Clicca qui per aggiornare la diretta
Ore 23.50 – Sala stampa, Gianluca Litteri (attaccante Cittadella): “Abbiamo lavorato nelle scorse settimane per fare questo risultato, siamo stati bravi, concentrati ed abbiamo meritato la vittoria facendo quasi tutto quello che abbiamo provato nella settimana. Per un attaccante il gol è fondamentale, ma in primis sono stato contento della prestazione della squadra che è stata fantastica. Facendo ciò che chiede il mister vediamo che o risultati arrivano e noi ne siamo contenti. Il goal lo dedico a mio padre, Paolo, che ha compiuto gli anni pochi giorni fa”
Ore 23.40 – Sala stampa, Manuel Pascali (difensore Cittadella): “Quando si fa il nostro mestiere queste partite sono quelle che ti ripagano di tanti sacrifici, fare goal e vincere dà ancora più soddisfazione; avrei una lista infinita di ringraziamenti ma li farò a fine stagione e non a fine di un derby. Stasera è stata una serata particolare per me perché ci sono i miei genitori e mia moglie. Domani ci alleneremo ed accantoniamo la partita di stasera per dedicarci alla partita di mercoledì, da non sottovalutare.
Non eravamo brocchi prima e non siamo fenomeni ora, lavoriamo e con questa mentalità si va lontano e ciò ci porta lontano. Dobbiamo andare a Busto e far bene ora ed andiamo avanti, una piazza come Cittadella lo merita dopo la brutta annata dello scorso anno.
Il calcio è un continuo esame, 5 partite possono dire tanto, ma su 30 partite che mancano la strada è ancora lunga. Non dobbiamo sottovalutare la Pro Patria e la loro situazione in classifica perché in queste partite si vede quale squadra ha la mentalità giusta per far bene”
Ore 23.30 – Sala stampa, Giuseppe Bergamin (presidente Padova): “La squadra si è impegnata fino alla fine, e bisogna dare i giusti meriti al Cittadella ma dovevamo e dobbiamo essere più attenti, soprattutto dopo il gol del pareggio. I tifosi sicuramente meritano di più, questa sera hanno dimostrato una volta di più il loro attaccamento e non posso far altro che ringraziarli”.
Ore 23.20 – Sala stampa, Marco Cunico (centrocampista Padova): “Ci tenevamo ancor più del solito a questa partita, anche per rifarci dopo la sconfitta col SudTirol. Secondo me abbiamo fatto meglio della scorsa settimana, ma abbiamo trovato una squadra davvero forte e gli episodi ci hanno condannato, per meriti loro e demeriti nostri. Ci sono dei momenti in cui si tende ad abbassarsi troppo, ripartire quando si è a 50-60 metri dalla porta è difficile… Ci manca proprio questa cosa, dobbiamo riuscire ad alzare il baricentro. I cori dei tifosi? Sicuramente meritano di più, ha un senso visto che ci incitano sempre e comunque. Ci sta quando lo sconforto a caldo prende il sopravvento”.
Ore 23.15 – Sala stampa, Cristian Altinier (attaccante Padova): “Purtroppo non è bastato il mio rigore… Il 2-1 e l’espulsione generosa di Fabiano ci ha tagliato le gambe. Il morale in spogliatoio? Ovviamente non è dei migliori, dobbiamo invertire il trend. Sinceramente non so cosa sta accadendo, dobbiamo solo lavorare per ribaltare questa situazione. Abbiamo fatto una partita discreta, migliore rispetto a quella col SudTirol, ma gli episodi ci hanno condizionato. I cori dei tifosi? L’impegno non manca mai, vogliamo regalare loro delle soddisfazioni”.
Ore 23.10 – Edoardo Bonetto (vicepresidente Padova): “Sapevamo che non eravamo dei fenomeni prima, e non siamo certo dei bidoni adesso ma dobbiamo reagire. Il campionato è lungo e difficile, e il 3-1 è figlio anche dell’inferiorità numerica e dello sbilanciamento alla ricerca del pareggio. Non dobbiamo fasciarci la testa… I tifosi dicono che meritano di più? Dipende cosa si intende e con che obiettivi ed idee si era partiti ad inizio anno…”
Ore 23.05 – Carmine Parlato (allenatore Padova): “Credo che nella prima frazione abbiamo fatto in modo di contenere ed attaccare, ma qualcosa è andato storto, nel secondo tempo il cambiamento di modulo ha dato modo di dare più equilibrio alla partita, ma dopo certi episodi tra cui l’espulsione ha compromesso la partita, dovevamo sfruttare di più anche le palle inattive. Bisogna dare i meriti al cittadella. È giusto sostenere i ragazzi dopo una sconfitta capendo gli Stati d’animo di tutti ed agire di conseguenza. Non tutti nel primo tempo si sono espressi meglio, cosa che é successa nel secondo tempo con il cambio di modulo ed alzando il baricentro. Il cittadella oggi si è dimostrato migliore di noi, avrei voluto vedere un padova migliore dopo il pareggio. Dobbiamo accantonare questa partita ed andare avanti. Non sono preoccupato per queste due sconfitte credo che la squadra doveva fare in modo di stringere i denti, visto che il cittadella è molto forte sulle pelle inattive, e non prendere il 2-1 dopo 5 minuti. Quando sei dentro al campo devi sempre dare il massimo sia nella parte difensiva che offensiva. Abbiamo avuto sicuramente difficoltà con il cittadella ma non saprei dire se i ragazzi abbiano espresso o meno la loro cattiveria agonistica”.
Ore 23.00 – Roberto Venturato (allenatore Cittadella): “Una prestazione importante sotto tutti i punti di vista. Siamo stati quasi perfetti, abbiamo creato molto, l’unico rammarico è quello di non aver chiuso la partita prima. Il rigore ci ha messo alla prova nel cercare di reagire subito, un segnale importante ed ora è importante mantenere il giusto equilibrio, dare la giusta soddisfazione alla società e ai tifosi. Credo che abbiamo fatto dei pezzi di partita in tutte le gare in cui sono usciti valori importanti di questa squadra, forse è mancata spesso la continuità; nel calcio e nei campionati di calcio è importante dare consapevolezza e durata a questi risultati. Abbiamo una rosa di valore con giocatori importanti, con giocatori che hanno l’atteggiamento giusto e che diano un contributo durante tutta la partita. Quella di oggi è stata una partita con poche sbavature dove molti giocatori hanno saputo dimostrare molto, questa cosa deve però continuare con tutte le squadre che andremmo ad incontrare.
Ore 22.30 – Fischio finale: Cittadella-Padova 3-1.
Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Il nostro logo arancioneroverde va benissimo com’è, non è confondibile con nessun’altro e il Venezia Fc lo utilizza a pieno titolo. Sia perché la Federcalcio ci ha dato il via libera al suo utilizzo, sia perché nessuno è proprietario del nome della città di Venezia. Dovesse servire ci difenderemo e tuteleremo nelle sedi opportune». Taglia corto l’avvocato Alessandro Vasta sul tasto, comunque delicato, delle azioni legali che il Venezia 1907 di Terza categoria sta per intraprendere con il suo presidente Gianalberto Scarpa Basteri (proprietario del marchio «Ssc Venezia»). «Tre mesi fa nessuno poteva scommettere su un così entusiastico nuovo inizio figlio del grande entusiasmo del presidente Tacopina – ha evidenziato il dg Dante Scibilia -. L’aspetto più importante è che questo progetto non è solo sportivo ma per la città, infatti abbiamo molte iniziative in cantiere». In assenza del sindaco Luigi Brugnaro sono intervenuti gli assessori Paolo Romor e Simone Venturini. ««In Joe we trust» mai come oggi si può risalire» il fiducioso slogan lanciato da quest’ultimo, mentre Romor ha sottolineato come «il sindaco ha scelto questa compagine per rappresentare Venezia. Il 9 ottobre ce lo ricorderemo come la data della rinascita».
Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il presidente Joe Tacopina sorride e giura che la scaramanzia non c’entra, tuttavia è facile notare come il cda del Venezia sia curiosamente nel segno della «J», lettera iniziale del nome di 5 dei 6 membri. Nella stanza dei bottoni «Taco» ha al suo fianco in primis James Daniels, il secondo dei suoi due soci di minoranza (il terzo per ora vuole rimanere ignoto) ma soprattutto colui che per quasi tre mesi gli ha «scaldato» la poltrona di numero uno in attesa del suo addio al Bologna. Il 48enne Daniels, originario della Pennsylvania, vanta una pluriennale esperienza nello sviluppo di strategie di marketing, vendita e pubbliche relazioni nel settore dei beni di consumo, essendo amministratore delegato della High Ridge Brands che commercializza prodotti per l’igiene personale. Tacopina, inoltre, non è l’unico Joe del team di cui fa parte un Joe Fraga piuttosto noto nell’ambiente calcistico. Da quasi 20 anni Fraga, nativo del New Jersey e «mente» del logo del Venezia Fc, lavora nel marketing strategico sviluppando brand sportivi, organizzando eventi (nel 2011 ha fondato la World Links Group), come consulente di Real Madrid, Milan, Chelsea, Manchester United, Barcellona e curando l’immagine del calciatore spagnolo David Villa dei New York City Fc. Un vero e proprio braccio destro di Tacopina – in prima fila già ieri alla presentazione – è poi John Goldman, senior partner dello studio legale Herrick, un colosso con sedi a New York, Washington e Istanbul: «ironman» triatleta per passione e competizione, ha collaborato alle trattative per l’acquisizione di Roma e Bologna da parte delle cordate americane. Di aspetti fiscali ed economici si occupa invece John Tapinis, seduto accanto a Goldman a Ca’ Sagredo, attivo dal 2001 a Brooklyn, Manhattan e Staten Island come consulente ed esperto in tasse e contabilità. Unico a sfuggire alla «regola J» è il 50enne veneziano Alessandro Vasta, unico italiano nel cda, avvocato dello studio Tonucci & Partners che ha «garantito» la nascita del Venezia Fc: a differenza di Vasta esce, rispetto a luglio, il suo collega Giuseppe Santarelli.
Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Di sicuro a mancargli non erano le opportunità professionali per restare in quella serie A che è sempre stato il suo «habitat naturale». Giorgio Perinetti però ha optato per la serie D di Venezia, scelta coraggiosa e impopolare tra i suoi stessi colleghi che non perdono occasione per chiedergli «ma che ci fai tra i dilettanti?». «Avere la possibilità di lavorare in una città come Venezia mi fa sentire in Champions, la mia non è stata una decisione sofferta, bensì ponderata, convinta e che mi gratifica» ha spiegato il ds arancioneroverde. «Quando Tacopina mi ha chiamato allo studio Tonucci di Roma, si è presentato come capo-cordata con la prospettiva di diventare entro qualche tempo presidente, il che ha dato un colpo di spugna ai miei ultimi dubbi. Mi ha chiesto di venire almeno per un anno, lasciandomi libero al secondo di accettare altre proposte da altre categorie».
Ma Perinetti con parole chiare assicura che non ci sarà nessun addio. «Venezia sarà la mia ultima esperienza professionale, un’avventura, un progetto ma soprattutto un sogno che voglio contribuire a realizzare. Non dico quale – il ds a differenza del presidente non nomina la serie A – ma è chiaro a tutti: mi piacerebbe arrivare un giorno a far stropicciare gli occhi ai tifosi e a poter dire tutti assieme “ce l’abbiamo fatta”». Come sempre la componente emotiva ha avuto un ruolo fondamentale per l’esperto ex dirigente di Roma, Napoli, Juventus, Bari, Siena e Palermo. «Qui sto ritrovando i valori e una dimensione che il calcio business ha offuscato. Umiltà, pazienza, coraggio e un po’ di lucida follia sono e devono essere gli ingredienti. Tacopina dice che ho fatto una grande squadra? Non abbiamo fatto ancora niente. Grazie a lui ho libertà di movimento, mi è stato dato un budget che anzi, chiedo scusa, ho già sforato – sorride – poi il punto di partenza è stato Paolo Favaretto, fondamentale per fare capire ai giocatori cosa vogliamo». Una corazzata costruita a suon di «strette di mano». «La figura di Tacopina e il suo entusiasmo hanno convinto gli uomini prima dei calciatori, noi abbiamo solo cercato di trasmetterglielo. I prossimi a farsi rapire dal Venezia mi auguro siano i tifosi».
Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Serviva uno così. Joe Tacopina, avvocato quarantanovenne nativo di Brooklyn, ha conquistato l’ambiente lagunare con il suo entusiasmo e la sua vitalità. Le “promesse” fatte alla tifoseria presente a Ca’ Sagredo ieri mattina (più di un centinaio di persone) non differiscono dai quelle dei suoi predecessori ma sicuramente l’italo-americano è un grande comunicatore che sa toccare le corde giuste. Nel modo giusto.
E allora qualche frase in italiano spuzzata qui e lì a interrompere la traduzione del suo lungo discorso. Nel quale ha ribadito la voglia di portare il Venezia in serie A in due anni e mezzo (tre promozioni consecutive, insomma) e l’impegno a costruire il nuovo stadio. Ha iniziato ringraziando in italiano i tifosi «che hanno sempre supportato la squadra anche nei momenti difficili». Poi l’impegno a raggiungere la massima serie ma anche quello di far ritrovare ai tifosi l’orgoglio. «In passato vi hanno chiesto di sostenere una squadra che non vi dava soddisfazioni, noi vi ripagheremo. Potrete andare orgogliosi di tifare Venezia. La squadra appartiere a Venezia e Mestre, noi siamo solamente i custodi. ha bisogno del vostro sostegno dovete essere il 12. uomo in campo. Tutti al Penzo con lo slogan “Uniti ripartiremo”». Ringrazia il ds Perinetti per aver accettato l’incarico e lo indica come polo d’attrazione delle attenzioni del calcio europeo. «Tutti si complimentano per la scelta e capiscono che qui si fa sul serio». Il presidente punta a restare a lungo azionista di maggioranza con al fianco James Daniels e un altro socio “top secret”. «Il progetto è sulla squadra, non siamo venuti per fare lo stadio ma siamo consapevoli che sarà necessario per elevare lo standard. Valuteremo il progetto più adatto mentre sono già al lavoro dei tecnici per studiare soluzioni temporanee qualora si vada promossi in B prima della costruzione del nuovo impianto». Dopo aver ringraziato la dirigenza («I risultati si raggiungono solo con persone capaci al fianco») Tacopina parla del sindaco. «Brugnaro dimostra di amare la sua città con il suo comportamento: non ho mai trovato un sindaco così vicino allo sport come lui». Dice che sarà spesso in città e vuole coinvolgere l’imprenditoria locale e ricorda le sue origini. «Sono figlio di una coppia di romani, per questo il calcio è sempre stata la mia passione. A dir la verità non ho giocato molto: non avevo grande tecnica ma la grinta di Gattuso!»
Ore 19.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Dai tifosi ha ricevuto tantissimi applausi, si è confrontato in disparte con i rappresentanti della Curva Sud, ha risposto pubblicamente alle domande di alcuni esponenti dei vari gruppi. Joe Tacopina, neo presidente del Venezia, fin dalla sua prima uscita pubblica a Ca’ Sagredo, ha cercato di entrare in sintonia con la variegata tifoseria. Tra i supporter, però, permane una certa diffidenza. «Ne abbiamo viste troppe. Per ora siamo contenti, ma il tempo ci dirà se dietro queste parole c’è sostanza», commenta Angelo Nichetto, degli «Ultrasessantenni», sempre presenti allo stadio e al campo degli allenamenti. Alla fine della conferenza, Tacopina ha messo al collo una sciarpa: «Gliel’abbiamo consegnata noi — riferisce Angelo Torresin presidente della Pattuglia Arancioneroverde — nella mia storia ho dato solo due sciarpe ai presidenti. La prima a Zamparini e ora a lui. Spero sia di buon auspicio e che ci porti dove ha detto. Speriamo davvero che rimanga con noi a lungo». Anche Roberto Mohn, presidente del club «Nostalgici» spera si tratti di un nuovo inizio. «Questa dirigenza è piena di entusiasmo ma mi sento di andarci con i piedi di piombo. Venezia fa gola a tutti, vediamo cosa succederà. Intanto pensiamo a vincere il campionato, sperando che la gente torni ad appassionarsi». Da VeneziaUnited, rappresentata da Carlo Rubini, è arrivata l’istanza di mettere in evidenza nel nome e nel simbolo l’orgine del Venezia post fusione del 1987. Una circostanza che Tacopina ha ben chiara, avendo letto – ha riferito – molto sulla storia del calcio veneziano, tenendo ben a mente le attuali realtà di Venezia, Mestre e territorio circostante. Non tutti i tifosi, però, sono dello stesso avviso. «Per noi – dice Luigi Carbon dell’associazione Venezia Clubs – l’unico modo per riportare l’entusiasmo intorno al Venezia è farlo tornare neroverde. La tradizione non si cancella, c’è una storia da recuperare».
Ore 19.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Tutti insieme lavoreremo per riportare il Venezia in serie A». L’era di Joe Tacopina alla guida del Venezia Fc è ufficialmente iniziata: con una conferenza-fiume tra gli splendidi affreschi dell’hotel Ca’ Sagredo, in riva al Canal Grande, l’avvocato newyorkese si è presentato alla città. Come presidente ma anche come «azionista di maggioranza». Uscito da Bologna, dove la convivenza con Joey Saputo era naufragata proprio tra gli scogli della leadership, qui il neo presidente arancioneroverde ha sgombrato il campo da ogni dubbio: sarà lui a guidare a tutti gli effetti il Venezia nella difficile risalita verso i piani alti del calcio. Accompagnato da due nuovi membri del cda e con a fianco l’avvocato Alessandro Vasta, consigliere della prima ora e primo contatto tra lo stesso Tacopina e il progetto Venezia, il dg Dante Scibilia e il ds Giorgio Perinetti (tutti con la spilla e la cravatta raffiguranti il nuovo logo, quello del «leone con gli artigli»), Tacopina ha illustrato motivazioni e progetto. «Sono onorato di rappresentare il Venezia, il nostro obiettivo è la serie A. Abbiamo la squadra in serie D ma con un organico che è già da serie B e la nostra organizzazione è degna della A. Vogliamo instillare in tutti questa mentalità». Ai tifosi ha chiesto supporto e fiducia: «Lo so bene che per tanti anni vi hanno chiesto di sostenere una squadra che non dava soddisfazione. Con noi sarete premiati, ma abbiamo bisogno che facciate la vostra parte per cui vi dico: tutti al Penzo», ha esclamato in perfetto italiano. «Uniti – ha proseguito citando lo slogan della campagna abbonamenti – ripartiamo, uniti risorgiamo». Presenti a fare le veci del sindaco Luigi Brugnaro (a Roma per impegni istituzionali), gli assessori Paolo Romor e Simone Venturini che ha coniato lo slogan «In Joe we trust», per sintetizzare il sentimento di fiducia e riconoscenza per aver salvato il club dopo l’addio di Yuri Korablin e la scomparsa dell’Fbc Unione. Tacopina ha elogiato a lungo lo staff arancioneroverde, a cominciare dal ds Giorgio Perinetti: «Tutto il mondo del calcio punta gli occhi sul Venezia perché c’è Perinetti». E il dirigente ha infiammato la platea parlando del suo sogno: «Vorrei che Venezia fosse la mia ultima società, la mia ultima avventura da lasciare una volta realizzato questo sogno». E se per scaramanzia il ds non ne delinea i contorni, a farlo ci pensa Tacopina: »Il sogno è la serie A. E io non andrò via finché non avrò riportato il Venezia nel massimo campionato». Rispetto alla prima esperienza con la Roma e a quella – durata un solo anno – con il Bologna, il neo presidente lagunare assicura che qui rimarrà a lungo: «Questo è un progetto di rinascita in cui sono coinvolto come dirigente e come investitore. Intendo rimanere l’azionista di maggioranza e intendo rimanerci a lungo. Mi sento già a casa, voglio coinvolgere l’intera comunità. E sarò coinvolto fino a che non avrò raggiunto l’obiettivo». La giornata del neopresidente non si è esaurita a Ca’ Sagredo, ma è continuata nel pomeriggio ai campi del Taliercio dove — accompagnato dai dirigenti — ha salutato mister Paolo Favaretto e la squadra. Non è stato questo, in realtà, il primo incontro perché nelle scorse settimane Tacopina era già passato a salutare, ma in via ufficiosa. Stavolta invece lo ha fatto con i crismi dell’ufficialità, soffermandosi a stringere mani a tutto lo staff tecnico, compreso quello delle giovanili. Domenica il presidente sarà sugli spalti al Penzo per la partita con la Liventina e ha assicurato che ci sarà anche mercoledì ad Abano e domenica prossima al derby contro il Calvi Noale. Intanto sta cercando casa in terraferma, mentre la società sta cercando un ufficio di rappresentanza in centro storico: non in un posto qualunque, ma sul Canal Grande.
Ore 19.00 – (La Nuova Venezia) La Sala della Musica di Ca’ Sagredo è un luogo per certi versi mistico, che racchiude in sé la storia della città, nella cerchia dei palazzi più prestigiosi della Serenissima. I tifosi si presentano con largo anticipo sulla tabella di marcia della conferenza stampa che mostrerà il nuovo presidente del Venezia. Attorno alle 10.30 c’è già chi si aggira in campo Santa Sofia e sceglie di bersi un caffè e iniziare a fare quattro “ciacole” sul futuro della squadra. Alle 11.15 si sale finalmente, tutti pronti, dalla Curva Sud ai club neroverdi, per il primo giorno di Joe Tacopina. E alla fine tutti, o quasi, ne escono soddisfatti, pronti ad applaudire ogni intervento. Fanno eccezione solo i rappresentanti della Curva Sud che spiegano: «Oggi non parleremo, non vogliamo dire nulla, lo faremo nei prossimi giorni». Tra i più loquaci invece Angelo Nichetto che osserva: «L’impressione è che si stia davvero ripartendo, ma andiamoci piano, che il passato insegna. Non ho sentito parlare di sponsor, ce ne saranno? E lo stadio, noi non chiediamo un’opera faraonica ma semplicemente uno spazio decente e degno delle categorie superiori». Vito Di Filippo aggiunge: «Mi sembra una cosa molto buona quella che si sta concretizzando. L’idea del ritorno in serie A mi è piaciuta e la auspichiamo, ma soprattutto il non fare proclami sul progetto stadio, e i precedenti non li dimentichiamo. Poi, Perinetti non è uno qualsiasi, quindi speriamo bene». Luigi Carbon prosegue: «Sensazioni positive per un presidente senza dubbio migliore di quello che è stato Korablin. C’è ottimismo, Tacopina ha dimostrato di conoscere la storia del Venezia, non solo nel post fusione, ma fin dagli albori nel 1907». Soddisfatto anche Roberto Mohn. «La presentazione è stata bella. Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, purtroppo, ma questa mi sembra una società seria. Per la serie D non avremo problemi grazie anche a un direttore sportivo esperto, ma dobbiamo rialzarci dopo le delusioni degli ultimi anni. Ora è giusto fare un passo alla volta, e intanto pensiamo a tornare in Lega Pro tra otto mesi». Infine Angelo Torresin: «Dopo tre fallimenti in pochi anni, sento di voler essere molto cauto nei giudizi sulla nuova proprietà. Certo, la prima sensazione sembra buona, e soprattutto il fatto che Tacopina ci metta la faccia intervenendo in prima persona. Perinetti è una notevole garanzia e ha scelto bene. Ci daremo da fare per portare più gente possibile allo stadio». E tra una pacca sulle spalle e uno stuzzichino al buffet successivo, i tifosi guardano già a domani per essere di nuovo al Penzo a tifare Venezia.
