Live 24! Padova-Mantova, il giorno dopo: torna il sorriso sulle labbra dei Biancoscudati

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Ore 20.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Contro il Novara l’ambiente biancorosso attendeva la prima vittoria interna del Vicenza, invece è arrivata la prima sconfitta al Menti, la seconda della gestione di Pasquale Marino. Prima di venerdì sera aveva perso in casa solo contro il Carpi schiacciasassi del campionato scorso. Uno stop pesante anche perché arrivato dopo una prestazione oggettivamente brutta, in cui il Vicenza non ha fatto gioco ma non è nemmeno riuscito a mostrare quella grinta e quella determinazione che sono sempre state armi importanti delle squadre di Marino. E’ mancata anche la reazione dopo i gol del Novara, quasi come se la squadra si fosse arresa ad una sconfitta meritata ma tutt’altro che inevitabile. «C’era tanta voglia di vincere, ma forse anche un po’ di ansia — spiega Marino — il fatto di non aver mai vinto in casa probabilmente pesa e contro il Novara non siamo riusciti a giocare la partita che avevamo preparato. Inoltre ci siamo fatti trovare spiazzati sul primo e sul secondo gol, e continuiamo a subire reti lasciando liberi gli avversari in area di rigore, e questo significa che non ci siamo dal punto di vista dell’attenzione e della concentrazione. Dopo un primo tempo in cui, pur tra qualche difficoltà, la partita l’avevamo fatta — continua il tecnico del Vicenza — abbiamo sbagliato il secondo tempo; non ci è riuscito mai di giocare il nostro calcio; siamo stati lenti in tutte le cose che abbiamo provato a fare, a cominciare dalla nostra impostazione della manovra». E Marino non sa spiegarsi perché nel secondo tempo il Vicenza sia entrato in campo lezioso e poco aggressivo. «E’ evidente che dobbiamo migliorare in tante cose — dice — avere più densità centrale ma prima di tutto ritrovare la nostra identità. Tempo per lavorare non ce n’è perché martedì sera saremo di scena a Trapani, in un campo difficile. Noi però dobbiamo rialzare la testa subito, non abbiamo alternative». Il pensiero del tecnico biancorosso racchiude tutte le problematiche di un Vicenza che è alla seconda sconfitta consecutiva e che martedì sarà in trasferta, con alle porte un’altra partita esterna, a Cagliari lunedì 2 novembre. Il momento è molto delicato e ne è del tutto consapevole anche capitan Cinelli. «Purtroppo la verità è che se nel primo tempo qualcosa siamo riusciti a creare, nella ripresa non abbiamo proprio giocato, non siamo scesi in campo — precisa un Cinelli che non nasconde la sua preoccupazione — purtroppo non sappiamo cosa ci sia successo, perché avevamo preparato la partita convinti di poter fare bene pur consapevoli del valore del Novara. E’ comunque una sconfitta che ci deve servire da lezione, è necessario archiviare questa partita al più presto, gli errori ci devono servire per non ripeterli in futuro. Una prestazione così brutta in un campionato può capitare, ma la cosa importante è che non deve ripetersi». Dopo due sconfitte consecutive la classifica è peggiorata, con il Vicenza che finora aveva stazionato nella parte sinistra della classifica, mentre oggi è scivolato dall’altra parte. «Siamo alla nona giornata e la strada è ancora molto lunga — sottolinea Cinelli — dobbiamo girare pagina subito perché alle porte abbiamo due trasferte complicate, in campi difficili. Adesso ripetere che dobbiamo reagire è giusto ma non conta a niente, perché la reazione dobbiamo farla vedere in campo andando a fare punti martedì sera a Trapani».

Ore 20.10 – (La Provincia Pavese) Un po’ di amarezza nel clan del Pavia nel dopo gara. Mister Marcolini analizza fra l’altro: «Dovevamo vincere, sapevamo che la Giana ci avrebbe creato problemi, perchè ha ritmo ed intensità, noi siamo stati purtroppo un po’ leggeri in un paio di situazioni». Ancora il tecnico savonese: «Il primo tempo è stato classico per la Lega Pro, una squadra che attacca con foga e un’altra che cerca di ribattere colpo su colpo. Per fortuna siamo stati in superiorità numerica, per 20’ abbiamo trovato geometrie e il gol. Inoltre in un altro paio di situazioni le cose potevano andare molto meglio, poi ci siamo spaventati e abbiamo calato il ritmo». Su questi particolari il tecnico del Pavia ritiene si debba lavorare e migliorare in settimana. Il rigore della Giana c’era? «Non ho visto benissimo, comunque non mi sembrava ci fosse e in ogni c aso noi non avremmo dovuto subirlo». Cosa ci voleva per vincere? «Di più di quello che abbiamo fatto», conclude Marcolini. Per Andrea Ferretti c’è rammarico per la rete subita nel finale: «E’ chiaro che nello spogliatoio c’era un po’ di arrabbiatura, sono due punti sciupati. Dobbiamo rimetterci a lavorare in vista della partita di sabato prossimo in casa contro il Padova». «Occorre anche dare merito alla Giana, che ha giocato bene con grande determinazione e spirito. Per quanto concerne la classifica, diciamo che siamo stati privi fino a pochi minuti dalla conclusione della gara, il rigore di Bruno ci ha rigettato al terzo posto». Ottima combinazione con Bellazzini sul gol… «Mi ha dato un bellissimo pallone, poi devo dire che occorreva insistere ma non c’è stato verso di trovare altre azioni pericolose. Il Giana ha giocato bene sia in dieci che in undici». La parola anche a mister Cesare Albè, soddisfatto per il punticino arrivato in extremis: «Un elogio ai miei giocatori, ci hanno creduto fino alla fine. L’espulsione ha condizionato i nostri piani, ma alla fine è andato tutto bene con il pareggio».

Ore 19.40 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Bassano e Reggiana 18, Cittadella 17, Pavia 16, Alessandria 14, FeralpiSalò, Lumezzane e Padova 12, Pordenone e SudTirol 11, Cremonese e Giana Erminio 10, Cuneo 9, Mantova 8, Pro Piacenza 7, AlbinoLeffe 6, Renate 4, Pro Patria 0.

Ore 19.30 – Lega Pro girone A, risultati e marcatori dell’ottava giornata: Lumezzane-Pordenone 2-0 (Barbuti (Lu) al 24′ st, Cruz (Lu) al 26′ st), Reggiana-Cremonese 1-0 (Mogos (Re) al 15′ pt), Alessandria-Renate 4-1 (Nicco (Al) al 5′ pt, Bocalon (Al) al 19′ pt, Marras (Al) al 33′ pt, Valotti (Re) al 3′ st, Fischnaller (Al) su rigore al 33′ st). Giocate ieri: , Cuneo-SudTirol 3-1 (Bassoli (St) al 33′ pt, Corradi (Cu) al 38′ pt, Chinellato (Cu) al 22′ st e al 38′ st), Padova-Mantova 3-0 (Neto Pereira (Pd) al 4′ pt, Petrilli (Pd) al 21′ e al 24′ st), AlbinoLeffe-Cittadella 2-0 (Danti (Al) al 5′ e al 46′ pt), Bassano-Pro Patria 1-0 (Proietti (Ba) al 36′ st), Giana Erminio-Pavia 1-1 (Ferretti (Pv) al 18′ st, Bruno (Ge) al 45′ st), Pro Piacenza-FeralpiSalò 0-0

Ore 19.20 – (La Provincia Pavese) Gioca da provinciale, il Pavia,segna a sorpresa in una delle rare azioni offensive – nonostante la superiorità numerica per un tempo – e va a un passo da un successo che significherebbe primato in classifica. Sogno che svanisce al 90’. Ma diciamolo subito: la Giana il pareggio lo aveva strameritato. Ritmo, corsa ed entusiasmo. Le grandi risorse dei padroni di casa di cui aveva parlato mister Marcolini alla vigilia della gara sono proprio quello che consentono ai biancazzurri di partire bene e far soffrire il Pavia, che fatica a trovare trame decenti. La gara la fanno i padroni di casa, con gli azzurri che sembrano quasi voler accettare il maggiore dinamismo degli avversari. Dopo venti secondi Malomo è costretto a un recupero su Bruno lanciato a rete, e dopo un minuto Marotta viene liberato in area da un passaggio filtrante che sorprende la difesa azzurra: la mezzala della Giana sceglie di battere subito a rete, forse non la scelta più saggia, e Facchin salva di piede. Malomo al 3’ manca la palla in area di rigore della Giana dopo un’azione confusa, e all’11 Bellazzini prova il sinistro rasoterra cgiamando il portierino Sanchez all’allungo. Ma sono sprazzi, perché è la Giana, che Albé ha schierato con un rombo che ha Gasbarroni per vertice alto, a imporre il ritmo. Proprio Gasbarroni al 36’ con un’azione personale si incunea nella difesa azzurra e scarica a rete, con Facchin che fa scudo con i pugni. E’ emblematico che la migliore azione del Pavia sia condotta al 42’ da Abbate, bravo ad avanzare e a chiamare un paio di scambi con palla che arriva a Ferretti, anticipato. Due minuti dopo però il match prende un piega inaspettata, favorevole al Pavia. Grauso, subentrato e già ammonito, paga con il secondo giallo un intervento inutile a centrocampo. La Camera prova ad approfittarne subito con una sventola dai 25 metri che gira fino a sfiorare la base del palo. La ripresa però comincia come se nulla fosse stato: la Giana in dieci continua a fare la partita e all’8’ Bruno a conclusione di una bella azione sfiora l’incrocio. Il sinistro di Ferretti al 13’ è un lampo, perché al 17’ è la Giana Erminio ad andare più vicina al gol con il diagonale di Cogliati che esce di pochissimo. E allora un minuto dopo nell’unica valida verticalizzazione il Pavia va in vantaggio: la palla scorre da Siniscalchi a Cesarini che manda Ferretti a tu per tu con Sanchez e lo infila. La girata di Bruno al 35’ e poi la punizione a giro di Biraghi danno a un’encomiabile Giana l’illusione di poter raggiungere il pareggio. Che però arriva al 90’ per un rigore trasformato da Bruno per un mani fischiato a Sabato. Che poi poco dopo si fa anche espellere.

