Live 24! Padova, doppia festa per Carmine Parlato: il mister biancoscudato compie 45 anni

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Ore 21.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Dopo la pausa di riflessione di qualche giorno ecco che Antonio Paganin e il Giorgione hanno deciso di continuare il loro legame. Anche per la prossima stagione il tecnico vicentino ed ex terzino di serie A dell’Inter siederà sulla panchina rossostellata per cercare di migliorare quanto di buono fatto in questa stagione, terminata con la salvezza in extremis nello spareggio contro il Kras Repen. Venerdi sera l’incontro decisivo con il presidente Antonello che subito dopo la conclusione del campionato aveva auspicato una conferma di Paganin e di tutto il gruppo che ha ottenuto la permanenza in D. Probabile ora la conferma di tutto il nucleo di giovani ex Bassano lanciati dal tecnico in prima squadra nel corso della stagione appena conclusa.

Ore 21.10 – (Tribuna di Treviso) Nel segno della continuità. Il Giorgione riparte da Antonio Paganin e prosegue con il “progetto giovani” che tante soddisfazioni ha dato, vista la salvezza in serie D e i trionfi del settore giovanile. La conferma dell’allenatore si unisce a quella del capitano Andrea Gazzola. Probabile la riconferma anche dello staff tecnico, che domani si incontrerà con la società dei fratelli Antonello. Mister Paganin si era preso dieci giorni di tempo, mantenendo la puntualità nella decisione sul suo futuro. «La pausa serviva per due cose. Innanzitutto per goderci il risultato: dopo una cavalcata di dieci mesi c’è euforia ed è giusto rilassarsi. Ho rivisto le partite della stagione e rivissuto il percorso con il mio staff. In secondo luogo, ho dato modo alla società di poter analizzare ciò che è stato fatto in positivo o negativo». Per Paganin è stata decisiva la possibilità di proseguire un progetto. «Il nostro è un punto di partenza, non di arrivo. Bisognava capire se questo gruppo abbia margini di crescita, e ho l’impressione che ci sia la possibilità di aprire un ciclo importante. Un anno? Cinque? La durata non la conosco, ma i presupposti per fare bene ci sono. Non nego di aver avuto contatti con altre società, ma a volte i progetti sono più stimolanti rispetto ad avventure che magari prevedono salti di categoria, nascondendo però punti interrogativi. In questo periodo molti club hanno difficoltà nel dare continuità alle cose: il Giorgione invece ci sta riuscendo, è questo che mi ha fatto spostare l’ago della bilancia». Cosa si può dire riguardo la rosa, composta in gran parte da giocatori bassanesi? «Penso che non ci sarà una rivoluzione, forse c’è da aspettarsi qualche cambiamento. Dipende da molti fattori, su tutti la sorte del Bassano: se sarà promosso in serie B, per un giovane che ha giocato in D non sarebbe semplice trovare spazio. Se invece i giallorossi rimanessero in Lega Pro, qualcuno potrebbe essere richiamato ai piedi del Grappa. Al Giorgione c’è la volontà di valorizzare il vivaio, cercando di portare il maggior numero di ragazzi in prima squadra in modo da competere anche nel concorso “Giovani D valore”. La società ha dimostrato grande maturità, contenendo i costi e mantenendo questa politica». Si ripartirà con più esperienza. «Lo sforzo maggiore è stato compiuto quest’anno: inserire una quindicina di under in un contesto come la D non è stato semplice. Adesso i giocatori hanno quello “storico” che prima non possedevano: conoscono l’intensità, la continuità che il campionato richiede e grazie ai playout hanno anche imparato a gestire bene la pressione, acquistando fiducia nei propri mezzi». Ora le meritate vacanze. «Ci rimetteremo in moto intorno al 22 luglio, alternando amichevoli con squadre di categoria superiore ed altre meno quotate. Probabile anche il mini ritiro in collina, come nella passata stagione. L’obiettivo sarà migliorare i 38 punti di quest’anno».

Ore 20.50 – (Il Piccolo) Dapprima illazioni, poi le ammissioni, la “bomba” che esplode con relativo polverone ed infine un clamoroso retrofront. L’Ufm sembra essersi affezionata alle estati calde, bollenti, piccanti come un magazine da spiaggia: dai mal di pancia di Rocco, agli arrivi solo virtuali di Francioni e Piscopo nella stagione della prima serie D passando per le notti agitate del “gaucho” Acampora di un anno fa, gli ultimi avvenimenti con la proposta-choc della cordata guidata dall’imprenditore Zammarchi hanno contribuito a rendere agitate le acque nel lido di Panzano. La quiete dopo la tempesta, c’è voluto un intervento pubblico del presidente Andrea Brugnolo per rassicurare un po’ tutti sul fatto che Monfalcone avrà ancora la propria squadra sotto la Rocca. E proprio nella festa organizzata venerdì sera dal super-tifoso Mario Lazzari che avrebbe dovuto essere solo un momento di celebrazioni, premiazioni e facce allegre (è stato così dopo le parole di Brugnolo) prima serpeggiava un po’ di inquietudine la domanda che tutti si ponevano era la stessa, «Che fine faremo»? E c’è qualcuno che ha vissuto gli ultimi giorni con particolare trasporto ed emotività come il portierone Michele Contento: «Sono state ore nelle quali un tourbillon di pensieri si scontravano tra di loro, l’ho vissuta con molta, troppa apprensione tanto che mia moglie mi ha ricordato che sono pur sempre un giocatore e non una delle parti in causa. A ragione. Dentro di me l’interesse, la curiosità e la tensione su cosa avrebbe potuto accadere poichè preso in causa da ambo le parti: se un congiungimento tra le due società avesse fatto gioire la mia triestinità dall’altra i sei anni con la maglia biancazzurra che sento ormai mia come una seconda pelle avrebbero subito l’effetto contrario. Per come sembrano essersi messe le cose sarà l’esatto contrario. Monfalcone – continua Michele Contento – ha una sua storia calcistica che abbiamo contribuito a scrivere con l’Ufm, questo annuncio mi è apparso troppo frettoloso: passare da quattro righe a un preliminare ormai chiuso mi è sembrato fuori luogo. C’è da dire che ci sono diversi interessi in ballo, Brugnolo ha solo colto un’occasione senza andarsene in cerca mentre dall’altra parte sembra che qualcuno volesse mettere pressione a Pontrelli. Sicuramente da Trieste qualcuno storcerà il naso sull’opportunità caduta a vuoto con Brugnolo che da potenziale salvatore della patria sarà criticato, mi permetto solo di dire che non è mai facile giudicare se non si conoscono i dettagli e il comportamento tenuto dalle controparti: i conti si fanno dalla A alla Z». Mister Zoratti, nel caso l’operazione fosse andata in porto sarebbe ugualmente stato confermato al timone, pensa esclusivamente al prossimo campionato: «Faccio solo l’allenatore, qualsiasi cosa abbia scelto Brugnolo è per il bene del calcio a Monfalcone, questo posso dirlo. Andremo avanti con le nostre forze, non eccelse, provando a mettere insieme un gruppo coeso, compatto. Partiremo il 20 luglio, dalla prossima settimana ci metteremo ad un tavolino e analizzeremo il tutto». Intanto Totò Acampora saluta e se ne va, è ormai ufficiale il suo approdo all’Ital-Lenti Belluno.

Ore 20.30 – (Il Piccolo) Sono passate due settimane da quella sua meravigliosa rovesciata che ha fatto impazzire i tifosi alabardati a Dro, e anche se tutto attorno le cose stanno cambiando alla velocità della luce, comprensibilmente Daniele Rocco non ha ancora smesso di pensare a quel gol salvezza che in qualche modo ha fatto la storia: «Da quel giorno ci ripenso ancora di continuo – ammette il bomber monfalconese – per me è stata una gioia indescrivibile, un ricordo bellissimo, stupendo. Se è stato il momento più bello della mia carriera? Assolutamente sì. È stato bello che poi tanti tifosi mi abbiano ringraziato per il gol e per aver avuto un ruolo così importante nella salvezza della squadra». Già, difficile archiviare e mettere alle spalle quel momento fatidico e quella intuizione geniale, che lo stesso Rocco ancora non sa quasi spiegarsi: «Sinceramente non so quando è arrivata la palla cosa ho pensato, la rovesciata è stata una cosa che mi è venuta lì sul momento, un gesto istintivo: ho deciso di far così ed è andata bene. E devo ammettere che non ero affatto lucido, anzi dopo 120 minuti con quel caldo ero alla frutta, avevo giusto quelle poche forze che per il finale di partita». Il paradosso, è che adesso di quella Triestina 2012 ai tifosi che hanno fatto festa a Dro non interessa praticamente più nulla. In queste settimane si era parlato del possibile accordo tra il gruppo capeggiato da Zanmarchi e l’Ufm di Brugnolo che avrebbe potuto portare a una Triestina bis. Una trattativa che da parte monfalconese si dice sospesa. Se dovesse ripartire nei prossimi giorni, invece, lo stesso Daniele Rocco, monfalconese innamorato da sempre della maglia alabardata, potrebbe diventare curiosamente oggetto di una contesa fra le due diverse entità. Nel frattempo, il bomber non vuole sbilanciarsi e attende con ansia notizie, perché anche lui afferma di non saper nulla di certo su quello potrebbe succedere: «Io da quel giorno di Dro non ho mai sentito nessuno – dice Rocco – ma mi sarebbe piaciuto che qualcuno mi avesse chiamato. Insomma non ho avuto nessuna novità: so che di cose in questi giorni ne stanno accadendo tante, ma anch’io vorrei sinceramente capire davvero cosa sta succedendo». Anche perché, se un’eventuale nascitura Nuova Triestina o la stessa Triestina 2012 vorranno accaparrarsi il bomber, dovranno per forza cominciare a muoversi. Con quel super campionato che ha fatto, è ovvio che Rocco infatti sia nel mirino di più di qualche squadra: «Io qualche proposta da altre squadre l’ho già avuta, ma intanto è ancora presto per dare l’ok a qualcuno, e poi aspetto con ansia di capire cosa succede a Trieste. Perché è ovvio che un occhio di riguardo ce l’ho per la mia città. Era il mio sogno da ragazzino indossare questa maglia, sono riuscito a realizzarlo, ho fatto bene e adesso ovviamente mi piacerebbe restare».

Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Mentre da Monfalcone si smentisce la “fusione” con Trieste, a Fontanafredda si cercano i giovani. Ha concluso le due operazioni di mercato più importanti, la squadra di Maurizio De Pieri. L’attacco potrà contare su Riccardo Zambon e Daniel Paciulli, due colpi piazzati in poche ore dallo staff rossonero. Arrivato pure l’ok alla permanenza di Ortolan e anche in mezzo le cose cambieranno poco. Ecco allora che si aprirà il capitolo giovani. Sarà lì che il club dovrà maggiormente intervenire, magari guardando al Veneto, come bacino d’utenza privilegiato. Nel frattempo Malerba torna fortemente in bilico, Roveredo pure e Florean ha praticamente le valigie in mano (Portomansuè, Eccellenza veneta). Si aspetta l’offerta concreta di Belluno e Altovicentino per Alcantara, il giovane esterno offensivo rossonero che potrebbe permettere, facendo “cassa”, un nuovo rilancio nella seconda parte del mercato. Definitivamente perso Davide Diaw, che non viene mollato dalla Virtus Corno. TAMAI – Due sogni delle Furie rosse potrebbero diventare realtà nelle prossime settimane. Si chiamano Michele Lestani e Alberto Paladin. Il primo andrebbe a rinforzare un reparto che già gode delle riconferme di Fabrizio Petris e Luca Ursella, e al momento è l’obiettivo più vicino, visti i contatti precedenti. Per il secondo, invece, bisogna aspettare che il Pordenone faccia chiarezza sul suo immediato futuro. Dopodiché il Tamai andrà all’attacco della punta classe 1994, autore di due gol nell’ultimo campionato di Lega Pro. Chanches basse, invece, per trattenere Federico Furlan, braccato dalla Liventina Gorghense. A quel punto, nonostante la conferma di Sellan, sarà necessario tornare in pista per un altro attaccante. SACILESE – Perso il capitano, che ormai ha in mano l’accordo con l’Altovicentino di Zironelli, lasciano anche Baggio, Beccia e Boscolo Papo (potrebbe aggregarsi anche Mboup). Si attende la destinazione per Spagnoli, Beccaro e Sottovia. Questi ultimi tre potrebbero sbarcare in Legapro.

Ore 19.50 – (Messaggero Veneto) Se in attacco si va verso una rivoluzione, in difesa il Tamai ha scelto di ripartire dalle solide basi del recente passato. La società ha comunicato di aver trovato l’accordo anche per la prossima stagione con l’esperto portiere Tommaso Peresson, il centrale Simone Brustolon, il duttile Luca Colombera e con l’altra colonna della retroguardia, Alberto Faloppa. Quest’ultimo era molto richiesto dal Belluno, in cui avrebbe ritrovato il “gemello” ai tempi della Sacilese, Roberto Vecchiato, tecnico gialloblu, ma ha scelto di rimanere alla corte di Stefano De Agostini. Prossimi alla conferma i giovani Alberto Dal Bianco e Riccardo Bozzetto. Fiducia rinnovata pure allo staff tecnico: il preparatore atletico Corrado Gasparini, l’allenatore dei portieri, Elvis Padoan e la fisioterapista, Clara Toffoli. Novità sul fronte dirigenziale con l’ingresso di Edio Pignat, già ds dell’Azzanese, nelle vesti di collaboratore tecnico.

Ore 19.20 – (Corriere delle Alpi) Mercato in fermento in casa Ripa Fenadora. È caldo il nome della punta argentina Gustavo Ferretti del Padova. Sul fronte attacco, potrebbe essere il trentunenne di Tolosa La Plata (ex Marano, Legnago e Unione Venezia) il candidato a sostituire Gianmarco Brotto. Per lui 10 gol nell’ultimo campionato con la maglia dei Biancoscudati, dopo averne segnati 23 l’anno prima con il Marano nella sua stagione più prolifica. A centrocampo il nome nuovo che sta suscitando l’interesse della società neroverde è quello del trequartista Matteo Giglio, quest’anno al Montebelluna con cui ha segnato 12 gol in 31 presenze. Classe 1991, nativo di Pordenone, trascorsi al Tamai e con le maglie di Sanvitese e Andria Bat, è entrato nei radar di mercato dell’Union, che nei prossimi giorni proverà a convincerlo. Si è raffreddata di molto invece la pista Dal Dosso: il centrocampista (nell’ultima stagione all’Altovicentino) sul quale il nuovo diesse del Ripa Fenadora Bizzotto aveva fatto un pensierino, nelle ultime ore si è allontanato dall’orbita neroverde. Essendo tramontata la speranza di arrivare a lui, per il centrocampo si guarda ancora a Padova: è possibile Matteo Nichele, trentaquattrenne nato a Bassano che nella sua carriera ha sempre giocato tra la D e la C2 (dal 2003 al 2009 con Bellunoponte, Portosummaga, Bassano Virtus e Carpenedolo). Sia Nichele che Ferretti, ha fatto sapere il ds dei Biancoscudati De Poli, non rientrano nei piani del Padova. Nel capitolo uscite, da registrare il passaggio al Cartigliano del difensore del 1995 Alex Pellizzer, che nell’ultima parte della stagione era già a mezzo servizio, dopo aver accettato un’offerta di lavoro lontano da Feltre.

Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) I vecchi tifosi neroverdi stanno con Lovisa. A prescidere da qualsiasi decisione il presidente voglia prendere nel prossimo futuro. Indipendentemente da quello che “re Mauro” insieme con i suoi soci diranno nella conferenza stampa che hanno indetto per domani pomeriggio (18.30) al De Marchi, non dovrebbero esserci grandi sorprese. Lovisa ha già detto che vuole fortissimamente il ripescaggio in LegaPro e di avere i soldi necessari sia per coprire (assieme ai soci) la fideiussione (600 mila euro) da presentare al momento dell’iscrizione alla LegaPro che il bonus (altri 600 mila, che forse diventeranno 400) pro Figc a fondo perduto. Senza attendere le parole ufficiali del presidente, i “vecchi tifosi neroverdi” professano la loro fede incondizionata a re Mauro. LETTERA D’AMORE – La dichiarazione è stata scritta e distribuita in forma di volantino ieri in città. In testa una foto in cui Bolzonello, Lovisa e Rossitto si abbracciano. Riportiamo integralmente e fedelmente la lettera d’amore: «Grazie presidente Lovisa, in questi tre anni in cui ci hai fatto vivere emozioni esaltanti che mai i nostri gloriosi colori neroverdi ci avevano regalato. Nemmeno ai tempi mitici di Jut, Piva, “Ruspa” Bernardis e Gianni Renzulli e del trio veronese “PaPaPa” (Pasetto, Pancrazio, Pastorello per chi non c’era). Mai la città si è così stretta alla propria squadra e mai si era visto calcio al Bottecchia come quest’anno (in D prevalgono quasi sempre i “calci”, ndr). Lei ha creato un settore giovanile straordinario, come Pordenone non ha mai avuto. Passare al De Marchi (un gioiello che tutti ci invidiano e qui il grazie va a Sergio Bolzonello), specie nella bella stagione, e vedere tanti bambini, ragazzi e giovani appassionarsi a un gioco così bello e sano (almeno a quei livelli) è sempre un’emozione meravigliosa. In questi anni ci ha fatto battere il cuore, prima con i grandi capitani Ciccio (Campaner, ndr) e Max (Sessolo); poi con le rocce Nicco (Niccolini) e Rupolo; quindi con le dighe Daniele (Mattielig) e Matteo (Nichele) e con il grandissimo capitan Zubo (Zubin). Anche in questa stagione grandi sono state le emozioni con Gianni (Careri, ndr), Fede (Maracchi) e tutti gli altri. Su tutti il cuore più grande, quello del capitano Denis (Maccan), che ci ha regalato il gioiello di Este e lo scudetto». Non è finita. «Indimenticabili – aggiungono – sono state le due serate di festa in piazza XX Settembre. Qualsiasi scelta lei intenda fare, adesso va solo rispettata. La città le sarà sempre grata per tutte le emozioni che insieme ai soci (Giampaolo Zuzzi in testa) ha saputo regalarci. Grazie, presidente, dai vecchi tifosi neroverdi».

Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) Un matrimonio ai titoli di coda. Quello tra Fabio Rossitto e il Pordenone sembra proprio destinato a interrompersi. Ma nell’attesa dell’ufficialità, che potrebbe arrivare già domani sera nel corso della conferenza stampa in cui il presidente Lovisa illustrerà i progetti futuri del club neroverde, tra i tifosi l’interrogativo rimane: Fabio sì o Fabio no? Perché sì. «Se potessi scegliere io – fa sapere Moreno Burlina, responsabile del fan club del Cafè Nogaredo di Cordenons – non avrei dubbi: confermerei Rossitto. Può essere l’allenatore giusto sia in serie D sia in Lega Pro, qualora fossimo ripescati. E non dimentichiamoci che con lui in panchina il Pordenone ha raccolto 30 punti: se ci fosse stato Rossitto sin dall’inizio probabilmente il campionato sarebbe stato chiuso nella parte medio-alta della classifica». Risultati a parte, Rossitto ha cementato un gruppo che appariva scollato e demotivato, ha saputo riportare entusiasmo dentro e fuori dal campo, anche grazie alla sua “pordenonesità”, che ha cementato l’orgoglio della tifoseria neroverde. Perché no. Ma rimane l’onta della retrocessione. Rossitto ha pagato errori anche non suoi, ma sta di fatto che ha fallito le due gare più importanti, quelle col Monza nei play-out. A qualcuno non è proprio piaciuto il modo con cui ha gestito il doppio vantaggio nella gara di ritorno. Inoltre il rapporto tra lui e il presidente Lovisa, per quanto fondato su stima reciproca, continua ad essere d’amore e “odio”. Il presidente ha il pallino del «bel gioco», il tecnico punta su concretezza e sacrificio, concedendo forse poco agli esteti. Sta di fatto che si è vicini al divorzio-bis, dopo quello consumatosi nell’estate del 2013 dopo la sconfitta nei play- off di serie D con il Real Vicenza. Chi al suo posto? L’idea Pasa, ex neroverde e ormai tecnico ex tecnico del Montebelluna, non dispiace affatto al popolo neroverde. «Se Rossitto non dovesse rimanere – chiosa Burlina -, Pasa è il mio preferito. Sa lavorare benissimo con i giovani ed è legato ai nostri colori, rappresentando un giocatore importante del passato neroverde. Anche lui sarebbe adatto sia in serie D che in Lega Pro». Intanto si continua a sperare nel ripescaggio. Continuano ad aumentare i posti vacanti in Lega Pro. Il Real Vicenza ha rinunciato ad iscriversi, il Barletta pare a rischio e il Monza, che ha condannato il Pordenone alla retrocessione, lunedì 15 giugno finirà all’asta.

