Clicca qui per aggiornare la diretta
Ore 21.40 – (Messaggero Veneto) Era nell’aria da giorni, adesso è ufficiale: Riccardo Zambon (’88) è un nuovo giocatore del Fontanafredda. L’attaccante è il primo colpo grosso del mercato estivo dei rossoneri, decisi a rivoluzionare il reparto offensivo. È lui, sempre in doppia cifra nelle ultime stagioni a San Vito e Tamai, l’erede di Lauro Florean (’81). Mister De Pieri, confermato alla guida tecnica, è pronto a ripartire da un attacco tutto estro e velocità, con Zambon, appunto, e Daniel Paciulli (’87), ormai ai dettagli: l’ormai ex centravanti del Chions è pronto al salto in serie D. Lavori in corso anche in uscita: Salvador (’94) e Grotto (’94), entrambi attaccanti e protagonisti della scalata alla serie D un anno fa, lasciano il Tognon dopo una stagione in chiaroscuro. Il primo ha scelto la Vazzolese (Promozione veneta), dove ritroverà gli ex compagni rossoneri Saccher, Amadio, Pessot, e forse Alberti (’90), in uscita da Chions e corteggiato dai trevigiani. Il secondo è entrato nel mirino del Fiume/Bannia, pronto al colpaccio per una stagione da big in Promozione, anche se è sempre aperta la pista Chions, che punta l’ex Primavera dell’Udinese per sostituire proprio Paciulli. Capitan Malerba (’82) si è preso una settimana di tempo per decidere il suo futuro, la società vorrebbe trattenerlo assieme a Zorzetto (’93) per mantenere l’ossatura difensiva dell’ultimo campionato. Ai saluti Cao (’94), difensore ambito in Eccellenza, dove salvo sorprese rimarrà anche Facca (’95), deciso a proseguire l’avventura a Cordenons. Vicario (’96), dopo una stagione fenomenale, aspetta una chiamata dalla Lega Pro, ma negli ultimi giorni anche l’Altovicentino ha chiesto il portiere di proprietà dell’Udinese. In casa Tamai, l’attaccante Daniel Bolzon (’94) fa le valigie direzione Gemonese, per motivi di studio e per rilanciarsi giocando con continuità. Anche per questo, i mobilieri mirano alla conferme di Furlan (’86) e Sellan (’94).
Ore 21.10 – (Corriere delle Alpi) Michael Salvadori rientra in neroverde, forse di passaggio o magari anche per restare. Il terzino sinistro non è stato infatti confermato dal Padova, che ha deciso di non esercitare su di lui il diritto di riscatto concordato al momento del trasferimento nella finestra invernale di mercato: dall’1 luglio, pertanto, il ragazzo torna ad essere un giocatore del Ripa Fenadora, che è sempre proprietario del cartellino. «Con Michael e il suo procuratore verranno ovviamente valutate tutte le opportunità di mercato che ci saranno, nonché la possibilità di continuare la storia con l’Union, di cui Salvadori sarebbe pedina fondamentale del nuovo corso intrapreso». Così scrive la società del presidente Nicola Giusti in un comunicato pubblicato nella tarda serata di giovedì, dopo che «la società Biancoscudati Padova ci ha comunicato di non voler esercitare il diritto di riscatto concordato a dicembre per il nostro giocatore Michael Salvadori», recita la nota dell’Union. «Quindi, a decorrere dal primo luglio, Michael tornerà ad essere un tesserato Acd Union Ripa La Fenadora». MANOVRE IN CORSO. Ormai ufficializzati gli addii del centrocampista Enrico Antoniol e del jolly offensivo Matteo Mastellotto: per entrambi si è fatto sotto il Treviso, che gioca in Eccellenza ma che ha ambizioni importanti e sta cercando di allestire una rosa all’altezza. È la pista più calda per i due ormai ex neroverdi, mentre sembra essersi raffreddata di molto l’ipotesi San Giorgio Sedico.
Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Eccolo qua. Il giorno di Totò è arrivato. Come ampiamente previsto e preannunciato l’ormai ex punta del Monfalcone Antonio Acampora è il nuovo attaccante del Belluno di Roberto Vecchiato. L’ufficializzazione della società è arrivata ieri pomeriggio, a testimonianza di una trattativa che è durata davvero poco. «È un giocatore che seguivamo da tempo e siamo davvero felici che abbia accettato la nostra offerta – ha dichiarato il direttore sportivo Fardin ad accordo raggiunto – Antonio è una punta esterna ma in alcune occasioni potrà giocare anche come riferimento centrale. Un giocatore quindi molto duttile, ideale per avere più soluzioni nel reparto avanzato». Felicissimo e in vacanza in Argentina, da cui farà ritorno il giorno prima del raduno dei gialloblù (22 luglio), Acampora ha commentato così il suo arrivo al Belluno: «Sono davvero felice per questa mia nuova avventura in gialloblù, il direttore Fardin e mister Vecchiato mi hanno fatto un’ottima impressione e mi hanno trasmesso subito grande fiducia. L’Ital-Lenti Belluno è stata la prima squadra a contattarmi e non mi sono lasciato sfuggire questa occasione. I gialloblù ormai da anni sono ai vertici del campionato di serie D e in ogni stagione partono con l’obiettivo di migliorarsi. Per la mia crescita professionale, Belluno rappresenta sicuramente l’ambiente ideale, anche perché sarà la mia prima esperienza lontano dal Friuli e voglio giocarmela nel migliore dei modi». Poco dopo sulla sua pagina Facebook Antonio ha salutato e ringraziato il Monfalcone raccogliendo tonnellate d’affetto e «in bocca al lupo». Classe 1989, Acampora arriverà a Belluno con alle spalle la recente promozione in serie D del Monfalcone di mister Zoratti, a cui ha contribuito con 11 reti. SOCCAL IN SOCIETÀ – Altro arrivo all’Ital-Lenti Belluno è quello di Simone Soccal. Il quale, restando tra i collaboratori della Dolomitica di calcio a 5, sdoppierà il proprio impegno nello sport bellunese diventando contemporaneamente dirigente del Belluno Calcio.
Ore 20.30 – Playout serie B, fischio finale: Modena-Entella 1-1. Canarini salvi, liguri in Lega Pro.
Ore 20.20 – (Corriere delle Alpi) Antonio Acampora è del Belluno. L’attaccante ormai ex Monfalcone ha trovato l’accordo con la società gialloblù che ieri pomeriggio ha ufficializzato il suo ingaggio. Ovviamente prima del 1 luglio non potrà esserci la firma, ma tra le parti è stata trovata l’intesa e adesso Roberto Vecchiato ha il sostituto di Andrea Radrezza. Acampora nelle ultime quattro stagioni ha giocato al Monfalcone realizzando, tra Eccellenza e serie D, cinquantatrè reti. «Sono davvero felice per questa mia nuova avventura», racconta il ragazzo, «il diesse Fardin e il tecnico Vecchiato mi hanno fatto un’ottima impressione e mi hanno trasmesso subito grande fiducia. Il Belluno è stata la prima squadra a contattarmi e non mi sono lasciato sfuggire questa occasione. I gialloblù ormai da anni sono ai vertici del campionato di D e in ogni stagione partono con l’obiettivo di migliorarsi. Per la mia crescita professionale, Belluno rappresenta sicuramente l’ambiente ideale, anche perché sarà la mia prima esperienza lontano dal Friuli». «Antonio Acampora è un giocatore che seguivamo da tempo e siamo davvero felici che abbia accettato la nostra offerta», spiega Fardin, «è una punta esterna ma in alcune occasioni potrà giocare anche come riferimento centrale. Un giocatore molto duttile, ideale per avere più soluzioni nel reparto avanzato. Il giocatore in questo momento si trova in Argentina e volevamo fortemente chiudere la trattativa al più presto, anche perché tornerà solo a metà luglio. Acampora rappresenta per noi un acquisto importante e sono sicuro ci aiuterà a essere protagonisti». Memorial per Andrea Pollipoli. Domani , in località Pian Longhi, si disputerà la prima edizione del memorial Pollipoli. Il torneo è stato organizzato dal Belluno: è riservato alla categoria pulcini e parteciperanno dodici squadre quasi tutte appartenenti alle scuole calcio Milan tra cui Bibione, Giovani Pizzocco A, Giovani Pizzocco B, Graticolato A, Graticolato B, Belluno, Opitergina, Rubano A, Rubano B, Solandra, Trieste e Vipo Trento. La manifestazione vuole ricordare Andrea Pollipoli, giovane calciatore del Belluno scomparso prematuramente all’età di 14 anni. «Andrea militava con me nelle giovanili del Belluno e, in occasione del ventesimo anniversario della morte, abbiamo voluto organizzare, in accordo con la famiglia, questo torneo per ricordarlo», spiega il responsabile del settore giovanile Ivan Da Riz, «i preparativi sono stati llaboriosi ma, grazie all’aiuto di tante persone, siamo pronti a ospitare questa prima edizione. Invito perciò tutti gli appassionati di calcio a recarsi a Pian Longhi, per una grande giornata di sport giovanile».
Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La Figc va verso il modello americano: faranno calcio professionistico solo le piazze che economicamente potranno permetterselo. I meriti sportivi passano in secondo ordine. Il messaggio di Lotito, uno dei padri-padroni, era chiaro già nella telefonata registrata e resa pubblica da Pino Iodice, ex dg dell’Ischia: «Con Carpi e Frosinone in A non si guadagna nulla». NUOVE TASSE – La Federazione avrebbe già pronti i nuovi criteri che regoleranno le richieste di ammissione (o riammissione) alle categorie superiori delle società iscritte alle categorie immediatamente inferiori a quelle in cui si chiederà il ripescaggio. I club di B che dovessero chiedere l’ammissione alla A in caso di posti disponibili dovrebbero “cacciare” 5 milioni di euro a fondo perduto ed essere pronti a presentare una fideiussione di 2 milioni di euro a copertura delle spese. Chi volesse chiedere la “salita” in B dalla LegaPro sarfebbe chiamato a sborsare un milione e mezzo a fondo perduto e ad accendere una fideiussione di 800 mila euro. Il ticket dalla D alla LegaPro costerebbe 600 mila euro di bonus a fondo perduto e altri 600 mila per la fideiussione bancaria di garanzia. I soldi così “accantonati” dalla Figc andrebbero a finanziare un fondo previdenziale per i calciatori svincolati in seguito a un fallimento. Il piano di Tavecchio e soci verrà presentato e discusso durante la riunione di Lega del 30 giugno, in cui dovrebbe essere finalmente approvato il bilancio 2013-14 (il condizionale è d’obbligo, visto il flop precedente). Si prevede battaglia su entrambi i temi. NOI CI STIAMO – La cifra (un milione e 200 mila euro fra fideiussione e versamento a fondo perduto) non spaventa Mauro Lovisa, che a Roxy Bar Sport Nordest di Tpn ha dichiarato: «Io ci sto e sono pronto a pagare pur di conservare la LegaPro». Ora resta da vedere quanti posti si renderanno disponibili (a partire dal Parma per scendere a pioggia sino al Monza e al Real Vicenza) e quante le società siano disposte a fare il sacrificio. In C i rumor parlano di 8 club in forte difficoltà economica, con il Real di Tomei che si è già chiamato fuori. Confortano le parole di re Mauro, che dovranno essere confermate dagli altri soci nella conferenza stampa di lunedì alle 18.30 al De Marchi.
Ore 19.30 – (Messaggero Veneto) Sono ancora incerti i criteri che determineranno i ripescaggi in Lega Pro. Ma nel riserbo che avvolge la materia, e nell’attesa venga definito perlomeno l’organico provvisorio della prossima serie C, qualcosa trapela. Sono notizie in chiaroscuro per il Pordenone, che ancora non si è rassegnato a perdere la categoria, dopo aver sfiorato la salvezza sul campo e, soprattutto, dopo averla meritata con una gestione amministrativa impeccabile. Sacrificio. E’ proprio la solidità economica, certificata dalla Covisoc, uno dei punti forti del club neroverde. Ma le prime indiscrezioni in tema di ripescaggi rischiano di far traballare anche le casse neroverdi. Alle ripescate, infatti, dovrebbe essere imposto il versamento di una somma di 600 mila euro a fondo perduto, oltre a una fideiussione di pari importo. La prima, a quanto pare, avrebbe una finalità “ammortizzante”, vista la delicata situazione in cui versano diversi club professionistici, servendo a sostenere i giocatori eventualmente alle prese con il fallimento della società di appartenenza. Sottoscrizione. In attesa che il presidente Lovisa sveli i piani per la prossima stagione, è certo che l’esborso economico richiesto da un eventuale ripescaggio rappresenterebbe un sacrificio davvero importante. E forse una sinergia ancora più forte tra gli attuali soci del club cittadino. Nel frattempo, nell’ambito della tifoseria, c’è chi più o meno scherzosamente ha lanciato l’idea di una sottoscrizione popolare per coprire, almeno parzialmente, l’ingente somma richiesta. L’ultimo Pordenone, per quanto retrocesso, ha riportato entusiasmo fra la sua gente. E pertanto non è escluso che, quando la procedura sarà ufficiale, possa partire un progetto “social” per sostenere il Pordenone anche da un punto di vista finanziario. Stadio e giovani. Altro punto di domanda riguarda i criteri infrastrutturali. Il Bottecchia è stato adeguato alle normative della serie C, e anche quanto a visibilità si è fatto decisamente più attraente, ma rimane un impianto con una capienza (circa 2.600 posti) inferiore a quella minima (3.000) richiesta la scorsa stagione per poter fruire di un ripescaggio. Così anche il numero medio di spettatori, nonostante i “pienoni” delle ultime gare della stagione regolare, potrebbe risultate non così fruttifero in termini di punti in graduatoria. Ben altro spessore, invece, potrebbe avere il volume del settore giovanile. Anche grazie all’exploit del vivaio (allievi, ancora in corsa per lo scudetto), ai numeri e alla qualità della scuola calcio neroverde, sognare un futuro ancora in Lega Pro diventa meno complicato.
Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) Il tira e molla per la cessione del Mantova va avanti, con la Sdl in pressing sull’ex presidente Lodi (che deve finire di accollarsi i debiti pregressi) e i soci mantovani nel mezzo a fare da cuscinetto. L’incontro di giovedì al Martelli non è stato idilliaco, tant’è che il dirigente bresciano Sandro Musso ha lasciato il Martelli scuro in volto senza rilasciare dichiarazioni. Ma in realtà la volontà della Sdl di acquisire la maggioranza del Mantova è immutata, tant’è che i rappresentanti del gruppo di Mazzano continuano a incontrare allenatori e ds per formare i quadri tecnici della nuova Acm. Certo, la situazione è molto confusa e vale la pena di spiegare nel dettaglio alcuni aspetti. Non prima di aver detto che da ieri è ufficiale la rescissione dei contratti di mister Juric e dei suoi collaboratori Corradi e Ostojic. E che si sta trattando anche la rescissione dell’intesa con il difensore Angelo Siniscalchi. Sul fronte societario, l’obiettivo è di chiudere la cessione a metà della prossima settimana, ma la sensazione è che i tempi potrebbero anche allungarsi. Non a caso, i soci mantovani stanno pensando di posticipare di 24-48 ore (o forse più?) la cena al Tre Re di Castellucchio con la cinquantina di imprenditori e professionisti che ha promesso di aiutare il Mantova. All’incontro hanno già aderito i candidati sindaci Palazzi e Bulbarelli, nonché – assicurano da Viale Te – l’Assindustria mantovana. Se diversi imprenditori daranno una mano, sotto forma di sponsor o entrando in società, ovviamente il piano tecnico per la prossima stagione potrà essere un po’ più ambizioso. Al momento, infatti, da ciò che si è capito, l’intenzione della Sdl è quella di limitare al massimo le spese. Tant’è che per il settore giovanile c’è la volontà di ridurre da 9 a 5 (obbligatorie per regolamento) le squadre. L’attività di base, invece, potrebbe essere “appaltata” all’esterno e si stanno analizzando proposte in merito arrivate dal San Pio X e dal Goparc. Di garanzie tecniche, poi, immaginiamo avrebbe bisogno anche Riccardo Maspero (per ora in pole per la panchina). E qui bisognerebbe capire chi costruirà la squadra, dando un indirizzo preciso e prendendosi anche le responsabilità del caso di fronte alla piazza. Sandro Musso, reduce dal sesto posto in Eccellenza con il Rezzato, ha detto di voler ricoprire in prima persona il ruolo decisionale nel settore tecnico. E di volerlo fare avvalendosi di consulenti che dovrebbero essere l’ex allenatore Piero Trainini, il ds del Ciliverghe (serie D) Eugenio Bianchini e l’ex ds biancorosso Enrico Dalè. L’augurio è che si riesca a trovare un equilibrio del genere, ma vista da fuori l’operazione appare piuttosto ardua, senza voler discutere poi nel merito (e qui ci sarebbe da aprire un bel capitolo) l’esperienza dei soggetti indicati nella costruzione di una squadra professionistica, alla quale forse soltanto Dalè ha partecipato una volta, quand’era vice del ds Turotti alla Cremonese in C1. Per ora, comunque, a testimonianza della confusione che regna, all’opera c’è ancora il ds Alfio Pelliccioni, in odore di rescissione ma incaricato di cedere i baby Del Bar al Torino e Pernigotti e Ruggiero al Genoa. Con le società di A è già stata trovata un’intesa di massima e nei prossimi giorni le operazioni potrebbero andare in porto. Nel frattempo, tanto per non farsi mancare niente, il presidente Nicola Di Matteo sta riflettendo sull’offerta fattagli da Sandro Musso di restare nella compagine societaria, seppure con una piccola quota: «Il dirigente bresciano mi ha fatto un’ottima impressione – spiega Di Matteo – e discutendo con lui ho capito che non è certo colpa della Sdl se questa trattativa sta andando così per le lunghe. Ad ogni modo sono molto ottimista: l’accordo si farà e il Mantova sarà ai nastri di partenza della Lega Pro anche nella prossima stagione». Il problema è con quali prospettive.
