Live 24! Padova-Pordenone, -2: è dubbio tra 4-3-1-2 e 4-2-3-1, ultimi test per fugare i dubbi

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Ore 20.00 – (La Provincia Pavese) La storia del Renate, avversario domani pomeriggio del Pavia in quel di Meda, parte nel 1947 quando un gruppo di appassionati di calcio e tifosi dell’Inter fondano la squadra scegliendo i colori nerazzurri. Renate è il Comune più piccolo d’Italia (4.177 abitanti dal censimento del 2011) ad avere una squadra di calcio tra i professionisti. Due sono i presidente del club brianzolo: Giancarlo Citterio, entrato in società nel 1975 e Luigi Spreafico, prima sponsor e poi diventato dal 1998 dirigente del Renate. La lunga scalata fino al calcio professionistico della società l’ha portata con il passaggio nell’allora Seconda Divisione a trasferirsi come campo di gioco allo stadio di Meda, mentre dalla Berretti a tutte le formazioni giovanili l’attività si svolge a Renate. Due le figure in società che hanno un passato nel Pavia: Massimo Crippa, direttore generale e da quest’anno Gianluca Andrissi diventato direttore sportivo. Proprio Andrissi allenò il Pavia nel torneo 2010-11 di Prima Divisione, quando fu esonerato nel finale di stagione. «Malgrado quella conclusione del rapporto con la società non ho mai avuto rancori con il Pavia – spiega Andrissi – Purtroppo ci fu una fine un po’ diversa da quello che mi sarei aspettato. Da lì cambiarono poi gli scenari con il mio passaggio al ruolo di direttore sportivo al Monza con cui vinsi due campionati. Ma quando torno a Pavia mi sento sempre a casa, ho un bel rapporto con i tifosi e l’ambiente e sono anche tifoso del Pavia a cui auguro di centrare gli obiettivi ambiziosi che si è prefissato». Uno scontro tra Davide e Golia sembra quello che andrà in scena a Meda: da una parte una squadra tra le più giovani del campionato, dall’altra un Pavia esperto e di qualità. «E’ la politica di sempre del Renate che fa crescere e porta in prima squadra i suoi giovani, e ne ingaggia altri da club di categoria superiore. Di fronte avremo un Pavia di qualità che già lo scorso anno era una squadra molto forte. Mi fa piacere ritrovare anche miei ex giocatori. Facchin fu in quella stagione alla sua prima da titolare, oggi è uno dei portieri più forti della categoria. Andrea Ferretti è un giocatore straordinario le cui qualità non scopro io. Ma tutto il Pavia ha le qualità per andare fino in fondo verso il suo obiettivo in un campionato che è difficilissimo. Ci sono almeno otto-dieci squadre di valore altissimo. Il girone A è il più forte di quelli di Lega Pro di questa stagione». Fino all’ultimo turno il Renate non aveva mai vinto e segnato solo due reti. Poi a Salò è arrivata la prima gioia: un 4-2 sul Feralpi che è costato anche l’esonero al tecnico dei gardesani Michele Serena. «Questo mi spiace perché difendo sempre l’operato degli allenatori e non è una sconfitta che fa la differenza – dichiara il diesse del Renate – E’ accaduto che abbiamo fatto le stesse cose di Reggio Emilia e di Alessandria, ma questa volta andando in rete. Anche nelle precedenti partite non avevamo demeritato: a volte abbiamo perso quando almeno un pareggio ci stava, altre pareggiato quando meritavamo di vincere. Con la Feralpi tutto ha girato bene e sono arrivati questi tre punti importanti». Il risultato ha permesso al Renate di salire a quota 7, agganciando al penultimo posto l’Albinoleffe. Ora, però, c’è il Pavia. «Per fermare il Pavia sappiamo che dobbiamo fare la partita perfetta. Mi ripeto ma credo, e mi auguro per affetto, che il Pavia possa salire di categoria. Se non dovesse farcela vincendo il campionato sarà importante che arrivi in condizione a maggio-giugno per giocarsi al meglio i play off. L’esperienza del Como dello scorso anno insegna che magari anche contro le più forti la differenza l’ha fatta la condizione fisica di una squadra che stava meglio di tutte». Il club brianzolo è allenato da Simone Boldini, ex giocatore del Milan: in organico risulta anche Evans Kondogbia, classe 1989, nato in Francia, fratello del giocatore dell’Inter.

Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) «Contro squadre che si abbassano e si difendono non è mai facile riuscire ad imporre gli schemi dell’allenamento». Nicholas Siega spiega così il black out di Bolzano, dove l’attacco granata, a differenza di altre partite, non si è visto. Un problema al quale mister Colombo sta lavorando, dato che anche il prossimo avversarop si annuncia come piuttosto chiuso. Che partita si aspetta con Cuneo? «Tosta e difficile perché per loro è un buon momento, sanno chiudersi bene e questo a noi crea sempre problemi. Dobbiamo stare attenti anche alle loro ripartenze». Passato il trittico duro, con Salò, Cremonese e Sudtirol, vi aspettano impegni più abbordabili… «Sono due blocchi differenti ed il primo serviva per vedere di che pasta siamo fatti, tenendo testa a squadre importanti, mentre questo serve per farci rimanere in alto se non lo prendiamo sotto gamba». In questo blocco c’è la sua ex squadra, la Pro Patria. «Penso partita dopo partita. Che ricordi ho? Pochi della prima stagione, di più della seconda». Si parla del suo rinnovo? «Vedremo come si muove la società». Come farebbe Colombo senza di lei? «Fa piacere la sua fiducia e penso di essermela guadagnata pian piano sul campo». «Quanti gol spera di fare quest’anno? «Spero di migliorare lo score dell’anno scorso per non essere ricordato solo come Re di coppe». L’intesa con Arma come va? «Buona: siamo giocatori diversi perché lui protegge la palla mentre io vado sulle sue “spizzate”». Rachid si sta trasformando nel Ruopolo dello scorso anno? «Sono giocatori diversi infatti l’anno scorso le nostre fortune venivano dal 4-3-3. Con questo cambio di modulo stiamo facendo bene perché Rachid è maggiormente coinvolto dai terzini più alti o dalle mezzali che si inseriscono». Perché non segue i consigli del tecnico che le prospetta una grande carriera se si adatta a fare il terzino? «Posso già farlo perché sono duttile, però sono sempre stato un esterno di centrocampo o d’attacco. Rispetto il suo parere ma mi sono sempre trovato bene come esterno così come in questo nuovo ruolo, dietro la punta». Cosa si dice nello spogliatoio di questa imbattibilità difensiva? «Non ci pensiamo perché l’anno scorso, di questi tempi, a Gubbio abbiamo preso tre gol…