Ore 18.00 – Como- Bassano – primo round della finale playoff di LegaPro: il Como di Carlo Sabatini conquista un’importante vittoria al Sinigaglia, con un rotondo 2-0. Per il Bassano un brutto pomeriggio che rischia di compromettere le velleità di promozione dei giallorossi. Tra una settimana al Mercante la Virtus dovrà vincere con almeno due gol di scarto per riuscire a festeggiare. A decidere la partita una rete nel primo tempo di Le Noci e il raddoppio a metà della ripresa di Ganz. Il Bassano recrimina per un palo di Cattaneo che poteva riequilibrare il match.

Ore 17.50 – Andata finale playoff Lega Pro, fischio finale: Como-Bassano 2-0.

Ore 17.40 – Raddoppio del Como, rete di Ganz. Como-Bassano 2-0.

Ore 17.30 – (Gazzetta di Mantova) Dopo che mister Ivan Juric ed il suo staff hanno, malinconicamente, abbandonato lo spogliatoio a conclusione di un’avventura che per prologo, svolgimento ed epilogo non dimenticheranno facilmente, i giocatori stanno più o meno gradatamente cominciando a cercare di organizzarsi per il futuro. Del resto gli incontri tenuti dagli aspiranti compratori bresciani, in formazione provvisoria ma ugualmente dotata di carta bianca, hanno creato in gran parte dei biancorossi più di una perplessità circa la conferma, nonostante il contratto non risulti in scadenza per il prossimo martedì 30 giugno. La distanza fra domanda e offerta, al di là della “disponibilità” dei rispettivi procuratori, rimane tale da fugare ben pochi dubbi in chi è rimasto piacevolmente colpito dall’impegno con il quale la squadra di Juric si è disimpegnata e salvata. Il più vicino a cambiare casacca è il capitano Angelo Siniscalchi, che teoricamente è tuttora in attesa di novità. Nei fatti il suo cuore, e il suo portafogli, hanno già scelto ed è durissima dar loro torto: «Io a Mantova sono stato benissimo, quest’anno – sottolinea il migliore difensore della stagione nel girone A, che potrebbe andare alla Cremonese – spero innanzitutto che ci sia una soluzione positiva della vicenda societaria, la città e i suoi meravigliosi tifosi meritano di non doversi tormentare per fatti extracampionato. Vedremo cosa uscirà la prossima settimana, sia per la società che per me». Le speranze di un accordo per la conferma sono pressochè nulle: «Troppa la differenza fra domanda e offerta – spiega Siniscalchi – non vedo segnali confortanti al riguardo. Mi dispiace davvero molto, ad un certo punto però devo soprattutto pensare alla mia famiglia e a garantirle serenità e sicurezza economica». La partenza è quindi all’orizzonte: «Sarà difficile, durissimo lasciare Mantova – sottolinea il difensore – io provo a mantenere ancora un filo di speranza perchè quella è l’ultima a morire. E chissà che questa settimana non arrivi quella notizia che tanto vorrei». Fra chi ha ancora il contratto c’è anche l’esterno Manuel Scalise, che si dice deciso a rimanere: «Mantova è una piazza in cui mi sono trovato bene, sicuramente la mia volontà è quella di scegliere la soluzione migliore per la carriera. Se ci sarà un progetto serio, che ben venga. Sarò ben felice di dare il mio contributo”. Da definire anche la permanenza, pur se attualmente è senza contratto, di Silvano Raggio Garibaldi, che dopo la retrocessione in Lega Pro dell’Entella, ha più di un motivo per pensare a rimanere in maglia biancorossa.

Ore 17.10 – (Gazzetta di Mantova) Non si dovrebbe dire, forse per scaramanzia o per fede nei miracoli, ma l’ottimismo di chi dà per vicina, imminente la soluzione della trattativa fra la Sdl e i soci mantovani, con il presidente Nicola Di Matteo, a tratti par persino troppo pacato e c’è chi giura di sentire a tratti la Marcia Nuziale. A tratti perchè subito dopo, quasi come una campana sorda quanto la Gertrude di Guareschi, da Rezzato arrivano tonfi di pessimismo, che rigettano nella preoccupazione tutti gli innamorati del calcio biancorosso. I fatti: ieri pomeriggio il summit fra i soci mantovani, l’ennesimo, avrebbe dovuto ufficializzare la tempistica per la stipula dell’accordo relativo al passaggio delle quote dal presidente Di Matteo, Bompieri, Tirelli e Giovanardi al gruppo Sdl, che giovedì se n’era andato dalla sede di viale Te quasi sbattendo la porta con lo sguardo rabbuiato, però senza fare troppo rumore… Da Verona Michele Lodi ha dimostrato nei fatti di avere iniziato a porre rimedio alle posizioni debitorie che assillano gli aspiranti compratori, ma ha anche fatto sapere di avere mensilmente a disposizione solo una parte della cifra che Sdl vorrebbe invece subito, o quasi, sul tavolo per azzerare l’intera situazione debitoria dell’ex presidente (qualche centinaio di migliaia di euro facente riferimento ad alcuni fornitori, con i quali l’ex presidente è d’accordo per scrivere le clausole di restituzione). La novità emersa dall’incontro di ieri è la disponibilità da parte dei soci mantovani ad anticipare a Sdl la copertura del debito di Lodi, salvo poi ottenere dallo stesso la restituzione del debito. È il consigliere Carlo Giovanardi a spiegare la posizione dell’attuale maggioranza, se si dà per probabile l’assenso di Di Matteo alla svolta nella trattativa: «Le distanze fra la posizione di Sdl e quella di Lodi rimangono e non vi sono i margini perchè diminuiscano d’incanto, vista l’impossibilità dell’ex presidente a provvedere al saldo delle spettanze nei tempi richiesti dagli aspiranti compratori e l’attuale indisponibilità degli imprenditori bresciani ad accettare questa “variante in corso d’opera” della procedura di chiusura delle posizioni debitorie. Il nostro lavoro ora è teso a fare in modo che la Sdl accetti che il pagamento del rimanente debito di Lodi venga effettuato da noi, che abbiamo deciso di dare anche questo aiuto alla sigla dell’accordo pur di non vedere saltare il tavolo. Per ora da Rezzato non ci sono arrivati riscontri positivi a questa possibilità, e sono convinto che se la Sdl non dovesse accettare il nostro subentro nella completa copertura del debito di Michele Lodi la trattativa sarebbe finita per davvero, definitivamente». L’attuale atteggiamento intransigente del gruppo bresciano potrebbe essere ribadito (o, c’è chi spera, smentito) qualora Musso e i suoi collaboratori accogliessero le garanzie di copertura del debito poste dai mantovani. Ma, è bene ammetterlo per evitare di sognare, per adesso le possibilità positive e negative si equivalgono: la barca del Mantova sembra ancora troppo simile al “piccolo naviglio” di Laurel & Hardy, tutto può ancora capitare. Intanto è slittata la convocazione ai 3 Re di Castellucchio del gruppo di imprenditori convocati per aiutare il Mantova. Chissà che proprio questi non diventino l’ultimissima alternativa per non veder fallire la società, ancora una volta.

Ore 16.50 – Fine primo tempo: Como-Bassano 1-0.

Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Fu il grande artefice del “Real Vicenza”, ma anche in laguna lasciò un segno importante. Il calcio italiano sta piangendo la scomparsa a 89 anni, 57 dei quali dedicati al pallone, di Giovan Battista Fabbri, le cui esequie si sono svolte ieri mattina a Chiesuol del Fosso (Ferrara). Gibì Fabbri arrivò sulla panchina dell’allora VeneziaMestre nell’88/89: il team arancioneroverde era appena stato promosso in C1 con Ferruccio Mazzola, ma in estate il presidente Maurizio Zamparini si fece abbagliare dal nuovo “profeta della zona” Aldo Cerantola. Dopo 4 ko nelle prime 4 uscite l’infatuazione finì e si puntò sull’esperienza e i pochi fronzoli di Gibì. Ben prima di arrivare al VeneziaMestre il tecnico bolognese aveva inventato attaccante il Pablito Rossi del Mundial di Spagna ’82, sfiorato lo scudetto nel ’78 col Lanerossi Vicenza, regalato all’Ascoli uno storico 4. posto in serie A e portato in B il Catanzaro, traguardo ripetuto con la sua Spal risalendo dalla C2. «Per me l’addio di mister Fabbri è davvero una brutta notizia – l’amarezza di Michele Serena, attuale allenatore di un Venezia perennemente a secco di news dal patron Korablin – perché a lui è legata la mia prima vera stagione da protagonista. In quel VeneziaMestre mi fece giocare sempre, all’ala a sostegno dell’attaccante Solimeno; la salvezza arrivò senza problemi dopo il brutto inizio e il Baracca era sempre pieno». Serena nell’estate ’89 finì in rampa di lancio e pochi mesi dopo fu acquistato dalla Juventus. «Un allenatore vecchio stampo – prosegue – che disegnava serpentine col gessetto sulla lavagna e spiegava tutto con grande semplicità. Non sarebbe mai uscito dal campo e non si faceva problemi a “tirarlo” col trattorino a fine allenamento». Già all’epoca il team manager arancioneroverde era il fedelissimo Bruno Musco che lo ricorda con simpatia. «”Io non ho mai visto i campi in salita”, borbottava per le invenzioni dei primi preparatori atletici. Se n’è andata una persona solare e disponibile al dialogo. A tavola diceva sempre allo staff “oggi mangiamo come i giocatori”, poi però a lui arrivavano piatti di pesce invece della pasta poco condita. La salvezza con quel VeneziaMestre fu davvero fondamentale per costruire le successive vittorie».