Ore 18.30 – (La Provincia Pavese) Se il calcio mercato inizia così possiamo aspettarci scintille da qui al ritiro di luglio. Il Livorno vuole il “Mago” Alessandro Cesarini. E la notizia è una specie di pugno nello stomaco: nell’applausometro virtuale di giovedì sera (alla festa in piazza Vittoria) “Cesa” è stato il più gradito con Andrea Ferretti. La cessione di Cesarini dovrà essere vagliata dal giocatore e dalla squadra. Il trequartista originario di Sarzana (non lontana da Livorno) compie 26 anni tra pochi giorni (per la precisione venerdì 19 giugno) e potrebbe essere allettato dalll’idea di passare in un club blasonato ora in serie B, ma con velleità di alta classifica. Per il Pavia potrebbe essere un bel colpo: il dg Londrosi ha acquisito gratuitamente il cartellino di Cesarini dal Parma e ora potrebbe registrare una bella plusvalenza. In un Pavia che è comunque stata la squadra rivelazione del girone A di Lega Pro sono diversi i giocatori che possono interessare. Il tema che, per gli azzurri, tiene banco in via prioritaria è quello del tecnico. Ufficialmente la società non ha ancora dichiarato conclusa la breve avventura con Vavassori, ma dopo segnali di un possibile rinnovo, il termometro per la permanenza del mister bergamasco si è subito raffreddato. E in questi giorni sono circolati tanti nomi di allenatori con una caratteristica identica quella di aver già allenato almeno in serie B. Non ci sarà più come nel caso di Maspero la scelta su un debuttante. Attilio Tesser ha queste caratteristiche e dopo l’esperienza positiva alla Ternana attende una chiamata da altri club della cadetteria prima di valutare chiamate in Lega Pro anche se di piazze ambiziose come ormai è ritenuta a livello nazionale quella di Pavia. Fulvio Pea è un nome che è circolato in questi giorni. Tra gli ex frequentatori della serie B c’è anche il nome di Angelo Gregucci. L’ex difensore della Lazio, lo scorso anno è stato alla Salernitana, in questa stagione alla Casertana per essere sostituito da Campilongo a campionato in corso. Tra gli addetti ai lavori è spuntato anche il nome di Davide Dionigi, che per una breve parentesi ha guidato il Varese in B.
Ore 18.20 – (La Provincia Pavese) Dopo la prima stagione per presentarsi alla città e al pubblico dei tifosi dell’A.C.Pavia la nuova proprietà cinese del club di via Alzaia è pronta ad entrare nella fase 2. Uno dei primi obiettivi nei pensieri del presidente Zhu c’è un nuovo stadio con annesso centro sportivo e centro servizi che diventerebbero il nuovo quartier generale azzurro. «Sto comprando un terreno vicino allo stadio attuale per fare il nuovo centro sportivo del Pavia», ha annunciato Xiadong Zhu giovedì sera ai tifosi accorsi in piazza della Vittoria per la festa azzurra di fine campionato. Subito dopo l’arrivo a Pavia, nel luglio scorso, i proprietari del Pavia Calcio hanno subito annunciato l’interesse a realizzare un nuovo e più moderno stadio. Con una premessa: la nuova struttura dovrà funzionare 365 giorni l’anno e non solo 25 o 30, come accade per il Fortunati. In pratica una struttura sportiva (non solo calcistica) con ristoranti, negozi, forse cinema e altri spazi di intrattenimento. Una struttura costosa, ma che in prospettiva possa garantire un importante ritorno economico dell’investimento. In questi giorni la proprietà – il presidente Zhu e il vice Wang – hanno una fitta agenda di incontri con gli amministratori locali. Le ipotesi che sono state avanzate fin qui sono due. La prima: allargamento dell’attuale area che ora comprende lo stadio Fortunati e il centro sportivo adiacente. Sono di proprietà del Comune (il primo) e di una società che comprende gli ex presidenti del Pavia calcio (le famiglie Calisti e Zanchi). Dietro la tribuna “distinti” c’è la vecchia falegnameria Franchini, in parte dismessa e utilizzata come deposito. I proprietari di questi capannoni hanno manifestato la volontà di vendere tutto. Inoltre, a ridosso del Tiro a segno nazionale, c’è un’area attualmente agricola che il piano regolatore prevede possa essere destinata a verde sportivo. La seconda ipotesi: recuperare parte dell’area Necchi. Si tratterebbe di abbattere – e bonificare – una vasta area e costruire tutto abbandonando, di fatto, il “vecchio” Fortunati, che resterebbe al Comune. I due progetti hanno pro e contro. Il sindaco ha fatto capire che spinge per il recupero dell’area Necchi. Diminuirebbe la quota – fin troppo vasta – di aree dismesse: in città oltre a tutta la zona di via Rismondo, ci sono le aree Snia, lo scalo ferroviario, l’Arsenale (oltre al tristissimo e bellissimo capannone sopraelevato dell’ex idroscalo). Dal punto di vista urbanistico un’area ex industriale da recuperare avrebbe tutte le corsie preferenziali garantite dal decreto «sblocca Italia» voluto dal governo Renzi. Ma anche le aree più vicine allo stadio non hanno una vera e propria incompatibilità urbanistica. Il punto, spiegano senza troppi giri di parole in Comune, è politico. Quanto commercio c’è nel progetto del Pavia stadium? Il sindaco Depaoli, molto diplomaticamente giovedì ha spiegato: «La mia maggioranza non può accettare si pensi a una nuova Borgarello». All’interno della giunta ci sarebbero assessori più disponibili (Lazzari) e meno (Gregorini). Il progetto di Zhu e Wang è quello di rendere sostenibile una squadra di serie… B (sperem). Non bastano i proventi al botteghino e nemmeno i ricchi diritti tv che dal prossimo triennio garantirà Sky (più di 21 milioni annui per tutte le 22 squadre). I cinesi ci credono. E non hanno molta pazienza.
Ore 17.55 – Ritorno dei quarti di finale della poule scudetto degli Juniores Nazionali, fischio finale: Fano-Padova 0-3, tris siglato da Babolin dopo le reti di Bortot e Mituku. I Biancoscudati accedono così alla Final Four insieme a Seregno, Scandicci e San Cesareo.
Ore 17.30 – Micidiale uno-due dei Biancoscudati, avanti 2-0 a Fano grazie alle reti siglate al 18′ e al 28′ della ripresa da Bortot e Mituku.
Ore 17.10 – (Alto Adige) Altri due anni insieme. L’Alto Adige si tiene stretto il suo “motorino”: Alessandro Furlan ha infatti rinnovato ieri l’accordo con la società di via Cadorna e resterà biancorosso sino al 30 giugno 2017. In terra trentina, lui che è un lavisano doc, il “tuttofare” ha siglato (proprio davanti ai taccuini degli addetti ai lavori) un accordo biennale che prolungherà un matrimonio nato cinque stagioni or sono. Quella entrante sarà infatta la sesta esperienza consecutiva di Furlan, arrivato nel 2010 a Bolzano: sin qui il 30enne rotaliano ha totalizzato complessivamente 148 presenze “condite” da 4 reti: ad oggi si può tranquillamente affermare che il centrocampista biancorosso è uno degli uomini simbolo dell’Alto Adige, a tal punto da indossare, più volte, anche la fascia di capitano. «Con l’Alto Adige – queste le parole di Furlan – si è creato un rapporto speciale. Sono felicissimo di aver prolungato il contratto per altre due stagioni: è uno splendido attestato di stima. La fiducia mi è stata rinnovata dalla società ma anche da mister Stroppa, il tecnico che più di ogni altro ha saputo valorizzarmi nel corso della mia carriera. Con lui, non lo nego, ho compiuto il salto di qualità definitivo nella stagione 2011/2012». Furlan sarà uno dei cardini dell’Alto Adige versione 2015-16, che ripartirà da lui e da altri calciatori attualmente in rosa (Fischnaller su tutti: l’obiettivo della società è quello di trattenere per almeno un’altra stagione il bomber di Signato) per disputare un campionato “importante”. Ma “importante” che significa? Meglio evitare fraintendimenti o voli pindarici e, proprio per questo, il tecnico Giovanni Stroppa ha voluto mettere immediatamente i cosidetti puntini sulle “i”. «Il messaggio – ha spiegato l’allenatore – che arriva all’esterno non deve essere “vinceremo il campionato” e nemmeno “arriveremo ai playoff”. Il primo obiettivo da centrare sarà la salvezza, visto che l’anno prossimo la Lega Pro sarà un campionato ancora più impegnativo di quello che si è appena concluso. Poi, è chiaro, cercheremo di fare il massimo e di scalare la classifica, ma i piedi devono restare ben ancorati per terra e non bisogna guardare troppo oltre». Ripartire con rinnovato entusiasmo significa prima di tutto evitare gli errori del passato. Perché le cose sono andate male nella scorsa stagione? «Per una serie di motivi che si sono presentati tutti insieme – ha concluso il ds Luca Piazzi – e che hanno portato la squadra, nei mesi invernali, ad avere un crollo. Una cosa è certa: l’Alto Adige ripartirà da alcuni punti fermi, uno di questi è Furlan, e da giocatori estremamente motivati».
