Live 24! Padova, Parlato e De Poli in Liguria alle Final Eight del campionato Primavera: si cercano nuovi talenti

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Ore 22.30 – Finale playoff serie B, fischio finale: Bologna-Pescara 1-1, emiliani in serie A.

Ore 21.53 – Pareggio del Pescara, rete dell’ex biancoscudato Pasquato. 1-1.

Ore 21.42 – Inizia il secondo tempo di Bologna-Pescara.

Ore 21.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Nessuna notizia o indiscrezione filtra dalla dirigenza della Clodiense. Sole, caldo e spiaggia la fanno ormai da padrone a Chioggia e Sottomarina, ma è sicuro che la società lagunare sta lavorando alacremente per allestire la squadra da consegnare a mister Andrea Pagan (riconfermato sulla panchina lagunare) per la prossima stagione. Il dg Mauro Boscolo Gallo avrebbe incontrato nei giorni scorsi alcuni giocatori facenti parte la rosa ufficiale dello scorso campionato per cercare di convincerli a rimanere in laguna. I giocatori dovrebbero essere, oltre ai giovani Cigna, Boscolo Riccardo Gnolo, Boscolo Matteo Nata, Chiozzotto, i difensori Moretto, Boscolo Davide Berto, i centrocampisti Casagrande, Piaggio, Mazzetto, Pelizzer, Boscolo Davide Gioachina e gli attaccanti Santi e Mastroianni. L’intenzione della dirigenza granata sarebbe quella di riconfermare la maggior parte dei giocatori della passata stagione, visto che si era creato un bel gruppo anche sotto l’aspetto dell’amicizia, ed integrarla con alcuni giovani provenienti da società amiche. Il dg lagunare non ha mai nascosto il feeling particolare con alcune società di categoria superiore come Padova, Venezia ed Udinese, dalle quali poter ricevere in prestito alcuni elementi da “svezzare” e valorizzare. Rimane, purtroppo, però sempre viva la problematica che contrappone la società lagunare al tifo organizzato, assente allo stadio ed ostile all’attuale dirigenza. Per la società sono sempre aperte le porte a un dialogo con la tifoseria per cercare di superare finalmente certe incomprensioni o vedute diverse. Rimane inoltre sul tavolo la lamentela del presidente Ivano Boscolo Bielo (che minaccia l’abbandono) nei riguardi di un’imprenditoria locale che non farebbe nulla per aiutare la società ed il calcio clodiense.

Ore 21.22 – Fine primo tempo: Bologna-Pescara 1-0.

Ore 21.12 – Bologna in vantaggio, a segno Sansone. Bologna-Pescara 1-0.

Ore 21.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Per costruire una casa si parte dalle fondamenta e per la casa “Giorgione” ecco che le fondamenta sono state gettate: ovvero la conferma del tecnico Antonio Paganin e del capitano Andrea Gazzola. Due conferme non proprio scontate per il club presieduto da Orfeo Antonello che a due settimane di distanza dall’agognata salvezza otttenuta nello spareggio contro il Kras Repen ha già posto le basi per quella che dovrà essere la stagione delle conferme e della crescita dei tanti giovani gettati nella “mischia” nel campionato appena concluso. Subito dopo la vittoria contro il Kras Repen il presidente Orfeo Antonello aveva manifestato il proposito di confermare il gruppo che ha conquistato la salvezza. E aveva confermato anche quel progetto giovani così tanto rischioso ma che alla fine ha dato i suoi frutti, non solo con la prima squadra che ha ottenuto una salvezza sulla quale in pochi ad inizio campionato ci avrebbero scommesso, ma anche con un settore giovanile che ha raccolto quei successi che lo riportano ad un livello che la Castelfranco calcistica attendeva da anni. Tornando alle conferme, significative sono le parole dell’allenatore che nell’annunciare il suo accordo con la società di via Rizzetti ha ancora una volta puntato l’attenzione sul progetto giovani iniziato giusto un anno fa. «I presupposti per continuare nel progetto iniziato la scorsa estate ci sono tutti», ha fatto sapere il riconfermato mister Antonio Paganin che si era preso una decina di giorni di pausa prima di sciogliere i suoi dubbi sulla permanenza a Castelfranco. E ora con l’allenatore sono molte le conferme che potrebbero riguardare la prima squadra con il gruppo di giovani, gran parte proveniente dal settore giovanile del Bassano, dove Paganin ha allenato. E con il quale anche quest’anno proseguirà la collaborazione. Con Andrea Gazzola a fare da “chioccia” e con la crescita dei giovani che quest’anno hanno giocato per la prima volta in serie D, la prossima stagione potrebbe riservare più di qualche soddisfazione ai tifosi rossostellati.

Ore 20.50 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Settimana decisiva per il progetto Union Pro-Mestre che nei prossimi giorni dovrebbe avere la risposta ufficiale dal Comune di Mogliano riguardo la concessione dello stadio “Arles Panisi” al Mestre in Serie D. L’assessore allo Sport Oscar Mancini per il momento non si sbilancia lasciando trapelare solo un «stiamo dialogando con le due società».  L’unico nodo da sciogliere sembra essere l’affitto che il Mestre dovrebbe pagare al Comune per lo stadio in attesa di mettere a norma per la Serie D il “Baracca”. Un ostacolo non insormontabile considerato anche il fatto che l’Union Pro in Eccellenza può anche usufruire dello stadio di Preganziol. LETTERA – Intanto il presidente dell’Union Marco Gaiba in una lettera aperta ha spiegato nei dettagli quali sono i programmi: «Il progetto che abbiamo sviluppato prevede due società distinte: FC Union Pro (di cui continuerò ad essere il presidente) e AC Mestre, o Mestrina che sia, di cui Stefano Serena sarà presidente in cui le stesse persone garantiscano l’apporto economico ad entrambe le società permettendo di affrontare con tranquillità i propri impegni. Le squadre dell’Union Pro continueranno a giocare a Mogliano e a Preganziol mentre le squadre dell’AC Mestre continueranno a giocare a Mestre, con la disponibilità, si spera, dello storico stadio Baracca (non appena questo sarà adeguato e disponibile) per la prima squadra e con gli impianti di Zelarino, del Giacomello e del Bacci riservati per il settore giovanile. Il progetto è ampio, articolato e potente e credo che ci porrà all’avanguardia non solo in Veneto ma anche in ambito nazionale. Come tutti i progetti il successo sarà però determinato dalle persone che ne prenderanno parte e dalla loro voglia e passione. Proprio per questo sono fiducioso, conoscendo su quali risorse e su quali gruppi e valori possiamo contare. Invito pertanto tutti i nostri ragazzi, i loro genitori e i nostri tifosi ad avere fiducia in quello che stiamo facendo, come l’hanno sempre avuta in questi anni, dimostrando poi con i fatti che la fiducia era stata ben riposta».

Ore 20.35 – Inizia la finale di ritorno dei playoff di serie B tra Bologna e Pescara.

Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Dopo gli addii al ds Mazzonetto e all’allenatore Pasa (che pare prendere la via di Pordenone, ndr) il Montebelluna sta sfogliando la margherita. Se per quanto riguarda il primo non ci saranno rimpiazzi, con il mercato in mano al digì Fabrizio Toniutto anche se l’ultima parola rimarrà al presidente Marzio Brombal, per ciò che concerne invece la panchina le idee sono più di una. Facendo un passo indietro sul mancato accordo con il tecnico di San Gaetano, lo stesso massimo dirigente puntualizza: «L’incontro dei giorni scorsi tra me e Daniele è stato sereno e franco. Mi ha manifestato l’intenzione di trovare nuovi stimoli, come quello di provare a vincere un campionato, cosa che il Montebelluna non poteva offrirgli. Avrei voluto che restasse, e mi dispiace anche perché ero stato io a portarlo qua due anni fa. Rimane comunque intatta la profonda stima reciproca». In questo momento i nomi per la panchina biancoceleste rimangono tre. Da Loris Bodo, ben conosciuto dal digì Toniutto, a Massimiliano Parteli e ad Andrea Basso: questi sono i candidati più credibili. Quale dei tre ha più chances? «A me piacerebbe prendere un allenatore che conosco. Bodo non è tra questi anche se ha lavorato con Toniutto, gli altri due sono ex giocatori biancocelesti. L’importante però è trovare un tecnico che sposi la filosofia societaria, con l’obiettivo di raggiungere la salvezza utilizzando soprattutto i giovani». Nel frattempo sembra che, dopo Pasa, la prima squadra perderà alcuni pezzi. Da Severgnini a Nicoletti, vicini alla Godigese, altri potrebbero lasciare la casacca biancoceleste. In divenire, viceversa, la destinazione di Matteo Giglio, già oggetto di attenzione da parte del Padova nel mercato di dicembre, che la società di via Biagi pare intenzionata a trattenere.