Ore 19.10 – (Gazzetta di Reggio) Una tegola si abbatte sulla Reggiana. L’infortunio rimediato da Minel Sabotic a Bolzano si è rivelato più grave del previsto. Sembrava che il difensore montegrino potesse farcela per la gara con il Cuneo, ma la risonanza magnetica effettuata ieri a Villa Salus ha evidenziato una lesione del menisco del ginocchio destro. Questa mattina Sabotic sarà sottoposto a un intervento chirurgico e non tornerà in campo prima di 20 giorni. L’infortunio colpisce il reparto che sta facendo meglio, quella della Regia è la difesa meno battuta di tutti i campionati professionisti, ma che è numericamente più in difficoltà per mancanza di sostituti. L’assenza del centrale mette infatti in difficoltà non poco Alberto Colombo perché le alternative non ci sono. Ieri in via Agosti il tecnico ha provato sia Riccardo De Biasi, che però è abituato a fare il centrale destro nella difesa a quattro, e il terzino sinistro Frascatore. Quello di Sabotic è l’unico problema in organico perché Nolè, Meleleo e Danza stanno recuperando e Giannone è già in gruppo. L’infortunio del montenegrino non sembra sufficiente al momento a far cambiare strategia di mercato alla società. «Fino a gennaio non ci muoviamo», ha confermato ieri il dg Raffaele Ferrara. IL MERCATO. Se il mercato in entrata sembra al momento bloccato, tornano le voci su un possibile addio di Angiulli già a gennaio. Nelle ultime ore di parla di un forte interessamento del Vicenza, che milita in B, che avrebbe pronto un triennale. Anche Ascoli e Ternana sono sulle tracce del forte centrocampista milanese, il cui contratto scade a fine stagione. «Nessuno si è fatto avanti – ha detto Ferrara -, anzi ci dovremmo vedere a breve con lui, come con altri giocatori, per discutere il rinnovo del contratto. Ripeto, non ho riscontri per adesso da parte del Vicenza o di altre squadre e poi non è detto che se ci fosse un interessamento il giocatore debba per forza andare via, il suo precedente con l’Ascoli di qualche mese fa lo dimostra». IL CASO VACCA. Sempre in tema di mercato la Reggiana deve sistemare una volta per tutte la questione del centrocampista Antonio Vacca visto che la Figc, vedi caso Schiavon della Spal, sembra orientata a non concedere deroghe di tesseramenti a finestre di mercato chiuse ( va detto che in passato sono però sempre arrivate). «Con Vacca ci incontreremo presto e dovremo risolvere la situazione per forza», commenta il dg granata. Va ricordato come il suo ingaggio sia uno dei più onerosi della squadra ed in ottica mercato di gennaio potrebbe pesare quando si cercheranno innesti per rinforzare soprattutto la difesa. Il caso deve dunque essere risolto al più presto, per non creare ulteriori problemi. A gennaio intanto è possibile uno scambio di prestiti col Pescara che vedrebbe il ritorno a Reggio di Lele Mignanelli e la partenza di Daniel Di Nicola, entrambi giocatori sotto contratto col club abruzzese. SI RIVEDE MESSETTI. Ieri in via Agosti ha fatto capolino l’ex centrocampista Matteo Messetti, di passaggio a Reggio per ritirare degli effetti personali. Il giocatore sta aspettando gennaio per iniziare la nuova avventura con la Virtus Vecomp Verona in serie D, squadra ambiziosa che è ai primi posti della classifica del Girone C e nella quale si allena da giorni in attesa dello svincolo del Chievo, necessario per scende nei campionati dilettantistici. A bordo campo sono comparsi anche il padre del portiere Simone Perilli, venuto da Roma, e la fidanzata Elisa con la quale l’estremo difensore vive in città.

Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Cambiano gli allenatori (prima Petrone, poi Asta, quest’anno Sottili) ma la filosofia e i risultati del Bassano proseguono secondo un progetto tendente, prima o poi, a effettuare il salto in serie B. Lo scorso anno i vicentini ci andarono davvero vicino, perdendo soltanto la doppia sfida in finale con il Como e quest’anno sono ripartiti con le medesime ambizioni malgrado qualche cessione eccellente (Nolè su tutti). E in effetti il Bassano è partito forte, collezionando pareggi e vittorie fino a domenica scorsa quando ha incassato la prima, pesante e in un certo senso anche inattesa, sconfitta (3-0) a Pordenone. Che l’ha fatto scivolare al quarto posto in classifica a quota 18 punti. In ogni caso la squadra giallorossa ha ormai uno spartito ben preciso, quel 4-2-3-1 che da anni la fa muovere a memoria indipendentemente dai giocatori che si succedono nella rosa. Partito mister Asta per Lecce (tra l’altro già esonerato nelle prime giornate), per il sostituto si è puntato sul 46enne Stefano Sottili, lo scorso anno alla Pistoiese ma che all’attivo ha un campionato di C2 vinto con il Carpi (2010/11). La squadra per questa stagione è stata rinnovata a metà, ovvero 11 nuovi acquisti a fronte di 12 conferme. In difesa sono arrivati il promettente centrale (’94) Barison dall’Ascoli e l’esperto Martinelli (33 anni) dal Trapani. Nuovi anche l’esterno Candido (’93) dalla Pro Patria e il trequartista Misuraca (’90) dal Pisa, mentre in attacco si è puntato sull’esperienza e la qualità di Germinale (’87, già tre reti finora) dall’Alessandria. Le conferme costituiscono l’ossatura storica del Bassano Virtus: il portiere Rossi (’86), i difensori Bizzotto (’90) e Stevanin (’94), la coppia centrale in mezzo al campo costituita da Cenetti (’89) e Proietti (’92), l’altro talentuoso esterno Iocolano (’89, 3 reti realizzate), per finire all’indimenticato ex “Condor” Pietribiasi e al giovane (’93) Maistrello. L’attacco, con 12 reti all’attivo, è il terzo del girone mentre la difesa (7 reti subìte) e la seconda meno battuta. Al “Mercante” la squadra di Sottili ha vinto 3 volte (con Albinoleffe, Cuneo e Pro Patria), pareggiato due (Cremonese e Alessandria) ed è ancora imbattuta.