Ore 16.50 – Fine primo tempo: Fano-Padova 0-0.
Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Nemmeno l’ennesimo deferimento per le inadempienze nei pagamenti ha dato a Yury Korablin un motivo per tornare a farsi vivo. Il Venezia continua a brancolare nel buio con un presidente che da mesi non dà notizie nemmeno ai dirigenti Scibilia e De Franceschi. La quarta settimana dalla fine della Lega Pro è trascorsa nel silenzio, mentre si avvicina la scadenza dell’iscrizione (30 giugno) per adempiere alla quale Korablin deve versare un milione di euro nelle casse societarie.
Ore 16.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Un piano B per il Venezia c’è. Di fronte all’immobilismo del presidente Yuri Korablin e alle difficoltà economiche da lui manifestate in questa stagione, la dirigenza arancioneroverde si starebbe muovendo alla ricerca di possibili acquirenti. E pare che vi sia già un soggetto interessato. Tutto questo si muove sottotraccia e in via del tutto ufficiosa, perché da Mosca non arrivano input di nessun genere. L’ultima volta che Korablin aveva parlato (nel febbraio scorso), aveva manifestato chiaramente la propria intenzione di portare avanti il progetto e anzi aveva rivelato di aver respinto al mittente la proposta di acquisto giuntagli lo scorso dicembre da New York, da parte dell’avvocato Joe Tacopina e da Joey Saputo, attuali proprietari del Bologna. Ma i silenzi di questi mesi e l’interruzione del flusso finanziario hanno messo sull’allarme i dirigenti arancioneroverdi, che si starebbero muovendo in altre direzioni per trovare chi possa, eventualmente, far proseguire il progetto in caso di forfait del patron russo. Ci sarebbero delle trattative arrivate a buon punto, anche se tutto è subordinato alla volontà di Korablin, che continua a rimanere in perfetto silenzio non rispondendo né a mail né a telefonate. «Ho dato un termine al presidente, quello del 25 giugno», riferisce il dg Dante Scibilia. Entro quella data bisognerà pagare stipendi e contributi dell’ultima tranche, versare l’Iva ma bisognerà anche chiudere le pendenze, ripianando le perdite per arrivare alla data del 30 giugno con i conti in ordine per l’iscrizione. Se entro l’ultima settimana del mese non succederà qualcosa, il Venezia dovrà dire addio alla Lega Pro. Ecco perché si cerca di portare avanti un eventuale «piano B». Piano che non riguarderebbe però Lino Diquigiovanni, il presidente del Real Vicenza che aveva cercato nelle settimane scorse di portare il titolo a Treviso. Giovedì, nella conferenza stampa in cui annunciava l’imminente chiusura dell’attività agonistica del Real, aveva rivelato di essere stato contattato dal Venezia per un’eventuale acquisizione. «Mi hanno chiesto di rilevare la società, ma non ci sono le condizioni», aveva detto ricordando come a Venezia ci si era lasciati sfuggire Zamparini. «Adesso – aveva aggiunto – sono di nuovo in difficoltà: mi sembra una situazione che ciclicamente si ripropone. Mi dispiace, ma non me la sento». Dalla sede del Venezia il dg Scibilia smentisce qualsiasi tipo di contatto: «Non abbiamo mai parlato con questa persona». Qualcosa però si sta muovendo, forse proprio in terra vicentina.
Ore 16.00 – Iniziato a Fano il ritorno dei quarti di finale della poule scudetto degli Juniores Nazionali tra il Fano ed il Padova. All’andata i Biancoscudati si sono imposti 2-0.
Ore 15.30 – (Giornale di Vicenza) «Le vie del Signore sono infinite». L´ha detto Diquigiovanni in conferenza stampa giovedì, auspicando un passo indietro della giunta comunale di Treviso. Allora il Real Vicenza non avrebbe smesso di esistere. Cambio di nome? Sicuramente. Anche i colori sociali sarebbero stati probabilmente quelli del Treviso. Ma dalla sponda trevigiana non arrivano buoni segnali. Proprio in contemporanea al suo incontro con i giornalisti nella sede del Real Vicenza, a Treviso un´altra conferenza stampa. Location? La Sala Affreschi di Palazzo Rinaldi, proprio lì di fronte alcuni ultras trevigiani avevano appeso uno striscione che, senza mezzi termini, invitava l´amministrazione a tenere il vicentino lontano da Treviso. Partecipanti? Il nuovo presidente dell´Acd Treviso Paolo Pini che ha presentato i suoi nuovi collaboratori. E al suo fianco il sindaco Giovanni Manildo e l´assessore allo Sport Ofelio Michielan, con la sciarpa biancoceleste al collo. La presentazione della nuova dirigenza, accompagnata anche da quella del nuovo allenatore, Massimo Susic, ex bandiera del Treviso, non porta a Vicenza e al team di Diquigiovanni buoni presagi. Allo stato attuale delle cose, la strada sembra davvero sbarrata.
Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) A Como farà caldo, molto caldo. Non solo sotto il profilo meteorologico (giocare alle 16 si annuncia come impresa titanica), ma anche per il contorno che sarà presente allo stadio Sinigaglia. Ieri la società lariana ha sospeso le prenotazioni via mail dei tagliandi per la finale di andata con il Bassano, tanto che le prime proiezioni parlano già di 5000 persone presenti e di una possibile affluenza di almeno diecimila tifosi. Il tutto rende bene l’idea di quanto sentita e importante sia questa partita a Como, ma anche a Bassano non si scherza. Partiranno almeno 500 tifosi giallorossi, nonostante i gravi problemi di formazione, con le assenze di Furlan, Pietribiasi e Maistrello (tre primattori) a complicare non poco il lavoro di Antonino Asta. Ieri sono proseguite le indiscrezioni a proposito dell’addio del tecnico di Alcamo a fine stagione, considerato dagli addetti ai lavori praticamente certo. Dopo aver raccolto gli interessamenti di Catania, Pescara e Perugia, Asta avrebbe raggiunto un’intesa di massima con il Novara. Al suo posto per adesso i nomi che vanno per la maggiore sono quelli di Stefano Sottili e di Michele Serena, entrambi graditi alla proprietà giallorossa e al dg Werner Seeber. La decisione di Asta di lasciare verrebbe presa sicuramente in caso di mancata promozione, mentre in caso di promozione in serie B le cose potrebbero anche cambiare. Per comprensibili motivi al momento è impossibile trovare conferme alle voci. La parola passa ai protagonisti, ossia agli uomini di maggior tecnica. Come Simone Fautario. «Tutto è cominciato dalla salvezza ottenuta due anni fa contro il Carpi — spiega il centrocampista lariano — da lì abbiamo messo la quinta ed eccoci a giocarci la promozione. Il Bassano lo conosciamo meglio rispetto alla Reggiana e possiamo quindi preparare con più cura la doppia sfida. Con i giallorossi ho un conto in sospeso: il rigore che non mi hanno fischiato contro di loro in campionato grida vendetta…». E, a proposito di rigori, lo specialista Matteo Grandi è pronto. «Lo scorso anno a Crema ne parai tre – sorride – è la mia specialità. Prima della lotteria finale con la Reggiana avevo detto ai miei compagni che ne avrei parati tre. Spero di ripetermi anche domenica, ma dobbiamo andare in campo senza fare calcoli».
Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) Chi scegliereste tra Cattaneo e Messi? Beh, Veleno tutta la vita, che domande. E guai a ridere perchè c´è chi l´ha fatto. Si narra che una dozzina d´anni fa Luca Cattaneo da una parte e Leo Messi dall´altra fossero in lizza per un provino per entrare nel Como. Pinuccio Cattaneo, babbo di Luca ed ex giocatore nota questo funambolo argentino e lo fa presente al figlio. Poi però il Como allora di Enrico Preziosi promuove Cattaneo, comasco di Porlezza e boccia Messi, pare per la statura, ma altri sostengono perchè la società non volesse ospitare stabilmente la famiglia di Leo. Acqua passata in tutti i sensi, anche se poi Preziosi la prese malissimo e si infuriò col suo diesse. Poi conta poco che stasera l´inarrivabile Leo stasera rincorra la Champions e domani invece Veleno torni sotto casa al Sinigaglia a inseguire una storica B col Bassano. Luca sorride ripensando all´aneddoto e va diretto sul match. «Anche se il mio paese, Porlezza, non è proprio attaccato a Como, ma distante 50 km, verranno familiari, parenti e amici a seguirmi. Qualcuno mi ha già detto di stare calmo e non fare scherzi…». Già, l´ultima volta che si è presentato in quello stadio, pronti-via e ha affrescato un gol da copertina con una volée sul palo lontano.
Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La stagione del Vicenza è terminata ieri con il «rompete le righe» e con la partenza di tutti i biancorossi per le meritate vacanze. Per molti sarà un arrivederci, mentre per altri l’avventura con la maglia del Vicenza non proseguirà. «E’ stata una stagione in cui la forza del gruppo è stata molto importante — sottolinea il vice capitano dei biancorossi Antonio Cinelli — in estate c’era già una buona base creata nella stagione di Lega Pro, un gruppo che si è consolidato e compattato con gli arrivi di settembre. Tutti abbiamo remato sempre dalla stessa parte, non c’è mai stato uno screzio, e pensare che quando ripartiremo qualcuno non ci sarà, dispiacerà molto». La prossima stagione è ancora lontana, ma ritrovare un Vicenza da quartieri alti sarebbe importante perché vorrebbe dire non aver disperso il grande lavoro di quest’anno. «Tutti vorremmo rivivere un campionato come quello appena finito — sottolinea Cinelli — e questa credo sia la speranza anche dei tifosi e della società. Sarebbe bello ricominciare on tanti protagonisti della stagione appena conclusa, a partire dal mister che è stato l’artefice principale. Però queste sono cose che spettano alla società, noi giocatori aspetteremo di conoscere cosa succederà». Cinelli parla come se la sua permanenza a Vicenza fosse scontata, ma dopo un campionato così positivo, potrebbe ricevere anche offerte dalla massima serie. «Ho un contratto con il Vicenza fino a giugno del 2016 e credo proprio che resterò — precisa l’ex laziale — dopo aver vissuto stagioni molto brutte a livello di risultati, quest’anno ho potuto capire quanto i tifosi del Vicenza siano straordinari per sostegno e attaccamento ai colori. La mia è stata senza dubbio la stagione migliore della mia carriera, ho giocato sempre senza infortunarmi mai, trovando una continuità che mi ha permesso di rendere al meglio. Come sapete l’unico neo della stagione è essere caduti all’ultima curva; peccato perché ci credevamo tanto, eravamo convinti di farcela ed invece non è andata come speravamo». La serie A, Cinelli potrebbe trovarla con il mercato visto che si vocifera che il Chievo sia interessato alle sue prestazioni. «Non ne so nulla e credo che al momento siano solo chiacchiere — spiega Cinelli — comunque a queste cose ci penserà il mio procuratore. Di sicuro mi piacerebbe restare a Vicenza e riprovare a vivere una stagione come questa, magari ritrovando il mister e tanti compagni. Non so se accadrà, ma lo spero tanto». Anche perché stavolta si potrebbe partire senza pagare dazio in avvio come è accaduto in questo campionato a causa del ripescaggio. «Se penso che quel 29 agosto stavamo preparando la partita contro il Giana Erminio e poche ore prima dell’inizio della serie B siamo stati ripescati mi viene ancora da ridere — ricorda Cinelli — è accaduto tutto così in fretta che quasi non ci credevamo… Le prime partite le abbiamo affrontate con il mercato in corso, qualche compagno andava e altri arrivavano: non è stato facile. Senza dubbio siamo partiti in salita ma poi ci siamo compattati e abbiamo costruito una stagione a cui è mancato il lieto fine, ma che nessuno di noi potrà mai dimenticare».
Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Il preavviso era stato minimo. L´orario non era dei più felici, le 10,30 di una mattinata lavorativa («Avrei preferito organizzare alla sera o nel fine settimana, ma la società mi ha spiegato che questo era l´unico momento in cui potevano ancora esserci tutti i giocatori e l´allenatore» ha spiegato l´ideatore Antonio Santagiuliana). Eppure, quando ieri il tecnico Marino, il suo staff, i dirigenti e i giocatori del Vicenza si sono presentati in corso Fogazzaro, sono stati molti i vicentini che hanno voluto avvicinarli per un ultimo abbraccio collettivo.Grazie ragazzi. Grazie ragazzi: così titolavano i poster con le foto di tutta la squadra che ieri tappezzavano le vetrine di corso Fogazzaro, interamente imbandierato di biancorosso grazie all´iniziativa di Antonio Santagiuliana e dell´associazione Vivere Corso Fogazzaro, presieduta da Teresa Basso. E questo grazie lo hanno voluto ribadire i tifosi di ogni età che armati di poster, penne, sciarpe e smartphone hanno allegramente assediato Pasquale Marino e i suoi giocatori. Difficile stilare una classifica, ma di certo l´allenatore, Cocco, Di Gennaro e Moretti sono stati tra i più ricercati. Un´affettuosa caccia all´uomo resa più complicata per i tifosi dal fatto che nessuno dei giocatori indossava una maglia o una divisa ufficiale: sorrisi, battute, strette di mano, con il tratto di corso Fogazzaro davanti a piazza San Lorenzo quasi bloccato da una piccola folla biancorossa sempre più numerosa e chiassosa.Battute e saluti. Il feeling che si è creato tra squadra e tifosi in questo campionato è davvero speciale. Ieri la sensazione era quella di un incontro tra amici, con i giocatori che si sono concessi volentieri per un´ora ai tifosi, che ne hanno approfittato per provare a strappare anche la promessa di un arrivederci al prossimo campionato, pur sapendo che molti protagonisti di questa annata straordinaria difficilmente saranno nel Vicenza 2015-16.Ha già salutato tutti Davide Di Gennaro, che ieri ha portato anche il suo piccolo Leonardo, con una maglia biancorossa numero 21 più grande di lui: «Questa città e questa gente mi hanno dato tanto e al Vicenza auguro tutte le fortune del mondo» ha tenuto a ribadire il regista. Praticamente ogni tifoso che si è avvicinato a Marino ripeteva lo stesso ritornello: «Grazie di cuore mister adesso resti con noi!» e il tecnico ha risposto sempre con un sincero «Grazie a voi!» e il diplomatico sorriso di chi, probabilmente, sa di non poter promettere la permanenza.Qualche speranza in più per i tifosi è arrivata dalle risposte di Brighenti «Per quanto mi riguarda, se non capita qualcosa di strano, ci rivediamo a luglio: ve lo assicuro» e di capitan Camisa. Nonostante una seconda parte di stagione che lo ha visto scavalcato da Manfredini, infatti, il difensore leccese si sente legato indissolubilmente ai colori biancorossi: «Ho accettato la panchina senza problemi non solo perché è doveroso per ogni professionista, ma perché io al Vicenza voglio veramente bene, quindi anche i miei interessi personali vanno in secondo piano ha spiegato -. Fosse per me, io vorrei chiudere la carriera qui: spero tanto che questo sia possibile».Marino premiato. L´unico breve momento ufficiale è stato il saluto dell´assessore allo sport Umberto Nicolai, che portando i ringraziamenti dell´amministrazione comunale ha sottolineato come questa squadra abbia ugualmente vinto il suo campionato: «Questi giocatori dovevano lottare per salvarsi, invece ci hanno fatto sfiorare la serie A, riportando entusiasmo e orgoglio in tutta la città. L´auspicio è che questo bellissimo campionato possa essere il punto di partenza per un´altra stagione entusiasmante il prossimo anno».Alla fine Antonio Santagiuliana ha premiato Marino consegnandogli una cornice a forma di cuore con l´inconfondibile R della Lanerossi: «Comunque vada, questo allenatore e questa squadra resteranno nei nostri cuori. Spero che anche Marino porti per sempre Vicenza nel cuore».
