Live 24! Padova, si torna a faticare alla Guizza. Aspettando le decisioni del Consiglio Federale

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Ore 21.20 – (Il Piccolo) È arrivato a Trieste venerdì, senza in pratica poter disputare nemmeno un allenamento con i nuovi compagni dell’Unione Triestina 2012. Poi il giorno dopo Simone Solinas è entrato in campo a Mogliano Veneto nella ripresa, e ha realizzato il gol del pareggio per la squadra di Masitto contro il Mestre. Un esordio col botto quello del giovane attaccante classe 1996 proveniente dalla Primavera del Cagliari, che può vantare addirittura qualche minuto in serie A, giocato nel gennaio 2014. quando nel finale a Bergamo contro l’Atalanta entrò al posto di Cossu. «Si giocava contro l’Atalanta – racconta lo stesso Solinas – e l’allenatore del Cagliari era Lopez. A un certo punto mi disse di scaldarmi ed entrai per qualche minuto nel finale, fu un’emozione indescrivibile debuttare in serie A, avevo appena 17 anni. Poi comunque sono rimasto nel giro della prima squadra, ho fatto parecchie panchine, anche contro il Milan». Adesso, nonostante la retrocessione del Cagliari in serie B avrebbe potuto forse aprirgli degli spazi interessanti, Solinas è emigrato a Trieste, per infoltire il gruppo degli under dell’Unione 2012: «Certo, essendo sardo mi sarebbe piaciuto restare perché è una cosa bella difendere i colori della propria terra, ma è andata così e adesso sono molto contento di essere arrivato a Trieste. Parlando con il mio procuratore, mi ha prospettato questa possibilità, in una buona piazza dove si stava costruendo una squadra da vertice. Mi ha convinto e ho voluto anch’io partecipare a questa sfida». E appena indossata la maglia della Triestina 2012, ecco un gol di ottima fattura nella prima amichevole stagionale: «In effetti esordio migliore non poteva esserci, spero sia un buon biglietto da visita e possa essere di buon auspicio per la stagione. Mi sono trovato subito bene con i nuovi compagni, l’impressione è quella di un’ottima squadra e sono contento di essere arrivato in questo gruppo. Il gol? Ho intercettato un passaggio orizzontale degli avversari, ho puntato in avanti e a venti metri dalla porta ho tirato una sorta di pallonetto che si è insaccato». Su cosa si aspetta da questa stagione, il diciannovenne sardo sembra avere le idee molto chiare: «Spero di crescere come persona e come giocatore, e poi voglio aiutare questa squadra a ritornare nei professionisti, perché una città come Trieste non può certo restare in questa categoria. So che bisognerà sudare per trovare spazio perché siamo in tanti, comunque la regola degli under dovrebbe favorire un po’ i giovani. Che tipo di attaccante sono? Posso fare tutti e tre i ruoli offensivi, ovvero punta centrale, ma anche esterno destro o sinistro. Sono uno che va molto in profondità, cerca di far salire la squadra e va su tutti i palloni. Ecco, di sicuro lotto su ogni palla e il carattere non mi manca».

Ore 20.50 – (Alto Adige) È calcio d’agosto che sa di sale e sole, che brucia la passione con la velocità di un amore estivo, che sembra quasi quell’estate al mare raccontata dai film di Vanzina dagli anni ’80 in avanti. Però a Matera non c’è il mare, in palio non c’era un posto in prima fila in spiaggia ma il passaggio del turno di Coppa Italia e la sfida di domenica prossima a Pescara contro una squadra che ha sfiorato la promozione in serie A. Insomma, sarà calcio d’agosto ma è calcio vero e quindi va apprezzata e anche pesata la vittoria dell’Alto Adige in Basilicata anche perchè giunta in condizioni ambientali difficili (tra i “sassi” faceva caldo anche per il calore del pubblico) e al termine di una trasferta durata tre giorni e che è sembrato il Cammino di Santiago di Compostela, come ha sottolineato lo stesso mister Stroppa «Abbiamo vinto nonostante difficoltà logistiche incredibili – afferma – siamo partiti venerdì da Bolzano e arrivati a Matera prima della partita. L’aspetto che più mi interessa, comunque, è che i miei giocatori siano integri fisicamente. Non avevo certezze su come affrontare il Matera, non abbiamo preparato la partita sapendo delle loro giocate, per questo abbiamo concesso loro molto più del previsto». Già perchè nel conto profitti e perdite c’è da registrare un “disavanzo di bilancio” dei lucani che hanno creato numerose occasioni da gol e fallito due rigori. Ma quello visto all’opera è già un Alto Adige con delle certezze. La prima è Achille Coser, portiere vero, completo, che sa il fatto suo e non un prospetto in formazione professionale come quelli visti all’opera nelle ultime stagioni. Ha poco da imparare e molto da insegnare e sicuramente dà ampie garanzie a tutto il reparto difensivo. In difesa non era disponibile Crovetto e al ruolo di esterno basso si è adattato Mladen che non ne ha le caratteristiche. Il reparto è affidabile e nei prossimi giorni verrà ufficializzato l’arrivo di un altro terzino sinistro giovane ma non trascorsi in serie A. A centrocampo sembrano già in condizione Furlan, Girasole e Fink e proprio nella zona nevralgica del campo Stroppa avrà problemi di abbondanza perchè c’è il libero pensatore Bertoni che domenica è andato in panchina e l’uruguaiano Lima, adattabile al ruolo di mezzala ma fondamentalmente un play, un centromediano metodista abile alla regia. Davanti Kirilov non lo si scopre adesso mentre per Maritato, Tulli e Spagnoli aspettiamo la controprova. Magari già domenica a Pescara. Un’altra estate al mare.

Ore 20.30 – (La Provincia Pavese) Tre stagioni fa se n’era andato da Pavia con addosso un senso di frustrazione per qualcosa di incompiuto: l’occasione, sciupata, di raggiungere un traguardo importante, i play off. Tornare in azzurro per Giovanni La Camera significa anche provare a completare quel lavoro lasciato a metà. E al suo esordio ufficiale contro il Poggibonsi, in Tim Cup, ha fatto intendere che la determinazione giusta per tentare di centrare l’obiettivo ( oggi la serie B) c’è tutta, fin dall’inizio. «Qui al Pavia ero stato bene ma qualcosa non mi aveva convinto – spiega il centrocampista messinese – una squadra terza dopo il girone d’andata non può salvarsi alla penultima giornata, come capitò a noi. Nel ritorno ci saremmo potuti divertire, eravamo anche riusciti a creare un po’ d’entusiasmo tra i tifosi e con mister Roselli c’era – e c’è tuttora – un grande rapporto. A gennaio mi voleva il Trapani ma soprattutto il Lecce, io però dopo aver ottenuto rassicurazioni dalla società decisi di rimanere. Quando sei in quella posizione di classifica il club deve prendere delle decisioni e invece la squadra non fu rinforzata, anzi avemmo anche delle difficoltà di organico, a livello numerico». Il Pavia attuale pensa decisamente in grande, invece, e questo ha convinto La Camera a tornare. «Sarei potuto arrivare già a gennaio, c’era stata più di una chiacchiera col direttore Londrosi – spiega il giocatore – ma nel girone di ritorno sono anche diventato capitano della Juve Stabia e poi non è giusto voltare le spalle a chi ti ha dato fiducia. Non è facile lasciare Castellammare, lì c’è un club che lotta sempre per qualcosa di importante. Ho chiuso a giugno rescindendo il contratto e non so quanti fanno una cosa del genere oggi. Io volevo anche avvicinarmi a mia moglie (giornalista di Sky, i due hanno casa a Parma, ndr) ma non sarebbe bastato questo se non ci fosse stato il progetto ambizioso del Pavia. Ora sono qui e voglio sdebitarmi con Londrosi e con la società». L’ex dg Londrosi, che lo ha fortemente voluto, è anche quello che fece a La Camera il primo contratto da professionista ai tempi del Casale: «Non sta a me commentare quello che è successo (l’allontanamento di Londrosi, ndr), ma con il direttore c’è un rapporto umano da tempo, al di là delle vicissitudini societarie. Lo devo ringraziare perché mi ha reso parte di un grande progetto. La società sta facendo qualcosa di importante, l’altra volta non fu così». Quanto al campo, La Camera ha mostrato di essere già in gran forma, fulcro del gioco azzurro: «Sono tre anni che gioco in un centrocampo a tre e mi trovo bene con due mezzali con capacità di palleggio. Siamo una squadra che gioca molto palla a terra. Il mister mi chiede di fare da collante tra difesa e attacco e di verticalizzare appena possibile. Le punizioni? Siamo in tanti a batterle, ma con Bellazzini, Ferretti o Carraro c’è un rapporto tranquillissimo». L’altra grande differenza rispetto alla precedente esperienza azzurra è il pubblico: «Averlo riportato allo stadio è merito di ciò che hanno fatto i miei compagni l’anno scorso – dice La Camera – io ho sempre seguito il Pavia anche dopo che sono andato via, se giochi in una squadra è normale che ne diventi anche tifoso». E ora il tifoso La Camera vuole vincere.

Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) Fumata nera per l’arrivo del nuovo portiere. Bason, ex Lumezzane e Castiglione, ha dato man forte al gruppo in ritiro ma non resterà in biancorosso. Al fianco di Bonato la società sta cercando un elemento di esperienza. Il nome caldo resta quello di Nicolas Bremec, estremo difensore spagnolo classe 1977. Su di lui però ci sono gli occhi del Vicenza. Bremec ha preso tempo in attesa di capire se ci sono margini per giocare in serie B. Il Mantova però non starà a guardare. In lizza resta anche Alex Valentini dello Spezia. Difficile invece arrivare a Vlada Avramov che punta alla serie A.

Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) Cambiano le proprietà, i presidenti, i giocatori, gli allenatori… Alfio Pelliccioni però riesce sempre a ritagliarsi un posto a Mantova. Il ds è al quarto campionato dietro la scrivania di Viale Te. Una stagione, quella che si è aperta con le due settimane di ritiro in Trentino, che sta nascendo sotto buoni auspici. Direttore, che Mantova dobbiamo aspettarci? «Sicuramente non una squadra che può vincere il campionato, questo è chiaro. Però sono convinto che potremo toglierci delle soddisfazioni. Abbiamo costruito un gruppo solido che può dare battaglia per raggiungere la salvezza il prima possibile. Inoltre è una rosa abituata a lottare, una caratteristica che i tifosi apprezzano e vogliono sempre vedere in campo». Due settimane di lavoro, quattro amichevoli con segnali incoraggianti. Che voto merita questa squadra? «Per ora gli darei un bel 7. Ho visto applicazione e voglia di lavorare. Tutti hanno capito che qui a Mantova c’è un progetto serio e una piazza esigente. Bisogna tenere i piedi per terra e metterci la massima umiltà». Per la quarta volta inizia il torneo con un allenatore nuovo. Come si trova con Maspero? «Per certi versi mi sembra di rivivere le emozioni e le sensazioni provate quando ero a Portogruaro con Calori. Riccardo è una persona semplice con la quale sto costruendo un rapporto ottimo. Parliamo molto, ci confrontiamo su tutto. Ha delle idee che mi piacciono». Idee che portano ad un calcio offensivo. «Esatto. Da sempre credo che il modo migliore per fare punti e raggiungere obiettivi sia quello di costruire gioco e di essere offensivi. Già l’anno scorso con Juric era così e quindi proseguiremo su quella strada. Gli equilibri sono importanti, ma lo è anche lo spettacolo. È l’unica strada per fare felici i nostri tifosi. Vogliamo regalare loro delle gioie, se le meritano. Nella scorsa stagione sono stati eccezionali». Tanti acquisti. Su quale scommettere? «Sulla squadra nel suo complesso. Poi chiaramente ci sono le individualità: credo molto in Beretta, l’ho voluto fortemente. Per Di Santantonio può essere l’anno della svolta definitiva, Anastasi e Ruopolo davanti possono andare in doppia cifra. Poi chiaramente sarà il campo a dare il responso definitivo». Chi sono invece i colpi mancati che più la fanno rosicare? «Nessuno. Ho lavorato a stretto contatto con il mister e abbiamo centrato tutti i nostri obiettivi. In questa rosa e con questo gioco due elementi come Paro e Siniscalchi ci sarebbero stati a pennello, ma non dobbiamo pensare troppo a chi non c’è. Anche perché chi è arrivato al loro posto, ne sono certo, farà bene». Fuori dal rettangolo verde c’è una dirigenza che sta iniziando a calarsi nella nuova realtà. «È gente attenta ai budget, che non fa voli pindarici e che è molto attenta al lato sportivo. In 4 anni a Mantova mi è successo raramente di vedere tanta passione. Loro con i soci mantovani possono dare molto alla piazza». E poi ci sarebbe questa amichevole con il Milan. «Stiamo aspettando la conferma, sarebbe un bel regalo alla piazza».

Ore 19.10 – Campagna abbonamenti: raggiunta quota 586 tessere.

Ore 18.40 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 18.20 – Qui Guizza: lavoro atletico finale.

Ore 18.00 – Qui Guizza: partitelle a campo ridotto con sponde.

Ore 17.40 – Qui Guizza: lavoro col pallone. Presente una trentina di tifosi.

Ore 17.20 – Qui Guizza: torna ad allenarsi col pallone Petkovic! Ancora a parte invece Aperi ed Amirante, mentre Mazzocco torna in gruppo.

Ore 17.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per il primo allenamento stagionale agli impianti di via Gozzano.

Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Pordenone diesel, partito lento e diventato inarrestabile sul mercato. È un aeroporto, la sede del ritiro di Arta Terme, in cui la più affollata è senza dubbio l’area degli arrivi. E si viaggia al ritmo di un nome grosso al giorno. Oggi, per esempio, è il turno di Matteo Mandorlini, centrocampista comasco, figlio del tecnico dell’Hellas Verona. Al di là della discendenza, Mandorlini parla sul campo. La sua è una carriera che in C fa spavento: esordio a 17 anni nel Parma, in serie A, poi la B a Brescia e tante parentesi nei top club di LegaPro. L’ultima annata l’ha vissuta al Pisa: 28 presenze e un gol. È il perno che fa girare tutta la squadra e ora il Pordenone gli è vicinissimo. L’affare non è ancora stato definito con il nero su bianco, ma le parti sono vicinissime. Dopo Francesco Finocchio, sarebbe il secondo grande colpo a centrocampo. Un reparto, quello della mediana, che attende ancora di conoscere il destino di Jacopo Fortunato e che nel frattempo si rinforzerà con l’arrivo di Alessandro Pederzoli. L’ex pavese sarebbe pronto a dire sì al ramarro in tempi brevi, lasciando così il Pavia dei cinesi. Anche per lui tante presenze in B, tra Ascoli e Gallipoli. Ma Tedino chiede ancora qualcosa, soprattutto se capitan Denis Maccan se ne andrà (è a un passo dal Venezia in D). In difesa (oggi arriverà il 21enne Alberto Barison, dall’Ascoli) il nome nuovo è quello di Elia Legati, centrale, classe ’86, liberato dalla mancata iscrizione alla C proprio dei veneti. Cresciuto nel Milan di Ancelotti, vanta 6 stagioni in B tra Crotone, Padova e Carpi. Con la maglia dei lagunari ha collezionato 30 presenze e un gol. Il Pordenone ci ha messo gli occhi addosso, e la trattativa può andare in porto. Tutto ok per Cattaneo, un affare già concluso.

Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Manca il timbro di Tavecchio e soci, ma tutti (chi è al De Marchi, chi si prepara ad Arta, chi resta in fabbrica, agenzia o in azienda per “finanziare” la stagione del ramarro) si sentono già di nuovo in C. Anche il popolo neroverde, una buona rappresentanza del quale è stata sabato nel “comune rustico” che ispirò Giosuè Carducci nella composizione dell’omonima poesia. Perché il canto diventi corale bisognerà attendere però il tardo pomeriggio di oggi. I lavori inizieranno alle 13, nella sede federale di Roma. Gli argomenti all’ordine del giorno: approvazione del verbale della riunione del 7 luglio; vacanze di organico dei campionati pro 2015-16 e provvedimenti conseguenti; modifiche regolamentari. In serata sapremo i nomi di chi verrà ripescato in B e in LegaPro. IPOTESI A 18 – Difficile, nonostante il regolamento attuale lo richieda, che si arrivi ai tre gironi da 20 squadre. Il palazzo ha già ipotizzato il taglio di 2-3 società per raggruppamento. C’è anche già chi si diletta a prevedere la composizione dei tre nuclei. In quello settentrionale (A) si prevede possano essere inserite Albinoleffe (ripescato), Alessandria, Virtus Bassano, Cittadella (retrocessa dalla B), Cremonese, Cuneo (promossa dalla D), Feralpisalò, Giana, Lumezzane, Mantova, Padova (promossa dalla D), Pavia, Pordenone (ripescato), Renate, Savona, Seregno (ripescato), Sudtirol ed Entella. Questo ovviamente in teoria. Poi bisognerà attendere i ricorsi delle escluse al Tribunale del Coni, quelli prevedibili ai vari Tar, ma anche i risultati dei deferimenti e delle azioni disciplinari dei club coinvolti nelle gare truccate o comprate, nonché le minacce di blocco dei campionati. L’estate sarà ancora lunga e calda. FIESTA NEROVERDE – Il ramarro si sente al sicuro da ogni manovra, ricorso o azione legale. Si è comprato una “polizza” da 500 mila euro. Lo hanno fatto solo altre due società: Albinoleffe e Seregno. Per le “assicurate” non ci saranno problemi. La fiesta dei Tedino Boys è già pronta, basta decidere la data. Coinciderà probabilmente con la presentazione ufficiale della squadra, che Lovisa ha promesso di fare in città dopo quella ufficiosa di sabato ad Arta Terme. Domani intanto il popolo neroverde avrà l’occasione di celebrare il ritorno in Terza serie sugli spalti del XXV Aprile di Sacile, in casa degli ex rivali biancorossi. Inizio dell’amichevole alle 18.30.

Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) In attesa del ripescaggio – atteso per oggi, con l’incognita del numero di squadre che comporranno i tre gironi di Lega Pro – il Pordenone continua a muoversi sul mercato. E asseconda il desiderio di mister Tedino, che chiedeva centrocampisti. Il tecnico sta per ricevere un figlio d’arte: Matteo Mandorlini. Sì, proprio il figlio di Andrea, allenatore dell’Hellas Verona ed ex giocatore dell’Inter. L’accordo col mediano, classe ’88, pare sia stato trovato: secondo indiscrezioni mancano soltanto i dettagli. C’erano da definire l’intesa economica e la durata del contratto (biennale?) tra le parti, visto che il ragazzo era svincolato dopo l’esperienza a Pisa in Lega Pro. Un innesto di qualità: il giocatore comasco, infatti, ha esperienza soltanto di serie C e B, categorie in cui milita ininterrottamente dal 2007. Al tempo, uscito dal settore giovanile del Parma, cominciò il suo percorso senior col Pavia in C2. Quindi altre due stagioni C1 con Foligno e Viareggio, per poi salire in B: Piacenza (2010-2011), Brescia (2011-2012), Spezia e Grosseto (2012-2013), di nuovo Brescia (2013-2014), per scendere nuovamente in Lega Pro firmando col Pisa (2014-2015). In totale, 207 presenze tra i “pro”. Darebbe un gran contributo alla mediana neroverde, che aspetta un altro colpo da novanta, ovvero Alex Pederzoli del Pavia: il giocatore sta sempre trattando con i lombardi per rescindere. In Tim cup col Poggibonsi non è neppure andato in panchina. Altro segnale di rottura. Il Pordenone sta poi lavorando per un altro colpo in difesa. Se sfuma Marchi (’91), la cui trattativa sembra infinita, la società ha chiesto informazioni su un elemento fuori categoria, ovvero Elia Legati (’86): l’ex capitano del Venezia, enfant prodige del Milan ai tempi, è ancora senza squadra. Aveva flirtato col Livorno, ma non se n’è fatto nulla. Attualmente si trova a Coverciano nel ritiro disoccupati. Non è una pista-utopia: chi è senza squadra, ora, valuta tutto. Legati vanta 260 presenze tra B e C1 e piazze importanti alle spalle (Padova, Novara, Crotone). Le parti stanno per dialogare. E se arriva anche Legati, diventa un Pordenone di grande spessore.

Ore 15.40 – (Messaggero Veneto) Il cognome, inutile nasconderlo, ha strappato due risate a tutti. «Ne sono consapevole – risponde col sorriso –, ma ormai ci scherzo su». Un pizzico d’ironia serve, per non distoglierlo dal suo obiettivo. Che è chiaro: «Oltre a questo fatto curioso, ci sono le mie qualità di giocatore. E io voglio farmi ricordare per le mie doti in campo». Che esistono: doppietta nel test col Montebelluna di sabato. Francesco Finocchio si presenta così ai tifosi del Pordenone. I fatti sul rettangolo verde, le giuste parole in intervista. In molti, al Gran Hotel Gortani, sede del ritiro, chiedono di lui e si fanno fotografare: il fantasista, classe ’92, ex Parma, è arrivato per rilanciarsi, ma anche con i galloni del talento Doc, quello che può fare la differenza nel 4-2-3-1 di Tedino. Lui e il Pordenone devono confermarsi da Lega Pro: «Per entrambi è una chance importante, qui c’è tutto per la salvezza». Finocchio, partiamo dalle sue origini. Da dove arriva? «Sono nato a Caserta, da mamma brasiliana (di Rio de Janeiro) e da papà italiano. Sono cresciuto a Reggio Emilia e, calcisticamente, nel settore giovanile del Parma. Con i gialloblù sono stato più volte sotto contratto: sono andato in prestito a Salò e Pisa in C, Trapani in B, senza però mai riuscire a trovare continuità». Parentesi Parma, visto il fallimento e ciò che è successo al club: vi eravate accorti di qualcosa? «C’erano avvisaglie, ma non pensavamo potesse finire così. Non credevamo proprio ci fossero così tanti debiti. Ma è ora di guardare avanti». Lei invoca continuità. E’ venuto a Pordenone per trovarla: si è anche abbassato l’ingaggio in nome del progetto. «Sì, perché credo che questa sia la piazza giusta. Dal punto di vista tattico ritengo che il 4-2-3-1 sia un buon modulo per me: posso giocare dietro la punta, ma anche sull’esterno. Alle spalle del centravanti è il top, perché so attaccare lo spazio, arrivare al tiro, ma anche dare una mano alla mediana. Di Pordenone mi hanno convinto le parole del mister, il centro sportivo, l’organizzazione in generale. Nella mia carriera, sinora, è sempre mancato qualcosa: qui conto di fare il salto di qualità». Per arrivare dove? «Non guardo al futuro. Penso soltanto al Pordenone e al presente. Voglio disputare un buon campionato, fare il meglio possibile: dopodiché possono aprirsi più porte. Ma è inutile che ora faccia progetti. Ho in testa il lavoro e il bene del club». Con lei sono arrivati altri giocatori importanti: comincia a girare la voce in Italia che la società neroverde sia seria e ambiziosa. «E’ vero, tra noi giocatori si parla di questo. Lungo lo Stivale c’è un’immagine molto positiva dei “ramarri”. C’è poi un’organizzazione che tante società non hanno. Qui si può veramente fare un ottimo campionato di Lega Pro. In più la città è tranquilla: a proposito, conto di visitarla bene appena scesi dal ritiro». Ma questo Pordenone è solamente da salvezza o può mirare a qualcosa di più? «Pensiamo a rimanere in categoria. Bisogna consolidarsi e poi eventualmente alzare l’asticella. E parlo sia dal punto di vista di squadra sia da quello personale: io garantisco per ora impegno e professionalità. Poi tutto ciò che arriva lo prendiamo volentieri».

Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) La spunta Perinetti, Serafini dice sì e il Venezia trova uno stakanovista per il suo attacco. Il pressing asfissiante ha dato i suoi frutti e infatti sarà il 37enne Matteo Serafini, obiettivo numero uno di Giorgio Perinetti, a caricarsi sulle spalle l’attacco arancioneroverde in serie D. L’ammissione in sovrannumero in «quarta serie» diventerà ufficiale oggi al termine del Consiglio Figc delle ore 13 a Roma, intanto però prosegue a ritmi serrati la costruzione di un Venezia in grado di lottare per il ritorno in Lega Pro. Il bresciano Serafini, da ieri in ritiro a Piancavallo agli ordini del tecnico Paolo Favaretto, sbarca in laguna dalla Pro Patria esibendo 115 gol ufficiali. Ma soprattutto nelle ultime due stagioni ha giocato 64 delle 70 partite dei bustocchi (le 6 mancanti le ha saltate per squalifica), scendendo in campo sempre da titolare e venendo sostituito in un’unica occasione (all’88’). «Vengo a Venezia perché c’è un progetto ambizioso e una piazza così non si può rifiutare in nessuna categoria – premette Serafini prima di chiarire il «sì, anzi no» di venerdì scorso -. Ho due bambini piccoli e la cosa giusta da fare era valutare questo trasferimento con mia moglie. L’ho fatto ed eccomi qui, il ds Perinetti che conosco dai tempi di Siena in serie A ha insistito tantissimo, mi ha fatto sentire importante e così dovrà essere il mio rendimento in campo». Al Penzo ha già segnato in B col Catania e in Lega Pro con la Pro Patria, firmando due recenti ko del Venezia. Tuttavia all’ex castigatore della Juventus (con una memorabile tripletta nel 3-1 del Brescia nella serie B 2006/07) è stato chiesto di diventare un faro. «Vengo per i gol ma anche per contribuire alla crescita di giovani da educare al professionismo. Formalmente saremo in serie D ma a Venezia non esiste il dilettantismo, la serietà e il lavoro pagheranno in termini di risultati e di richiamo verso i tifosi». Sempre sul fronte mercato il prossimo innesto dovrebbe essere quello del terzino Fabrizio Ferrante, classe ’95 ex Primavera del Palermo. Il ds Perinetti continua a tenere vivi i contatti per riportare in laguna il difensore Elia Legati (’86) e il centrocampista Davide Carcuro (’87), mentre per l’esterno d’attacco è stato accostato Giuseppe Caccavallo (’87) lo scorso anno a Pagani e Caserta in Lega Pro mentre spunta il nome del brasiliano Diego Oliveira, che sarebbe un altro ritorno.

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Dai e ridai, Matteo Serafini alla fine si è convinto. Il centravanti bresciano, dopo un tira e molla durato alcuni giorni, ieri ha finalmente sciolto le ultime riserve e ha raggiunto il ritiro di Piancavallo dopo la firma del contratto che lo legherà al Venezia nella prossima stagione. Una svolta attesa che in qualche modo era nell’aria, visto che il direttore generale Giorgio Perinetti, il suo agente e il suo ex compagno di squadra alla Pro Patria Giampaolo Calzi, hanno lavorato molto dietro le quinte per convincere la moglie che quella di Venezia sarebbe stata una scelta indovinata: «Diciamo che era una situazione particolare che coinvolgeva tutta la famiglia – spiega Serafini – io e mia moglie avevamo deciso di non muoverci da Calvisano, in provincia di Brescia, dove abitiamo adesso. Poi è arrivata questa proposta del direttore Perinetti, che conoscevo dai tempi di Siena. Per me non c’era bisogno neppure di parlarci, bastava il fatto che mi avesse cercato per avere garanzie. Non è stato difficile raggiungere un accordo, poi io e mia moglie abbiamo avuto qualche ripensamento anche legato ai nostri figli, ma la porta non è mai stata chiusa. Giampaolo (Calzi, ndr ) è un amico, le nostre mogli si conoscono e si frequentano spesso, si sono parlate e abbiamo raggiunto un’intesa». Serafini è reduce da una stagione davvero importante, in cui ha messo a segno 13 gol in 37 partite con la maglia della Pro Patria. Nonostante l’età avanzata (37 anni), Serafini aveva mercato in Lega Pro e con un po’ di pazienza si sarebbe potuto sistemare: «Per me – chiosa il bomber – arrivato a questo punto della carriera non conta l’età. Ma quando ti chiama una società come il Venezia bisogna che i ragazzi capiscano cosa significa indossare questa maglia. Tutti insieme riporteremo il Venezia nel calcio che conta». Intanto ieri a Piancavallo lavoro inteso agli ordini di Paolo Favaretto: seduta differenziata per il solo Checchi. Oltre all’ex capitano bustocco, non è stato ufficializzato nessun nuovo arrivo anche se si è aggregato al gruppo Michele Barbiero, giovane classe 1997 proveniente dalla Ternana. Possibile il ritorno di Davide Carcuro, scartato dal Padova dopo un periodo di prova, si tratta per Caccavallo e per Legati, che sta valutando la proposta. Nel frattempo Venezia United ha inviato una lettera al presidente J.A. Daniels, salutandolo con calore e presentando alcune richieste: riconoscimento dell’identità della squadra nella fusione delle due antiche e distinte realtà di Venezia e Mestre. Ritorno al marchio precedente della società, quel «FBC Unione Venezia», coniato solo quattro anni fa, apprezzato e condiviso da tutti dopo discussioni e riflessioni durate almeno due decenni: riconoscimento dei tre colori arancio-nero-verde; un posto in Cda ad un rappresentante dei tifosi, come succede in molti club europei.

Ore 14.40 – (La Nuova Venezia) Secondo giorno di ritiro a Piancavallo per il Venezia, e gruppo che aumenta di numero. Ai 22 già presenti, agli ordini di Paolo Favaretto ieri si sono aggiunti Matteo Serafini e la vecchia conoscenza Francesco Cernuto. I due hanno solo preso contatto con la squadra, poiché questa mattina sosterranno in loco le visite mediche, quindi si aggregheranno ai compagni per gli allenamenti. Ieri, tuttavia, si sono allenati tutti tranne Lorenzo Checchi, che ha seguito un lavoro differenziato per un leggero affaticamento muscolare. Favaretto sta seguendo un programma mirato, anche con carichi di lavoro sostenuti, per avere una squadra in grado di mostrare grande intensità di gioco sul campo. Sul fronte del mercato ieri le notizie si sono fermate all’importante arrivo di Serafini dalla Pro Patria, ma già oggi sono attese novità. Nel corridoi del mercato, intanto, si vocifera di un interessamento del Venezia per l’attaccante 31enne Denis Maccan, fino a giugno al Pordenone e già in maglia arancioneroverde nella prima parte della stagione 2005-06 (serie C/2).

Ore 14.30 – Cambia la sede dell’amichevole di giovedì: Padova-Delta Rovigo si giocherà alle ore 17.00 presso lo stadio di Camposampiero.