Ore 20.10 – (Giornale di Vicenza) Quando si dice l´abc s´intende la base, il fondamento. L´alfabeto dell´Arzichiampo – il suo abc dice già tutto. A Come Arzignanochiampo. E chi sennò. Essere o non essere. L´Arzichiampo è, e c´è.B Di Beggio, come Paolo (l´allenatore) e come Banda (che a lui fa capo). A novembre se l´è vista brutta, poi è lui che ha fatto brutto a quasi tutti gli avversari. Resterà (per il quarto anno): mille giorni di te e di me.C Chilese, Lino. Il presidente che non se n´è persa una (a parte quando il lavoro lo portava altrove). Parole, poche. Presenza (soprattutto alla vigilia) costante.D Derby, quando il calcio è appartenenza. Resterà a imperitura memoria la lezione del 2-1 impartita all´Altovicentino. Il patron Dalle Rive verrà ricordato per le frecciate a fine gara: «Loro bruciavano il campo, noi siamo stati delle signorine». Beggio, invece, verrà ricordato per la corsetta alla Carlo Mazzone in mezzo al campo.E La Banda ha giocato pure lì, all´Euganeo. Doppio colpo: non le ha prese (uscendo con un pareggio) e soprattutto non ha fatto segnare i Biancoscudati (unica volta in stagione). Soddisfazioni. F Del futuro v´è certezza. Almeno in panchina. Poi i cellulari cominceranno a suonare, e il mercato a fare il suo corso. L´idea però è quella di non stravolgere, aggiustando solo il reparto giovani.G «In tanti ci hanno fatto i complimenti dicendo che abbiamo raggiunto certi livelli per il gruppo che abbiamo creato. È vero, grazie, ma abbiamo anche giocatori di categoria». Gruppo. E giocatori. Capito?H Di hotel, in stile Ruota della fortuna. In albergo l´Arzichiampo c´è finito due volte. La prima, a Monrupino. Una sorta di ritiro autoimposto dai giocatori: il momento era catartico, l´aria di confine ha portato bene. La seconda, a Trieste. Lì c´era da vincere l´emozione da palcoscenico (il Nereo Rocco).I Arzichiampo, l´Imbattibile. Un altro record è questo: dieci turni di fila senza cadere (dal 7 dicembre all´1 marzo). Nessuno come lui.L Come quella linea di confine che plurime volte è stata ri-tracciata. Prima per la salvezza. Poi, per la quota dei 50 punti. Infine, per i playoff. Ne è servito di gesso dalle parti di Arzignano.M Ti hanno fatto la matricola?. Macché. È stata la Banda a farla agli avversari, e con scherzoni esemplari (vedere la voce D, l´Altovicentino ne avrà da raccontare).N Temibilissime. Sono le navette del prof. (all´anagrafe Paolo Guderzo, preparatore atletico): lavori sulla corsa che sfiancano anche i mancati Gebrselassie.O Offerta, quella che a gennaio il Padova ha fatto a Trinchieri. Chiedere è lecitoP (Sopran)nome in codice: Pupillo. E quindi, l´identità va mantenuta nascosta. Indizio per gli amici: ha subìto un bruttissimo infortunio a dicembre e poi, ad aprile, è tornato più forte di prima.Q Quaranta punti: il primo, vero obiettivo dichiarato a inizio stagione. Ma anche QL, il locale dove il primo obiettivo (e pure i successivi) sono stati festeggiatiR Repen, Kras Repen. La squadra contro la quale è svoltata la stagione. La Banda ha quasi varcato il confine armata fino ai denti: tornerà con una vittoria, riscattando il suo Comandante.S Come scaramanzia, che sta scritta proprio nel Dna: «Domani siamo in 17, o qualcuno sta a casa o si trova uno in più da portar via!». Si scherza. Ma non troppo.T Trinchieri, e il suo anno migliore. Ha sfondato il muro dei 22 gol, meglio di lui solo Corbanese. E non ha tradito (con il Padova).U Umiltà: ordine impartito dall´alto e già caratteristica imprescindibile. Non a caso, a gennaio le porte dello spogliatoio sono state l´uscita di emergenza per qualcuno.V Come vittoria, che poi è il momento più bello. Sono 15 in questo campionato. La più bella? Ancora una volta, risalire alla lettera D.Z Zero rimpianti, perché le aspettative sono state doppiate. E perché non sarà certo da zero che si ripartirà per il prossimo anno.

Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Resistere e rifondare sono le due parole d’ordine che si sentono pronunciare nei corridoi del XXV Aprile di Sacile. Sì, ma da dove? Dalle poche certezze rimaste in riva al Livenza. È scattato il “liberi tutti” e stanno dicendo addio i vari big, come Baggio, Beccia, Boscolo Papo (già contattati e scritturati dall’Altovicentino), ma anche capitan Favret (stessa destinazione). Seguiranno lo stesso percorso Spagnoli, Beccaro e Sottovia, con il Padova alla finestra per sondare le possibilità di un maxi ingaggio. Ma c’è anche chi resterà, o almeno è pronto a restare, con un progetto visibilmente ridimensionato. È il caso dei giocatori “allevati” dalla Sacilese, che il cartellino biancorosso ce l’hanno cucito addosso. Primo fra tutti il centrocampista Craviari, che potrebbe essere il puntello su cui basare il futuro. Poi Jacopo Grion, altro tassello fondamentale nel reparto nevralgico mediana per ripartire, così come Peressini e Stiso. Stop: tutto il resto sarà da rifondare, in qualche modo. Settimana cruciale a Tamai. Si decideranno, dopo le conferme in difesa e a centrocampo, i due colpi che serviranno per pianificare il futuro. Partirà quindi l’assalto ad Alberto Paladin, punta del Pordenone, e si proverà a convincere il centrocampista Michele Lestani a passare tra le fila delle furie. Lauro Florean al 99% lascerà il Fontanafredda. Destino simile per Roveredo, con Malerba in bilico. Si attende l’offerta giusta per Alcantara.

Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) Si sta godendo qualche giorno di meritato riposo ma gli occhi sono costantemente sul cellulare in attesa di buone nuove da Castiglione. Bomber Fabio Cristofoli, come d’altronde molti dei suoi compagni, è in attesa di aggiornamenti dalla dirigenza, curiosi di capire quale sarà il loro futuro. “Hulk” arriva da una stagione da 22 reti e le offerte da altre realtà non gli mancano. Ma il suo desiderio è quello di restare in rossoblù e disputare una stagione nel professionismo. Cristofoli, è stata una stagione da dieci e lode quella vissuta a Castiglione. La migliore della sua carriera? «Non c’è dubbio, è stata l’annata più bella: vincere il campionato e fare venti gol è il massimo che potessi chiedere. Ci ho sempre creduto: prova ne è che l’avevo promesso a mister Delpiano prima dell’avvio della stagione e mi ero sbilanciato anche a dicembre dicendo alla stampa che il torneo l’avremmo vinto noi. Così è stato». Sta vivendo anche lei momenti d’attesa, come avviene per il ds Gizzarelli e mister Delpiano? «Sì e li ho giusto sentiti entrambi nei giorni scorsi. Chiaro che, finchè non verranno confermate queste due figure, il discorso che riguarda me e i miei compagni rimarrà in stand-by. Ho già espresso più volte la mia volontà di rimanere, poi è chiaro che un matrimonio si fa in due. Spero che riusciremo a venirci incontro». Non le sembra che i tempi stiano andando un po’ troppo per le lunghe? «In effetti siamo già a giugno ma la dirigenza ci ha fatto un discorso preciso. Prima vogliono capire all’euro il budget che avranno a disposizione, onde evitare di farci false promesse. È un discorso comprensibile e che non fa una piega ma credo che nei prossimi giorni qualcosa si dovrà muovere». Com’è giusto e normale che sia le chiamate non le sono mancate. «Mi hanno chiamato tante squadre di Serie D (Lecco, Seregno, RapalloBogliasco, Piacenza, ndr), ma, ribadisco, vorrei restare a Castiglione. Anche perché un anno di C credo proprio di meritarmelo». Crede che lo zoccolo duro della squadra che ha vinto il campionato possa essere una buona base anche in C? «Sono valutazioni che non spettano a me. Posso solo dire che affrontare una categoria come la C unica rivoluzionando interamente un organico potrebbe essere molto difficile. E credo che, fatta salva l’importanza di avere e di fare crescere i giovani, servirà anche il giusto tasso d’esperienza».

Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova non è mai stato tanto vicino come oggi alla conclusione positiva della trattativa per il passaggio delle quote, dopo che la Sdl ha messo sul tavolo dei colloqui con i soci mantovani una disponibilità più tangibile e riscontrabile di quanto già non fosse. Gli incontri, ancora una volta numerosi e febbrili, hanno portato l’imprenditore bresciano Sandro Musso a parlare con un filo di speranza in più sul buon esito dell’accordo, quel filo di speranza che testimonia come l’intesa finale sia veramente vicina. A precisa domanda nessuno si pronuncia ancora in termini inequivocabili, però anche le mezze parole fanno intuire come il primo, determinante obiettivo del Mantova 2015-2016 stia per essere realmente raggiunto. L’incontro fra l’ex ad Federico Bosi, il consigliere Carlo Giovanardi e l’avvocato Carlo Pegoraro ha portato alla definizione del documento sul quale dovrà essere analizzato il ripiano del debito da parte dell’ex presidente Lodi, un documento che oggi verrà predisposto: «Non ci sono dubbi nè novità – sottolinea l’ex amministratore delegato Federico Bosi – procederemo al rimborso dei debiti senza sovvenzioni da parte di alcuno, credo che manchi davvero molto poco per arrivare all’accordo». La tempistica del ripiano delle pendenze, però, non coinciderebbe con le richieste di Sdl però è nota da giorni la volontà dei dirigenti mantovani di sostenere lo sforzo di Lodi; ad essa, sin dall’incontro di giovedì scorso, la stessa Sdl ha lasciato intendere come possa arrivare un ulteriore impegno, volto a coprire parte del debito. Un debito, che comunque si voglia guardare la faccenda, è superiore all’attuale disponibilità delle parti (compreso il presidente Nicola Di Matteo, che peraltro potrebbe rimanere in viale Te, in ossequio alla volontà di Musso di averlo nella compagine societaria) ed è per questo che domani sera la cena a Castellucchio con i soci mantovani potrebbe rivelarsi fondamentale per scollinare (Giovanardi dixit, ndr) e ripartire dal primo luglio con un assetto societario rinnovato e ben più solido dell’attuale. Rispetto alla scorsa settimana la situazione appare migliorata anche per l’incontro che Giovanardi e Musso hanno avuto in relazione ai problemi sul tappeto: «Non mi stancherò – sottolinea l’imprenditore bresciano – di dire che i soci mantovani, oltre ad essere persone serissime, rappresentano una potenzialità dirigenziale di grande rilievo, che in passato non ha portato ai risultati sperati forse anche per la mancanza di un terreno di lavoro comune sul versante economico e gestionale. Con simili partner siamo certi che le cose potranno procedere al meglio, però prima è indispensabile chiudere una volta per tutte la situazione debitoria e a quel punto anche Sdl potrà tangibilmente dimostrare la sua volontà di far calcio in modo razionale ed efficace. Mi auguro che il tunnel stia finendo». Carlo Giovanardi si mantiene realista: «Musso dice cose che fanno piacere, lo ringrazio, ci ha prospettato una volontà di superare lo scoglio della situazione pregressa che ci fa molto ben sperare, però ricordiamoci sempre che se dall’incontro di mercoledì sera non arriveranno le risposte che ci auguriamo di avere, da soli saremo costretti a fermarci e a rinunciare al compito di portare in salvo il Mantova. Questa vicenda ci ha insegnato ad avere sempre la massima cautela sino alla fine».

