che obbliga Fazzino a una prodigiosa respinta. Entra Adriano che incorna alto un traversone di Valente (30′). Poi Valente impegna il portiere ospite con un cross al 40′. Entra anche Farinazzo che cerca il gol, ma la difesa ospite fa muro. Nel recupero, slalom di Cattellan che salta Zerbato e batte Fazzino. Il Legnago cerca ancora il gol con Fioretti e negli ultimi istanti subisce l’espulsione di Tresoldi per seconda ammonizione. Così il dg Preto: «Partita decisa da episodi. Bella reazione,rimonta di 2 gol e grossi interventi di Noè, portiere ospite».

Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Max Parteli, preferisce non pensare alle «chiacchiere», ma concentrarsi sulle cose di campo. «È andata male a livello di risultato perché abbiamo perso. Abbiamo concesso due occasioni in tutta la gara, una per tempo, e una delle due è stata sfruttata dai nostri avversari. Siamo stati perciò puniti. Quando giochi in dieci per 40 minuti, non è facile. Difficile giocare sul campo piccolo del Kras? È come il nostro e quindi eravamo abituati alle dimensioni più ridotte del terreno da gioco. Abbiamo fatto una buona partita, rispondendo colpo su colpo. Nel secondo tempo eravamo pronti a replicare la prova determinata della prima frazione e continuare a fare bene, ma siamo rimasti in dieci ed è stato più difficile appunto». Il mister dell’Union aggiunge: «In ogni caso abbiamo messo là il Kras e avuto un paio di buone occasioni. Ora, però, dobbiamo voltare pagina velocemente ed essere ancora più umili e determinati, altrimenti sarà ancora più dura fare risultati. Ci dobbiamo rimboccare le maniche e pedalare senza parlare». Mattia De Checchi non si demoralizza: «Abbiamo interpretato bene partita e abbiamo cercato di partire subito al meglio. Sapevamo che saremmo andati a giocare su un campo difficile, peccato aver preso gol per una disattenzione in difesa. Poi gli episodi hanno creato un po’ di scompiglio quanto ad ammonizioni ed espulsioni. In ogni caso abbiamo cercato di rimettere in sesto la partita, ma il portiere del Kras ha salvato sulla riga. Talvolta si gioca bene, si crea, ma non si segna. E stavolta non abbiamo fatto assolutamente male».

Ore 17.30 – (Corriere delle Alpi) «Abbiamo interpretato bene la partita e abbiamo cercato di partire subito al meglio», esordisce Mattia De Checchi, «sapevamo di giocare su un campo difficile, ma il nostro inizio è stato positivo, come volevamo. Peccato aver preso gol per una disattenzione in difesa. Poi gli episodi hanno creato un po’ di scompliglio quanto ad ammonizioni ed espulsioni. In ogni caso abbiamo cercato di rimettere in sesto la partita, ma il portiere del Kras ha salvato sulla riga, lì poteva cambiare tutto. Talvolta, purtroppo, si gioca bene, si crea, ma non si segna. E stavolta non abbiamo fatto assolutamente male, anzi: abbiamo creato diverse occasioni e considerando che abbiamo giocato in inferiorità numerica per quasi 40 minuti è un peccato non aver portato via nemmeno un punto». Delusione, ma ottimismo per il futuro. «Adesso dobbiamo cercare di fare bene a Montebelluna per riprendere il nostro cammino. Ci aspetta una squadra che sta attraversando un buon momento e che ha vinto a Sacile, ha giocatori di talento come Giglio che possono metterti sempre in difficoltà. Noi, però, dobbiamo pensare a noi stessi e a dare il massimo». Fermato da uno stato influenzale che gli ha impedito di seguire la squadra, il presidente Nicola Giusti, raggiunto al telefono, si è augurato che «passi presto il momento negativo, bisogna tornare a far presto risultato».

Ore 17.20 – (Corriere delle Alpi) C’è delusione nell’Union e a confermarla sono le parole del ds Alberto Faoro. «L’esito finale è sì un danno per come si era messa la gara, non avremmo meritato di perdere, ma non si può parlare di beffa relativamente alle espulsioni perchè quelle sono colpa nostra. Invece che protestare dobbiamo risparmiare il fiato per correre e giocare. È vero, qualche decisione dell’arbitro non ci è stata favorevole, ci sarebbe potuto stare anche un rigore per noi nel finale, quando Pellizer è stato invece ammonito. Questa sì che è una beffa, ma bisogna accettarla. Siamo dispiaciuti, ma la fortuna bisogna meritarsela. Bisogna iniziare a evitare le sanzioni disciplinari, anche se non c’è la controprova che in 11 contro 11 sarebbe arrivato un risultato importante. L’importante è non andare alla ricerca di alibi perchè così non si va lontano, non è sempre colpa degli altri. Noi abbiamo giocato bene e si sono viste delle buone cose, dobbiamo andare avanti così». Faoro rileva anche una nota statistica. «All’andata iniziammo contro il Kras una serie positiva che durò otto turni. La si può ripetere perchè ci sono le potenzialità per fare bene. Bisogna ripartire da quanto fatto oggi perchè la cosa positiva è che noi siamo artefici del nostro destino e non dipendiamo da nessuno. A Montebelluna ci presenteremo con questo spirito».

Ore 17.10 – (Corriere delle Alpi) Mister Parteli preferisce non pensare alle “chiacchere”, ma concentrarsi sulle cose che ha visto in campo. Per questo vuole gettarsi subito alle spalle la trasferta triestina in casa del Kras Repen e guardare al prosieguo della stagione. Anche se sulla sconfitta rimediata sul campo di Monrupino non cerca alibi: «È andata male a livello di risultato, perchè abbiamo perso, non possiamo certo essere contenti. Abbiamo però concesso due occasioni in tutta la gara, una per tempo, e una delle due è stata sfruttata dai nostri avversari. Siamo stati puniti, ma quando giochi in dieci per 40 minuti non è facile fare risultato. Difficile giocare sul campo piccolo del Kras? È come il nostro, eravamo abituati alle dimensioni ridotte del campo, nessuna scusa. Abbiamo fatto una buona partita, rispondendo colpo su colpo e nel secondo tempo eravamo pronti a replicare la prova determinata della prima frazione e continuare a fare bene, ma siamo rimasti in dieci troppo presto e ingenuamente». Il tecnico dell’Union evidenzia comunque anche le note positive. «Abbiamo messo alle corde il Kras e avuto un paio di buone occasioni. Ora, però, dobbiamo girar pagina velocemente ed essere ancora più umili e determinati, altrimenti sarà sempre più dura fare risultati. Ci dobbiamo rimboccare le maniche, bisogna pedalare senza parlare, dobbiamo prepararci bene per poter fare meglio in futuro. Adesso non voglio dire altro, ma vorrei dimostrare con i fatti quello che possiamo fare. Pensiamo allora solo a lavorare e giocherà chi avrà più voglia di farlo. Infortunati non ce ne sono, perciò avremo unicamente le defezioni dovute alle due espulsioni».

Ore 17.00 – (Corriere delle Alpi) Trasferta amara quella in terra giuliana per l’Union Ripa La Fenadora, sconfitta di misura in casa del Kras e costretta a chiudere il match in nove uomini per le espulsioni di Pellizzer e Brotto. I neroverdi (per l’occasione in divisa arancio-blu), reduci dal convincente pari con l’Altovicentino, puntavano a punti pesanti in casa dei triestini e l’inizio è stato anche confortante, visto che a differenza di altri i feltrini non hanno risentito delle ridotte dimensioni del campo di Rupingrande, piccola frazione carsolina di Monrupino, che vanta il primato di più piccolo Comune italiano ad avere una squadra in serie D. Ma tra occasioni non concretizzate, espulsioni ed episodi da moviola il copione è stato ben diverso e, complici i successi proprio di Kras e di Triestina il fondo classifica del girone C si è accorciato. L’incontro si è disputato sotto una pioggia battente, accompagnata da una fastidiosa bora che condiziona le giocate dei 22 in campo (clima ben noto all’ex terzino alabardato Ilir Frangu), tanto che qualche spettatore in meno c’è stato rispetto agli standard della formazione di casa: circa 300 i tifosi locali sugli spalti, oltre ai circa 200 arrivati al seguito dei bellunesi. Nel primo tempo la gara è da subito molto combattuta, ma sempre all’insegna dell’equilibrio. Entrambe le squadre provano a giocare palla a terra, anche se le condizioni meteo e il manto erboso reso scivoloso da acqua e fango non lo rendono semplice. Tra le due, tuttavia, è l’Union a mostrarsi più pericolosa, mentre i giuliani badano soprattutto a non concedere troppo agli avversari. Ad aprire le danze, al 4’, è un velenoso tiro-cross di Spetic dalla destra, parato da De Carli, reattivo sul primo palo. Subito dopo Brotto, dalla sinistra, calcia fuori di poco all’altezza del primo palo. Al 20’ tocca a Gjoshi provarci, ma il suo tiro dal limite è impreciso. Al 30’ arriva l’occasione migliore per i triestini: bel cross di esterno sinistro di Maio dalla destra con Knezevic che colpisce bene indirizzando la palla sotto la traversa, ma l’estremo difensore De Carli sventa in corner. Altri dieci minuti e Mastellotto conclude dal limite, chiamando alla parata Mosetti-Casaretto. Al 42’ deviazione di Del Nero sotto porta su angolo di Maio, con De Carli che si esalta respingendo d’istinto. Nella ripresa la fatica e la bora più intensa complicano la vita a Union e Kras, i ritmi sono più blandi e le squadre perdeno intensità. Il match resta combattuto, ma a salire è soprattutto il nervosismo. A farne le spese è Brotto, che all’11’ rimedia il secondo cartellino giallo nel giro di pochi minutii, prima per simulazione e poi per proteste. L’uscita della “freccia” neroverde toglie immediatamente qualità e sostanza all’Union, che una volta orfana di uno dei suoi principali terminali offensivi fatica a proporsi con argomenti validi. E poco dopo, al 20’, arriva anche la doccia fredda per i neroverdi, con il gol del Kras Repen: dopo una bella giocata sulla destra, Maio mette la palla di sinistro alla spalle della linea difensiva, dove arriva Corvaglia che insacca di testa il suo primo centro stagionale. Nel finale, però, l’Union ci mette cuore e orgoglio, costruendo due buone occasioni per pareggiare. Al 40’ Mosetti-Casaretto è decisivo su Mastellotto, mentre al 4’ di recupero Dassiè entra in area dalla destra, ma sul suo assist non ci arriva Mastellotto, mentre Solagna, sul secondo palo, calcia male, spedendo la palla in bocca a Mosetti-Casaretto.