Ore 14.20 – (La Nuova Venezia) Tutto in tre giorni e Matteo Serafini è finalmente diventato un giocatore del Venezia. Annunciato, sfumato poi ufficializzato: tra venerdì e ieri uno degli attaccanti più prolifici tra serie B e C/Lega Pro è giunto a destinazione, alla corte di Paolo Favaretto per diventare uno dei leader del nuovo Venezia. Si è aggregato subito alla squadra nel ritiro di Piancavallo, e oggi sosterrà le visite mediche, pronto a iniziare gli allenamenti. Ma prima, chiarisce cos’è accaduto negli ultimi giorni. «La mia priorità era quella di rimanere vicino a casa per la famiglia e perché ho due bambini piccoli. Poi il direttore sportivo del Venezia mi ha invitato a pensare al progetto Venezia e mi sono preso un po’ di tempo. Inizialmente si era un po’ restii, ma non per la città o il club, solo per le esigenze familiari. Alla fine le parole di Perinetti, dell’allenatore e del mio ex compagno di squadra Giampaolo Calzi ci hanno convinti. Poi, insomma, non è da tutti poter giocare in un città come Venezia, anche se non c’è al momento un campionato professionistico». Serafini arriva dalla Pro Patria, tante esperienze alle spalle, ma alle 37 primavere non ci pensa. «Sarà una stagione piena di novità, a questa età riesci a ottimizzare le energie e sai quello che ti può servire o meno. Tante cose le hai già vissute e quando vedi realtà che stanno per partire, è difficile poi declinare l’offerta. A detta degli altri sto ancora bene, poi lo scorso anno ho giocato 40 partite su 42. I numeri ci sono tranne che sulla carta di identità…». E poi c’è la possibilità di lasciare il segno a Venezia. «Con una D così puoi farlo», aggiunge, «e sotto molti punti di vista. Magari di attaccanti più prolifici ne avrebbero trovati lo stesso, ma il club mi ha cercato per puntare sull’uomo e sull’esempio; per provare a essere una guida per i giovani. È fondamentale far loro capire l’approccio giusto alla professione, come migliorarsi e curare i dettagli per diventare professionisti. È preziosa l’alimentazione così come l’atteggiamento, senza mai sminuire un allenamento, una corsa o una partita». E Serafini è passato alla storia anche per la tripletta rifilata a Gigi Buffon in un Brescia-Juventus finito 3-1 del campionato di serie B 2006-07. «Quella volta non la dimenticheranno in molti, non solo io», sorride l’attaccante bresciano, «fu una giornata molto particolare, di quelle che ti fanno entrare un pochino nella storia. A Livorno avevo giocato con Chiellini e scambiandoci la maglia gli chiesi se potevo avere quella di Buffon. Non arrivò mai, ma mi dissero che l’aveva già regalata. E di quella sfida non ho neppure il pallone». Il direttore sportivo Giorgio Perinetti pone infine l’accento sull’ultimo acquisto del Venezia: «Per noi Serafini era un giocatore fondamentale, che fa reparto da sé e ci consente di fare scelte particolari. Un punto fermo, insomma, e alla fine si è riusciti a sbloccare la trattativa. Serafini ha qualità tecniche e morali, e ora possiamo avere le idee più chiare per proseguire il lavoro».

Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Dopo la vittoria nella XX edizione del memorial Alfonso Santagiuliana, il Vicenza affronterà stasera, in trasferta, il Latina, in un anticipo del prossimo torneo cadetto. A Latina verranno aperti Curva Nord, Tribuna Laterale A e B, e Tribuna Centrale (la Laterale B è destinata ai tifosi ospiti), mentre resteranno chiuse Gradinata e Curva Sud. Per i biancorossi di Pasquale Marino la gara rappresenterà un altro passo nella preparazione estiva che domenica prossima al Menti vivrà il primo appuntamento ufficiale, nel turno d’esordio di Coppa Italia in cui i berici affronteranno il Cosenza che nel primo turno eliminatorio ha superato al «Del Duca» l’Ascoli in rimonta, grazie ai gol di La Mantia a sette minuti dal termine che ha impattato la rete di Tripoli che aveva portato in avanti nel punteggio i padroni di casa, poi battuti al 94esimo dalla rete decisiva dell’ex avellinese Arrighini. Per il Vicenza la gara di stasera contro il Latina rappresenterà quindi un importante test in vista dell’impegno ufficiale contro i calabresi, ed è quindi probabile che il tecnico biancorosso mandi in campo l’undici che in questo momento è da ritenersi titolare anche in funzione degli infortuni di Mauro Vigorito, Thomas Manfredini, Andrea Cocco, e Lorenzo Laverone che non saranno della partita perché infortunati. Marino potrebbe schierare Marcone tra i pali, con Sampirisi e D’Elia terzini di fascia rispettivamente destra e sinistra, e Brighenti e Mantovani a comporre la coppia di difensori centrali. In mediana il trio formato da Cinelli, Pazienza e Gagliardini dovrebbe essere confermato, mentre in attacco Vita e Gatto agiranno sulle corsie esterne con Pettinari, a mezzo servizio a causa di un forte mal di schiena, punto di riferimento in attacco. Se l’ex pescarese non dovesse farcela, il ruolo di centravanti sarà quasi sicuramente affidato all’ex lucchese Filip Raicevic che arrivato in biancorosso una quindicina di giorni fa, potrebbe anche essere ceduto in Lega Pro per permettergli di giocare con continuità e continuare nel processo di crescita iniziato alla Lucchese nel campionato scorso. Sulle tracce del centravanti montenegrino in prima fila c’è il Bassano, che una decina di giorni fa aveva chiesto informazioni anche su un’altra punta biancorossa, l’ex veneziano Davide D’Apollonia che in queste ore è vicino alle cessione al Pordenone che è in attesa di essere ripescato in Lega Pro.
In uscita è sempre viva la pista che potrebbe portare il centrale difensivo Matteo Gentili alla Salernitana, a cui piace anche l’esterno d’attacco Stefano Giacomelli. La formazione campana guidata dal tecnico Vincenzo Torrente, potrebbe accelerare nelle prossime ore e chiudere per il difensore biancorosso, che rappresenta un priorità nella costruzione della squadra che tornerà a giocare in serie B dopo il fallimento della società nel 2011. Il mercato del Vicenza in questi giorni guarda più alle cessioni che agli arrivi, ed in quest’ottica potrebbe partire anche il mediano Niccolò Corticchia diretto verso il Melfi, e il difensore Alessandro Camisa su cui c’è l’Ascoli che attende di sapere se potrà tornare in serie B a spese del Teramo che andrà a processo il 12 di agosto per le note vicende della gara con il Savona. In entrata resta viva la pista che porta al giovane centrocampista del Milan Andrej Modic ma, pur a fari spenti, si segue anche la situazione di Federico Moretti che non ha mai negato di voler tornare a vestire la maglia biancorossa.

Ore 13.20 – (Gazzettino) Seconda amichevole oggi alle 16.30 per l’Este che nel ritiro di Tambre d’Alpago affronta i pari categoria del Belluno. Sarà un test utile ad Andrea Pagan per verificare i progressi nella preparazione, e anche per valutare alcuni giocatori che potrebbero essere messi sotto contratto. Tra questi c’è il terzino mancino padovano classe 1995 Riccardo Rosina, attualmente sotto contratto con la Spal, e che prima di approdare ai ferraresi aveva giocato nel settore giovanile del Padova. Nel mirino dei giallorossi anche un difensore centrale dato che è stato liberato Matteo Ton, che era stato il primo acquisto del mercato. «Di comune accordo abbiamo deciso di separarci», spiega il vice presidente Stefano Marchetti. Proprio Marchetti è stato al fianco della squadra in ritiro sabato e domenica. «È un gruppo importante, non ci sono nomi eclatanti, ma sono tutti ragazzi con voglia di lavorare e di fare bene». Il periodo di lavoro a Tambre d’Alpago terminerà giovedì. Domani, invece, sarà il turno del Campodarsego ad affrontare il terzo test dopo quelli con Delta Porto Tolle Rovigo e Padova: appuntamento a Mezzano di Primiero per la sfida con i veronesi della Virtus Vecomp, altra compagine di serie D.

Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Seconda amichevole stagionale per l’Este di Andrea Pagan, che dopo l’1-3 incassato la scorsa settimana contro i pari categoria del Legnago affronta oggi alle 16.30 un’altra formazione di serie D: allo stadio di Tambre d’Alpago arriva il forte Belluno. L’Este resterà Iin ritiro a Tambre d’Alpago fino a giovedì sera: sabato pomeriggio, sempre alle 16.30, test a Verona contro la Primavera del Chievo.

Ore 12.30 – (Gazzettino) La goleada di Coppa Italia con il Potenza non deve trarre in inganno: il Cittadella domenica sera ha (stra)vinto, ma di fronte c’era una banda di ragazzini, una formazione Juniores che è riuscita a tenere botta soltanto nei primi 20 minuti, anche per l’imprecisione dei giocatori granata al momento di concludere verso la porta. Che indicazioni si possono allora trarre dall’esordio di Tim Cup? I segnali positivi ci sono stati: «Ho visto in campo una squadra con grande di fare, di proporsi. Si è impegnata a fare quello che aveva chiesto l’allenatore». A dirlo è Stefano Marchetti, che si dice contento del Cittadella: «C’è stata grande intensità per tutti i novanta minuti. Nel secondo tempo, forte del vantaggio accumulato, la squadra poteva calare la propria spinta, adagiarsi sul risultato oramai acquisito, invece non ha mai mollato. Ho notato grande predisposizione da parte dei giocatori». Adesso li aspetta un test ben più veritiero: domenica si gioca a Teramo per il secondo turno della Coppa Italia. Sembrava che gli abruzzesi potessero avanzare la richiesta dell’inversione di campo, oggetto di lavori di ristrutturazione, invece domenica si giocherà regolarmente a Teramo (fischio d’inizio alle 19). «Il problema-campo è superato, andremo in trasferta», conferma Marchetti, che parla di un confronto continuo con Roberto Venturato: «Con l’allenatore mi vedo o mi sento ogni giorno. In ritiro ci sono stato praticamente tutti i giorni, ho visto da vicino la rosa dei giocatori e mi sono confrontato con il tecnico. Abbiamo analizzato le cose fatte sinora e cosa resta ancora da fare». Anche sul mercato: «Vediamo cosa potrà saltare fuori di interessante – conferma Marchetti -. Starò molto attento alle opportunità che potrebbero capitare, alle occasioni a misura di Cittadella. Qualcosa c’è già di imbastito, può essere che si possa concludere positivamente oppure no. C’è ancora tempo per lavorare sulla squadra». Sia in entrata che in uscita: «Qualcosa sicuramente il Cittadella farà», anche perché il gruppo sarà orfano di Alessandro Sgrigna per qualche mese: «Il suo infortunio è grave, a livello tecnico e tattico non c’è nessun altro in rosa con le sue caratteristiche. Sgrigna può fare la prima, la seconda punta. Può agire da trequartista, fare l’esterno». Trequartista con il Potenza l’ha fatto Minesso. «Anche bene, direi – conclude Marchetti -. Poi c’è Schenetti sul quale facciamo grande affidamento, mi auguro di vederlo presto in campo, dopo la scorsa stagione dove l’abbiamo soltanto intravisto di sfuggita. È bravo, lo aspettiamo». Oggi secondo giorno di riposo per la squadra, il Cittadella riprenderà gli allenamenti domani pomeriggio alle 17.

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Quindici gol pesano, rimbombano nella testa di ragazzini nemmeno ventenni catapultati a giocarsi il primo turno di Tim Cup contro professionisti con anni di esperienza. Pesano e gettano discredito persino sulla testa di una società come il Cittadella, la cui unica colpa è stata la sfortuna di ritrovarsi abbinata a una squadra che non esiste. Il giorno dopo Cittadella-Potenza e il suo clamoroso 15-0 (record nazionale in Coppa Italia) l’Italia si divide sul senso dello sport. L’eterna lotta tra il «Più corretto fermarsi» e il «Giusto continuare a giocare» vive di un altro episodio controverso. L’affondo. «I dirigenti del Potenza hanno espresso il loro apprezzamento per il non esserci fermati, per l’aver continuato a giocare rispettando l’avversario», aveva detto a caldo il ds del Cittadella Stefano Marchetti. Una realtà lontana dalla sua effettiva dimensione. Erano da poco passate le 22, meno di un’ora prima, quando il direttore generale del Potenza, Mimmo Rossiello, capendo che i suoi Juniores stavano per andare incontro alla più totale disfatta, scriveva sul suo profilo Facebook un attacco diretto al Cittadella e ai suoi giocatori: «Fanno i fenomeni con i ragazzini di 15 anni. Posso augurare loro di ritrovarli il prossimo anno da qualche parte…». Un ceffone in piena regola, rincarato dal post successivo delle 22.40: «È giusto ricordare ai tanti fenomeni (al pari dei calciatori del Cittadella) che stanno postando critiche e giudizi, che a Padova hanno giocato i ragazzini della Juniores, e in numero limitato». Sono la prima di una lunga serie di polemiche. Le critiche. Perché da quando il 15-0 ha cominciato a circolare in rete, su tutti i principali quotidiani nazionali e sui social network, l’opinione si è divisa. E moltissimi sono stati coloro che al Cittadella non le hanno mandate a dire: il profilo Facebook non ufficiale della società è stato letteralmente invaso da messaggi di insulti di tifosi del Potenza, ma anche del Padova. E si è andati dal «Un po’ di ritegno, dai: state giocando contro dei ragazzi che potrebbero essere i vostri figli», al «Vergognatevi di infierire così contro dei ragazzi». L’appoggio. Di contro molti altri si sono schierati a favore della squadra di Venturato. Compresi gli stessi giocatori potentini, che dal pullman che li riportava a casa hanno cinguettato: «Abbiamo visto il calcio vero, da quando siamo arrivati allo stadio a quando siamo usciti tra gli applausi. Ci hanno trattati da squadra vera, non come una banda di ragazzini. Hanno giocato la loro partita, senza mai una parola fuori posto. A volte anche incoraggiandoci». Manuel Iori, all’inizio del secondo tempo, si era rivolto a mister Venturato, chiedendo lumi. I gesti del tecnico, come a dire: «Dobbiamo andare avanti», e la discesa verticale verso un punteggio storico. Qualcuno non avrà gradito, i giocatori lucani sul momento si saranno sentiti a terra. Ma poi ognuno è tornato con una maglia del Citta in tasca.