Ore 18.50 – (La Nuova Venezia) La lunga giornata di Joe Tacopina è terminata al Taliercio. Il presidente è arrivato verso le 17, ha seguito l’ultima parte dell’allenamento in maniche di camicia, davanti alla panchina, poi si è intrattenuto con Favaretto, Vianello e ha parlato alla squadra. «Possiamo considerarlo il primo vero incontro con Tacopina e gli altri consiglieri americani« spiega Favaretto, «noi abbiamo però sempre saputo che la proprietà ci seguiva, anche da lontano». Il presidente del Venezia assisterà non solo alla partita di domani con la Liventina, ma anche al turno infrasettimanale ad Abano e domenica 18 al derby con la Calvi Noale. Prime defezioni per Favaretto: oltre allo squalificato Fabiano, il tecnico mestrino dovrà fare a meno di Calzi a centrocampo, mentre Carbonaro si è aggregato solo ieri al gruppo, sono ancora in fase di recupero Cangemi e Barreto. Possibile inserimento in coppia di Soligo e Malagò a centrocampo con Gualdi alle spalle di Serafini e di innocenti. Cantini andrà con la Juniores di Turato (“Ha bisogno di mettere minuti nelle gambe”), impegnata oggi in casa contro la Luparense, mentre alla prima squadra si unirà Seno. La Lega Nazionale Dilettanti ha ufficializzato gli accoppiamenti del primo turno della Coppa Italia: il Venezia sarà impegnato mercoledì 28 ottobre al “Rocco” contro la Triestina.
Ore 18.40 – (La Nuova Venezia) Il trio della Resurrezione. Chi per la parte tecnica, il direttore sportivo Giorgio Perinetti, chi per la parte legale, l’avvocato Alessandro Vasta, chi per la parte organizzativa, il direttore generale Dante Scibilia. Uno accanto all’altro al tavolo di Joe Tacopina, tutti gratificati dalle parole del presidente che ha dedicato frasi da incorniciare soprattutto per il direttore sportivo. «Quando Tacopina mi ha contattato la prima volta» racconta Perinetti, «illustrandomi quanto voleva fare a Venezia, non ho avuto bisogno di pensaci molto. Non è stata una decisione difficile o sofferta. Non ho pensato che si trattava della serie D, anche perché qua di dilettantistico c’è ben poco. Mi hanno dato un budget su cui lavorare e io da bravo direttore sportivo l’ho già… sforato e, se serviranno, faremo anche degli aggiustamenti». Per Perinetti non sarà una stagione di transizione per poi spiccare il volo verso altri lidi. «Tacopina mi ha detto: vieni a lavorare con me per un anno, poi se ti chiamano in categorie superiori stracciamo il contratto. Non ci penso nemmeno: io sono venuto a Venezia per lavorare per il Venezia, quindi rimango Venezia. Ho una certa età, voglio che il Venezia diventi la mia ultima società e, dove sono stato, non me ne sono mai andato prima di raggiungere gli obiettivi prefissati«. Alessandro Vasta è stato uno dei primi interlocutori di Joe Tacopina avendo lo studio Tonucci&Partner seguito anche l’acquisizione di Roma e Bologna. «Ho prospettato a Tacopina, che conoscevo già per aver lavorato su altri progetti, la possibilità di rilanciare il calcio a Venezia, quando ha accettato è stata una soddisfazione duplice per me che sono veneziano» ha spiegato il legale membro del Cda, «se ripenso a dove eravamo soltanto a fine luglio, sono già stati fatti passi enormi. Allestita la squadra e iniziato il campionato, mancava solo di far conoscere la proprietà, quella di oggi si può considerare come una giornata di partenza e vogliamo arrivare ad avere un’organizzazione di primo livello». Infine Dante Scibilia, che ha vissuto sulla sua pelle i mesi del silenzio totale dalla Russia, la mancata iscrizione, ma ha partecipato attivamente alla rinascita, rimanendo come direttore generale. «Tre mesi fa non c’era niente, il calcio qui era sparito» ha ricordato Scibilia, «anche se tanto lavoro è stato compiuto per arrivare a questo punto, oggi è l’inizio di un nuovo percorso. Tacopina ha un grande progetto sportivo da portare avanti per Venezia con passione e volontà di raggiungere risultati sportivi ben precisi».
Ore 18.30 – (La Nuova Venezia) Impatto folgorante, potere comunicativo straordinario, un discorso chiaro senza frasi in “comunicatese”. Addirittura un inizio, i primi minuti, in italiano, come Mourinho quando arrivò all’Inter e conquistò tutti. Le dichiarazioni di Joe tacopina, nuovo presidente del Venezia, sono nel sito internet del nostro-vostro giornale, inutile ripeterle, ma vale la pena sottolineare alcuni punti chiave. «Venezia è una città di Serie A e merita una squadra di Serie A. Attualmente ha una squadra che è l’unica in Italia ad aver vinto tutte le partite del suo campionato» parole dell’avvocato newyorkese, «e la Serie D non è il suo posto. Oggi siamo qui a presentarci, lo stiamo facendo in una location da Champions League (riferendosi ai saloni del Ca’ Sagredo, ndr) e ci impegnamo a riportare il Venezia al suo posto. In serie A». L’uso del plurale per indicare la sua squadra dirigenziale-organizzativa. «Sono l’azionista di maggioranza e ci tengo ad esserlo» altra puntualizzazione di Tacopina,«con me ci sarà Daniels e un altro investitore che per il momento preferisce non rivelarsi. Del cda conoscete già Alessandro Vasta e Dante Scibilia, a loro si aggiungono due amici e professionisti del settore come John Goldmann e John Tapinis». Parole anche per i tifosi, essendo presenti i ragazzi della Curva Sud e vari rappresentanti del clubs. «So che per anni vi hanno fatto delle promesse che poi non sono state mantenute» ha detto il presidente, «ma so anche che la vostra passione è sempre rimasta grande, lo avete dimostrato anche oggi. O in trasferta. Io ho seguito le partite del Venezia in internet è ad ogni gol ho sentito il vostro boato, la vostra felicità. Venite tutti al Penzo, cominciamo così la nostra avventura assieme, sarete una forza in più per la squadra. E vedrete che sarete premiati, avrete le soddisfazioni che tutti i tifosi vogliono avere e andrete in giro orgogliosi di essere tifosi del Venezia Football Club». Discorso interessante quando si è parlato di stadio nuovo. “Tutti al Penzo” va bene adesso, ma in futuro? «Io vengo qui con un progetto calcistico. A me prima di tutto interessa riportare il Venezia in serie A, questa è la priorità. Lo stadio semmai può essere di supporto. Io non sono un costruttore edile, non sono venuto per costruire lo stadio, intanto andiamo avanti al Penzo, tutti, ma, quando si porrà il problema, non saremo impreparati. Ho già un gruppo di ingegneri che sta studiando la questione». E via così, prima di un pantagruelico rinfresco, tra sorrisi, immancabili selfie, sciarpe al collo e applausi. Una presentazione amichevole, non si è parlato di soldi. C’è tempo. Venezia e Tacopina, luna di miele.
Ore 18.00 – (Gazzetta di Reggio) Alla vigilia di Reggiana-Renate il tecnico Alberto Colombo invita tutti a non sottovalutare l’impegno. Mister Colombo, è il momento di vincere la prima in casa? «Ogni partita è un banco di prova importante per dare continuità o per un cambio di rotta quando le cose non vano bene. Ci piacerebbe vincere soprattutto per il pubblico fantastico che lo merita, ma di fronte c’è una squadra che, seppur non blasonata, ha una grande organizzazione. Lo so perché sono stato allenato da mister Boldini, conosco bene la società e in questo inizio di stagione gli è mancano solo il risultato». Cosa teme del Renate? «Ha perso col Lumezzane prendendo gol dopo 3’ e sbagliando tante occasioni nel primo tempo. Se si compattano hanno giocatori come Ekuban, Valotti e Scaccabarozzi – che conosco bene perché sono tutti delle mie parti – che sanno farti male. Ho rispetto anche per il tecnico, che consigliai io al Renate in un momento di difficoltà, perché sa lavorare bene coi giovani». Ai suoi cosa chiede? «Di esser cattivi come a Mantova e dare, se possibile, segnali di miglioramento sotto l’aspetto tecnico e del gioco». La preoccupa un avversario del genere in casa? «Fuori casa riusciamo meglio a sfruttare gli spazi che ci concedono, mentre in casa andiamo in difficoltà quando gli avversari si chiudono. Dovremo adottare un atteggiamento meno arrembante, dunque, ma più intelligente, per farli scoprire un po’, magari attaccandoli più alti». Modulo che vince non si tocca? «Per il momento penso di continuare così perché con un uomo vicino ad Arma siamo più pericolosi e gli esterni sono più propositivi. Ma non escludo che in futuro si possa anche tornare a quattro». Dentro Giannone ed Angiulli per Mogos e Bartolomei infortunati? «Giannone può creare la superiorità numerica nell’uno contro uno, mentre Siega attaccava di più gli spazi: sarà sua abilità crearsi gli spazi, qualora fosse ben marcato, e degli altri quella di cercarlo e servirlo al meglio. Siega lo abbasso per esigenze ma la ritengo un’ottima alternativa, tanto più che è un giocatore eclettico e che le maggiori soddisfazioni, per me, potrebbe ritagliarsele in un ruolo meno offensivo. Mogos verrà in panchina perché non ha fatto allenamenti in settimana, mentre Bartolomei ha una piccola lesione, non preoccupante, che si trascina da Mantova: se ne riparlerà la prossima gara». Le piace giocare sempre alla sera? «L’unico problema è che sembra non arrivare mai l’ora della partita quindi perdi energie mentali poi, andando verso l’inverno, non sarebbe male giocare al pomeriggio ma rispettiamo esigenze di calendario e televisive».
Ore 17.40 – (Gazzetta di Reggio) Se i tre punti di Mantova sono serviti alla Reggiana per ridare serenità a tutto l’ambiente,ripetersi stasera contro il Renate, davanti ai propri tifosi, sarebbe molto importante per diversi motivi. Innanzitutto l’organico granata è stato perfezionato nel corso dell’estate per fare meglio dell’anno scorso, cioè per cercare di primeggiare nel girone, e per fare ciò è fondamentale dare continuità ai risultati. Come si sa, vincere aiuta a vincere; ma non solo, infatti un trionfo tra le mura amiche in Lega Pro manca da quel rocambolesco 3-2 col San Marino dello scorso aprile. L’avversario di turno, un Renate che incrocia per la prima volta nella storia i granata, non verrà a Reggio a fare da vittima sacrificale ragion per cui il risultato del campo non dipenderà dalla differenza di blasone tra le due squadre ma dall’atteggiamento dei giocatori sul terreno di gioco come ha ricordato l’esperto Andrea Parola in settimana. « E’ più facile trovare stimoli col Mantova quando ti vedi contro uomini affrontati tante volte in Serie B come Ruopolo, Dalla Bona o Caridi – aveva spiegato il neo regista difensivo – ma le brutte esperienze del passato, unite al fatto che adesso ci conosciamo meglio come gruppo, fanno sì che il nostro piglio nel preparare partite sulla carta più facili sia diverso». Per Colombo poi, questa sfida è anche una sorta di derby viste le sue origini brianzole ( Cesana Brianza) ma anche a livello sportivo non gli mancheranno le motivazioni essendo un ex allenatore del settore giovanile del Renate oltre che un giocatore agli ordini di mister Boldini a Monza e Como: come dire, l’allievo avrà voglia di superare il maestro. In casa granata il problema è l’infermeria affollata, per questo motivo l’undici che scenderà in campo questa sera ale 20.30 subirà qualche ritocco rispetto a quello del “Martelli” di una settimana fa ma qualitativamente non dovrebbe risentirne dal momento che le novità saranno i rientri dal primo minuto di Luca Giannone e Federico Angiulli al posto degli infortunati Vasile Mogos e Paolo Bartolomei. Sarà quindi un 3-5-1-1 più offensivo viste le caratteristiche di Giannone come trequartista e di Siega come terzino, ma ci sta, perchè saranno proprio Bruccini e compagni a dover fare la partita mentre gli ospiti, in difficoltà di risultati, agiranno di rimessa. Importante sarà partire dalle certezze di Mantova: difesa impeccabile, squadra unita e cinica con spirito di sacrificio come se l’avversario si chiamasse Cittadella perché all’orizzonte c’è un trittico importante con Feralpisalò, Cremonese e Sudtirol che è meglio affrontare col morale alto.