Ore 16.40 – (Trentino) Davide Zoller allarga le braccia. Complimenti alla Clodiense e pure alla sua squadra. “La sconfitta ci sta – commenta con la consueta lucidità il tecnico lagarino – perché la Clodiense ci è stata superiore. Abbiamo affrontato una delle squadre migliori del girone e, con tanto orgoglio e determinazione, abbiamo lottato sino all’ultimo minuto ma, obiettivamente, tra noi e loro c’è una grande differenza. Peccato per il primo quarto d’ora: abbiamo incassato due reti che potevamo evitare e poi non siamo riusciti subito a riaprire il match con il calcio di rigore. Ai miei, comunque, non posso che fare i complimenti per l’abnegazione e la determinazione che hanno messo sul terreno di gioco dal primo all’ultimo minuto. Adesso? La classifica è sotto gli occhi di tutti, ma noi andiamo avanti per la nostra strada, a testa altissima e con la volontà di onorare sino alla fine il campionato. Continueremo ad allenarci seriamente, a preparare le partite con precisione e proveremo a toglierci quante più soddisfazioni possibili».

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Sorride Tommaso Piaggio quando riceve i complimenti dal mister per il gol realizzato. «Ho calciato da molto lontano ma non ci ho pensato due volte prima di farlo, ho visto che avevo spazio e che i compagni non erano in movimento quindi mi sono ulteriormente liberato per il tiro : è andata bene e sono stato aiutato dal vento». Come ti sei trovato a giocare davanti alla difesa ? «È un ruolo che ho già fatto in altre occasioni, preferisco giocare da mezzala ed andare a spingere sulla fascia però con questo terreno sapevo che bisognava dare una mano ai difensori sulle seconde palle e andare a coprire gli spazi». Siete partiti veramente forte, c’è stata qualche raccomandazione particolare dal mister ? «Sapevamo che la partita non era facilmente abbordabile perchè ci poteva essere la problematica di sottovalutare l’avversario, però viste le situazioni del terreno l’abbiamo messa subito in battaglia». Vittoria importante perchè ora non si può parlare solo di salvezza, qual’è il nuovo obiettivo ? «Vogliamo raggiungere i 42 punti però abbiamo la consapevolezza che possiamo ottenere qualcosa di più. Domenica prossima ci sarà un banco di prova importante».
Nicholas Siega ha realizzato il suo primo gol in maglia granata. «È stato importante avere vinto, sono contento anche per l’assist e per l’intesa con Mastroianni che sta crescendo molto bene. Potevo realizzare anche un altro gol ma nella seconda occasione mi sono sistemato bene il pallone ed ho trovato l’intervento di chiusura di un avversario».

Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Andrea Pagan ha ricevuto a fine partita i complimenti del tecnico trentino Zoller con il quale ha chiarito il diverbio che aveva visto protagonista Mazzetto. «Anche perchè Matteo è uno dei ragazzi più tranquilli che abbiamo quindi è apparso evidente che si è esagerato, in merito alla gara penso che potevamo realizzare anche più gol e cercare di non subirne con maggiore attenzione. Siamo stati danneggiati dal campo pesante ma ugualmente sono rimasto impressionato dal nostro primo quarto d’ora, la partita l’abbiamo sempre fatta noi e Luca Tiozzo è stato molto bravo a parare il rigore che era stato causato da una nostra leggerezza». L’espulsione di Matteo Boscolo Nata non ha permesso neppure questa volta di terminare la partita in 11…. «Purtroppo si, è una maledizione. Abbiamo però 38 punti in classifica quindi ci sto al compromesso : bene una espulsione a partita però deve arrivare la vittoria». Domenica prossima sarà gara importante contro l’Union ArzignanoChiampo. «A noi mancano ancora 4 punti per stare tranquilli e sereni, però possiamo pensare di andare ad Arzignano per poterli distanziare in classifica. Noi cerchiamo sempre di migliorarci, non possiamo dimenticare che siamo partiti per salvarci». Buona è stata la prestazione di Piaggio. «Certamente, ha svolto un gran lavoro davanti alla difesa ed è stato bravo nel fraseggio e nel cercare sempre la conclusione ; ha fatto anche un gran gol ed essendo un ’94 è un giocatore che fortemente ho voluto. Bene anche Mazzetto, Davide Boscolo Gioachina, Carlucci ; credo che tutti i ragazzi meritino i complimenti per come fanno arrivare le vittorie e per il bel calcio che offrono. I tifosi sono usciti dallo stadio dopo essersi divertiti».

Ore 16.10 – (La Nuova Venezia) Vittoria più facile del previsto per la Clodiense contro il modesto Mori Santo Stefano, rimasto in partita per nemmeno un quarto d’ora. Granata bravi a non sottovalutare l’impegno contro l’ultima della classe, capaci di scardinare la gara in tre minuti (dal 9’ al 12’) e poi abili a controllare il gioco, pur concedendo qualche leggerezza di troppo che, per fortuna dei granata, non ha inciso sul risultato finale. Mori che, come ha sottolineato il tecnico trentino a fine gara dimostrando una grande onestà intellettuale, in Serie D è solo di passaggio e a questo campionato chiede solo di fare esperienza, giocando con orgoglio e, purtroppo per i tricolori, nulla più. Per l’ennesima volta in questa stagione mister Andrea Pagan deve fare la formazione con la lista degli squalificati a portata di mano. Stavolta mancano Santi (che sconta l’ultimo dei tre turni di squalifica), Francesco Tiozzo e Moretto. Rientra Casagrande che, però, Andrea Pagan lascia in panchina per far posto a Davide Boscolo Gioachina, che si piazza nel ruolo di mezzala sinistra, mentre Piaggio vigila davanti alla difesa. Carlucci e Boscolo Berto sono i due centrali difensivi, mentre, davanti, il cannone è affidato a Mastroianni e Siega. Il Mori parte con la difesa a cinque, ma nel giro di pochi minuti, visto che il pacchetto arretrato fa comunque acqua da tutte le parti (e la pioggia c’entra poco), mister Zoller passa al 4-3-1-2. Non cambia molto sotto il profilo della pericolosità ma, se non altro, mette più equilibrio alla squadra. Si parte con la poca gente, arrivata allo stadio, tutta concentrata sotto la copertura della tribuna est, visto che la tribuna centrale è priva di riparo e anche in cabina stampa diventa molto difficile lavorare. Del resto dei lavori promessi dall’ex assessore allo sport, che dovevano partire in settembre, non v’è traccia. La Clodiense parte subito aggredendo gli avversari e passa in vantaggio già al 9’: discesa sulla destra di Siega e, dal fondo, palla dentro per Mastroianni che, in scivolata, gonfia la rete. I ragazzi di Pagan hanno fretta di chiudere i conti ed al 12’ arriva il raddoppio: il cross stavolta arriva da sinistra e parte dai piedi di Boscolo Gioachina, mentre per Siega, da due passi, è un gioco da ragazzi mettere dentro di testa. Il Mori potrebbe aprire i giochi al 14’, quando Boscolo Berto atterra in area Deimichei, ma Tisi si fa respingere il rigore da Luca Tiozzo. Nella ripresa ci sono da raccontare solo i gol. Al 15’ un fendente terra aria di Piaggio dai 35 metri si infila all’incrocio dei pali, mentre al 23’ Tisi trova di testa il gol della staffa. La Clodiense porta a casa i tre punti e sorpassa in zona playoff l’Arzignano, prima dello scontro diretto.

Ore 15.50 – (Tribuna di Treviso) Questo il commento di Antonio Tessariol sulla vittoria agguantata in extremis: «Abbiamo disputato un primo tempo tutto sommato positivo, sapevamo che la Sacilese avrebbe cercato di fare la partita e così è stato. Abbiamo sbagliato però a concedere loro troppo campo, anche se, tutto sommato, la nostra retroguardia si è fatta trovare impreparata soltanto in occasione del calcio di rigore, quando loro sono stati più astuti di noi e hanno battuto senza darci il tempo di sistemare la barriera. Nell’intervallo abbiamo riorganizzato le idee e siamo tornati sul rettangolo di gioco con tutt’altro spirito, trovando subito il pareggio con la prodezza di Giglio». Il pareggio ha frenato la spinta della Sacilese, che ha anche dovuto fare i conti con la giornata di grazia di Rigo: «Oggi gran parte del merito è del nostro portiere – continua Tessariol -, si è sempre fatto trovare pronto e ha dato fiducia all’intero reparto. Quando poi là davanti puoi contare su giocatori del calibro di Giglio sei consapevole di poter segnare in ogni istante, e siamo stati bravi a colpire nel finale sfruttando la freschezza di Frimpong, che era appena entrato e che quindi era più fresco dei diretti marcatori». Il vice biancoblu però non vuole sentire parlare di playoff: «Ora siamo a +12 dalla sest’ultima e dobbiamo continuare a guardarci le spalle, invece di puntare a chissà quali traguardi. Eravamo quinti e sono bastati tre, quattro risultati negativi ad affondarci, per cui pensiamo solo a fare bene e poi quel che verrà, verrà. Siamo una squadra giovane e risultati come quello di oggi ci danno tanta tranquillità e convinzione nei nostri mezzi».

Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Mauro Zironelli a fine gara mostra tutta la sua insoddisfazione per la sconfitta allo scadere. «È stata una bella partita, giocata a viso aperto – esordisce l’allenatore della Sacilese -. Parecchie sono state le nostre occasioni, soprattutto nel primo tempo, ma anche nel secondo. Ringrazio i miei giocatori per la bella prova che hanno fornito. Da parte nostra abbiamo mostrato grande volontà e impegno». Il punto determinante che Zironelli sottolinea sono però le assenze: «Purtroppo abbiamo il problema della panchina corta. Una questione che è meglio lasciar perdere, visto che è stata fatta una certa scelta. Eravamo solo in 16 e mi sembra una cosa vergognosa. Non è possibile andare avanti con soli 21 giocatori in tutto. È una brutta situazione. Quelli che giocano stanno dando il duecento per cento e più di così non possiamo fare». Ma non tutti erano in perfetta forma: «Beccia e lo stesso Pederiva, che lo ha sostituito alla fine del primo tempo – dice -, avevano dei problemi fisici. Sottovia aveva la febbre. Poi si è anche stirato Beccaro». La vostra gara è stata mirabile: «Gran partita. Loro del Monte sono stati bravi a fare due tiri e due gol. Hanno trovato la partita perfetta. Magari noi riuscire a fare altrettanto. Bravo è stato anche il loro portiere». Poi Zironelli guarda preoccupato il futuro della stagione: «Sono amareggiato per il risultato. Abbiamo perso giocatori per squalifiche e infortuni e ora siamo ridimensionati. Dobbiamo fare ancora 5 punti e con quelli abbiamo finito. Andremo a Santo Stefano in 12», ironizza il tecnico biancorosso sul prossimo impegno. L’allenatore del Montebelluna in panchina era Antonio Tessariol a sostituire lo squalificato Daniele Pasa. Le sue prime parole sono identiche a quelle di Zironelli: «Partita giocata a viso aperto da entrambe le squadre. Abbiamo avuto qualche disattenzione difensiva nel corso del primo tempo per essere stati troppo protettivi verso la nostra porta». Sui vostri avversari di oggi? «La Sacilese non ha concretizzato le molte occasioni che ha avuto».

Ore 15.30 – (Messaggero Veneto) Troppe occasioni gettate al vento, un muro di nome Nicola Rigo e una buona dose di sfortuna. Mescolando gli ingredienti, ecco spiegata la prima sconfitta interna della Sacilese nel girone di ritorno. Si è materializzata al cospetto di un Montebelluna ordinato e cinico. Zironelli può recriminare per questo e per la sfortuna che continua ad accanirsi sulla sua rosa: Sottovia out prima del match a causa di un improvviso attacco influenzale, Beccia non al meglio costretto a uscire dopo nemmeno un tempo e Beccaro, sino a quel momento il migliore in campo, vittima di uno stiramento nel secondo tempo. La Sacilese tornava al XXV aprile dopo il buon pareggio di Mogliano e le vittorie con Altovicentino e Union Ripa. Dall’altra parte il rinfrancato Montebelluna di Daniele Pasa (in tribuna per scontare la seconda giornata di squalifica). La prima grossa occasione è di marca sacilese. Il giovane Barattin, schierato al posto di Sottovia, serve a centro area un invitante pallone per Spagnoli, che colpisce in diagonale mandando la sfera di poco a lato. Sfortunato al 20’ l’ex liventino Samba Sadio, costretto a uscire per un problema muscolare. Al suo posto Cusinato. Al 22′ altra ghiotta chance per i biancorossi: Beccaro libera al tiro Barattin, che colpisce in diagonale. Rigo si salva con i piedi. E’ dominio sacilese: Beccia dal fondo mette in metto un pallone in orizzontale su cui prima Spagnoli quindi Craviari mancano la deviazione vincente. Alla mezz’ora si fa vivo anche il Montebelluna con De Vido che non arriva di un soffio al tocco sotto rete. Ma è solo una pausa, perché la Sacilese riprende a macinare occasioni. Diagonale di Craviari da dentro l’area e tocco di Barattin da due passi, ma la palla termina in angolo. Al 40’ grande conclusione di Beccaro dal limite. Rigo si supera e devia in corner. Prima dell’intervallo altre due emozioni, dal sapore opposto. Al 43′ Zironelli è costretto a rinunciare a Beccia (al suo posto Pederiva), quindi un minuto dopo il gol del vantaggio biancorosso, su rigore per un fallo di Giglio ai danni dello scatenato Beccaro. Sul dischetto si presenta Baggio che spiazza Rigo. Ad inizio ripresa il pareggio del Montebelluna, grazie ad un’azione personale di Giglio che prende palla sulla trequarti, arriva al limite e con un preciso esterno destro colloca la sfera nell’angolino basso. La Sacilese ci mette un po’ a riprendersi dallo choc. Lo fa al 27’, quando Spagnoli si libera al limite e conclude di potenza. Rigo dice ancora una volta di “no”. Al 33’ piove sul bagnato: Beccaro scattato in contropiede sente una fitta alla coscia e deve lasciare il posto a Stiso. Ma la Sacilese non demorde. Boscolo ci prova con una conclusione a rientrare dal limite sinistro: super-Rigo sventa. Dall’altra parte, Gymah scatta in dubbia posizione di fuorigioco, e dalla sinistra mette in mezzo un pallone che Masiero tramuta in rete di testa. Così si consuma la beffa.

Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) Martin Trinchieri è un uomo di parola. In settimana, il bomber argentino aveva assicurato che se avesse segnato al Belluno non avrebbe esultato nello stadio della sua ex squadra. Dopo undici minuti, ha approfittato di un´uscita a vuoto di Davide Solagna e di testa, senza problemi, ha insaccato il momentaneo vantaggio. Una fucilata, manco avesse calciato quel pallone: «Avremmo anche potuto vincere la partita, alla fine ho avuto due occasioni importanti – commenta l´attaccante – come avevo promesso non ho esultato per questa rete, ma ci tengo a dedicarla ai miei genitori che sono venuti a trovarmi dall´Argentina ed erano in tribuna a vedermi. All´Arzignano ho trovato un ambiente che mi fa stare tranquillo e mi mette in condizione di fare anche qualche golletto».

Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Se qualcuno doveva proprio vincere, quello era l’Arzignano. Parola dell’ex Martin Trinchieri. «Io la vedo così, secondo me meritavamo noi, ma va bene così. Non abbiamo perso, abbiamo allungato la striscia positiva e abbiamo di nuovo dimostrato di stare bene, anche se a conti fatti potevamo addirittura vincere. Nel finale ho avuto ancora un paio di buone occasioni per segnare il 2-1, ma non è entrata. Prendiamoci il punto e torniamo a casa». Quindi le parole dolci per la sua ex squadra. «Avevo promesso di non esultare e infatti non ho esultato – ricorda Martin – ho solo dedicato il gol ai miei che sono venuti a trovarmi dall’Argentina ed erano in tribuna. Il Belluno si è confermato di nuovo un’ottima squadra, sta bene, è ordinato e una società seria. Credo stia ponendo le basi perfette per costruire qualcosa di importante il prossimo anno. Il Cobra? Ho provato ad avvicinarmi con il mio gol, ma poi lui ha di nuovo allungato… Sono contento per lui, è un grande giocatore e un bravissimo ragazzo».

Ore 14.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) E ora il Padova. Guadagnato un punto sia sulla Sacilese sia sull’Altovicentino e portato addirittura a +13 il distacco sui cugini del Ripa, ora per il Belluno inizia la settimana del match clou. Domenica prossima, di nuovo al polisportivo, arriverà la prima della classe, quel Padova che da ieri, guadagnando altri tre punti sulla seconda, ha davvero mezzo piede in Lega Pro. La vendita dei biglietti per la partita di domenica prossima è già iniziata ieri pomeriggio allo stadio e la società, contando anche sull’apporto della tifoseria biancorossa, immagina e spera di poter arrivare a 1500/2000 presenze. Oggi squadra al riposo, poi domani la ripresa degli allenamenti con un forte dubbio. «Masoch? – ammette Vecchiato – a oggi la vedo grigia…».

Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Un punto in più verso l’obiettivo finale. Stremato dai suoi primi 90’ di stagione Andrea Radrezza pensa al match e guarda al futuro, puntando verso l’alto, anzi l’altissimo. Il pensiero infatti è al sorpasso dell’Altovicentino. «Ovvio che tre punti sarebbero stati meglio – ammette l’attaccante gialloblù al rientro negli spogliatoi – ma guardiamo avanti: il secondo posto è là e quello è il nostro obiettivo, senza alcun dubbio». «A un anno dalla mia ultima da titolare sono sicuramente cotto – ammette Andrea -, ma anche felice; aspettavo soltanto questo momento. Il rammarico c’è, dovevamo sfruttare meglio i cross e portarla a casa, ma credo comunque che questo sia un risultato positivo, ora testa sul Padova». A fargli eco è il suo amico, compare e compagno di reparto Simone Corbanese. «Sono cotto pure io, il campo si è decisamente fatto sentire – assicura il capocannoniere del girone, ora salito a quota 16 gol -. Sono contento perché abbiamo attaccato tantissimo, costruito molto, giocando per più di un’ora nella loro tre quarti. Allo stesso tempo però sono dispiaciuto, potevamo raccogliere di più. Come? Muovendoci meglio in area. Sono piovuti un sacco di cross, dovevamo sfruttarli. Su questo dovremo lavorare. Martin (Trinchieri, ndr) dice che meritavano qualcosa di più, ma non sono d’accordo, il gioco lo abbiamo fatto noi. Concordo invece con Radre, il secondo posto è là e non possiamo non pensarci. Il primo passo sarà il Padova: vogliamo vincerla». La chiosa è per il gol. «Bello? Me lo hanno detto (sorride, ndr), ma bellissimo come sempre è stato il cross di Duravia». Infine l’altro debuttante, Di Bari. «Non giocavo una partita intera da prima di Natale, sono contento – sottolinea il difensore ieri per la prima volta in campo dal 1’ – anche se ovviamente era meglio vincere. In settimana avevo capito che avrei giocato, con le squalifiche di Merli Sala e Pescosta le possibilità erano alte. Difficile però fare a meno di due come loro. Ora non chiedetemi di darmi un voto, non spetta a me: alcune cose sono andate bene, altre un po’ meno, ma sono contento. Peccato per il gol preso all’inizio, alla fine per quanto mi riguarda meritavamo di vincere. Loro hanno fatto due tiri, noi abbiamo creato tantissimo, ma non importa. Ora la settimana prossima ci aspetta il partitone, ci vorrà concentrazione e un gran lavoro in allenamento».

Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «Meglio provare a vincerla rischiando che accontentarsi di un pareggio». Più sincero di così. Al termine di Belluno-Arzignano mister Vecchiato parla del punto conquistato, della rosa in affanno e della prova dei debuttanti. «Bene Di Bari e bene anche Radrezza – assicura il tecnico partendo proprio dai debutti stagionali dal 1’ del difensore e dell’attaccante – il primo ha mostrato buone cose, il secondo giocando migliora. Radrezza in campo per tutti i 90’? Non avevo molte altre scelte, oltre agli assenti già noti Canova aveva un forte mal di schiena, Pellicanò è stato male negli spogliatoi al termine del primo tempo, Masoch zoppica e il resto lo sapete. È un momento così, sfortunato». Contento del pari o rammaricato dei due punti persi? «Abbiamo fatto più noi di loro, ho visto un gran carattere e non era facile dopo quell’avvio e contro una squadra palesemente forte, in salute e che gode di grande fiducia nei propri mezzi. È vero, con i contropiede finali abbiamo rischiato, ma ci stava». Critiche? «Indubbiamente sul primo gol Davide (Solagna, ndr) ha sbagliato, ma anche i difensori si sono fatti trovare impreparati. Un difensore deve sempre essere pessimista, immaginarsi che l’altro sbagli. Il loro attaccante ci ha creduto, e ci ha punito». Voleva vincerla? «Si è notato (sorride Vecchiato, ndr)? Certo che volevo, meglio provare a vincerla che accontentarsi. Alla fine però credo che il pareggio fosse il risultato più giusto. Abbiamo recuperato un punto sulla seconda e ora possiamo concentrarci sul Padova. Vogliamo giocare una grande partita davanti al nostro pubblico».

Ore 14.20 – (Corriere delle Alpi) Pareggio giusto. Simone Corbanese risponde all’ex Martin Trinchieri e alla fine il Belluno conquista un punto al Polisportivo contro l’Arzignanochiampo, una delle squadre più in forma del campionato. All’11’ i gialloblù si ritrovano sotto per un’uscita da dimenticare di Davide Solagna, che su calcio d”angolo chiama la palla senza prenderla, concedendo così il gol dell’ex. Nel secondo tempo il “Cobra” sistema i conti e suona la carica per i gialloblù che provano anche a portare a casa l’intera posta con un buon forcing finale che però non porta alla rete sperata. Negli ultimi minuti, però, è ancora l’ex Trinchieri ad avere una buona occasione ma Solagna si riscatta in parte, salvando il risultato. Mister Vecchiato con le squalifiche di Ivan Merli Sala e Giovanni Pescosta, e l’infortunio di Yari Masoch, rivoluziona l’undici titolare. Partono dal primo minuto per la prima volta Andrea Di Bari, arrivato a gennaio, e Andrea Radrezza, che ritrova una maglia da titolare un anno dopo l’infortunio al ginocchio Al centro della difesa Di Bari fa coppia con Sommacal, mentre sulle corsie esterne ci sono Danny Paganin e Paolo Pellicanò che vanno a formare una difesa giovanissima con tre fuoriquota, il quarto si trova tra i pali ed è Davide Solagna. A centrocampo Bertagno si piazza sul vertice basso, sostenuto ai lati da Mike Miniati e Stefano Mosca. Davanti bomber Corbanese fa coppia insieme ad Andrea Radrezza, alle loro spalle c’è Marco Duravia che fa il trequartista. Nelle fila dell’Arzignano guida l’attacco una vecchia conoscenza del Belluno, Martin Trinchieri, che dal dal 2005 al 2008 mise a segno 41 reti in campionato con la maglia gialloblù. Nei primi minuti il match è equilibrato, ma al 7′ è Duravia a ricevere in area e, sbarazzatosi del marcatore, spara a botta sicura, ma la difesa ribatte la conclusione. All’ 11′ l’Arzignano passa in vantaggio grazie al colpo di testa proprio dell’ex Trinchieri, che su calcio d’angolo approfitta dell’uscita a vuoto di Solagna e appoggia in rete. Il bomber dal passato gialloblù abbraccia i proprio compagni, ma non esulta, come promesso in settimana. Alla mezz’ora il Belluno ci prova con una serie di calci d’angoli, ma la doppia girata di Corbanese è respinta prima dal portiere e poi deviata in angolo da un difensore. Al 38′ l’Arzignano sfiora il raddoppio ancora con Trinchieri, che riceve in area da Carlotto e prova due volte la girata, ma viene chiuso in angolo da Solagna. Sul capovolgimento di fronte ci prova Bertagno dalla distanza, ma Dall’Amico gli dice di no. Dopo un minuto di recupero si va a riposo sullo 0-1. Nel secondo tempo il Belluno si affida alle verticalizzazioni di Bertagno, che cerca Corbanese li davanti, ma per il bomber gialloblù non è facile districarsi tra i difensori avversari. Al 56′ Vecchiato butta nella mischia Posocco, richiamando in panchina l’influenzato Pellicanò e arretrando Mosca in difesa. Poco dopo Tecchio si fa cacciare per doppia ammonizione e l’Arzignano rimane in dieci uomini. Il Belluno spinge e al 67′ trova il pareggio con il solito Corbanese, che di testa si avventa sul cross di Duravia e mette la palla alle spalle di Dall’Amico con un elegante pallonetto. Nell’ultimo quarto d’ora il Belluno assedia l’Arzignano, che risponde con contropiedi veloci, ma alla fine l’unica occasione per i gialloblù è la punizione di Duravia respinta dal numero uno ospite. All’88 Trinchieri ha l’opportunità per vincere la partita, ma Solagna gli dice di no.

Ore 14.00 – (Il Piccolo) Dieci partite in maglia alabardata, nove gol. In tre occasioni, trasformazioni dal dischetto nei minuti finali che regalano punti preziosissimi per la classifica. Era capitato a Mori, nella prima di ritorno contro il Mezzocorona, ed è successo anche ieri, a Valdagno. Daniele Rocco è il volto felice della Triestina, il giocatore nato a Monfalcone ma alabardato nello spirito, con la sua doppietta in quattro minuti ha fatto impazzire di gioia i tifosi alabardati. Daniele Rocco, le emozioni di questo incredibile finale di gara? «Si scende in campo in undici, siamo stati bravi tutti, un grazie alla squadra perché non ero perfettamente in giornata. Sono davvero felice per questi due gol nel finale, che sono stati utili per trovare i tre punti». Siete stati molto bravi a non disunirvi mai e a restare incollati alla partita fino alla fine… «La chiave è stata quella. Siamo rimasti compatti, loro hanno fatto due gol perché a mio avviso sono una squadra fortissima, ma questa volta siamo stati più bravi noi». Avete sopperito bene all’assenza di un giocatore che stava attraversando un ottimo momento di forma, ovvero Manzo. «Siamo una squadra, con diversi giocatori che possono occupare più ruoli. Forse non siamo molto numerosi, ma l’allenatore ha la possibilità di trovare diverse soluzioni. L’importante è che ciascuno di noi dia sempre il massimo, tutto quello che ha». I miglioramenti tecnici si vedono, l’unità del gruppo in campo anche… «Il gruppo è formidabile, mi trovo sempre meglio, ho legato con tutti e spero davvero di trovare nel finale di stagione la salvezza. I gol di oggi li dedico a loro, ai miei compagni, mi aiutano tanto».

Ore 13.50 – (Il Piccolo) La Triestina di Giuseppe Ferazzoli viaggia ad alti ritmi. Lo dicono i numeri di questo 2015, i sette risultati utili consecutivi conquistati e le tredici partite su quindici in cui gli alabardati hanno conquistato punti sotto la sua guida tecnica. La gioia dell’allenatore la si percepisce a primo impatto, all’esterno degli spogliatoi dell’impianto Comunale di Valdagno. «I ragazzi sono stati bravissimi a rimanere in partita, come avevo raccomandato loro. Ci poteva stare di prendere gol nei primi minuti di gara, dopo abbiamo concesso loro qualcosa di troppo rischiando in alcune occasioni, ma alla fine siamo stati premiati. Non è la prima volta che raccogliamo punti nei finali di gara, ma non è un caso perché i ragazzi hanno sempre avuto il merito di crederci. Questo risultato ci restituisce in parte i punti persi contro Arzignano e Kras». Ha avuto risposte ottime dalla panchina, soddisfatto dei suoi giocatori? «Loro sanno che li tengo tutti in considerazione, è normale che qualcuno giochi di più e qualcuno di meno, fa parte dei giochi. Ma siamo una squadra, è fondamentale per noi raggiungere sul campo questa salvezza. Serve il sacrificio di tutti. Da questo punto di vista, mi sento in dovere di ringraziare anche i ragazzi che entrano dalla panchina perché danno sempre una spinta in più, una partecipazione molto attiva sia nella fase offensiva che nella fase difensiva». Giuseppe Ferazzoli è persona saggia. La ragione infatti, archiviato il colpaccio a Valdagno, suggerisce di porre l’attenzione sullo scontro diretto del prossimo turno, tappa fondamentale per determinare il finale della Triestina. «Io non vorrei smorzare gli entusiasmi perché è logica la felicità per questa vittoria, ma hanno fatto punti anche alcune dirette concorrenti quindi non è cambiato molto. Chiaramente domenica prossima arriva il Giorgione per uno scontro diretto, fare bottino pieno sarebbe fondamentale. Il morale quindi è altissimo ma già da martedì ci si rituffa a preparare la partita».

Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Un uomo solo in tribuna. Al fischio finale di Bonocore di Marsala, è la reazione del presidente Rino Dalle Rive a colpire i tifosi di casa. Non l´esultanza dei giocatori alabardati che corrono come invasati a festeggiare con i loro tifosi, ma la delusione impotente ed inconsolabile, fino ai confini della solitudine, del numero primo della società. La gente tutt´attorno sfolla, qualcuno prova a dirgli qualcosa di gentile, ma lui è impietrito e risponde per cortesia. Ci vorranno dieci minuti perchè trovi le forze per alzarsi e guadagnare gli spogliatoi, perdere così, del resto, non è solo assurdo ma persino masochistico. «Non ho più parole. Ci siamo divorati 4 palle gol e siamo qui a commentare una sconfitta. Non so che dire, la condizione fisica mi sembra ancora approssimativa e qualcuno sembra più attento a non sporcare i pantaloncini che a dare l´anima. E poi facciamo delle ingenuità clamorose. Loro? Squadra modesta, operaia, ma che non ha mai smesso di lottare. A differenza di noi». Non risparmia nessuno, il “pres”, neppure Diego Zanin, che per ora resta ancora in sella. E il tecnico? Arriva tardi, tiratissimo. Si dice che sia tornato a casa, ma Dalle Rive è perentorio: «Impossibile, ci ho appena parlato. Lo chiamo e gli dico che voi giornalisti lo state aspettando». Radio Fiori parla di un confronto duro negli spogliatoi e di un martedì caldissimo, viste le premesse, lui difende la squadra ma conferma: «Paghiamo gli errori a caro prezzo e non siamo capaci di uscire dall´imbuto nel quale siamo entrati. Forse è anche una questione di personalità, che probabilmente abbiamo solo in qualcuno, come Pozza e Dal Dosso». E se lo dice lui, c´è davvero poco da stare allegri.

