Reggiana-Padova, il dg granata Ferrara: “Inopportuno fare i calendari! E non è stato rispettato il criterio territoriale…”

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Come era prevedibile, la Lega Pro ieri ha stilato i calendari pur avendo sulla testa la Spada di Damocle il pronunciamento del Coni in merito al ricorso del Seregno per il ritorno a 60 squadre. Ricorso che il Coni discuterà giovedì 3 settembre. Accanto al Seregno, che chiede di poter essere ammesso in Lega Pro al posto del Castiglione, si sono aggiunti anche Taranto, Messina, Viterbese, Sambenedettese e Fondi. Le società chiedono, oltre al ritorno della Lega Pro a 60 squadre di posticipare l’inizio del campionato previsto per domenica 6 settembre. Tra l’altro a firmare la delibera è stato l’ex Ministro Franco Frattini, in qualità di presidente del Collegio di garanzia del Coni che ha rimarcato come vi siano tutti i crismi (fondatezza, urgenza e rapidità) per presentare l’esposto. Nel frattempo il commissario straordinario della Lega Pro Tommaso Miele ha ammesso: «Se dovessero intervenire delle novità siamo qui per risolvere i problemi, ne prenderemo atto. Intanto diamo avvio alla macchina e interverremo con la massima tempestività per operare, laddove vi fosse necessario, i correttivi del caso». Facile capire che se il Coni deciderà che la Lega Pro deve avere 60 squadre, sia i gironi ma soprattutto il calendario saranno da rifare. E lunedì è in programma anche il Consiglio federale che dovrà decidere la squadra che sostituirà il Castiglione. Per le altre tre squadre si dovranno aspettare le sentenze di secondo grado per il calcio scommesse con Gubbio, Forlì e Pro Patria che scalpitano. In questo caotico contesto il digi granata Raffaele Ferrara ha ulteriormente spiegato la posizione della Reggiana. «È stato assolutamente inopportuno fare i calendari quando poi al 3 settembre c’è il rischio concreto che venga smentito tutto. E poi che facciamo? Di nuovo tutti i calendari? Sul girone non è stato usato il criterio territoriale, come l’anno scorso. Non è una lamentela, ma non puoi dire che Ferrara (vedi Spal) sia più a sud di Reggio Emilia. Va usato un criterio: quello territoriale. Altrimenti le regole non vengono rispettate. Regole non scritte ma fondate anche da un punto di vista economico».

(Fonte: Gazzetta di Reggio)




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