Ore 13.20 – (Gazzettino) Ancora nessuna fumata dalla sede di via Cà dai Pase. Nemmeno ieri il presidente Andrea Gabrielli si è potuto incontrare con Stefano Marchetti per discutere del rinnovo della collaborazione con l’attuale direttore generale. È lo stesso numero uno granata a spiegare la situazione di stallo: «Dovevamo confrontarci all’inizio della settimana, Stefano (Marchetti, ndr) però si è preso l’influenza e l’incontro è stato rinviato giorno dopo giorno, ora sono io ad essere impegnato per motivi di lavoro e non posso dedicarmi alla faccenda». Altro rinvio quindi: «Purtroppo sì, ci aggiorneremo nei prossimi giorni, quando definiremo la posizione dell’attuale dirigente». Il desiderio – mai nascosto – di Gabrielli è quello di continuare assieme, anche in Lega Pro. Ma non è che tutti questi rinvii possano raffreddare gli animi? «No, le mie sensazioni restano positive, sono fiducioso che si possa definire il tutto all’inizio della prossima settimana». Con il nome del diggi non ancora definito, si rinviano anche tutte le altre nomine, a partire da quella del nuovo allenatore della prima squadra, dopo che Foscarini ha lasciato la panchina. E ad attendere gli sviluppi societari sono anche i giocatori dell’attuale rosa: dopo Alessandro Sgrigna, un altro pezzo da novanta vorrebbe restare, ripartire dalla Lega Pro per puntare all’immediato ritorno in serie B. È Claudio Coralli, uno dei giocatori più amati dalla tifoseria: «È la società che decide, lo faranno il direttore e il tecnico, ma io voglio restare a Cittadella. Dipendesse da me, non avrei dubbi». La retrocessione di categoria è una ferita ancora aperta: «Ognuno ha le proprie colpe. Quando non si centra un risultato sportivo, un obiettivo prefissato, le responsabilità sono di tutti, e io voglio rifarmi al più presto della grande delusione patita». Coralli si immagina ancora quella domenica di Cremona, nella finale di C1 che regalò la promozione tra i cadetti: «Vorrei essere ancora uno dei protagonisti del rilancio del Cittadella. Io la Lega Pro l’ho fatta per tanti anni, magari sarà anche cambiata nel tempo ma so che tipo di categoria possa essere. Prevedo un campionato difficile, molto tirato dall’inizio alla fine, con quattro, cinque squadre che lotteranno per la promozione». Come ripartire dopo una caduta? «Con la mentalità giusta. A Cittadella deve restare gente che voglia lottare per questa maglia, mettendosi in testa un solo obiettivo, quello di vincere il campionato. Solo con l’atteggiamento giusto puoi competere, altrimenti saranno dolori». E con un trio formato da Coralli-Sgrigna e Gerardi si può sognare… «Magari, sarebbe un gran bel punto di partenza. Certe cose lasciamole però decidere alla società, al direttore». E anche Coralli si augura sia sempre lo stesso, Stefano Marchetti.
Ore 13.00 – (Corriere del Veneto) Ancora un rinvio. Non accennano a diradarsi le nubi sul futuro di Stefano Marchetti alla direzione generale del Cittadella. Il numero due granata, secondo quanto riferiscono le parti, non è stato bene in questi giorni per un forte attacco influenzale e l’incontro con il presidente Andrea Gabrielli è stato rinviato. Il faccia a faccia decisivo avverrà comunque a stretto giro di posta. «Con Marchetti ci vedremo all’inizio della prossima settimana — spiega telegraficamente Gabrielli — al momento non ci sono altre novità». L’intenzione della proprietà, come noto, è di andare avanti con Marchetti, mentre il dg (che pure viene segnalato sulla strada della conferma) non ha ancora preso una decisione definitiva. Alcune voci riferiscono come sia nel mirino di un club attualmente impegnato nei playoff e playout fra serie B e Lega Pro, ma al momento non è stato possibile avere conferme in merito. Lo stallo per Marchetti, dopo l’addio di Foscarini, rende molto complicato immaginare cosa potrà succedere alla rosa del Cittadella in vista della prossima stagione. Gabrielli ha fatto sapere di voler costruire una squadra in grado di tornare immediatamente in B, ma fino a quando non si saprà cosa accadrà ai vertici del club granata niente potrà essere dato per scontato. Se Marchetti dovesse essere confermato, è molto probabile che l’allenatore della stagione 2015-2016 possa essere Giulio Giacomin, attuale tecnico della Primavera e favorito su Edoardo Gorini per raccogliere l’eredità di Claudio Foscarini. Ci saranno diverse partenze, fra cui Pellizzer, Scaglia, Barreca, Kupisz, Rigoni e Bazzoffia, ma non mancheranno le conferme, soprattutto se si dovesse decidere di ripartire senza smantellare l’organico. Se invece Marchetti dovesse lasciare, a quel punto sarebbe lui stesso a indicare il suo erede a Gabrielli. E tutto cambierebbe, a partire dalla scelta dell’allenatore, fino alla composizione della squadra in vista della nuova stagione. Capitolo ritiro: è stato confermato anche per quest’anno a Lavarone, sulla falsariga di quanto accaduto nelle ultimi estati.
Ore 12.30 – (Gazzettino) Dopo cinque anni si dividono le strade dell’Este e di Gianluca Zattarin. È la fine di un ciclo che ha visto i giallorossi ritagliarsi un ruolo di primo piano nel campionato nazionale dilettanti, tanto da sfiorare anche la promozione in Lega Pro (Seconda divisione) persa al fotofinish con il Forlì. «È stata una mia decisione – spiega Zattarin – anche se la società ha cercato fino all’ultimo di convincermi a restare. I cicli terminano ed era giusto per entrambi trovare altre soluzioni. Ringrazio l’Este perché ho fatto cinque anni bellissimi e devo ringraziare anche Simone Tognon (ex direttore generale giallorosso, ndr) che mi aveva portato qui, scommettendo su un tecnico che non aveva mai allenato prima. La famiglia Lucchiari mi ha dato tanto in questi anni, e con il vice presidente Stefano Marchetti c’è sempre stato un rapporto incredibile, lo considero come un fratello». Il tecnico nega che alla base della sua decisione ci siano le sirene di altre società. «Non ho al momento altre squadre. Ho fatto questa scelta perché dopo aver fatto qualcosa d’importante a Este togliendomi molte soddisfazioni, ho deciso di rimettermi in gioco. Se capiterà l’occasione giusta, bene. Altrimenti aspetterò». Tra le soddisfazioni, Zattarin ne cita una in particolare. «È vedere Lasagna in serie A con il Carpi, l’avevo scelto io all’Este due anni fa. Ma anche qualche altro ragazzo di quest’anno andrà nei professionisti, oltre a Beghetto che è passato alla Spal». Ancora un flash. «Quella appena conclusa è stata l’annata più stimolante, ho ringraziato i ragazzi per ciò che hanno fatto. Il rammarico più grande? Aver perso la promozione in Lega Pro per una penalizzazione a quattro giornate dalla fine quando eravamo testa a testa con il Forlì». Ecco il presidente Renzo Lucchiari. «Ci siamo lasciati in armonia, anche se è un dispiacere separarsi da una persona alla quale si è affezionati. Ringrazio molto Zattarin per il periodo trascorso nella nostra società, ha svolto un ottimo lavoro sia con i giovani e sia come piazzamenti in campionato. Gli auguro le migliori fortune e non si sa mai che in futuro le nostre strade si possano ricongiungere». Già individuato il sostituto? «Stiamo ponderando la situazione, vogliamo fare la scelta giusta». Tra i papabili spuntano i nomi di Vinicio Bisioli, Claudio Ottoni, Franco Gabrieli e Carlo Perrone. Non manca un flash del vice presidente Stefano Marchetti. «Zattarin è un grande professionista e una grande persona dentro e fuori dal campo».
Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Cinque anni. Tanto è durata l’esperienza sulla panchina dell’Este di Gianluca Zattarin, che proprio ieri ha annunciato l’interruzione del rapporto con la società giallorossa. In questo caso, non si può parlare di certo del tipico fulmine a ciel sereno, perché l’addio del tecnico svolazzava in via Monte Cero da qualche settimana. D’altra parte, i temporeggiamenti del presidente Renzo Lucchiari non avevano fatto altro che alimentare i dubbi sulla riconferma, così come le tante (troppe) voci sul futuro dell’allenatore e dei suoi giocatori “fedelissimi” – Rondon e Rubbo su tutti – chiaro segnale che l’epilogo era scritto. Alla fine è stato lo stesso Zattarin a farsi da parte, in attesa di una chiamata dalla Lega Pro: «Dopo cinque anni bellissimi, ho deciso di lasciare», spiega il mister 41enne. «A Este ho vissuto tanti momenti positivi e altri negativi, ma mi sono tolto grandi soddisfazioni, dai playoff con la Sambenedettese ai testa a testa con Forlì e Rimini. Ringrazio la famiglia Lucchiari e Simone Tognon (direttore sportivo dell’Este nel 2010, ndr) che mi hanno dato la possibilità di iniziare ad allenare in Serie D, il vicepresidente Stefano Marchetti, con cui ho instaurato un rapporto fraterno, ma soprattutto i giocatori». A quanto pare, la dirigenza atestina avrebbe voluto intavolare la trattativa per il prolungamento dell’accordo ma il tecnico aveva già fatto la sua scelta: «Si è chiuso un ciclo», aggiunge. «Tanto è vero che me ne vado senza avere contatti con altre società. Prenderò in considerazione eventuali offerte, ma se non dovessi trovare un progetto serio potrei anche stare fermo un po’». Il nome dell’ex stopper è arrivato fino a Pisa, società di Lega Pro in cui ha militato da calciatore, in cerca di un timoniere in grado di lavorare con i giovani. «Il mio nome è stato accostato a realtà importanti e mi fa molto piacere», glissa, «Ma non ho ancora ricevuto telefonate». L’Este è alla ricerca del successore: «Dopo Zattarin, che ci ha dato garanzie dal punto di vista professionale e umano, cerchiamo un tecnico con altrettanta voglia di vincere e capacità di valorizzare i giovani», conferma patron Lucchiari. «In questi giorni qualcuno ha pure chiamato per proporsi, ma vogliamo fare le cose bene». Per la sostituzione una pista verosimile è quella di Vinicio Bisioli, ex Thermal, da cui si è dimesso lo scorso dicembre per motivi di salute. In ogni caso, la decisione dovrebbe arrivare lunedì o martedì.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Per Mazzocco molto dipenderà dalle vicende societarie del Parma che è proprietario del cartellino. «Se il club ducale ce lo libera direttamente o indirettamente, potrebbe rimanere». Passando in rassegna la situazione degli altri giocatori il direttore sportivo aggiunge. «Busetto, Segato, Pittarello, Cicioni, Mattin, Niccolini, Thomassen e Zubin sono al vaglio. Bortot? Dobbiamo aspettare il Bassano (proprietario del cartellino, ndr) ed eventualmente aprire una trattativa. È chiaro che se non c’è una disponibilità da parte loro, andiamo su un altro giocatore». Tra i volti nuovi invece è sempre molto chiacchierato Arcidiacono, anche se De Poli non appare molto ottimista. «È più no che sì, non sono fiducioso. Il problema è che ha richieste da squadre di categoria superiore e anche più alte dal punto di vista remunerativo». Intanto, martedì e mercoledì il diesse sarà in Liguria per seguire le finali del campionato Primavera.