Ore 18.30 – (La Provincia Pavese) Michele Marcolini porterà con sé a Pavia il suo vice Davide Mandelli (ex compagno di squadra al Chievo e poi al Lumezzane nell’ultima stagione da calciatori) e il preparatore atletico Roberto Ziggiotti. Dopo l’esonero di Marcolini e Mandelli a gennaio, la squadra si schierò compatta con i due tecnici. E dopo aver disertato il primo allenamento con il nuovo mister, scrisse una lettera aperta davvero inusuale nel mondo del calcio. «In un mondo in cui la gratitudine esiste solo a parole che si perdono in un filo di vento – scrissero – la rosa dei calciatori del Real Vicenza intende pubblicamente e per iscritto ringraziare lo staff uscente, Michele Marcolini e Davide Mandelli, per il rapporto lavorativo e umano condiviso in questi mesi, andati di pari passo con risultati sportivi importanti e insperati alla vigilia. La scelta della società ci trova in disaccordo perché non ha tenuto conto del fatto che il calcio non è soltanto un lavoro “meccanico”, bensí frutto di componenti passionali ed emotive. Detto questo andremo avanti rispettando le decisioni, nonché rispettando il nostro ruolo di lavoratori dipendenti».

Ore 18.20 – (La Provincia Pavese) Appena due anni fa ha appeso gli scarpini al chiodo, cominciando ad allenare: prima il Lumezzane e quest’anno il Real Vicenza. Michele Marcolini, 39 anni, una lunga carriera da calciatore (soprattutto Atalanta e Chievo) ha bruciato le tappe: con l’ingaggio da parte del Pavia si trova a guidare squadra che punta dichiaratamente alla B. Un nome a sorpresa il suo, visto che il club azzurro sembrava orientato su un tecnico esperto. E invece il primo contatto c’è stato solo sabato. «Tutto è avvenuto molto velocemente – spiega Marcolini – domenica ho incontrato il direttore generale del Pavia e la proprietà. Ci siamo piaciuti e siamo arrivati subito a un accordo». Il Real Vicenza, neopromosso, ha chiuso con un ottimo settimo posto, dopo che al giro di boa era stato addirittura nelle primissime posizioni. E forse anche la bella prestazione a Pavia nell’ultima di campionato può avere convinto la dirigenza azzurra sulle sue qualità. «Può essere – dice il tecnico di Savona – ma credo che il giudizio sia stato esteso a tutta la stagione». A gennaio una crisi che era costata la panchina a Marcolini, poi richiamato poco dopo a furor di spogliatoio. «Quella di quest’anno è stata una nuova esperienza che mi ha dato molto anche dal lato umano – conferma – la rosa era ampia e ho dovuto dare delle spiegazioni ai giocatori che mandavo in tribuna. Ma per me è stato motivo di orgoglio il fatto che tutto il gruppo fosse con me, a partire da chi era meno schierato. L’essere richiamato è stata una conferma che il mio lavoro è stato apprezzato». Dal punto di vista tattico il Real Vicenza è stato sempre schierato con il 3-5-2. Ed è il modulo che verrà adottato anche al Pavia. «E’ un modulo che mi piace, che considero malleabile e che si adatta alla mia visione di calcio – spiega Marcolini – consente di coprire gli spazi e allo stesso tempo di attaccare con tanti uomini. E’ un vantaggio, tra l’altro, che il Pavia abbia giocato quest’anno spesso con la difesa a tre». Il mercato probabilmente partirà dalla necessità di confermare gran parte dell’organico. «Sì, il Pavia è una squadra che ha dei valori importanti, costruita per vincere e lo ha dimostrato per buona parte della stagione – dice il nuovo mister – la rosa attuale è una base importante da cui partire». E dal Real Vicenza potrebbe arrivare qualcuno. «E’ normale che quando lavori con giocatori che ti seguono, seri e a cui piace lavorare qualcuno vorresti portarlo con te, anche se non sono un allenatore legato ai suoi ex calciatori – dice Marcolini – è comunque ancora troppo presto, dobbiamo ancora affrontare il tema mercato». Essere chiamato ad allenare una squadra che ha l’obiettivo di salire in B è certamente uno stimolo, ma non c’è anche un po’ di apprensione? «Per me è solo uno sprone a dare il massimo. E’ un grande piacere lavorare con persone che sanno cosa vogliono e che hanno tanto entusiasmo. Sono davvero felice di questa opportunità e consapevole che bisognerà fare un campionato da protagonisti. Da giocatore mi è sempre piaciuto prendermi le mie responsabilità e da allenatore è la stessa cosa».

Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Calcio & basket unite da un azionariato diffuso, che coinvolga istituzioni pubbliche, associazioni imprenditoriali, istituti bancari, singoli imprenditori e privati. Il modello di riferimento è quello della Virtus Bassano, proprietà di mister Diesel – Renzo Rosso. Dove sono quasi una ventina i personaggi che in varie vesti costituiscono la compagine che sostiene i giallorossi. La Virtus Bassano è presieduta dal figlio del patron, Stefano Rosso, con vice Roberto Masiero. Attualmente al Pordenone i consiglieri e soci sono il presidente Mauro Lovisa (di maggioranza), col presidente onorario Giampaolo Zuzzi, con Ezio Maccan e Maurizio Orenti. UNIONE SPORTIVA – A spiegare la novità è lo stesso Orenti. L’assicuratore che nel club neroverde assume un ruolo preminente nel controllo amministrativo e contabile. «Ne stiamo discutendo in società – dice Maurizio Orenti – perché è un’idea che ci è venuta, al fine di allargare la partecipazione, anche coinvolgendo una disciplina diversa. Perché capita di parlare con qualcuno che dice «ma a me il calcio non piace, piuttosto la pallacanestro». Poi si va da altri, con il basket, e si sentono discorsi del tutto analoghi». FINANZIARIA – «Sarà costituita una finanziaria che accorpi figure diverse, oltre ai soci che ora costituiscono la società Pordenone, continuando a perseguire ogni strada per giocarci la categoria che ci siamo guadagnati», spiega Orenti. «È più facile andare all’esterno chiedendo, piuttosto che una sponsorizzazione, un finanziamento alle attività sportive, con il coinvolgimento nella partecipazione azionaria che lasceremmo noi attuali detentori delle quote. Se anche questa partita dovessimo riuscire a vincerla – sottolinea il socio neroverde di più recente ingresso – sarebbe un altro bel successo. Anche per la spersonalizzazione della società stessa». Concetto espresso in precedenza dal presidente Mauro Lovisa «perché il Pordenone è della città», in altre parole.

Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Vogliamo fortissimamente la Lega Pro. Chiederemo il ripescaggio e molto probabilmente lo otterremo. Se malauguratamente non dovessimo essere riammessi, faremo la serie D per vincerla con una squadra fortissima già pronta per la terza serie». Questi in sintesi i concetti espressi ieri pomeriggio da Mauro Lovisa durante una conferenza stampa durata (disgressioni comprese) un’ora. Accanto a lui sedevano nell’ordine da destra a sinistra il gm Giancarlo Migliorini e i soci Ezio Maccan, Giampaolo Zuzzi e Maurizio Orenti; ma a parte una breve dissertazione tecnica su cosa sia l’azionariato diffuso tenuta da quest’ultimo, a parlare è sempre stato lui, re Mauro. RIPESCAGGIO – «Sono stato a Roma giovedì – raccontato Lovisa – a parlare con Tavecchio e Lotito. Abbiamo buone possibilità che la nostra richiesta di riammissione in Lega Pro venga accolta. Siamo una società molto apprezzata per la nostra serietà, solidità economica e per i successi che sta raccogliendo il nostro settore giovanile. Le società in difficoltà sono parecchie (con il Venezia che ha ammesso le sue ieri sarebbero addirittura 8 su 60, ndr). Noi – gongola quasi – in una graduatoria ufficiosa di candidate al ripescaggio saremmo terzi alle spalle di Messina e Gubbio». BOIA CHI MOLLA – «Dopo un primo momento di scoramento successivo alla retrocessione – racconta re Mauro -, ora sono più motivato che mai. Siamo più motivati che mai. A ridarmi la carica sono state tutte le manifestazioni di stima e affetto ricevute dai tifosi e anche dalla gente comune. È un patrimonio che non possiamo disperdere. Ho voglia di continuare a fare calcio vero in una società che, dopo i primi sbagli, ha capito cosa significhi fare calcio vero. Siamo pronti a ripartire». TUTTI RICONFERMATI – Prima della conferenza stampa Lovisa e soci avevano incontrato tutto lo staff tecnico e amministrativo del De Marchi e a tutti era stata comunicata la riconferma nei rispettivi ruolo. «In organico – ha detto poi il presidente – abbiamo una settantina di persone. Hanno lavorato bene e sono tutte confermate. Ovvio che se qualcuno vuole provare nuove avventure non glielo impediremo. Arriveranno altri collaboratori. Fra questi Giorgio Zamuner (per atro già operativo dallo scorso gennaio, ndr) in qualità di consulente mio personale». SPOGLIATOIO – Lovisa ha rimandato ogni discorso strettamente tecnico ai prossimi giorni. Ha confermato ancora una volta di non aver mai contattato per la panca (lui o i suoi collaboratori) Daniele Pasa (ex Montebelluna) e non ha escluso la riconferma di Fabio Rossitto, anche se l’affermazione di voler un Pordenone più coraggioso e divertente è suonata come una critica al Crociato. Qui evidentemente l’affetto e la stima della gente per Rossitto avrebbero avuto meno successo. Fra i giocatori Lovisa ha detto di puntare sicuramente alla conferma di Careri, Maracchi e Andrea Migliorini. In conformità alle nuove regole di prossima emanazione re Mauro vuole una rosa più snella (massimo 24 giocatori) che comprenda almeno 8 giovani, metà dei quali promossi dal vivaio.