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Ora è ufficiale: il sogno della promozione diretta dell´Altovicentino è finito. Lo dicono i numeri della classifica (+10 Padova, frutto anche delle 3 sconfitte e del pareggio dei vicentini nelle ultime 4 gare) e quelli dei gol subiti (8 dal 18 gennaio, c´era una volta la migliore difesa del girone).  E lo certificano la doppietta di Rocco e le parole impietose del presidente Rino Dalle Rive: «Onore al Padova, l´ho sempre detto che era più squadra di noi. Spero solo che riusciamo a mantenere almeno il secondo posto per disputare i playoff». Un vero e proprio harakiri, sotto il sole e dopo il più bel primo tempo casalingo della stagione. Messo in atto davanti alle vecchie glorie del Valdagno anni ´50, ritrovatesi tutte assieme in tribuna al Fiori. Alto subito all´assedio, nonostante il centrocampo rivoluzionato dalle defezioni di Pozza, Dal Dosso e Cortesi. Al 1´ Cozzolino strozza il sinistro dal limite, al 4´ grande esterno di Burato per Ricci che va sul fondo e la mette indietro ancora per Cozzolino, sul quale si immola in uscita bassa Di Piero; al 5´ salvataggio sulla linea di Giannetti su Gambino, che al 6´ “buca” di testa il cross di Nchama. Roba da stropicciarsi gli occhi. E al 10´ arriva pure il vantaggio: Gambino schiaccia di testa, a centro area, l´angolo di Burato e segna con la complicità del palo alla destra di Di Piero. L´Alto prende fiato ed al 16´ subisce il pari: punizione di Bedin, Di Girolamo respinge sui piedi di Milicevic che entra in area e di punta la fa passare sotto la pancia di Logofatu. Solito maledetto calcio piazzato e solito gollonzolo. Si ricomincia allora con l´assedio ed al 25´ Marrazzo, dal fondo, serve Cozzolino, ma stavolta è Celli a respingere a corpo morto. Cozzolino, però, è strepitoso al 39´: taglia verso l´interno dell´area, arpiona il lungo lancio e subito lo trasforma in un cross di sinistro sul secondo palo dove Gambino schiaccia inesorabilmente. Tutto splendido! Nella ripresa Ferazzoli rafforza l´attacco ma è sempre l´Alto ad avere le occasioni. All´8´ Gambino di testa sfiora il tris, al 12´ prima il portiere respinge il tiro di Marrazzo da due passi, poi Giannetti respinge sulla linea, al 20´ Gambino e Di Girolamo non trovano la palla a due passi dalla porta. L´Alto finisce qui e l´onesta Unione prima si vede annullare il gol del pari di Bedin per fuorigioco, poi spreca una ripartenza con Aquilani ed infine ribalta le sorti del match con Rocco. La punta al 43´ trasforma di forza il penalty concesso per l´ingenua e netta entrata di Brancato su Arvia, e al 48´ deposita in rete l´assurdo disimpegno di Di Girolamo, che anzichè sparare nell´Agno il lungo rinvio della difesa ospite cerca un improbabile giocata volante, per giunta di spalle, a ridosso dell´area. I giuliani fanno festa, Dalle Rive resta solo in tribuna.

Ore 13.10 – (Gazzettino) «Nel primo tempo abbiamo condotto la partita – analizza il tecnico rossoverde Mario Vittadello – Lo abbiamo fatto con personalità, palleggiando molto bene, nonostante il campo non fosse in perfette condizioni. Siamo riusciti a creare diverse occasioni e a segnare due gol. Nella ripresa abbiamo concesso troppo il pallino del gioco ai nostri avversari, ma comunque forse era inevitabile visto la caratura della Virtus e la loro voglia di raggiungerci». Il tecnico spiega poi meglio le difficoltà incontrate nel secondo tempo: «Dovevamo giocare di più la palla e soprattutto concretizzare le occasioni che abbiamo costruito. Anche questa volta ho contato almeno sei-sette palle gol. Dobbiamo imparare a metterla dentro altrimenti diventa dura». La vittoria sulla Virtus permette al Thermal di abbandonare l’ultimo posto. «Sono tre punti fondamentali, questa vittoria ci deve dare la fiducia per fare ancora meglio e cercare di giocare almeno per un ora nel modo in cui abbiamo disputato il primo tempo». Il tecnico aponense spiega poi l’esclusione dall’undici iniziale di capitan Sadocco: «Marco nelle ultime partite ha giocato con un problema al ginocchio, stringendo i denti. È da ammirare visto che non si tira indietro. Oggi non sarebbe dovuto nemmeno stare in panchina, ma si è reso comunque disponibile vista l’emergenza in difesa».

Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Boccata d’ossigeno puro per la Thermal, che abbandona l’ultimo posto del girone grazie alla prepotente, meritata vittoria sul Castelfranco. Dopo 4 sconfitte consecutive, Vittadello compie una serie di magie: estrae dal cilindro la vittoria scacciacrisi; ricompone una squadra che fino a poco tempo addietro sembrava spezzata in due; fa sparire gli aponensi dal fondo della classifica e li fa riapparire in zona playoff; infine, accorciando la graduatoria, spariglia platealmente le carte per la bagarre retrocessione più incerta e rabberciata della serie D. Meritati, quindi, gli applausi alla calata del sipario per una squadra, se non propriamente magica, almeno divertente. “Ghezzi amari”, invece, per il mister degli emiliani, Marcello, che vede ridursi pericolosamente il margine di sicurezza. Nel primo tempo, la Virtus sembra scesa dal pullman con 30’ di ritardo, con un atteggiamento vacanziero fuori stagione che le costerà caro. Vittadello sciorina il 4-3-1-2, la tachipirina rimette in piedi i febbricitanti Montin e Cassese mentre capitan Sadocco, afflitto da un ginocchio ballerino, vuole almeno esserci per la panchina. Vitagliano acquisisce minutaggio a centrocampo e pressa come un uomo tradito alla cerca dell’onore perduto; in avanti Franciosi appoggia le scorribande di Cacurio e Antonello. 4-4-2 per Ghezzi, ma anche se fosse stato il 5-5-5 di Oronzo Canà niente sarebbe cambiato, a corollario che più dei numeri conta la testa. Premono subito forte i termali, già al 9’ si alza l’urlo “gol” dagli spalti: Ragusa crossa, Cassesse incorna, ma sulla linea Cacurio sembra proprio toglierla dalla porta alzando oltre alla traversa. Al 32’, la Thermal rompe l’andazzo grazie all’eurogol di Marzocchi, un capolavoro applicato all’estetica, lungo 25 metri, che incenerisce Consol. Il bacio della moglie, a bordocampo, posticipa legittimamente san Valentino di una settimana. I locali navigano di bolina e poco prima del riposo trovano il raddoppio: Cacurio crossa e Ragusa compie la spaccata che si traduce in 2-0. Al pronti via della ripresa, gli emiliani riescono a creare mischie in area avversaria, ma Merlano non viene mai impegnato; è Consol invece a rimandare la disfatta con le respinte su Ragusa e Cacurio. Quando tutto sembra ormai destino, Sciapi fa un maramao al fuorigioco avversario e dimezza le distanze. Ma è troppo tardi, è troppo Thermal, troppo bello per non trionfare.

Ore 12.50 – (Gazzettino) Mastica amaro Vito Antonelli al termine della partita, secondo stop di fila dopo quello rimediato con il Piacenza. «Il rammarico più grande è che siamo stati molli nella parte inziale, sono mancate concentrazione, attenzione e cattiveria che sono requisiti fondamentali. E andare sotto di due gol è una mazzata per qualsiasi squadra. Una brutta prestazione nel primo tempo, mentre nella ripresa i ragazzi hanno combattuto, li ho visti correre fino alla fine e abbiamo avuto alcune occasioni. Il Montemurlo è stato cinico, noi invece non lo siamo stati». Poi il tecnico del San Paolo aggiunge: «Dobbiamo rialzare la testa e continuare a lavorare. La classifica è cortissima con dieci squadre raccolte in cinque punti, basta poco per risalire la china dato che mancano ancora molte partite. Anche se naturalmente, e non intendo cercare alibi, la situazione societaria di incertezza e di instabilità che ruota attorno alla squadra non aiuta. Cerco di tenere su di morale i ragazzi che stanno vivendo un’annata complicatissima, spero che abbiano la forza di continuare a combattere in tutte le partite che mancano fino alla fine».

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) L’Atletico si scioglie a Montemurlo e scivola di nuovo all’ultimo posto della classifica, tornando a inseguire dopo un mese di risalita che gli aveva permesso di sognare la salvezza. Domenica da dimenticare per la squadra di Vito Antonelli, che ripiomba nello sconforto e nel caos societario. Con una gara senza infamia e senza lode, pochi fronzoli e il coltello tra i denti, il Jolly Montemurlo va in rete tre volte. La prima al quarto d’ora: da un lancio in profondità dalle retrovie nasce l’azione sulla sinistra di Ceccarelli, che mette in mezzo la sfera a mezz’altezza:Pecchioli anticipa Savi sul primo palo e insacca. Il San Paolo prova a scuotersi, arriva con il giovanissimo Lombardo alla conclusione (palla alta), poi subisce il raddoppio: al 24’ Michelotti dalla sinistra lascia partire un tiro fiacco, indirizzato sul fondo, ma la traiettoria a uscire beffa Savi e l’intera difesa dell’Atletico con De Gori, appostato sul secondo palo, che di piattone non ha problemi a infilare il 2-0. Il San Paolo non entra quasi mai in partita, le uniche occasioni del primo tempo càpitano sui piedi di Mascolo, sugli sviluppi di una mischia in area, e Rebecca, murato in uscita da Biagini. Nella ripresa la squadra di Antonelli pigia sull’acceleratore con un po’ più di convinzione, ma è tutto inutile: prima della mezz’ora, Pecchioli sigla la personale doppietta con una meravigliosa azione individuale; il numero 9 toscano lascia sul posto prima Boscaro e poi Caco, quindi si presenta a tu per tu con Savi e lo spiazza siglando il 3-0 che chiude praticamente la gara. Il Jolly tira i remi in barca, forte del triplo vantaggio, e i gialloblù dell’Atletico accorciano le distanze con Mascolo, bravo a raccogliere una palla vagante appena dentro l’area e a piazzarla rasoterra sul secondo palo. Ma è troppo tardi: gli ultimi 10’ di reazione non bastano. Dopo aver vivacchiato per 80’, la squadra di Antonelli produce solo un paio di palle interessanti con Lombardo (tiro respinto) e Zurlo. Il San Paolo cade per 3-1 e si ritrova, complice la vittoria della Thermal sulla Virtus Castelfranco, di nuovo in coda.