Ore 18.20 – (Gazzetta di Mantova) «Ma il mister usa come modulo “l’albero di Natale” perché spera di mangiare almeno il panettone?». La battuta, colta al volo da un tifoso biancorosso, farà magari sorridere anche Ivan Javorcic, da giorni impegnatissimo sul campo per cercare di far assimilare alla squadra a tempo di record i nuovi schemi. Appunto il modulo 4-3-2-1, assurto agli onori delle cronache come “albero di Natale” grazie al Milan guidato da Carlo Ancelotti che vinse tanto in Italia e in Europa. Anche ieri mattina, sul prato del “Dante Micheli”, l’allenatore croato ha insistito molto sulle esercitazioni tattiche, curando sia la fase difensiva e sia lo sviluppo della manovra. Javorcic, come in precedenza faceva anche Maspero, non ha però provato sul campo la formazione che intende schierare domani (ore 20.30) a Bassano. Anche il nuovo mister evidentemente preferisce tenere tutti sulla corda fino all’ultimo piuttosto che dare certezze ai titolari designati. E così, quando si è trattato di provare gli schemi e di metterli in pratica giocando, Javorcic ha schierato due squadre così composte (portieri a parte): con la pettorina gialla i difensori Scalise, Gavazzi, Lombardo e Sereni; i centrocampisti Zammarini, Dalla Bona e Raggio Garibaldi; poi il giovane Del Bar (aggregato alla prima squadra) e Caridi dietro l’unica punta Momentè. Dall’altra parte, una difesa con Longo, Trainotti, Carini e Scrosta; i centrocampisti Di Santantonio, Puccio e Foglio; Beretta e Gonzi dietro Ruopolo. Carte mischiate, insomma, che magari saranno riordinate sul tavolo oggi pomeriggio, quando il Mantova svolgerà la seduta di rifinitura (la partenza per Bassano ci sarà domani). Al di là di qualche dubbio, comunque, si può già ipotizzare l’undici biancorosso che scenderà in campo allo stadio “Mercante” contro il Bassano. Le più grosse novità rispetto al ko con la Giana Erminio dovrebbero essere i rientri di Filippo Carini in difesa e di capitan Gaetano Caridi come trequartista. Recuperi importanti, visto che il centrale ex L’Aquila si era segnalato come uno dei migliori nelle prime giornate di campionato e che Don Tano resta – a dispetto delle 35 primavere – l’unico elemento in grado di risolvere in ogni momento una partita con una giocata d’alta scuola. A metà campo, vista la discreta prova offerta dal reparto contro la Giana, non dovrebbero esserci stravolgimenti, così come appare scontata la conferma dell’asse destro Scalise-Gonzi, di gran lunga la cosa migliore vista da quando Javorcic si è seduto sulla panchina biancorossa. Restano dei dubbi poi in difesa, dove a Carini potrebbe far spazio Gavazzi (ma forse anche Trainotti) e sulla fascia sinistra, visto che Sereni è tornato a disposizione. L’attacco a meno di sorprese sarà guidato da Ruopolo, con Momentè pronto a subentrare. A proposito dell’ex centravanti dell’Albinoleffe, c’è da dire che ieri è uscito dal campo zoppicando a causa di una contusione. Ma sarà disponibile per Bassano. Resteranno a casa invece Ungaro e Anastasi, che hanno almeno ripreso a correre a parte sul campo.

Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Prove tecniche di possibile collaborazione tra Udinese e Pordenone ieri allo stadio Friuli. Un incontro a pranzo nel ristorante President della Club House bianconera ha posto le basi per creare una sinergia tra i due club che rappresentano la regione nei campionati pro. Insieme al patròn Gianpaolo Pozzo e al presidente neroverde Mauro Lovisa, c’erano per l’Udinese il dg Franco Collavino, il ds Cristiano Giaretta e il direttore amministrativo Alberto Rigotto. Già dalle prossime settimane, le due società inizieranno a stringere accordi strategici, utili a uno sviluppo dei rispettivi progetti e programmi tecnici e nella gestione dei rapporti. «Questa collaborazione – commenta soddisfatto Pozzo – può offrire a entrambi l’occasione di condividere esperienze e professionalità. L’intesa ci permetterà di creare una nuova prospettiva per i nostri giovani, evitandone la fuga verso altre realtà». «Ringrazio l’Udinese per l’ospitalità, in particolare il patròn – aggiunge Lovisa -. Ritengo quest’apertura molto importante per la nostra realtà, giovane e ambiziosa, che vuole consolidarsi in LegaPro attraverso un lavoro serio e una programmazione mirata, valorizzando il Settore giovanile. L’Udinese, società che da anni si è affermata nella massima serie, dev’essere per noi un esempio. Noi possiamo aiutarla nel far fare esperienza ai giovani bianconeri. Mettere in campo sinergie a tutti i livelli potrà farci crescere. Il nostro è un territorio straordinario, di cui andare orgogliosi, da esportare attraverso lo sport in tutta Italia».

Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Quanti doppi ex regala Pordenone e Padova. Si parta dal più noto in riva al Noncello, cioè Adriano Fedele, che è stato in due riprese allenatore di neroverdi (87-88, 01-03) e biancoscudati (96-97 e 98-99). Il più conosciuto all’ombra del Santo è stato Piero Aggradi, mediano in serie C tra i “ramarri” a fine anni ’50 ma, soprattutto, ds dei veneti dal 1989 al 1996, con cui conquistò la serie A e in particolare valorizzò il vivaio, contribuendo all’esplosione di Alessandro Del Piero. Morì nel 2008 a 73 anni. La lista continua con un altro grandissimo, Ezio Vendrame, a Padova dal ’75 al ’77 e a Pordenone nel 78-79 (e poi tecnico delle giovanili). Si ricordano poi Bepi Pillon, tecnico del Pisa, giocatore di entrambe di fine anni 70 e primi 80 ed ex tecnico veneto (97-98); Daniele Pasa, Alessandro Orlando, i due rinforzi per la C2 dei neroverdi, il bulgaro Stoilov e il brasiliano Robert; quindi in tempi recenti Diego Oliveira e, ovviamente, Matteo Nichele, compagno di Zubin sia in neroverde sia in biancoscudato nelle medesime annate.

Ore 17.10 – (Messaggero Veneto) Caio De Cenco c’è: il bomber, infatti, ieri si è allenato e sarà in campo domenica. Anche stavolta, però, salvo sorprese Bruno Tedino dovrà fare a meno di due giocatori già assenti col Bassano. É molto difficile, infatti, che il Pordenone abbia a disposizione a Padova Paolo Marchi e Matteo Mandorlini. Il difensore e il centrocampista non si sono allenati col gruppo ed è praticamente escluso che il tecnico li rischi in questo momento della stagione. Si punta ad averli invece guariti del tutto per il match con l’Alessandria, in programma al Bottecchia il 15 novembre. Tedino così pare orientato (e, di fatto, obbligato) a riproporre l’undici che ha schiantato il Bassano. L’unico dubbio è relativo alla posizione di Cattaneo, di conseguenza al modulo: lo si utilizza come trequartista, e quindi si opta per il 4-3-1-2, oppure come esterno destro d’attacco, scegliendo così il 4-3-3? Riserve che Tedino scioglierà in queste ore. Non sarà del match, oltre a Pignata e Pavan, anche Gulin (risentimento muscolare). Pienamente recuperato invece Filippini, che però andrà in panchina. Il Padova, che dovrà fare a meno di Diniz (al suo posto l’ex Niccolini), andrà per la prima volta in ritiro in occasione della gara col Pordenone. Lo farà dopo la rifinitura di domani. Segno che il match è temuto e, soprattutto, che lo staff tecnico e la proprietà vuole la massima concentrazione, in particolare dopo l’ormai famosa sostituzione sbagliata di Pavia di sei giorni fa: Amirante in panchina e pronto a entrare, senza però essere in lista.

