Live 24! Padova, Bitonci annuncia: “C’è un progetto per giocare al Plebiscito”

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Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Mercato, tifosi e settore giovanile, altra settimana intensa per il Mestre. In attesa del formale insediamento alla presidenza del club arancionero da parte dell’imprenditore Stefano Serena, il «Progetto Mestre» prosegue nella sua fase di «start up». Sono quasi in dirittura d’arrivo le trattative che dovrebbero portare i rinforzi alla rosa che sarà consegnata a Francesco Feltrin: praticamente «chiusi» gli arrivi del giovane portiere Simone Torresan, proveniente della Beretti del Venezia e del centrocampista Alberto Rebecca del San Paolo Padova, «sotto osservazione» ci sono Santiago Ponce (Massese), Marco Beccaro (Salcilese), mentre in attacco, oltre al vicinissimo «ritorno» in serie D per il bomber Stefano Dalla Bianca, la dirigenza mestrina sta lavorando per portare in arancionero Mattia Episco (Giorgione). «Terminati alcuni adempimenti amministrativi nei prossimi giorni – fa sapere Stefano Serena – conto entro fine mese di annunciare la rosa che cercherà di migliorare il sesto posto conquistato lo scorso anno (dall’Union Pro in serie D, dal quale la nuova società ha rilevato la categoria, ndr.). Presenterò a breve anche l’organigramma al completo, oltre alle nuove linee guida che intendiamo seguire nei rapporti con i media e i tifosi. A questo riguardo, sarà mia intenzione avere un dialogo costante con loro: magari dedicando uno spazio fisso, una volta ogni quindici giorni, nei quali li incontrerò. Intanto attendo di incontrare il sindaco Brugnaro sulla questione-Baracca». Al via anche la riorganizzazione del settore giovanile. «A prescindere dal prossimo campionato con la prima squadra in Serie D e la Juniores Nazionale, è sul settore giovanile che si concentra una attività fortemente voluta dal sottoscritto. Un bacino di utenza importante: ci ritroveremo a disputare le migliori categorie. I colori arancioneri saranno presenti in tutti i campionati, dai Primi Calci, agli Allievi, attraverso le categorie Sperimentali, Sperimentali «A», che si confronteranno con i pari di squadre professionistiche ( Milan, Juve, Verona, Udinese, Atalanta ecc…) e l’Elite, ovvero il top delle categorie giovanili. Con il sodalizio dell’Union Pro e di altre importanti società presenti nel veneziano che renderemo pubbliche nei prossimi giorni, contiamo oltre 1300 ragazzi. Un numero impressionante se solo si pensa all’anno appena trascorso che l’insieme delle due compagini mestrine contavano poco più di 300 ragazzi. Con la consulenza di Bernardo Chinellato stiamo lavorando, delineando profilo e figure di allenatori con il compito di insegnare a giocare a calcio».

Ore 20.30 – (Il Piccolo) Qualche giorno fa era solamente una voce, adesso continuano a essere insistenti i rumors che vorrebbero Giovanni Colella sulla panchina dell’Unione Triestina 2012 nella prossima stagione. Quarantanovenne salernitano, ma trasferitosi fin da ragazzino in riva al Piave e quindi veneto d’adozione, Colella arriva dall’esperienza con il Como, in Lega Pro, dove era entrato in corsa nella stagione 2012/2013 guadagnando la salvezza, centrando poi i play-off nel 2013/2014, per venire infine esonerato nel gennaio di quest’anno. Una parziale conferma che il suo approdo a Trieste è un’ipotesi sul piatto, arriva dallo stesso tecnico, che come tanti altri ha già parlato con la dirigenza della Triestina 2012 e attende per ora nel limbo che le operazioni si concretizzino e il presidente Pontrelli renda espliciti i suoi programmi. «Con Pontrelli effettivamente c’è stato un contatto non molto tempo fa – ammette Colella – è stata una richiesta di incontro che ho accettato subito per conoscersi e capire la disponibilità reciproca. Diciamo che alla fine c’è stato un arrivederci, anche perché fretta non ce n’è. Il discorso è sicuramente in piedi, ma è da approfondire, diciamo che è ancora in embrione». Dopo l’esperienza di Como, che fra l’altro qualche settimana fa ha guadagnato la promozione fra i cadetti, Colella ha avuto anche altri abboccamenti, ma il tecnico afferma che Trieste è tra le sue opzioni più prestigiose: «Sì, qualcuno mi ha chiamato e qualche contatto c’è. Ma tra questi, ripeto, ci metto assolutamente la Triestina. Se sarebbe un piacere allenarla? Anche qualcosa di più, considerato il nome e la piazza. Comunque ripeto, ci siamo ripromessi di aggiornarci con calma, perché bisogna valutare bene ogni cosa». Quella con il Como, fra l’altro, è stata la prima esperienza professionistica di Colella, che a causa di un brutto infortunio ha interrotto presto la carriera di calciatore. Nelle giovanili del Sandonà ha allenato tutte le formazioni fino alla Berretti, poi c’è stato il Belluno in serie D, la Berretti del Treviso, ancora Sandonà in Eccellenza e serie D, quindi nuovamente in Eccellenza sulla panchina del Monselice. Nel 2009 è diventato responsabile del settore giovanile del Mezzocorona, mentre nella stagione 2010/11 ha allenato la Berretti del Verona. L’anno successivo c’è stato il ritorno nei dilettanti con la Vigontina in Eccellenza. Poi arriva a Como e fa il vice di Paolucci, al quale subentra alla guida della prima squadra nel febbraio 2013. Nel gennaio di quest’anno il divorzio.

Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Si fa o non si fa, questo matrimonio italocroato? L’appuntamento fra i vertici della Sacilese (Presotto e Nadal) e Maurizio Mazzarella (latore delle proposte del gruppo capeggiato dall’imprenditore di Abbazia interessato a entrare nel calcio regionale) era fissato per ieri pomeriggio. Se le parole dell’avvocato piaceranno al presidente e alla first lady altoliventini, le due parti si incontreranno entro il fine settimana. Altrimenti Presotto e Nadal andranno avanti da soli. STAND BY – Intanto tutte le operazioni di mercato della Sacilese sono ferme. La panchina è senza occupante. Carlo Marchetto, che a metà della stagione 2014-15 ha sostituito il dimissionario Mauro Zironelli portando i biancorossi al terzo posto e ai playoff, oggi firmerà per il Pordenone. La sua presenza è stata richiesta con decisione da Bruno Tedino, che lo aveva avuto come secondo per quattro anni fra Jesolo e San Donà. Anche Marchetto come Tedino resterà legato ai neroverdi per un biennio. SOLO VIVAIO – Denis Fiorin avrebbe già pronta la minilista di tecnici (Bisioli, Lugnan, Pianu e Rossitto) che potrebbero guidare la Sacilese, ma non ha avuto ancora l’autorizzazione a procedere. Il suo mandato al momento riguarda solo il settore giovanile. Il ds ha incontrato ieri a pranzo il presidente che gli ha chiesto di pazientare ancora un paio di giorni. Evidentemente sta valutando insieme alla sua signora la proposta di Mazzarella. IN ATTESA – Al raduno e all’inizio della preparazione precampionato manca ancora un mese. Non c’è fretta. È altrettanto vero però che la maggior parte delle società di Lega D ha già deciso la conduzione tecnica e cominciato la campagna acquisti e cessioni. Dopo quattro stagioni di buone soddisfazioni il popolo biancorosso è impaziente di conoscere quale futuro si deve aspettare. Intuibile il fastidito nato dal fatto che per la seconda volta in tre anni (dopo Parlato anche Marchetto) il tecnico sia stato “soffiato” dai poco amati cugini del capoluogo.

Ore 19.40 – (Messaggero Veneto) Con il nodo societario quasi risolto, la famiglia Presotto dovrebbe mantenere il timone, in casa Sacilese, ora tiene banco la questione allenatore. Carlo Marchetto è diretto a Pordenone, per entrare nello staff di Bruno Tedino, e la panchina biancorossa resta vacante. Avviate, dunque, le ricerche per il nuovo tecnico, mentre il mercato dei giocatori è in fermento: in uscita, l’Altovicentino ha superato la concorrenza del Cittadella per Dario Sottovia (’89), l’attaccante vestirà il bianconero; in entrata, il ds Denis Fiorin ha messo nel mirino Josè Tartalo (’88), bomber argentino ex Treviso, ora in forza al Lumignacco, e Yves Gnago, punta ivoriana classe ’92 dell’Istrana (Eccellenza veneta). Il Tamai aspetta ancora il “sì” di Lauro Florean (’81): l’attaccante ha preso tempo per decidere il suo futuro, le “furie rosse” rimangono alla finestra in attesa della risposta dell’ormai ex Fontanafredda. I rossoneri, dopo gli addii di Guglielmo Vicario (’96), diretto all’Altovicentino, e Mattia Onnivello (’94), stanno sondando il terreno per i nuovi estremi. Da puntellare anche il reparto arretrato, nelle prossime ore si proverà l’assalto per il ritorno di Daniele Visintin (’82) dal Cjarlins Muzane, e si farà un tentativo anche per Andrea Manucci (’81), difensore della Sacilese.

Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Habemus amichevoli. O quasi. In attesa delle ufficializzazioni varie il calendario estivo del Belluno va compilandosi. Al momento le amichevoli nel corso della preparazione dei gialloblu dovrebbero o potrebbero essere queste: 25/26 luglio contro il Vicenza (a Belluno); 4 agosto contro l’Este (a Tambre); 8 agosto contro il Treviso (a Treviso); 11 agosto contro l’Istrana (a Istrana); 14 agosto contro il Nervesa (a Nervesa); 31 agosto contro l’Amsterdamsche (a Ponte nelle Alpi). MERCATO. Il mosaico va lentamente componendosi in vista della stagione 2015 – 2016: presi Antonio Acampora (attaccante, ’89) e Brino (portiere, ’97) nei prossimi giorni il ds Augusto Fardin dovrebbe ufficializzare gli arrivi di Andrea Franchetto (difensore, ’97), Marco Farinazzo (attaccante, ’96) e Nicola Calcagnotto (difensore, ’93).

Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Il Belluno è quello che volevo. Antonio Acampora è in Argentina, tornerà giusto in tempo per farsi trovare pronto al raduno del 22 luglio, ma con la testa è già al giallo e al blu. «Il Belluno mi ha fatto sentire importante – confessa il nuovo attaccante di Roberto Vecchiato – mi ha cercato e voluto, e io ho detto sì». Nessun dubbio, nessun’altro contatto? «No. Dopo tanti anni a Monfalcone era arrivato il momento di cercare qualcosa di nuovo, per ritrovare brio nell’affrontare una nuova stagione. Nuovi stimoli, la mia prima esperienza fuori casa ed ecco il Belluno: meglio non poteva arrivare. Anche mister Zoratti (suo tecnico al Monfalcone, ndr), ha approvato la destinazione quando gliel’ho detto». Che giocatore devono aspettarsi i tifosi? «Quello che voleva e che mi ha raccontato il mister: una punta che gli desse profondità, esterna, capace di adattarsi. Negli ultimi tre anni ho fatto 43 gol, spero di restare anche il prossimo sopra la doppia cifra. Moduli? Mi piace molto il 4-4-2 o il 4-2-3-1, ma sono pronto a tutto». Aiutarla ad arrivare dove? «Seconda, o terza. Ds e mister sono stati chiari con me: vogliamo migliorare». L’anno scorso il tuo compagno di attacco si chiamava Denis Godeas. «Già, grande giocatore, il più completo con cui abbia giocato. Un grande professionista, che non a caso ha segnato 27 gol. Se non sbaglio però Corbanese, con cui giocherò, ne ha segnati 25, e in una categoria più su. Dunque non scherza nemmeno lui. Sarà bellissimo giocare con lui». Cosa ti aspetti da questa nuova sfida? «Mi stuzzicano un sacco di cose: una squadra con un obiettivo alto, non si parlerà più di salvezza, giocherò con un sacco di ottimi giocatori. So già che migliorerò molto, che crescerò come giocatore e come persona». Qual è il sogno di Antonio Acampora? «Non vivo di sogni, vivo giorno per giorno. E nel mio oggi c’è il Belluno».

Ore 18.30 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno è quasi pronto per la nuova stagione. Manca meno di un mese al giorno del ritiro, previsto per il 22 luglio, ma mister Vecchiato può già pensare a come schierare la sua squadra, orfana di alcuni giocatori importanti come Merli Sala e Radrezza, e temporaneamente anche di Posocco, ma allo stesso tempo ha nuovi tasselli da poter incastrare in mezzo al campo. Il modulo, a meno di sorprese, dovrebbe essere il classico 4-3-3 di questa seconda stagione appena conclusa, con la possibilità di variare al 4-3-1-2, che l’allenatore ha più volte schierato, per la prima volta in trasferta in casa della Sacilese, partita poi vinta 1-0 con il gran gol di Corbanese dalla distanza. Il Belluno oggi giocherebbe cosi. Tra i pali si giocano un posto da titolare Davide Solagna e Gabriele Brino. Quest’ultimo potrebbe essere avvantaggiato dal fatto di essere un 1997. In difesa sulle corsie esterne Giovanni Pescosta è confermatissimo a destra, mentre a sinistra dovrebbe esserci Paolo Pellicanò. Così facendo il Belluno avrebbe schierato già tre fuoriquota e mancherebbe un solo 1996, per completare i giovani, che devono essere obbligatoriamente in campo. Al centro della difesa i due titolari dovrebbero essere i “vecchi” Sebastiano Sommacal e Nicola Calcagnotto, che dovrebbe tornare dopo l’esperienza in Lega Pro. Da tenere d’occhio però il giovane della Primavera dell’Udinese Andrea Franchetto che, se dovesse dimostrare la maturità necessaria, potrebbe anche giocarsi un posto al centro della difesa. Rimane in stand-by la situazione di Stefano Longo, che potrebbe tornare in prestito al San Giorgio Sedico, ma per ora il suo destino non è ancora deciso. Lo è invece quello di Marco Schiocchet, classe 1997, che è stato confermato alla Feltrese e rimarrà con la maglia granata, si rinnoverà quindi lo scambio con Emanuele Paoletti del 1996. A centrocampo i tre “vecchi” Simone Bertagno, Yari Masoch e Mike Miniati non si toccano, anche se a turno qualcuno potrebbe finire in panchina per far spazio a Marco Duravia, nel caso il tecnico Vecchiato decidesse di schierare l’esterno di Montebelluna in mediana. Davide Canova, del 1998, ha già giocato una manciata di partite in questa stagione e potrebbe aumentare i propri gettoni in quella in arrivo. In attacco Simone Corbanese non si tocca. Il bomber gialloblù dovrebbe essere supportato da uno tra Marco Duravia e Antonio Acampora, neo acquisto, mentre il terzo del tridente potrebbe essere il giovane Marco Franchetto, in arrivo dal Legnago e classe 1996. Ma tutto dipenderà da quanti fuoriquota verranno utilizzati nella linea difensiva. Da non dimenticare Stefano Mosca che sulla sinistra può fare praticamente tutti i ruoli e sarà una pedina fondamentale per il Belluno. In attacco cercheranno di ritagliarsi un posto anche i giovani come Emanuele Paoletti, Marta e Paier, questi ultimi due del 1998.

Ore 18.00 – (Gazzetta di Mantova) La grande speranza dopo l’immensa paura. Il Castiglione vuole a tutti i costi trovare una soluzione alla crisi che lo ha investito una decina di giorni fa. L’iscrizione al torneo di Lega Pro, al momento, sembra al sicuro. La dirigenza aloisiana sta procedendo con la burocrazia e il 30 giugno (termine per presentare la domanda di ammissione alla serie C) dovrebbe arrivare il via libera per partecipare al prossimo campionato, il terzo nei professionisti nella storia rossoblù. Il problema ora è il come partecipare. Manca infatti una parte di budget per mettere in cantiere l’annata. Le strade percorribili sono al momento 3 e nei prossimi giorni dovrebbero portare a una soluzione positiva. Soluzione 1. Il Castiglione ha messo in moto tutti i suoi canali (anche istituzionali) per cercare sponsor in grado di sostenere il progetto Lega Pro. Uno di questi è la Sterilgarda che si è detta pronta a fare la sua parte. Proprio Sterilgarda (che pochi anni fa era main sponsor) sta cercando di convogliare altri imprenditori della zona per arrivare alla cifra del quale il Castiglione ha bisogno per impostare una rosa all’altezza della situazione nel nuovo campionato. Soluzione 2. Il Castiglione ha intavolato diverse trattative anche con società di serie A per cercare collaborazione e sostegno. Contatti avviati con Chievo, Sassuolo e altre realtà. La pista più calda però sembra essere quella che porta all’Hellas Verona. La società scaligera potrebbe diventare la chioccia del Castiglione. I rossoblù diventerebbero così una sorta di club satellite per valorizzare i giovani dell’Hellas. Una partnership molto simile a quella instaurata nella scorsa stagione dal Mantova con il Genoa (in biancorosso arrivò mister Ivan Juric con diversi elementi della rosa genoana). I veronesi sarebbero anche pronti a dare un contributo per valorizzare il settore giovanile. Soluzione 3. Il Castiglione cede parte del suo capitale societario a un nuovo soggetto imprenditoriale. Un soggetto al momento senza un nome e un cognome che però ha manifestato la volontà di entrare nel club non solo come sponsor, ma anche operativamente. Si tratterebbe di una cessione di quote che oscilla dal 60 al 70%. Ieri “mister X” ha presentato ai vertici societari aloisiani diversi documenti per attestare la volontà di chiudere la trattativa. Tre piste percorribili, tutte piene di scogli ma fondate su basi importanti. Il tempo però inizia a stringere. Il Castiglione deve ancora ufficializzare il suo staff tecnico (Delpiano e Gizzarelli sono confermati ma attualmente in stand by). Non c’è ancora chiarezza sui confermati e sugli obiettivi di mercato. Insomma, il momento della svolta è arrivato e bisogna chiudere il cerchio. La campanella è suonata.