Ore 16.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Tutto dipende da Yuri Korablin. E sotto questo punto di vista, a Venezia non ci sono certo novità. La novità importante di giornata, però, è che dietro le quinte si muove un piano B per cercare di salvare la società da un nuovo fallimento in caso il patron russo non prosegua la sua avventura alla guida del club lagunare. E che c’è un imprenditore veneto, non veneziano ma probabilmente vicentino, che ha già dato disponibilità di massima a rilevare il club. Serve un milione e mezzo subito, a cui vanno aggiunti 400mila euro per l’iscrizione per l’ordinaria amministrazione, poi ovviamente serviranno altri soldi per affrontare la stagione agonistica (diciamo un minimo di due milioni). Il problema principale è che fino a quando Korablin non deciderà cosa fare, nessuno può permettersi di fare il primo passo. Tutto farebbe pensare che il mister x veneto sia Lino Diquigiovanni, attuale patron del Real Vicenza, che ha già dichiarato più volte come dalla laguna sia partita più di qualche telefonata informativa. Fioccano su questo fronte le smentite, così come fioccano le smentite su Rino Dalle Rive, altro imprenditore «inquieto» in cerca di visibilità lontano da Valdagno. Le fonti consultate ipotizzano un asso pigliatutto fuori dalla mischia (si parla pure di Lino Chilese dell’Union ArziChiampo) pronto a entrare in scena al momento opportuno, fermo restando che prima di tutto dovrà decidersi Korablin. C’è ancora tempo, ma ce n’è poco. Entro il 30 giugno bisogna iscrivere la squadra, a cui pesano tantissimo i soldi per la gestione dello stadio Penzo (cifra superiore ai 200mila euro) più i costi di trasporto (elevatissimi e nell’ordine di qualche decina di migliaia di euro). Dalle decisioni del patron dipende il futuro del club arancioneroverde, quello del dg Dante Scibilia e quello del ds Ivone De Franceschi. Il quale sta attendendo notizie, mentre ha fatto partire le prime telefonate per non farsi trovare impreparato se il patron decidesse di rilanciare. Nonostante siano appena due i giocatori sotto contratto (Elia Legati e Andrea Raimondi), anche in caso di budget ridotto De Franceschi è convinto di poter fare una squadra all’altezza. I tifosi sono preoccupati e spazientiti, ma allo stesso tempo sperano che i precedenti in qualche modo possano essere considerati «beneauguranti», visto che non è la prima volta che Korablin si comporta in questo modo.

Ore 16.15 – Como in vantaggio, a segno Le Noci. Como-Bassano 1-0.

Ora 16.00 – Inizia Como-Bassano, finale d’andata dei playoff di Lega Pro.

Ore 15.30 – (Giornale di Vicenza) Tutto tace in casa Real Vicenza. Sono passati solo pochi giorni dalla conferenza stampa del presidente Lino Diquigiovanni, ma sembra che al momento le forti parole del patron biancorosso non abbiamo trovato riscontro né in provincia, né tanto meno a Treviso. Dalla città della Marca arrivano segnali scoraggianti: la presentazione del nuovo Acd Treviso spegne, o comunque affievolisce, le speranze di un possibile ripensamento del sindaco Giovanni Manildo. E allora il capolinea sembra più vicino. Una situazione che ha del paradossale. Tanti protagonisti di questa stagione del Real hanno avuto parole di elogio ed encomio per la società di Diquigiovanni. Marcolini in primis, seguito a ruota dal suo staff e dai suoi ragazzi, hanno descritto l´ambiente biancorosso come ideale per lavorare bene. Un gruppo fantastico. Che oggi sembra però non avere futuro. Perché? Di questi tempi vedere club in difficoltà costretti a chiudere, non fa neanche più di tanto scalpore. Ma di mezzo c´è la crisi. E invece al Real la situazione economica non è un problema. Il problema è il pubblico. «Credo di essere un uomo di sport, lo sport per me è come l´ossigeno. Mi piace l´agonismo, mi piace vincere e lottare per vincere ­ ha detto Diquigiovanni ­ ho ottenuto risultati importanti nella mia vita. Ma sono stanco di fare calcio per me stesso, sono già appagato per questo. Credo che il calcio sia per tutti, non solo per una persona. Per quello l´ipotesi Treviso era quella che mi avrebbe fatto andare avanti. Là c´è una città intera che ha fame di calcio, sarebbe stato come Vicenza». Ma l´amministrazione comunale di Treviso ha detto no.

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Per chiudere la stagione 2014/2015 manca solo il nome della terza promossa in A, ma molte società sono già al lavoro per la prossima. E’ il caso del Perugia che ha scelto, come tecnicO, Pierpaolo Bisoli al posto di Cristiano Bergodi. L’ex di Cesena, Bologna e Cagliari ha firmato un biennale con opzione per il terzo anno, ricevendo ampie garanzie di avere a disposizione una squadra lotterà per la A. Sulla strada della continuità Livorno e Latina hanno invece dato fiducia alla scelta fatta a stagione in corso, confermando Christian Panucci e Mark Iuliano. Il Crotone ha salutato Massimo Drago che pare destinato al Cesena, mentre il Cagliari sta lavorando per definire il nuovo allenatore entro la settimana prossima. Proprio la società sarda, che aveva puntato decisamente sull’ex allenatore dell’Empoli Maurizio Sarri, accordatosi però con il Napoli, sta pensando di affidare la panchina a Pasquale Marino, il tecnico del Vicenza che con la società berica ha un contratto fino al giugno del 2016. In Sardegna girano i nomi anche di Andrea Stramaccioni e Mario Beretta, ma nelle ultime ore sembra che Stefano Capozucca, il nuovo diesse dei sardi, abbia sciolto gli indugi puntando su Marino, protagonista di una grande stagione a Vicenza. Sul tecnico ci sono anche il Catania e l’Empoli, anche se la società toscana lunedì dovrebbe accordarsi con Marco Giampaolo, a Cremona nella scorsa stagione. Marino quindi pare diretto verso Cagliari, convinto dal programma e dalla voglia della società di tornare subito in A. Inoltre Capozucca e Marino si conoscono bene, c’è stima tra i due, nata quando hanno collaborato nel Genoa. Marino quindi pare sempre più lontano dal Vicenza nonostante l’incontro di venerdì con i vertici societari (tra cui pare fossero presenti anche Alfredo Pastorelli e Marco Franchetto) si sia concluso con l’accordo di risentirsi ad inizio della settimana. Il Vicenza però, in previsione dell’addio di Marino, ha già mosso i primi passi per scegliere la nuova guida tecnica e, da quanto trapela, la figura che trova maggiori consensi è quella di Devis Mangia che nella scorsa stagione ha guidato il Bari, venendo esonerato a novembre dopo la sconfitta subita a Crotone. In via Schio tutti però si augurano di poter trattenere Marino, e per farlo la società sta lavorando a stretto contatto con i soci della Vi.Fin. Spa che, dopo aver versato, sotto forma di prestito, oltre un milione ad aprile nelle casse biancorosse, adesso potrebbero decidere di acquisire quote, anche di maggioranza, del Vicenza calcio, sostenendo l’attuale proprietà che, oppressa da circa 14 milioni di euro, è in evidente difficoltà. «Ci stiamo parlando e stiamo decidendo cosa fare – spiega il presidente di Vi.Fin. Alfredo Pastorelli – ad oggi non posso dire quello che faremo perché semplicemente non lo sappiamo. L’intenzione è quella di operare per il bene del Vicenza, ma ci sono molte situazioni che andranno valutate con attenzione prima di decidere». L’incontro dovrebbe essere per mercoledì prossimo.

Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) La piccola chiesa di Chiesuol del Fosso certamente non sarebbe bastata a ospitare i moltissimi amici che hanno portato ieri mattina l´ultimo saluto a Gibì Fabbri, l´artefice del Real Vicenza. Ci si è così spostati nella struttura del PalaNobis, adiacente la chiesa, davvero gremita: Gigi Delneri, Edy Reja, moltissimi ex giocatori del Vicenza 1977-78 e della Spal. C´erano il presidente di allora Giussy Farina e davvero tanti dei giocatori di quel Vicenza che fece sognare: Bonafè, Briaschi, Carrera, Cerilli, Galli, Lelj, Filippi, Secondini, Verza.«Di Gibì ho un bellissimo ricordo le parole di Farina – assieme a lui ho passato gli anni sportivi migliori. Fabbri era un bravo allenatore, aiutava molto tutti dando tranquillità». «È stato il mio allenatore ha ricordato Briaschi – quello che mi ha cambiato la vita portandomi in prima squadra. Grande ricordo di una grande persona».Il protagonista di quel Vicenza era Paolo Rossi: lui non c´era perché a Berlino nella sua veste di commentatore di Sky per la finale di Champions della Juve. «Sono qui con il lutto nel cuore per la scomparsa del maestro G.B.Fabbri ha scritto Pablito sulla propria pagina ufficiale di Facebook – quando se ne va un padre è sempre un dolore atroce, una realtà dura da digerire. Questo è stato G.B.Fabbri per me. Questo sarà per l´eternità. E´ stato lui a intuire il mio ruolo di centravanti, lui a darmi fiducia».In bella vista sulla bara dell´amatissimo allenatore c´erano la sciarpa del Vicenza, la maglia e la sciarpa della Spal, come del resto la sciarpa del Bologna, accanto diversi mazzi di fiori, a dimostrazione dell´affetto che provavano tutti nei confronti di Fabbri. «Dall´alto ci guarda e ci vede il ricordo di Don Umberto Poli durante l´omelia – siamo qua a ringraziare Dio che ci ha dato Fabbri, che ogni domenica era a messa a Chiesuol del Fosso: con il suo humour che dava serenità faceva arrabbiare le pie donne. Mi piace il fatto che la serenità di G.B. abbia creato nei giocatori un clima davvero meraviglioso. Orgogliosi di ciò che ha fatto. A Ferrara Fabbri ha lasciato un´impronta e un segno. G.B. aveva dei valori umani ha chiuso il padre spirituale della Spal – era per i giovani un esempio, tanto che anche i giocatori erano figli suoi».A distanza di tanti anni indelebile il ricordo lasciato anche a Vicenza dal creatore della squadra Real.

Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Questione di giorni, ma sembra proprio che in settimana Tiziano Cunico presenterà le dimissioni dalla carica di presidente del Vicenza Calcio alla quale era stato nominato più di due anni fa, alla metà di marzo del 2013. E alla fine del mese scadrà anche il mandato del commercialista di Pordenone Ippolito Gallovich, nominato advisor per la cessione del club di via Schio all´inizio di agosto del 2013: l´incarico, che gli era stato prolungato di un anno l´estate scorsa, non sarà più rinnovato. Nelle prossime settimane bisognerà anche verificare quali saranno le scelte di Vi.Fin. Spa, la finanziaria presieduta da Alfredo Pastorelli e costituita a metà aprile di quest´anno da alcuni imprenditori vicentini che ha garantito attraverso un finanziamento il regolare completamento della stagione e dell´esercizio finanziario del Vicenza Calcio, che altrimenti forse non avrebbe potuto onorare le ultime scadenze di pagamento nei tempi richiesti dalla FIGC. Se a tutto ciò aggiungiamo che tra il 25 e il 30 giugno vanno rispettati tutti gli adempimenti previsti dal Consiglio federale per l´iscrizione alla serie B del prossimo anno, c´è n´è abbastanza per capire che il Vicenza si accinge a giocare una partita importante per il suo futuro anche sotto il profilo societario, dopo aver mancato di un niente sul campo l´accesso alla finale per la promozione.Ripartiamo proprio da qui. Se infatti il Vicenza fosse riuscito a centrare la più inattesa delle imprese, e cioè il salto in serie A, la promozione avrebbe fatto piovere nelle casse di via Schio più di 20 milioni di euro di soli diritti televisivi e in caso di retrocessione immediata altri 5 di cosiddetto “paracadute”. Insomma, salire in A sarebbe stato fantastico per i tifosi e per la squadra ma anche un modo per sistemare di colpo buona parte dei problemi economici in via Schio.Così però non è stato e ora intanto se ne andrà Cunico, che ritiene esaurito il suo ciclo dirigenziale e che da tempo a dir la verità si era trovato in dissenso su diverse questioni con gli altri consiglieri di casa biancorossa, quasi un separato in casa. Basti come esempio la conclusione positiva della trattativa con gli imprenditori di Vi.Fin portata avanti in rapporto diretto con Cassingena, mentre Cunico era da tempo in contatto con un possibile socio arabo in colloqui che non hanno però avuto esito. Così come tutti i contatti sviluppati in due anni da Gallovich, cui proprio per la mancanza di risultati concreti rispetto all´obiettivo del suo mandato di advisor per la vendita, non sarà rinnovato l´incarico.A questo punto diventerà fondamentale capire come si muoverà la società alla cui presidenza onoraria è stata da poco nominata Vittoria Franchetto, presidente di Pulitalia. E anche il ruolo che giocheranno a livello societario i vicentini di Vi.Fin e cioè, oltre al presidente Pastorelli (Colombo Finanziaria), Marco Franchetto (Pulitalia United Group), Luigi Morato (Morato Pane), Stelvio Dalla Vecchia (Utensilnord), Gian Luigi Polato e Antonio Mandato, consiglieri del Vicenza Calcio e i due amministratori Leonardo Adamo e Dario Cassingena, che è anche a.d. del club di via Schio. In pratica gli imprenditori di Vi.Fin, insieme a Lino Chilese, presidente dell´Arzichiampo, che ha contribuito a titolo personale, hanno finanziato la società biancorossa e adesso hanno due possibili opzioni davanti: chiedere la restituzione dei soldi oppure la conversione in quote di Finalfa, che in piccolissima quantità sono state già cedute loro in aprile. Finalfa che, a tutti gli effetti, resta la finanziaria di controllo del Vicenza Calcio, presieduta da Sergio Cassingena e detentrice di oltre il 90 per cento delle azioni del club calcistico.Le prossime mosse di Vi.Fin saranno determinanti anche perché si avvicinano nuove scadenze onerose per il Vicenza Calcio. Entro il 25 giugno vanno pagati ai tesserati gli stipendi fino a tutto aprile 2015 ed entro il 30 i relativi contributi previdenziali: totale, più o meno un milione e 400 mila euro.Non basta: le norme dettate dal Consiglio federale ai fini dell´iscrizione al prossimo campionato di B prevedono anche che entro l´11 giugno la società dimostri di essere in linea con il cosiddetto “rapporto PA”, un indice che attesta la capacità patrimoniale e che entro il 30 giugno siano pagate le tasse, Irpef ma anche Ires, Irap e Iva, siano depositati l´ultimo bilancio e il budget di previsione per la nuova stagione, nonche´ soprattutto la fideiussione bancaria a prima vista di 800 mila euro insieme alla domanda di iscrizione al campionato. Il tutto fa un altro bel po´ di soldi da avere in cassa o da garantire perché altrimenti, com´è noto, il mancato rispetto delle norme o dei pagamenti nei tempi indicati verrà punito con punti di penalizzazione da scontare nella stagione 2015-16.Infine è chiaro che anche il progetto tecnico non potrà non essere influenzato in modo decisivo dalle scelte che riguarderanno la società.

Ore 13.50 – (Gazzettino) In attesa di conoscere l’organigramma del nuovo Cittadella – nei prossimi giorni sarà finalmente sciolto il primo nodo, quello riguardante il direttore generale, con Stefano Marchetti candidato numero uno – cresce il numero dei giocatori dell’attuale rosa che ripartirebbe dalla Lega Pro con la maglia granata. Dopo Sgrigna e Coralli, un altro pezzo portante dell’ossatura della squadra promette fedeltà: è Andrea Paolucci, centrocampista tuttofare nel Cittadella di Foscarini. «Sono sotto contratto con la società, non avrei problemi nel restare. Ho sempre dato tutto per questa maglia e per il Cittadella». Il giocatore giustamente precisa: «È ancora presto per affrontare certi discorsi. La società deve decidere l’ossatura dirigenziale, dal direttore al tecnico della prima squadra, quindi si parlerà dei giocatori, della squadra che affronterà il prossimo campionato in Lega Pro». Categoria che Paolucci conosce bene: «Ci ho giocato per diversi anni. È un torneo difficile, poi è cambiata l’organizzazione, adesso per centrare la promozione in serie B devi disputare un campionato con pochissimi errori. È stato tagliato un girone, i play off sono complicati e lunghi. Vincere, poi, non è mai facile né scontato, per nessuno e in qualsiasi categoria». La differenza, come sempre, la fa il gruppo: «Ci sono squadre che ogni anno investono tanti soldi per costruire una rosa competitiva, che possa ambire alla vittoria finale, poi il campo cambia i valori, le gerarchie. Oltre che alla bontà dell’organico bisogna allestire un gruppo di giocatori forti mentalmente, uniti e pronti al sacrificio. Soltanto in questa maniera puoi emergere in Lega Pro». E nelle intenzioni del Cittadella, il “purgatorio” deve durare il meno possibile. GIOVANILI – Oggi allo stadio comunale di Belvedere di Tezze sul Brenta si concluderà la quarta edizione di “2milioni.it, il torneo più raro che c’è”, un evento di calcio per i bambini delle scuole primarie. Nei due giorni della manifestazione si affronteranno 32 squadre, tra le quali spiccano la Juventus, l’Inter, l’Udinese, il Chievo, il Verona, il Bassano, il Cittadella: 20 squadre locali sfideranno 12 squadre blasonate. Dedicato ogni anno a una malattia rara differente (il 30 per cento del ricavato sarà devoluto all’associazione di riferimento), il torneo del 2015 è mirato ai bambini affetti da progeria, con Sammy Basso protagonista dell’anno. Testimonial dell’evento saranno gli ex calciatori Giancarlo Pasinato (presente ieri) e Dino Baggio, che premierà i giovani atleti.

Ore 13.30 – (Corriere del Veneto) Passano i giorni e Stefano Marchetti non ha ancora deciso se rimanere oppure no a Cittadella. Dalle decisioni del dg (che tentenna) dipendono, a catena, tutte le altre, compresa la scelta dell’allenatore che sostituirà Claudio Foscarini. Si fa strada l’ipotesi che, in caso di permanenza di Marchetti, il prescelto per la panchina non sia né Giulio Giacomin né Edoardo Gorini. Ma un tecnico esperto in grado di far fare il salto, perché Marchetti rimarrà solo nel caso in cui Andrea Gabrielli gli garantisca una squadra in grado di tentare l’immediato ritorno in B. Marchetti nelle passate settimane si era fidato di Tommaso Giulini ed era praticamente sicuro di andare a Cagliari. Giulini gli aveva assicurato che sarebbe stato lui il prescelto: ma qualcosa non quadrava e la situazione era ben diversa, visto che contemporaneamente il numero uno rossoblù trattava con Giorgio Perinetti (richiesta economica esagerata e fumata nera) e con Stefano Capozucca, alla fine il prescelto. Marchetti, che secondo fonti vicine al club isolano nel pensiero del presidente è stato penalizzato dalla retrocessione del Cittadella, è rimasto spiazzato. Riteneva che il suo ciclo fosse esaurito e pensava che Cagliari sarebbe stato l’ideale per svoltare. Adesso sta riflettendo, perché per ripartire vuole la possibilità di fare una squadra da promozione. Se così sarà, potrebbe ancora rimanere a Cittadella. Altrimenti si farà da parte, indicando lui stesso un possibile successore, a costo di stare fermo in attesa di una nuova chiamata. E intanto Alessandro Sgrigna aspetta Marchetti, mentre il ds del Padova Fabrizio De Poli si sbilancia: «E’ un giocatore che mi piace e che mi è sempre piaciuto molto. Ma che venga da noi lo ritengo difficile, penso che rimarrà a Cittadella». In caso di permanenza di Marchetti, Sgrigna manterrà la parola data a suo tempo e ripartirà dalla città murata, dove ha ancora un anno di contratto. In caso contrario andrà a Padova, dove De Poli e Parlato sono pronti ad accoglierlo a braccia aperte.

Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Niente Tommy Maistrello e lo si era capito. Ci sarebbe voluto un miracolo, ma non era aria. E Como-Bassano, che andrà in scena oggi pomeriggio allo stadio Sinigaglia, pieno come ai bei tempi, vedrà Antonino Asta alle prese con un vero e proprio rebus. Senza Maistrello, Pietribiasi e Furlan (questi ultimi due squalificati dal giudice sportivo), il tecnico giallorosso, che potrebbe lasciare Bassano al termine della stagione per trasferirsi a Novara, è costretto a inventarsi qualcosa di mai provato prima. La sorpresa potrebbe essere il 4-3-3 con Angelo Raffaele Nolè come falso nueve, con Spadafora in panchina e con un centrocampo inedito. Idee che frullano nella testa dell’allenatore di Alcamo alla vigilia della partita dell’anno. A Como ci si gioca mezza serie B e a Bassano ci credono. Anche con tante assenze, nella stagione regolare sono arrivate due vittorie in altrettante partite. E la squadra sta bene, pronta a sfruttare anche il vantaggio di giocarsi il ritorno in casa: «Il Como nel momento clou si è fatto trovare pronto – spiega Asta – meritando di arrivare fino alla finale. Hanno grande entusiasmo, ma noi siamo consapevoli delle nostre potenzialità e non dobbiamo giocare questa finale con timore». Si giocherà alle 16, un orario assurdo in un momento in cui le temperature saranno abbondantemente sopra i trenta gradi. Anche questa sarà una variabile da tenere in considerazione: «Le temperature saranno molto alte – evidenzia Asta – come gioco noi spingiamo molto e questo ci provoca un grosso dispendio di energie. Dovremo essere bravi a gestire i momenti, diventando ancora più incisivi nelle situazioni d’attacco. Avremo alcune assenze pesanti, ma schiererò la miglior formazione valutando anche la condizione atletica. Ci siamo preparati al meglio con anche diverse situazioni tattiche da adottare fin da subito o in corso d’opera». Asta glissa volutamente sul suo futuro e del resto non sarebbe giusto parlarne in un momento del genere, così come su tutte le ipotesi di mercato legate alla sua partenza: «La promozione in Serie B è un obiettivo incredibile – sorride l’allenatore giallorosso – per quanto abbiamo dimostrato avremmo già dovuto esserci, il campionato in fondo l’abbiamo vinto, ora lotteremo per vincerlo nuovamente». A Como l’entusiasmo è alle stelle e Carlo Sabatini ha caricato a mille soprattutto la partita di andata. L’ex allenatore del Padova confermerà la formazione che ha vinto ai rigori a Matera: «Abbiamo il 50% di possibilità di passare il turno – sottolinea Sabatini – e di prenderci la serie B. Non credo che il Bassano sia favorito, sono fermamente convinto delle nostre possibilità e l’ho detto anche ai ragazzi. Sono contento di affrontare il Bassano, ci siamo sfidati due volte nella stagione regolare e abbiamo perso in entrambi i casi. La prima volta non c’ero, la seconda forse abbiamo perso anche per l’errore mio di voler caricare troppo di significato la partita. In quel momento dovevamo vincere e ci siamo inceppati». Sabatini è riuscito a ribaltare una situazione che sembrava totalmente compromessa con una rimonta che ha dell’incredibile. Poi ai playoff l’impresa di Benevento e il blitz di Matera ai calci di rigore: «Io specialista playoff? Ci sono già riuscito a Padova a prendermi la B – sorride Sabatini – spero di riuscirci ancora. Poi quando si parla del Padova sono di parte: a Padova ho passato 18 anni, giovanili incluse, quindi non mi può non far piacere il fatto che sia tornato dai professionisti. Faccio i complimenti alla società e ai giocatori, sono felice per loro ma non voglio assolutamente giocarci contro l’anno prossimo. Penso si capisca benissimo il perché». La prevendita dei biglietti è proseguita fino a ieri sera a tarda ora. Si potrebbe toccare quota 8000 spettatori, ma il numero è destinato a crescere ulteriormente, considerato che le biglietterie della sede di viale Sinigaglia rimarranno aperte anche il giorno della partita.

Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Saranno poco meno di trecento i supporter giallorossi presenti oggi al Sinigaglia. Si tratta dei Fedelissimi, dei Boys e di altri sostenitori non appartenenti a gruppi organizzati. Per chi rimarrà a casa è pronto un maxischermo approntato nell´impianto sportivo di San Vito. I ritardatari potranno trovare gli ultimi biglietti direttamente stamane a Como.

Ore 12.20 – (Giornale di Vicenza) A qualcuno piace caldo. Ma così però si esagera. «Credo che col solleone la condizione atletica oggi tracci il solco avverte Tonino Asta , noi fisicamente stiamo bene, siamo sempre stati bene, ma quest´afa è davvero insopportabile». La gita al lago va bene giusto per un quadretto bucolico domenicale, la realtà è che nel pomeriggio alle 16 la prevista calura (con annesso alto tasso d´umidità nella fornace del Sinigaglia) indirizzerà anche l´esito di garauno nel bunker comasco. «Per questo ho detto ai ragazzi di dosare le forze riattacca don Tonino , noi siamo una formazione aggressiva ma non possiamo pretendere di andare in caccia del pallone da subito e trovarci col serbatoio vuoto nella ripresa. Bisognerà essere bravi ad amministrare le risorse con giudizio conservando la lucidità anche nella seconda parte della partita». Pietribiasi e Furlan appiedati dal giudice sportivo, Maistrello che ha finito anzitempo la stagione per la distorsione al ginocchio e il portiere Rossi che anch´egli col ginocchio malandato. Asta ha trascorso vigilie migliori. «In effetti sottoporta siamo contati ammette , fuori il bomber e fuori pure il giocatore, mi riferisco a Furlan, col più alto rendimento del gruppo. In più è out addirittura un´opzione di struttura come Maistrello. Non sono mai stato tipo da piangersi addosso, però sono tutte defezioni pesanti, a prescindere da chi impiegherò al loro posto. Non so, sto studiando talune soluzioni, inclusa l´ipotesi di cambiare modulo e presentarmi con un altro vestito tattico, deciderò prima del via. Abbiamo provato almeno due o tre assetti diversi, valuteremo con calma». Focus sul Como. «Sono entrati di rincorsa ai playoff, sono euforici e stanno benone di testa e di gambe, è l´avversario peggiore che potessimo incrociare, ma del resto è la finale, normale sia così. I precedenti non contano un fico secco argomenta il demiurgo virtussino , ora si resetta tutto quanto, è un altro torneo. Piuttosto, se centrassimo il traguardo saremmo la prima formazione a vincere campionato e playoff nella stessa annata, perchè i 74 punti alla pari col Novara valgono comunque il primato. Un´impresa dai contorni quasi epici». A spanne si viaggia verso un 4-3-3 modellato sul triplo mediano (Cenetti, Davì e Proietti) e un trio di punte con Nolè nella parte del centravanti di manovra e il tandem di alette fresche (Ioco e Cattaneo) nel ruolo dei guastatori. «Di sicuro dovremo cercare di inseguire il pieno sin dal match d´apertura poiché il regolamento di questo playoff non tutela chi come noi si è piazzato meglio in classifica, perciò è necessario essere propositivi e solo dopo lavorare al limite per un pari».

Ore 11.50 – (Gazzettino) Per capire il futuro di Nichele saranno comunque decisivi i prossimi giorni: martedì e mercoledì De Poli e Parlato saranno in Liguria per assistere alle finali del campionato Primavera, e nell’occasione sarà presente anche il procuratore del centrocampista, quindi c’è da aspettarsi che sarà fatta chiarezza una volta per tutte. Intanto, oggi è un giorno speciale per Parlato dato che compie 45 anni, il primo compleanno che festeggia nelle vesti di allenatore dei biancoscudati. «Mi godrò la festa in famiglia insieme ai miei cari. Questi ultimi dodici mesi sono passati velocemente, ma sono stati molto emozionanti con tanto di obiettivo raggiunto in campionato. È stata una grande soddisfazione, un’annata che rimarrà indelebile. È da dieci stagioni che alleno, sono ancora giovane e devo imparare ancora molto per essere preparato ad affrontare il futuro e ottenere soddisfazioni anche maggiori». Non manca una curiosità che lo riguarda: ieri l’allenatore era a Rimini per giocare le finali di un torneo internazionale con la squadra amatori Rovigo insieme ai suoi amici e ad alcuni ex compagni di squadra, tra i quali Sesa e Pedriali, quest’ultimo destinato ad allenare dalla prossima stagione nel settore giovanile del Padova.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Potrebbe esserci un ripensamento su Matteo Nichele. Fabrizio De Poli è stato chiaro venerdì all’Appiani quando ha diramato ai cronisti i nomi dei biancoscudati non confermati in vista della Lega Pro affermando «ho comunicato all’agente di Nichele che non rientra nei nostri piani». Non è detta però l’ultima parola e potrebbe profilarsi anche un dietro front. Il centrocampista, infatti, è molto stimato da Carmine Parlato sin dalla stagione vissuta insieme al Pordenone due campionati fa (con loro anche Niccolini, Dionisi e Zubin), tanto da averlo voluto fortemente a inizio anno anche se era già legato al Piacenza, e potrebbe fargli comodo tenere un giocatore con le sue caratteristiche in mezzo al campo nella categoria superiore. Fermo restando che molto dipenderà anche dalle dinamiche del mercato, tra le quali non vanno dimenticate quelle legate alla regola degli otto giocatori under 21 da tesserare obbligatoriamente nella rosa dei ventiquattro giocatori: se la società dovesse valutare di inserire un giovane tra i quattro difensori centrali, si libererebbe un posto in più per un “vecchio” in mezzo al campo.

