Live 24! Cremonese-Padova, -4: doppio allenamento nella nebbia per i Biancoscudati

Condividi

Clicca qui per aggiornare la diretta

Ore 21.10 – Coppa Italia Lega Pro: la Cremonese (prossima avversaria del Padova in campionato) ha battuto in trasferta la FeralpiSalò per 3-2, qualificandosi così al prossimo turno.

Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) «Le vittorie le fanno i giocatori sul campo. Lo staff medico incide per il 5%». Un 5% per andare in serie B? «Per andare in serie A». Dicono che il professor Franco Combi abbia un caratteraccio, ma al Fortunati si presenta facendo una battuta. Dall’inizio della stagione Combi guida lo staff sanitario del Pavia calcio («Con i professori Benazzo e Zanon», precisa). E’ un salto di qualità e – come spiega il vicepresidente della società David Wang – un elemento fondamentale per costruire un grande club: «Dietro al campo serve organizzazione. E noi, sotto il profilo sanitario, oggi abbiamo il meglio». Fatti gli onori di casa, il professor Combi si concede ai giornalisti. Per la prima volta allo stadio Fortunati. Com’è arrivato al Pavia, professore? «Conosco da molto tempo il vicepresidente, il dottor Wang, che è un medico tradizionale cinese. A Pavia arrivo per via di questa amicizia e perché è la mia città, sono un pavese doc. Sono nato a Candia Lomellina (65 anni fa, ndr) ho studiato qui e qui ho iniziato. Wang, invece, l’ho conosciuto all’Inter. L’avevo chiamato per una consulenza come agopuntore. Poi l’ho incontrato a Pechino, due volte, e poi, la scorsa primavera, mi ha chiamato per una consiglio legato all’accademia degli allenatori cinesi. E ora eccomi qui». Lei è stato molti anni all’Inter. Quanti? «Dal 2000 al 2014. In precedenza, per tre anni, sono stato consulente fisiatra alla Juventus. Io mi occupo di problemi muscolari e tendinei, vengo dall’atletica leggera». Dalla serie A, e dal triplete di Morinho, alla Lega Pro. C’è differenza? «Le patologie, per un medico, sono sempre le stesse. Quello che cambia è l’intensità di gioco, la velocità. Lo stesso tiro cambia». Questa stagione il Pavia ha iniziato con un bel numero di infortuni. E’ sfortuna o ci sono altre componenti? «I fattori sono diversi, ma non bisogna sottovalutare la responsabilità della tensione. Poi c’è un altro elemento: cambiando terreno e alternando sintetico con il campo tradizionale ci sono cambiamenti nella vibrazione dei tendini». Professore, lei ha seguito molti campioni. Ma si nasce o si diventa? «In primo luogo c’è la genetica. E’ fondamentale, poi c’è l’impegno, la determinazione. Ma vengono dopo». Dopo tanti anni all’Inter cose le è rimasto. «Tanti amici». Esempio? «Mio figlio, medico come me, è partito nei giorni scorsi per andare un mese e mezzo da Mourinho». Si trasferisce a Londra? «No, no, resta qui a Pavia, con Benazzo. Ma farà un po’ di esperienza». Meglio Mourinho o Mancini? «A questa domanda non posso rispondere. E con questo ho risposto» (sorride). Nel calcio esiste il doping? «Certo che esiste. Quando un giocatore sa di essere osservato e che magari non ha capacità può essere tentato». Lei da anni è nell’atletica. E’ ancora medico della nazionale. Si è meravigliato della notizia del doping di stato dei russi? «Sono 40 anni che sono nell’atletica e i russi sono 40 anni che si dopano». Quando Davinova e Poistogova arrivarono prima e terza alle Olimpiadi di Londra in molti si stupirono… «Ma io sono interessato ai movimenti. Non ai risultati. Poi, guardi, se i medici della Wada sostengono che c’è doping, sanno quello che dicono. E’ gente preparatissima quella». Com’è possibile che ci siano calciatori che arrivano a 40 anni ancora integri? «Incide l’educazione al sacrificio. E’ gente che va a dormire presto, che si gestisce. Ma soprattutto hanno la genetica dalla loro parte». Che ricordi ha legati al Pavia. «Io venivo qui allo stadio da ragazzo. A vedere le partite. Ho tanti ricordi. Bei ricordi». Dicono che Combi ha un brutto carattere. E’ vero? «I medici fanno l’interesse della società. Se hai un calciatore che vale 40 milioni hai un patrimonio da tutelare». Su cosa può contare il Pavia calcio quest’anno dal punto di vista medico? «Su uno staff di eccellenza. Su una struttura riabilitativa importantissima, su medici e radiologi sportivi con esperienze di decine di anni». E il Pavia andrà in Serie B? «Questo Pavia andrà in Serie A, secondo me».