Ore 18.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La temuta «bischerata» dei suoi mister Sottili la evita in extremis. Bravissimo questo Bassano a non cadere nella più temuta delle leggi pallonare e a vincere con uno splendido gol di Proietti. L’happy hour di ieri al Mercante contro la Pro Patria si è risolto solo all’81’, dopo una gara difficile da decifrare. I virtussini si portano in testa alla classifica superando nel derby a distanza il Cittadella, che è caduto a Bergamo con l’Albinoleffe. Alla vigilia, la gara era particolarmente temuta dal mister giallorosso. Facile capire perché: in casa del Bassano, la Pro Patria si presenta con tutti i sfavori del pronostico. Ultima, con zero punti e con una difesa colabrodo, l’unico appiglio a cui attaccarsi era lo stravolgimento in panchina dove per la prima volta si siede Alessio Pala. L’inizio del match è tutt’altro che facile per i giallorossi, imbrigliati forse più dalla paura di scivolare nella classica buccia di banana, che per la reale consistenza della formazione ospite. La prima mezzora scivola liscia con il taccuino vuoto e solo qualche timido affondo sulle fasce. La vera occasione viene da calcio d’angolo: Barison e Pietribiasi al 27’ non trovano la deviazione sotto porta. La chance sfumata ha il merito di svegliare la squadra che ben guidata da Cenetti e Falzerano sembra solo aspettare il momento per affondare. Invece le barricate tigrotte reggono sino all’intervallo. Servirebbe una fiammata per cambiare il corso di una partita bloccata. Sottili si gioca la carta Candido a inizio ripresa, per un Falzerano ingiustamente fischiato, ma le azioni di rilievo si vedono con il contagocce. Come quella di Pietribiasi che tutto solo spara addosso a La Gorga un’incornata troppo centrale. E allora spazio anche a Fabbro, nella speranza che il baby talento accenda la serata. Cosa che nemmeno a lui riesce troppo. La Pro spezza continuamente il gioco, la difesa stringe ulteriormente le maglie e quando il Bassano arriva in condizione di passare sale in cattedra La Gorga. L’estremo difensore dei bustocchi prima si esalta individuando la traiettoria ravvicinata di un destro di Iocolano, poi vola letteralmente all’incrocio su un missile del neo entrato Germinale. Il forcing del Bassano continua a martellare il muro difensivo eretto dalla Pro Patria e la trincea si spezza solo a dieci dal termine. Proietti raccoglie palla oltre il limite, fa partire un missile che complice una deviazione spiazza La Gorga. Il Mercante esplode, il Bassano termina in dieci per un infortunio a Semenzato, ma stringe i denti e vola in testa alla classifica del girone.

Ore 18.20 – (Gazzettino) Bortollotto in pieno recupero firma il pareggio (contestato) che consente all’Abano di conquistare un punto preziosissimo che dà un po’ di ossigeno alla classifica e anche morale. Padovani in campo con il 3-4-3, nel quale si rivede proprio Bortolotto, al rientro da un infortunio. In avvio subito un’occasione d’oro sui piedi di Rampin, ma Scantamburlo si salva. Poi ci prova Bortolotto da fuori area, sfera a fil di palo. Da registrare un solo intervento di Rossi sul colpo di testa di Zecchinato. La ripresa si apre ancora all’insegna dei neroverdi che trovano subito il vantaggio. Ad andare a segno è Barichello con una conclusione sotto la traversa. Qualche minuto più tardi Tescaro in area manda fuori di poco. A questo punto si scuotono i padroni di casa e Zecchinato ripristina la parità con una punizione. Passano pochi minuti e i trevigiani ribaltano il risultato: l’arbitro concede il rigore per un fallo di Meneghello ai danni dell’ex biancoscudato Pittarello, dal dischetto fa centro ancora Zecchinato. Poi è l’Abano a spingere fino alla fine, e i suoi sforzi sono premiati in pieno recupero con un gol di Bortolotto, contestato dal Montebelluna per un fuorigioco dell’attaccante aponense. Ecco il tecnico Massimiliano De Mozzi, che si sofferma proprio su questo episodio: «Bortolotto era in fuorigioco sul cross di Segato, ma è stato rimesso in gioco da un giocatore del Montebelluna che ha svirgolato la palla. Il guardalinee aveva alzato la bandierina, ma l’arbitro ha interpretato il regolamento in maniera perfetta assegnando il gol». Poi sulla gara aggiunge: «In questo momento dobbiamo accettare anche il punto che ci consente di muovere la classifica e guardare il bicchiere mezzo pieno. Anche in questa occasione abbiamo avuto nel primo tempo un dominio territoriale sul piano del gioco quasi imbarazzante, senza però finalizzare. Forse i ragazzi si fanno trascinare dal volere fare qualcosa in più, e invece dobbiamo giocare in modo più semplice».

Ore 18.00 – (Mattino di Padova) La partita si riassume in due fotogrammi. Il primo, commovente: Zecchinato sigla il momentaneo 1-1 e corre ad abbracciare (e quasi soffocare) l’allenatore Fonti. Il secondo, spietato: Bortolotto, rimesso in gioco da Bressan, realizza il 2-2 dell’Abano nell’ultimo dei cinque minuti di recupero (e fra lo stupore della retroguardia biancoceleste). L’Abano ha confuso inizialmente le idee al Monte, schierandosi con il 4-3-3. Prima frazione dai ritmi blandi e con pochissime occasioni degne di questo nome. I montebellunesi ci provano su punizione con lo specialista Perosin: palla a fil di traversa. Regna la noia, l’Abano costruisce qualcosa in più, ma non va oltre un tiro telefonato di Creati. De Mozzi carica però bene i suoi nell’intervallo. Tanto che l’avvio di ripresa è micidiale. Barichello sgomma in mezzo all’area e approfitta della prima incertezza dei centrali biancocelesti: padovani in vantaggio. Per il Monte sembra mettersi male, ma due calci da fermo capovolgono la partita. Sale in cattedra Zecchinato che con una doppietta scaccia i fantasmi che cominciavano ad aleggiare sulla panchina biancoceleste. Prima realizza una punizione rasoterra dai 20 metri, poi trasforma il rigore procurato da Nchama, affossato da Ballarin (18’). Pittarello manca invece la terza segnatura. L’Abano appare stordito. Il Monte dilapida altre due buone sortite. Poi manca ancora 1’ di recupero, quando Bortolotto si trova tutto solo in area e può insaccare il definitivo 2-2. L’assistente, precipitoso nel sollevare la bandierina, è contraddetto dall’arbitro. Il Monte protesta. Ma il tocco involontario di Bressan annulla il fuorigioco e rende regolare la posizione di Bortolotto.

Ore 17.30 – (Gazzettino) A Bergamo sembrava di rivedere la partita con la Pro Piacenza. Il Cittadella è sorpreso dal gran pressing dell’Albinoleffe, anzi no, a sentire Roberto Venturato a fine gara: «Non ci hanno sorpresi, sapevamo che ci avrebbero aggredito sin dal primo minuto. Loro sono partiti bene, noi invece non siamo riusciti a tenere e abbiamo preso gol subito. Detto questo, ho avuto la sensazione che anche nel primo tempo il Cittadella sia riuscito ad uscire alla distanza, anche se non ha creato particolari occasioni per pareggiare». La “spallata” all’incontro, se così possiamo definirla, l’ha data l’errore di Alfonso prima di tornare negli spogliatoi a prendere il the. «Abbiamo commesso un gravissimo sbaglio a un minuto dalla fine del primo tempo. Abbiamo regalato il gol, non possiamo permetterci certe leggerezze». Tra l’altro non è la prima volta che si vedono errori del genere, è capitato anche in Coppa Italia. «Su questo campo si è ripetuta una situazione simile – ricorda Venturato – Il Cittadella nella ripresa ha disputato una discreta partita, ha creato due, tre occasioni importanti senza fare gol, altre volte abbiamo calciato oltre la traversa». Venturato richiama tutti all’umiltà: «Dobbiamo fare una sana autocritica, guardare avanti e ripartire. Ormai questa è andata, dobbiamo renderci conto che in campionato tutte le partite sono difficili se non affrontate al meglio. Dobbiamo lavorare per puntare alla continuità nei risultati, se vogliamo restare tra le prime della classifica. Non ci dobbiamo abbattere in questo momento ma tirarci su le maniche e lavorare». Coralli al posto di Jallow. «Una scelta tecnica, in settimana mi sembrava sottotono rispetto agli ultimi tempi. Ho schierato in campo coloro che mi sembravano maggiormente in condizione. Ci è mancata la concretezza, a livello fisico non siamo mancati». Poi Bobb per Paolucci: «Avevo questo dubbio all’inizio della partita – sottolinea Venturaro – Nella ripresa l’ho messo in campo contando sulla sua forza fisica, mi serviva un giocatore con le sue caratteristiche».

Ore 17.10 – (Gazzettino) Quello che non ti aspetti. Il Cittadella perde la sua prima partita del campionato e anche il primato in classifica, sorpreso da un Albinoleffe – era penultimo in graduatoria, con una sola vittoria – che in campo ha riversato un pressing asfissiante per tutto il primo tempo. Aldilà dei meriti della squadra bergamasca, vanno sottolineati i (grossi) demeriti di quella di Venturato, che ha regalato il 2-0 sul finire della prima frazione e fallito due clamorose occasioni in avvio di ripresa che potevano riaprire la partita. Così non è stato, questa volta Litteri e Coralli hanno tradito davanti alla porta avversaria. Capita, anche ai più forti. La nota positiva della giornata è rappresentata dal debutto stagionale di Alessandro Sgrigna, alla prima gara ufficiale dopo l’infortunio durante la preparazione estiva. Venturato conferma le indiscrezioni della vigilia, l’unica novità è rappresentata da Coralli in attacco a fianco di Litteri, Jallow si accomoda in panchina. Come previsto, invece, Paolucci torna titolare dopo aver riposato con la Giana Erminio. L’Albinoleffe si schiera con un modulo pressoché speculare a quello granata, con Danti ad agire alle spalle dei due attaccanti. Ma non è lo schieramento tattico dei padroni di casa a sorprendere il Cittadella bensì l’atteggiamento: tanto pressing sui portatori di palla avversari complicano le giocate di Iori & C. che nel primo tempo non riescono mai imporsi. Se ci mettiamo poi che alla prima occasione l’Albinoleffe passa in vantaggio, tutto si fa più complicato per il Cittadella: Soncin al limite serve Danti che sulla linea dell’area lascia partire un sinistro radente che si infila nell’angolino. Sono trascorsi appena cinque minuti, ci sarebbe tutto il tempo per recuperare, invece i granata patiscono l’aggressività dell’Albinoleffe (sembra di rivedere una copia esatta della partita con la Pro Piacenza). Ci vuole una grande chiusura di Pascali su Soncin ad evitare guai peggiori, il Cittadella sfiora il pari alla mezz’ora, con il pallone scagliato da Salvi sul quale ci mette la punta del piede Coralli, alto di poco. Al 44′ primo brivido freddo: retropassaggio corto di Scaglia per Alfonso che svirgola il pallone pressato da Soncin che poi gli frana addosso, l’arbitro fischia fallo. La frittata il portiere la fa due minuti dopo, quando scivola prima di intervenire sul pallone, Danti quasi non ci crede, conquista palla e la deposita nella porta vuota. In avvio di ripresa il Cittadella potrebbe subito rimettere le cose a posto, ma prima Litteri spreca con un’improbabile girata al volo l’assist perfetto di Coralli, poi lo stesso Coralli – tutto solo – sparacchia sul portiere che aveva appena respinto la conclusione di Litteri. Niente da fare, da qui si capisce che non è giornata per il Cittadella, la conferma si ha nel recupero, quand’anche Sgrigna, di sinistro, sparacchia alto sulla traversa. Adesso bisogna subito girare pagina, sabato al Tombolato arriva l’Alessandria, sulla carta uno squadrone.

Ore 16.50 – Lega Pro girone A, termina anche la seconda gara odierna: Reggiana-Cremonese 1-0, ed emiliani che raggiungono al primo posto il Bassano.