Ore 11.30 – (Gazzettino) Con la retrocessione in Lega Pro ieri dell’Entella, destinato però al girone B, ecco l’elenco delle possibili avversarie del Padova in caso di conferma dei criteri dell’anno scorso e salvo cancellazioni o ripescaggi: la perdente della finale play off tra Bassano e Como, Brescia, Varese, Cittadella, Pavia, Alessandria, Feralpi Salò, Real Vicenza, Cremonese, Sudtirol, Mantova, Venezia, Giana Erminio, Renate, Monza, Lumezzane, Cuneo, Castiglione e una tra Torres e Arezzo.

Ore 11.20 – (Gazzettino) Tutto sommato, dopo un sostanziale equilibrio, nella seconda parte dei primi 45’ Padova cresce e appare più vibrante. La squadra di Grandini, è vibrante, padrona assoluta del campo, anche nella ripresa. Quando nella zona nevralgica è costruttiva e quando Giuliato (9’) fa tremare la traversa del Fano. Il gol arriva peraltro poco dopo, al termine di una manovra corale: il diagonale destro di Bartot (13’), s’infila nell’angolo alla destra dell’incolpevole Marin. Il raddoppio lo sigla Mituku (29’) che, appena entrato in campo, raccoglie un allungo di Mbegue, entra in area, evita un paio di avversari, e mette il pallone in rete. Mituku (33’) ci riprova, ma Marin gli dice di no. Il tris nel recupero: in slalom Matterazzo entra in area, batte a rete, Marin respinge ma c’è il tapin vincente di Babolin.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Un trionfo. Nel gioco, nella tattica, nel carattere. Novanta minuti di corri e tira, tira e corri, rientra e riparti. Con i piedi e la testa piantati a terra, Padova elimina Fano, già battuto all’andata (2-0), con tre gol (Bartot, Mituku, Babolin) tutti nella ripresa. Dimostrandosi, alla distanza, nettamente superiore ad un avversario generoso ma incapace. Adesso i biancoscudati accedono alla semifinale del campionato nazionale juniores (fase finale dei playoff). Si comincia sotto un caldissimo sole. Il Fano, secondo copione, orchestrato da Palazzi, si butta subito in avanti e va vicino al gol con la girata di Mattioli (23’) sventata da un difensore. I patavini, però, non stanno a guardare. L’occasione più ghiotta la crea Giuliato (45’) che prepotentemente si fa largo in area fanese e il suo tiro ravvicinato viene ribattuto da Marin.

Ore 11.00 – (Gazzettino) Tra i tanti presenti, il capo gabinetto del sindaco Andrea Recaldin, lo sponsor Vecchiato, rappresentanti delle forze dell’ordine e pochi metri più in là alcuni esponenti della curva tra cui Andrea Spinello, colui che ha creato il primo nucleo di ultras biancoscudati e che proprio sabato ha compiuto cinquant’anni. «Sono stati quarant’anni di attività ininterrotta – ha dichiarato Ferretti – e questo è un record. Ci sono stati momenti esaltanti, come il ritorno in serie A, ma dopo quattro anni siamo precipitati in C2. L’Aicb c’era, c’è e ci sarà. L’estate scorsa sembrava tutto finito, ma due persone competenti, con passione e soprattutto padovane, hanno preso in mano questa causa. A loro e alle rispettive famiglie dobbiamo tanta gratitudine; noi ci abbiamo subito creduto e siamo stati bravi tutti». Merighi ha consegnato delle medaglie d’oro a esponenti di tifoseria, stampa e alla società che ha ricambiato con una targa celebrativa compleanno con scritto “Con i complimenti vincenti. Biancoscudati Padova”. «Questa è la festa vostra» ha aggiunto Bergamin. La consueta torta e la lotteria con in palio i primi due abbonamenti per la prossima stagione hanno chiuso la serata.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Una grande festa, con oltre 260 tifosi e 19 club presenti, per celebrare i 40 anni dell’Aicb. Un anniversario coinciso con il ritorno nei professionisti del Padova e che, per una curiosa coincidenza, ha visto la sua vernice ufficiale proprio nel giorno in cui davanti al notaio sono stati creati i presupposti per il ritorno della storica denominazione Calcio Padova. Al ristorante “Al Bosco” a Fossona di Cervarese Santa Croce la società era rappresentata ai massimi livelli, con tutta la dirigenza, a partire dal duo Bergamin-Bonetto e il tecnico Parlato, tutti acclamatissimi. Ma i veri protagonisti sono stati i tifosi, a partire dall’emozionatissimo presidente dell’Aicb Giorgio Ferretti, dal vice Ilario Baldon, dal direttivo e da coloro, come Ruggero Ranzato e Mario Merighi, che nel lontano 1975 si attivarono per creare l’allora Centro Coordinamento Club Biancoscudati, oltre a supporter storici quali Lella Zanchin, fondatore delle Galline Padovane, in ordine di tempo il secondo sodalizio femminile a livello nazionale.