Ore 16.50 – (Messaggero Veneto) Un doppio ex “fresco”, molto amato a Pordenone perché è stato capitano e l’ultimo, vero, grande bomber: 80 gare e 51 gol in totale. Per questo la sua opinione vale tanto. «Sono categorie diverse, ma mi auguro che De Cenco sia il mio erede: è un ottimo centravanti». É Emil Zubin a benedire il nuovo goleador neroverde. L’italo-croato, leader della squadra promossa in Lega Pro, la scorsa stagione in forza prima ai “ramarri” e poi al Padova (con cui ha vinto il secondo torneo di fila in D), si pronuncia in maniera molto positiva sul suo successore e sulla squadra di Tedino che vede «la favorita del match dell’Euganeo». Una gara a cui vorrebbe assistere dal vivo. Zubin, attualmente, è senza squadra dopo essere stato messo fuori rosa dalla Triestina. La società alabardata, economicamente, non sta bene e a farne le spese sono stati lui e anche altri ex neroverdi (Mattielig, Zanardo, Pramparo). «A dicembre dovrei tornare in corsa – spiega -: ho già ricevuto diverse chiamate, anche se non vorrei muovermi da casa (abita a Verteneglio, in Istria, ndr). Scenderei anche in Eccellenza». Intanto segue come al solito il calcio, il Pordenone. «Il presidente Lovisa si merita queste soddisfazioni – afferma –: ci sentiamo ancora. So quanta passione ci mette e, dopo la retrocessione dell’anno scorso, meritava una partenza così. Spero che i “ramarri” continuino». «De Cenco è molto forte, sa fare tutto – spiega il centravanti –. I sei gol segnati sono arrivati in vari modi. Ha ottime qualità. Poi lavora per la squadra, corre, si sbatte: se prosegue su questa strada può davvero lasciare un segno». Zubin loda Tedino. «Lo conosco da avversario – afferma –: l’ho affrontato più volte in D. Ci metteva sempre in difficoltà, ogni gara aveva la mossa giusta e che tirava fuori a sorpresa. Una qualità che sta mettendo in atto anche in Lega Pro: c’è la sua mano in questa partenza». Pronostico per domenica? «Ho tanti amici in entrambe le piazze, dico “X” per non scontentare nessuno – risponde –. Anche se in questo momento il Pordenone ha qualcosa in più. Spero di essere all’Euganeo, altrimenti guarderò il match su Sportube”. Perché al cuor non si comanda, anche se Qualcuno ancora lo incolpa per l’addio anticipato ai “ramarri”.

Ore 16.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.00 – Qui Guizza: cambiati gli interpreti ma persiste il 4-3-1-2. Giandonato regolarmente in campo.

Ore 15.40 – Qui Guizza: provati schemi anti-Pordenone, anche Giandonato si allena a parte.

Ore 15.20 – Qui Guizza: lavoro col pallone, a parte Amirante.

Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Venezia al lavoro per non sprecare più alla vigilia dell’ennesimo tour de force. La sfida di dopodomani in casa del Tamai (ore 14.30) inaugurerà un altro ciclo di tre gare in otto giorni per gli arancioneroverdi di Paolo Favaretto, con due trasferte (la seconda a Fontanafredda domenica 15 novembre) e il derby col Mestre nell’infrasettimanale di mercoledì 11 al Penzo (ore 20.30). Fallito il tentativo di convincere il Tamai ad anticipare di 24 ore, Serafini e compagni stanno puntando l’obiettivo di ritrovare la vittoria dopo due inediti 0-0 di fila costati il dimezzamento da 4 a 2 punti di vantaggio sul Campodarsego. «Per la verità contro il Levico la palla era entrata in rete e, seppur a fatica, il nostro gol che ci avrebbe dato tre punti meritati l’avevamo fatto – ricorda il fantasista Gianni Fabiano, autore della rovesciata vanificata dal guardalinee – Nell’arco di un campionato è impossibile vincere sempre, tuttavia dispiace perché quella di domenica scorsa non è stata una prestazione sottotono. Abbiamo creato tante occasioni, colpito un palo nel primo tempo con la mia punizione e una traversa nel secondo con Serafini, il loro portiere è stato decisivo più volte». Una settimana fa l’ex Pro Vercelli sembrava in dubbio per un problema al piede. «Una piccola scheggiatura ad un dito dopo un botta, per fortuna lo staff medico ha fatto il massimo per farmi giocare e li ringrazio davvero. I primi a voler ripartire dopo i due 0-0 siamo noi perché sappiamo che per vincere non basta chiamarsi Venezia né avere un presidente come Tacopina: dovremo dimostrare di essere i più forti e basta». In anticipo rispetto alla prima squadra anche gli Juniores arancioneroverdi si apprestano a completare un ciclo di tre gare in otto giorni: domani i ragazzi di Andrea Turato faranno visita al Legnago cercando il quarto risultato utile di fila dopo i successi su Forlì, Ribelle e il pareggio di mercoledì con l’Abano. Nel girone D il Venezia è sesto con 14 punti in 8 uscite mentre i veronesi sono a quota 16 ma con una partita in più all’attivo. COPPA ITALIA – Mercoledì 25 novembre (ore 14.30) nel secondo turno di Coppa Italia il Venezia ospiterà la Clodiense.

Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) L’aria frizzante del derby si fa già sentire, nonostante all’appuntamento con la sfida di mercoledì tra Venezia Fc e Ac Mestre manchino ancora parecchi giorni. E soprattutto di mezzo ci sia un’altra giornata di campionato: domani quella del Mestre con il Dro, domenica la trasferta del Venezia a Tamai. Ma il fascino della stracittadina che torna sta già monopolizzando l’attenzione. «Sarà una bella opportunità per la città, speriamo che richiami molte persone allo stadio», è l’auspicio del dg arancioneroverde Dante Scibilia. Le premesse già ci sono, come conferma l’andamento della prevendita da entrambe le parti: ieri il Venezia aveva già venduto 120 biglietti e anche il Mestre (che avrà a disposizione la Curva nord del Penzo) ha superato quota 100, sui 200 biglietti avuti per il momento. I tifosi di entrambe le fazioni, insomma, stanno rispondendo. E le due squadre avvertono l’eccezionalità dell’occasione. «I nostri giocatori hanno esperienza in campionati importanti e conoscono l’importanza di giocare contro un’avversaria la cui tifoseria fa parte della stessa città», sottolinea Scibilia che sulla natura del derby aggiunge: «Vorrei che si smettesse di parlare di Venezia centro storico da una parte e Mestre dall’altra. Qui c’è una squadra, che si chiama Venezia, che rappresenta l’intera città, cioè Venezia, che comprende anche Mestre e Marghera. Dall’altra parte c’è il Mestre che gioca nella nostra stessa città. E ognuno – aggiunge – è libero di scegliere per chi tifare». In casa del Mestre per il momento si preferisce concentrarsi sulla partita di domani contro il Dro. «L’ho detto anche ai ragazzi – sottolinea il presidente Stefano Serena – che in questo momento non devono pensare al derby, ma solo a concentrarsi sul Dro, perché è una partita importantissima per noi. E poi – aggiunge – i tre punti in palio sono gli stessi: quelli di sabato così come quelli di mercoledì… E’ vero che il derby non si giocava da trent’anni, ma ci penseremo da domenica. Per noi la posta in gioco è la stessa e non possiamo permetterci di deconcentrarci», dice il presidente arancionero pensando alla rimonta del suo Mestre, risalito a metà classifica grazie agli 11 punti (su 14) conquistati nelle ultime sei giornate. «Però il derby mette in palio qualcosa in più dei tre punti – ribatte a distanza Scibilia – ha un valore aggiunto che va oltre il risultato in sé. Quello che mi auguro – conclude il dg – è che si svolga tutto nella massima correttezza e che questo appuntamento faccia tornare a tanta gente la voglia di venire allo stadio». Le due squadre, intanto, si stanno preparando alla prossima giornata di campionato. In vista della trasferta di domenica a Tamai il Venezia ieri ha disputato la consueta partitella contro gli allievi. Si sono allenati a parte Barreto, che prepara il rientro per mercoledì, e Cantini (lombalgia). Ieri la squadra ha inoltre partecipato ad un workshop formativo con l’arbitro della sezione di Mestre Nicolò Sprezzola per una serie di approfondimenti sul regolamento. Il Mestre, impegnato domani in casa (a Mogliano) contro il Dro, dovrà fare a meno di Gherardi squalificato per tre giornate e, forse, di Migliorini che non è ancora a posto e potrebbe essere preservato per il derby. Usciti infine gli accoppiamenti dei trentaduesimi di Coppa Italia: il Venezia giocherà contro la Clodiense mercoledì 25 novembre.

