Ancora sullo stadio: e quel “calcio minore” di Filippo Corsini…

Condividi

Visto che, più che a quello che accade sul campo, la discussione in città verte ancora sulla questione stadio, porto ulteriori dati a corredo del mio punto di vista espresso già in un precedente editoriale. E riporto una frase dell’intervista raccolta qualche giorno fa da Andrea Pistore al celeberrimo conduttore di “Tutto il Calcio Minuto per Minuto” Filippo Corsini. Parlando del Padova, mostrando tutta la sua simpatia per la piazza, Corsini ha usato un termine “duro”, ma che a mio avviso (pur essendo un pugno nello stomaco) fotografa abbastanza bene la realtà in cui si muove la città a livello calcistico da diversi anni a questa parte: “calcio minore”. Sì, ha detto proprio così e purtroppo non posso dargli del tutto torto, perché agli occhi del panorama nazionale ormai i ricordi del Padova di alto livello (leggi di Serie A) si sono persi nei meandri di decine d’anni vissuti sotto traccia. Il tifoso ragiona da tifoso, chi amministra una città deve basarsi sui dati, elaborando un piano d’azione.

Per questo motivo, vorrei dire che estrema chiarezza che la dimensione attuale e quella di un passato che non affondi nel trapassato non è quella che molti vorrebbero che fosse. Lo dico non certo per stroncare sul nascere chi riflette sulle potenzialità del bacino d’utenza padovano, anzi per stimolare un dibattito serrato che porti a soluzioni concrete. Né tantomeno mi sento di negare che, se amministrata nel modo giusto, questa società potrebbe far compiere a tutto l’ambiente un salto di qualità che non ancora non c’è e che affonda sovente nelle sabbie mobili del provincialismo a volte più bieco. Il quale limita o addirittura azzera ogni tentato passo in avanti. Per essere chiari: fino a quando si continuerà a vivere di ricordi, a mio parere, si rimarrà sempre in un vicolo cieco. Dico di più: confrontarsi con piazze che negli ultimi 30 anni hanno ormai messo la freccia scattando in avanti non aiuta a ragionare in una dimensione propria con la politica dei piccoli passi. Per crescere bisogna cominciare ad assumere la consapevolezza della propria dimensione (quella reale!) e tutto questo porterebbe a una crescita anche come tifoseria, evitando di porre nel breve periodo obiettivi irrealizzabili che non fanno che aumentare lo scontento e i mugugni al minimo venticello contrario. Ad esempio, spulciando qua e là sul web, ho raccolto il numero di presenze raccolte nei campionati di Serie A delle varie piazze italiane.

Riporto testualmente. Sono 65 le squadre ad aver preso parte agli 84 campionati di Serie A a girone unico che sono stati disputati a partire dal 1929-1930 fino alla stagione 2015-2016 (della quale si riportano in grassetto le squadre militanti):

84 volte: Inter
83 volte: Juventus, Roma
82 volte: Milan
78 volte: Fiorentina
73 volte: Lazio
72 volte: Torino
70 volte: Napoli
69 volte: Bologna
59 volte: Sampdoria
55 volte: Atalanta
49 volte: Genoa
43 volte: Udinese
36 volte: Cagliari
30 volte: Bari, Vicenza
28 volte: Palermo
27 volte: Verona
26 volte: Triestina
24 volte: Parma
22 volte: Brescia
18 volte: Livorno
17 volte: Catania
16 volte: Ascoli, Padova, SPAL
15 volte: Lecce
14 volte: Chievo
13 volte: Alessandria, Cesena, Como, Modena, Novara, Perugia
12 volte: Pro Patria, Venezia
11 volte: Empoli, Foggia
10 volte: Avellino
9 volte: Reggina, Siena
8 volte: Lucchese, Piacenza
7 volte: Catanzaro, Cremonese, Mantova, Pisa, Varese
6 volte: Pescara, Pro Vercelli
5 volte: Liguria, Messina
4 volte: Casale
3 volte: Lecco, Legnano, Reggiana, Sampierdarenese, Sassuolo
2 volte: Ancona, Salernitana, Ternana
1 volta: Carpi, Frosinone, Pistoiese, Treviso