Ore 11.30 – (Gazzettino) «Ho detto a Sentinelli, Lanzotti, Fenati, Degrassi, Salvadori che non rientrano nei nostri piani, e ho comunicato la stessa notizia agli agenti di Ferretti e di Nichele». Ecco la prima lista dei biancoscudati che faranno le valigie, e a fornirla è Fabrizio De Poli a margine dell’amichevole che ha chiuso la stagione del Padova disputata ieri all’Appiani (vittoria 8-0) con una selezione di giocatori amatori dell’Ucp. Se di Sentinelli e Salvadori già si sapeva essendo usciti allo scoperto i diretti interessati negli ultimi giorni, con riguardo agli altri mancava solo la conferma ufficiale che è arrivata proprio ieri per bocca del diesse. Naturalmente il lavoro di valutazione sulla rosa di quest’anno non è ancora terminato e De Poli riserva l’espressione «è uno di quelli che potrebbe rimanere» parlando a proposito di Cunico, Ilari, Petrilli, Aperi, Petkovic, Amirante, aggiungendo anche. «Finchè non firmi non si può mai dire, e molto dipende anche dalle condizioni economiche che vengono messe sul tavolo da entrambe le parti». Altro giocatore sul quale il direttore sportivo vorrebbe puntare anche nella prossima stagione è Dionisi. «Devo incontrarmi con il suo procuratore per capire se c’è la possibilità di trovare l’accordo».
Ore 11.20 – (Gazzettino) A pochi metri da Bergamin, c’è Roberto Bonetto. «È una grande soddisfazione: abbiamo riportato la società tra i professionisti e adesso torniamo a chiamarci Calcio Padova Spa, abbiamo chiuso il cerchio. Vi assicuro che gli impegni che dobbiamo affrontare sono notevoli, lo stress è elevato e a volte viene anche il pensierino di farsi da parte. Ma l’ingresso dei nuovi soci serve anche per distribuire meglio il lavoro all’interno della società». Nuovi soci Poliero, Tosetto e Salot, il cui ingresso avverrà ufficialmente dopo l’approvazione del bilancio della stagione appena conclusa previsto per fine mese. «Dopo l’approvazione del bilancio sarà fatta un’assemblea per l’aumento del capitale e ci sarà l’ingresso dei nuovi soci», puntualizza Bergamin. Il presidente biancoscudato replica anche alle parole del presidente Diquigiovanni del Real Vicenza che a un quotidiano locale ha dichiarato di essere stato contattato dai biancoscudati per entrare in società. «È una notizia priva di fondamento. Io non ho mai parlato con Diquigiovanni e non mi risulta che l’abbia fatto qualcuno della nostra società».
Ore 11.10 – (Gazzettino) «Siamo un pò emozionati, è quello che volevamo tutti: società, tifosi e città. È un passaggio importante che consente di tornare alla denominazione del passato, ma non cancella questa annata di successi. Se siamo arrivati a questo punto è grazie alla Biancoscudati Padova». I prossimi traguardi? «Intanto il primo obiettivo era proprio quello che abbiamo definito oggi (ieri), il futuro deve essere all’insegna della continuità e all’altezza di questa denominazione. È una responsabilità in più e ce la prendiamo consapevoli di ciò che comporta. Dovremo dimostrare di essere ancora più bravi a gestire una situazione sempre più complessa, ma il nostro impegno è costante e cercheremo di fare del nostro meglio da oggi in avanti». Restando agli obiettivi da perseguire, il presidente biancoscudato aggiunge. «Puntiamo a stabilizzare la società e ripartiamo con un programma triennale, anche se spero che questo arco temporale possa essere ridotto per raggiungere un livello professionistico più elevato».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Da ieri si chiama Biancoscudati Padova Spa, e dall’1 luglio entrerà in vigore la denominazione Calcio Padova Spa. È durato poco più di un’ora l’incontro nello studio del notaio Doria in Corso del Popolo per formalizzare il cambio della ragione sociale del club, in attesa appunto del ritorno alla denominazione storica prevista all’inizio del prossimo mese. Presente al completo lo stato maggiore della società: il presidente Giuseppe Bergamin, il vice Edoardo Bonetto, l’amministratore delegato Roberto Bonetto, i consiglieri Moreno Beccaro e Giampaolo Salot, il commercialista della società Roberto Fogarollo e anche i tre nuovi sindaci effettivi del collegio sindacale previsto nella costituzione di una Spa, ossia Giuseppe Fiabane (presidente del collegio), Manuel Toffanin e Luca Bassan. «È un passaggio che aspettavamo e che abbiamo formalizzato – esordisce Bergamin – Ora attendiamo il placet della Lega, anche se ci è già stato anticipato che possiamo utilizzare la denominazione Calcio Padova Spa che entrerà in vigore dall’1 luglio».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Gli juniores della Biancoscudati Padova scenderanno oggi a Fano, dove alle ore 16.00 si giocherà la gara di ritorno dei quarti di finale del campionato juniores nazionale. I ragazzi di Grandini partono dal due a zero con cui hanno vinto sabato scorso all’Appiani (gol di Bortot e Giuliato), convinti di riuscire ad approdare alla semifinale che si giocherà in un campo da destinarsi giovedì 11, mentre sabato 13 sarà la volta della finalissima che impalmerà la squadra campione nazionale 2014-15 che succederà al Chieri. Nelle altre tre gare rotondo il vantaggio dei romani del San Cesareo sul Monopoli (4-0) e molto incerto l’esito delle altre partite, il Seregno ha vinto a Chieri (1-0) e stesso risultato per lo Scandicci sull’Olympia Celano.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) «Abbiamo comunicato a Sentinelli, Nichele e Ferretti che non rientrano nei nostri piani per la prossima stagione», ha annunciato il direttore sportivo Fabrizio De Poli. «Loro vanno ad aggiungersi a Salvadori, Degrassi, Fenati e Lanzotti, che erano già stati avvisati nei giorni scorsi, così come a Denè». Nei prossimi gironi l’attenzione si concentrerà sui rinnovi. Per Petkovic l’accordo è vicino, per gli altri si procederà ai colloqui società-procuratori: «Cunico è sicuramente uno di quelli che potrebbero rimanere», l’ammissione di De Poli, «E con lui anche Dionisi, Ilari, Petrilli, Amirante, e pure Aperi, se il suo recupero fisico sarà buono. Mazzocco può restare se viene liberato dal Parma, mentre ci sono altre situazioni che stiamo valutando». Sono quelle di Zubin, Busetto, Vanzato, Pittarello, Segato, Cicioni, Mattin, Niccolini e Thomassen.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Abbracci, strette di mano, pacche sulle spalle e un leggero senso di malinconia. Si è consumato così, ieri pomeriggio, l’ultimo commiato della squadra della Biancoscudati Padova, che dopo l’amichevole disputata all’Appiani (e vinta 8-0 su una selezione di amatori padovani, provenienti da otto diverse squadre del campionato Ucp), davanti ad un centinaio di tifosi, ha definitivamente chiuso la sua trionfale stagione. Dopo il rompete le righe, da oggi i giocatori sono ufficialmente in vacanza, e il Padova si ritroverà solo a inizio luglio prima della partenza per il ritiro di Pieve di Cadore. Per qualcuno è stato un arrivederci, per altri ieri è stato il momento dei definitivi saluti.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Questo traguardo l’abbiamo sognato tutti: dalla società, alla città e al pubblico dell’Euganeo. È un passaggio importante, oggi si riannodano i fili di questa squadra con il passato, ma nulla potrà mai cancellare quest’annata straordinaria, ciò che è stato fatto e ciò che ha rappresentato la Biancoscudati Padova». Dal passato al futuro il passo è breve: con il ritorno nei professionisti e la riacquisizione della storica denominazione, il Padova può ripartire da dove s’era fermato una stagione fa. E dopo aver raggiunto i primi obiettivi, è il momento di fissarne di nuovi: «Il prossimo è stabilizzare questa società e rispettare il programma che ci siamo dati. Continueremo a puntare ad un piano triennale per tornare in Serie B, ma la mia speranza è che questo tempo si riduca». Bluff vicentino. Nelle ultime ore si è aperto anche un piccolo caso. Lino Diquigiovanni, presidente del Real Vicenza, dopo aver annunciato che la sua squadra verrà smantellata e che l’attività cesserà (aveva provato a portarla a Treviso), ha svelato di essere stato contattato per entrare nel Padova: «Un’affermazione completamente falsa», taglia corto Bergamin.