Ore 13.50 – (La Nuova Venezia) La miglior difesa del girone C, il Venezia, che non prende gol da 271’, contro una squadra, il Tamai, che in casa ha sempre segnato (10 reti in 5 incontri) e mai perso (11 punti con 3 vittorie e 2 pareggi). Trasferta ricca di insidie, almeno sulla carta, quella che aspetta la capolista, che domani sera potrebbe ritrovarsi alle spalle del Campodarsego, che anticipa il match interno contro l’Abano. Solo numeri, poi sarà come sempre il campo a formulare il verdetto finale, e Venezia che non potrà abbassare la guardia anche se ai friulani mancherà il bomber Diaw. Venezia che è ritornata a blindare la difesa dopo i due gol incassati ad Abano. «Abbiamo lavorato molto a migliorare la fase difensiva», ha spiegato Daniel Beccaro, che si alterna come difensore centrale con Modolo e Cernuto, «avevamo preso qualche gol di troppo e concesso qualche occasione in più agli avversari. Ci siamo sistemati e, tra Calvi Noale, Campodarsego e Levico, abbiamo ridotto al minimo le palle-gol degli altri». Peccato che dopo il tris alla Calvi Noale, il Venezia abbia smarrito la strada del gol. «Non mi preoccupo assolutamente, ci sono partite che si mettono in una maniera e che non le blocchi nemmeno se rimani in campo per due giorni. Con il Levico non avremmo disputato una grandissima partita, però le nostre 5-6 occasioni limpide le abbiamo costruite, colpendo due legni e vedendoci annullare un gol regolare. Avessimo sbloccato il match, non ci sarebbe stata storia». Tamai è un campo difficile. «Lo sappiamo, dovremo esprimerci al 100%, è un altro campo stretto, come Campodarsego, ma il terreno sembra buono. Non ci ho mai giocato, ma sappiamo che il Tamai è una bella squadra, non per niente ha perso anche la Virtus Verona». Il presidente Joe Tacopina partirà da New York martedì 10 e arriverà a Mestre il giorno successivo, in tempo per vedere il derby con il Mestre.

Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Non è certo un periodo fortunato per il Vicenza che anche con l’Ascoli dovrà fare i conti con parecchie assenze; oltre agli infortunati di lungo corso Manfredini e Brighenti, Pasquale Marino dovrà rinunciare a Gagliardini e Pazienza a centrocampo, mentre in attacco sarà out Galano. E per buona misura, ieri al centro tecnico di Isola Vicentina si è fermato anche Pinato: l’esterno mancino ha dovuto lasciare il campo per un problema ai flessori. In vista della sfida di domani contro l’Ascoli che si presenterà al Menti per la «prima» di Devis Mangia sulla panchina marchigiana, Marino avrà quindi scelte quasi obbligate anche se il tecnico biancorosso ieri ha mescolato le carte non dando indicazioni sull’undici iniziale. Probabile però che il tecnico siciliano confermi la linea difensiva vista a Cagliari, con uno tra Sbrissa e Vita a formare il trio in mediana con Urso e Cinelli. In attacco sicuri titolari sono Raicevic e Giacomelli, con Gatto che dovrebbe prendere il posto dell’infortunato Galano. Proprio dall’ex attaccante del Lanciano ci si attende una prestazione che riscatti la prova opaca contro il Novara, una chance che Gatto cercherà di giocarsi al meglio. «Finora non sono riuscito a giocare con continuità e in qualche partita potevo fare meglio – spiega Gatto – ma il mio compito primario è quello di seguire le indicazioni del mister e di farmi trovare pronto quando mi chiama in causa. Se contro l’Ascoli sarò della partita darò il massimo per cercare, insieme ai miei compagni, di prenderci i tre punti perché finora non abbiamo ancora vinto davanti al nostro pubblico e questo ci dispiace non poco». Gatto potrebbe giocare come esterno alto di destra, un ruolo che ha già ricoperto più volte a Lanciano nella scorsa stagione. «Per me giocare a destra oppure a sinistra non fa differenza – precisa Gatto – come ho detto tante volte la voglia di giocare è tanta e la posizione in campo non è certo un problema».

Ore 12.50 – (Mattino di Padova) L’Este affronterà la Virtus Vecomp Verona nei trentaduesimi di finale di Coppa Italia di Serie D. La Lega Nazionale Dilettanti ha definito gli abbinamenti per il prossimo turno, in programma mercoledì 25 novembre (calcio d’inizio alle ore 14.30). L’Este è l’unica squadra padovana ancora in corsa dopo aver sconfitto l’Abano lo scorso 28 ottobre: il Campodarsego, che aveva eliminato la Luparense nel turno preliminare, è stato poi battuto dalla Clodiense. Virtus Vecomp-Este si giocherà allo stadio “Gavagnin-Nocini” di Verona. In caso di parità, il passaggio ai sedicesimi (mercoledì 9 dicembre) sarà deciso dai calci di rigore. Domani, invece, Este, Abano, Campodarsego e Luparense torneranno in campo per la dodicesima giornata di campionato. Gli anticipi del sabato (inizio sempre alle 14.30) vedranno gli uomini di mister Pagan affrontare il Giorgione (senza gli squalificati Tiozzo e Rosina, quest’ultimo fermato per tre giornate dal giudice sportivo), Campodarsego e Abano impegnate nel più classico dei derby di provincia e la Luparense a Noale per la sfida con la Calvi.