Ore 17.30 – (Gazzetta di Mantova) Per il Mantova è arrivato il D-Day. Dopo le interminabili riunioni di ieri nella sede di Mazzano (Brescia) della Sdl Centrostudi, sono stati definiti in ogni dettaglio tutti gli accordi. Stamani, però, tutti gli attori (in primis Michele Lodi tramite il braccio destro Federico Bosi) dovranno firmarli, affinché nel pomeriggio (ore 18) si possa andare a stipulare l’atto di cessione della società davanti al notaio Bortolucci. Non prima di aver fatto visita (ore 16) in municipio al sindaco Mattia Palazzi, al quale soci vecchi e nuovi dovranno spiegare il progetto per la prossima stagione. Il nuovo assetto del Mantova vedrà Sandro Musso e altre 5 persone di fiducia della Sdl detenere il 54% del club (9% a testa), i soci mantovani saliranno al 31% (prima avevano il 30%) e Lodi restare con il 15% fino all’approvazione del bilancio (31 ottobre). «Purtroppo arriviamo proprio fino all’ultimo secondo utile – dice Sandro Musso della Sdl – ma spero proprio che domani mattina (stamani, ndr) tutti facciano ciò che si deve, in modo da formalizzare poi il passaggio delle quote. Da parte nostra stiamo lavorando per il futuro, tant’è che la fideiussione per l’iscrizione al campionato è già pronta». Anche gli altri protagonisti della vicenda esprimono ottimismo, a partire dal legale del Mantova Carlo Pegoraro: «È stata una giornata estenuante ma ormai ci siamo e tutto andrà per il meglio. È un peccato essere arrivati fino all’ultimo secondo utile, ma l’importante è che il Mantova abbia continuità». Continuità che nei piani della Sdl dovrebbe far rima con ambizione: «I nostri partner hanno confermato che nel giro di breve tempo l’obiettivo è quello di portare il Mantova in serie B – dice il socio Carlo Giovanardi – e il progetto che ci hanno presentato è davvero notevole. Mi sembrano determinati ed entusiasti, nonché decisi a coinvolgere la città nel progetto. Mi auguro che anche i risultati sul campo ci diano ragione». Per quanto riguarda la riunione in programma questa mattina, per formalizzare gli accordi sui debiti pregressi, Federico Bosi assicura che non ci saranno sorprese: «Con la Sdl abbiamo rivisto ancora una volta nel dettaglio tutti i conti del club e siamo arrivati a un accordo definitivo che domani mattina (stamani per chi legge, ndr) formalizzeremo. Servirà anche la presenza di Nicola Di Matteo, perché avevamo un’altra intesa di questo genere con lui che andrà ovviamente ritirata. Sono ottimista, a questo punto non può davvero succedere più nulla di negativo e il Mantova potrà avere la continuità di progetto che merita».

Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Troppo in sintonia per non volersi bene. E chi si vuole bene, non può che stare insieme. È andata così, tra il Pordenone e Bruno Tedino. Il tecnico dell’Under 17 azzurra è il nuovo allenatore dei ramarri (questa mattina è attesa la firma sul contratto), tornando così al Bottecchia dopo la prima esperienza. L’accordo biennale è stato trovato nella tarda serata di lunedì, dopo un fine settimana di annunci, frenate e nuove accelerazioni. In ballo c’era il progetto del Pordenone che verrà, un dettaglio troppo importante per essere liquidato in pochi minuti. È servita una sera intera, alle due parti, per esaminare punto per punto ogni passo da muovere per crescere insieme. Alla fine Tedino e il Pordenone si sono trovati d’accordo praticamente su tutto. In primis sulla pietra angolare che ha segnato la carriera del tecnico ex sandonatese: i giovani, sui quali il Pordenone baserà la sua ripartenza, anche e soprattutto nel mondo dei professionisti. Se sarà LegaPro, infatti, si ripartirà da un blocco solido fatto di 6-7 giocatori di categoria. Tutto intorno crescerà un gruppo di ragazzi, provenienti anche dal settore neroverde. Ci vorrà pazienza, dovrà essere il legato della nuova vita del Pordenone. Non si competerà subito per le posizioni che contano, impostando una crescita graduale. Tedino porterà con sè Carlo Marchetto, l’ormai ex mister della Sacilese, che come nel passato diventerà il suo secondo. Resta da sciogliere il nodo relativo al preparatore dei portieri, con il fedelissimo Ferron come alternativa a Sellan. E il mercato? Resterà presumibilmente fermo fino al 30 giugno, data entro la quale si sapranno le squadre che hanno presentato l’iscrizione alla LegaPro, ma soprattutto quelle che non lo avranno fatto. La società vorrebbe trattenere Jacopo Fortunato. L’ipotesi Casella? Difficile, ma non impossibile. Nel frattempo si muovono le altre provinciali di serie D, con il Fontanafredda che cerca Manucci come alternativa a Beghin in difesa. Il Tamai aspetta una risposta da Lauro Florean. La Sacilese ha messo gli occhi su Tartalo, in attesa di conoscere il futuro societario. Sottovia, che interessava anche al Cittadella (LegaPro), ha definito il ritorno all’Altovicentino. Ha vinto la volontà di Zironelli. L’ex attaccante veneziano Riccardo Bocalon passa all’Alessandria.

Ore 16.40 – (Messaggero Veneto) Sistemato, da tempo, il ruolo di direttore sportivo e da ieri quello dell’allenatore, il Pordenone si concentrerà a breve sul mercato. Il 30 giugno si saprà quante società hanno depositato la domanda di iscrizione alla Lega Pro: è uno snodo cruciale. Si capirà, perlomeno a grandi linee, se il Pordenone potrà o meno disputare la serie C. Si partirà dunque ai giocatori da ingaggiare. Al momento, nomi non ne sono stati fatti. Tra quelli già tra i “ramarri” la scorsa stagione, rimarrà sicuramente Careri (’82), mentre dovrebbero restare i due centrocampisti, Andrea Migliorini (’88) e Maracchi (’88). Non è escluso che rimanga anche Buratto (’94), giovane che Tedino ha lanciato a San Donà. In arrivo potrebbe esserci Tomei (’84), portiere che il tecnico ha avuto nell’avventura veneziana e che stima molto. Per il resto, si vedrà. Una curiosità: il primo allenatore della Lega Pro neroverde, Lamberto Zauli, si è accasato al Santarcangelo (serie C).

Ore 16.20 – (Messaggero Veneto) Fumata bianca: Bruno Tedino è il nuovo allenatore del Pordenone. Il matrimonio tanto atteso è stato siglato. Il tecnico lascia così la nazionale – la squadra under 17 – e torna in neroverde, colori indossati già 15 anni fa in serie D. Manca solo l’ufficialità, attesa per oggi. Il professionista firmerà un biennale e porterà con sé il suo vice, Carlo Marchetto. Da definire le cariche di preparatore atletico e dei portieri. Tedino guiderà la squadra della sua città d’adozione. Oltretutto, è sempre più probabile che lo faccia in Lega Pro, anche alla luce dell’ennesimo scandalo scoppiato ieri (l’inchiesta “I treni del gol”). A buon fine. È durata sino alle ultime ore di lunedì, la chiacchierata tra il nuovo tecnico, la proprietà neroverde e il direttore sportivo, Giorgio Zamuner. Alla fine ha sortito l’effetto sperato. Tedino si è convinto e ha accettato l’offerta del Pordenone. L’ormai ex azzurro ha chiesto ampie rassicurazioni, riguardanti il suo staff, l’autonomia del suo operato e la categoria che andrà a disputare. Rassicurazioni sotto i tutti i fronti, evidentemente: non a caso, ha ottenuto un contratto di durata pluriennale, ha inserito nello staff il suo vice Marchetto e, salvo sorprese, dovrebbe fargli compagnia come preparatore dei portieri Paolo Lenisa, già a Sandonà con lui prima di approdare in nazionale. D’altronde, per lasciare la nazionale, doveva soltanto sposare un progetto ambizioso e che assecondasse i suoi desideri. Come preparatore atletico, invece, dovrebbe essere promosso dal settore giovanile Adalberto Zamuner, mentre farà parte dello staff Andrea Toffolo, ex tecnico del Tricesimo. Rinforzi e prospettive. Tedino rilascerà le sue prime dichiarazioni da tecnico neroverde oggi, salvo sorprese. Di sicuro è soddisfatto per l’accordo trovato: lavorare nella sua città d’adozione, con una persona come Zamuner e in un centro come il De Marchi, non può che stimolare un uomo di calcio come lui. Il Pordenone ha così iniziato il suo nuovo corso molto bene. L’ha dimostrato anche il forte interesse verso il segretario del Venezia, Davide Brendolin, che gode di una grande stima nell’ambiente. A proposito degli arancioneroverdi: beninformati sostengono che dirigenti stiano lavorando per ripartire dalla serie D, abbandonando la Lega Pro. Aumentano, così, ulteriormente le chance di vedere la società cittadina in terza serie. Si ricorda che dopo il Venezia, e il Parma, anche il Monza sta per ripartire dall’Interregionale, mentre sono tutti da seguire gli sviluppi relativi a un’altra inchiesta, quella su cui sta lavorando da ieri la procura di Catania: a rischiare maggiormente sono il club etneo, Varese, Trapani, Latina, Avellino, Ternana e, in Lega Pro, Messina e Ischia Isolaverde. La prima di quest’ultime due è retrocessa: in seguito allo scandalo, potrebbe perdere posizioni nella classifica di merito dei club che fanno domanda di ripescaggio. In questo senso, la Lega Pro dovrebbe ufficializzare i criteri della riammissione martedì 30 giugno a Firenze. Il Pordenone aspetta, anche se più passano i giorni, più si diradano i dubbi.