Ore 17.10 – (La Provincia Pavese) Alla vigilia del match di oggi con l’Albinoleffe c’è stata la visita del presidente Xiaodong Zhu, che ha parlato alla squadra e allo staff tecnico del Pavia dopo la sconfitta interna con il Cittadella. Un discorso nel quale con un certo vigore ha chiesto alla squadra di reagire subito e riprendere a vincere dopo la battuta d’arresto di sabato, che ha interrotto una serie di tre successi di fila. E tra gli ex della gara c’è anche Nicola Bignotti, che all’Albinoleffe ha trascorso tre stagioni. «Porterò l’Albinoleffe sempre nel mio cuore – spiega il direttore generale del Pavia sul sito del club – ho avuto la fortuna di lavorare tre anni con un gruppo fantastico con il quale ci siamo tolti grandi soddisfazioni. Quando penso a quell’esperienza mi viene in mente subito il presidente Andreoletti, maestro di calcio e persona d’altri tempi, la mia stima per lui è infinita». Quanto al Pavia: «Il campionato è duro, durissimo. Per vincerlo dovremo giocare a calcio ma anche correre più degli altri. La società si sta anche strutturando per essere sempre più forte e crescere ancora».
Ore 16.50 – (La Provincia Pavese) Michele Marcolini conta di non avere oggi a Bergamo i problemi in attacco (out Marchi e Del Sante, Ferretti a mezzo servizio) che hanno fortemente condizionato le ultime due prestazioni del Pavia. Per la verità sembrava che Ferretti avesse accusato in settimana un nuovo problema, alla mano, ma la società ha smentito spiegando che l’attaccante è regolarmente convocato per oggi pomeriggio con l’Albinoleffe. Dunque potrebbe partire lui o Anastasia al fianco di Cesarini, mentre per la sostituzione dello squalificato Bellazzini è ballottaggio tra Marco Cristini e Carraro. «Siamo consapevoli di incontrare una squadra che cercherà in tutti i modi di fare risultato, che migliora di partita in partita – dice mister Marcolini – ma andiamo là con la voglia di riscattarci dopo la partita di sabato». Sia a Cuneo che col Cittadella il Pavia ha sofferto nel primo tempo: «Ma sono stati due primi tempi diversi. Con il Cuneo non abbiamo reagito come dovuto alla foga e allo sforzo anche fisico degli avversari, che poi lo hanno pagato nella ripresa. Mentre il Cittadella, squadra esperta quanto noi, ha gestito la partita meglio. C’è anche da dire che nel primo tempo avevamo una formazione particolare: non fa parte del mio carattere cercare scuse, ma non ho voluto rischiare subito Ferretti e anche Anastasia aveva dei problemi. Così abbiamo giocato con una punta centrale, Cesarini, che è una seconda punta: gli chiesto un lavoro diverso dal solito e l’ha fatto abbastanza bene, ma siamo abituati ad avere un riferimento davanti. Arriveremo al momento in cui comanderemo la gara dall’inizio alla fine, a oggi non è successo ma non è un cosa che mi preoccupa. L’importante è la prestazione nella sua totalità, è qui che dobbiamo fare dei passi avanti. Ma diamo anche meriti agli altri». L’Albinoleffe è «squadra a cui piace giocare a pallone, con un allenatore che ha fatto benissimo in D e cerca di dare un’identità precisa. Punta a imporre il gioco a prescindere dall’avversario. Credo che sarà una partita aperta». Ci sarà Soncin, ex capitano azzurro, da avversario: «Lo rivedo con piacere, ha trovato via del gol ma speriamo che si fermi. E’ un ottimo giocatore e un grande professionista. Sono state fatte delle scelte ma forse come soddisfazione personale lì può avere più possibilità di essere protagonista, come deve essere per un giocatore del suo calibro. Qui avrebbe fatto più fatica».
Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Mauro Lovisa usa la rete telematica per chiamare a raccolta il popolo neroverde. «Potrà essere anche temporaneo – premette il presidente neroverde – ma il terzo posto in classifica è storico per il Pordenone: qualcosa di eccezionale per la squadra, per i tifosi e per la nostra città. Io me la sto godendo tutta. Per questo chiedo ai tifosi di venire allo stadio. Insieme ci divertiremo e trasmetteremo entusiasmo ai ragazzi in campo. Pur non perdendo mai di vista – continua re Mauro – la nostra reale dimensione. Pensando in grande e agendo in piccolo possiamo fare bene contro qualsiasi avversario. Se stiamo tutti insieme (il presidente guarda anche al futuro, ndr) potremo toglierci grandi soddisfazioni e spingere il Pordenone a un campionato di buon livello».
Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Se usi un dito alla volta difficilmente riuscirai a far male; ma se stringi le cinque dita in un pugno puoi stendere anche l’avversario più pericoloso». Bruno Tedino presenta la sua versione moderna del più noto apologo di Menenio Agrippa (quello degli arti, dei denti e dello stomaco) e prova ad alzare l’asticella delle ambizioni neroverdi. Lo fa alla vigilia del match in programma oggi alle 17.30, al Bottecchia, contro la Cremonese, una delle formazioni più prestigiose del gruppo (ha conosciuto con continuità anche la serie A, a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta), nonché fra le meglio attrezzate del girone e con un tecnico di sicuro valore come Fulvio Pea, che vanta quattro successi nelle quattro gare disputate la scorsa stagione (sulla panca del Monza) contro il Pordenone. NOI INSIEME – «Un dito è la squadra – Bruno spiega la sua metafora -, uno è lo staff tecnico, uno la società, uno i media e uno, forse il più importante, è il popolo neroverde. Noi – ricorda l’allenatore – siamo partiti in questo primo anno di “nuovo Pordenone” per ottenere la salvezza. I primi 5 turni sono andati meglio del previsto (terzo posto con 9 punti, ndr). Se le 5 dita sapranno stringersi e lavorare bene, potremo anche ambire a qualcosa di più. Ma – avvisa – dovremo lottare sempre insieme e in sintonia. I nostri tifosi sono una componente fondamentale. Non per nulla, quando i miei ragazzi transitano sotto la curva corrono di più e osano di più, spinti dall’incitamento degli ultrà». SECONDO LIVELLO – Tedino esibisce la sua nuova maschera, perché sa che oggi il ramarro passa al secondo livello. «Vero – ammette -. Nelle prime 5 partite abbiamo affrontato, Mantova a parte, avversarie abbordabili, ma non per questo meno pericolose. I ragazzi le hanno sfidate con la giusta mentalità e maturità, senza distrazioni. Ora passiamo al secondo livello. La Cremonese è squadra ben disposta, difficile da superare per vie interne. Bisogna aggirarla e aggredirla con fraseggi veloci. Proveremo a farlo. Per cambiare la storia della nostra stagione dobbiamo accelerare ancora un po’. Adesso il gioco si fa duro. Io mi esalto – sostiene con orgoglio – quando il tasso di difficoltà si alza e la pressione si fa sentire. Lo faranno anche i miei ragazzi». STRIZZOLO DALL’INIZIO – Il modulo sarà ancora un 4-3-3, praticamente con gli stessi uomini che hanno travolto (4-1) la Pro Patria a Busto. In lizza una sola maglia del tridente offensivo tra Finocchio, Valente e De Cenco. Le altre due verranno indossate da Strizzolo e Cattaneo. In mezzo Pasa, Pedersoli e Mandorlini. Davanti a Tomei i “soliti” Cosner, Stefani, Marchi e De Agostini. GRIGIOROSSI DI PEA – La Cremonese (6 punti) è reduce dalla sconfitta (0-1), subita a domicilio, a opera della Feralpisalò. La scorsa stagione pareggiò la gara in casa con il Pordenone e perse quella al Bottecchia (0-1, rete di Maccan). Squalificato Djibi, Pea per la trasferta al Bottecchia ha convocato Benedetti, Bianchi, Briganti, Brighenti, Ciccone, Crialese, Eguelfi, Formiconi, Forte, Galli, Gambaretti, Gargiulo, Guglielmotti, Magnaghi, Maiorino, Marconi, Perpetuini, Ravaglia, Rosso, Russo, Venturi e Zullo. Arbitrerà la sfida Viotti di Tivoli, coadiuvato da Martinelli e Avalos. LOGISTICA – I cancelli del Bottecchia saranno aperti alle 16. Per favorire l’afflusso del pubblico la biglietteria centrale di via Stadio sarà attiva dalle 14.30, quella per gli ospiti già dalle 16. In caso di esaurimento degli spazi consentiti intorno allo stadio è a disposizione il parcheggio Candiani, gratuito dopo le 14. L’area-sosta per i tifosi è in largo Cervignano.
Ore 15.40 – (Messaggero Veneto) È un Bruno Tedino tranquillo e loquace quello che si presenta in conferenza stampa, consapevole del buon cammino che sta compiendo il suo Pordenone. La classifica d’altronde parla chiaro, con una squadra imbattuta e che ha totalizzato nove punti dopo cinque partite. Se c’è un “però”, che può essere mosso a questo Pordenone, sta proprio nella consistenza delle prime avversarie affrontate, troppo morbide per poter già incensare i “ramarri” ed è lo stesso trainer neroverde a confermare che il test di oggi sarà importante per capire quanto Stefani e compagni possano essere tosti. «È vero, cominciano gli ostacoli più duri, proprio a partire dalla Cremonese – commenta –, squadra che ha doti muscolari, di forza e ripartenza che possono dare molto fastidio». Ma se da un lato l’avversario incute rispetto, dall’altra c’è la consapevolezza di avere un gruppo solido. «La squadra è matura e si è dimostrata intelligente anche con la Pro Patria. Avremo più pressioni, ma ciò non mi disturba, anzi significa che stiamo facendo qualcosa d’importante». Riguardo agli uomini, il trainer è chiaro nel confermare la fiducia a Strizzolo: «Sarà della partita, con Valente, Finocchio e De Cenco a giocarsi una maglia in attacco». La via per battere i lombardi secondo il tecnico sta nel fraseggio veloce e con frequenti cambi di gioco, cercando di stare attenti alle ripartenze. Ma c’è un altro ingrediente che può mettere al tappeto i grigiorossi ed è il popolo del Bottecchia, che Tedino chiama a raccolta con una metafora: «Un dito non fa male, ma cinque compongono una mano e con un pugno posso fare più danni: squadra, staff tecnico, società posso vederli come le dita di una mano. Anche il pubblico può esserlo ed essere capace di darci l’aiuto decisivo».