Ore 16.30 – (Mattino di Padova) E venne il giorno della prima sconfitta. Roberto Venturato deve metterci la faccia. Nel dopo-partita il tecnico del Citta è contrariato. Mister, è sembrato di rivedere il primo tempo della gara con la Pro Piacenza: avete sofferto l’aggressività dell’avversario? «Non direi che siamo rimasti sorpresi: gli uomini di Sassarini cercano di non lasciar ragionare chi ha di fronte. Purtroppo, però, il gol preso quasi subito ha cambiato presto il volto alla gara. Noi abbiamo creato qualche occasione anche nel primo tempo ma non le abbiamo capitalizzate, innervosendoci un po’». Poi è arrivato il 2-0, che, in un certo senso, ha tagliato le gambe al Citta, ed è la terza volta, contando la gara di Coppa Italia contro l’Atalanta e quella di Busto Arsizio contro la Pro Patria, in cui i suoi uomini incassano gol su errore in disimpegno del portiere. «Sì, mi ha ricordato proprio la rete subìta in questo stesso stadio contro la squadra di Reja. Dobbiamo evidentemente lavorare su queste situazioni, mantenendo sempre alta la concentrazione». Nell’undici titolare ha stupito non riscontrare il nome di Jallow, che poi non è entrato nemmeno a gara in corso, quando teoricamente si sarebbe potuto rivelare utile con la sua velocità. Scelta tecnica o c’è dell’altro dietro all’esclusione del gambiano? «Scelta puramente tecnica. Vedendolo in settimana, ho avuto la sensazione che non fosse al meglio e avesse bisogno di rifiatare. E poi, lo ripeto, in questa rosa abbiamo alternative più che valide, non esistono titolari fissi». Paolucci sostituito dopo 45’ ha pagato il coinvolgimento nel pasticcio del gol combinato assieme ad Alfonso? «Non si cambia un giocatore solo per un episodio. L’ho tolto perché volevo irrobustire il centrocampo, dove eravamo in difficoltà, aggiungendo un po’ di forza. Per tutta la settimana ero incerto se utilizzare Yusupha dal primo minuto. Così, quando si è trattato di provare a cambiare qualcosa, l’ho inserito». Può rivelarsi una sconfitta salutare? «È sempre più salutare vincere. Però anche questo risultato serve a capire che è necessario continuare a lavorare per riuscire a raggiungere quella continuità imprescindibile per rimanere ai primi posti della classifica».

Ore 16.10 – (Mattino di Padova) Troppo brutto per essere vero. La peggior partita stagionale costa al Cittadella la prima sconfitta e pure la vetta della classifica. Allo stadio Atleti Azzurri d’Italia, impianto diventato un gioiellino dopo i recenti lavori di ristrutturazione, ma desolatamente semivuoto quando a giocare non è l’Atalanta, gli uomini di Venturato subiscono l’aggressività dell’Albinoleffe padrone di casa, regalando non solo il primo tempo, ma anche i due gol che decidono il match. In attesa che si completi il turno con le gare di questo pomeriggio, resta evidente che, giocando così, è difficile accarezzare il sogno del primo posto che regala la promozione diretta. La testa altrove. Cittadella in campo con un cambio rispetto alle attese: Coralli titolare al posto di Jallow in attacco, mentre Paolucci, come previsto, si riappropria della maglia di mezz’ala sinistra. Nell’Albinoleffe la novità è legata alla disposizione tattica, con i biancoazzurri che rinunciano alla difesa a cinque per scegliere un modulo speculare a quello granata, con Danti a giostrare dietro a Soncin e Girardi. Ed è proprio Danti a punire gli ospiti dopo appena cinque minuti di gioco, con Soncin che gli offre la palla al limite dell’area e il centrocampista biancoazzurro che ha tutto lo spazio per pescare un letale diagonale mancino, mentre i centrali difensivi e Schenetti tardano a chiudere. La reazione degli uomini di Venturato è tutta raccolta in un paio di conclusioni da fuori, di Schenetti e Chiaretti, respinte in qualche modo da Amadori. Il Citta, però, ricorda più quello abulico visto con la Pro Piacenza che la squadra concentrata e solida del filotto di quattro vittorie consecutive che le ha permesso di issarsi in vetta. E così il 2-0 è quasi una naturale conseguenza e segue un copione già visto altre volte, peraltro anche in questo stesso stadio in Coppa Italia: Paolucci passa indietro il pallone ad Alfonso e il portiere cuoce la… frittata, non controllando come dovrebbe. Danti, ancora lui, è rapace nel rubargli la sfera, andando a depositarla in rete per il 2-0. Reazione sterile. Dopo l’intervallo, Paolucci paga per tutti, lasciando il posto a Bobb. Il Citta pare avere finalmente un altro piglio e confeziona subito la prima palla-gol, con il nuovo entrato che serve in area Coralli: sponda di “Ciccio” e conclusione al volo di Litteri che, da pochi passi, spara sopra la traversa. Al 10’ i due attaccanti granata sprecano ancora: Bobb innesca una ripartenza, Litteri penetra in area, Amadori smanaccia sul suo diagonale, Coralli a botta sicura calcia addosso al portiere. È anche l’ultima occasione della punta di Borgo San Lorenzo, che poi lascia il posto a Sgrigna, alla prima presenza stagionale dopo il brutto infortunio rimediato nel corso del ritiro di Lavarone. Di fatto, però, di veri pericoli il Cittadella non ne produce più, se si eccettuano un paio di reti annullate per fuorigioco.

Ore 15.50 – Lega Pro girone A, terminata la prima partita odierna: Lumezzane-Pordenone 2-0.

Ore 15.30 – (Corriere del Veneto) Evidentemente dev’essere un vizio. O comunque un difetto su cui lavorare incessantemente nell’immediato futuro. Il Cittadella perde a sorpresa a Bergamo contro l’Albinoleffe e nel 2-0 finale non c’è nulla da eccepire. Cambio della guardia, dunque, in testa alla classifica. E’ durato solo una settimana il primato granata, sconfitti ancor più nettamente di quanto non dica il punteggio. Un ko a sorpresa, il primo stagionale, quello maturato al Comunale per 2-0, che tuttavia ha precise spiegazioni, soprattutto perché arrivato dopo una partita cominciata male e rimessa in piedi in qualche modo con un secondo tempo dignitoso. Ko netto e originato da un atteggiamento in campo tutt’altro che irreprensibile e già palesato in altre circostanze contro le squadre di medio-bassa classifica. Qualche sorpresa alla lettura delle formazioni: c’è Coralli, inserito al posto di Jallow, che non giocherà poi neppure un minuto. E si capisce subito che non è giornata. Al 5’ Danti beffa Alfonso con un sinistro su assist di Soncin, gelando un Cittadella che accusa il colpo e non reagisce. Unico lampo, quello di Coralli, che al 30’ mette a lato da buona posizione. L’Albinoleffe aspetta, si muove con circospezione ma dà sempre l’idea di poter colpire. E concede il bis nel finale di tempo, sfruttando un gravissimo errore del portiere granata Alfonso. Che sbaglia lo stop, scivola perdendo palla e dà il via libero al raddoppio dell’esterno d’attacco seriano. Il 2-0, di fatto, chiude i conti, nonostante nella ripresa Venturato le provi tutte per scuotere i suoi giocatori. In apertura di ripresa si cerca la rimonta (occasioni per Litteri e Coralli, che spara addosso al portiere), ma ci si ferma su due gol annullati: il primo al 21’ a Pascali per fuorigioco, il secondo in pieno recupero a Litteri, sempre per posizione di offside. E così in vetta ecco il cambio della guardia. Al Mercante il Bassano rischia grosso contro il fanalino di coda Pro Patria. Preme per 80 minuti, poi al 36’ passa con Proietti, che indovina l’angolino giusto complice una deviazione. Finisce 1-0, con i giallorossi che chiudono in dieci per l’infortunio di Semenzato con i cambi già esauriti. Ma il Bassano è di nuovo in testa, per il Cittadella tanti interrogativi dopo una trasferta da dimenticare. Servirà una sterzata, decisa e immediata.

Ore 15.00 – (Gazzetta di Reggio) Gente che va, gente che viene. Non c’è pace per l’infermeria granata, ed è proprio dalla situazione infortunati che inizia l’analisi di Alberto Colombo. «Spanò ha ancora qualche problemino ma dovrebbe essere della partita – spiega il tecnico granata al termine della rifinitura – Giannone convive con il dolore ma è abile per la gara. Ci sarà il rientro di Pesenti, più come incentivo che come possibilità di scendere in campo. Per lui è stata la prima settimana di lavoro dopo cinque mesi di inattività e ci vorrà almeno un’altra settimana per raggiungere una condizione accettabile. Nolè è ancora fermo ma dalla prossima settimana rientrerà in gruppo così come Di Nicola. L’unico che in questo momento è fermo è Danza. Oltre naturalmente a Meleleo che è appena stato operato. Per il momento sono loro i lungodegenti anche se Danza dovrà essere valutato di settimana in settimana». Feralpi, Cremonese e Sudtirol era il trittico che temeva. L’ostacolo Feralpi è stato superato in modo agevole anche per una serie di episodi favorevoli, il vero banco di prova sarà quindi la gara di oggi contro la Cremonese? «Temo la Cremonese perché la vedo una squadra compatta che può dare noia a chiunque. Ha un allenatore che ha nell’organizzazione uno dei punti di forza in più ci sono singoli che possono decidere la gara. Non dobbiamo assolutamente rilassarci e pensare a quello che abbiamo fatto perché quello che c’è da fare è ancora tanto». La sensazione da fuori è quella di un grande entusiasmo: è così anche da dentro? «L’entusiasmo è giusto che ci sia perché stiamo vivendo un momento positivo. L’importante è che questo entusiasmo non diventi superficialità nell’affrontare gli avversari perché commetteremmo un gravissimo errore». L’anno scorso sosteneva di temere sempre di più la sua squadra rispetto agli avversari: la tendenza si è invertita? «E’ vero, perchè fino ad ora sul campo ha sempre risposto “presente” e di approcci negativi alla gara non ce ne sono mai stati». E’ cambiato qualcosa dopo il successo di Salò? «Non è cambiato niente, e niente deve cambiare. Dobbiamo mantenere il giusto equilibrio e cercare, come a Salò, di portare gli episodi dalla nostra parte». La partita di Salò potrebbe rappresentare lo spartiacque della stagione? «Lo potrò dire alla fine di questo trittico. Dopo le prime dieci partite si può capire di che pasta è fatta una squadra». Negli ultimi anni la Cremonese è stata un’eterna promessa: lei come la vede quest’anno? «Spero che anche quest’anno rimanga un’incompiuta. Battute a parte, credo che proveranno anche quest’anno a fare il salto di categoria». Abbruscato si sta allenando con i giovani: ci sono idee in questa direzione? «In questo momento non è nelle nostre idee. Senza nulla togliere alla carriera che ha fatto».