Ore 15.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Due cordate in corsa per salvare la Lega Pro, Venezia verso un futuro senza Korablin. Sembra essere questa la nuova prospettiva per il club arancioneroverde, sempre senza soldi e notizie da parte del suo presidente Yury Korablin il quale tuttavia, stando alle voci via via più insistenti delle ultime ore, avrebbe definitivamente deciso di cedere la società. Un’operazione che il patron russo starebbe portando avanti in prima persona e senza coinvolgere nessuno, nemmeno il dg Dante Scibilia tenuto all’oscuro di tutto e mai investito di un mandato per cercare eventuali acquirenti. Korablin, infatti, pare si sia reso protagonista di un blitz di 24 ore a Mestre per sottoporre in gran segreto a due possibili nuovi proprietari (compresa la cordata vicentina ventilata qualche settimana fa) i bilanci del Venezia. A chi acquisisse il club arancioneroverde dall’imprenditore moscovita spetterebbe sicuramente il ripianamento dei debiti venutisi a creare per i mancati versamenti in cassa di Korablin, circa un milione e 700 mila euro allo stato attuale. Una cifra comprensiva dei crediti vantati dai fornitori ma non, ad esempio, dell’ultima tranche di stipendi e contributi che dovranno essere versati ai giocatori (per le mensilità di maggio-giugno) entro il 16 agosto. Il vero problema, oltre al silenzio e al mistero alimentato dall’imperscrutabile presidente lagunare, sono i tempi strettissimi poiché entro domani dovranno essere saldati stipendi e contributi di marzo-aprile. Un’operazione che solo il dg Scibilia potrebbe effettuare, ma fino a ieri sera le casse risultavano vuote. Di conseguenza, se anche Korablin riuscisse a cedere il club iscrivendolo in Lega Pro entro il 30 giugno, il Venezia nel prossimo campionato partirebbe comunque con vari punti di penalizzazione. Una situazione davvero poco trasparente e che al momento tiene in stand by il «piano B», vale a dire la costituzione di un nuovo Venezia che senza debiti potrebbe ripartire dalla serie D. Fermo restando, anche in questo caso, la necessità di trovare finanziatori che ad oggi non si sarebbero ancora fatti avanti nemmeno col sindaco Brugnaro.

Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Il problema del calcio a Venezia è che qui manca la cultura dello sport, inteso come strumento per far crescere i ragazzi. Strumento di cui il calcio dovrebbe essere un elemento primario». Vincenzo Marinese è stato presidente del Venezia dopo il crac della gestione Dal Cin (2005), quando la società arancioneroverde ripartì sotto la gestione del Gruppo Guaraldo, dei Poletti e, per il 5%, del gruppo Umana, del sindaco Luigi Brugnaro. Poi prenderanno il sopravvento i fratelli Poletti e si arriverà a un nuovo fallimento. E’ anche per questo che, a sentire nominare il Venezia, oggi Vincenzo Marinese sospira. Eppure, di fronte all’ipotesi di mettersi di nuovo in gioco insieme ad altri imprenditori cittadini, sotto l’ala protettiva proprio di Brugnaro, Marinese non si nega: «Intanto bisogna capire cosa intende fare Korablin, poi dal 30 giugno si potrebbe aprire un nuovo scenario, con la possibilità di ripartire dai dilettanti. In quel caso per il bene della città tutti gli imprenditori potrebbero mettersi insieme, facendo un sacrificio non tanto legato al successo, ma a un progetto prima di tutto sociale». Una sorta di appello ai colleghi, quello di Marinese. «Diciamo che la mia – precisa – è una considerazione coscienziosa». Ma un passo lo potrebbe fare. «In passato – aggiunge – è sempre mancato il sostegno della città e dell’amministrazione, non si è mai riuciti a far diventare il Venezia una parte integrante del territorio». Ne sa qualcosa Ignazio Guerra, oggi nel board del calcio Mestre, ma cinque anni fa a fianco del presidente Enrico Rigoni nella cessione del Venezia a Yuri Korablin. «Se non ci fosse stata la malattia del povero Rigoni – premette – oggi forse parleremmo d’altro. Provo amarezza nel constatare che ciclicamente si ripropone il problema». Di Korablin l’ex ad arancioneroverde preferisce non dire nulla. «In quei mesi ho capito che i russi sono imprevedibili. Potrebbe ancora succedere di tutto. Imprenditori locali? Qui in città è molto difficile trovare investitori per lo sport, manca un tessuto imprenditoriale locale».

Ore 15.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Conto alla rovescia per evitare di perdere la Lega Pro. Si muove con frenesia dietro le quinte il tentativo di salvataggio del Venezia, appeso a un filo mai come oggi, quando mancano appena sei giorni alla scadenza del 30 giugno. Ultima data per poter iscrivere la squadra senza penalizzazioni, ultima data per evitare un nuovo effetto domino. Il debito acclarato è tutto sommato contenuto (1,5 milioni di euro, a cui andranno aggiunti un altro paio di milioni in un successivo momento per affrontare la prossima stagione), ma salvatori della patria all’orizzonte per ora non si sono palesati. O, se ci sono, stanno ben coperti. Secondo le verifiche incrociate condotte nelle ultime ore la novità importante è che sembra esserci un mandato a vendere del presidente Yury Korablin. Il quale, secondo diverse fonti, sarebbe arrivato in gran segreto in Laguna per dare l’avvio al procedimento di dismissione della proprietà da lui stesso detenuta. C’è chi sostiene addirittura che sia stato firmato un preliminare di vendita (ma con chi?), anche se le verifiche compiute non regalano in tal senso conferme. E si parla anche di tre cordate — due venete e una straniera — interessate a rilevare il Venezia. Il segnale che stride è che 25 giorni fa Korablin ha sborsato circa 300mila euro per i terreni di Tessera dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio, progetto per ora in naftalina. Che senso ha una mossa simile, quando tutto il resto induce a pensare che lo stop sia dietro l’angolo? Un «piano B» sarebbe in atto, con prospettive di riuscita da verificare. Nelle ultime ore la società è stata offerta a Rino Dalle Rive, patron dell’AltoVicentino, che ha risposto picche. Stessa offerta fatta al patron del Real Vicenza, Lino Diquigiovanni, che ha risposto a sua volta «no», specificando che il diniego è legato allo scarso afflusso di pubblico al Penzo negli ultimi anni. Niente da fare neppure con Lino Chilese, patron dell’ArziChiampo. Di sicuro se si vuole salvare la Lega Pro, la data del 30 giugno è dietro l’angolo e occorre fare presto, fermo restando che fino al 15 luglio ci sarebbe ancora la possibilità di iscriversi con penalizzazione. Ma in città si sta già pensando al «day after», all’ipotesi cioè di ripartire dalla Serie D con imprenditori locali, lasciando al suo destino dal 1° luglio in poi l’Fbc Unione Venezia, per ripartire con una nuova società. Soldi dal Comune non ne arriveranno. Il sindaco Luigi Brugnaro ieri è stato chiaro. «Dire che sia il Comune che se ne deve occupare ha alla base un’idea statalista che non condivido, sono i privati a dover decidere – ha detto – nei prossimi giorni avrò occasione di chiarirmi con la società, in vista delle scadenze di fine giugno». Brugnaro ha spiegato che, comunque, il Comune sarà pronto a dare una mano per concedere il campo da gioco e dare tutte le autorizzazioni necessarie per una nuova stagione. Non resta dunque che da attendere la fine del mese, ovvero una settimana, e vedere le eventuali mosse della società guidata da Korablin. Nel caso in cui le cose andassero storte il primo cittadino di Venezia ha in mente già un piano B, ovvero mettere assieme una cordata di imprenditori per ripartire. «Ho già parlato con alcuni dirigenti per verificare se ci sono cordate pronte a iscrivere la squadra, nel caso, in serie D — prosegue Brugnaro — ci vogliono 300mila euro per l’iscrizione e 400mila per gestire la stagione. È una bella opzione che necessita di un atteggiamento di fede e di cuore, per questo che mi appello alle persone», conclude il sindaco. Un appello che si aggiunge a quello lanciato dal direttore generale dell’ Unione Dante Scibilia che ha invitato gli imprenditori veneziani a farsi avanti per scongiurare l’esclusione dal campionato. Il tempo stringe, entro breve si saprà.

Ore 14.50 – (La Nuova Venezia) L’agonia dell’Unione Venezia prosegue, senza sosta e lo scoramento sta prendendo il sopravvento anche su chi sta continuando a lavorare in sede per avere la documentazione in regola qualora il presidente Korablin si materializzasse all’improvviso oppure se in banca arrivasse quel bonifico attorno al milione e mezzo che garantirebbe la “salvezza”. Il calcio arancioneroverde sta vivendo le puntate più assurde dell’ultimo decennio con Korablin sempre più vicino a indossare i panni di quel Godot tanto atteso e che mai arrivò. Nella sede di via Torino Dante Scibilia e Ivone De Franceschi si guardano negli occhi perplessi, a questo punto sarebbe meglio arrivasse una risposta anche negativa da parte di Korablin, ma arrivasse. Zero assoluto, su tutti i fronti, tenendo conto che il presidente è anche inibito fino a metà agosto e tutta la documentazione dovrebbe essere firmata da un suo delegato nel consiglio di amministrazione. Ma questi sono dettagli. Quarantotto ore alla scadenza del 25 giugno, sei giorni a martedì 30 quando il calcio veneziano potrebbe chiudere un’altra pagina nera della sua storia secolare. Tutti a interrogarsi, poi, se Korablin sia venuto o meno a Mestre, senza contattare Scibilia, senza passare per la sede, altro paradosso farsesco se corrispondesse al vero. Il piano B (cercare di ripartire dalla serie D) è al momento in naftalina, potrà essere tolto dal cassetto solo nel caso il 30 giugno il Venezia non presentasse la domanda di iscrizione, dopo aver saldato gli arretrati. Un segno di vita è dato dalla partenza della seconda settimana del Venezia Soccer Camp a Tambre d’Alpago, ma anche il lavoro di un anno intero di crescita del settore giovanile rischia di sprofondare il 30 giugno. Situazione complicata anche in altre società della Lega Pro, più di qualcuna in fase di passaggio di proprietà: il Cuneo può andare a una cordata romana, a Barletta contati tra il presidente Perpignano e il Comune, a Monza è andata inevasa anche la quarta asta pubblica, gli australiani di Nick Scali sembrano interessati alla Reggina, l’azienda bresciana SDL al Mantova, il Martina Franca è ufficialmente in vendita, la Carrarese dopo il passo indietro di Buffon dovrebbe iscriversi e poi passare di proprietà, mentre anche la Pro Patria retrocessa potrebbe non iscriversi alla serie D.

Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Altra giornata grigia in casa Real Vicenza. Ancora non si muove la situazione per la società di Lino Diquigiovanni, pare sia calma piatta. Ma non è ancora detta l´ultima parola: tutte le carte per l´iscrizione alla Lega Pro sono pronte, fideiussione compresa, e se qualcuno dovesse presentarsi per la cessione del titolo anche la mattina del 30 giugno, troverebbe tutto in regola. Il problema oggi? Manca un acquirente. Sono girate molte voci attorno ad una possibile trattativa tra Diquigiovanni e Rino Dalle Rive, il presidente dell´Altovicentino. Uno scambio tra loro c´è stato, ma le questioni societarie non c´entrano nulla. Si tratta di un giocatore che dalla sponda del Real Vicenza passa a quella dell´AltoVicentino. È Luca Lavagnoli, classe 1986, che Marcolini nel suo consolidato 3-5-2 era solito schierare come ala destra. Altro addio che si registra dunque nelle file biancorosse che in qualche modo si intreccia con un´altra partenza da Vicenza. Lavagnoli è veronese e proprio per Verona bazzicherà nella prossima stagione l´attuale segretario generale del Real: Pasquale Paladino. A partire dal primo luglio, l´ex segretario generale biancorosso farà parte infatti dell´organigramma societario del Chievo Verona. Un altro tassello che se ne va dal mosaico che Diquigiovanni aveva costruito con tanta cura. E la fine sembra sempre più vicina. I giocatori si stanno guardando intorno per trovare casa nell´ipotesi che a Vicenza non si faccia nulla. Delle loro condizioni parla anche Gianni Grazioli, direttore generale dell´Aic: «Chi aveva un contratto fino al 30 giugno, dopo questo termine, se nulla cambierà, sarà libero di andare dove vuole. Stessa cosa vale anche per chi aveva un contratto di più anni: se il Real Vicenza non si iscriverà i contratti decadranno e i giocatori potranno andare dove vogliono». Venerdì, nella sede della federazione, a Roma, si discuteranno i ripescaggi della Lega Pro.

Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Stefano Sottili e il Bassano: un matrimonio che aspetta soltanto l’ufficialità per essere celebrato. L’incontro con la proprietà, il secondo e probabilmente quello decisivo, è avvenuto nella giornata di ieri. È stato un incontro cordiale e tutt’altro che formale, anche se dalle parti filtra poco o nulla e trovare conferme a quanto accaduto ieri è complicato. Una cosa è certa: Sottili, che non rilascia dichiarazioni e che non è stato possibile contattare in questi ultimi giorni, è considerato il profilo ideale per guidare il Bassano. Salvo sorprese che al momento non paiono all’ordine del giorno, a breve potrebbe esserci l’annuncio ufficiale, anche perché la nuova stagione è alle porte e il 13 luglio si ricomincia. Se sarà scelto, come pare, Sottili, il Bassano ripartirà da un altro allenatore carismatico, che sa far giocare a bene le proprie squadre. Una tendenza, questa, confermata a Varese e prima ancora a Venezia, senza dimenticare Pistoia. Sottili è un tecnico di polso, che non cerca «dogmi», ma che punta prima di tutto al bene della squadra a seconda dei giocatori e delle caratteristiche degli stessi. Anche se nessuno conferma, è quasi certo che si sia parlato anche di mercato e di tutta la situazione della rosa. Che ha diversi giocatori in scadenza, fra cui Priola, Bizzotto e Furlan e altri, come Cenetti e Iocolano, che hanno diverse richieste. Su Priola è piombato pure il Catanzaro, che ha messo sul piatto della bilancia una proposta molto allettante. Entro domani vanno definite le comproprietà, un buon motivo per il ds Werner Seeber per sbarcare a Milano per le trattative. Su Furlan, che vuole salire di categoria, c’è sempre il Vicenza, ma bisognerà capire anche il destino di Asta, che potrebbe chiedere e ottenere qualcuno dei suoi pupilli della stagione appena andata in archivio. Difficile che il Basssano dia il via libera per i giocatori sotto contratto, ma la situazione è in evoluzione e andrà tenuta sotto stretta osservazione.

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Il Parma che è scoppiato l´altroieri, il Catania che, squassato ieri a sorpresa dal tornado del calcioscommesse, è sul punto di saltare e rischia serissimamente la Lega Pro, il Teramo che è stato messo spalle al muro dall´inchiesta della Procura di Catanzaro in merito alla gara-promozione col Savona, comprata secondo l´accusa. Normale che con tre situazioni fortemente compromesse (quella del Parma fallito e rispedito in D è già segnata) che con ogni probabilità porteranno all´esclusione di questi tre club dalla prossima serie B, più di qualcuno a Bassano abbia fatto pensieri proibiti sull´ipotesi di ripescaggio giallorosso al piano di sopra. Considerando che a luglio la Covisoc, l´organismo che controlla la salute economica delle società di calcio verificherà sodalizio per sodalizio la solidità delle varie squadre di B e che almeno un paio di realtà della cadetteria hanno vissuto tempi certamente migliori, non è da escludere che il teorico terzetto di bocciate debba annotare tra un mesetto qualche altro nome illustre in più. E allora sì che in quel caso anche in via Piave potrebbero coltivare legittime speranze, anche se qui a ragione nessuno si fa illusioni fuori luogo poichè da queste parti c´è già un passato recente di esclusioni cocentissime e dolorose: nel 2008 venne ripescata in C1 la centenaria Spal che aveva chiuso a distanza siderale dai virtussini che pure erano approdati alla finalissima conquistando altresì la Coppa Italia dell´intera C. Nel 2009 andò pure peggio con Andria e Viareggio e quindi non club particolarmente altisonanti, entrambi alle spalle del Soccer Team ma recuperate ancora in C1 a danno della Virtus nuovamente buggerata. Andò bene nel 2010, poichè a fronte di una spaventosa ecatombe di defezioni e fallimenti, in Lega non potevano proprio esimersi dal repechage dei giallorossi tuttavia in dubbio fino all´ultimo istante. Ora la faccenda è diversa ed è legata ai criteri di scelta adottati dalla Federazione e che dovrebbero essere noti entro fine settimana: se passasse la linea della scorsa stagione, ovvero bacino d´utenza, capienza stadio e tradizione societaria come parametri di giudizio validi come 50% del punteggio, allora il Bassano sarebbe fuorigioco sin da adesso. Se invece, una buona volta si cominciasse a dare peso ai conti in ordine e ai risultati dell´ultimo campionato (come accade peraltro nel resto d´Europa) con valutazioni superiori al 50% della graduatoria, in tal caso il Bassano sarebbe la prima della lista. Al momento, Brescia, Ascoli e lo stesso Lecce, fresco di cambio di proprietà, sono avanti ai virtussini e pure la Reggiana reclama le sue brave chance. In tema di mercato intanto, mentre Bassano continua a non mollare la presa su Luca Tedeschi del Cosenza, il Catanzaro invece è andato in pressing su Giusto Priola, ricercato centrale virtussino in scadenza. Ma qui è il Soccer Team che al momento non ne vuol sapere e lavora per un rinnovo con l´ex Trapani che peraltro preferirebbe restare.

Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Quella di ieri doveva essere la giornata delle firme sugli accordi che Catania e Vicenza avevano trovato per liberare Pasquale Marino, che era pronto per tornare sulla panchina della società etnea. A rallentare l’intesa era intervenuta la «resistenza» del difensore biancorosso Brighenti, che fino alla tarda serata di lunedì aveva discusso con l’amministratore delegato dei siciliani Pablo Cosentino, che aveva messo sul piatto un triennale da serie A. «Ci tengo a sottolineare che il problema non era economico – spiega Brighenti – perché io a Catania non sono mai stato convinto di andarci. L’offerta della società siciliana è salita in continuazione, fino ad arrivare ad un importo molto più alto di quello che percepisco a Vicenza, ma mi ero confrontato con la mia compagna che sabato sposerò ed avevamo deciso di restare a Vicenza. In biancorosso mi sono trovato benissimo, prenderemo casa e a Catania non ci andiamo più, soprattutto dopo quello che è venuto fuori stamattina (ieri mattina per chi legge, ndr )». Brighenti si riferisce alla tempesta scoppiata a Catania dove sono stati arrestati il presidente Pulvirenti e l’ad Cosentino, accusati di aver comprato almeno cinque partite del Catania per pilotare la squadra alla salvezza. In casa siciliana tutto è crollato all’indomani della sconfitta del Catania con la Virtus Entella per 2-0 del marzo scorso. Un risultato che fece sprofondare la squadra in zona retrocessione. Da quel momento nacque il piano per risollevare la squadra. L’operazione, denominata «I treni del gol», prese spunto da intercettazioni telefoniche tra gli indagati che utilizzavano sempre lo stesso modus operandi parlando in codice. I «treni in arrivo» erano i giocatori da avvicinare; gli «orari di arrivo» le maglie che i calciatore avrebbero indossato in campo, così come gli investigatori hanno accertato per la partita contro il Varese. Almeno cinque le partite finite nelle carte dell’inchiesta. Un autentico terremoto che avrà conseguenze anche sul futuro di Marino, che ora probabilmente non allenerà più il Catania — che rischia pesantemente la retrocessione in Lega Pro per illecito sportivo — e che rimane ancora legato al Vicenza fino al giugno 2016. Ora Marino, dopo quanto è accaduto a Catania, pare sia intenzionato a chiedere al Vicenza di rispettare l’impegno fino al 2016, una indiscrezione non confermata dalle parti, forse un modo per uscire da questa ingarbugliatissima situazione che ha visto Marino salutare pur essendo ancora sotto contratto con il Vicenza, rifiutando l’aumento e il prolungamento del contratto che gli aveva proposto la società berica. «Marino è ancora un dipendente del Vicenza e potrebbe essere ancora il nostro allenatore – fanno sapere dalla sede di via Schio – ma dopo tutto quello che è successo dobbiamo però valutare tanti aspetti e poi prenderemo una decisione». Una scelta che condizionerà anche gli incontri tenuti con Devis Mangia, con il quale un accordo di massima per un biennale esiste già e che per questo ieri ha detto no al Lecce, le scelte su Di Carlo e su Luigi Del Neri, il nome nuovo che la dirigenza biancorossa ha incontrato ieri e che avrebbe potuto essere il tecnico di esperienza che la dirigenza cercava. Ma tutto adesso è nuovamente bloccato: si riparte da capo perché prima serve chiarezza sul futuro di Marino.

Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Dopo giorni di tira e molla tutto pareva a posto ed invece ora si è di nuovo al punto di partenza.Direttore Cristallini per Brighenti e Moretti pareva fatta e ora?«In questo momento ogni attività del Catania è bloccata, dunque Brighenti rimarrà a Vicenza e Moretti resterà per fine prestito a Catania, ovvio spiace perché il centrocampista ci piace molto, tanto che appunto si era riusciti a tenerlo qui, però adesso non si può fare proprio nulla».Quanto è avvenuto a Catania per lei è stato un fulmine a ciel sereno?«Da qualche parte erano uscite delle indiscrezioni giornalistiche ma quanto ho appreso stamattina (ieri per chi legge) è stata davvero una sorpresa, ora stiamo a vedere come proseguiranno le indagini della Procura, credo si debba solo aspettare per capire meglio i dettagli».Torniamo al Vicenza, su qualche sito è uscita l´indiscrezione che il tecnico Marino ora sarebbe disposto a tornare.«Bisogna ricordare che Marino ha scelto Catania col cuore perché è la sua terra, non per altri motivi, così come è noto a tutti quanto abbiamo fatto per riuscire a trattenerlo a Vicenza perché lo ritenevamo, e lo riteniamo, un tecnico bravo e preparato come d´altra parte ha dimostrato con i fatti e credo che su questo non ci siano dubbi».E dunque?«Devo parlare con la proprietà e poi faremo il punto».Noi abbiamo provato a contattare l´allenatore Marino ma non ci ha risposto, lei è riuscito a parlarci dopo quanto avvenuto?«Sì, l´ho sentito oggi (ieri per chi legge) era sconcertato e deluso da quanto successo».Comunque quando pensa si saprà qualcosa sulla vicenda-allenatore?«Lo avevo già detto: circa metà settimana, dunque ormai in un caso o nell´altro è questione di ore».

Ore 12.20 – (Giornale di Vicenza) Difficile farci l´abitudine, ma ormai il copione è sempre quello: finisce il campionato sul campo e comincia quello davanti alle corti di giustizia. Prima il Parma che salta per aria su una montagna di debiti e il giorno dopo, cioè ieri, la notizia degli arresti dell´intero vertice societario del Catania con l´accusa di truffa e frode sportiva, cioè di aver comprato le partite per garantire la salvezza alla squadra. Ai domiciliari sono finiti fra gli altri il presidente del club siciliano Antonino Pulvirenti, l´amministratore delegato Pablo Cosentino e l´ex diesse Daniele Delli Carri.I dettagli dell´operazione li leggete a pagina 48 del giornale, compreso l´elenco delle partite truccate secondo la Procura distrettuale di Catania che conduce l´inchiesta. L´epicentro del nuovo terremoto che scuote il calcio nazionale è a Catania e l´onda sismica ha investito tra i primi proprio il Vicenza.La notizia è scoppiata come una bomba qualche giorno dopo l´accordo raggiunto tra il club biancorosso e quello siciliano per la permanenza di Moretti a Vicenza e il passaggio di Brighenti a Catania. E Marino era sul punto ormai di rescindere il contratto, d´intesa con la società di via Schio, per andare ad allenare la squadra rossoazzurra. La notizia degli arresti e dell´inchiesta ha mandato tutto all´aria.I destini dei giocatori si rovesciano: Brighenti non va più a Catania e Moretti invece ci torna per fine prestito. L´indagine ha anche stoppato il passaggio sulla panchina dei siciliani di Marino, che ha ancora in mano un contratto valido con il Vicenza per la prossima stagione. Cioè con la società che gli aveva proposto un triennale e che, dopo la scelta del tecnico di cogliere l´opportunità di tornare vicino a casa a Catania, s´era messa ovviamente a cercare un altro allenatore. E ora che succede?Il Vicenza nei giorni scorsi aveva avviato le consultazioni e a quanto è filtrato dal riserbo, ci sono stati incontri con tre possibili candidati alla panchina: Devis Mangia, Angelo Gregucci e Franco Colomba. Con ciascuno sarebbero stati affrontati tutti i temi sul tappeto, dagli aspetti economici del contratto alla costruzione della nuova squadra. Il club biancorosso s´era riservato con tutti e tre il tempo necessario alle opportune valutazioni, anche perché c´era da ascoltare un altro possibile candidato, un nome emerso a sorpresa.Le indicazioni portavano ad un identikit piuttosto preciso, quello di Luigi Del Neri, già alla guida di Juventus e Roma, tanto per citare solo le più prestigiose di tante squadre di serie A allenate in una lunga carriera e anche un ex biancorosso.L´incontro è avvenuto ieri, cioè dopo che il tifone-Catania aveva riportato in qualche modo in pista anche Pasquale Marino. E allora che fare? Decisione non semplice per il Vicenza, ma in fondo, senza farsi condizionare dal resto, non si sbaglia mai se si sceglie l´allenatore che si ritiene il più bravo per fare il bene della squadra.

Ore 12.00 – (Gazzetta dello Sport) E la chiamano estate… Anche questa si annuncia lunga, lunghissima. Un grande classico del calcio italiano: scandali sotto l’ombrellone. Solo che stavolta sono davvero troppi, e da tanti fronti, per non ipotizzare che i campionati di almeno tre categorie — Serie B, Lega Pro e Dilettanti — scattino in ritardo. Quanto? Lo stabilirà la celerità delle inchieste dell’ufficio coordinato da Stefano Palazzi, che prontamente ieri ha aperto il suo fascicolo (e annunciato l’acquisizione degli atti della Procura di Catania). Non proprio un fulmine di guerra (ma molto spesso per colpe non sue), da tempo finito nel mirino del Coni (il procuratore generale Cataldi, per usare un eufemismo, non lo stima), recentemente accusato pure di insabbiare le inchieste da quei campioni di trasparenza della Lega Pro, ieri, appena deflagrata la bomba di Catania, Palazzi si è affrettato a dire che «…la Procura federale aveva già avviato precedenti procedimenti sulla base delle segnalazioni ricevute sul flusso anomalo di scommesse». Vero. Anche perché le segnalazioni di Federbet sulle partite del Catania erano finite su tutti i giornali. CE LA FA? NON CE LA FA? Strana la vita. Stefano Palazzi dovrà gestire l’ennesima estate calda del calcio italiano. Proprio il procuratore che il presidente Tavecchio aveva appena deciso di ridimensionare (c’era anche la data, dal 2 luglio), affidandogli la sezione napoletana della nascente Procura Dilettanti, progetto studiato proprio per snellire il lavoro e velocizzare i tempi della giustizia sportiva. Nulla di fatto. Saggiamente, Tavecchio ha fatto un passo indietro. Palazzi resta al suo posto, e del resto chi altri avrebbe immediatamente le stesse competenze per valutare le violazioni e gli illeciti sportivi che le inchieste prefigurano? Cremona-2, Catanzaro 1 e 2, Napoli: dall’inchiesta bis su Mauri e Lazio-Genoa all’indagine sulla tentata estorsione di Lotito, di cui si attende il deferimento (tardivo) entro questa settimana. In mezzo, le combine del Teramo per salire in B e adesso pure quelle del Catania per non scendere in Lega Pro (col coinvolgimento di chi quelle partite ha venduto). Senza dimenticare l’altro filone di Cremona su Colantuono e Zamagna, allora tecnico e d.s. dell’Atalanta (rimasta in A per soli 3 punti sul Cagliari). Ballano possibili radiazioni, retrocessioni e penalizzazioni. Insomma, dalla D alla A (seppure coinvolta marginalmente) sarà un’altra indimenticabile estate. E per Palazzi l’ennesima corsa contro il tempo, stavolta davvero disperata: concludere i processi sportivi (due gradi di giudizio, più il pronunciamento del Collegio di garanzia del Coni) entro agosto. Solo se rinunciasse agli interrogatori potrebbe farcela, ma in questo modo i processi sarebbero monchi in partenza. CHI HA PIU’ DIRITTO? Senza contare il grande capitolo dei ripescaggi: se ne annunciano tanti, per rimpiazzare le società retrocesse o penalizzate per illecito sportivo (a cominciare dal Catania, ovviamente) e quelle senza i soldi per iscriversi (a parte il caso Parma, in Lega Pro almeno una decina). Venerdì il Consiglio federale stabilirà finalmente i criteri: varranno quelli vecchi o verrà introdotta qualche novità? Anche su questo fronte, ci aspetta un’altra estate di polemiche, ricorsi e attese infinite per i calendari. Ma ormai nel calcio, come dice Malagò, «non c’è più limite al peggio».