Ore 15.20 – (Messaggero Veneto) Pensare in grande: qualcosa che sino a poco tempo fa sembrava una chimera. Ora, invece, c’è una classifica “storica”, come l’ha definita il presidente Lovisa, da onorare. E magari rimpolpare, dimostrando di poter restare lassù, tra le protagoniste del girone A di Lega Pro. Il Pordenone ha oggi questa grande occasione, ovvero superare un test difficile, ma altrettanto stimolante, con la nobile Cremonese e confermarsi nelle vesti di autentica rivelazione del torneo. La spinta. La società in settimana ha chiamato a raccolta il popolo neroverde. E oggi al Bottecchia (biglietteria aperta dalle 14.30, cancelli dalle 16), contando sull’orario invitante e sull’entusiasmo per l’inaspettata posizione di classifica, senza scomodare il nome comunque blasonato dell’avversaria, ci si attende un pubblico delle grandi occasioni. In linea, magari, con le ultime sfide della scorsa stagione, quando il tifo si è rivelato un uomo in più. L’ostacolo. Ne avrà bisogno il Pordenone. Perché stavolta di fronte non c’è una formazione in difficoltà e ancora in costruzione, come capitato sabato scorso a Busto, bensì una compagine organizzata, solida in difesa (in primis grazie all’esperienza di Marco Briganti), e allenata da un tecnico, Fulvio Pea, che quando vede i colori neroverdi sembra esaltarsi: la scorsa stagione alla guida del Monza per ben 4 volte tra campionato e play-out non ha lasciato scampo ai “ramarri”. Non tragga in inganno il fatto che sinora i grigiorossi hanno forse raccolto meno (6 punti) di quanto si preventivasse: in trasferta Brighenti (attaccante di razza) e compagni non hanno ancora perso, subendo un solo gol. Due soltanto i riscontri, si dirà, ma altamente probanti, come la capolista Bassano e l’Alessandria, entrambe bloccate sul proprio terreno dalla Cremonese. Doppia chance. Sulla carta una bella sfida, perché il Pordenone è imbattuto e in casa non ha ancora subito gol. Non bastasse, il gruppo di Tedino ha la possibilità di capitalizzare il “fortino” Bottecchia in due appuntamenti consecutivi: oggi la Cremonese, domenica 18 ottobre (alle 14) l’Alto Adige. Troppo presto per parlare di gare-crocevia, ma uscire quantomeno indenni da impegni così severi sarebbe un autentico toccasana per le speranze di salvezza dei neroverdi, al di là dei sogni dettati dall’attuale classifica d’oro. Le ultime. Perché cambiare una squadra che ha così ben impressionato, regalando gol e spettacolo appena 7 giorni fa? Infatti, Bruno Tedino dovrebbe mutare ben poco dell’undici che ha maramaldeggiato con la Pro Patria. Due le possibili novità. Strizzolo è destinato a una maglia da titolare al centro dell’attacco. Presumibilmente al posto di De Cenco, autore a Busto della sua seconda rete stagionale. E’ la conferma che ancora non c’è una gerarchia definita tra le due prime punte neroverdi. Per completare il tridente, è corsa a tre: in lizza Finocchio, Valente e lo stesso De Cenco (il suo inserimento farebbe spostare sulla sinistra Strizzolo). Favorito il primo.
Ore 14.50 – (Gazzetta di Mantova) Partenza del tutto negativa per il neopromosso Cuneo, che lo scorso anno ha sbaragliato la concorrenza nel proprio girone di serie D sotto la guida del confermatissimo mister Salvatore Iacolino. Cinque sconfitte su altrettante gare, due delle quali di misura in casa con Alessandria e Pavia (rispettivamente 0-1 e 2-3) con solo tre reti all’attivo e ben nove subite. A conferma dei problemi incontrati, in queste prime cinque gare il 65enne Iacolino ha sperimentato ben tre moduli, passando dal consolidato 4-4-2 al 4-3-1-2 mentre domenica scorsa nella difficile trasferta di Bassano, persa 2-0, ha schierato senza successo anche un 3-5-2. Nessuno probabilmente si aspettava una stagione ad alto livello, tuttavia nemmeno un inizio così disastroso: anche perché, nel complesso, la dirigenza piemontese aveva confermato buona parte dell’ossatura della passata stagione inserendo anche alcuni elementi di comprovato valore. Su tutti il difensore Franchino (’91), prelevato dall’Arezzo dopo tante stagioni al Monza, il regista 33enne Gabriele Cavalli, ex metronomo del Renate lo scorso anno all’Alessandria e l’esterno di centrocampo Gorzegno, classe ’81, nativo proprio di Cuneo ma con un passato importante in B con le maglie di Albinoleffe, Brescia, Spezia ed Empoli. Magari in attacco si è puntato su qualche scommessa in più, come il 23enne brasiliano Banegas, acquistato dal Bra dove l’anno scorso ha realizzato 16 gol: al quale dovrebbero dare man forte l’ex Sudtirol Chinellato (’91) e il ’93 Beltrame, acquistato dalla Carrarese. Alberto Sogliani
Ore 14.30 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova scende in campo oggi a Cuneo, contro il fanalino di coda della classifica, con l’obiettivo di tornare alla vittoria e cancellare il ko di 7 giorni fa al Martelli nel derby con la Reggiana. C’è bisogno di un segnale di riscatto e a testimoniare l’importanza del momento c’è anche la presenza del presidente Sandro Musso in ritiro con la squadra. L’impresa si prospetta però meno agevole di quanto possa far pensare la classifica. Il Cuneo, pur avendo finora incassato 5 sconfitte in altrettante gare, è infatti quasi sempre uscito dal campo non meritando i ko (tutti di misura a parte l’ultimo 2-0 a Bassano). I piemontesi, poi, verosimilmente giocheranno anche per salvare la panchina del loro tecnico Iacolino. Sul fronte biancorosso, Maspero deve fare a meno di bomber Ruopolo, infortunato ma aggregato alla truppa per spirito di gruppo. Il mister inoltre ha lasciato a casa Sereni (contrattura) e porterà in panchina Foglio e Scalise che non sono al top della condizione, nonché Dalla Bona reduce da un lieve fastidio muscolare. Insomma, il Mantova è un po’ incerottato e ancora alla ricerca di un equilibrio tattico convincente. Maspero per l’occasione torna al modulo 3-4-1-2 e conserva due punti interrogativi sulla formazione: «In mezzo al campo potrebbe essere la volta buona per Puccio, oppure per Lombardo – spiega il mister -. Davanti, invece, devo ancora scegliere chi affiancherà Momentè fra Anastasi, Ungaro e Beretta». Rispetto al derby con la Reggiana, ci saranno poi i rientri di Trainotti e Gonzi. Se a questo si aggiunge il ritorno dal primo minuto di Caridi, che oggi festeggerà le 300 presenze con la maglia del Mantova, il totale è una mezza rivoluzione, con il cambio di 6/7 undicesimi. «Ci aspetta una partita di sacrificio – avverte Maspero -, perché il Cuneo è una squadra viva, con giocatori di qualità come Cavalli, Corradi e Banegas ma che ha come caratteristica principale la corsa. Noi dovremo correre altrettanto, a partire dagli attaccanti che dovranno rientrare sotto la linea della palla ed essere pronti a ripartire. Dietro dobbiamo essere corti e stretti, mentre bisogna cercare di formare più linee per mettere in difficoltà la loro difesa. Il che significa che le nostre due punte non dovranno essere piatte, ma giocare una più avanti e l’altra dietro, godendo poi dell’appoggio di Caridi, che spero – sorride il mister – voglia festeggiare le 300 partite in biancorosso con almeno un gol…». Insomma, Maspero delinea un match molto attento dal punto di vista tattico, ma definisce anche bene l’obiettivo: «Il Cuneo avrà una gran voglia di vincere, ma noi siamo il Mantova e dovremo averne di più».
Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Obiettivo dichiarato: mantenere il primo posto in classifica e, chissà, magari riuscire pure ad allungare sulla concorrenza, sempre parecchio agguerrita ma che è già costretta a inseguire. Il Bassano capolista si prepara ad affrontare la trasferta più insidiosa assieme a quella di Salò proposta sinora dal calendario. Sulla carta la Giana ha qualcosa in meno rispetto al Feralpi, ma la partenza lanciata delle prime settimane ha sorpreso un po’ tutti. C’è chi sostiene che alla fine i lombardi torneranno nelle posizioni di classifica ipotizzate a inizio stagione, tuttavia al momento la realtà dice che i ragazzi di Cesare Albè sono qualcosa in più della matricola vista all’opera nella passata stagione. E Bruno e Gasbarroni possono fare la differenza: «Ci aspetta una battaglia — sottolinea Stefano Sottili — la Giana sarà agguerrita avendo subito una sconfitta in casa e, giocando nuovamente tra le mura amiche, vorrà dimostrare di essere alla pari con la prima in classifica. È una buona squadra, con un giusto mix di giocatori giovani e giocatori esperti, che riescono ad abbinare molta qualità, basti pensare a Bruno e Gasbarroni, ma con giovani interessanti, di grande prospettiva». Sottili ha in mente il tipo di partita che aspetta il Bassano. E ovviamente l’ha preparata di conseguenza: «Proveranno ad aggredirci a metà campo — argomenta — per poi sfruttare le ripartenze e cercare di metterci in difficoltà. Abbiamo il massimo rispetto del nostro avversario, ma anche la consapevolezza che se sfruttiamo al meglio le nostre armi possiamo tornare a casa con un risultato positivo. Servirà il miglior Bassano: dovremo fare la prestazione, potremmo soffrire ma dovremo reagire da gruppo, in questo modo la sofferenza non si trasformerà in danno. Dobbiamo cercare di alzare i minuti giocati con intensità abbinandoci la qualità, come nel primo tempo con il Cuneo ed evitando i cali avuti all’inizio del secondo tempo». Si gioca alle 17.30 e sarà una partita tutta da seguire. Curiosità anche per le scelte di Sottili, soprattutto in attacco. Fabbro, Pietribiasi e Germinale stanno bene, c’è l’imbarazzo della scelta per schierare la miglior formazione.
Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Fanno 10 punti nelle prime sei partite, un buon bottino per il Vicenza di Pasquale Marino. Risultato che diventa ottimo se si considera che la sfortuna, in questo avvio di campionato, ha colpito pesantemente i biancorossi con una miriade di infortuni.
«Senza dubbio finora abbiamo dovuto affrontare un’emergenza pesante — spiega Marino — ma nonostante i problemi d’infermeria delle scorse settimane la squadra ha lavorato con armonia riuscendo anche ad ottenere ottimi risultati. Nel corso di una stagione i momenti di difficoltà prima o poi arrivano, ma la squadra ha sempre lavorato unita e compatta, con la giusta applicazione e serenità. La conferma del buon lavoro svolto è arrivata dai risultati del campo». Oggi contro il Crotone nella lista dei convocati ci sono parecchi rientri, il peggio pare alle spalle. «A livello di recupero di giocatori abbiamo fatto un bel passo avanti — conferma il tecnico del Vicenza — è chiaro che chi rientra da un infortunio non può essere subito al meglio, ma intanto avere a disposizione quasi tutta la rosa è già un passo importante in avanti. Ancora poco e poi avrò possibilità di scelta e quindi ci sarà sana competizione nel gruppo in cui aumenterà naturalmente l’intensità degli allenamenti, cosa che sarà senza dubbio positiva». Intanto, con sette assenze, la settimana scorsa il Vicenza ha sbancato il Partenio di Avellino, in un campo dove nessuno aveva più segnato dal maggio scorso. «La vittoria di Avellino è il frutto dell’applicazione dei calciatori che hanno giocato poco ma che si allenano bene, facendosi trovare pronti nel momento del bisogno. L’aspetto importante è che c’è unione anche fuori dal campo, alleno un gruppo di ragazzi intelligenti che aiuta l’inserimento di chi è arrivato in estate. Aspetti importanti che ci hanno dato una grossa spinta anche nel campionato scorso, e che sicuramente ci procurerà benefici anche quest’anno». E’ un Vicenza però che anche in campo dimostra di essere squadra tosta che sa sviluppare una manovra propositiva, che pare avere margini di miglioramento. «Finora abbiamo affrontato squadre forti e abbiamo mostrato di avere dei valori — sottolinea Marino — vincere ad Avellino, giocare alla pari contro Bari e Pescara, compagini costruite per vincere, significa che il Vicenza ha una sua consistenza. Si è vinto a Modena che sta facendo bene e anche il pareggio a Lanciano è da archiviare come un ottimo risultato. L’unica matricola affrontata è stata il Como, avevamo la vittoria in mano ma non siamo riusciti a concretizzarla. Fin qui l’unica cosa che manca è la vittoria al Menti, questo certamente ci pesa. Ma già con il Crotone ci proveremo, anche se per prenderci i tre punti dovremo mettere in campo una gran prestazione». Il Crotone infatti vive un momento magico, non a caso è in vetta alla classifica. «La formazione calabrese ha il pregio di adattarsi bene alla squadra che ha di fronte senza snaturare la sua idea di gioco — spiega Marino — sono molto pericolosi in avanti e giocano con grande entusiasmo. Il Crotone è finora la sorpresa del campionato, nessuno alla vigila si aspettava che potesse essere in testa alla classifica, ma bisogna sottolineare che quello che hanno ottenuto se lo sono meritato con ottime prestazioni».