Ore 12.20 – (Gazzettino) Fa un certo effetto vedere l’attuale capocannoniere della Coppa Italia (cinque gol all’attivo) non trovare posto in squadra, ma Giulio Bizzotto dopo un avvio folgorante con il Cittadella attualmente non rientra tra le prime scelte del tecnico Venturato. A 19 anni – compiuti nemmeno un mese fa – l’attaccante non ne fa certo un problema, né si allena con il broncio, tutt’altro: Bizzotto sa che prima o poi il suo momento arriverà di nuovo, del resto il futuro è tutto dalla sua parte. «Sono tranquillo e sereno, perché so quali sono le mie potenzialità, ma sono anche che la squadra sta facendo bene in questo periodo, quindi è giusto che si continui così». Il Cittadella è primo in classifica, in continua ascesa dopo un avvio in sordina, proprio il contrario di quanto è successo a Bizzotto… «Non ho reso ultimamente come stavo facendo ad inizio stagione, me ne sono accorto da solo. Possono essere tante le cause: la giovane età, il passaggio dalla Primavera alla prima squadra, difficile dirlo. Da tre settimane, però, mi sto allenando veramente bene, e sono pronto alla chiamata dell’allenatore». Jallow non è al meglio, Sgrigna è appena rientrato: potrebbe essere domani la volta buona, a Lumezzane? «Dipendesse da me, direi di sì. Con Litteri mi vedrei bene in coppia. Dispiace non giocare, come a tutti, ma non per questo mi alleno a testa bassa, senza entusiasmo, tutt’altro: sto lavorando sodo perché voglio farmi trovare pronto quando ne avrò l’occasione. Per ora osservo gli altri, perché a seguire gente come Sgrigna, Coralli, Litteri e Chiaretti, c’è solo da imparare». Venturato – lo continua a ribadire – ha grande considerazione per Bizzotto: «Lo so, e lo ringrazio. Se così non fosse non mi avrebbe fatto giocare in formazione ad inizio anno. Ho un ottimo rapporto con il tecnico, ci confrontiamo sempre». Sulla gara di domani: «Dobbiamo far tesoro della sconfitta con l’Albinoleffe, e farci trovare pronti ad ogni situazione. È così che si riconosce la grande squadra». Lumezzane-Cittadella sarà diretta da Baroni di Firenze.

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Ultimo allenamento pomeridiano della settimana, ieri, per Iori e compagni, che torneranno in campo stamattina per la seduta di rifinitura, prima di partire alle 16.30 dal Tombolato diretti a Lumezzane, dove domani saranno di scena alle 15 contro l’undici di D’Astoli. A salutarli (e a concordare la fase di riabilitazione con il preparatore atletico Andrea Redigolo) anche il 18enne Davide Xamin, che finalmente ha tolto il tutore dopo la frattura al perone rimediata a luglio nella partita contro l’Ahli Hebron. «E ora ricomincerò a corricchiare», ha sorriso il ragazzo. Intanto, l’altra sera i tifosi del Centro Coordinamento Club Granata si sono ritrovati al Ristorante-Bar da Godi di Fontaniva assieme ai giocatori Cappelletti, Chiaretti, De Leidi, Scaglia e Schenetti. All’ordine del giorno il bilancio della recente Festa del Tifoso, svoltasi a Villa Rina, la preparazione del derby di Bassano di domenica 22 novembre e l’organizzazione delle prossime trasferte.

