Venezia-Liventina, Vicario: “L’anno scorso ho sfidato il Padova, ma noi siamo più forti!”

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Dopodomani inizia l’era Tacopina alla guida del Venezia FC mentre tutto lo staff sarà in tribuna domenica al Penzo per la partita contro la Liventina. Intanto al Taliercio, Favaretto sta già pensando a chi affidare la maglia lasciata vacante per squalifica da Gianni Fabiano che oggi sarà fermato dal giudice sportivo. Venezia attacco-atomico (18 reti realizzati in 6 partite), ma anche la miglior difesa con Guglielmo Vicario che ha dovuto inchinarsi solo in tre occasioni. «Tre tiri, tre gol, troppi. In sei partite non è che mi siano arrivati troppi tiri, al massimo sei-sette, merito dei miei compagni, quindi devo fare meglio». Meticoloso, scrupoloso, nonostante abbia solo 19 anni, friulano di Udine, ha già alle spalle un anno di serie D con il Fontanafredda e nelle amichevoli precampionato ha vinto il ballottaggio con D’Alessandro. «Sono cresciuto nell’Ancona, una società satellite dell’Udinese, che ha avuto anche Di Natale come presidente, poi sono arrivato alla Primavera bianconera, giocando però solo cinque partite». Un anno fa la scelta di andare a Fontanafredda. «Una decisione che ho preso io, volevo giocare, avevo altre proposte come Kras Repen e Legnago, ma ho optato per il Fontanafredda disputando una buona stagione». E trovandosi di fronte squadroni come Padova e Altovicentino. «Questo Venezia è più forte, noi giochiamo su ritmi molto più elevati». Idee chiare anche sul futuro. «Mi sono diplomato al liceo scientifico, il prossimo anno tenterò il test d’ingresso alla facoltà di Farmacia, a Padova o a Trieste. Avrei voluto intanto iscrivermi quest’anno a Lingue, a Ca’ Foscari, ho visto i programmi e gli orari delle lezioni, ma avrei potuto frequentare solo al venerdì mattina. Troppo poco». Spigliato, loquace, un ciuffo che non passa indifferente, Vicario a ogni gol dei suoi compagni corre dalla parte opposta del campo per abbracciare il marcatore. «Mi è venuto spontaneo, e visto che porta bene. Mi piace partecipare alla felicità della squadra, far parte del gruppo, è un momento di gioia e io voglio condividerlo, anche se gioco in porta».

(Fonte: La Nuova Venezia)




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