Ore 17.20 – (Messaggero Veneto) Del nuovo Pordenone formato campo poche parole ieri da parte di Lovisa. Le luci della ribalta spettavano alla società, allo staff dirigenziale e agli scogli burocratici per arrivare al ripescaggio. Ma qualcosa è trapelato lo stesso. «La nostra prossima rosa – ha rivelato il presidente neroverde – in caso di Lega Pro sarà ristretta. Diversi giovani, di cui almeno due della formazione allievi che da giovedì si giocherà lo scudetto, e pochi esperti, ma di grande qualità». Una decisa inversione di marcia rispetto alla scorsa stagione, in cui la rosa neroverde si è segnalata come una delle più numerose del girone. «Gli errori – fa sapere Lovisa – servono per crescere. E io ho il coraggio di ammettere quando sbaglio». A condurre il prossimo mercato sarà il nuovo consulente tecnico del presidente, Giorgio Zamuner, ma in settimana ci sarà un incontro con l’attuale ds Sergio Pinzin per convincerlo alla convivenza. A giorni previsto pure un confronto con l’allenatore Fabio Rossitto. Ufficialmente nulla è stato deciso. «Vogliamo prima capire che categoria faremo e poi faremo le nostre valutazioni», ha fatto sapere Lovisa, aggiungendo però: «Il prossimo allenatore deve essere coraggioso e farmi divertire, al punto da tornare a casa contento anche quando si perde». Parole che lasciano presagire il divorzio dal pragmatico tecnico di Polcenigo. Poche conferme, per ora, anche nella rosa: si ripartirà da Careri, Maracchi e forse pochi altri.

Ore 17.10 – (Messaggero Veneto) Se sarà Lega Pro o serie D ancora non è dato saperlo. Ma nell’attesa il presidente del Pordenone, Mauro Lovisa, ha sgomberato il campo dai dubbi seguiti alla delusione per la doppia sconfitta nei play-out col Monza, assicurando presenza e sostegno economico anche nel caso i neroverdi dovessero ripartite dall’Interregionale. L’annuncio è arrivato nel corso di una accalorata conferenza stampa, zeppa di tifosi, in cui sono volati anche toni accesi nei confronti della stampa. Ma a spegnere la tensione ci ha pensato proprio Lovisa, con la frase che ha strappato l’unico applauso spontaneo della serata: «Se non saremo ripescati in Lega Pro, faremo una squadra fortissima in serie D. Mi ha convinto l’affetto della gente nei miei confronti: straordinario». Ieri a tal riguardo sulla porta d’ingresso del De Marchi campeggiava lo striscione: «Comunque vaDa, noi Ci saremo. Forza Pres!». Ripescaggio. L’obiettivo principale di Lovisa e soci rimane “salvare” il professionismo, anche accollandosi l’eventuale e ingente esborso economico di cui si vocifera, ovvero 600 mila euro a fondo perduto e altrettanti di fideiussioni. Il presidente al riguardo ha aggiornato i presenti sullo stato delle “trattative” per stabilire i criteri dei ripescaggi: «Ho chiesto espressamente che non ne possa fruire una squadra che ha subito punti di penalizzazioni nell’ultima stagione e che conti anche il settore giovanile, un nostro fiore all’occhiello. Le indiscrezioni ci vogliono in pole, subito dopo Messina e Gubbio, ma bisogna aspettare i primi passi ufficiali». Intanto, però, anche il Venezia sembra in grosse difficoltà e potrebbe aggiungersi alla lista delle pericolanti che già comprende Real Vicenza, Monza e Barletta. Azionariato. L’altro orizzonte cui si guarda è il rafforzamento della compagine societaria. E il metodo scelto, sulla scorta del modello Bassano, sarà l’apertura all’azionariato popolare, destinando una parte delle quote societarie a imprenditori o semplici tifosi che volessero dare il loro contributo. Del progetto si occuperà direttamente il socio Maurizio Orenti, che potrebbe avere anche una delega sul controllo amministrativo del club. «Vogliamo coinvolgere anche le categorie produttive – fa sapere Orenti – perché il Pordenone è un patrimonio della città che deve saper camminare anche senza un magnate».

Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Korablin torna a farsi sentire e promette liquidità in pochi giorni per far finalmente ripartire il Venezia. Dopo più di tre mesi complicati da una totale assenza di contatti, ieri pomeriggio il patron Yury Korablin è tornato a relazionarsi col dg Dante Scibilia, con una telefonata di pochi minuti da Mosca per cercare in qualche modo di rasserenare un minimo l’orizzonte. «Il presidente mi ha detto di stare tranquillo e che in settimana entreranno dei soldi sul conto della società – riferisce Scibilia, senza celare del tutto una certa sorpresa a conferma di quanto sia delicata la situazione -. Attendevamo da tempo almeno un contatto di questo tipo, quasi quasi non ce l’aspettavamo nemmeno più. Di positivo c’è che si è fatto vivo lui e che abbiamo parlato praticamente in modo diretto, certo con l’interprete ma senza passare per collaboratori vari». Tuttavia è ancora presto per cantare vittoria, anche perché entro fine mese per iscrivere il Venezia alla Lega Pro 2015/16 urge almeno un milione di euro per saldare i debiti e stipendi. «Non è la prima volta che sentiamo promesse di questo tipo ma, ripeto, leggo positivamente che le ha fatte lui in prima persona. Quando verrà in città? Non si è pronunciato, però conto di risentirlo già oggi per approfondire come si deve le questioni più urgenti». Tra le quali non ci sarebbe la cessione della società né, quantomeno, la voglia di aprire le porte a nuovi soci. «Korablin sa che in città circolano voci di gente interessata al Venezia, si tratta però appunto solo di voci perché finora nessuno si è fatto avanti concretamente. Tutto ciò fermo restando – precisa Scibilia – che dal presidente non ho mai ricevuto alcun mandato a sondare l’ingresso di soci né la cessione del club. Non potendomi muovere in questa direzione confermo di non aver avuto incontri con nessuno. Se mai Korablin dovesse prendere una decisione in tal senso vedremo se ci sarà davvero qualcuno alle porte». Intanto il ds De Franceschi avrebbe appuntato sul suo taccuino il nome di Alberto Rubbo, mediano tutto polmoni classe ’89, da 5 stagioni bandiera dell’Este in serie D (29 presenze e 7 gol nell’ultima stagione).

Ore 16.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Yuri Korablin rompe il silenzio. Dopo aver lasciato il Venezia e i tifosi all’oscuro dei suoi piani, con la crescente preoccupazione che potesse saltare tutto, il presidente russo ieri ha fatto nuovamente sentire la sua voce. E assicura di voler andare avanti, pagando parte degli arretrati entro la fine della settimana. Doveva essere una giornata importante quella di ieri e così è stato, anche se in una direzione diversa da quel che la dirigenza arancioneroverde si immaginava. Non è un mistero, infatti, che da via Torino ci si stesse muovendo per trovare una strada alternativa a quella della proprietà russa, cercando nuovi investitori che volessero rilevare la società qualora Korablin avesse annunciato il suo forfait. Invece cambia tutto all’improvviso. «Il presidente mi ha telefonato», riferisce in serata il dg Dante Scibilia. Una conversazione durata pochi minuti, in realtà, filtrata dall’interprete e interrotta troppo presto per problemi sulla linea telefonica. Ma in quelle poche parole, sta condensato il futuro del Venezia: «Il presidente Korablin – prosegue il dg – mi ha assicurato di voler andare avanti con il progetto e mi ha detto che verserà una parte dei soldi entro questa settimana». Quanto non è dato sapere, anche se la cifra che il dg ha riferito a Korablin per ripianare i debiti e presentarsi con le carte in regola per la nuova iscrizione si aggira intorno al milione e mezzo: c’è da pagare l’ultima tranche degli stipendi, con i contributi e le ritenute anche relative al periodo settembre-dicembre 2014, mancanza costata per altro un ulteriore deferimento proprio nei giorni scorsi. E poi ci sarà la fideiussione di 400mila euro per la nuova iscrizione. Ma quel che conta è che Korablin riattivi il flusso finanziario, in modo da poter rimettere in moto anche la programmazione per il prossimo anno. La conversazione telefonica si è poi interrotta e per i dettagli il dg sentirà il presidente di nuovo nella giornata di oggi. Ora si aspettano i bonifici.