Ore 12.30 – (Gazzettino) Musi lunghi in casa giallorossa: dopo avere gettato al vento il recupero infrasettimanale in casa della Correggese a tempo ormai scaduto, i giallorossi commettono un errore molto simile anche con lo Scandicci. «Abbiamo buttato via due punti – si rammarica l’allenatore atestino, Gianluca Zattarin – Avevamo disputato un ottimo primo tempo, creando anche diverse occasioni per andare in vantaggio. La ripresa è stata effettivamente più equilibrata, ma eravamo riusciti a fare gol nel momento migliore dello Scandicci. Purtroppo l’errore ci sta, ma da un portiere del calibro di Lorello di sicuro non te lo aspetti». Anche perché il portiere giallorosso, tra i più forti del girone, non è certo avvezzo a papere e scivoloni. «Abbiamo buttato via cinque punti in tre partite – sottolinea il tecnico – a causa di errori individuali grossolani. Ci sono troppi cali di concentrazione, e questo avviene sempre nel finale. Comunque avevamo di fronte una gran bella squadra, loro sono forti e non è un caso che siano in semifinale di Coppa».

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Doveva essere la giornata della ribalta, complice la sconfitta della Correggese nell’anticipo contro l’Abano. Ma l’Este ieri non è andato oltre il pareggio, perdendo l’occasione di avvicinarsi alla capolista Rimini. La strigliata del mister in settimana non ha portato frutti, perchè gli “inspiegabili” errori individuali (definiti così dal tecnico) continuano a segnare il cammino dei giallorossi. Questa volta è il portiere Lorello a compiere uno sbaglio madornale allo scadere, dovuto probabilmente a un eccesso di sufficienza. Lo Scandicci crea poco o nulla, soprattutto nella prima frazione, mentre la formazione di Zattarin parte benissimo e crea diverse occasioni. Ma la fortuna non assiste l’Este, che alla mezz’ora centra il palo con un colpo di testa di Bonazzoli su corner di Mario. Nella ripresa partono meglio i padroni di casa, che assediano la porta di Lorello, ma senza creare veri pericoli. Solo al 61′ lo Scandicci si rende pericoloso con Mengali, ma la sua conclusione viene bloccata da un attento Lorello. Passano 10’ e i toscani ci riprovano con Pezzati che, con un ottimo colpo di testa, trova sulla sua strada Lorello che salva ancora una volta la squadra. Dal rovesciamento di fronte nasce il gol del vantaggio dell’Este. La partita si sblocca al 75′: Bonazzoli mette in mostra tutta la sua esperienza; dal cross di Turea, la palla arriva proprio all’attaccante mantovano che, con un ottimo controllo, serve di sponda Rondon, il quale batte Cecchi con freddezza e porta in vantaggio l’Este. A questo punto la partita sembra archiviata, con gli atestini che controllano agevolmente il gioco dimostrando di essere superiori in tutti i reparti. A 2’ dal termine, però, lo Scandicci trova il gol del pareggio. Gianotti prova la conclusione dai 30 metri, Lorello va in presa ma si fa sfuggire il pallone, macchiando una prestazione nonostante tutto positiva. Fa ben sperare il buon gioco espresso dalla squadra, ma a conti fatti i punti persi per strada sono davvero troppi e il sogno chiamato “Lega Pro” è sempre più lontano. Con questo pareggio l’Este perde un’altra occasione per provare ad avvicinarsi al Rimini, ora distante 13 punti, un vero e proprio abisso. Domenica prossima l’Este è atteso in casa dalla sfida contro l’Imolese, altra squadra molto ostica ma, almeno sulla carta, inferiore. I giallorossi hanno bisogno di dare più attenzione ai dettagli, perchè sono proprio questi a segnare il campionato.

Ore 12.00 – (Messaggero Veneto) Poche recriminazioni per il Fontanafredda che perde 2-0 ma con onore contro la corazzata e sempre più capolista Padova . Nel dopo partita, il tecnico De Pieri non può far altro che riservare i complimenti ai suoi ragazzi: «Abbiamo disputato una buona gara nonostante la sconfitta contro la squadra più forte in assoluto del torneo, perdendo 2-0 ma mettendoli anche in difficoltà». Vero, oggi c’era poco da fare come sottolinea il tecnico ma la squadra ha lottato su tutti i palloni subendo la rete dell’1-0 al 22’ della ripresa: «Negli spogliatoi ho fatto subito i complimenti alla mia squadra perché fino all’1-0 avevamo rischiato solo una volta, contro un avversario di grande qualità, però ce la siamo giocata a viso aperto, facendo la nostra partita con il massimo ordine ed umiltà». Non è contro queste squadre che si può sperare di racimolare punti, ma conclude il tecnico- ci abbiamo provato e credo che i tifosi del Padova possano gioire per essere venuti a capo di una gara molto difficile».

Ore 11.50 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Lanzotti 6.5; Bortot 6.5, Sentinelli 6, Niccolini 6.5, Salvadori 6.5; Nichele 5.5, Mazzocco 6; Ilari 6 (Dionisi 6), Cunico 6, Petrilli 6.5 (Ferretti 7 e dal 30′ Segato 6); Amirante 7.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Nell’ultimo quarto d’ora la pressione dei biancoscudati si è fatta più serrata tra calci d’angolo battuti in serie e mischie vorticose, ma la retroguardia del Fontanafredda non si è fatta mai sorprendere. A chiudere la frazione in avanti sono stati però gli ospiti: prima un destro a incrociare di Ortolan ha lambito il palo, poi è stato Florean a insidiare Lanzotti. La svolta della gara al 6’ della ripresa quando Parlato, sorprendendo un po’ tutti, ha tolto Petrilli (fino a quel momento tra i più brillanti) e inserito Ferretti. Con due attaccanti centrali molto forti fisicamente il Padova ha cambiato tipo di gioco: meno spinta sulle fasce e più palloni lanciati verso l’area avversaria. Un miracolo di Vicario ha negato la gioia del gol ad Amirante (19’) dopo un assist al bacio di Salvadori. Poco dopo Cunico ha fallito una ghiottissima occasione da posizione favorevole. Chi invece ha dimostrato di avere la mira giusta è stato Ferretti che al 26’ è andato a inzuccare di prepotenza una calibrata punizione di Cunico. Dalla gioia alla preoccupazione. El Rulo ha cominciato a sentire un po’ di dolore al flessore della coscia destra e alla mezz’ora è stato costretto a chiedere il cambio (dentro Segato). La reazione del Fontanafredda è stata tutta in una punizione dal limite di Ortolan respinta dalla barriera. Gli ampi spazi a disposizione hanno invece permesso al Padova di straripare. Un gol ingiustamente annullato per fuorigioco a Dionisi (subentrato poco prima a Ilari) ha fatto da antipasto al 2-0: lancio illuminante di Bortot e irresistibile cavalcata di Amirante che ha saltato anche il portiere e depositato la sfera in rete. Un palo di Segato ha chiuso le ostilità. E quando lo speaker dell’Euganeo ha annunciato il ko dell’Altovicentino, la festa è stata doppia.

Ore 11.30 – (Gazzettino) D’accordo la prudenza, d’accordo la scaramanzia, ma a questo punto non è azzardato dire che il Padova ha già un piede in Lega Pro. È stata infatti un’altra domenica doppiamente trionfale per i biancoscudati: da una parte la truppa di Parlato ha fatto in pieno il suo dovere all’Euganeo liquidando con due reti nella ripresa il Fontanafredda, dall’altra l’Altovicentino ha perso incredibilmente in casa per 3-2 con la Triestina. Morale della favola? A undici giornate dalla fine del campionato il Padova è ora avanti di dieci lunghezze sui rivali. Ma non è solo l’ampio vantaggio in classifica a dare tranquillità. È soprattutto sul piano morale e dell’autostima che la differenza tra le due squadre appare in questo momento incolmabile. Cunico e compagni sono reduci da cinque vittorie di fila e oltretutto ieri sono anche riusciti nell’impresa – dopo quattordici tentativi andati a vuoto – di chiudere la gara con la porta inviolata (decisiva nel finale una paratona di Lanzotti su Florean), mentre la formazione di Zanin (la cui panchina appare traballante) ha raccolto solo un pareggio nelle ultime quattro partite. Due stati d’animo opposti, che fotografano la straordinaria forza del Padova a livello tecnico, dirigenziale e ambientale. Detto questo, non è stato assolutamente facile per i biancoscudati superare il Fontanafredda. Merito dell’atteggiamento molto rigoroso in chiave tattica della formazione ospite: difesa a cinque in fase di non possesso, chiusura di tutti gli spazi sulle corsie esterne, marcatura a uomo su Cunico e capacità di ribaltare l’azione con più giocatori. Il Padova ha preso da subito il comando delle operazioni ma nella prima mezz’ora, a parte qualche accelerazione di Petrilli e un paio di buone sovrapposizioni sul fronte opposto di Bortot, ha faticato a superare lo sbarramento degli ospiti, i quali sono stati anche capaci di minacciare la porta di Lanzotti con due buone ripartenze.