Ore 11.50 – (Corriere del Veneto) Quindici a zero. No, non è un errore di stampa o il risultato di un’amichevole estiva contro una squadra di dilettanti. È il ko più pesante di sempre maturato nella storia del calcio italiano in Coppa Italia. Quindici a zero. Per ritrovare un risultato di tali proporzioni bisogna tornare indietro di ben 89 anni. Nell’edizione della Coppa Italia 1926-1927 la Juventus sconfisse il Cuneo con identico punteggio. Quasi un secolo più tardi ecco il clamoroso successo del Cittadella contro il Potenza. Con il club granata che entra di diritto negli almanacchi dell’ars pedatoria italiana. Ma quella di domenica non è solo una semplice vittoria nel primo turno di una competizione che mette di fronte una squadra retrocessa in Lega Pro (il Cittadella) contro un avversario di categoria inferiore (il Potenza). Al Tombolato si sono affrontate una squadra rodata (il Citta) e un gruppo di ragazzini tra i 20 i 17 anni, messi insieme senza alcun tipo di preparazione atletica e fisica, dopo tribolate vicissitudini societarie. Per rendere l’idea, il viaggio di 1600 chilometri andata-ritorno è stato organizzato in fretta e furia in pullman, con pranzo al sacco e con rientro immediato in Basilicata. Chiaro però che un risultato del genere riapra l’annosa ed eterna discussione su cosa sia giusto fare. Ma se dalla dirigenza lucana non arriva nessun rimprovero (ma soltanto elogi per i giovanissimi calciatori), i più inviperiti sono i tifosi del Potenza: una rabbia incontrollata che si è scatenata via social sul profilo facebook del Cittadella e sui siti di riferimento. Dal canto suo invece la tifoseria granata ha regalato solo applausi agli juniores potentini con passerella finale sotto la tribuna dei malcapitati in maglia gialla. «A nome di tutta la società – spiega il direttore generale del Potenza Mimmo Rossiello – esprimo il massimo apprezzamento per questi ragazzi. Al loro ritorno saremo ben lieti di mostrargli tutto il nostro orgoglio per averli in squadra. Per noi non resterà nella mente il risultato, ma il loro attaccamento ai colori rossoblu». Serafico il direttore generale del Cittadella Stefano Marchetti, che a fine gara si è stretto la mano con gli avversari: «Il nostro dovere era di non fermarci, rispettare l’avversario significa andare avanti e giocare al massimo. Il nostro atteggiamento è stato apprezzato dalla dirigenza del Potenza, poi siamo in Italia e vedremo cosa diranno…». Il dilemma che si ripresenta in questi casi è sempre lo stesso: rispettare l’avversario significa evitare di infierire in una situazione «particolare» oppure giocare al massimo delle proprie possibilità fino alla fine? Il dibattito è aperto, alcune voci sparse: «Vergogna vergogna…avete toppato alla grande giocando fino al 95° contro ragazzini del 95». Oppure: «Vergognatevi… a fare i fenomeni con i ragazzini di 16 anni … la ruota gira!!! Potenza non dimentica». E ancora: «Sperate di non incontrarci con una squadra vera perché ve la faremo pagare cara. Allora conoscerete il vero Potenza e il suo pubblico». Ma c’è anche chi non la pensa così, come tanti tifosi neutrali e un tifoso potentino controcorrente: «Loro hanno giocato al massimo delle loro possibilità come si fa in una qualsiasi competizione sportiva che si rispetti. Non hanno mica deriso la squadra segnando nei modi più assurdi». Polemiche, veleni, accuse e controaccuse. Anche se a ben guardare Giulio Bizzotto, mattatore della serata con quattro gol, dopotutto è pur sempre del 1996.

Ore 11.20 – (Gazzettino) L’obiettivo è portare a un livello ottimale la condizione fisica della squadra per l’esordio in campionato? «La nostra idea, come l’anno scorso, è avere una squadra che per tutto l’arco del campionato mantenga una condizione all’80 per cento. Poi sappiamo che è fisiologico che ci possano essere dei picchi verso l’alto o verso il basso, e la nostra bravura deve essere quella di far sì che non si verifichino. Puntiamo a tenere una condizione ottimale costante per presentarci bene anche al primo appuntamento di Coppa Italia tra due venerdì: le gambe potranno essere meno brillanti alla luce dei carichi che abbiamo svolto, ma ci attendiamo riscontri positivi anche in Coppa, vorrebbe dire che siamo sulla strada giusta». Per affinare sempre più la preparazione, ci si è affidati anche a Pieve di Cadore all’utilizzo di strumenti tecnologici: la Bia per la valutazione dei liquidi e della massa dei giocatori, il Gps per la valutazione della potenza metabolica (accelerazioni e decelerazioni), le riprese dall’alto con un drone per avere una visione perfetta dei movimenti tattici sul campo. «La tecnologia ti aiuta a limare quegli aspetti che possono sfuggire, ma tante volte i nostri occhi e le nostre sensazioni sul campo ci consentono di avere informazioni più precise».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Naturalmente già da oggi, con la ripresa della preparazione al Geremia, si tratterà di proseguire il percorso iniziato durante il soggiorno dolomitico. «In linea di massima è già tutto programmato, si tratta di limare alcuni aspetti in base alle date della stagione. Abbiamo una buona base di partenza considerato che manca poco più di un mese all’inizio del campionato, da oggi in avanti lavoro aerobico e di forza saranno funzionali alla partita e il fatto che passeremo a una sola sessione di allenamenti giornaliera modifica la mole di lavoro. Insieme alla società abbiamo anche optato di giocare amichevoli ogni tre giorni per acquisire sempre di più il ritmo gara». Per il “prof” è il secondo anno con il Padova. Come è il nuovo gruppo di biancoscudati? «Anche i nuovi si sono messi a disposizione con grande voglia di lavorare, li ho visti anche scherzosi: si sta bene insieme. Si nota che tra vecchi e nuovi c’è già amalgama e sappiamo quanto il gruppo sia importante. Posso dire che si è già cementato».

Ore 11.00 – (Gazzettino) «Il bilancio è più che positivo, e i ragazzi si sono applicati con una volontà sopra le righe». A tirare le somme delle due settimane di lavoro nel ritiro di Pieve di Cadore è il preparatore atletico Alan Marin, che ha il compito di fare carburare al meglio gambe e fiato dei biancoscudati in vista del campionato di Lega Pro che scatterà domenica 6 settembre. «Nei primi tre-quattro giorni di ritiro abbiamo effettuato una fase di adattamento molto soft con la palla monitorato con strumentazione Gps che ha evidenziato comunque una buona intensità, dopodiché sono stati fatti dei test per avere i valori di riferimento sui quali iniziare il lavoro vero e proprio con carichi importanti individualizzati sotto l’aspetto organico, aerobico e della forza, ai quali i ragazzi hanno risposto molto bene. Siamo molto soddisfatti, anche perché non ci sono stati infortuni di rilievo».

Ore 10.50 – (Gazzettino) «L’amichevole con l’Udinese è saltata per motivi di ordine pubblico, c’è stato il divieto della Questura di Udine e insieme al club bianconero abbiamo deciso di non farla. Se capiterà, giocheremo più avanti». È Fabrizio De Poli a comunicare che non ci sarà il test con i friulani, che il Padova avrebbe dovuto disputare domani nel nuovo stadio Friuli. Problemi di ordine pubblico legati al fatto che tra tifosi padovani e friulani non corre buon sangue, con l’aggravante degli scontri avvenuti pochi giorni fa a Calalzo tra tifosi biancoscudati e spallini: proprio la Spal, infatti, giocherà domani alle 18 con l’Udinese, mentre un paio d’ore più tardi sarebbe stato il turno del Padova. Al posto della partita con l’Udinese, la squadra scenderà in campo giovedì alle 17 alla Guizza con il Delta Porto Tolle Rovigo. MERCATO. Torna calda la pista che porta al centrocampista Matute della Pro Vercelli. Il suo procuratore Augusto Carpeggiani è in attesa di una risposta definitiva dal Padova. «C’è un’ipotesi di accordo – spiega De Poli – Domani (oggi, ndr) ne discutiamo con il presidente e con il tecnico».