Ore 14.50 – (Gazzetta di Reggio) Al Città del Tricolore (ore 15) ritorna una classica: Reggiana-Cremonese. Le due squadre si sono affrontate quasi 70 volte ed in tutte le categorie, così come tanti sono i giocatori ad aver vestito entrambe le maglie ma, ai meno giovani, questa sfida richiama soprattutto la prima storica vittoria nella massima serie targata Marchioro: 21 novembre ’93. Lontani ricordi per due società che convivono da anni in terza serie con alterne fortune e tra le cui tifoserie vige un solido gemellaggio tra le due tifoserie che renderà che rende questa partita motivo di festa anche sugli spalti. Senza dimenticare il momento di solidarietà quando i giocatori scenderanno in campo con la maglia “Io mi impegno”, una raccolta fondi a favore del reparto di Gastroenterologia del Santa Maria. Ultimo, ma non meno importante, oggi verrà osservato il minuto di raccoglimento in memoria dell’ex presidente Clarfiorello Fontanesi, scomparso una decina di giorni fa. Poi, dopo il nuovo inno granata che accompagnerà l’ingresso delle squadre, sarà il manto verde a stabilire le gerarchie tra granata e grigiorossi: la classifica dice che la Reggiana è in vantaggio di 5 punti con la truppa di Colombo che viaggia a vele spiegate dopo tre vittorie consecutive (maturate con nove reti all’attivo e zero al passivo) ed un entusiasmo crescente dei tifosi e dei tanti sponsor che continuano ad unirsi al Pool Granata. Due mesi fa le due compagini si affrontarono in amichevole allo Zini di Cremona, quando a Reggio ancora si ipotizzava di far parte del girone B: finì 1-1 grazie al gol iniziale di Brighenti su rigore pareggiato da Castellana alla mezz’ora. Difficile trarne indicazioni perché Bruccini (l’ex di turno oggi squalificato) e compagni erano ancora schierati col classico 4-3-3, la regìa era guidata da Vacca e davanti c’era Sinigaglia al fianco di Arma mentre il gruppo di Pea, appena arrivato sulla panchina, era in fase embrionale con tanti volti nuovi in un gruppo, solo sulla carta, meno ambizioso degli anni scorsi. Tre pareggi sono il bottino esterno della Cremonese ma su campi difficili come Bassano, Pordenone e Alessandria quindi per la Regia sarà una matassa complicata da dipanare anche se il nuovo 3-5-1-1 di Colombo sembra già digerito dai suoi, molto meno dagli avversari di turno. Molto dipenderà dalla determinazione con cui scenderanno in campo i granata, sfatando il tabù dei brutti primi tempi casalinghi. Ci sarà solo il rientro di Bartolomei per Bruccini ma gli altri sono quelli di Salò, pronti cercare quel poker di vittorie consecutive che proietterebbe la formazione del presidente Compagni al comando, visto che il Cittadella ieri ha perso 2-0 a Bergamo ed è sceso dal trono…

Ore 14.30 – (Gazzettino) L’Este affronta l’Union Ripa Fenadora tra le mura amiche, dove ha vinto le ultime due gare, per ritrovare il sorriso dopo aver raccolto un punto nelle due trasferte di fila: squalificato Tiozzo, Favre non sarà probabilmente portato neanche in panchina. «Ai ragazzi ho detto che abbiamo a disposizione solo un risultato su tre – afferma Andrea Pagan – Pareggiare non basta dato che dobbiamo riprenderci i punti lasciati per strada con Belluno e Triestina. Abbiamo preparato molto bene la partita, veniamo da due successi in casa e dobbiamo continuare questo trend. Vincere ci permetterebbe di fare anche un salto in avanti in classifica». La Luparense San Paolo se la vede con la Liventina a Motta di Livenza e l’obiettivo è riprendere la marcia dopo lo stop con il Campodarsego. Rientra Nichele che giocherà con una maschera protettiva al naso, e torna a disposizione Praticò che ha scontato la squalifica. In dubbio Severgnini (frattura a una costola). Così Enrico Cunico. «Affrontiamo una squadra che ha più punti di noi e che ha perso 2-1 con il Venezia, significa che ha valori e qualità. Stiamo bene, dobbiamo essere concentrati e determinati. Il ko con il Campodarsego? Prendiamola da insegnamento. Ha evidenziato errori grossolani che non ci possiamo permettere e in settimana ci abbiamo lavorato parecchio. Ma un passo falso non può cancellare quanto di buono è stato fatto in precedenza, fa parte del percorso di crescita».

Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia a Campodarsego, con l’obiettivo di rimanere l’unica squadra imbattuta del girone C. Sfida d’alta quota contro la seconda in classifica che non ha ancora mai perso, proprio come gli arancioneroverdi di Favaretto. «Vedendo l’organico, non mi stupisce che il Campodarsego sia in questa posizione. Lo dicono anche i numeri, non solo quelli dei punti in classifica», osserva il tecnico veneziano. I padovani inseguono con 21 punti (-4 rispetto al Venezia), hanno segnato 17 gol (contro i 25 del Venezia) e subito 7 reti, appena una in più degli arancioneroverdi. «Anche se è una neopromossa, ha tutte le carte in regola per ambire a un posto al sole e contro di noi vorrà fare una grande partita», aggiunge il «Rosso». Tornare da Campodarsego con i tre punti significherebbe dare un segnale importante al campionato, oltre che allungare in classifica almeno sulla seconda, tenendo che la Virtus Vecomp, terza, è staccata di appena 5 lunghezze e oggi andrà a fare visita al Tamai. «Ma qualunque sarà il risultato — avverte mister Favaretto — non sarà certo decisivo. Anche vincendo, non potremo parlare di spallata al campionato, perché ci sono ancora troppi punti in palio. Il risultato sarà ininfluente da questo punto di vista. Ci sono squadre in questo momento attardate, che hanno però le qualità per ritornare in corsa, c’è tutto il tempo e ci sono tanti punti a disposizione. Siamo alla decima del campionato, forse tra altre dieci partite potremo dire davvero chi sarà ancora in corsa per salire». A Campodarsego, intanto, si festeggia l’arrivo del Venezia. Per la società e per il presidente presidente Daniele Pagin la partita di oggi rappresenta, infatti, «il momento più alto nella storia di questo club». Alla prima esperienza in serie D, la società ha allestito una squadra con un organico importante: «Giocatori come Bedin, Ruopolo, Radrezza, Aliu, Cacurio sono di categoria superiore», avverte mister Favaretto che ha allenato Cacurio per tre anni nelle giovanili arancioneroverdi: «Lo conosciamo bene, forse avrebbe meritato qualcosa in più nella sua carriera. L’allenatore, Antonio Andreucci, oltre che essere un amico è serio e preparato. Non avevo dubbi che sarebbe stata allestita una squadra solida». Finora i padovani hanno raccolto molto di più fuori casa (cinque vittorie in cinque partite) che sul proprio campo e forse non è un caso: «Intanto perché il terreno di gioco è stretto e questo penalizza un po’ tutti. E poi – osserva mister Favaretto – perché il Campodarsego ama giocare sulle ripartenze, chiudendosi per poi ripartire in contropiede. Nel complesso è una squadra organizzata, che ha ben pochi punti deboli». Mancherà per altro proprio mister Andreucci, squalificato: in panchina siederà il vice, Luciano Stevanato. Nelle fila del Venezia, invece, mancheranno Serafini e Calzi, squalificati. Tra i convocati si rivede Barreto, dopo lo stop per infortunio: «Ora sta bene, si è allenato tutta la settimana con noi, di sicuro sarà in panchina. Poi — chiude Favaretto — si vedrà nel corso della partita».

Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) Il Venezia prova a dare una spallata al campionato. Sfida al vertice a Campodarsego, due squadre imbattute, che insieme alla Virtus Vecomp hanno segnato la parte iniziale della stagione. Venezia riammesso in serie D, Campodarsego neopromosso, ma sono lì, al vertice della classifica, separate solo da quattro punti. Due squadre in salute, una vittoria del Venezia non chiuderebbe il campionato (ci saranno altre 28 partite), però consentirebbe la prima vera fuga. Serafini e Calzi squalificati, ma torna Barreto, inizialmente in panchina. Ballottaggio a sinistra in difesa (Luciani-Galli) e in mezzo al campo (Callegaro-Acquadro), mentre Modolo, Beccaro e Cernuto si giocano le due casacche da difensori centrali. «Non mi sorprende il cammino del Campodarsego» avverte Paolo Favaretto, «ha giocatori di qualità e di esperienza, ben guidata in panchina da Andreucci e ben costruita dal direttore generale Gementi. Una squadra che ha quasi sempre segnato e subisce pochi gol». Sfida diretta che cade dopo dieci partite. «Non sarà decisiva, troppo presto, qualsiasi sia il risultato. Finora le prime nove partite gare hanno detto che Venezia, Campodarsego e Virtus Vecomp stanno provando a scappare, ma dietro ci sono squadre che possono rientrare, vedi la Triestina, solo alla fine dell’andata sapremo chi lotterà per la promozione». Campodarsego impeccabile in trasferta (15 punti in 5 gare, l’ultima vittoria a San Martino di Lupari), più imbrigliato in casa (6 punti in 4 partite con una vittoria e tre pari). Con Vanzato in porta, Andreucci (oggi squalificato) può avere un senior di movimento in più, Arthur e Buson terzini, Pellizzer a centrocampo gli altri under. Maccan e Carbonaro dovranno fare i conti con Poletti e Ruopolo, in mezzo al campo esperienza da vendere in Bedin, ma è il tridente offensivo che promette scintille: Cacurio, cresciuto nelle giovanili del Venezia e per tre stagioni allenato da Favaretto, con 5 reti (due su rigore) è il capocannoniere, Radrezza deve ancora sbloccarsi su azione, l’albanese Aliù (13 reti in 27 gare in Eccellenza con il Campodarsego) è secco da due gare. Probabili formazioni. Campodarsego (4-3-3): 1 Vanzato; 2 Arthur, 5 Poletti, 6 Ruopolo, 3 Buson; 7 Piaggio, 4 Bedin, 8 Pellizzer; 11 Cacurio, 9 Aliù, 10 Radrezza. A disposizione: Merlano, Luna, Favaro, Galliot, Rubin, Michelotto, Tanasa, Fantinato, Gal. Allenatore: Antonio Andreucci (squalificato, in panchina Luciano Stevanato). Venezia (4-3-1-2): 1 Vicario; 2 Ferrante, 5 Modolo, 6 Cernuto, 3 L. Luciani; 7 Callegaro, 4 Soligo, 8 Calzi; 10 Fabiano; 9 Maccan, 11 Carbonaro. A disposizione: D’Alessandro, Di Maio, Galli, Beccaro, Malagò, Acquadro, Cangemi, Barreto, Innocenti. Allenatore: Paolo Favaretto. Arbitro: F. Luciani (Roma 1).