Ho messo in evidenza qualche piazza a mio avviso significativa. Ad esempio, in Veneto la squadra che ha raccolto maggiori partecipazioni nella massima serie è il Vicenza, con ben 30 presenze nel massimo campionato. Vicenza, per l’esattezza, ha appena 110mila abitanti, che salgono a oltre 800mila se consideriamo tutta la provincia. Segue a ruota Verona con 27 e con uno scudetto cucito sul petto nel 1984-1985. Padova può essere confrontata con Vicenza? A livello di bacino d’utenza sì, anche se va considerato che la città Padova ha quasi il doppio di abitanti di quella di Vicenza e l’equazione bacino d’utenza = popolazione provinciale non la ritengo corretta. Ad esempio nell’Alta Padovana, non sono pochi i tifosi del Cittadella e qualcuno vira le sue simpatie verso il Vicenza, nella bassa più di qualcuno muove verso Verona, mentre c’è pure qualche caso (più in passato che oggi, considerato il crollo verticale delle vicine di casa) di chi spinge in direzione Venezia (12 partecipazioni) o Treviso (1 partecipazione) delle zone di confine. Quali dati mi hanno colpito di più? Padova ha al suo attivo 16 presenze nella massima serie. Di queste, appena 2 sono parte degli ultimi cinquant’anni (lo sottolineo, 50) di storia. In classifica si colloca al ventiquattresimo posto complessivo in questa speciale classifica. Volendo fare un ragionamento allargato significa che potenzialmente questa piazza ha dimostrato in tutta la sua storia di essere da alta Serie B. La storia, però, può anche essere cambiata. Prendiamo il Chievo: con 14 campionati di A, tutti in era recente, sta scrivendo la propria epopea e, se non cambieranno le cose nei prossimi due anni, è destinato a operare un possibile sorpasso su Padova. Colpiscono le 24 partecipazioni di Parma (bacino d’utenza simile a Padova), le 13 di Cesena (Padova è avanti, ma in tempi recenti purtroppo cede il passo), le straordinarie 55 presenze dell‘Atalanta, che rispecchia un bacino d’utenza palesemente più ristretto rispetto a quello padovano ma che lavora egregiamente. Udine, infine, è avanti anni luce con 43 presenze in A.

Tutto questo per tornare ancora una volta sul tema del giorno. Rifacendomi al mio precedente ecco una serie di domande e risposte.

1) L’Euganeo è un problema per Padova?

“Assolutamente sì, senza neppure avere dubbi”.

2) Il Plebiscito può essere una buona soluzione alternativa?

“Sì, ma solo a determinate condizioni, con un rifacimento complessivo della viabilità della zona e dei parcheggi, oltre che con un potenziamento dei mezzi pubblici per coprire la maggiore richiesta in eventuali orari di partita. E non come soluzione definitiva”.

3) 15mila posti al Plebiscito sarebbero sufficienti?

“Lo dice la storia di questa piazza, assolutamente sì”

4) La tempistica dei lavori promessa è fattibile nella concretezza della realtà?

“Al momento resto molto perplesso”

5) Ma non sarebbe meglio rifare l’Euganeo girando il campo come fatto a Udine?

“A livello puramente teorico ovviamente sì su tutta la linea”

6) Perché allora non si procede in tal senso?

“Dopo tanti anni a discuterne (sarebbe sufficiente copiarne il progetto) ho la quasi certezza che non ci sia la volontà di farlo o che costerebbe troppo”

7) Come verrebbero gestite eventuali partite di cartello di un’eventuale prima stagione del Padova in Serie A, ad esempio un Padova-Juventus?

“Il modello verso cui tutta Europa va è quello di stadi piccoli, attrezzati, che facciano registrare il sold out nelle partite di cartello, considerato che in passato non c’era la pay tv mentre oggi è una realtà con cui fare i conti a tutti i livelli che sottrae spettatori allo stadio. Quindi, certamente Padova-Juventus potenzialmente vale 25-30mila persone allo stadio, ma è pur sempre l’eccezione assieme a pochi altri match e non la regola”

8) Cosa potrebbe succedere in futuro?

“Bitonci si è esposto troppo in questi mesi, qualcosa in un senso o nell’altro dovrà per forza fare. Una volta completato il processo, si potrà trarne un giudizio definitivo”.

9) Un nuovo stadio (ad esempio un Plebiscito completo da 15mila posti) aiuterebbe i risultati sportivi della squadra?

“Senza alcun dubbio, varrebbe più di tanti investimenti “tecnici” dilapidati in questi anni”

10) Quali altri problemi porterebbe il trasferimento al Plebiscito?

“La definizione e l’esatta collocazione di Rugby e Baseball, la strutturazione di tutta l’attività sportiva della zona, la messa a norma dell’impianto con tutto quello che ne consegue”.

11) La spesa complessiva avrebbe un senso per la collettività? Sarebbe sostenibile?

“Non lo sappiamo, visto che per ora le previsioni comunicate alla stampa sono state estremamente confuse. Aspettiamo prima di giudicare. A scanso di equivoci preciso, comunque, che mi fanno sorridere tutti coloro che, quando si spendono soldi pubblici, gridano “scandalo” soltanto quando non fa comodo o va contro i propri interessi  mentre, al contrario, fanno spallucce quando in tal senso li si favorisce. Tipico specchio del paese in cui viviamo in cui si polemizza anche sul nulla”




Commenti

commenti

About Dimitri Canello

Direttore responsabile del sito web Padovagoal. Nato a Padova l'11 ottobre 1975, si è laureato nel marzo del 2002 in Lingue Orientali con la specializzazione in cinese. Giornalista professionista dal settembre 2007, vanta nel suo curriculum numerose esperienze televisive (Telemontecarlo, Stream Tv, Gioco Calcio, Sky, La 7, Skysport24, Dahlia Tv, Telenuovo, Reteazzurra, Reteveneta, Telecittà), sulla carta stampata (collaborazioni con Corriere dello Sport, Tuttosport, Corriere della Sera, Repubblica, Il Giornale, World Soccer Digest, Bbc Sport online, Il Mattino di Napoli, Corriere del Veneto) e sui media radiofonici (RTL 102.500, Radio Italia Uno)

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com