Ore 11.40 – (Gazzettino) Brividi da calcio. Parte una nuova inchiesta per il filone calcioscommesse e per il Cittadella la parola ripescaggio si colora di nuove sfumature. Andiamo con ordine. Dopo il fallimento del Parma, un altro macigno si abbatte sul calcio italiano e sulla serie B in modo particolare. Ancora una volta c’è di mezzo il calcioscommesse, con la Digos della Questura etnea che ha arrestato sette persone tra le quali figura il presidente del Catania Antonio Pulvirenti, e l’ad Pablo Cosentino. Sono ritenute responsabili di frode in competizione sportiva e truffe: secondo l’accusa, il Catania avrebbe truccato almeno cinque partite per evitare la retrocessione. A finire sotto la lente degli inquirenti Varese-Catania 0-3, Catania-Trapani 4-1, Latina-Catania 1-2, Catania-Ternana 2-0, Catania-Livorno 1-1: un altro scandalo dopo quello che il mese scorso ha investito la Lega Pro, e che adesso minaccia di estendersi in modo imprevedibile. Per ora, a essere coinvolta è la serie B, e anche il capo della procura federale, Stefano Palazzi, ha aperto un procedimento. Sono 19 le persone indagate: secondo l’ordinanza firmata dal gip Fabio Di Giacomo, emerge che il club etneo, tramite Giovanni Impellizzeri – agente di scommesse sportive, che avrebbe agito come finanziatore – avrebbe pagato da dieci a ventimila euro a ciascuno giocatore coinvolto per ogni singola partita truccata. Le somme versare da Impellizzeri sarebbero poi rientrate con le scommesse sulle gare il cui risultato era già stato «sistemato» e sulle quali si poteva puntare senza sorprese. I giocatori interessati dalle combine sono Alessandro Bernardini (Livorno), Riccardo Fiamozzi (Varese), Antonio Daì (Trapani) e Matteo Bruscagin (Latina), non ci sarebbero invece giocatori del Catania tra gli indagati. La società siciliana – lo ricordiamo – era già stata coinvolta nell’indagine «Dirty Soccer» avviata dalla procura di Reggio Calabria sulle scommesse che aveva alterato i risultati del campionato di Lega Pro, sotto inchiesta la partita Catania-Crotone del 16 febbraio 2015. Adesso cosa può succedere? Il presidente della Lega di B Abodi assicura che il torneo cadetto appena concluso «non sarà invalidato», ma si apre un problema per la nuova stagione, tra processi sportivi da fare in fretta, problemi finanziari che potrebbero portare all’esclusione di altre società dopo il Parma, ripescaggi e calendari, dalla B alla D. Sarà un’estate di fuoco, e non è escluso che l’inizio dei campionato possa slittare. Il Catania rischia l’illecito sportivo, e la conseguente retrocessione? Sarà il procuratore Palazzi a fare luce sulla vicenda. E il Cittadella adesso torna a sperare. Fino a ieri i calcoli mettevano in pole position il Brescia, ma con due posti vuoti, chissà. Il presidente Andrea Gabrielli ha avviato le discussioni con Lega e presidenti di società per cambiare i criteri dei ripescaggi. «Ci vorrebbe l’introduzione di un pre-requistito fondamentale per parteciparvi: il fair-play finanziario, la correttezza economica della società, con l’esclusione a priori di quelle penalizzate per inadempienze amministrative». Bisognerebbe cambiare il regolamento: «C’è tutto il tempo per farlo, basta ci sia la volontà di modificare norme non più al passo con i tempi. Altrimenti società in dissesto, sull’orlo del fallimento, ne avremo ogni anno».

Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Andrea Gabrielli, ha saputo di quello che è successo a Catania, con l’arresto del presidente Pulvirenti, dell’ex ds Delli Carri e di altri cinque dirigenti, accusati di aver comprato partite per ottenere la salvezza degli etnei? «Se le accuse saranno provate, ci troveremo in una situazione gravissima, che impone una seria riflessione su tutto il nostro sistema calcistico. Sono troppi gli scandali che stanno emergendo ed è chiaro che gli eventuali punti di penalizzazione non sarebbero una pena sufficiente», commenta il presidente del Cittadella. «Da parte della giustizia sportiva serve la mano pesante». Di fatto, tra il fallimento del Parma, le indagini relative al neopromosso Teramo e quanto emerge da Catania, potrebbero aumentare le chance di ripescaggio per voi. «Ci iscriveremo alla Lega Pro ma restando vigili e attenti sulla situazione in Serie B. Come sapete, la domanda può essere presentata solo dopo che la Federcalcio comunicherà ufficialmente se e quanti posti saranno a disposizione per i ripescaggi. È bene non creare alcuna illusione in proposito, specie se i criteri per decidere resteranno quelli attuali, ma noi avanzeremo la richiesta. Visto quanto è accaduto l’anno scorso, con il Vicenza “promosso” a pochi giorni dall’inizio del campionato, immagino che il mese di luglio sarà molto travagliato». Il presidente della Lega di Serie B, Abodi, attende a breve direttive dalla Federcalcio e invoca «criteri chiari e trasparenti». Ma se passa la linea Tavecchio, saranno confermati i criteri dello scorso anno, basati su classifica finale dell’ultimo campionato (valore 50%), tradizione sportiva della città (25%) e numero medio degli spettatori, penalizzanti per i granata. Brescia strafavorito, ma anche Entella e Varese potrebbero essere avvantaggiati. «Gli attuali criteri vanno assolutamente rivisti. Non mi dilungo sulla questione della “tradizione sportiva”, che attribuisce punti partendo dal campionato 1929-1930, quando il calcio era tutt’altra cosa rispetto ad oggi. Preferisco soffermarmi sulla questione amministrativa: possibile che, viste le numerose irregolarità venute a galla anche nel corso dell’ultima stagione, non le si consideri? Il nostro bilancio è a posto, e abbiamo sempre pagato regolarmente gli stipendi. Trovo assurdo che club come Brescia o Varese, penalizzati per questi motivi, ora ci partano tranquillamente davanti. Se non cambiamo le norme, non lamentiamoci se certe cose riaccadranno». E sulla questione, ventilata, del fondo perduto da versare alla Federazione se si vuole essere ripescati? Si parla di un importo che salirebbe di categoria in categoria, arrivando a superare il milione di euro per la B. Che ne pensa? «Ce ne preoccuperemo se sarà introdotta questa clausola. Ma non sposta la questione: per i ripescaggi servono regole chiare, che premino la correttezza delle società, anche a livello amministrativo».

Ore 10.50 – (Gazzettino) La pista che porta all’esterno Arciadiacono è ancora possibile? «Non credo». Domani, come detto, il diesse sarà a Milano. «Sarà l’occasione per prendere ulteriori notizie e dati per definire eventuali ingressi». Sulle vicende di mercato ha rilasciato alcune dichiarazioni anche l’amministratore delegato Roberto Bonetto. «Dobbiamo andare sul mercato e guardare a giocatrori che siano di prospettiva, e non di passaggio. Bisogna investire sui giovani, anche se naturalmente nella squadra ci saranno dei ragazzi con qualche anno in più che devono trainare la squadra e portare la loro esperienza che è importante nel campionato di Lega Pro. Potrebbe arrivare qualche giocatore importante, anche dalla serie B. La cosa fondamentale è che si cali nella nostra realtà nel modo giusto e che dia il massimo».

Ore 10.40 – (Gazzettino) C’è da sciogliere anche il nodo degli eventuali rinnovi di Segato e Zubin. «Sono le nostre entrate che determineranno la scelta sul loro conto e i giocatori sono stati informati». Tra i volti nuovi arriveranno giocatori di un certo calibro? «Abbiamo delle priorità e ci concentriamo su queste, sono più o meno quattro giocatori. I ruoli? Difensore centrale, centrocampista, esterno e punta». Tra i nomi chiaccherati per il centrocampo c’è anche Corti che è in scadenza di contratto con il Varese. «Non verrà da noi, anche se è un giocatore che mi piace tantissimo e con buone qualità per giocare a due in mezzo al campo. Ma la nostra intenzione è ripartire dal 4-2-3-1 e a centrocampo ci servono due giocatori che devono soprattutto avere una buona dinamicità e corsa, e che sappiano giocare discretamente a calcio».

Ore 10.30 – (Gazzettino) «Con questo budget possiamo allestire una squadra da medio-alta classifica». Le parole sono di Fabrizio De Poli, che a margine del consiglio d’amministrazione ha relazionato lo stato maggiore del club sulle operazioni di mercato. Il direttore sportivo si è poi intrattenuto con i cronisti per una chiacchierata. «Non ho fatto altro che spiegare al cda le idee e le strategie che perseguiremo da giovedì», giorno in cui De Poli sarà a Milano all’Hilton (sede del calciomercato). Ci si sofferma su qualche trattativa, tanto per cominciare quella per l’eventuale conferma di Thomassen, che rientrerà oggi dalla Danimarca. «Non l’ho chiamato al telefono come avevo detto nei giorni scorsi, penso che definiremo la situazione verso il fine settimana o l’inizio della prossima».