Ore 13.50 – (Gazzettino) Un avvenimento imperdibile, con il Campodarsego secondo in classifica che farà di tutto per fare lo sgambetto alla capolista Venezia e ridurre il distacco a un solo punto. Al Gabbiano oggi alle 14.30 lo spettacolo è assicurato per una sfida dalle mille emozioni tra le due uniche formazioni ancora imbattute in campionato. Ed è inevitabile che nell’ambiente biancorosso si respiri l’aria della grande attesa. «È una cosa molto bella per una neopromossa come noi e per tutta Campodarsego ospitare il Venezia – esordisce Antonio Andreucci – Significa che ci siamo ritagliati uno spazio importante, fa piacere giocare partite con squadre così forti e arrivarci come seconda forza del campionato è il meglio che ci si poteva aspettare». In settimana il presidente Daniele Pagin ha dichiarato che non osa neanche pensare se dovesse vincere il Campodarsego. «Prima di vincere bisogna pensare a fare una grande prestazione, il che vuole dire dare il 150 per cento. Cercheremo di farlo, sapendo di avere davanti una compagine con valori importantissimi. Anche se ciò che abbiamo ottenuto finora non c’è stato regalato da nessuno, e quindi dobbiamo andare in campo con lo spirito di dare il meglio di noi stessi, anche perché dire che non abbiamo nulla da perdere è un approccio che non mi piace». Andreucci sarà squalificato, al suo posto il vice Luciano Stevanato. «Mi dispiace non andare in panchina, è da dodici anni che non venivo squalificato. Ma i ragazzi non ne risentiranno». Tutti a disposizione nel Campodarsego, nel Venezia sono squalificati invece il centrocampista Calzi e il centravanti Serafini. «Due giocatori di categoria superiore, ma hanno altre ottime soluzioni». Ieri niente rifinitura per i biancorossi. «Ho preferito dare un giorno in più di riposo, ci siamo allenati con intensità in settimana». Ad accompagnare le squadre in campo saranno gli esordienti classe 2003 del Campodarsego, che durante l’intervallo giocheranno anche una partitella. Sugli spalti sarà record di presenze, con la capienza dello stadio che è di 1.350 posti. Da Venezia sono attesi quattrocento tifosi, dei quali la metà sono ultras che andranno nella curva ospiti provvista di biglietteria e servizi igienici; allestito anche un bar. Per l’ingresso nella tribuna centrale, alla biglietteria già esistente, ne è stata aggiunta una seconda per agevolare l’afflusso. Il costo del tagliando per tutti in settori è di 10 euro e le biglietterie apriranno alle 13. Quanto ai parcheggi, oltre a quello dello stadio, i tifosi potranno usufruire del parcheggio dell’azienda Carraro che dista qualche centinaio di metri: il Campodarsego metterà a disposizione gratuitamente due “navette” che faranno la spola per portare i tifosi.

Ore 13.30 – (Messaggero Veneto) «Cancelliamo questa tendenza d’essere raggiunti: miglioriamo e andiamo a prenderci ciò che abbiamo lasciato negli ultimi match». Più che un desiderio sembra un ordine, quello di Bruno Tedino. Il tecnico del Pordenone, pur soddisfatto del campionato sinora disputato dai suoi, vuole vedere un ulteriore passo avanti, per tornare da Lumezzane con un risultato pieno. «Fa ancora male aver subìto quel pareggio – attacca il trainer riferendosi al 2-2 con l’Alto Adige – Qualcosa, in questo inizio di torneo, l’abbiamo perso per strada. Se l’avessimo portato a casa saremmo una squadra da vertice. A ogni modo ci sono tante cose positive: la manovra, l’intensità, le prestazioni. Se si riesce a ripetere tutto questo domani (oggi, ndr) possiamo fare qualcosa di importante». Tedino, dopo aver detto che non cambierà nulla sotto il profilo dell’undici titolare, spiega quanto teme il Lumezzane, compagine che per non va sottovalutata. «Ha giocatori di categoria ed è una squadra molto brava a ribaltare l’azione e che non dà riferimenti – spiega – Noi soffriamo questo tipo di atteggiamento. In più ha delle mezzali (Varas e Cruz) molto brave tecnicamente, che ci possono fare male. Ci sarà da correre parecchio, anche perché il campo è più grande rispetto alla media. Puntiamo a essere continui in tutti i 90’». Nella lista dei convocati, oltre al lungodegente Ingegneri, mancheranno Castelletto, Pignata, Pavan e Filippini. Questi ultimi due si sono infortunati in settimana. Entrambi hanno accusato il secondo malanno fisico da inizio stagione: soprattutto Filippini avrebbe avuto oggi l’occasione per giocare uno spezzone di partita. Non convocato anche Careri, rientrato giovedì scorso in amichevole dopo cinque mesi. “Di Gianni siamo tutti contenti – afferma Tedino – Non è al cento per cento, lo sarà. È già un aspetto positivo il suo rientro in gruppo, viste le sue qualità morali e l’entusiasmo con cui si allena. Ma adesso è Tomei il titolare, di cui siamo molto contenti».

Ore 13.20 – (Messaggero Veneto) Per riprendersi ciò che ha lasciato sul campo con l’Alto Adige. Ma anche per compiere un ulteriore salto di qualità. Ecco con quali obiettivi, oggi, il Pordenone affronta la gara col Lumezzane, valida per l’ottava giornata di Lega Pro (il via alle 14). I due punti persi con gli altoatesini, domenica scorsa, hanno lasciato il segno nei “ramarri”. Se li vogliono riprendere in Val Trompia, consapevoli d’avere più qualità del team locale, forti anche di un ruolino di marcia immacolato in trasferta, dove tornano dopo due match consecutivi in casa. Sinora, compresa la coppa Italia, 2 vittorie e altrettanti pareggi per i boys di Tedino. Raccogliere. Se le gare fossero finite dopo 45’ il Pordenone sarebbe al primo posto con 19 punti raccolti su 21 disponibili. Di “gettoni” nei secondi tempi, purtroppo, se ne sono persi 8: la squadra si trova a 11 punti, comunque nei quartieri alti. Nessuno, tra proprietà e dirigenza, ha chiesto ai neroverdi un campionato di vertice; certo è che nessuno vuole continuare a disperdere questo straordinario patrimonio. Così, oggi, la squadra cittadina punta a essere continua sui 90’, per portare a casa l’intera posta e godersi una settimana senza rimpianti. Il Lumezzane, pur autore di 9 punti, è una squadra che non ha mezze misure (3 vittorie e 4 ko) e comunque battibile: è il momento di fare un altro piccolo salto di qualità. Conferma. Con l’Alto Adige il Pordenone ha disputato una gara di assoluto spessore, eccetto il finale. Proprio per questo motivo Tedino punta a confermare in blocco la formazione di domenica scorsa. L’unico dubbio rimane la posizione di Cattaneo: trequartista o esterno destro d’attacco? Si deciderà all’ultimo, anche se poco cambia. Per il tecnico conta l’atteggiamento, che dev’essere sempre propositivo. Assieme all’ex Bassano, davanti, ci saranno Finocchio e De Cenco, gli autori del gol con il Suedtirol; in mezzo il solito trio, quindi Pederzoli in cabina di regia assistito da Pasa e Mandorlini. In difesa, davanti a Tomei, Cosner e De Agostini terzini, Stefani e Marchi centrali: a loro due il compito di marcare Barbuti, unica punta dei bresciani e, in particolare, ex di turno. Un giocatore che a Pordenone aveva fatto discretamente bene, prima di lasciare il team lo scorso gennaio per la Torres. Da tenere d’occhio.

Ore 13.00 – (Gazzetta di Mantova) Probabilmente lo 0-3 (al quale il Mantova sembra sfortunatamente abbonato all’Euganeo di Padova) risulta troppo pesante nelle proporzioni ma Andrea Trainotti, difensore abituato a badare al sodo, non accampa scuse: «Sarà anche eccessivo ma abbiamo commesso il grave errore di concedere subito il primo gol ai locali, facendo diventare la partita immediatamente in salita. Poi abbiamo provato a reagire tirando fuori anche un atteggiamento mentale più positivo per trovare il pareggio, ma di nuovo abbiamo pagato una grossa ingenuità consentendo il contropiede letale del 2-0 che ci ha tagliato le gambe. Abbiamo sbagliato troppo dunque non possiamo cercare scuse». Trainotti cerca subito gli appigli per rialzarsi. Il Mantova deve per forza trovare gli stimoli per uscire dal guscio: «Forse è una fortuna che tra mercoledì in Coppa Italia contro la Spal e sabato in casa contro la Giana Erminio abbiamo due gare in pochi giorni. Chiaro che nello spogliatoio c’è scoramento dopo una sconfitta così pesante ma dobbiamo rimetterci in piedi come abbiamo fatto contro il Lumezzane».

Ore 12.50 – (Gazzetta di Mantova) Si dirà che una sconfitta è sempre tale, al di là delle proporzioni e di quanto si è espresso in campo. Un 3-0 però, in una sfida che avrebbe dovuto stabilire la ritrovata continuità del Mantova, è certamente pesante da digerire è da spiegare a quegli irriducibili tifosi che ieri, a fine gara, hanno manifestato il loro dissenso rifiutando il saluto della squadra sotto la curva. Valerio Foglio, dall’alto della sua esperienza, ne è consapevole: «Anche se è eccessivo, non si può giustificare un risultato così pesante e dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. Mi dispiace, come a tutti i miei compagni, per la società e per i tifosi che fino a questo momento sono stati dalla nostra parte: capisco la loro delusione ed è legittima perché questa situazione di difficoltà deve finire quanto prima». Foglio abbozza un rimedio pur rendendosi conto che sono frasi di circostanza: «Come si esce da questi momenti? Stando tutti uniti, lavorando sodo in settimana e seguendo le indicazioni del mister. Certo, sembra facile a dirsi ma siamo qui a commentare una brutta sconfitta che ci fa precipitare indietro in una situazione preoccupante. Non so come ma bisogna trasformare in realtà tutte le nostre velleità di riscossa perché così non si può andare avanti». Foglio chiude guardando in faccia il momentaccio: «La classifica non è per niente bella né incoraggiante ed oltretutto questa sconfitta pesante contro una squadra dal passato importante come il Padova certamente è dura per noi e per i nostri tifosi. Sia Padova che Mantova meriterebbero altri palcoscenici. Abbiamo una settimana nella quale possiamo dimostrare in due partite tra Coppa e campionato di non essere quelli visti all’Euganeo».

Ore 12.40 – (Gazzetta di Mantova) In campo il Padova esulta con i suoi tifosi, in tribuna invece il presidente Sandro Musso ha solo voglia di abbandonare il prima possibile lo stadio Euganeo. La rabbia sul volto del numero uno di Viale Te è evidente: «Non ho proprio voglia di parlare – si limita a dire –. Oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo fatto veramente male, molto male. La verità è che facciamo sempre far festa agli altri». La delusione è netta, glaciale invece è la risposta alla domanda sul futuro di mister Riccardo Maspero: «Se Maspero rischia? Ora come ora proprio non so. Vedremo». In panchina c’era il patron Serafino Di Loreto. Stavolta la sua presenza al fianco della squadra non ha portato punti come domenica scorsa contro il Lumezzane: «Il Padova era nella nostra condizione di domenica scorsa – analizza – dal Mantova mi aspettavo uno scatto di orgoglio e di sostanza, in queste partite devono uscire energie interne e il fatto che non ci sia stata reazione mi preoccupa». Maspero alla luce della netta sconfitta patita contro il Padova è in discussione. Un po’ come fu dopo la sciagurata trasferta di Cuneo: «Non è una questione di moduli o un fattore tecnico – dichiara Di Loreto – quello che non capisco è perché in settimana proviamo determinate cose e poi non le mettiamo in pratica in partita. Davanti abbiamo fatto poco, ma va anche detto che dalle fasce sono arrivati pochissimi palloni giocabili. Quello che mi sento di dire ora è che in campo non ci va l’allenatore, ma i giocatori. La società in questo momento vuole trasmettere serenità, loro però devono fare la differenza. Forse qualcuno non ha ancora toccato il fondo del barile, il punto massimo di criticità per poi rialzarsi. Andrà fatto un nuovo esame anche in vista della Coppa Italia, un impegno non prioritario ma che vogliamo onorare». A fine gara i giocatori sono andati a salutare i tifosi presenti in curva ospiti: «Non mi è piaciuto il gesto di alcuni tifosi che non hanno applaudito il gruppo. A volte un gesto di incoraggiamento in un momento complicato sarebbe gradito. Parlando del pubblico non mi è piaciuto nemmeno l’atteggiamento dei padovani nei confronti di Ruopolo. Per 45’ l’hanno beccato e intimidito. Per cori discriminatori si chiudono le curve, per Ruopolo invece l’arbitro non ha nemmeno fatto un richiamo al capitano del Padova. Vedremo di fare un esposto in federazione». Poca voglia di parlare anche da parte del ds Alfio Pelliccioni, visibilmente deluso dopo i 90’ dello stadio Euganeo: «La sconfitta è giusta, non c’è stata la cattiveria agonistica che serve su questi campi. I moduli contano poco: in Lega Pro se non hai intensità e rabbia non vai lontano. Forse – conclude – abbiamo sbagliato qualche acquisto perché le prestazioni di alcuni giocatori sono insufficienti. La situazione è preoccupante».