Ore 16.00 – (La Nuova Venezia) Dai e dai, finalmente il contatto con la Russia c’è stato. Anche se la telefonata tra Yuri Korablin e il direttore generale Dante Scibilia si è interrotta ieri sera per problemi sulla linea. Nei giorni scorsi erano partiti avvisi e mail verso Mosca, ieri Scibilia è stato contattato, tramite traduttore ovviamente, dal patròn arancioneroverde. «Abbiamo parlato poco per i problemi che sono subentrati» riferisce Scibilia, «però Korablin ha ribadito per l’ennesima volta che intende proseguire con l’FBC Unione Venezia e che in settimana invierà una parte della somma necessaria per tamponare le necessità più urgenti». Non è stata quantificata la cifra, al Venezia serve almeno un milione e mezzo per saldare le scadenze relative ai mesi di marzo e aprile, oltre a saldare le pendenze arretrate verso Inps e Irpef, che sono costate tre punti di penalizzazione in classifica e un ulteriore deferimento la scorsa settimana. Uno squarcio di luce in mezzo alla fitta nebbia degli ultimi mesi? Forse sì, anche perché che senso avrebbe mandare questa settimana una parte della cifra necessaria e poi non arrivare all’iscrizione buttando soldi dalla finestra? Soldi che in questi anni Korablin ha sempre centellinato, ma sempre saldato in extremis. «Diciamo che è un segnale positivo, e incoraggiante» aggiunge Dante Scibilia, «solo che adesso voglio capire quando ha anche intenzione di venire a Mestre per parlare più a fondo e di persona. Oggi proverò a rimettermi in contatto con lui». E le voci di possibili acquirenti della società? «Il presidente non mi ha mai dato mandato di trovare un acquirente e ribadendomi che intende andare avanti nella sua esperienza veneziana, vuol dire che non ha nessuna intenzione di cedere». Uno spiraglio di luce a cui aggrapparsi che comunque non cancella le perplessità su una gestione della società da parte di Korablin lontana anni luce alle effettive esigenze di Scibilia e di De Franceschi. Un silenzio prolungato che tiene sulla corda tutta la tifoseria , sempre più scettica sul futuro della presenza russa alla guida della società. Resta la novità di ieri: Korablin si è fatto vivo e vuole andare avanti. In settimana dovrebbero sciogliere le riserve anche i membri del collegio dei sindaci, ma qualsiasi decisione sarà ininfluente ai fini dell’iscrizione o meno della squadra alla prossima Lega Pro. Vedremo se al contatto di ieri ne seguirà un altro oggi, magari più approfondito, tale da riportare la tranquillità nella turbolenta traversata del Venezia verso la prossima stagione.

Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) C’è aria di smobilitazione al quartier generale del Real Vicenza. Salvatore Bruno è vicino al Piacenza, mentre Michele Marcolini ha firmato per il Pavia, dopo un colloquio con Lino Diquigiovanni. «Mi ha chiamato domenica — spiega il presidente — e mi ha chiesto come doveva comportarsi rispetto alla richiesta di un altro club. Gli ho detto che doveva accettare, qui non è cambiato nulla. Mi ha telefonato anche il presidente della Lega, Mario Macalli, ma non vedo novità… Se nessuno si farà vivo entro il 30 giugno chiuderemo l’attività».

Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) Al Real Vicenza il countdown verso la chiusura è avviato. Ma nella ventina di giorni che manacano all´inderogabile scadenza del 30 giugno, tutto può ancora succedere, anche se tira sempre più aria di addio in questo momento. Intanto le altre società sono già molto attive sul mercato e il Real Vicenza è un bacino ricco da cui attingere.Il primo a ufficializzare la sua partenza da Vicenza è il tecnico Michele Marcolini. Un anno complicato per lui alla coorte di Diquigiovanni. L´esonero di fine gennaio lo aveva lasciato con l´amaro in bocca, i suoi ragazzi non l´hanno presa bene: sciopero al primo allenamento del sostituto Paolo Favaretto. Poi il ritorno di fiamma e il dietrofront di Diquigiovanni che ha riaffidato a Marcolini la sua truppa. Ed è stato di nuovo feeling. Sembrava dovesse durare, invece….La notizia della probabile chiusura di Diquigiovanni, ha indotto ovviamente Marcolini a guardarsi un po´ in giro e a trovare una nuova casa non ci ha messo molto. Destinazione? Pavia. «Sono molto contento – ha commentato l´ormai ex tecnico biancorosso – è stata una sorpresa anche per me, mi hanno chiamato sabato, domenica sera ci siamo incontrati e abbiamo subito trovato l´accordo». A Pavia con Marcolini andranno anche il suo vice Davide Mandelli e Roberto Ziggiotti, preparatore atletico. «Pavia è una piazza importante – continua l´allenatore – ci sono tutti i presupposti per fare una bella stagione. La rosa di partenza è già molto buona, proveremo a rafforzarla e credo si possa fare davvero bene. Al Real avevo un gruppo fantastico, per il momento di questo non abbiamo ancora parlato a Pavia, ma magari qualcuno potrebbe venire con me…».Dalla società biancorossa nessun risentimento: «Con noi è stato molto corretto, ce lo ha detto subito – ha commentato Barbara Diquigiovanni – qui la situazione è ancora molto incerta quindi ha fatto bene». E un altro che sembra destinato a salutare è il capocannoniere Sasà Bruno: per lui pare ci sia un interessamento importante da parte del Piacenza.

Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Oggi una delegazione del Vicenza salirà a Domegge di Cadore per visionare per la seconda volta le strutture del centro dolomitico. Al momento l’accordo per effettuare la preparazione precampionato a Domegge non è ancora stato raggiunto, oggi si proverà a lavorare per avvicinare le parti. Al momento il Cadore sarà sicuramente la meta di tre ritiri: quello del Padova, che soggiornerà a Pieve dal 19 luglio al 2 agosto e quello della Salernitana che, come l’anno scorso svolgerà la preparazione nella vicina San Vito. Da non dimenticare, poi, la Lazio, ormai «abbonata» ad Auronzo, da anni meta privilegiata della tifoseria biancoceleste per seguire le fatiche estive dei propri beniamini. Insomma, un bell’affollamento, che potrebbe essere completato da una tra Latina e Trapani, al momento in trattativa per Longarone, considerata tuttavia troppo «bassa» come altitudine nonostante abbia ospitato in passato per diverse volte squadre di buon livello, come il Cosenza prima del fallimento quando i calabresi ancora militavano nel campionato di serie B.

Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La delusione per l’eliminazione dai playoff è ancora forte, ma in casa Vicenza la dirigenza si è già messa al lavoro per costruire il Vicenza della prossima stagione. Le incognite sono tante, a partire dalla composizione societaria in attea che domani, nell’incontro fissato con i vertici di Finalfa, i soci della Vi.Fin. capeggiata da Alfredo Pastorelli e Marco Franchetto, sciolgano i dubbi riguardanti il loro ingresso in società. Una decisione che andrà ad influenzare anche la decisione di Pasquale Marino, che attende di sapere su che Vicenza potrà contare se decidesse di rimanere all’ombra dei colli Berici. Facile quindi comprendere come questi siano giorni molto importanti per il futuro del Vicenza, che deve anche mettersi in regola con l’iscrizione al prossimo campionato, una stagione che in molti sperano possa regalare ancora tante soddisfazioni alla tifoseria. «L’idea è quella di mantenere l’ossatura base e di andare a fare poche modifiche – spiega il dg Andrea Gazzoli – è chiaro che giocatori come Di Gennaro, che era in prestito secco dal Palermo, così come lo stesso Ragusa, non hanno possibilità di restare. Probabilmente non rivedremo nemmeno Sampirisi e Manfredini, ma intanto dopo aver allungato il contratto a Cinelli fino al giugno del 2016 nello scorso gennaio, in questi giorni abbiamo definito gli accordi con D’Elia e Sbrissa fino al 2018, e con Vigorito fino al 2017 ». Tre giocatori che durante il campionato appena concluso hanno dato un grande contributo, più un giovane come Sbrissa che ha mercato e che il Vicenza potrebbe cedere, magari chiedendo di poterlo trattenere in biancorosso ancora per un’altra stagione. «Indipendentemente dal singolo calciatore, la cosa da cui ripartire è la base di quello che si è costruito – spiega Gazzoli – in questo campionato si è visto come Vicenza sia una piazza che ha un potenziale importante, costituito da un pubblico da serie A. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico si parte da un valore patrimoniale della rosa diverso in positivo rispetto a quello degli anni scorsi, anche se tutto dipenderà, come sempre accade nel mercato, dalle offerte che arriveranno. E normale che se su Cocco ci saranno delle offerte importanti si valuterà la possibilità di cederlo, ma il tutto potrà avvenire solo se il ricavato ci consentirà di andare a portare a Vicenza un degno sostituto». Bocche cucite invece per quanto riguarda la guida tecnica. «La nostra priorità è continuare con Marino – sottolinea Gazzoli – solo se questo non sarà possibile andremo a valutare delle alternative».

Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Nella rosa che ha concluso la stagione con le due partite di playoff contro il Pescara sono 13 i giocatori di proprietà del Vicenza, cioè che hanno un contratto in essere con il club di via Schio. In realtà ce ne sarebbero altri tre: ma l´accordo con i portieri Bremec e Truant e con il centrocampista Sciacca va in scadenza alla fine del mese e dunque non li abbiamo conteggiati nella lista, nella quale entrerebbero solo in caso di rinnovo.Dei 13 giocatori del Vicenza va considerato però che ce ne sono 6 il cui contratto con la società biancorossa andrà in scadenza fra un anno, nel giugno del 2016. Ed è chiaro che per il club, in linea generale, è più conveniente cedere il giocatore prima di gennaio, quando, salvo prolungamento concordato entro dicembre, potrebbe già accordarsi con altra società a costo zero.In questa condizione c´è per esempio il capocannoniere del campionato Cocco, autore di 20 reti, ma anche Giacomelli, Laverone e lo stesso Cinelli, del quale proprio ieri il Vicenza ha ufficializzato il rinnovo fino al 2016, già definito nei mesi scorsi.Altri tre giocatori hanno visto prolungato il loro accordo con il club di via Schio: il portiere Vigorito fino al 2017, l´esterno D´Elia fino al 2018, come pure il talentino del ´96 Sbrissa, sostanzialmente blindato, considerate le probabili richieste in arrivo.

Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Quando cala il sipario sul calcio giocato è il momento in cui ciò che avviene fuori dal campo diventa fondamentale per il futuro, perchè è in questo periodo che si gettano le basi per il prossimo campionato. Insomma, entra nel vivo il lavoro del direttore sportivo Paolo Cristallini, responsabile dell´area tecnica, che finalmente può dire di aver chiuso una stagione eccezionale.«Sì siamo molto soddisfatti per come è andata, anche se l´amarezza per aver visto sfumare il sogno serie A c´è ancora, perchè noi ci abbiamo sperato e creduto fino all´ultimo».Col senno di poi non si è pentito a gennaio di non aver reso più folta la rosa a disposizione di Marino?«Intanto a gennaio l´obiettivo primario è stato di mantenere il gruppo e non era cosa scontata visto che, come sempre, molti ben informati dicevano che avremmo venduto i pezzi migliori: così non è stato e infatti sono stati ceduti solo giocatori che qui non avevano spazio».Vero quello che dice, però si poteva rimpolpare il gruppo con acquisti capaci di dare cambi all´altezza.«Di cosa stiamo parlando? A gennaio sono arrivati Manfredini, Petagna, Spinazzola, Vita e Serraiocco; elementi, su tutti Manfredini, che hanno dato un contributo importante quando sono stati utilizzati».È convinto anche lei, come molti, che la svolta sia stata l´arrivo del tecnico Marino?«Sì, Marino è stato determinante, per il gioco che ha saputo proporre e per le pochissime pause a livello di condizione fisica che ci sono state: credo si possa dire che tutto lo staff ha lavorato molto bene».Cos´altro ha contribuito a questa stagione eccezionale?«Senza dubbio quando siamo stati ripescati il monte-ingaggi che avevamo e il numero di giocatori in rosa ci hanno permesso di intervenire senza l´obbligo di scambi e dunque di scegliere davvero quei giocatori che volevamo».Veniamo al presente, la domanda che tutti si fanno è: Marino resterà?«Dipende da lui, di certo nell´ultimo periodo Marino aveva un solo obiettivo: portare il Vicenza in A e dunque tornarci anche lui. Purtroppo non è andata e il primo a restarne spiazzato è stato proprio il tecnico, che ora sta ragionando sul suo futuro, ma che abbia più di una richiesta importante è noto a tutti».A suo avviso ci sono più probabilità che resti o che vada?«Mi pare scontato affermare che noi vorremmo rimanesse e stiamo facendo di tutto per accontentarlo, ma credo che ora stia a lui decidere se riprovarci col Vicenza sapendo quanto lo stima la piazza, anzi penso che potrà avere il suo peso proprio il rapporto che si è creato con la tifoseria».Al di là del fatto che Marino resti oppure no, la vostra intenzione è di tenere il nucleo di questa squadra o di cambiare molti giocatori?«Non è decisione slegata da Marino, perché se lui resta si vorrebbe andare avanti con parte del gruppo da lui creato, se invece va via forse sarebbe meglio cambiare, perché i giocatori tendono a restare legati al tecnico con cui hanno raccolto grandi soddisfazioni e in ogni caso il programma dovrà essere stilato assieme a chi verrà».Possibili nomi?«Nessuno fino a quando Marino non ci dice cosa vuol fare, penso in settimana».C´è, al di là di tutto, qualche elemento della rosa a cui non avete intenzione di rinunciare?«Se guardo al gruppo creato mi vien da dire non rinuncio a nemmeno uno dei suoi elementi, ma poi, si sa, di incedibile non c´è nessuno, stiamo a vedere».Comunque una cosa è chiara: se si indovina il giocatore da mettere in regia poi ne guadagna tutta la squadra, Di Gennaro ne è stato la prova lampante.«Senza dubbio il centrocampista in cabina di regia dà forza sia alla difesa che all´attacco, però al di là del saper trovare il giocatore giusto, deve essere anche l´allenatore capace poi di farlo esprimere al meglio. Ad esempio all´inizio sembrava che Di Gennaro e Moretti non potessero proprio coesistere ed invece poi entrambi hanno fatto una bellissima stagione».Però dopo un campionato così mica si può tornare a parlare ai tifosi di obiettivo salvezza!«E perchè no? Anzi deve essere comunque il primo obiettivo, siamo passati dall´inferno della Lega Pro e abbiamo capito che fondamentale è non tornarci e non è poi così scontato. Anche quest´anno ci sono scivolate squadre che all´inizio non si sarebbe mai detto, proprio per questo sia che Marino resti o che arrivi un altro, il primo premio inserito nel contratto riguarderà la salvezza. Ovvio, tutti ci auguriamo poi di poter raccogliere anche quest´anno altre belle soddisfazioni».A suo avviso per riuscire a puntare ad un campionato di alta classifica cosa conta di più in serie B?«Ci sono due strade: Carpi e Frosinone hanno puntato sulla forza, mentre il Pescara ad esempio sulla qualità, per me, potendo, meglio puntare sempre sulla qualità perché dà più chance».Chiudiamo con lei, il suo contratto è in scadenza al 30 giugno, resterà?«Devo ancora parlarne con la società, non è di certo un tema primario oggi, ma non è un mistero che io qui sto bene e sono sicuro che non sarà un problema trovare l´accordo».

Ore 13.10 – (Gazzettino) Stefano Marchetti ha (quasi) sciolto la riserva: sarà lui il prossimo direttore generale del Cittadella. Manca soltanto l’ufficialità, per quella bisognerà attendere ancora qualche giorno, quando l’interessato sarà di ritorno dalla Liguria dove si disputano le finali del campionato Primavera. Ieri pomeriggio in sede Andrea Gabrielli e il dirigente si sono nuovamente confrontati in previsione della prossima stagione. «Sapete che Cittadella è casa mia, per me significa davvero tanto», le parole di Marchetti che sembrano spazzare via ogni dubbio sulla sua permanenza. Manca davvero poco per l’annuncio: «Per qualche giorno sarò impegnato in Liguria per il campionato Primavera, qualche partita di aggiornamento, definiamola così. Credo che il fine settimana sia quello giusto per concretizzare il tutto con la società». E con Marchetti ancora a Cittadella, diversi giocatori sono pronti a dire “resto”. «Credo che la rosa attuale possa fare non bene, ma benissimo in Lega Pro. Mi fa piacere leggere la voglia di rivalsa dei giocatori, credo che la rabbia che tutti noi abbiamo dentro per la retrocessione debba essere riversata in campo, nella nuova stagione. È questo lo spirito giusto, quello che voglio dai calciatori che rimarranno a Cittadella». Dopo Marchetti, ci sarà la scelta dell’allenatore, ma in questo caso il diggì non si sbilancia: «È presto per fare nomi. Un passo alla volta, non c’è tutta questa fretta di fare le cose, ma di sicuro non andremo troppo il là con i tempi». E con il nuovo tecnico si analizzerà la rosa attuale. «Dobbiamo capire per bene cosa c’è in casa, diversi giocatori sono sotto contratto e hanno la precedenza sugli altri». Anche sui nomi che certamente Marchetti si porterà a casa dalle finali della Primavera. Ma c’è già qualche nome appuntato? «È da tanto che non vedo certi giovani interessanti. I prossimi giorni mi serviranno per questo, per avere le conferme oppure segnare qualche nuovo, possibile obiettivo. Fatto questo, ci sarà da affrontare il compito più difficile, parlare con il giocatore e la società di riferimento. Anche se tanti elementi della Primavera andranno fuori età e dovranno cercare squadra, non è mai facile arrivare a loro, basti ricordare tutte le complicazioni affrontate un anno fa per portare Barreca in granata». UNIVERSIADI. Sono 23 i giocatori convocati dal tecnico Massimo Piscedda per il raduno di preparazione alle Universiadi, che sono in programma ai primi di luglio in Corea del Sud. La nazionale Universitaria si radunerà lunedì 22 giugno a Roma, il 27 Piscedda renderà nota la lista dei 20 convocati che andranno in Corea. Nel gruppo figurano anche due giocatori del Cittadella: il difensore Cappelletti e il centrocampista Benedetti.

Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Difficile vederlo un anno altro sotto le Mura. Nicola Rigoni, anche dopo una stagione non esaltante come quella appena conclusa, come si usa dire “ha mercato”. E lui stesso qualche pensierino al Chievo, che ne è proprietario del cartellino, lo fa, anche se non è escluso che possa finire in prestito ad un altro club. Ma è dura, appunto, che quel club sia ancora il Cittadella. Lo spiega lo stesso centrocampista di Schio, nel campionato appena concluso tra i “fedelissimi” di Foscarini, terzo per minutaggio trascorso sul rettangolo verde dietro a Cappelletti (convocato giusto ieri, insieme a Benedetti, dal tecnico Massimo Piscedda per il raduno azzurro di preparazione alle Universiadi), e Barreca. «In questi giorni ho cercato soprattutto di staccare la spina e smaltire la delusione. Non ho ancora sentito il mio procuratore e non ho idea se ci siano proposte che mi riguardano. Di certo la retrocessione pesa anche da questo punto di vista sulle prospettive di noi giocatori». Il prestito secco dal Chievo al Cittadella, rinnovato lo scorso luglio, si conclude però con il campionato. E radiomercato parla di un sondaggio di Carpi e Frosinone nei suoi confronti. «Non ne so nulla, ma diciamo che non penso di restare. Al momento la prospettiva più probabile è quella di iniziare la preparazione con il Chievo, dove adesso c’è un allenatore che mi conosce bene come Maran. Proverò a mettermi in mostra e a convincerlo a trattenermi». Cosa non ha funzionato nel Cittadella scivolato in Lega Pro? «Abbiamo pagato quel girone d’andata non all’altezza delle nostre ambizioni. Tutti speravamo e credevamo in un campionato diverso da questo e, se ci limitiamo a quanto accaduto nel girone di ritorno, abbiamo avuto un cammino tutto sommato onesto. Ma quella quindicina di partite senza successi…». Di chi la colpa? «La prima cosa a cui mi viene da pensare sono i tanti infortuni che ci hanno penalizzato. Penso a Schenetti, elemento su cui si puntava molto, che di fatto non ha mai giocato. Penso a Sgrigna, che si è fatto male dopo poche partite. O a Paolucci, che per metà campionato non c’è stato. Poi, però, c’è anche un problema di esperienza, che probabilmente in questo gruppo non c’era perché l’età media era bassa». Gli elementi di carisma, tuttavia, non mancavano e avrebbero dovuto trascinare la squadra. «È vero, e anch’io mi metto tra questi. Dobbiamo fare autocritica, non per le ultime due o tre partite ma per tutte quelle che avremmo potuto gestire meglio raccogliendo punti che non sono arrivati: con il Bari, tra andata e ritorno, o a Pescara, tanto per fare due esempi. L’elenco è lungo».