Ore 11.20 – (Gazzettino) «Già dopo venti minuti avevo pensato di cambiare modulo per dare più profondità, anche se ho aspettato per farlo. Poi quando sblocchi la partita si aprono tanti varchi». Proprio Ferretti ha rotto il ghiaccio, salvo poi dover uscire anzitempo. «Mi dispiace per Gustavo perché speravo che fosse arrivato il suo momento per riprendersi ciò che si merita. Ci ha dato una grossa mano, gran parte di questa vittoria è merito suo. Poi però è successo di nuovo qualcosa a livello muscolare di cui non mi capacito. In settimana abbiamo anche fatto un programma diverso per lui. Durante la settimana non ha niente, la domenica succede spesso. Abbiamo deciso di fare il cambio, l’avrei tolto per il suo bene anche se mi avesse detto che voleva restare in campo». Sui dieci punti di vantaggio. «I conti non vanno ancora fatti. È maledettamente difficile avere questo passo e quando avremo un momento negativo, spero il più in là possibile, dobbiamo poi preoccuparci. In questo momento c’è grande entusiasmo, complimenti ai ragazzi che sono riusciti finalmente a non prendere gol. Poi sono sincero, non avrei mai immaginato di essere in una situazione simile, grande merito va ai ragazzi. Dopo Mogliano è scattato qualcosa: quella partita è stata una botta sui denti che ci ha fatto dire: sveglia, altrimenti si rischia di perdere l’obiettivo». Così Amirante: «Sono felicissimo perché ho segnato, abbiamo vinto e l’Altovicentino ha perso. Bortot mi ha fatto un assist magistrale». Proprio Bortot sul suo assist: «Mi è uscito il passaggio giusto. Siamo ben messi, ma dobbiamo continuare a lottare a testa bassa. Qui a Padova è tutto fantastico e questo pubblico ti dà una carica incredibile».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Il clima euforico che si respira in sala stampa coinvolge anche il presidente Giuseppe Bergamin e l’amministratore delegato Roberto Bonetto i quali inscenano un simpatico siparietto. Chiediamo a Bonetto che ne pensa del largo vantaggio sull’Altovicentino, con Bergamin che ascolta. «Siamo a buon punto, ma non abbiamo vinto ancora nulla. Guardiamo ai nostri vicini che hanno perso tre gare di fila, potrebbe capitare anche a noi. Dobbiamo restare con i piedi per terra, anche se questo vantaggio ci permette di essere più sereni e tranquilli». A questo punto Bonetto si rivolge a Bergamin con un sorriso. «Va bene quello che ho detto?». L’amministratore delegato fa per salutare e Bergamin, sempre con un sorriso, lo ferma. «Resta ad ascoltare la mia risposta». Si rivolge al cronista e dice: «Dieci punti sono tanti, abbiamo vinto una partita importante, il campionato possiamo perderlo solo noi. Sono un’ottimista di natura, siamo sulla strada per l’obiettivo finale. Roberto, va bene come risposta?». E giù ancora sorrisi. Qualche istante più tardi, intervistato da un’emittente tv, Bonetto si sofferma anche su Ferretti: «Sono particolarmente felice per il suo gol. Sta attraversando un momento difficile per il problema alla gamba, ma è un ragazzo che ha dato tanto per noi e continuerà a farlo ancora». Bergamin interviene scherzandoci sopra: «Oggi ha giocato venti minuti facendo gol, domenica lo metteremo quindici minuti e ne farà un altro». Poco prima tutte le attenzioni erano state per le dichiarazioni di Carmine Parlato. «Era una gara delicata, il Fontanafredda ci ha fatto la sorpresa di presentarsi con il 5-3-2, e quindi la squadra ha carburato gradualmente prima di entrare in partita. Non c’era quella grande fluidità di manovra, a volte ci siamo intestarditi in passaggi che non c’erano».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Gioia e preoccupazione concentrate in pochi secondi. Bella e pesante la rete di testa di Gustavo Ferretti, arrivato a quota 9, che ha rotto gli equilibri poco dopo il suo ingresso in campo, ma immediatamente la sua felicità si è trasformata in apprensione per il riacutizzarsi del problema muscolare alla gamba destra che lo ha costretto a uscire anzitempo. All’Euganeo è già la quarta volta che succede. Partiamo dalle cose positive. «Un bel gol – esordisce – e sono molto contento perché la partita si stava dimostrando molto dura. Si trattava di uno schema su punizione provato in allenamento, a me è toccato metterla dentro, ma la palla che mi ha dato Cunico è arrivata dove doveva arrivare e i miei compagni in area hanno tutti fatto i movimenti giusti». Dediche? «Per mia moglie Katia che prima di conoscermi non sapeva nulla di calcio e ora quando torno a casa commenta i miei movimenti». Così invece sul nuovo problema muscolare: «Quando ho colpito di testa sul gol, ho sentito il muscolo indurirsi; avrei anche continuato ma poi, convinto dall’allenatore e da Amirante, sono uscito perché è meglio non correre rischi e peggiorare le cose». Che idea si è fatto? «Non è nulla, ma bisogna capire di cosa si tratta e perché succede. In settimana non ho accusato problemi e durante il riscaldamento stavo bene. Martedì ne riparleremo con il dottore, ma sono convinto che se faccio ulteriori accertamenti non risulta nulla. Il fatto è che quando carico il muscolo s’indurisce»

Ore 10.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Diciottesimo successo in 23 partite, nessuno si sarebbe aspettato tanto”) Non servono grandi geni della matematica per fare un po’ di conti: se l’Altovicentino le vincesse tutte da qui alla fine, metterebbe insieme complessivamente 79 punti (i 46 attuali, più i 33 degli undici successi). Il Padova non ha più necessità di prenderne 30, come si sosteneva la settimana scorsa, ma solo 24 (che poi sarebbero 27 con i 3 di ieri). Toccando quota 80, visto che oggi ne ha 56, non potrebbe essere più raggiunto e conquisterebbe di gran carriera la Lega Pro. Ad un gruppo che è giunto al diciottesimo successo in 23 giornate nulla, a questo punto, è precluso: ha un passo irresistibile, viene a capo anche delle situazioni più complicate (e ieri era una di queste) con carattere e determinazione, soprattutto dimostra una compattezza fra “under” e “senatori” che è il vero valore aggiunto. L’abbraccio collettivo al “Rulo” dopo l’1-0 ne è un tangibile esempio: perché uno come Ferretti, guai muscolari a parte, ha dato l’anima per la causa e nel girone d’andata ha cavato diverse castagne dal fuoco a compagni e mister. Stiamo vivendo una stagione impagabile come emozioni e gioie, dopo i giorni bui dell’estate scorsa e dopo lo sciagurato campionato-farsa della serie B 2013/14. Merito di una bella società, fatta di gente pulita e semplice, che lavora instancabilmente per la causa, ma anche – lasciatecelo dire – di un ambiente compattatosi in blocco attorno alla causa della rinascita. Tutti insieme verso l’agognata meta, primo scalino, ci auguriamo, di una risalita che non deve fermarsi solo alla terza serie. Ma ci sarà tempo per riparlarne, ora godiamoci lo splendido primato in solitudine. Grazie ragazzi!

Ore 10.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Diciottesimo successo in 23 partite, nessuno si sarebbe aspettato tanto”) Mamma mia, che giornata! Se non fosse che siamo già in tempo di Quaresima, verrebbe da dire che uno “scherzo” come quello giocato ieri dalla Triestina a Valdagno, destinato a segnare pesantemente il campionato, sa tanto di uovo di Pasqua anticipato e con gradita sorpresa. Il Padova non ha fallito l’appuntamento con la vittoria, l’Altovicentino è sprofondato in un baratro di cui non si vede il fondo. Il girone di ritorno, incredibile ma vero, ha prodotto in poco più di un mese la svolta inattesa, ma a lungo sognata dai tifosi biancoscudati: battuta a Mogliano, l’11 gennaio, la squadra di Parlato veniva superata in pompa magna dagli uomini di Zanin, balzati a + 1. Che è successo in 40 giorni? Ciò che nessuno si sarebbe aspettato: l’Alto è letteralmente crollato, raccogliendo 4 punti in cinque partite, vincendo a Dro e pareggiando con Ripa La Fenadora, e cedendo l’intera posta in ben tre circostanze, con Kras Repen e Triestina in casa, e a Sacile. Lasciando sul piatto 11 punti, dei 15 a diposizione, ha favorito il nuovo sorpasso del Padova, il quale ha messo il turbo, centrando un filotto di cinque successi di fila e scavando una… voragine. Nessuno si azzarda a dire ufficialmente che è fatta, ma con ancora undici sfide da qui al 10 maggio, quando arriveremo all’epilogo del torneo, l’ottimismo poggia su basi solide e non può essere ritenuto esagerato. Cunico & C. giocheranno all’Euganeo altre sei volte, mentre nelle rimanenti cinque saranno in trasferta, a cominciare da quella, molto sentita ai piedi delle Dolomiti, con il Belluno di domenica 1º marzo.