Ore 12.30 – (Gazzetta di Mantova) Rammaricato, quasi senza parole. Mister Riccardo Maspero affronta il plotone dei giornalisti nel ventre dello stadio Euganeo con la faccia di chi è costretto a commentare una debacle pesante ma che per certi versi ha dell’assurdo. Il gol preso a freddo, il buon gioco espresso ma che non ha portato al pari, la batosta finale. Perdere così fa male: «Prendere un gol pronti via è stato deletereo – afferma – poi però abbiamo giocato una buona gara. Nella ripresa abbiamo cercato a più riprese la rete del pareggio. Il calcio è così: il nostro tiro (di Ungaro, ndr) è finito fuori, sul ribaltamento di fronte è arrivato il raddoppio. A quel punto era come scalare una montagna. Pensavamo di essere usciti dal nostro periodo di difficoltà e invece non è ancora fatta». Il problema è che il Mantova stavolta in fase offensiva ha fatto poco, troppo poco: «Le giornate negative capitano, quello che però voglio è il massimo apporto da parte di tutti. Quando non gira serve almeno la prestazione per superare le difficoltà». Maspero poi ritorna sull’avvio complicato: «Non dovevamo concedere un’occasione del genere in avvio, tutto si è complicato». A chi gli chiede se la sua posizione è a rischio Maspero risponde che: «Io sono sempre in discussione, è il mio ruolo. Sono consapevole della bontà del lavoro che stiamo portando avanti e del progetto che la società ha impostato. Io do il meglio di me, so che in questo momento la classifica non è buona e che c’è tanto da migliorare. Le decisioni però non spettano a me». Maspero è partito con il 4-4-2 collaudato con il Lumezzane. Poi il cambio in corsa con il passaggio al 4-3-1-2. In quel momento il Mantova ha trovato fiducia: «Non riuscivamo a prendere Giandonato – spiega il tecnico – e quindi ho deciso di cambiare gioco. In linea di massima credo che la squadra abbia fatto meno peggio rispetto ad altre uscite, abbiamo però fatto poco davanti ed è diventato complicato lo sviluppo delle trame». C’è comunque un problema di personalità: «Bisogna sempre uscire a testa alta, anche quando si perde – sottolinea Maspero –. Se stavolta qualcuno non lo ha fatto c’è subito un nuovo esame per ripartire con la Spal in coppa. Sono mancate le prestazioni di alcuni giocatori. Il gruppo è composto da ragazzi intelligenti, sono convinto che sapranno riscattarsi».

Ore 12.20 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova incassa un secco 3-0 a Padova e ripiomba nella crisi da cui sembrava uscito dopo la vittoria di domenica scorsa sul Lumezzane. Il paradosso è che i biancorossi incassano il ko più largo della stagione giocando meno peggio che in molte altre circostanze. Ma l’Acm paga a caro prezzo alcuni clamorosi errori difensivi e la giornata no della coppia d’attacco Ruopolo-Momentè. E alla fine incassa i fischi dei circa duecento tifosi al seguito, che “respingono” la squadra mentre si avvia a salutarli sotto la curva, invitando i giocatori ad andare verso gli spogliatoi e a tirar fuori gli attributi. All’Euganeo si comincia sotto uno splendido sole, davanti a oltre 4.500 spettatori. Maspero, privo di ben 5 giocatori (Carini, Sereni, Di Santantonio, Caridi e Anastasi), conferma il modulo 4-4-2, assegna la maglia numero 10 al baby Zammarini e fa debuttare dal primo minuto il giovane Longo nel ruolo di terzino sinistro. L’ex Parlato risponde con un 4-3-1-2 e a sorpresa lascia in panchina Altinier, piazzando il trequartista Cunico dietro le punte Bearzotti e Neto Pereira. Non c’è neanche il tempo di accomodarsi bene in tribuna ed ecco che il Mantova è già sotto. La difesa biancorossa si addormenta su una punizione calciata da Cunico e Neto Pereira firma l’1-0. Svanisce così la possibilità di giocare una gara d’attesa e soprattutto di sfruttare il delicato momento che sta vivendo il Padova, costretto a vincere a tutti i costi dopo due sconfitte e un pari che avevano fatto agitare la piazza. Il Mantova accusa il colpo e fatica a contrastare a metà campo gli avversari, che creano superiorità numerica sulle fasce. Neto Pereira si fa vivo un altro paio di volte dalle parti di Bonato, ma stavolta i biancorossi se la cavano. A metà tempo Maspero corre ai ripari e cambia modulo, passando al 4-3-1-2, con Zammarini dietro le punte e Foglio mezzala. La mossa è azzeccata e le cose migliorano, anche se i ritmi restano un po’ troppo blandi e il Mantova fatica a trovare spazi in avanti. Dove Ruopolo e Momentè vengono sovrastati da Diniz e Fabiano. Nell’intervallo Maspero sostituisce Longo con Ungaro per provare a dare maggiore incisività alla prima linea. Il modulo resta il 4-3-1-2, con Foglio terzino, Zammarini che torna a metà campo e il neoentrato che fa il trequartista. E proprio Ungaro al 4’ si trova a tu per tu con Petkovic (azione Zammarini-Raggio Garibaldi), ma il suo tiro è respinto dal numero uno del Padova. I biancorossi insistono, Dalla Bona ci prova su punizione (a lato di poco) e dalla distanza (respinta del portiere), il Padova è costretto a difendere a denti stretti. Parlato sostituise prima Giandonato con Bucolo, poi Bearzotti con Petrilli mentre Maspero butta dentro Puccio per Raggio Garibaldi. La mossa vincente è quella della panchina padovana, visto che Petrilli prima (21’) segna il 2-0 facendo 50 metri palla al piede e saltando anche Bonato; poi (25’) chiude i conti con un tiro dal limite, deviato da Scrosta. La gara in pratica finisce qui e gli ultimi venti minuti diventano un calvario per il Mantova, più volte sollecitato dai tifosi a tirar fuori gli attributi ma incapace di segnare almeno il gol della bandiera.

Ore 12.00 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Petkovic 7; Dionisi 6, Diniz 6.5, Fabiano 6, Favalli 6; Corti 6, Giandonato 6 (st 8′ Bucolo 6), Mazzocco 6; Cunico 6; Neto Pereira 7, Bearzotti 6 (st 18′ Petrilli 8).

Ore 11.50 – (Gazzettino) Quasi mai pericoloso il Mantova, ad eccezione di due punizioni dalla distanza dello specialista Dalla Bona neutralizzate con sicurezza da Petkovic. Qualche attimo prima dell’intervallo, Neto Pereira e Giandonato (al debutto da titolare) in rapida successione hanno cercato la via del gol, ma le loro pericolose conclusioni sono state respinte in maniera un po’ fortuita dai difensori avversari. Gli ospiti hanno iniziato la ripresa con un atteggiamento più spregiudicato. E anzichè sfruttare gli spazi a disposizione per ripartire, il Padova ha cominciato a perdere la rotta. La già raccontata prodezza di Petkovic sulla rasoiata di Zammarin ha evitato il peggio. Vedendo la squadra un po’ alle corde, Parlato è corso subito a ripari. Bucolo al posto di Giandonato è stata la prima mossa del tecnico per dare più sostanza al centrocampo. Ma è stato l’innesto di Petrilli (fuori Bearzotti) a spaccare di fatto la partita. Esaltante la sua galoppata (21’) da metacampo dopo avere saltato sullo stretto tre avversari, dribbling a uscire sul portiere e pallone a incrociare degno di un colpo da biliardo che è sbattuto sul palo ed è finito in rete. Non contento, tre minuti dopo Petrilli ha concesso il bis: sfera addomesticata sul limite, finta a ingannare i difensori e destro in corsa leggermente deviato da un avversario che si è insaccato proprio sotto l’incrocio dei pali. Gara chiusa e finale segnato dai ripetuti insulti degli ultras nei confronti dell’odiato ex Ruopolo.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Neto Pereira apre subito le danze, poi uno scatenato Petrilli firma una doppietta da antologia. E il Padova può uscire dal letargo e ritrovare il sorriso dopo la preoccupante flessione delle ultime tre giornate. Ma non è tutto oro quello che luccica. Dopo un primo tempo nel quale la squadra ha dato prova di compattezza ed equilibrio, tutto si è maledettamente complicato in avvio di ripresa. E sono riapparsi i fantasmi delle ultime modeste esibizioni. Provvidenziale in questi momenti una parata di Petkovic su un velenoso sinistro da dentro l’area di Ungaro. Per fortuna Parlato ha avuto l’intuizione giusta e con l’ingresso in campo di Petrilli è stata notte fonda per il Mantova. Subito in discesa la partita per i biancoscudati grazie al sigillo del rientrante Neto Pereira (4’), lesto a deviare in rete da due passi un pallone che vagava nell’area piccola degli ospiti dopo un’incornata di Diniz e un tocco in mischia di Mazzocco, schierato un po’ a sorpresa al fianco del brasiliano. Il vantaggio ha permesso al Padova di scacciare i timori della vigilia e la manovra ne ha tratto immediato giovamento. Molto prezioso soprattutto il lavoro offensivo sulla corsia di destra di Corti, sempre pronto a dettare il passaggio per i compagni. Da applausi anche un paio di combinazioni tra Cunico e Neto Pereira, con il brasiliano vicino al raddoppio con un destro al volo da buona posizione.