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) In testa il presidente Giuseppe Bergamin, l’amministratore delegato Roberto Bonetto e il figlio Edoardo, vicepresidente. Ma c’erano anche i consiglieri Moreno Beccaro e Giampaolo Salot (quest’ultimo entrerà presto in società insieme a Tosetto e Poliero), più il commercialista della società, Roberto Fogarollo. A mettere le firme sulle pratiche che hanno sancito il cambio di denominazione, e che hanno variato la ragione sociale portando la società a diventare società per azioni, anche il nuovo collegio sindacale, obbligatorio in questo genere di operazioni: il presidente, Luca Bassan, e i due sindaci effettivi, Giuseppe Fiabane e Manuel Toffanin. La “nuova” denominazione, come detto, sarà effettiva solo dall’1 luglio: tutte le pratiche necessarie all’iscrizione al prossimo campionato da portare avanti prima di tale data saranno effettuate quindi ancora sotto il nome di Biancoscudati Padova Spa. Emozioni e obiettivi. «Devo ammettere che c’è un po’ di emozione», ha spiegato il presidente Bergamin.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) In meno di una stagione, a undici mesi di distanza da quel 24 luglio nel quale vide ufficialmente la luce, la Biancoscudati Padova è riuscita a concretizzare anche il secondo obiettivo che si era posta. Di fronte al notaio Doria, nella stessa sala dell’ufficio di Corso del Popolo nella quale l’estate scorsa era stata ufficialmente costituita, la società di viale Nereo Rocco ha messo nero su bianco la decisione, ampiamente annunciata, di riprendersi la denominazione storica, quella che per 104 anni aveva rappresentato il calcio padovano prima della sciagurata gestione di Diego Penocchio. Il Calcio Padova 1910 è pronto a rientrare sui campi del calcio italiano: lo farà l’anno prossimo, in Lega Pro, e anche se l’avvicendamento con il transitorio nome di “Biancoscudati Padova” utilizzato quest’anno sarà effettivo solo dal primo luglio, quella di ieri è una tappa tanto simbolica quanto fondamentale. La procedura. Nello studio del notaio era presente l’intero cda biancoscudato.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) In un modo o nell’altro c’erano tutti i protagonisti di una lunga epopea. C’erano due capitani storici come Damiano Longhi e Claudio Ottoni, c’era Silvia Fattori in rappresentanza del papà Gildo, la voce del Padova, c’era Francesca Appiani, pronipote di Silvio, nella serata dedicata allo storico stadio intitolato al giocatore biancoscudato morto sul Carso 100 anni fa. L’associazione Padovanità ha organizzato giovedì alle Padovanelle una serata tutta incentrata sullo stadio Appiani. Ovviamente i ricordi hanno fatto da padroni, con tanta nostalgia: «Che rammarico non aver giocato la serie A all’Appiani», le parole di Damiano Longhi, consapevole, come tutti i protagonisti della serata, che per la prima squadra biancoscudata sarà impossibile tornare a giocare in via Carducci. Ma l’Appiani non morirà, e il presidente Bergamin, assieme al Comune di Padova e al principale sponsor dei lavori di ristrutturazione, Interbeau, ha in mente un futuro suggestivo: «A settembre dovrebbero essere ultimati i lavori di restyling per la tribuna ovest», ha spiegato il numero uno di viale Rocco, «Abbiamo pensato a uno stadio moderno, anche per dare un segnale da un punto di vista culturale. Vogliamo eliminare le barriere per avvicinarci ai modelli di Spagna e Inghilterra e attrarre il pubblico alle partite delle nostre giovanili».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Si gioca oggi alle 16 allo stadio Mancini di Fano il ritorno dei quarti di finale per il tricolore juniores. Il Padova scenderà nelle Marche forte del 2-0 maturato nella gara d’andata all’Appiani contro l’Almajuventus. I ragazzi di Grandini, rafforzati nelle ultime partite dai prestiti dalla prima squadra di Bortot, Pittarello e Busetto, possono anche permettersi di perdere con un gol di scarto. Semifinale e finale, in gare uniche e campo neutro, saranno casomai l’11 e 13.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) In difesa piace molto Bizzotto, che sta giocando una buona stagione a Bassano. Nel frattempo ieri nello studio del notaio Doria la società è diventata nuovamente una Spa, in attesa del definitivo ritorno alla denominazione Calcio Padova che avverrà il prossimo 1 luglio. Il presidente Giuseppe Bergamin ha smentito le dichiarazioni del presidente del Real Vicenza, Lino Diquigiovanni, circa una possibile richiesta di sponsorizzazione del club. «Non commento perché non l’abbiamo mai contattato, questa sua affermazione mi ha sorpreso e mi ha lasciato nel contempo indifferente. Io non ho mai parlato con lui, nessuno della società l’ha mai fatto». Resta da chiarire il motivo per cui Diquigiovanni si sarebbe esposto in conferenza stampa su un argomento che, a ben guardare, non dovrebbe essere il suo principale problema in questo preciso momento. Il tempo chiarirà tutto.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «È logico che, dopo il primo anno intero giocato a mille all’ora dopo l’infortunio, l’arto sia stato un po’ sollecitato e sia comparsa un po’ di infiammazione. Ma è tutto a posto». Confermato anche Marco Cunico mentre c’è incertezza su Thomassen, ormai lo zoccolo duro di una decina di giocatori (Petkovic, forse Niccolini, Dionisi, Amirante, Zubin, Aperi, Ilari, Petrilli e Mazzocco) dell’ultima fantastica stagione è stato formato. In attacco arriverà un altro centravanti (Arcidiacono può ricoprire due ruoli ed è in pole-position nonostante il pressing del Teramo) e un altro trequartista (Sgrigna è l’obiettivo numero uno ma non sarà facile). In ballo anche Neto Pereira, al momento in Brasile e Giampietro Zecchin, un cavallo di ritorno che tuttavia non ha lasciato un buon ricordo nella tifoseria. A centrocampo piace De Risio (Benevento), per la difesa si seguono Fabiano (Martina) e Labate (classe ‘96, l’ultimo anno nel Vado).
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Tra campo, mercato e futuro societario. Se sul fronte rinnovi ieri sono arrivate le fumate bianche per Salvatore Amirante, Dan Thomassen e Marco Cunico, si lavora alacremente anche sul fronte societario per allestire una compagine in grado di competere ad alti livelli in Lega Pro. Cominciamo dal capitolo rinnovi. Ieri nella sede di viale Nereo Rocco ha rinnovato Salvatore Amirante, punta di diamante dell’organico biancoscudato. Per lui contratto di un anno e fiducia confermata dopo lo splendido campionato in maglia biancoscudata della passata stagione. «Non è ancora proprio tutto fatto, ma direi che ci siamo — esulta Amirante — sono felicissimo di questa conferma, perché so quanto ci tenessero i tifosi. Il mio ginocchio? Sto benissimo, vorrei rassicurare tutti perché ho letto che sarei stato a rischio, ma ho fatto recentemente una visita che ha confermato come io non abbia alcun problema».
Ore 08.38 – Poule scudetto, la finale: Siena-Akragas 5-3 dopo i calci di rigore. I bianconeri si laureano campioni d’Italia..
Ore 08.36 – Playout, serie D girone C: Dro-Triestina 1-3 dts, Giorgione-Kras Repen 2-1. Salvezza per Triestina e Giorgione, retrocedono Dro e Kras Repen.
Ore 08.34 – Playoff, serie D: AltoVicentino-Delta Porto Tolle 1-2, eliminata la squadra di Rino Dalle Rive.
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 5 giugno: ultima amichevole per i Biancoscudati, mentre dal notaio Doria si sigla il cambio di ragione sociale e denominazione