Ore 13.20 – (Gazzettino) Anticipo della sesta giornata oggi per le padovane. L’appuntamento clou è alle 15 a San Martino di Lupari per il derby tra la Luparense San Paolo e l’Abano, appaiate in classifica a 7 punti. I Lupi hanno centrato domenica la prima vittoria sotto la gestione Enrico Cunico e puntano a concedere il bis. «Siamo in crescita – afferma il tecnico – ma la squadra deve ancora compattarsi. I ragazzi sono desiderosi di dare una svolta al campionato dopo la vittoria con il Monfalcone. Conosco benissimo l’Abano: è reduce da tre ko, ma ha un organico importante per la categoria con giocatori che possono risolvere la partita in ogni momento, quindi dobbiamo disputare una partita molto accorta». Paganelli è tornato in gruppo giovedì dopo avere levato i punti al piede, ma non è al top. Nichele dovrebbe recuperare dopo l’indisposizione dell’altro giorno. L’Abano vuole spezzare il trend negativo di tre stop di fila per rilanciarsi, anche se deve fare i conti con le assenze per infortunio di Segato e Bortolotto. «Non sono arrivati i risultati, anche se a livello di gioco abbiamo fatto bene – spiega Massimiliano De Mozzi – Dobbiamo cercare di superare alcuni limiti che abbiamo in questo momento, e faremo di tutto per portare a casa qualche punto con la Luparense e mercoledì con il Venezia, entrambe partite difficilissime». Che derby si aspetta? «Sarà tosto considerato che loro vengono da una vittoria e hanno ritrovato morale. Purtroppo ci mancano due tra i giocatori più rappresentativi, però dobbiamo mettere in campo un livello di gioco importante». I tifosi che assisteranno al derby potranno utilizzare lo stesso biglietto per entrare gratuitamente alla partita di calcio a 5 casalinga della Luparense in programma alle 18. Chi se la passa meglio in classifica è il Campodarsego, secondo a quattro lunghezze dalla capolista Venezia. E oggi alle 16 sul campo del Monfalcone (penultimo) ha la possibilità di allungare la striscia positiva, tanto più che nelle precedenti tre trasferte ha conquistato altrettante vittorie. «Bisogna comunque fare attenzione – esordisce Antonio Andreucci – e non dimenticarci da dove arriviamo, anche se ovviamente siamo soddisfatti di questo momento bello. Mi auguro che anche in questa occasione la squadra mantenga la giusta compattezza e determinazione, fermo restando che troveremo un avversario affamato di punti e un ambiente caldo. Ma soprattutto mi aspetto che la mia squadra possa esprimere il suo gioco fatto di aggressività e di scambi veloci». Gioca in casa alle 15 l’Este, imbattuto con 8 punti, che se la vede con il Montebelluna a quota 9. I giallorossi devono rinunciare a Coraini (squalificato) ed è difficile il recupero di Favre. Ecco Andrea Pagan: «Vogliamo tornare alla vittoria. Ho visto i ragazzi molto bene in settimana, ci siamo preparati al meglio e siamo consapevoli che dobbiamo tirare fuori qualcosina in più per fare risultato pieno. Affrontiamo una squadra dinamica e organizzata, guidata da un tecnico come Fonti che è una marcia in più per loro. Sarà bello anche per me confrontarmi con un allenatore della sua esperienza».
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Tutte in campo le padovane di Serie D, per gli anticipi imposti dal turno infrasettimane di mercoledì 14. LUPARENSE-ABANO. La vigilia della Luparense San Paolo, al primo derby di campionato della sua storia – il primo, perso ai rigori con il Campodarsego, è stato giocato infatti in Coppa Italia – vive sulle ali dell’entusiasmo dopo la vittoria di una settimana fa con il Monfalcone: l’arrivo sulla panchina di Enrico Cunico ha rimesso in carreggiata una squadra sicuramente attrezzata ma che rischiava di finire fuori strada. Nessun problema per capitan Matteo Nichele, colpito da un attacco di dissenteria a metà settimana ma nelle ultime ore già riaggregato al gruppo: dovrebbe quasi certamente farcela. Rientra anche Paganelli, anche se solo per la panchina: tolti i tre punti applicati al piede dieci giorni fa, l’attaccante non è ancora pronto per partire titolare. Quanto all’Abano, in Coppa Italia di Serie D i neroverdi se la vedranno con i “cugini” dell’Este (il 28 ottobre in trasferta) per l’ennesimo derby stagionale. Oggi, però, ne tocca uno ancora più importante con la Luparense (ore 15). Capitan Ballarin e compagni arrivano da tre sconfitte consecutive e un risultato positivo con i rossoblù servirebbe soprattutto per risollevare il morale a tutto l’ambiente. Non saranno della partita, oltre allo stesso mister De Mozzi (squalificato), Segato e Bortolotto. Probabili formazioni (ore 15). Luparense San Paolo (3-4-1-2): Murano; Antonello, De March, Severgnini; Faggin, Nicoletti, Nichele, Perosin; Giglio, Brotto, Beccaro. All. Cunico. Abano (4-3-3): Ruzzarin; Tescaro, Meneghello, Thomassen, Zattarin; Creati, Ballarin, De Cesare; Rampin, Munarini, Barichello. All. Maniero. Arbitro: Dell’Erario di Livorno (assistenti Facchini di Parma-Repetto di Bolzano). CAMPODARSEGO. Al Comunale di Monfalcone (ore 16, arbitro Carina Vitulano di Livorno), gli uomini di Antonio Andreucci si troveranno davanti una “Fincantieri” in piena crisi di risultati. La squadra giuliana ha vinto solo una volta nelle prime sei partite (tra l’altro in casa e contro l’Abano) e occupa il penultimo posto della classifica con Triestina e Sacilese. Un’occasione d’oro per il Campodarsego, che ha bisogno dei tre punti per consolidare il secondo posto solitario. Ieri, intanto, è stato ufficializzato che nel primo turno di Coppa Italia, in programma mercoledì 28, il Campodarsego affronterà la Clodiense in trasferta. Probabile formazione Campodarsego (4-3-3): Merlano; Buson, Ruopolo, Galliot, Arthur; Pelizzer, Rubin, Bedin; Radrezza, Cacurio, Aliù. All. Andreucci. ESTE. Con cinque pareggi in sei partite, l’Este ha ancora tutto da dimostrare. Il Montebelluna, che ha solo un punto in più degli atestini (ore15, arbitro Rosario Antonio Grasso di Acireale), non è di certo l’ospite più gradito per “vincere facile”. Anche perché sulla panchina dei biancazzurri siede un certo Gianfranco Fonti che conosce la Serie D come pochi altri. L’ex tecnico di San Paolo e Albignasego, con ogni probabilità, affiderà ancora una volta all’ex di turno Zecchinato il ruolo di terminale offensivo. I giallorossi, invece, dovranno fare a meno del giocatore finora più decisivo, Coraini (squalificato per due giornate), oltre a Favre e Destro. Probabile formazione Este (4-3-3): Lorello; Tiozzo, Montin, Guagnetti, Rosina; Maldonado, Marcolini, Arvia; Marcandella, Ferrara, Mastroianni.
Ore 12.40 – Probabili formazioni Cittadella-Padova (Gazzettino). CITTADELLA: Alfonso; Cappelletti, Pascali, Scaglia, Donazzan; Bobb, Iori, Paolucci, Chiaretti; Litteri, Bizzotto. PADOVA: Favaro; Diniz, Fabiano, Niccolini, Dionisi; Bucolo, Corti; Ilari, Cunico, Petrilli; Altinier.
Ore 12.30 – (Gazzettino) PRECEDENTI. I numeri del passato sotto le mura vedono le due contendenti in perfetta parità. Tre volte l’hanno spuntata i padroni di casa che in altrettante occasioni si sono arresi al Padova. Anche i punteggi sono praticamente identici, con un successo a testa per 1-0 e 2-1, una vittoria per 4-1 per i biancoscudati e una per 3-1 del Cittadella. Sei i pareggi di cui cinque per 1-1. In generale, per sei volte una rete sul filo di lana è stata decisiva, cinque volte a vantaggio del Padova (4 vittorie all’Euganeo e un pareggio al Tombolato) e una per i granata che nel 2003 hanno vinto in casa grazie a un gol di De Gasperi al 90′. Ancora un tabù il pareggio per 0-0. SCOMMESSE. Favori del pronostico dalla parte granata, con il segno 1 quotato da un minimo di 2,10 (Paddy Power) a un massimo di 2,30 (Snai) e la vittoria biancoscudata che oscilla tra 3 (Snai) e 3,25 (Betfair). Il pari è compreso tra 3 e 3,20. RADIO E TV. Partita in diretta gratuitamente su internet nel canale della Sportube.tv. Radiocronaca su Radio Italia Anni 60, filo diretto dal Tombolato su Tv7 Triveneta a “Tuttincampo” e su Telenuovo ad “Alè Padova”.
Ore 12.20 – (Gazzettino) Tre punti nel derby, si sa, possono regalare una spinta importante, non solo per gli aspetti legati al campanile, e dunque è facile aspettarsi un confronto senza esclusione di colpi. QUI TIFOSI. Si viaggia verso quota quattromila, dato nettamente superiore rispetto ai tempi della serie C (massimo 2.942 presenze) e più vicino alle affluenze registrate in B (tra i 3.661 nel 2011 e i 6.082 nel 2009).A ieri sono stati infatti venduti 2.160 biglietti di cui 750 per la curva ospiti. Aggiungendo i 1.109 abbonati, dunque, si è già a quota 3.269. Oggi i biglietti per tutti i settori saranno disponibili nella sede granata in via Ca’ dei Pase 41/B dalle 9 alle 12 e ai botteghini del Tombolato, a partire dalle 18. Per acquistare i tagliandi di curva ospiti e gradinata scoperta serve la Tessera del Tifoso. Per chi non è ancora munito di biglietto, è consigliabile raggiungere lo stadio con largo anticipo per evitare code e contrattempi.
Ore 12.10 – (Gazzettino) Un anno d’interruzione, una categoria più in basso, ma un’attesa e un interesse rimasti immutati rispetto ai tempi della serie B. Il derby di campionato numero 25 tra Cittadella e Padova è pronto a spiccare il volo, con il suo carico di emozioni. Al Tombolato si affrontano due squadre appaiate in classifica a quota 8 (i granata mercoledì recuperano l’incontro con la Pro Patria) che arrivano però all’appuntamento con due stati d’animo differenti. La truppa di Venturato, reduce dal pesante successo a Pavia, ha lanciato un chiaro segnale di forza, cancellando l’amaro in bocca legato ai punti lasciati per strada con Renate e Pro Piacenza, avversarie non irresistibili. Il Padova, per la prima volta protagonista di questo impegno nella sua nuova veste societaria, approda a questa sfida con l’intento di riscattare la battuta a vuoto interna con il Sudtirol che in parte potrebbe avere tolto quelle certezze frutto delle prime quattro convincenti prestazioni.