Ore 11.30 – (Gazzettino) «Sono contento, i complimenti vanno principalmente ai ragazzi anche se questa vittoria è frutto di tutti, dalla società fino ai magazzinieri. Dovevamo darci una svegliata ed è arrivata. Abbiamo preso una boccata d’aria, ma teniamo i piedi ben saldi a terra che abbiamo bisogno di respirare meglio». Comincia così Carmine Parlato la sua chiacchierata post partita con i cronisti, dando giustamente risalto al ritorno al successo della squadra, al tempo stesso però senza esaltarsi. Dopo le delusioni dell’ultimo periodo, si è visto un Padova che giocato in maniera diversa. «Avere tutta la rosa a disposizione mi permette di avere più soluzioni. Se vengono meno invece alcuni giocatori che possono dare continuità alle prestazioni, torniamo a essere una matricola nella quale l’aspetto emotivo può farla da padrone». Il tecnico si sofferma sulle scelte, a cominciare dal portiere. «Favaro stava facendo ottime prestazioni, ma il compito di un allenatore è fare anche scelte dolorose e Petkovic in settimana è cresciuto moltissimo. In mezzo al campo mi serviva un giocatore con qualità tecniche importanti e per questo ho scelto Giandonato che in questo periodo ha dimostrato grande pazienza. Fino a che l’ha sostenuto la condizione fisica si è comportato bene. Al suo fianco mi servivano due interni che potevano correre anche per tre giorni, mentre a Cunico avevo chiesto di giocare tra il centrocampo e l’attacco per prendersi le palle corte o le seconde palle e l’ha fatto ottimamente. Davanti con Neto Pereira che è un’attaccante forte fisicamente volevo una punta come Bearzotti che sa attaccare gli spazi». L’innesto di Petrilli a gara in corso è stato decisivo. «Avevo visto che il Mantova teneva la difesa molto alta e mi serviva un giocatore molto veloce e abile nell’uno contro uno, e così è stato». La sua disamina del match: «Non è stato mai in discussione e non abbiamo mai mollato. L’atteggiamento che volevamo ce lo siamo andati a prendere, attaccandoli subito alti. Nella ripresa loro si sono messi a specchio, ma abbiamo continuato a giocare iniziando l’azione da dietro e alzandoci tutti insieme». Sull’1-0 il Mantova ha avuto l’occasione per il pareggio, ma Petkovic ha salvato il risultato. «Potevamo anche prendere gol, ma avevamo la testa per continuare a giocare come stavamo facendo e per andare a creare altre occasioni da gol».

Ore 11.20 – (Gazzettino) Tra i protagonisti di giornata si è ritagliato la palma di migliore in campo Petrilli, autore di una doppietta da favola entrando a gara in corso. Come si dice in gergo, ha spaccato la partita dando la certezza dei tre punti alla squadra con largo anticipo sul triplice fischio. «Sono contento, non avevo mai segnato una doppietta in carriera. La dedico al gruppo che in queste settimane di difficoltà ha lavorato sempre in silenzio e ha fatto vedere il suo valore». Va avanti: «Stare fuori non fa mai piacere a nessuno, l’importante è farsi trovare pronti quando il tecnico ti chiama in causa. Se poi si entra e si diventa determinanti, è bellissimo. Ripeto, sono felice per i gol anche se la partita si era già incanalata sul binario giusto. La cosa importante è stata entrare in campo con la testa giusta perché le critiche che abbiamo ricevuto nell’ultimo periodo ci stavano un po’ strette. Non ci meritavamo certi commenti negativi, ma sapevamo che ci bastava una gara per rialzare la testa. Ora pensiamo al Pavia, ci aspetta una partita ancora più difficile». Altro giocatore determinate è stato Neto Pereira, al rientro dopo essere rimasto ai box quattro gare per infortunio. Con lui in campo è un altro Padova, tanto più che si è presentato subito con un gol. «Sapevamo che era una partita molto importante e siamo stati bravi a sbloccarla subito. Abbiamo giocato un buon calcio e siamo riusciti a chiuderla». È stato un deciso passo in avanti della squadra. «Sì, ci tenevamo tanto a portare a casa la vittoria che ci mancava molto. Abbiamo centrato l’obiettivo e vogliamo riprendere la continuità d’inizio campionato». Ha giocato tutta la gara a conferma che è pienamente recuperato. «Non ho avuto problemi. Non sono ancora al cento per cento, ma lavorerò per arrivarci».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Sfoggia una cravatta blu portafortuna nuova di zecca l’amministratore delegato Roberto Bonetto, oltre a un sorriso che dice tutto su prestazione e risultato dei biancoscudati. «Era la partita che mi aspettavo di vedere, con la squadra che è scesa in campo subito affamata. Durante la settimana ha lavorato molto sodo ed è venuto fuori il vero Padova che può fare il suo percorso in campionato. Abbiamo una rosa importante e il rientro di Neto Pereira ha dato forza alla squadra. Dico bravi a tutti i ragazzi e al pubblico che anche questa volta era numeroso». È il turno del presidente Giuseppe Bergamin: «Siamo tornati a essere noi stessi sul piano della qualità e dell’applicazione. Il tecnico ha fatto le sue scelte e il risultato gli ha dato ragione. Ritengo che più giocatori di qualità abbiamo in campo e meglio è. Chi ha giocato ha dimostrato il suo valore». Il ritorno di Neto Pereira si è fatto sentire, sigillo a parte. «Lui è un giocatore che ci dà proprio più qualità». Il Padova ha superato il momento di crisi? «Non parlerei di crisi, ma nell’arco di un campionato ci sono delle difficoltà e noi le abbiamo incontrate subito, quindi parlerei di una squadra che si sta riprendendo». Bergamin dà valore al successo dei biancoscudati: «Il Mantova non è una squadra scarsa e nel primo tempo ci ha impegnato molto. Non dimentichiamo che ha avuto la palla per pareggiare, è stato bravo Petkovic a fare quella parata in un momento particolare della partita».

Ore 10.50 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia): Petkovic 7; Dionisi 6.5, Diniz 7, Fabiano 6.5, Favalli 7; Corti 6.5, Giandonato 6.5 (Bucolo 6), Mazzocco 6 (Ramadani S.V.); Cunico 7; Bearzotti 6 (Petrilli 8), Neto Pereira 7.5.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Detto che, a rigore di statistiche, era finito 3 a 0 anche lo scontro fra le due squadre al primo anno di B, l’11 ottobre 2009, con Sabatini in panchina e Michele Serena alla guida dei biancorossi, ecco i tre personaggi che hanno fatto la storia del match di ieri. 4’ pt: punizione di Cunico, testa di Diniz, secondo un preciso schema, Mazzocco sotto porta gira a colpo sicuro, respinta corta di Bonato e Neto Pereira da due passi mette dentro in scivolata. 4’ st: Petkovic in tuffo respinge alla grande una conclusione velenosa di Ungaro, dopo un’incertezza (l’unica peraltro) del reparto arretrato padovano. 21’ st: Petrilli, subentrato da tre minuti a Bearzotti, cattura palla a metà campo, va via a due avversari e punta deciso verso la porta lombarda, una sgroppata di 50 metri conclusa evitando Bonato in uscita e indirizzando da posizione angolata un perfetto diagonale sul palo opposto. Rete strepitosa. 24’ st: ancora l’esterno parte palla al piede, dribbla chi gli si fa incontro e calcia dal limite, infilando nel “sette” alla sinistra del portiere, complice una deviazione di Gavazzi. Dodici punti in classifica su 24 a disposizione: al conto ne mancano due, quelli del rigore fallito a Meda. Ma almeno il sorriso è tornato a tutti. E ce n’era francamente assai di bisogno.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Il commento viene da sè: ritrovati tutti gli effettivi di cui può disporre, dal cilindro del tecnico napoletano è saltata fuori la formula (leggi, formazione) giusta per scardinare la compagine di Maspero (il quale rischia l’esonero, essendo al quarto ko in cinque partite) e mettere a tacere le (troppe) malelingue che avevano osato metterlo in discussione nel momento in cui erano arrivati i primi risultati negativi. La risposta, Neto Pereira a parte, è stata un concentrato di coraggio e coerenza con quanto – come poi ha confidato – l’allenatore aveva visto in settimana: perché nessuno si sarebbe aspettato Favaro in panchina per far posto a Petkovic, nè Mazzocco a centrocampo per Bucolo e neppure Bearzotti in avanti, preferito al neo-papà, e uno dei grandi “ex” dell’incontro, Altinier (l’altro, Ruopolo, non si è mai visto, insultato e schernito dai ragazzi della “Fattori” per tutti i 96’). E invece Parlato ha avuto ragione, scommettendo pure su Giandonato regista (e il ragazzo non è andato affatto male) e su Cunico rifinitore dietro le punte. Di fronte al 4-3-1-2 degli avversari, alternativa al 4-3-3 di una settimana prima e al 4-2-3-1 d’inizio stagione, il Mantova non ha trovato contromisure efficaci, prova ne sia che il suo 4-4-2 a centrocampo ha partorito poco o nulla. Al contrario dei biancoscudati, lucidi, determinati, attenti e di gamba superiore, ma soprattutto bravi ad alternare giocate sulle fasce a combinazioni in velocità vicino all’area (lampi di classe pura certi scambi fra Neto e Cunico).