Ore 10.20 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Edel): Lanzotti 6.5; Bortot 7.5, Sentinelli 6, Niccolini 6.5, Salvadori 6.5; Nichele 6, Mazzocco 6; Ilari 6 (20’ st Dionisi 6.5), Cunico 6, Petrilli 6 (6’ st Ferretti 7, 30’ st Segato 6.5); Amirante 7.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) La prima volta che il Padova riesce ad andare sul fondo nella ripresa, sfiora il gol con Amirante, che al 20′, servito da Salvadori, tocca il pallone con il tacco trovando la fortunata opposizione del portiere. Tre minuti più tardi è Cunico ad avere la palla buona, ma la sua girata con il destro finisce alta. I Biancoscudati continuano ad andare a fiammate, ma al 26′ la scintilla è quella giusta: sul calcio di punizione di Cunico, a svettare più in alto di tutti sul secondo palo è Ferretti, che con un precisissimo colpo di testa insacca nell’angolo più lontano. Nono gol per “El Rulo”, che fa impazzire l’Euganeo, tutto in piedi a scandire il suo nome. Un copione già visto, così come già vista, ahinoi, è anche la scena successiva: Ferretti, infatti, al 29′ è costretto a dare ancora forfait per un problema muscolare alla coscia destra e al suo posto entra Segato. Gol e palo. Sbloccata la gara, si aprono finalmente più spazi e nel finale il Padova riesce anche a divertirsi. Al 41′ Dionisi si vede annullare un gol per una dubbia posizione di fuorigioco, mentre al 44′ è Amirante a timbrare ancora il cartellino. Servito da un lungo lancio di Bortot, il centravanti scatta verso la porta, salta difensore e portiere e insacca. Un minuto più tardi ci sarebbe anche gloria per Segato, ma il destro del mediano sbatte contro il palo. E così finisce 2-0 anche grazie a Lanzotti, che proprio allo scadere si immola per salvare sul tiro di Florean, pochi istanti prima che scatti l’ennesima festa biancoscudata.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Non è un Padova brillante, l’occasione migliore capita al 14′ sui piedi di Mazzocco, che sfiora il palo con un diagonale radente dal limite. Il Fontanafredda continua a difendersi con ordine e, quando riesce a trovare un po’ di spazio, mette la testa fuori dal guscio. A cavallo della mezz’ora prima Florean, quindi Alcantara mettono i brividi a Lanzotti con un paio di conclusioni da fuori, ma ben presto il copione torna il solito. Il Padova preme, nel giro di 5’ colleziona cinque calci d’angolo, ma non trova la zampata vincente. Le ultime due occasioni del primo tempo sono di marca friulana e fanno tremare l’Euganeo. Al 45′ Ortolan calcia a lato in diagonale, mentre un minuto più tardi la difesa del Padova cincischia, permettendo a Florean di tirare, fortunatamente per i Biancoscudati, debolmente. Il volo. Dopo l’intervallo il Padova entra in campo con piglio subito aggressivo. Pronti, via e Petrilli parte in slalom, calciando dal limite e trovando la deviazione del portiere. Sul corner successivo la palla buona capita a Cunico, che in mezza girata chiama ancora ad un grande intervento Vicario. Al 6′ Parlato lancia Ferretti al posto di Petrilli, passando al “4-3-1-2”. Con due centravanti di peso servirebbe gettare il maggior numero di palloni verso l’area avversaria, ma gli errori di impostazione sono superiori al dovuto.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) E la fuga adesso diventa inarrestabile. Il Padova soffre, ma alla fine riesce a piegare 2-0 il Fontanafredda e vola a + 10 in testa alla classifica, sfruttando l’ennesimo passo falso dell’Altovicentino, che perde 3-2 in casa contro la Triestina. È un periodo d’oro per i Biancoscudati, che afferrano la quinta vittoria consecutiva anche senza giocare troppo bene, ritrovano il gol di Ferretti (il quale, però, si fa male di nuovo) e dopo 14 partite in cui avevano subìto gol riescono, alla 15ª, a mantenere (finalmente) la porta inviolata. Non si cambia. Per la prima volta in stagione Parlato conferma lo stesso undici per due domeniche di fila. Ma che il copione non sia lo stesso dell’ultima trasferta lo si capisce subito. Il Fontanafredda, presentatosi con un inedito 3-5-2, che a livello difensivo diventa 5-3-2, fa grande densità a centrocampo e sulle fasce è difficile sfondare. Il campo pesante non aiuta la circolazione veloce del pallone e il Padova, per provare a dare una sterzata alla partita, avrebbe bisogno dell’invenzione di uno dei suoi uomini di classe. Nelle ultime partite il grimaldello giusto si era rivelato Petrilli, ma ad inizio gara l’ex esterno del Crotone litiga spesso con arbitro e avversari. A dir la verità, il trattamento riservato all’esterno dai difensori friulani non è dei più morbidi, ma il signor Simiele lascia correre spesso e volentieri.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È stato Ferretti a spaccare la partita? «Gran parte della vittoria è sua, è merito suo se siamo riusciti a sbloccarla. Ci ha dato grande forza sulle palle inattive, pensavo che fosse la sua giornata, quella nella quale si sarebbe ripreso ciò che meritava…». E invece è dovuto uscire tre minuti dopo il gol. Cos’è successo? «Quando mi ha detto di avvertire un indurimento dietro la gamba volevo quasi morire per il dispiacere. È spuntato qualcosa di nuovo, sempre a livello muscolare, una cosa che nessuno di noi riesce a spiegarsi né a capacitarsi, visto che dalla prima volta che si è fatto male abbiamo sempre agito con i piedi di piombo. È una situazione imprevedibile, e dire che in settimana si allena sempre e i guai gli spuntano ogni volta la domenica». Guardiamo allora al lato positivo: soddisfatto di essere riuscito finalmente a mantenere la porta inviolata? «È una nota molto importante e positiva, e i ragazzi ne sono giustamente molto contenti. Siamo stati bravi e fortunati a crederci, e nel complesso ci abbiamo creduto di più, anche se abbiamo incontrato un Fontanafredda combattivo sino alla fine, che è venuto qui cercando di toglierci spazi e di ripartire in contropiede». Non riesce a sbilanciarsi nemmeno con 10 punti di vantaggio sull’Altovicentino? «Se pensassimo di aver già vinto, tanto varrebbe nemmeno scendere in campo. Invece abbiamo il dovere di rispettare la maglia, quindi di dare qualcosa in più, non certo in meno. Sicuramente nessuno di noi avrebbe pensato di trovarsi in questa situazione, ma ce la stiamo meritando. Abbiamo la mentalità vincente di una squadra che sa ciò che vuole».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Se sino a ieri servivano 30 punti, oggi ne bastano 24. Carmine Parlato non si era sbilanciato alla vigilia, e non lo fa nemmeno dopo la partita con il Fontanafredda: prima o poi arriverà il momento di sciogliersi anche per lui. In 90’, però, il Padova ha rosicchiato sei punti alla quota-promozione: metti il 2-0 sui friulani e la vittoria della Triestina a Valdagno, e il gioco è fatto. Il tecnico non si sbilancia, preferisce analizzare con il metro la vittoria sulla squadra di De Pieri e godersi un Padova che, dopo 14 partite, finalmente riesce a chiudere con la porta inviolata. «Ci abbiamo messo un po’ a carburare», ammette l’allenatore biancoscudato. «Il Fontanafredda ci ha fatto una bella sorpresa presentandosi con il 5-3-2 (quando difendeva, ndr), un modulo che mai aveva utilizzato in stagione, e noi ci abbiamo messo un po’ a prendere le misure. Avrei voluto cambiare sistema di gioco già dopo venti minuti, ma non era il caso e ho preferito aspettare dopo l’intervallo». Cosa non era andato per il verso giusto nel primo tempo? «Non c’era la grande fluidità di manovra che avevamo avuto nelle precedenti uscite, mancavamo nel palleggio e nelle sovrapposizioni. Ci siamo intestarditi tante volte in passaggi che non avevano ragione di esistere. In compenso, anche nella prima frazione abbiamo creato molto, senza finalizzare al meglio. Ad inizio ripresa ho cambiato, siamo passati a due davanti e la squadra ha acquistato più profondità, più superiorità dietro, parità di uomini in mezzo al campo e sugli esterni. E, come sempre succede, una volta sbloccata la gara, abbiamo trovato più varchi».

Ore 09.20 – (Mattino di Padova) «Dedico il gol a mia moglie, ora dobbiamo continuare così. Non penso che sia fatta, l’anno scorso avevamo 5 punti di vantaggio e alla fine l’abbiamo presa sui denti. Non abbassiamo la guardia». Lo stesso Amirante conferma di aver suggerito a Ferretti di abbandonare il campo dopo aver sentito la prima contrattura. «Non aveva senso rischiare di peggiorare la situazione, dopo aver segnato e sbloccato la gara. Abbiamo bisogno del “Rulo”, non possiamo perderlo», spiega il bomber ligure. «Al suo fianco mi sono trovato bene, devo cambiare il mio modo di giocare, ma mi piace attaccare la profondità e sfruttare le sue sponde di testa. Sono veramente felice, è un periodo bellissimo e dedico il gol alla mia ragazza». Rete arrivata su assist di Bortot: «E dire che non sono un giocatore di grande classe, ma il lancio è venuto bene», sorride il terzino. «Sta andando tutto alla grande, siamo in fuga ma non dobbiamo mollare nulla. Non mi aspettavo di giocare così tanto, qui mi trovo benissimo».

Ore 09.10 – (Mattino di Padova) Gioia e dolore, nello stesso attimo. Proprio nel momento in cui Gustavo Ferretti staccava da terra per colpire il pallone del vantaggio biancoscudato, i muscoli della coscia destra sono tornati a far male. Una nuova contrattura, che ha costretto “El Rulo” ad abbandonare tre minuti dopo il gol. «Sono felicissimo di essere tornato a segnare», confessa l’attaccante argentino, «anche se mi secca non poco questa nuova noia muscolare. Sono sicuro che non è nulla, solo un’altra contrattura. E dire che, come le altre volte, mi sentivo bene, mi ero riscaldato molto e in campo non avevo problemi. Credo che quando il muscolo va, come si suol dire, “in fatica”, s’indurisce. Devo capire perché». Non ha avuto dubbi a lasciare subito il campo? «Amirante mi ha consigliato di non rischiare e il mister mi ha tolto. Meno male che sono riuscito a dare il mio contributo, sbloccando una gara rognosa. Il merito va a tutta la squadra, perché siamo riusciti a far centro grazie ad uno schema studiato in allenamento».

Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Abbandonando il consueto posto defilato, dal quale segue ogni partita, pochi minuti prima del fischio finale fa capolino in tribuna autorità anche il presidente Bergamin, che si lascia andare ad un abbraccio liberatorio con i soci. «Non è ancora fatta, ma possiamo guardare al futuro con grande fiducia», sorride. «Non possiamo dilapidare 10 punti in 11 partite, il campionato possiamo perderlo solo noi. Ma sono veramente ottimista». Più cauto l’amministratore delegato Roberto Bonetto: «Il campionato non è chiuso, anche se abbiamo un vantaggio meraviglioso. Credo che almeno metà di questi 10 punti di vantaggio siano arrivati grazie alla forza unica del nostro gruppo. Sono contento soprattutto per il gol di Ferretti».

Ore 08.40 – Serie D girone C, il prossimo turno (ventiquattresima giornata, domenica 1 marzo ore 14.30): Arzichiampo-Clodiense, Belluno-Padova, Fontanafredda-Legnago, Mezzocorona-Dro, Montebelluna-Union Ripa La Fenadora, Mori S. Stefano-Sacilese, Tamai-Kras Repen, Triestina-Giorgione, Union Pro-AltoVicentino.

Ore 08.38 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 56, AltoVicentino 46, Belluno 43, Sacilese 40, Clodiense 38, ArziChiampo 37, Montebelluna 35, Union Pro 33, Fontanafredda e Tamai 31, Union Ripa La Fenadora 30, Giorgione 29, Legnago 23, Kras Repen 22, Dro e Triestina 21, Mezzocorona e Mori Santo Stefano 11.

Ore 08.36 – Serie D girone C, i risultati della ventitreesima giornata: AltoVicentino-Triestina 2-3, Belluno-ArziChiampo 1-1, Clodiense-Mori S. Stefano 3-1, Dro-Tamai 1-1, Giorgione-Mezzocorona 2-1, Kras Repen-Union Ripa La Fenadora 1-0, Legnago-Union Pro 2-4, Padova-Fontanafredda 2-0, Sacilese-Montebelluna 1-2.

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Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Supermercati Alì, Box Uomo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana,, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 22 febbraio: il Padova batte 2-0 il Fontanafredda e porta a dieci punti il vantaggio in classifica sull’AltoVicentino, sconfitto in casa dalla Triestina.




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