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Siccome abitano a due passi dal campo, nell’appartamento dietro al bar dello stadio, di norma sono gli ultimi a presentarsi agli allenamenti. Fosse per loro, però, vivrebbero soltanto di calcio. Jallow e Bobb, Bobb e Jallow. Da quando sono approdati al Cittadella, mettendosi subito in mostra come due delle “rivelazioni” più belle di quest’inizio di stagione nell’intera Lega Pro, Lamin, l’attaccante, e Yusupha, il centrocampista, sono sempre assieme. «Siamo in Italia dal novembre dello scorso anno, portati qui dagli osservatori del Chievo, che ci hanno visto giocare con la nostra Nazionale all’Umbria Cup», racconta il 19enne Bobb, che è quello che ha preso più confidenza con l’italiano. Merito delle tre lezioni private che frequentano ogni settimana, anche se entrambi – non potendo utilizzare il woolof, la prima lingua parlata in Gambia, dove sono nati – preferiscono esprimersi in inglese. Quel che serve, però, l’hanno appreso. Ad esempio, Jallow ha capito benissimo i rimbrotti di Roberto Venturato dopo che sabato, credendosi in fuorigioco, si è fermato da solo nel mezzo dell’area dell’Alessandria, senza alcun fischio dell’arbitro. «Mi ha detto: “you dont’ have to stop”, “non devi fermarti in quei casi”, e che mi sono macchiato di un errore grave». A Bobb, invece, il tecnico del Cittadella ha chiesto di «stare più attento quando intervengo in difesa, ma continuo a pensare che il rigore per il fallo su Iunco non ci fosse». La loro giornata-tipo? «Beh, io mi alzo presto, prima delle 8, e dedico la parte iniziale della mattina alle preghiere (entrambi sono musulmani, ndr). Poi faccio colazione, al bar dello stadio oppure in centro e, quando rientro, mi metto alla tivù a guardare le partite di calcio su Sky», racconta Yusupha. «Lamin fa le stesse cose, ma la più grossa differenza sta nel tempo che trascorre al telefono: state sicuri che, se non sta guardando una partita, è nella sua camera a chiamare i genitori. Lo faccio anch’io, e pure a me mancano moltissimo, ma lui mi batte alla grande». Entrambi hanno alle spalle una famiglia numerosa: Bobb ha tre sorelle e un fratello, Jallow tre sorelle, una delle quali ha lasciato il Gambia prima di lui, sposandosi e andando a vivere in Svezia. Tutti e due dicono «I hope so» (lo spero), quando si chiede se mamma e papà li raggiungeranno prima o poi in Italia. Intanto, la loro famiglia l’hanno trovata nello spogliatoio granata, che li ha adottati come due promesse da accudire e far crescere. «Tutti siamo uniti da un unico obiettivo: lavorare con il massimo impegno per salire in Serie B», chiarisce Yusupha e, quando lo dice, assume un tono di voce diverso, più serio, come se fosse un imperativo da mandare a memoria. La squadra del cuore, per entrambi, è il Manchester United. «Come mai? Ma non serve chiederlo, tutti conoscono il Manchester. Già in Gambia guardavamo sempre le partite dei Red Devils in tivù». Sull’idolo calcistico la risposta, però, si differenzia. «Io mi ispiro a Gervinho, perché un po’ credo di assomigliargli nel modo di muovermi», precisa Jallow, che ha finalmente superato il problema muscolare che l’ha frenato negli scorsi giorni e che ieri ha ripreso ad allenarsi in gruppo. Bobb ci pensa un po’ di più, poi un nome lo trova pure lui: «Pirlo. E l’avrei detto anche se non fossi venuto a giocare in Italia, perché da uno come lui si può solo imparare».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Sul momento che stanno attraversando i biancoscudati. «Ci vuole maggiore attenzione, non possiamo permetterci la minima distrazione altrimenti veniamo puniti. Il ritiro? Se società e staff tecnico hanno preso questa decisione, è giusto così. Vogliamo fare bene e se anche questo può aiutarci, ben venga». BEARZOTTI. «Avevo sedici anni al Pordenone, è stata la mia prima esperienza nel calcio dei grandi e la ricordo con piacere anche perché ho dato il mio contributo alla promozione. Averlo già affrontato in Coppa con il Padova è stato emozionante, lo sarà ancora di più domenica». Sui biancoscudati. «Non siamo in un periodo facile e dobbiamo superarlo, però siamo consapevoli di essere un’ottima squadra. Affrontiamo un avversario forte, ma di sicuro non siamo da meno. Noi siamo il Padova». Sull’incontro di Bergamin e Bonetto con la squadra. «Ci hanno dato la carica e trasmesso fiducia. Sappiamo di avere alle spalle una società forte che crede in noi».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Diniz è squalificato, toccherà a lei rimpiazzarlo al centro della difesa. «Dovrebbe essere così, mi alleno sempre al massimo per farmi trovare pronto. Dovremo tenere d’occhio tutta l’organizzazione di gioco del Pordenone, anche se davanti hanno De Cenco che in questo momento sta facendo gol (tripletta con il Bassano, ndr)». Il presidente Giuseppe Bergamin e l’amministratore delegato Roberto Bonetto vi hanno tenuto a rapporto mercoledì. «Ci hanno chiesto di fare bene e di dimostrare che non hanno sbagliato nel puntare su di noi. Si vede che la società ha fiducia nella squadra, spetta a noi ripagarla sul campo». Novità, andrete in ritiro prima di una partita casalinga. «Stare insieme, riposarsi al meglio e pensare solo alla partita può essere una cosa positiva. Non bisogna lasciare niente al caso, il gruppo ha preso bene la decisione». DIONISI. «Fa sempre effetto affrontare una tua ex squadra, tanto più che è stata un’annata felice della quale conservo un ricordo piacevole. Ma domenica penserò solo a vincere con il Padova. Ce la metteremo tutta anche per i nostri tifosi».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Una sola stagione al Pordenone, ma nell’anno della promozione in Lega Pro con Carmine Parlato in panchina. Stiamo parlando di Daniel Niccolini, Matteo Dionisi ed Enrico Bearzotti che sono pronti a sfidare il loro passato neroverde per la prima volta in campionato. NICCOLINI. «Ho un ricordo bellissimo dell’esperienza al Pordenone avendo vinto il campionato. Ci aspetta una partita tosta dato che loro vengono da un momento positivo: hanno perso solo una volta, significa che sono una squadra quadrata. Ma noi dobbiamo ripetere la prestazione con il Mantova e fare risultato». Come spiega il rendimento altalenante della squadra? «È un campionato nel quale si può vincere e perdere con chiunque, e se non entri in campo subito concentrato vieni punito alla prima disattenzione».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Torna in ballo il 4-2-3-1. Nella partitella in famiglia effettuata ieri alla Guizza il tecnico biancoscudato ha rispolverato il modulo d’inizio stagione schierando la linea formata da Ilari, Cunico e Petrilli alle spalle di Neto Pereira, con Corti e Bucolo in mezzo al campo. Nella ripresa comunque è stato adottato anche il 4-3-1-2 con l’inserimento di Mazzocco a centrocampo, e Cunico trequartista alle spalle di Neto Pereira e Bearzotti. Quanto al pacchetto arretrato, al posto della squalificato Diniz è stato inserito Niccolini a fare tandem centrale con Fabiano, confermati invece come esterni bassi Dionisi e Favalli. Prima della partitella Parlato si è soffermato a lungo nel provare i meccanismi in chiave anti Pordenone alternando i due moduli nonché gli interpreti. Ancora lavoro differenziato per Amirante che non ha partecipato alla seduta insieme ai compagni. Oggi alle 15 alla Guizza è fissata un’altra sessione di lavoro per affinare la preparazione, mentre domani la rifinitura è stata spostata al pomeriggio dato che dopo l’allenamento la squadra andrà in ritiro all’hotel Villa Tacchi a Villalta di Gazzo.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Domenica arriva il Pordenone, e in Coppa ci ricordiamo bene come finì… «Una gara che dobbiamo affrontare davvero nel modo giusto, non dico che un po’ mi preoccupa ma non ci siamo molto lontani. Il Pordenone fa grande densità, corre tanto e si difende in undici facendo “sbattere” un sacco i due attaccanti. Se li lasceremo far gol subito, con il loro modulo molto speculativo diventerà un bel problema recuperare. Quindi spero che non si metta male, loro sono in un momento di forma eccezionale, e se dovessimo rincorrere potrebbe diventare un problema». Crede che in Coppa sia stato sottovalutato? «No, ma l’approccio in Coppa non è mai quello del campionato, anche se è brutto dirlo. Domenica ci saranno tantissimi fattori diversi rispetto a quella gara, dalla condizione fisica dei singoli all’amalgama delle squadre. Tocca a noi dimostrare di poter dare la giusta risposta».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Ritiene anche lei che il problema sia soprattutto psicologico? «Mi limito a citare una statistica: ogni volta che siamo finiti sotto nel punteggio, alla fine non abbiamo mai portato a casa punti, nemmeno a Cittadella, quando almeno il pari eravamo riusciti a raggiungerlo. È un dato emblematico, dovremmo essere in grado anche di sopperire alle difficoltà, ma nel momento attuale non ci riesce nemmeno questo». Come sono stati per voi gli ultimi giorni di “tensione”? «Abbiamo cercato di isolarci, ma allo stesso tempo tendevamo l’orecchio a ciò che accadeva in società, visto che ci tocca molto da vicino. Siamo contenti per come è finita, perché saremo sempre gli stessi che hanno iniziato quest’avventura. Penso e spero che gli ultimi giorni ci porteranno a stringerci ed essere ancora più uniti».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «È un segnale, la società vuole da noi ancora più concentrazione, quindi non c’è nessun problema e, anzi, la squadra lo prende in maniera positiva». Basterà, per risolvere quei limiti psicologici che Parlato sottolinea da diverso tempo? «Lo speriamo tutti, è indubbio che la situazione sia particolare. Con il Mantova abbiamo avuto un approccio importante, abbiamo segnato subito e la partita è stata incanalata sul binario giusto sin dall’inizio. A Pavia siamo scesi in campo con la volontà di partire con un impatto importante, ma ci siamo trovati sotto dopo 6’ e il campo alla fine ha emesso la sua sentenza». Come se lo spiega, visto che in questa squadra dovrebbero essere tanti gli elementi d’esperienza? «Non è sinceramente facile da spiegare. Sabato sera pensavo che saremmo stati pronti, nel riscaldamento eravamo concentrati e io per primo avevo la sensazione che avremmo fatto la partita giusta. Invece il campo ha detto il contrario, e il nostro trend dice che situazioni simili stanno capitando troppo spesso. Ciò significa che quanto stiamo facendo non basta».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Concentrazione, approccio alla partita, spirito di gruppo e consapevolezza nei propri mezzi. Carmine Parlato ha dichiarato apertamente quali siano i nodi cruciali, i difetti nei quali i suoi giocatori sono caduti in quelle partite (compresa l’ultima di sabato scorso a Pavia) che li hanno visti soccombere all’avversario nel gioco e nel risultato. La palla, o meglio la riposta, passa adesso proprio a loro. Il ritiro sin dalla sera di sabato, in vista della gara di domenica (ore 15) con il Pordenone, è la mossa che la società ha deciso di adottare per fare ancora più quadrato in un gruppo che troppe volte, sul campo, non è riuscito a rimanere unito. Ma sarà tutto inutile se l’ultima parola, che spetta proprio ai biancoscudati, non sarà positiva. «Il ritiro per noi è una novità solo perché non l’avevamo mai fatto qui a Padova, ma per chi svolge questo lavoro di solito è la prassi», ammette il capitano Marco Cunico.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Regna grande incertezza, invece, sia sul modulo che sugli undici che scenderanno in campo dal primo minuto: Parlato potrebbe sia confermare il modulo a due punte (scelta al momento più probabile), come pure tornare al consueto 4-2-3-1. Dopo la sostituzione che a Pavia ha scatenato un ciclone in società, invece, Savio Amirante non ce la farà nemmeno ad essere in panchina: il ginocchio operato fa le bizze a giorni alterni, e ultimamente si è visto “Savio” allenarsi sempre a parte. In serata è stato comunicato che la società ha provveduto a tesserare il portiere lettone Reinis Reinholds, classe 1997, che si allenava da tempo con la prima squadra. Due parole, infine, sul Pordenone, con Bruno Tedino che si presenterà all’Euganeo privo degli acciaccati Marchi e Mandorlini.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Ultimi giorni di preparativi per i biancoscudati, che domenica pomeriggio affronteranno il Pordenone, reduce dalla brillante vittoria per 3-0 sull’ex capolista Bassano. La società, innanzitutto, ha scelto la location del ritiro che da sabato sera permetterà alla squadra di concentrarsi in vista del match: il Padova soggiornerà lontano dal caos della città presso il lussuoso albergo Villa Tacchi, a Gazzo Padovano. Carmine Parlato, in attesa della rifinitura di domani, ieri pomeriggio ha mischiato le carte alla Guizza nel corso dell’allenamento pomeridiano, concedendo ampio spazio alle esercitazioni tattiche, ma intercambiando in continuazione gli interpreti sul campo. L’unica certezza è che domenica non ci sarà Diniz, squalificato, e che verrà verosimilmente sostituito da Daniel Niccolini, uno degli “ex” della gara.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «Ritrovarmi davanti Carmine? Prima di tutto bisogna vedere se sarà ancora là domenica, visti i recenti risultati dei biancoscudati e il pasticcio del cambio con un giocatore non inserito nella lista dei 24 depositata in Lega… Scherzo: tutti possono sbagliare. L’ho fatto anch’io quando ho “tagliato” Carmine. Con lui in panca la scorsa stagione, almeno nel girone di andata, avremmo fatto quei punti in più necessari a salvarci. Avrei potuto ascoltare chi mi diceva di cominciare con lui e vedere come sarebbero andate le cose. Sul modo di giocare però abbiamo idee diverse. Andrò io per primo a salutarlo, nonostante il “taglio” abbiamo mantenuto buoni rapporti. Io resto amico di tutti i miei ex allenatori». Lovisa è un presidente molto sanguigno, tanto che pure lo scorso anno la girandola in panchina è stata all’ordine del giorno senza dare i risultati sperati. E il patron friulano spera di ripetere il blitz di Coppa Italia dello scorso agosto, quando il Pordenone espugnò l’Euganeo per 1-0. La squadra costruita dal consulente di mercato Giorgio Zamuner sta facendo benissimo, al punto da presentarsi con il vento in poppa e con concrete speranze di fare punti. Intanto, purtroppo, continuano ad arrivare notizie negative sulle condizioni di Salvatore Amirante: l’attaccante genovese ieri mattina ha svolto una sessione di nuoto in piscina, ma zoppicava vistosamente e non sembra proprio che il suo infortunio al ginocchio sia alle spalle. Lo staff medico biancoscudato valuterà la situazione giorno dopo giorno, tuttavia i segnali non sono certo incoraggianti e domenica, contro il Pordenone, non ci sarà.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Carmine Parlato, Daniel Niccolini, Enrico Bearzotti, Matteo Dionisi. Poker servito, a voi l’incrocio con il Pordenone. La partita in programma domenica all’Euganeo è un mix di intrecci di ex e di destini intrecciati che fa pensare. E che animerà una domenica pomeriggio dai sapori forti. Sarà anche la sfida di Carmine Parlato contro Mauro Lovisa, un tempo legatissimi e adesso inevitabilmente separati da un solco lungo un esonero. Mai digerito fino in fondo (e sarebbe impossibile pensare il contrario) dall’allenatore campano che, forse non è un caso, vive a sua volta una settimana particolare. La società gli ha rinnovato la fiducia, ma dai piani alti di viale Nereo Rocco è trapelata una certa insoddisfazione per il momento tutt’altro che felice della squadra. Difficile capire cosa potrebbe accadere se anche domenica all’Euganeo non si intravedessero segnali chiari di risveglio. Parlato sa bene che il mestiere di allenatore è questo, che chi siede in panchina è l’anello più debole, ma tira dritto per la sua strada nella convinzione di poter invertire la rotta. Il patron del Pordenone, in un’intervista rilasciata dopo la vittoria col Bassano, ha ammesso per la prima volta che la scelta di esonerare il tecnico campano, dopo la promozione in Lega Pro dei Ramarri, fu probabilmente sbagliata.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (decima giornata, 7/8/9 novembre): Sabato 7, ore 15.00 Giana Erminio-SudTirol, Lumezzane-Cittadella; Sabato 7, ore 17.30 Alessandria-Pro Patria, Renate-Pavia; Sabato 7, ore 20.30 Bassano-Mantova; Domenica 8, ore 15.00 Padova-Pordenone, Pro Piacenza-Cremonese; Domenica 8, ore 17.30 AlbinoLeffe-FeralpiSalò; Lunedì 9, ore 20.00 Reggiana-Cuneo.