Ore 10.30 – Allenamento alle ore 17.00 alla Guizza per i Biancoscudati.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Lo scotto del test saltato con l’Udinese è ormai passato: «Per questioni di ordine pubblico non si poteva fare altrimenti», chiosa il direttore sportivo, Fabrizio De Poli. «E non possiamo che prenderne atto. Ci siamo lasciati con il ds Giaretta con la promessa che appena si troverà un momento adatto, più avanti, l’amichevole si farà». Mercato, si decide. Oggi nella sede dell’Euganeo è previsto un summit tra i dirigenti e il direttore sportivo, a cui parteciperà forse anche mister Parlato, per fare il punto sul mercato. C’è innanzitutto da definire chi, dei tanti giocatori arrivati in prova nel corso del ritiro di Pieve di Cadore, sarà tesserato. Grandi chance sembra averle al momento il centrocampista, ex capitano del Messina, Rosario Bucolo che nelle amichevoli disputate ha impressionato tutti. Tanto che il passo indietro del centrocampista della Pro Vercelli Kelvin Matute, che inizialmente aveva declinato la proposta biancoscudata salvo poi ripresentarsi nelle ultime ore, potrebbe venire ignorato dalla dirigenza biancoscudata. Ma anche il giovane mediano Albin Ramadani (il cui agente croato è stato visto ieri pomeriggio in viale Rocco) e l’attaccante brasiliano Paulo Azzi dovrebbero verosimilmente far parte del prossimo Padova.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Archiviato il ritiro di Pieve di Cadore, per il Padova comincia la lunga marcia di avvicinamento verso la Coppa Italia di Lega Pro che scatterà il 14 agosto, e per il campionato che invece prenderà il via addirittura il 6 settembre. Oggi, dopo il giorno di riposo concesso ieri da mister Parlato dopo le due settimane di preparazione in altura, si riprende con la consueta routine: appuntamento alle 17 ai campi sportivi della Guizza per il primo allenamento in pianura della stagione. ma nonostante la sfida programmata per domani contro l’Udinese sia ufficialmente saltata, i biancoscudati avranno una settimana fitta di impegni: giovedì pomeriggio, anche in virtù dell’impossibilità di giocare domani sera al Friuli, i biancoscudati se la vedranno alla Guizza, alle 17, contro il Delta Porto Tolle (formazione di Serie D) degli ex Fabio Busetto e Alessandro Degrassi, mentre sabato alle 18 allo stadio di Casalserugo andrà in scena una seconda amichevole contro l’Abano.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) C’è un altro problema: la Figc stabilirà il numero delle squadre partecipanti al campionato, ma ancora non vi sarà certezza sui nomi delle stesse. Bisognerà infatti attendere i responsi della giustizia sportiva per i casi di calcioscommesse che vedono coinvolti sei club: Catania, Catanzaro, Savona, Teramo, Torres e Vigor Lamezia, tutti chiamati a rispondere per responsabilità diretta e quindi a rischio retrocessione: tra secondo e terzo grado di giudizio si rischia di finire a fine mese. La soluzione ipotizzata sarebbe quella di una Lega Pro a 54 squadre suddivisa in tre gironi da 18. Ma non mancano gli ostacoli: il presidente del Prato, Toccafondi, ha annunciato che le società di Lega Pro potrebbero bloccare l’avvio del campionato se verrà confermata l’intenzione della Federcalcio di ridurre i contributi alle società dagli attuali 23 milioni a circa 17. Auguri.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La situazione è ancora fortemente ingarbugliata per quanto riguarda l’argomento ripescaggi: Pordenone e Albinoleffe hanno consegnato la documentazione completa e quindi attendono solo l’ufficialità della riammissione per stappare le bottiglie, il Seregno ha consegnato tutta la documentazione ma si attende ancora l’ok della Federcalcio che dovrà valutare più approfonditamente il campo da gioco. Altre tre squadre, Monopoli, Taranto e Viterbese, hanno presentato domanda ma senza allegare la maxi-tassa da 500 mila euro e difficilmente troveranno risposte positive. Tanto più dopo che nei giorni scorsi Gubbio, Sambenedettese e Forlì si sono viste respingere il ricorso contro la Figc proprio in merito al maxi-deposito a fondo perduto richiesto per il ripescaggio.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Oggi pomeriggio sapremo qualcosa di finalmente certo sul format del campionato di Lega Pro della prossima stagione. Alle 13, a Roma, si riunisce il Consiglio Federale della Federcalcio con, all’ordine del giorno, anche l’argomento «vacanza di organico dei campionati professionistici 2015/2016 e provvedimenti conseguenti». In parole povere, sarà la Figc a stabilire, una volta per tutte, da quante squadre saranno formati i prossimi campionati di Serie B e Lega Pro. Ma tanti altri nodi da sciogliere rimarranno comunque irrisolti, almeno per il momento. Caos ripescaggi. Al momento le squadre regolarmente iscritte in terza serie sono 53 (sette in meno dello scorso anno) dopo che il Collegio di Garanzia del Coni la settimana scorsa ha riammesso la Paganese inizialmente tagliata dalla Covisoc.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Capitolo-Azzi: il brasiliano (gol e assist anche domenica nell’amichevole contro il Campodarsego) ha convinto tutti e il Padova ha deciso di tesserarlo. Gli alti e bassi che ha mostrato sono considerati normali per un ventenne ed è partita la trattativa col Paulista per averlo in prestito. C’è stato uno scambio di documenti in questi ultimi giorni, ma ancora la quadra non è stata raggiunta. Dettagli di non poco conto, a quanto sembra, per questo è bene non dare nulla per scontato considerato che l’anno scorso una situazione analoga col Venezia si era risolta in un nulla di fatto dopo alcuni giorni di attesa. Continua invece la ricerca per quanto riguarda la fascia sinistra, al momento la situazione è da definire. Uno dei candidati ad affiancare Armando Anastasio è Alberto Tentardini, sospeso fra Como e Verona, mentre ha perso posizioni Lo Porto (Perugia). Rizzo (Torino) non pare interessare, ma i contatti col club granata non si sono del tutto interrotti.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) I contatti fra le parti si erano interrotti quando il giocatore aveva comunicato la sua idea di attendere una chiamata dalla B e il suo rifiuto a scendere di categoria. Matute, però, adesso è orientato ad accettare la Lega Pro e considera il Padova una piazza molto importante in cui mettersi in gioco. La Pro Vercelli, dal canto suo, ha già raggiunto l’intesa con il Padova e ha fatto capire al giocare che, nel caso in cui rifiuti il trasferimento in biancoscudato, verrà messo fuori lista. A metà della settimana, forse già stasera, potrebbero esserci novità. C’è un’alternativa al camerunese che al momento viene coperta dal più stretto riserbo, ma che potrebbe tornare buona in caso di mancato accordo. Il tutto mentre sia Rosario Bucolo sia Alban Ramadani hanno buone chance di conferma e attendono le decisioni della società già nella giornata di oggi.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Il cerchio si stringe. Dopo il termine del ritiro di Pieve di Cadore, il Padova è tornato in pianura e ricomincerà ad allenarsi nella giornata di oggi alla Guizza. Non verrà disputata l’amichevole con l’Udinese che si sarebbe dovuta giocare al Friuli domani con inizio alle ore 20.45. In carnet è stato inserito un altro test alla Guizza giovedì alle 17 contro il Delta Rovigo. Sabato alle 18 a Casalserugo ecco Abano-Padova, ulteriore amichevole sulla strada dell’inizio stagionale ufficiale ancora da definirsi. Oggi dovrebbero (condizionale d’obbligo) essere annunciati i gironi della prossima Lega Pro, con una prima definizione delle squadre partecipanti al prossimo campionato. L’incertezza, tuttavia, regna sovrana, mentre il mercato prosegue senza sosta. È ripresa la trattativa imbastita nei giorni scorsi con Kelvin Matute, centrocampista della Pro Vercelli che Fabrizio De Poli ha messo nel mirino.

Ore 08.30 – Padova, amichevoli estive: saltata quella con l’Udinese allo stadio “Friuli” il 5 agosto, programmate quelle col Delta Rovigo (giovedì 6 agosto alle ore 17.00 alla Guizza) e con l’Abano (sabato 8 agosto alle ore 18.00 a Casalserugo).

Ore 08.28 – Concluso il ritiro di Pieve di Cadore, il Padova tornerà ad allenarsi questo pomeriggio alla Guizza.

Ore 08.26 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.24 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 3 agosto: giorno di riposo per i Biancoscudati. Salta l’amichevole con l’Udinese, programmate quelle con Delta rovigo (giovedì) ed Abano (sabato)




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