Ore 10.40 – (Gazzettino) L’Albero della Vita è il simbolo dell’Expo di Milano, e i padovani che andranno a visitarlo scopriranno che l’opera li riporta indirettamente a rievocare un recente passato calcistico da dimenticare. Alla costruzione del fusto metallico dell’Albero ha partecipato anche la Ormis di Diego Penocchio. In particolare l’azienda dell’ex presidente biancoscudato, insieme all’Atb Riva Calzoni di Roncadelle (entrambe nel consorzio Orgoglio Brescia), ha provveduto alla realizzazione dei quattro tubi che formano la struttura portante dell’Albero. «I ritmi di lavoro sono stati serratissimi – ha affermato Penocchio sul sito Expo Brescia – a partire dal 24 dicembre per circa un mese i nostri operai hanno lavorato su tre turni di lavoro, comprese le festività». Se Penocchio ha avuto modo di ritagliarsi un ruolo di primo piano per l’Expo, non altrettanto si può dire invece per le sue vicende calcistiche legate al Padova. Una storia iniziata nel luglio 2013 con l’ingresso nella società biancoscudata acquisendo il 48 per cento del pacchetto azionario dalla Unicomm, e proseguita a inizio gennaio 2014 rilevando il resto delle quote. Sul campo le cose andarono male con la retrocessione in Lega Pro, di pari passo con le vicende societarie, tanto che il deferimento a giugno per il mancato pagamento dei contributi ai giocatori fu il primo campanello d’allarme di una situazione problematica a livello finanziario.  Di lì a poco anche la mancata iscrizione al campionato di Lega Pro con la sparizione dal calcio della società e l’apertura di un’inchiesta giudiziaria. Lo spettro del fallimento, a seguito della presentazione di un paio di istanze poi ritirate, è stato gradualmente scongiurato seguendo la strada del concordato stragiudiziale con i vecchi creditori (calciatori, dipendenti, fornitori) e che è in dirittura d’arrivo: manca solo la formalizzazione dell’accordo per il piano di rientro con il credito sportivo (circa due milioni di euro) che dovrebbe essere fatta davanti a un notaio martedì, dopodiché servirà il parere favorevole di un professionista e l’omologazione del tribunale.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Quasi scontate le permanenze in attacco: Marco Ilari, Nicola Petrilli, Sebastiano Aperi, Salvatore Amirante ed Emil Zubin dovrebbero rimanere per costituire un’intelaiatura portante, alla quale verranno aggiunti pochi innesti, anche se di peso. In difesa dovrebbero essere confermati sia Matteo Dionisi che la coppia centrale formata da Dan Thomassen e Daniel Niccolini, anche se si andrà comunque alla ricerca di almeno un centrale di categoria superiore, con la coppia di portieri Favaro-Petkovic già delineata. Quanto ai giovani, al momento vige una grande incertezza: «Mazzocco può rimanere solo se il Parma lo lascia libero», ha spiegato De Poli, «mentre per Bortot dovremo intavolare una trattativa con il Bassano, ammesso che sia disposto a rimandarlo in prestito». I sogni rimangono Neto Pereira e Arcidiacono, anche se per i veri “colpi” ad effetto bisognerà attendere la seconda metà di agosto.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Il “mercato” ribolle, nonostante siano ancora pochi i margini di manovra per la Biancoscudati Padova che potrà, ufficialmente, sottoscrivere i contratti per la prossima stagione solo a partire dal 1º luglio. Negli ultimi giorni sono stati ufficializzati i primi, dolorosi addii: nei piani per il prossimo anno non rientrano Gustavo Ferretti, per il quale c’è l’ipotesi di un ritorno all’Altovicentino, Matteo Nichele, che potrebbe tornare a Pordenone, e Davide Sentinelli, che ha annunciato di voler trovare una squadra in zona e di rimanere a Padova con la famiglia. Oltre a loro, nei giorni scorsi hanno salutato anche i vari Degrassi, Salvadori, Fenati, Lanzotti e Denè. L’attenzione, ora, si sposta sulle conferme, attese nella prossima settimana: il direttore sportivo Fabrizio De Poli, che sarà in Liguria per seguire le fasi finali del campionato Primavera, avrà modo di incontrare i procuratori dei giocatori in procinto di rinnovare il loro rapporto con il Padova. In primis Marco Cunico, che dopo due anni tra i dilettanti è pronto al rientro nei professionisti.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Missione compiuta per la Juniores biancoscudata, che sconfigge l’Almajuventus Fano anche nel ritorno dei quarti di finale scudetto e si qualifica per la final four che la settimana prossima assegnerà il tricolore di categoria. Dopo il 2-0 dell’andata all’Appiani, alla formazione di Grandini bastava amministrare il vantaggio e invece è arrivata un’altra vittoria rotonda (3-0), che ne testimonia il dominio in questa fase finale: nelle quattro partite di ottavi e quarti il Padova ha segnato in totale 12 gol, senza subirne nemmeno uno. Ieri a Fano i padroni di casa hanno provato a ribaltare il verdetto nel primo tempo, salvo crollare alla distanza. Al 25′ della ripresa ha sbloccato il risultato Bortot (a segno anche all’andata) con un destro al volo da fuori. Al 29′ ha raddoppiato, sempre con un tiro al volo, il neoentrato Mituku, mentre allo scadere ha chiuso i conti, con un tap-in sottomisura, Babolin. La final four (da giovedì a sabato prossimo) dovrebbe disputarsi a Chianciano Terme, tra oggi e domani arriverà l’ufficialità.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Dei 5.000 abbonamenti si è detto, così come del ritorno al nome Calcio Padova a partire da luglio. Ma che squadra sarà? Roberto Bonetto ha tenuto a fare un inciso: «Siamo arrivati a raggiungere l’obiettivo grazie ad un gruppo meraviglioso, che ha sposato la nostra causa. Avrebbero meritato tutti la riconferma, ma sappiamo che non è possibile. L’unica cosa che mi ha infastidito in questa stagione è che a Valdagno ci abbiano dato dei falliti. Noi padovani non lo siamo e alla fine lo abbiamo dimostrato, vincendo il campionato con 15 punti di vantaggio. Loro, al massimo, potranno comprarsi un titolo sportivo». Per Carmine Parlato il futuro dovrà ricalcare, per certi versi, quanto vissuto durante l’ultima stagione: «Non dovranno mancare l’empatia e la simbiosi che c’è stata tra noi e i nostri tifosi. Una chiave fondamentale del nostro successo». Il direttore sportivo Fabrizio De Poli ha provato a sbilanciarsi: «Per me il difficile viene adesso, anche perché il prossimo sarà un anno importante. Ma quello che vogliamo è essere competitivi anche in Lega Pro».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Nel frattempo, ci sono già i nomi dei primi due abbonati alla prossima stagione. La società, infatti, dopo aver regalato una targa commemorativa per i 40 anni dell’Aicb, ha messo a disposizione della lotteria che si è svolta in tarda serata due tessere stagionali per la tribuna Est. Ad aggiudicarsele sono stati Giorgio Maistro, del club Amissi Biancoscudati, e Aldo Tomat, della Fossa dei Leoni, che lo metterà a disposizione di un tifoso del suo gruppo. La storia. Il tifo organizzato biancoscudato è nato giusto 40 anni fa, con il Padova, proprio come nella prossima stagione, impegnato nella serie C unica. Fondatore Ruggero Ranzato, presente alla festa di venerdì, assieme al suo successore negli anni ’80, Mario Merighi, che proprio in questa stagione è tornato a vivere attivamente lo stadio e ha deciso di far produrre 16 medagliette d’oro, regalate ad alcuni dei protagonisti dell’ultima annata: giornalisti, tifosi dei club, Tribuna Fattori, Comune e ovviamente società e tecnici. Commosso il presidente attuale dei club, Giorgio Ferretti: «Nonostante tutto quello che è successo, siamo ancora vivi, ci saremo anche in futuro e possiamo festeggiare l’anniversario e una passione rifiorita, come sempre, grazie a una società padovana».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) «E adesso ci aspettiamo 5mila abbonamenti!». L’appello, provocatorio e suggestivo, è servito dai tifosi dell’Aicb nel bel mezzo della festa che ha concluso una stagione trionfale e celebrato i 40 anni dell’Associazione dei club biancoscudati. Il punto finale della storia della Biancoscudati Padova, che dal prossimo 1º luglio tornerà a chiamarsi Calcio Padova, è stato messo venerdì sera nella cena organizzata dai club organizzati al ristorante “Al Bosco” di Fossona di Cervarese Santa Croce. Giocatori a parte, tra i più di 250 invitati c’erano tutti i protagonisti di questa annata: Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto, De Poli e Parlato, i rappresentanti dell’amministrazione comunale, ma soprattutto i tifosi dei club e della tribuna Fattori. E tra un ricordo e l’altro si sono iniziate a gettare le basi della prossima stagione, per quel che riguarda la partecipazione del popolo bisncoscudato. L’obiettivo minimo è superare i 3.625 abbonati della Serie D: più di 5mila è un sogno, forse nemmeno irrealizzabile. La società deciderà presto la strategia da attuare per le tessere stagionali, non prima di un colloquio (probabilmente la settimana prossima) con i rappresentanti dell’Azionariato Popolare Magico Padova, che a breve dovrebbero rivelare le proprie prime mosse, anche per quel che riguarda abbonamenti e Tessera del Tifoso, che tornerà in vigore con la Lega Pro.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Venerdì sera, infine, l’Aicb (Associazione Italiana Club Biancoscudati) ha festeggiato i suoi 40 anni di attività. Presenti per il Padova De Poli, Parlato, Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto: «I nostri 40 anni – ha spiegato il presidente Giorgio Ferretti – sono un traguardo straordinario ed essere qui a festeggiarli è un motivo di orgoglio. Siamo ancora qui dopo tutto quello che è accaduto ed è bellissimo essere riusciti a ripartire tutti assieme. Un anno fa stavamo piangendo di rabbia, fortunatamente si sono fatte avanti persone fantastiche e competenti che hanno fatto in modo di salvare la situazione». Bonetto si è tolto qualche sassolino dalle scarpe: «Dispiace in questi giorni – ha detto l’ad – non poter confermare alcuni giocatori che tanto hanno dato a questa maglia nell’ultimo campionato. Sono stati meravigliosi. Se mi permettete vorrei ricordare quanto accaduto a Valdagno, dove ci diedero dei falliti. Fu una cosa bruttissima, ma i falliti hanno vinto il campionato con 15 punti di vantaggio, mentre loro al massimo potranno comprarsi il titolo sportivo».

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Per la difesa la pista principale porta a Nicola Bizzotto, punto di forza del Bassano che fra oggi e domenica si giocherà l’accesso alla serie B. In più occasioni nelle ultime settimane il direttore sportivo Fabrizio De Poli e l’amministratore delegato Roberto Bonetto sono stati visti sulle tribune del Mercante di Bassano per assistere alle partite dei giallorossi. Oltre agli ottimi rapporti personali fra i dirigenti e fra le due proprietà, ci sono anche motivazioni di mercato nella presenza di De Poli al seguito del club guidato da Renzo Rosso. Oltre a Tommaso Bortot, col Bassano che non sembra intenzionato a rinnovare il prestito ai Biancoscudati, nel mirino è finito anche un altro big del Bassano, che però difficilmente rimarrà in Lega Pro. Simone Iocolano, infatti, piace molto a De Poli e Parlato, ma il suo destino sembra essere quello di seguire Antonino Asta a Novara. Detto che Sgrigna resta sempre nei pensieri ma che tutto dipenderà dalla conferma o meno di Stefano Marchetti nel ruolo di direttore generale del Cittadella, su Arcidiacono c’è anche il Teramo e deve ancora essere trovato l’accordo economico con Niccolini e Thomassen (ma le possibilità di una fumata bianca ci sono). Per la difesa piace anche Diniz, ma è una pista molto complicata per la concorrenza di club di categoria superiore. Ieri è stata formalizzata la proposta di rinnovo a Nicola Petrilli, con cui è stato raggiunto un accordo su tutta la linea fino al 30 giugno 2016.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Bolle il mercato e dalle strategie legate alle conferme dipenderanno anche i prossimi movimenti della campagna acquisti biancoscudata. Uno dei fronti caldi aperti è quello che porta dritto a Varese. Sono ripresi i contatti con il club lombardo, in lotta contro il tempo per iscrivere la squadra al prossimo campionato, per due giocatori: il brasiliano Neto Pereira e Giampietro Zecchin. Il brasiliano, nonostante i 37 anni, è un pallino di Carmine Parlato, che gli ha messo gli occhi addosso da qualche settimana. Al momento Neto Pereira si trova in Brasile, da dove rientrerà non prima di una decina di giorni. A Varese si lavora per iscrivere la squadra e per costruire una rosa competitiva e Neto rimane una priorità, avendo ancora un anno di contratto ed essendone il capitano. Al momento il Padova rimane alla finestra, visto che sta trattando anche Pietro Arcidiacono. Ma i due potrebbero anche arrivare entrambi, visto che Arcidiacono è un vero e proprio jolly offensivo in grado di giocare in tutti e quattro i ruoli offensivi del 4-2-3-1. Capitolo Zecchin: l’esterno di Camposampiero ha un rapporto privilegiato con il vicepresidente Edoardo Bonetto e per ora non è stata intavolata una vera e propria trattativa. Pare, comunque, che la richiesta di Zecchin sia fuori dalla porta biancoscudata. Va aggiunto anche il rapporto pessimo con la tifoseria, che difficilmente accetterebbe il suo ritorno. Per adesso la fumata bianca è difficile, più avanti chissà…

Ore 08.38 – Poule scudetto, la finale: Siena-Akragas 5-3 dopo i calci di rigore. I bianconeri si laureano campioni d’Italia.

Ore 08.36 – Playout, serie D girone C: Dro-Triestina 1-3 dts, Giorgione-Kras Repen 2-1. Salvezza per Triestina e Giorgione, retrocedono Dro e Kras Repen.

Ore 08.34 – Playoff, serie D: AltoVicentino-Delta Porto Tolle 1-2, eliminata la squadra di Rino Dalle Rive.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 6 giugno: dopo il “rompete le righe” è il mercato a tenere banco.




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