Ore 10.20 – (Gazzettino) L’approvazione del bilancio previsonale era un passaggio fondamentale ai fini dell’iscrzione alla Lega Pro (30 giugno). «C’era stato qualche problemino burocratico per la fideiussione, ma è stato risolto ed è tutto a posto. Tutti gli altri documenti sono in regola, e venerdì o lunedì il nostro segretario andrà nella sede della Lega a Firenze per portare tutta la documentazione per l’iscrizione al campionato. Abbiamo fatto un buon lavoro, ora la palla passa al direttore sportivo». Intanto, il bilancio della stagione appena conclusa sarà approvato intorno all’8 o al 10 luglio, dopodichè sarà varato l’aumento di capitale e a metà luglio ci sarà l’ingresso ufficiale dei nuovi soci all’interno del club.

Ore 10.10 – (Gazzettino) «Abbiamo approvato il bilancio previsionale per la prossima stagione, e abbiamo dato a De Poli l’input dell’investimento che la società andrà a fare per la prima squadra». È l’amministratore delegato Roberto Bonetto a fare un resoconto del consiglio d’amministrazione «fiume» (poco più di quattro ore) andato in scena ieri pomeriggio nella sede biancoscudata, e al quale erano presenti anche i tre nuovi soci Poliero, Tosetto e Salot (quest’ultimo già all’interno del cda). «È un budget importante considerato che siamo una società con dei costi, basti pensare che il settore giovanile costa un milione di euro. Budget più verso i tre o i quattro milioni di euro? Non so, potrebbe essere anche più verso i cinque. Ripeto, è un budget importante per fare bene e per tornare il prima possibile nella categoria più consona al Padova».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La prima settimana di luglio verrà chiuso e approvato il bilancio della stagione 2014/15, quindi si arriverà, indicativamente a metà mese, all’ingresso ufficiale dei nuovi soci nell’organigramma. Intanto tutta l’attenzione sarà concentrata sul “mercato”, per il quale De Poli avrà a disposizione una cifra significativa: «È un budget importante», ha concluso Bonetto, «perché Padova merita di tornare il prima possibile in una serie più consona al suo nome. Potrebbe arrivare qualche giocatore di categoria superiore, ma l’importante è che si lavori anche in prospettiva puntando sui giovani». Il mercato. «Un budget che ci permette di costruire una squadra di medio-alta classifica», il commento di De Poli. «Da giovedì in poi si comincerà a fare sul serio. La nostra priorità sono quattro giocatori in altrettanti ruoli-chiave: ci dedicheremo innanzitutto a questi, puntando su elementi che ci garantiscano qualità. Segato, Zubin e Thomassen rimangono per il momento in stand-by: ne sono informati, sanno che saranno le entrate a indirizzare le nostre scelte nei loro confronti».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Non una semplice procedura per quantificare i soldi a disposizione del ds per la costruzione della prima squadra: la previsione di spesa è infatti uno dei documenti fondamentali da presentare a Firenze per ottenere la licenza nazionale e l’iscrizione al campionato. Iscrizione che adesso, finalmente, è praticamente una formalità. Le ambizioni. «Sono state tre settimane abbastanza intense», le parole di Roberto Bonetto al termine del Cda. «Abbiamo approvato il budget previsionale per la prossima stagione e abbiamo dato al nostro direttore l’input per l’investimento che si andrà a fare sulla prima squadra. Sono soddisfatto e finalmente sereno: lunedì c’era sta un po’ di fibrillazione perché era insorto un problema burocratico per la fideiussione da 400 mila euro da presentare insieme alla domanda, ma per fortuna oggi (ieri, ndr) ci hanno dato l’ok. Tutti i documenti sono a posto, venerdì o lunedì 29 il nostro segretario porterà tutto a Firenze».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Dopo un Consiglio di amministrazione durato più di 4 ore, il Padova ieri pomeriggio ha gettato le basi definitive per la partecipazione al campionato di Lega Pro. Mentre alcuni club non si iscrivono, altri provano a cambiare proprietà, altri ancora per sopravvivere ridimensionano le proprie ambizioni, la società di viale Rocco, con un solo anno di attività alle spalle, è pronta a sbarcare nel professionismo con una struttura solida e concreta. La riunione. Sono arrivati poco dopo le 15, negli uffici della sede allo stadio Euganeo, e ne sono usciti quasi alle 20. L’intero Cda biancoscudato, composto dal presidente Giuseppe Bergamin, dal vice Edoardo Bonetto, dall’a.d. Roberto Bonetto e dai consiglieri Giampaolo Salot e Moreno Beccaro, si è radunato insieme al direttore sportivo Fabrizio De Poli e ai tre nuovi soci prossimi all’ingresso (lo stesso Salot, più Walter Tosetto e Massimo Poliero) per mettere nero su bianco il budget per la prossima stagione.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) «Se il progetto decollerà potremmo anche valutare di non realizzare la tribunetta all’Euganeo per cui abbiamo stanziato 250mila euro. Al momento prevediamo un prefabbricato coperto sopra la pista ma ci sembra che, nel caso in cui si andasse a giocare al Plebiscito, la tribunetta diventerebbe superflua essendo una miglioria temporana, anche per una questione di costi per la collettività». Sull’Euganeo, però, ecco la conferma della notizia lanciata qualche settimana fa dal Corriere del Veneto : «Stiamo pensando a uno stadio solo per il calcio da 25mila posti che sorgerà “sopra” l’Euganeo – spiega Bitonci – con il definitivo abbattimento dello stesso e con esercizi commerciali dentro l’impianto. Per lo stadio all’inglese che abbiamo in mente servono decine di milioni di euro e il Comune non può farsene carico, per questo interverranno diversi soggetti privati. Come previsto dal piano del commercio in quella zona, non sorgeranno esercizi alimentari». Attorno all’Euganeo, poi, ecco spuntare il progetto della Città dello Sport voluto fortemente da Bitonci: «Siamo proprietari di alcuni terreni attorno allo stadio Euganeo e assieme a Coni e al Calcio Padova costruiremo una zona di resindenzialità per gli atleti con attività legate anche al Coni stesso, con quattro campi da calcio di cui uno sintetico».

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Il Padova potrebbe presto giocare al Plebiscito. È questa la novità che bolle in pentola da qualche settimana e attorno a cui sta lavorando il sindaco Massimo Bitonci. «E’ un progetto che stiamo valutando da diverso tempo — rivela il primo cittadino — e stiamo esaminando diversi studi di fattibilità pervenuti in queste settimane. Al momento direi che si sono ottime possibilità che tutto possa decollare anche in tempi ragionevolmente brevi. Il costo dell’operazione? Circa due milioni di euro e prevederebbe un adeguamento piuttosto ampio della struttura. Ci sono stati due infortuni all’ultimo Sei Nazioni sui gradoni della gradinata, per questo vogliamo sistemarla con parapetti protettivi e seggiolini. Poi installeremo i tornelli e la videosorveglianza per rispettare le attuali normative. In tal modo il Padova potrebbe giocare fino alla serie B al Plebiscito, in un impianto con circa 8000 posti di capienza». E non è tutto, perché sono stati previsti anche lavori di adeguamento della viabilità della zona: «I nostri tecnici stanno studiando svincoli dedicati dalla rotatoria di Ponte Vigodarzere e sotto il cavalcavia — evidenzia Bitonci — i lavori durerebbero qualche mese e l’obiettivo è quello di terminare prima dell’inizio dell’inverno».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Riunione di cda ieri pomeriggio allo stadio Euganeo per il Padova, che nei prossimi giorni riacquisirà ufficialmente la vecchia denominazione. Al termine dello stesso, l’ad Roberto Bonetto ha fatto il punto della situazione: «Abbiamo definito ed approvato il budget previsionale. È un budget importante, va contato anche il settore giovanile che costa più di un milione di euro. Più sui tre o sui quattro milioni? Potrebbe essere anche sui cinque… ». Un budget molto importante, quindi, tenendo presente che ci sono squadre come la Cremonese che, a fronte di una spesa di quattro milioni, non sono mai riuscite a compiere il salto di categoria. «È un buon budget — conferma il ds Fabrizio De Poli — con cui si può costruire una squadra di media-alta classifica. Per quanto riguarda i rinnovi, la situazione è fluida. Tra la fine di questa settimana e la settimana prossima definiremo la situazione di Thomassen. Segato e Zubin? Sono le entrate che peseranno sulla scelta di tenerli o meno». Per quanto riguarda gli obiettivi, De Poli non ha detto poi molto: «Abbiamo delle priorità di ruolo – sottolinea – e le priorità riguardano più o meno quattro giocatori. Cerchiamo difensori centrali, centrocampisti ed attaccante esterno. Acquisti in settimana? Non credo, mi dispiace ma non abbiamo fretta». De Poli domani si trasferirà a Milano, dove lo aspettano alcuni appuntamenti con i principali procuratori.

Ore 08.38 – Poule scudetto, la finale: Siena-Akragas 5-3 dopo i calci di rigore. I bianconeri si laureano campioni d’Italia.

Ore 08.36 – Playout, serie D girone C: Dro-Triestina 1-3 dts, Giorgione-Kras Repen 2-1. Salvezza per Triestina e Giorgione, retrocedono Dro e Kras Repen.

Ore 08.34 – Playoff, serie D: AltoVicentino-Delta Porto Tolle 1-2, eliminata la squadra di Rino Dalle Rive.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 23 giugno: cda di quattro ore nella sede biancoscudata, approvato il bilancio per la prossima stagione




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