Ore 12.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Adesso si fa durissima. Ci vorrebbero due gol per trascinare la contesa ai supplementari e, magari chissà, tentare il tris nella lotteria dei rigori per la serie B. A Bassano, però, l’aria è funerea, il 2-0 del Como maturato domenica al Sinigaglia è una secchiata d’acqua gelida suille ambizioni giallorosse. Al ritorno, domenica prossima al Mercante, servirebbe un’impresa: il salto in cadetteria al momento è complicato da ipotizzare. «Dopo 42 partite giocate — dice Antonino Asta — questa è la prima volta che perdiamo con più di un gol di scarto, è una situazione paradossale. Il Como ha meritato la vittoria, ha avuto una maggior convinzione arrivando prima di noi anche sulle seconde palle. Adesso daremo tutto al ritorno, non è ancora finita». Concetto condiviso pure dal duo Bizzotto-Iocolano, entrato nel frattempo in chiave mercato prepotentemente nel mirino del Padova. «Non molliamo, non siamo rassegnati. Una vittoria con due gol di scarto non è impossibile, ci sono riusciti loro, possiamo riuscirci pure noi». Si gioca domenica prossima al Mercante alle 16. Al Bassano, che recupererà Furlan e Pietribiasi dopo le rispettive squalifiche, serve un successo con due gol di scarto con qualsiasi punteggio (2-0, 3-1, 4-2 etc.) per arrivare ai supplementari. In caso di situazione immutata al termine dei 120’ si calceranno i rigori, cosa già capitata ai quarti e in semifinale.

Ore 12.00 – (Giornale di Vicenza) Mission impossible, impresona al cubo e tutti quegli iperboli che si usano in situazioni simili, quando oltre alle spalle al muro c´è anche il plotone di esecuzione davanti. Ma una volta e ai playoff il Bassano ha già rovesciato un 2-0 esterno col pirotecnico 3-1 del ritorno. Era col San Marino e in quella partita di semifinale capitan Elìa Pavesi, oggi trainer della Berretti del Mantova, c´era e segnò pure.Pavesi, come si ribalta un handicap del genere?«Senza avere fretta. Può sembrare un paradosso e invece è necessario andare con calma. Perchè so per esperienza che queste sfide esulano da ogni pronostico, i playoff sono partite strane che non hanno nulla a che vedere col campionato. Gli episodi scavano la differenza. E soprattutto sono sfide che non si risolvono mai nei primi 10´, neanche in caso di vantaggio rapido». Dice?«Dico. Non è fondamentale il minuto in cui segni, ma andare in vantaggio prima o poi. Anche sbloccando a un quarto d´ora dal termine puoi riuscire a completare la rimonta. Pensate a me quella volta: era il 92´, eravamo sull´1-1 con un uomo in meno, due pali colpiti, un rigore sbagliato e le paratone del loro portiere. Dovevamo vincere di due per qualificarci perchè allora il piazzamento in classifica veniva premiato. Io ho segnato in mischia il 2-1, quindi Cesca all´ultimissimo assalto del 95´ ha cavato fuori quella rete pazzesca che ha fatto esplodere il Mercante. Nel calcio si può tutto».Come ci siete riusciti?«Con la fame. Con la rabbia e la voglia di vincere che era superiore a qualunque cosa. Avevamo perso malamente l´andata a San Marino con un punteggio persino troppo pesante. Ci sembrava un´ingiustizia che volevamo cancellare in tutti i modi. Le difficoltà, invece di abbatterci, ci hanno esaltato e caricato ancora di più».Come si prepara in settimana un appuntamento di questo tipo?«Mi ricorda un po´ la condizione attuale. Anche allora venivamo da un campionato e da una promozione sfumata incredibilmente in volata con la Reggiana e in quella settimana prevalse la voglia di rivalsa».Il Como però appare più fresco…«Questo è vero, ma gli spareggi sono speciali. Magari non farà neppure caldo, oppure pioverà e incide anche il fattore meteo. Di sicuro nei playoff accade spesso che la squadra che giunge di rincorsa sia libera mentalmente e azzecchi ogni giocata. Col Bassano conosciamo questi stati d´animo: una volta il Lecco, un´altra il Giulianova o il Portogruaro stesso, faceva festa chi non era favorito. Sarebbe ora che la ruota girasse anche per i giallorossi, se lo strameritano. Non è ancora finita. Poi rientrano Pietribiasi e Furlan».

Ore 11.30 – (Gazzettino) Poliero ha anche un passato da calciatore, per la precisione attaccante. Ed è lui stesso a ricordare la sua carriera. «Sono arrivato a giocare con la Miranese in serie D, che una volta si chiamava Interregionale. Con Trebaseleghe e Campetra ho giocato in Promozione, e l’ultimo campionato l’ho disputato a 23 anni dato che poi ho dovuto smettere per gli impegni lavorativi». Ha seguito quest’anno le vicende biancoscudate? «Certo che l’ho fatto. A livello societario c’è già una struttura di prim’ordine e speriamo che il Padova possa tornare a calcare presto palcoscenici più prestigiosi, dove è giusto che stia». Quando gli domandiamo se rileverà il 20 per cento delle quote societarie, Poliero precisa: «È ancora da definire». E interviene Bonetto a ribadire: «Lo comunicheremo più avanti. Dobbiamo chiudere il bilancio e poi ci sarà il passaggio delle quote». Sull’ingresso dei nuovi soci, ossia Poliero, Salot e Tosetto, l’amministratore delegato aggiunge. «Comincio a essere un po’ stanco dato che gli impegni sono numerosi, ed è importante che entrino persone come loro che oltre a conferire una maggiore tranquillità finanziaria alla società, possano partecipare anche alla gestione dell’azienda».

Ore 11.20 – (Gazzettino) Cosa l’ha spinta a entrare nel Padova? «La passione per il calcio e poi i valori e le amicizie. Ho un certo tipo di parentela con Sandro Vecchiato e attraverso lui ho conosciuto Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto, trovando delle persone che hanno un identikit giusto con il quale ho sempre voluto lavorare». Come detto, si occuperà del vivaio. «A me piace molto lavorare con i giovani, basti pensare che nella mia azienda l’età media è di 34 anni. Sarò il presidente del settore giovanile? Questo lo deciderà il prossimo consiglio d’amministrazione. Io vorrei far crescere i ragazzi non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto sul piano umano, etico e formativo. Se guardiamo alle grandi realtà calcistiche come il Barcellona, investono molto nei giovani. E in accordo con gli altri soci vorrei portare un progetto entro i prossimi tre-quattro mesi dopo essermi reso conto di quella che è la situazione. Se sarà approvato dal consiglio d’amministrazione, bene. Altrimenti andremo avanti lo stesso».