Ore 12.00 – (Gazzettino) Ecco come Venturato descrive i “cugini” biancoscudati: «Il Padova ha una rosa all’altezza della categoria, ci sono giocatori esperti e un allenatore che negli ultimi anni ha sempre vinto, una persona preparata e capace. Non so con quale modulo si presenteranno in campo, hanno provato qualcosa di diverso nell’ultimo turno, noi dovremo essere bravi a leggere eventuali sorprese tattiche e trovarvi subito la risposta adeguata». Che derby si aspetta? «Una gara tirata, difficile, come del resto lo sono tutte. È comunque un piacere vivere partite come il derby, davanti a un grande pubblico, dal punto di vista emotivo penso sia il massimo che si possa provare». Non ci sarà Jallow da una parte e Neto Pereira dall’altra: chi ci perde di più? «Jallow è un giocatore importante, ma non ci sono alibi: sarà sostituito da un giocatore all’altezza. Neto ha grosse qualità, uno che fa la differenza, ma non è l’unico della rosa, Altinier, per esempio, è un cannoniere della categoria». Venturato non anticipa nulla, ma tutto fa presumere che il Cittadella confermi il rombo a centrocampo, soluzione che nell’ultima uscita ha garantito compattezza e liberato Iori da compiti di marcatura. In mediana quindi il trio Bobb-Iori-Paolucci, Chiaretti vertice alto, Bizzotto favorito sia su Minesso che su Coralli, quest’ultimo potrebbe rivelarsi decisivo a partita in corso come successo a Pavia. Più improbabile – ma non impossibile – il ricorso al 4-2-3-1, in questo caso entrerebbero in gioco sia Minesso che Schenetti.
Ore 11.50 – (Gazzettino) Cittadella favorito nel derby? Roberto Venturato non cade nel tranello e aggira la domanda in maniera sapiente: «Nel calcio contano poco le previsioni, è decisivo invece il lavoro che fai durante la settimana e poi in campo nei novanta minuti. Che all’esterno si apprezzi il valore del Cittadella e la qualità della rosa allestita, non può che farmi piacere. Il tutto, però, va confermato e conquistato in partita». Il tecnico non fa distinzioni tra gli avversari: «Va sempre usato rispetto con tutti, perché ogni squadra ha i propri valori, e in questo girone ci sono giocatori e realtà importanti».
Il Cittadella è reduce dalla vittoria esterna di Pavia, il Padova invece arriva dal passo falso con il SudTirol. Chi arriverà più motivato all’appuntamento di stasera? «Stiamo parlando di un derby, una gara sentita da tutti, tifosi, giocatori, società. Un appuntamento che va vissuto in modo staccato dal contesto generale: il Cittadella ha vinto sabato scorso, ma ormai riguarda il passato, dobbiamo pensare solo al Padova, un avversario tra i migliori dell’inizio del campionato, almeno fino alla sfida con il SudTirol».
Ore 11.40 – (Gazzettino) Tornando ai biancoscudati, cosa chiede ai suoi dopo la sconfitta con il Sudtirol? «Il derby è una partita diversa e oltre alla prestazione ci vuole self control, nel senso che bisogna sapere abbassare l’adrenalina quando le cose non vanno per il verso giusto. Ai miei ragazzi ho detto di giocare con la testa libera e quando l’arbitro fischia l’inizio dobbiamo ricordarci come è finita con il Sudtirol». A proposito, ha capito cosa è successo in quella occasione? «Ci siamo fatti un’idea. Abbiamo avuto un confronto con i ragazzi, sono consci e arrabbiati per la prestazione collettiva al di sotto, sta a loro smentire se stessi». Passando alla squadra, Neto Pereira e Favalli non ci saranno. «Al 99,9 per cento abbiamo le stesse defezioni della gara con il Sudtirol, è rischioso accelerare i tempi». Petkovic torna titolare o viene confermato Favaro? «Decido tutto domani», ossia oggi prima di scendere in campo.
Ore 11.30 – (Gazzettino) Stando ad alcuni addetti ai lavori, il Cittadella gode dei favori del pronostico. «Marchetti ha costruito una buona squadra che dopo diversi anni in serie B sta riscoprendo la Lega Pro, ma è sempre il campo a essere sovrano. Noi ci siamo preparati al meglio, rispettiamo il Cittadella che in futuro sarà forse vista come la squadra da battere per i primi posti, ma dobbiamo guardare al nostro percorso». Chi ha più da perdere in questa sfida? «Ripeto, è solo una partita importante che vale tre punti». Si attende il Cittadella con il centrocampo a tre o con gli esterni? «È oliato per fare sia il 4-4-2 e sia il 4-3-1-2, e noi sappiamo quali possono essere le contromisure». Non manca un flash sul collega Venturato. «Lo stimo, è un allenatore importante e molto capace, spero di avere le motivazioni per batterlo».
Ore 11.20 – (Gazzettino) «Da tifoso biancoscudato ho sempre visto il derby con la speranza di battere il Cittadella, adesso che l’affronto per la prima volta da allenatore vale la stessa cosa». È sempre più alta la febbre per la sfida con i granata che Carmine Parlato affronta nella duplice veste, anche se resta lucido come sempre. «È una partita importante, ma non dobbiamo farla diventare un’ultima spiaggia, nel senso che siamo solo alla sesta giornata e non sarà determinante ai fini dell’obiettivo finale. Vale tre punti, anche se resta la caratteristica di essere un derby». Al quale il Padova arriva dopo la sconfitta con il Sudtirol, mentre i granata sono reduci dal successo sul campo del Pavia. Un vantaggio psicologico per loro? «Anche noi prima del Sudtirol venivamo da un trittico di partite con un aspetto positivo, il nostro approccio deve essere all’insegna del grande temperamento».
Ore 11.10 – (Gazzettino) Claudio Foscarini è l’allenatore che vanta il maggiore numero di derby vissuti in panchina. In campionato sono sedici, con quattro vittorie tra cui le due ottenute nelle ultime sfide. sei pareggi e sei sconfitte. «La prima componente che può fare la differenza – esordisce l’ex granata – è data dai valori tecnici. Sia in C che in B, il Padova su questo fronte è stato quasi sempre superiore e allora si faceva affidamento sugli aspetti motivazionali per compensare. L’importante è gestire bene la tensione e caricare al punto giusto i ragazzi, evitando di andare in eccesso». Ora i valori sembrerebbero ribaltarsi: «Per organico e per quanto finora fatto, il Cittadella ha qualcosa in più, a maggiore motivo se al Padova mancherà Neto Pereira, vero ago della bilancia. I biancoscudati suppliranno con la voglia di riscattare l’ultima prova opaca. Penso a un derby tirato, equilibrato e con un punteggio striminzito».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Previsioni? «Ho visto i biancoscudati con la Pro Piacenza e l’assenza di Neto Pereira può pesare perché è un punto di riferimento che può risolvere da solo una partita, con un istinto del gol che puoi solo avere dentro e che non puoi allenare dall’esterno. Ci sono però altri giocatori di valore per cui penso a una gara equilibrata, senza tatticismi, visto che è ancora presto per fare calcoli e che vivrà di entusiasmo e voglia di superarsi. Se fosse giocata a viso aperto, anche uno 0-0 potrebbe risultare divertente». Michele Serena, ora al Feralpi Salò, guidava i biancoscudati nell’ultimo derby perso all’Euganeo e li ha affrontati quindici giorni fa in riva al lago di Garda. «Se dopo quattro partite positive – commenta – ti capita una sconfitta come quella con il Sudtirol, peraltro squadra con ottimi valori, il tutto va archiviato come una giornata storta. Anche l’Inter ha preso quattro sberle in casa dopo avere sempre vinto. Si affrontano due ottime squadre, quella granata è tra le mie favorite e immagino la classica sfida da tripla, ricca di motivazioni su entrambi i fronti. Dato che le squadre puntano a qualcosa d’importante e hanno le rose per poterlo fare, penso sia giusto giocare per cercare la vittoria».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Nei ventiquattro derby di campionato finora disputati, sulla panchina del Cittadella si sono alternati in tutto tre allenatori, contro i quindici che, di volta in volta, hanno guidato il Padova. A tre di loro abbiamo chiesto di fare le carte sulla sfida di oggi. Ezio Glerean è l’unico tecnico che ha vissuto il derby su entrambe le sponde, dalla parte granata proprio nella due prime storiche sfide, finite 1-1, della stagione 1998-99, mentre con i biancoscudati ha rimediato nel novembre 2002 una sconfitta per 2-1 in al 90′ al Tombolato, con tanto di dimissioni poi respinte. «In primo luogo – esordisce – fa piacere che si affrontino due società, tra cui pure quella nuova del Padova, che sono un esempio per l’Italia perché operano facendo passo alla volta, senza volere strafare e puntando su gente capace e sul lavoro. I tifosi devono comprenderlo e apprezzarlo. Il Cittadella viene da una retrocessione e ha mantenuto l’intelaiatura dell’anno scorso, mentre il Padova è cambiato molto ed entrambe sono partite bene».
Ore 10.30 – Probabili formazioni Cittadella-Padova (Mattino di Padova). CITTADELLA: Alfonso; Cappelletti, Pascali, Scaglia, Benedetti; Bobb, Iori, Paolucci; Chiaretti; Litteri, Bizzotto. PADOVA: Favaro; Diniz, Fabiano, Niccolini, Dionisi; Bucolo, Corti; Ilari, Cunico, Petrilli; Altinier.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Meglio presentarsi al derby sull’onda di un successo importante come quello di Pavia o con la “fame” di vittorie che può esserci dopo un k.o., come quello incassato dai biancoscudati contro il Sudtirol? «Dovendo preparare gare come questa, i risultati delle giornate precedenti non contano, perché tutti vivono il derby in modo particolare», risponde Venturato. «Il Padova sino alla partita con il Sudtirol era tra le squadre che si stavano comportando meglio, e una giornata storta, contro una rivale attrezzata come quella altoatesina, ci può stare. Non so se Parlato cambierà qualcosa rispetto alla scorsa giornata: ma anche in quella gara, per uno spezzone, ha variato modulo, giocando a tre dietro e inserendo un attaccante in più. Lo sottolineo perché il Padova potrebbe cambiare volto anche nel corso della partita e starà a noi essere bravi a leggere eventuali variazioni. Parlato? È un allenatore preparato e capace, non per niente negli ultimi due anni ha sempre vinto». Un arbitro promettente. Che il derby padovano sia partita di cartello in questo turno di campionato lo testimonia anche la designazione arbitrale: a dirigere la sfida sarà il 28enne Antonio Di Martino di Teramo, nella scorsa stagione premiato come miglior giovane fischietto di Lega Pro.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) L’incognita principale riguarda chi avrà il compito di sostituire lo squalificato Jallow, vera rivelazione di quest’inizio di stagione: Bizzotto e Minesso sembrano contendersi una maglia. «Jallow è un giocatore di qualità, che nell’uno contro uno sa farsi valere. Ma, sinceramente, non trovo giusto parlare di lui, in questo momento, perché la sua assenza non dev’essere un alibi per noi: in questa rosa abbiamo tanti giocatori validi che possono sostituirlo. Lo stesso discorso vale, dall’altra parte, per Neto Pereira: è sicuramente un giocatore che in questa categoria ha dimostrato di saper fare la differenza, ma al Padova le alternative non mancano, a partire da Altinier, uno che i gol li sa fare», le parole dell’allenatore del Citta. E a chi gli chiede se pesa essere considerati i favoriti, Venturato risponde: «Gli apprezzamenti ricevuti da più parti fanno piacere, perché sono un riconoscimento al lavoro svolto dalla società, ma poi è il campo a doversi esprimere». «Parlato? Preparato e capace».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Signore e signori, il derby. Una sfida diversa dalle altre, come sa bene anche Roberto Venturato, che pure è al suo debutto in un Cittadella-Padova. «Tifosi e società contano molto su questa partita, ed è normale che sia così, considerando quello che rappresenta. Gare come questa sono il sale del calcio, regalano grandi emozioni ed è bello poterle vivere», ha sottolineato ieri pomeriggio alla vigilia del match. «Ok i complimenti, ma…». Un sole quasi primaverile ha accompagnato la seduta di rifinitura di capitan Iori & C. C’era pure Sgrigna ad allenarsi in gruppo, e pure questo conforta l’ambiente granata, anche se il fantasista romano non è ovviamente ancora pronto per giocare e farà lo spettatore in tribuna. Per quanto riguarda l’undici in campo, il tecnico di Atherton non si sbottona, ma l’impressione è che sarà confermato il centrocampo “folto” che tanto bene si è comportato a Pavia, con Bobb ad affiancare Iori e Paolucci, e Chiaretti a muoversi dietro alle due punte.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Tornando ai numeri legati alla sfida odierna, calcolando che sono 1.103 gli abbonati granata, si è già raggiunta la cifra di 3.200 spettatori, con leggera prevalenza in questo momento del pubblico di fede cittadellese. Le previsioni, tuttavia, indicano almeno 4.000-4.200 persone che seguiranno la partita, una buona presenza anche se non siamo a livelli-record. Il consiglio da parte della Polizia municipale di Cittadella è di arrivare per tempo allo stadio, almeno un’ora prima dell’incontro. Il parcheggio per i tifosi del Padova si trova alle spalle della curva Nord, ma si potrà usufruire di posti-auto anche nella zona attigua alle piscine comunali. Ci saranno Bitonci e Foscarini. C’è molta attesa per i “vip” in tribuna, e tra questi non dovrebbe mancare il primo cittadino di Padova, Massimo Bitonci, che per anni ha guidato l’amministrazione comunale della città murata. Oltretutto, vive con la famiglia proprio a Cittadella. Previsto pure Claudio Foscarini, per 10 anni sulla panchina granata.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) A ieri sera risultavano 2.060 i biglietti venduti per assistere al derby. Il numero aumenterà ancora, perché, se è vero che la prevendita on line si è chiusa il venerdì, stamattina, dalle 9 alle 12, sarà possibile acquistare altri tagliandi nella sede del Cittadella di via Ca’ dai Pase. Dalle 16 in poi, all’apertura dei botteghini, chi lo vorrà potrà comprarsi direttamente il biglietto allo stadio, al costo di 13 euro per la Tribuna Est (un euro per i minori di 14 anni) e a partire da 20 euro per la Tribuna Ovest. In curva Nord, riservata agli ospiti, si piazzeranno i 741 supporter biancoscudati, tutti provvisti della Tessera del Tifoso, che si sono assicurati il titolo d’accesso al Tombolato, nonostante gli esagerati costi delle commissioni pretesi da Ticketone, che in alcuni casi hanno fatto lievitare il prezzo complessivo da 13 a 19,50 euro, con comprensibili proteste, sebbene il Cittadella non abbia ricavato un euro in più dal costo fissato.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Sarà una giornata storica, oggi, per il Padova e non solo perché è in programma il derby. La formazione Berretti, infatti, terrà a battesimo il rinnovato stadio Appiani. In attesa della presentazione ufficiale dell’opera prevista per le prossime settimane, questo pomeriggio i cancelli di via Carducci apriranno i battenti per la prima volta dopo la conclusione dei lavori, finanziati da Sunglass e Birra Antoniana, che hanno portato al completo stravolgimento e ammodernamento della storica tribuna centrale. Il colpo d’occhio sarà immediato, visto che è stata eliminata la recinzione che separava il campo dagli spalti. Dopo l’ultima fila di seggiolini è stato installato un parapetto in vetro, sotto al quale è stato costruito un “terreno per destinazione” in sintetico con una piccola ringhiera, che dà direttamente sul campo da gioco. Gli spettatori saranno praticamente a contatto con i giocatori, e per favorire la visione della partita le panchine sono state anche spostate sul lato opposto. Già installati anche i pannelli, all’estremità superiore della tribuna, che raffigurano alcuni tra i momenti storici più significativi vissuti all’interno dell’impianto di via Carducci. L’ingresso è gratuito, fischio d’inizio alle 15 con il Padova che ospiterà la Reggiana, andando alla ricerca dei primi punti in campionato dopo tre sconfitte consecutive. Alla stessa ora scenderanno in campo anche i baby del Cittadella, i quali, forti del secondo posto in classifica, faranno visita alla Maceratese.