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Bentor…Neto Padova. Il gioco di parole è voluto, perché il ritorno alla vittoria dei biancoscudati in campionato, un mese e cinque giorni dopo l’1-0 sul Lumezzane, coincide con il rientro in squadra del 36enne centravanti brasiliano, stiratosi nella settimana che precedeva la trasferta di Salò e assente per ben quattro gare, nelle quali la squadra di Parlato ha raccolto 2 soli punti sui 12 a disposizione (1-1 con la Feralpi e 0-0 a Meda contro il Renate, sconfitte nette 0-2 con il Sudtirol e 1-3 con il Cittadella). Un caso? No, per niente. Ma sarebbe riduttivo assegnare i meriti della… resurrezione alla riacquisita presenza in campo del suo elemento di maggior peso e classe in attacco, il Padova è rinato come collettivo, esprimendo una coralità di manovra e una volontà di mettere le mani sui tre punti che gli appartenevano nelle prime giornate, quando aveva messo insieme due successi e due pareggi. Per il Mantova, vittima da sacrificare sull’altare della sete di riscatto di Cunico & C., c’è stato poco da fare: una sconfitta netta nel punteggio, e nella sostanza, se è vero che, sì, i virgiliani hanno avuto la palla-gol in avvio di ripresa per rimettere in equilibrio la sfida, e Petkovic gliel’ha annullata con uno splendido intervento in tuffo, ma poi hanno lasciato a desiderare a livello di gioco, carattere e pericolosità fuori e dentro l’area di rigore, sino a farsi infilare come dei polli da due grandi giocate del neo-entrato Petrilli.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Dica la verità, però: quanto vi ha fatto bene riavere Neto? «Contare su tutta la rosa a disposizione significa poter trovare diverse soluzioni. Se vengono meno alcuni elementi importanti per la continuità della squadra, d’improvviso ci ricordiamo di essere una “matricola” e l’aspetto emotivo può farla da padrone. Grazie a Neto, ma grazie a tutti coloro che sono scesi in campo, il nostro atteggiamento era così deciso che per forza di cose ci saremo presi i 3 punti». Se Ungaro avesse segnato l’1-1, che sarebbe successo? «Se anche Petkovic non ci avesse salvato in quel frangente, avremmo avuto la testa per andare a fare un altro gol. Il Padova ha annullato tante componenti del Mantova, i ragazzi si sono presi una meritata soddisfazione, anche per ciò che è successo nelle ultime gare. Noi avevamo creato una brutta situazione, e solo noi potevamo risolverla».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «La partita non è stata mai in discussione, e siamo stati bravi e fortunati ad aprirla subito con il gol di Neto: se non fai niente per riuscirci, la fortuna ti gira le spalle, com’era successo con il Renate. Non abbiamo mai mollato, e abbiamo vinto anche contro i gufi». Le sue scelte iniziali hanno sorpreso molto. Ce le spiega? «Favaro stava facendo ottime prestazioni, ma, come spesso capita, l’allenatore deve fare una scelta: Lazar (Petkovic, ndr) è cresciuto moltissimo questa settimana, e mi ha dato quei centimetri in più che Favaro non ha. In mezzo al campo mi serviva Giandonato, dotato di tecnica importante, il quale, finchè ha retto fisicamente, si è comportato bene. In avanti, poi, a Cunico ho chiesto di unire attacco e centrocampo, di prendere i palloni che sarebbero capitati in quella zona, e l’ha fatto bene». Anche perché il Mantova l’ha lasciato libero, favorendo la vostra manovra… «Con il 4-4-2 era matematico che non potessero mai prenderlo, e infatti è stato così fino a che Maspero non è passato al centrocampo a tre, speculare al nostro. Da lì in poi Marco si è annullato un po’ con Dalla Bona, e con la difesa alta del Mantova ho scelto di inserire Petrilli per far male in velocità. Nemmeno a farlo apposta, la gara l’ha chiusa proprio lui».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La soddisfazione è tanta, ovviamente. Ma più della gioia per la vittoria sul Mantova, negli occhi di Carmine Parlato si legge il senso di sollievo. Le ultime tre gare avevano minato le certezze del tecnico e della squadra, è bastata una partita per riportarle, almeno per un momento, tutte insieme nella grande corsa sotto la “Fattori”. I biancoscudati segnano tre gol in un sol colpo, e non era mai successo in questa stagione, non ne subiscono e hanno nel ritrovato Neto Pereira e in un maestoso Petrilli le punte capaci di affondare il Mantova e riportare un po’ di serenità alla vigilia della durissima trasferta di Pavia. «Penso che i complimenti siano da fare tutti ai ragazzi», esordisce il miuster in sala-stampa. «Nostro Signore ha fatto come con Lazzaro, ci ha detto: “Padova, alzati e cammina”. E per fortuna la sveglia è arrivata, per noi è una vera e propria boccata d’aria». Possibile che la squadra di Meda sia la stessa vista contro il Mantova? «Non c’è una vera spiegazione, semplicemente ci siamo impegnati con uno spirito positivo. Il trend delle ultime settimane ci stava calando una fitta nebbia intorno, e il rischio era di non riuscire più a mandarla via».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La dedica? «Senza dubbio al gruppo, che ha lavorato molto bene tutta la settimana per uscire da questo periodo delicato. Abbiamo dimostrato di non essere scarsi come dice qualcuno, rispondendo nel miglior modo possibile ad alcune critiche, a mio modo di vedere, esagerate». E tra le tante critiche c’è chi parla di un Padova Neto Pereira-dipendente. Ieri il brasiliano è tornato e il Padova ha ripreso il cammino. «Ma questa squadra non dipende da me», risponde il diretto interessato. «Ci sono tanti buoni giocatori e in quest’occasione siamo stati bravi tutti. L’ottimo inizio di partita ha dimostrato quanto volessimo i tre punti. È una vittoria fondamentale per il morale. Da parte mia, sono contento per aver segnato per la prima volta all’Euganeo, un gol che dedico alle persone che mi sono state vicine durante l’infortunio». E a portare bene sembra essere stato anche il gesto scaramantico di Roberto Bonetto, che ha smesso la cravatta indossata tutte le domeniche, a partire dalla scorsa stagione: «Ho voluto cambiare ed è andata bene», sorride l’a.d. «La squadra è scesa in campo affamata ed è questo il Padova che può dire la sua in campionato». Anche il presidente Giuseppe Bergamin ha applausi per tutti: «La squadra ha dato prova di coraggio e il mister ha fatto le scelte giuste. Continuiamo cosi».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Da un attacco asfittico a tre gol in una partita. Dalle reti solo su calcio piazzato ad uno dei gol più belli visti all’Euganeo. Il protagonista della giornata non può che essere Nicola Petrilli, subentrato nella ripresa e autore di due reti straordinarie, che hanno chiuso i conti con il Mantova e riportato il sorriso. A suon di record. «È la mia prima doppietta in carriera e adesso ho anche raggiunto il mio primato di 3 gol in un campionato di Lega Pro», sorride l’esterno piemontese. «Sono veramente felice, anche perché è la dimostrazione che sono entrato in campo con la concentrazione giusta. Non è facile, ma è determinante quando si inizia in panchina». Negli occhi dei tifosi c’è ancora la straordinaria serpentina del raddoppio. È gol più bello della sua carriera? «Non lo so, dovrei rivederlo. Di sicuro è stata una sensazione stupenda, mi sono reso conto di aver fatto una grande giocata, mentre ero per terra, dopo aver scartato il portiere, sperando che la palla entrasse. Ho calciato da posizione molto angolata, potevo metterla solo lì, ma non era semplice. Nel secondo gol, invece, c’è stata una deviazione di un difensore, altrimenti non so dove sarebbe andata a finire la palla».

Ore 09.10 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto, Dimitri Canello): Petkovic 6.5; Dionisi 6.5, Diniz 7, Fabiano 6.5, Favalli 7; Mazzocco 6.5 (Ramadani S.V.), Giandonato 6 (Bucolo 6), Corti 7; Cunico 6; Neto Pereira 8, Bearzotti 6 (Petrilli 8).

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Pronti, via e Neto Pereira ci mette quattro minuti a lasciare il segno. Punizione di Cunico, torre di Diniz, tocco di Mazzocco e tap-in vincente di Neto da pochi passi. Lo stesso Neto offre un campionario di meraviglie per tutto il primo tempo (aperture, colpi di tacco, movimenti da primattore) che stordisce un brutto Mantova. Il brasiliano va vicino al bis all’11’, sul taccuino anche un tiro di Favalli che nel finale sfiora il 2-0. Il primo tempo conferma sostanzialmente due concetti: che il Padova dipende moltissimo da Neto e che la squadra ha un atteggiamento completamente diverso rispetto a quello delle ultime settimane, in cui la crisi pareva certificata sotto ogni punto di vista. Il Mantova non si vede praticamente mai, subisce negli spogliatoi la sfuriata di Maspero, che quantomeno ottiene una piccola reazione in apertura di secondo tempo. Il neo entrato Ungaro al 4’ scalda i guantoni a Petkovic, Dalla Bona al 14’ va vicino all’1-1, poi è Parlato ad azzeccare il cambio risolutore. Fuori Bearzotti e dentro Petrilli, che in tre minuti stravolge il match: al 21’ fa impazzire l’Euganeo con un’azione personale d’altri tempi conclusa da un diagonale che trafigge Bonato; al 24’ firma il 3-0 con deviazione che di fatto fa calare il sipario sul pomeriggio dell’Euganeo. Il Padova si sblocca, sale a quota 12 in classifica e adesso pensa già alla trasferta di sabato sera a Pavia. Una bella boccata d’aria fresca.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) C’è tanto di Carmine Parlato, nella resurrezione padovana di metà ottobre. L’allenatore campano dà un calcio alla mini-crisi ispirando dalla panchina con scelte e cambi perfetti il travolgente successo maturato ieri pomeriggio all’Euganeo. I tre gol al Mantova per dimenticare tre settimane di buio pesto, che avevano fatto persino traballare la sua panchina, premiano il lavoro di Parlato. Il Padova si riprende tutto con gli interessi, cala un tris molto importante e riprende la marcia interrotta prima della partita casalinga col SudTirol. Nel 3-0 al Mantova c’è tutto il meglio del repertorio biancoscudato. Corsa, tecnica, gioco palla a terra: tutte componenti che, come per magia, tornano a comparire con il ritorno in campo di Neto Pereira. Le scelte iniziali sorprendono, almeno in parte. Non tanto per il modulo scelto (il 4-3-1-2), quanto per il ritorno di Petkovic fra i pali al posto di Favaro, per l’esclusione di Bucolo a vantaggio di Mazzocco e per il ricorso a Bearzotti accanto al recuperato Neto Pereira. Dell’ex di turno Altinier nessuna traccia e così sarà per tutto il match. Il risultato e lo svolgimento della partita, del resto, danno ragione su tutta la linea a Parlato, mentre l’altro ex Ruopolo viene subissato di fischi e offese dagli spalti e offre una prestazione decisamente scadente per tutti i 90 minuti. Senza dare segnali di reazione, allineandosi alla prova molto negativa del Mantova e perdendosi in un grigiore complessivo che innalza ulteriormente i meriti del Padova.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Sorrisi in serie e la voglia di scrollarsi di dosso il momento negativo. Carmine Parlato ha il volto rilassato di chi pare uscito dal tunnel: «Avere tutta la rosa a disposizione — evidenzia l’allenatore campano — mi ridà la possibilità di avere alternative e giocarci tutte le frecce al nostro arco. Tutti noi, tutti assieme, siamo riusciti a uscire dalle difficoltà e abbiamo offerto una grande prestazione. Le scelte? Mi sono preso la responsabilità di cambiare Petkovic nonostante Favaro stesse facendo molto bene: l’allenatore vede anche le sfumature che fuori non si colgono. In mezzo ho scelto Giandonato perché mi serviva qualità con due giocatori che potessero correre il più possibile». Neto Pereira ha dimostrato ancora una volta tutto il suo valore: «Vittoria importantissima – esulta il brasiliano – e con pieno merito. Un’ottima prestazione, dimostrando di voler vincere con un impatto importante sul match. Sono contento per il gol, di aver segnato davanti ai tifosi. Dedico il gol a tutte le persone che mi sono state vicine durante l’infortunio».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Bassano 18, Cittadella 17, Pavia 16, Reggiana* 15, FeralpiSalò e Padova 12, Alessandria*, Pordenone* e SudTirol 11, Cremonese* e Giana Erminio 10, Cuneo e Lumezzane* 9, Mantova 8, Pro Piacenza 7, AlbinoLeffe 6, Renate* 4, Pro Patria 0. (* Una partita in meno)

Ore 08.28 – Lega Pro girone A, l’ottava giornata: Cuneo-SudTirol 3-1 (Bassoli (St) al 33′ pt, Corradi (Cu) al 38′ pt, Chinellato (Cu) al 22′ st e al 38′ st), Padova-Mantova 3-0 (Neto Pereira (Pd) al 4′ pt, Petrilli (Pd) al 21′ st e al 24′ st), AlbinoLeffe-Cittadella 2-0 (Danti (Al) al 5′ e al 46′ pt), Bassano-Pro Patria 1-0 (Proietti (Ba) al 36′ st), Giana Erminio-Pavia 1-1 (Ferretti (Pv) al 18′ st, Bruno (Ge) al 45′ st), Pro Piacenza-FeralpiSalò 0-0. Oggi, ore 14.00: Lumezzane-Pordenone. Ore 15.00: Reggiana-Cremonese. Ore 17.30: Alessandria-Renate.

Ore 08.26 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.24 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 24 ottobre: riscatto del Padova, che batte il Mantova con un secco 3-0 grazie alla rete di Neto Pereira ed alla doppietta di uno scatenato Petrilli.




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