Ore 11.10 – (Gazzettino) «Sono padovano e ho vissuto a Camposampiero fino a 27 anni, dopodiché mi sono trasferito a Vicenza per motivi di lavoro. Ma il mio cuore è stato sempre biancoscudato». Sono le prime parole di Massimo Poliero, nuovo socio del Padova che ha fatto la sua prima apparizione pubblica in occasione della festa della scuola calcio biancoscudata. L’imprenditore della Legor Group parla a margine dell’evento andato in scena ieri allo stadio Euganeo e al suo fianco è presente l’amministratore delegato Roberto Bonetto. Una presenza non casuale alla festa, dato che Poliero si occuperà da vicino proprio del vivaio. «Siamo appena all’inizio, tra l’altro sono rientrato sabato dagli Stati Uniti e ho fatto solo una chiacchierata di un’ora con Giorgio Molon (responsabile del settore giovanile, ndr), ma ho già capito che le cose stanno procedendo abbastanza bene, e questo è un aspetto importante».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Nell’occasione è stata anche consegnata dal presidente Giuseppe Bergamin una targa al segretario del settore giovanile Renato Quaggia che lascia l’incarico dopo trent’anni di attività per motivi di lavoro. «A Renato Quaggia con stima e riconoscimento per l’importante opera di cura e di crescita della scuola calcio biancoscudata svolta in questi anni con passione, umanità e grande professionalità» le parole riportate sulla targa. Domani è prevista un’altra festa di fine stagione, questa volta per i giovani biancoscudati più grandicelli: l’appuntamento per tutti è al centro sportivo Memo Geremia alla Guizza.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Festa di fine stagione ieri pomeriggio allo stadio Euganeo per i 250 baby calciatori della scuola calcio biancoscudata, che conta una ventina di squadre. Dopo che i giovani (dai quattro ai dieci anni) hanno giocato sul rettangolo verde sotto gli occhi dei loro diciotto allenatori e davanti a un buon numero di genitori, si è tenuto il cerimoniale di chiusura al quale ha partecipato lo stato maggiore della società: il presidente Giuseppe Bergamin, l’amministratore delegato Roberto Bonetto, il nuovo socio Massimo Poliero, il responsabile del settore giovanile Giorgio Molon e Federico Nicolazzi, rappresentante della Bernardinello Engeneering, sponsor del vivaio biancoscudato.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Massimo Poliero è stato accompagnato nel prato dell’Euganeo, dove ha salutato i bambini della Scuola Calcio, dal presidente Bergamin e da Bonetto, oltre agli sponsor Bernardinello e Nicolazzi. L’a.d. ha salutato così il nuovo socio: «Abbiamo trovato una persona che, oltre a rendere più solida la società, ha voglia di lavorare con noi. I nostri impegni sono tanti, l’annata è stata stressante e avevamo bisogno di qualcuno che ci desse una mano anche in termini di gestione delle risorse umane». Alla festa della Scuola Calcio, che ha visto correre sul prato dell’Euganeo i 250 bambini (dai 4 ai 10 anni) protagonisti dell’annata assieme ai 18 allenatori, è stato premiato Renato Quaggia, storico collaboratore biancoscudato. Dopo 30 anni di carriera Quaggia lascia il Padova e perciò è stato premiato con una targa da Bergamin. Nel frattempo, sono stati sorteggiati gli accoppiamenti delle semifinali scudetto Juniores. Il Padova giocherà giovedì alle 16 allo stadio comunale di Camaiore contro il Seregno. A seguire andrà in scena l’altra semifinale tra Scandicci e San Cesareo. La finale è in programma sabato alle 11, sempre a Camaiore, e sarà trasmessa in diretta tv da Raisport.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) «Ho seguito i ragazzi di Parlato anche quest’anno e continuerò a seguirli, ma ci sono già Bergamin e Bonetto che stanno lavorando egregiamente con la prima squadra». Cosa l’ha convinta ad entrare nel Padova? «La decisione nasce dalla passione per il calcio, ovviamente. Ma non ho mai cercato con insistenza di entrare in qualche società. Tramite l’amicizia in comune con Sandro Vecchiato, ho conosciuto Bergamin e Bonetto. I loro valori corrispondono all’identikit che cercavo e questo mi ha convinto a dare una mano a dei colori per cui il mio cuore ha sempre palpitato». È vero che avrebbe potuto entrare nel Real Vicenza? «Come dicevo, non ho mai cercato di prendere quote di altri club. Sono stato sponsor del Real Vicenza e mi avevano chiesto di diventare socio lo scorso anno, ma non se n’è fatto niente. E poi io sono padovano».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Cos’ha in mente per il Padova? S’ispira a qualche modello? «Finora sono stato molto impegnato, ma spero di incontrarmi il prima possibile con il responsabile del vivaio, Giorgio Molon. Da quel che ho visto, è già stato fatto un ottimo lavoro. Io ho iniziato a lavorare ad un progetto che nel giro di tre o quattro mesi presenterò al Consiglio d’amministrazione della società. È un progetto formativo, perché anche i settori giovanili delle più grandi squadre europee, come ad esempio il Barcellona, non puntano solo sull’aspetto tecnico, ma anche sulla formazione dei propri giovani. So che non siamo all’oratorio, ma per far crescere giocatori che possano arrivare in alto è fondamentale poter dare loro una formazione umana e etica. Non basta il talento se non hai la testa. Ho questo progetto e spero che possa piacere alla società». Si occuperà anche della prima squadra? «Sono un tifoso del Padova, anche perché, nonostante viva a Vicenza per lavoro, sono nato a Camposampiero e cresciuto in provincia di Padova».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Massimo Poliero è già al lavoro. E forse da questo dettaglio, che poi un dettaglio non è, si capisce come mai Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto abbiano aspettato e tentennato, prima di annunciare i nuovi soci della futura Spa biancoscudata. Poliero è già al lavoro in quello che dovrà essere il suo ambito, ovvero il settore giovanile, di cui sarà presidente. Ad annunciarlo è stato lo stesso imprenditore 47enne, amministratore delegato della Legor Group di Bressanvido, prima della festa della Scuola Calcio, andata in scena ieri pomeriggio allo stadio Euganeo. «Mi piace lavorare con i giovani e credo che mi occuperò principalmente dello sviluppo del vivaio», ha spiegato. «I lavoratori della mia azienda, per fare un esempio, hanno un’età media di 34 anni. Non dico che l’esperienza non serva o che gli ultracinquantenni siano da buttare, ma penso che lo spirito di un giovane possa dare qualcosa in più ad una società, anche se nel calcio, ovviamente, bisogna ragionare in maniera un po’ diversa».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) A sei mesi di distanza, l’entourage di Cuffa si è rifatto sotto in viale Rocco, ma ancora una volta ha trovato la porta chiusa: così come per Mazzoni, difficilmente si rivedrà all’Euganeo qualche elemento del passato. Per il centrocampo, la coppia De Poli-Parlato ha idee diverse: prima bisognerà attendere la fine del romanzo-Parma per conoscere le possibilità di trattenere Davide Mazzocco, poi bisognerà sciogliere le riserve su Segato e Nichele, con probabilità molto elevate che alla fine venga confermato uno solo dei due. Attenzione, infine, a ciò che potrebbe accadere sull’asse Padova-Vicenza: se dovesse essere confermato il ritiro dal campionato del Real di Lino Diquigiovanni, tutti i tesserati sarebbero acquistabili a parametro zero. Per ora si parla di un interesse per Daniel Beccaro, terzino destro classe ’93 e prodotto proprio del vivaio biancoscudato.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Non c’è solo Luca Mazzoni: nella lista dei grandi “ex” del passato biancoscudato propostisi al Padova per la prossima stagione c’è anche Matias Cuffa. L’indiscrezione è Delle ultime ore: una decina di giorni fa l’agente del “Cabezon”, Beppe Accardi, ha contattato il direttore sportivo del Padova, Fabrizio De Poli, proponendogli la candidatura del suo assistito per la prossima stagione. L’amore di Cuffa per la piazza padovana – in gran parte corrisposto – non è certo un mistero: anche a gennaio, nel pieno della campagna acquisti invernale, l’argentino (150 presenze e 18 reti in cinque stagioni a Padova) si era proposto alla squadra di Parlato dopo aver rescisso con il Matera, ma la regola degli “under” aveva precluso ogni possibile discorso.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La Lega Pro mette le mani avanti: dopo che è stato ipotizzato un campionato a due gironi, con 40 o 44 squadre in tutto, viste le possibili numerose defezioni, ieri è stato diffuso un comunicato-stampa per gettare acqua sul fuoco. «Il numero dei gironi non subirà alcuna variazione. A tutt’oggi è stato dichiarato il fallimento di due società (Monza e Savoia, ndr) e non si è avuta alcuna rinuncia. Il Consiglio direttivo è convinto che la stragrande maggioranza delle società sia consapevole del positivo e costruttivo operato degli organi di Lega Pro, contro le false notizie e le gratuite polemiche diffuse ad arte per colpire e creare danni irreversibili»

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Ieri, alla festa della scuola biancoscudata, era presente anche Poliero: «Credo molto nei giovani – ha detto – l’età media dei dipendenti della mia azienda è di 34 anni. Vorrei portare avanti un progetto nei prossimi tre-quattro mesi, se sarà approvato dal cda bene altrimenti andremo comunque avanti. A livello societario nel Padova c’è già una struttura di prim’ordine e speriamo che i Biancoscudati possano tornare presto a calcare palcoscenici più prestigiosi». A Cittadella non si sono mai interrotti i contatti fra il dg Stefano Marchetti e il presidente Andrea Gabrielli. Marchetti sarà da oggi alle finali Primavera a Chiavari per visionare alcuni giovani interessanti. L’incontro decisivo per la permanenza a Cittadella di Marchetti, ormai data per assai probabile, avverrà entro giovedì.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Diniz ora non ha procuratore e si gestisce autonomamente: «De Poli è un amico — sottolinea il responsabile dell’area tecnica, Antonio Tesoro — ma in questo momento con noi non ha avuto contatti e non è obbligato a farlo, visto che Diniz è in scadenza di contratto. Penso che Marcus non farà fatica a trovare squadra, è un ragazzo molto bravo, sia tecnicamente che tatticamente». Nei prossimi giorni sono attesi sviluppi, visto che sicuramente il centrale brasiliano lascerà il Lecce e che per il suo futuro ci sono diverse opzioni, fra cui la neopromossa Novara e (se salirà in B) il Como. Per centrocampo e attacco è improbabile l’arrivo di Zecchin , sempre alte le quotazioni di Arcidiacono , si attendono sviluppi per Neto Pereira . C’è pure il sogno Iocolano (Bassano), destinato però a salire di categoria. Per il ruolo di centrocampista centrale rimane in pole position De Risio (Benevento).

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Il Padova lavora per il futuro. Da un lato l’insediamento ufficiale del nuovo socio Massimo Poliero, che si occuperà principalmente del settore giovanile. Dall’altro la campagna acquisti che, con il passare dei giorni entra sempre più nel vivo. Al momento, dopo aver definito i portieri, si cercano rinforzi in difesa. Fra le piste più calde c’è quella che porta a Bassano, dove nel mirino è finito il centrale Nicola Bizzotto . Molto più difficile arrivare al centrale brasiliano Diniz , in scadenza di contratto con il Lecce, nel mirino di diversi club di B, ma che preferirebbe fare un’esperienza all’estero. «Al momento ho ricevuto alcune telefonate — spiega Diniz — e c’è stato anche un sondaggio del Padova. Non ho ancora deciso nulla, mi piacerebbe fare un’esperienza all’estero, poi se non si aprissero possibilità concrete, valuterei di rimanere in Italia».

Ore 08.38 – Poule scudetto, la finale: Siena-Akragas 5-3 dopo i calci di rigore. I bianconeri si laureano campioni d’Italia.

Ore 08.36 – Playout, serie D girone C: Dro-Triestina 1-3 dts, Giorgione-Kras Repen 2-1. Salvezza per Triestina e Giorgione, retrocedono Dro e Kras Repen.

Ore 08.34 – Playoff, serie D: AltoVicentino-Delta Porto Tolle 1-2, eliminata la squadra di Rino Dalle Rive.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 8 giugno: festa della Scuola Calcio biancoscudata allo stadio Euganeo, presente anche Massimo Poliero.




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