Ore 09.10 – Probabili formazioni Cittadella-Padova (Corriere del Veneto). CITTADELLA: Alfonso; Salvi, Scaglia, Pascali, Donazzan; Minesso, Iori, Bobb, Paolucci; Litteri, Chiaretti. PADOVA: Favaro; Diniz, Fabiano, Niccolini, Dionisi; Bucolo, Corti; Ilari, Cunico, Petrilli; Altinier.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Carmine Parlato, dal canto suo, ha «ufficializzato» la rinuncia al brasiliano (che era nell’aria) dopo l’ultima rifinitura. «C’è stato un confronto coi ragazzi — sottolinea l’allenatore campano parlando del ko con il SudTirol — e devo dire che sono consapevoli della loro negativa prestazione collettiva. Ma li ho visti anche incazzati, quindi vorranno rifarsi. La partita è importante ma non è da ultima spiaggia: è un derby ma i punti in palio sono sempre tre. L’abbiamo preparata in maniera determinata ma serena, in fondo siamo solo alla sesta di campionato. Il Cittadella? Penso che sia una buona squadra, ben costruita da Marchetti e ben allenata da Venturato, che conosco e stimo. Vivo questo derby sia da allenatore che da tifoso, quindi sono determinato. Sono arrabbiato e allo stesso tempo sereno. Spero sia una festa dello sport dentro e fuori dal campo, augurandoci di essere i migliori». Venturato è convinto che il Padova cambierà modulo, ma al momento (anche se le sorprese sono sempre dietro l’angolo) non sembra esserci una prospettiva simile: «Credo che Parlato potrebbe cambiare disposizione tattica – spiega l’allenatore granata – lo stimo e lo apprezzo, ha dimostrato di saper vincere. E ogni allenatore vive per queste partite, che sono il sale del calcio e sono felice di poter assaporare il clima che porta a questo derby». Capitolo formazioni: nel Padova non giocherà Anastasio, difesa più coperta con Diniz e Dionisi sulle corsie esterne. Nel Cittadella dubbi sulla sostituzione di Jallow: sembra favorito Minesso ma ieri sono state provate anche altre soluzioni che potrebbero rimescolare l’undici titolare granata.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Rifinitura serale per il Padova, tutto come nelle abitudini a Cittadella. Moduli diversi, approcci diversi. Prevendita che registra sensazioni contrastanti e gli ultimi dati in vista del derby di questa sera al Tombolato fra Cittadella e Padova parlano chiaro: 1109 spettatori entreranno allo stadio in quota abbonati, 2160 hanno acquistato il biglietto per la partita odierna e di questi 750 sono stati acquistati nel settore curva ospiti, mentre i restanti in Tribuna est ed ovest. Profumo di derby, vigilia tesa. Il sipario si alzerà alle 20.30 e, prima di tutto, sarà la partita degli assenti. Perché mancheranno all’appello due grandi protagonisti: Alessandro Sgrigna e Neto Pereira. Il fantasista romano, che avrebbe lasciato la città murata in estate in caso di addio del dg Stefano Marchetti proprio con destinazione Padova, ha ricominciato ad allenarsi col gruppo e Roberto Venturato ha avuto la tentazione di convocarlo. Alla fine, dopo l’ultima rifinitura si è presa la decisione più logica, preferendo procrastinare il suo ritorno all prossimo weekend dopo una lunga assenza per infortunio. Quanto a Neto Pereira, il brasiliano soffre di uno dei suoi consueti guai muscolari. Sprizza classe purissima ed era molto temuto in casa granata — tanto che pure Venturato in conferenza stampa gli ha dedicato un pensiero speciale — ma stasera non ci sarà: «Neto ha grandi qualità — sottolinea l’allenatore granata — e lo ha dimostrato a Varese: se mancherà sarà un vantaggio per noi, ma il Padova ha anche Altinier in attacco».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) «Non è un derby», ripetono a Padova. Tradendo, però, una certa insofferenza per quelli che vengono chiamati con malcelata stizza «i cugini di campagna». In realtà sui social Cittadella-Padova non è più una partita come le altre. Qualcuno grida «Stiamo arrivando!», nella città murata replicano modificando la locandina del match e aggiungendoci una gallina. «Non è un derby», dicono a Padova, eppure quando retrocesse il Cittadella nel maggio scorso il web si scatenò in un diluvio di commenti contro i cugini, a loro volta non certo indifferenti al momento del crac del 15 luglio 2014 che portò alla scomparsa del Padova dal calcio professionistico. Ovviamente la spoporzione è evidente e non potrebbe essere altrimenti. Padova è dieci volte Cittadella, eppure più di qualche volta al Tombolato ci ha lasciato le penne. Come il 23 novembre 2003, quando Ezio Glerean (guarda caso, un ex) rassegnò le proprie dimissioni proprio dopo un ko nel derby per 2-1 (Amore, De Gasperi, Romondini) e una contestazione della tifoseria biancoscudata a fine partita. Derby amaro per il Padova, come quando Alessandro Calori il 14 marzo 2011 al Tombolato perse la panchina. Un secco 3-1 (Nassi e doppio Piovaccari) porte sbattute nell’intervallo, spogliatoio «contro» guidato da Vincenzo Italiano e tanti saluti al tecnico aretino. Uno che, invece, coi derby ci sapeva fare è, forse, il tecnico più inviso nella città del Santo degli ultimi anni. Parliamo di Alessandro Dal Canto, uno che ne fece quattro a Foscarini al Tombolato il 4 settembre 2011 (doppio Cuffa, doppio Ruopolo) e che replicò il successo pure al ritorno (1-0, gol di Trevisan). Ma la pagina più nera della storia recente del Padova fu lo 0-4 del 22 marzo 2014 (Pellizzer, Azzi, Perez, Donnarumma). Uno smacco che costrinse il duo Penocchio-Valentini a uscire dallo stadio sotto scorta e che molti tifosi (pure schierati in larga maggioranza a suo favore) non hanno mai perdonato neppure a Michele Serena. Che sedeva sulla panchina biancoscudata in quel pomeriggio da tregenda, preludio alla retrocessione e alla sparizione del club. Poi rinato dalle ceneri e pronto a riprendersi tutto con gli interessi.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (sesta giornata, sabato 10 ottobre). Ore 14.00: Lumezzane-Pro Patria. Ore 15.00: Cuneo-Mantova, SudTirol-FeralpiSalò. Ore 17.30: AlbinoLeffe-Pavia, Giana Erminio-Bassano, Pordenone-Cremonese, Pro Piacenza-Alessandria. Ore 20.30: Cittadella-Padova, Reggiana-Renate.
Ore 08.28 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Bassano 13, FeralpiSalò 10, Pavia, Reggiana e SudTirol 9, Cittadella, Giana Erminio, Padova e Pordenone 8, Alessandria 7, Cremonese, Lumezzane e Pro Piacenza 6, Mantova 4, AlbinoLeffe e Renate 3, Cuneo e Pro Patria 0.
Ore 08.26 – Lega Pro girone A, risultati e marcatori della quinta giornata: Bassano-Cuneo 2-0 (Falzerano (Ba) al 6′ pt, Misuraca (Ba) al 43′ pt), Padova-SudTirol 0-2 (Maritato (St) al 13′ pt e su rigore al 24′ pt), Pro Patria-Pordenone 1-4 (Cattaneo (Pn) al 25′ pt, De Agostini (Pn) al 34′ pt, Taino (Pp) al 7′ st, Pasa (Pn) al 16′ st, De Cenco (Pn) al 19′ st), Alessandria-Albinoleffe 2-1 (Sosa (Al) al 45′ pt, Soncin (Ab) su rigore al 29′ st, Mezavilla (Al) al 44′ st), Pavia-Cittadella 1-2 (Bobb (Ci) al 44′ pt, Ferretti (Pv) su rigore al 36′ st, autorete di Biasi (Ci) al 42′ st), Renate-Lumezzane 0-2 (Barbuti (Lu) al 3′ pt, Russini (Lu) al 35′ st), Cremonese-FeralpiSalò 0-1 (Pinardi (Fs) su rigore al 45′ st), Giana Erminio-Pro Piacenza 1-2 (Rantier (Pp) al 7′ st, Bruno (Ge) al 45′ st, Ruffini (Pp) al 47′ st), Mantova-Reggiana 0-2 (Arma (Re) al 6′ pt, autorete di Gavazzi (Re) al 43′ st).
Ore 08.24 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.22 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 9 ottobre: rifinitura serale all’Euganeo, assenti Neto Pereira e Favalli che quindi alzano bandiera bianca per la sfida col Cittadella.