Venezia, quarantotto ore per evitare il fallimento: Korablin firma un mandato a vendere il club

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VENEZIA – Quarantotto ore per evitare per il terzo crac della storia recente arancioneroverde. Si muove con frenesia dietro le quinte il tentativo di salvataggio del Venezia, appeso a un filo mai come oggi, quando mancano appena sei giorni alla scadenza del 30 giugno. Ultima data per poter iscrivere la squadra senza penalizzazioni, ultima data per evitare un nuovo effetto domino. Il debito acclararato è tutto sommato contenuto (1,350 milioni di euro, a cui andranno aggiunti un altro paio di milioni in un successivo momento per affrontare la prossima stagione), ma salvatori della patria all’orizzonte per ora non si sono palesati. O, se ci sono, se ne stanno ben coperti dietro le quinte. Secondo le verifiche incrociate condotte nelle ultime ore la novità importante è che sembra esserci un mandato a vendere del presidente Yury Korablin. Il quale, secondo diverse fonti, sarebbe arrivato in gran segreto in Laguna per dare l’avvio al procedimento di dismissione della proprietà da lui stesso detenuta. C’è chi sostiene addirittura che sia stato firmato un preliminare di vendita (ma con chi?), anche se le verifiche compiute non regalano in tal senso conferme. Il segnale che stride è che 25 giorni fa Korablin ha sborsato di tasca sua circa 300mila euro per i soliti terreni di Tessera dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio, progetto rimasto per ora in naftalina. Che senso ha una mossa simile quando tutto il resto induce a pensare che il crac sia dietro l’angolo, considerati i debiti, la latitanza dell’imprenditore russo e i silenzi persistenti di chi dovrebbe garantire un futuro alla società? Se lo chiedono in tanti dietro le quinte. Un piano B sarebbe in atto, con prospettive di riuscita tutte da verificare. Nelle ultime ore la società è stata offerta a Rino Dalle Rive, patron dell’AltoVicentino, che tuttavia ha risposto picche. Stessa identica offerta compiuta al patron del Real Vicenza Lino Diquigiovanni, che ha risposto a sua volta “no grazie”, specificando che il motivo del suo diniego è legato allo scarso afflusso di pubblico avvenuto al Penzo negli ultimi anni. Niente da fare neppure con Lino Chilese, patron dell’ArziChiampo. Rimane in piedi un’ultima opzione, legata a un Mister X veneto che potrebbe irrompere sulla scena in extremis. Ma si deve fare presto. Entro 48 ore deve accadere qualcosa, altrimenti il castello crollerà. Fermo restando che fino al 15 luglio ci sarebbe ancora la possibilità di iscriversi con penalizzazione. Prospettiva, questa, a dir poco remota, comunque la si pensi.




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