Ore 08.25 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 20, Pavia e Reggiana 19, Bassano 18, Alessandria e Pordenone 14, Cremonese e Giana Erminio 13, FeralpiSalò, Lumezzane, Padova e SudTirol 12, Cuneo e Pro Piacenza 10, Mantova 8, AlbinoLeffe e Renate 7, Pro Patria 0.

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della nona giornata: SudTirol-Reggiana 0-0, Cittadella-Alessandria 2-1 (Litteri (Ci) al 8′ st, Bocalon (Al) su rigore al 26′ st, Minesso (Ci) al 48′ st), FeralpiSalò-Renate 2-4 (Di Gennaro (Re) al 21′ pt, Valotti (Re) al 30′ pt, Ekuban (Re) al 41′ pt, Bracaletti (Fs) al 43′ pt, Valotti (Re) al 44′ pt, Bracaletti (Fs) al 5′ st), Mantova-Giana Erminio 1-2 (Bruno (Ge) su rigore al 2′ pt, Solero (Ge) al 46′ pt, Di SantAntonio (Mn) al 4′ st), Cremonese-Lumezzane 2-1 (Brighenti (Cr) al 20′ pt e al 6′ st, Monticone (Lu) al 23′ st), Pavia-Padova 2-0 (Cesarini (Pv) al 6′ pt, Bellazzini (Pv) su rigore al 23′ pt), Pordenone-Bassano 3-0 (De Cenco (Pn) al 3′ pt e al 2′ st, De Cenco (Pn) al 37′ st), Cuneo-AlbinoLeffe 2-2 (Girardi (Al) al 18′ pt, Gorzegno (Cu) al 40′ pt, Rinaldi (Cu) al 10′ st, Kanis (Al) al 21′ st), Pro Patria-Pro Piacenza 0-1 (Rantier (Pc) al 12′ st).

Ore 08.15 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.10 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 5 novembre: allenamento pomeridiano per i Biancoscudati, a parte Amirante che non ci sarà contro il Pordenone.




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