Ore 20.10 – (Gazzetta di Reggio) All’indomani della sconfitta casalinga col Cuneo, la Reggiana deve guardare avanti perché sabato è già tempo di gara, una sfida alla sua portata, contro quella Pro Patria ancora ferma al palo e che negli ultimi anni ha spesso incrociato i destini dei granata. La mente corre subito alla semifinale playoff della stagione 2008/09, con rocamboleschi alternarsi di risultati nelle due partite, che alla fine premiarono i bustocchi. Un paio di stagioni or sono fu l’allora tecnico granata Pierfrancesco Battistini a pagare con l’esonero uno 0-1 casalingo contro quella formazione che, per uno scherzo del destino, l’anno seguente avrebbe vestito quasi interamente la casacca della Reggiana coi vari Andreoni, Mignanelli, Spanò, Siega, Feola, De Biasi, Messina e Vernocchi ( Giannone e Bruccini erano in prestito rispettivamente a Crotone in Serie B ed alla Cremonese nello stesso girone di Lega Pro); non arrivarono solo i giocatori ma anche tutto lo staff tecnico e dirigenziale dal dg Ferrara al ds Federici, dal team manager Zullo al talent scout Armonia, dai preparatori Rapacioli e Simonelli al tecnico Colombo. Un esodo di massa verso Reggio voluto dall’allora patron Vavassori, che ha generato nei tifosi di Busto un certo astio verso questa Reggiana, motivo per cui la gara, inizialmente prevista alle 17.30, è stata anticipata alle 14.30. Dai campi: Nolè è la grande novità, si è regolarmente allenato col gruppo che non ha giocato col Cuneo mentre i titolari hanno svolto una seduta defaticante. Ancora fuori Danza e Meleleo. Oggi allenamento in via Agosti alle ore 14.30. Giudice Sportivo: nessun atleta squalificato ma la stangata, 4 giornate, arriva per il fisioterapista Remigio Del Sole, «espulso per comportamento gravemente offensivo verso l’arbitro al termine del primo tempo di gara al rientro negli spogliatoi». Nessuno stop per la Pro Patria.

Ore 19.50 – (Gazzetta di Reggio) «Io difendo questa squadra col il sangue, sino alla fine, posso accettare critiche perché siamo stati imprecisi in area, ma non voglio sentir dire che abbiamo sbagliato troppo. So già che leggerò di queste valutazioni, ma lasciatemi dire che sono tutte cazzate». Capitan Parola, allenatore in campo, lunedì sera è arrivato in sala stampa con ancora addosso il furore agonistico impiegato nel tentativo di recuperare lo svantaggio. Il perno della difesa non vuole sentire parlare di errori da parte dei granata. «Non abbiamo sottovalutato il Cuneo, abbiamo fatto sempre noi la partita, loro si sono dimostrati squadra ostica, scomoda, grande pressing, tutti dietro la palla, ma mamma mia, quanto ostruzionismo e con un arbitraggio che ha consentito ogni perdita di tempo e ci fischiava sempre falli inesistenti in attacco. Ciò nonostante abbiamo cercato la vittoria sempre, è stato un episodio e non bisogna abbattersi In fin dei conto abbiamo perso una partita». Per Parola la colpa del mancato gioco della Reggiana è principalmente del Cuneo. « Per noi forse è meglio la serie B della Lega Pro, là almeno tutte cercano di giocare e non si mettono tutti dietro». La sfida di sabato a questo punto si presenta più delicata del previsto. « Ma noi avremo tanta rabbia in corpo per la sconfitta con il Cuneo. Certo, tatticamente ci dobbiamo aspettare una Pro Patria tutta all’indietro, votata a cercare un pareggio che per lei sarebbe tanto, so che ce l’hanno con noi per via di faccende societarie , ma se riusciamo ad essere noi penso ad un immediato riscatto».

Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) «Nel secondo tempo ci siamo fatti prendere dalla frenesia di voler riprendere gli avversari a tutti i costi. Abbiamo giocato troppo con i lanci lunghi e costruito poco». Per il direttore generale Raffaele Ferrara questa è stata la chiave della sconfitta rimediata lunedì sera dalla Reggiana al Città del Tricolore contro il Cuneo. Nel primo tempo ha visto una squadra migliore? «Diciamo che c’era più ordine tattico». Lei e Colombo avevate messo in guardia la squadra dalle insidie delle cosiddette piccole. Sieti stati profetici… «Queste partite sono sempre un po’ difficili. Con avversari che pensano a difendersi non è semplice. Loro poi hanno trovato la rete nell’unica occasione che hanno avuto. Ma del resto lo ripetiamo dall’inizio che questo è un girone complicato. Basta guardare a cosa hanno fatto le altre, la sconfitta del Bassano in casa, il pareggio del Pavia sul campo del Renate». C’è stata forse un po’ di sufficienza nel primo tempo? «Come giochi dipende molto anche dagli avversari. Loro aspettavano e noi non riuscivamo a fare gioco. Nel secondo tempo ci siamo buttati a capofitto, ma in modo confusionario». Sulle fasce la squadra ha proposto davvero poco… «Come le dicevo ci siamo affidati ai lanci lunghi e dunque il gioco ne ha risentito». La Reggiana ha subito tre sole reti. Ieri è andata sotto per la seconda volta dall’inizio del campionato. Se doveva essere un test per valutare la reazione dei giocatori diciamo che l’esito non è stato positivo. «Forse è scattato qualcosa a livello mentale, c’era tanta gente allo stadio, si doveva recuperare la gara subito. Il risultato è stata la troppa frenesia». Il vantaggio dei piemontesi è nato da un errore a centrocampo… «Non uno solo. Una serie di errori individuali, di quelli che comunque capitano nel calcio. Ma Perilli non è mai stato impegnato in tutta la partita”. Giannone le è piaciuto? «Nel primo tempo ha giocato bene, poi nella ripresa forse ha patito un po’ per mancanza di condizione ottimale e perché tutta la squadra non ha espresso gioco e si è affidata alle palle lunghe». Ieri Vavasorri era in tribuna e ha tranquillizzato tutti. Ha detto che non ci sono problemi con la società granata. «Lo dico da tempo, ma poi mi si dice che getto acqua sul fuoco. E’ così, problemi non ne vedo né da una parte né dall’altra». Novità sul fronte calciomercato? «Non posso che confermare quello che ripeto da tempo. Si aprirà soltanto a gennaio. Prima, stando così le cose, non abbiamo intenzione di tornarci. Tra l’altro stanno tornando tutti a disposizione, a giorni anche Nolè». Sabato si gioca con la Pro Patria. Inutile dire che non va sottovalutata… «Vediamo di fare una buona partita e di cercare di tornare alla vittoria per restare in alto. Dobbiamo dare il massimo, poi per ora essere primi o secondi conta poco». La sconfitta casalinga di lunedì quanto peserà? «E’ stata inaspettata ed è dura da digerire. Ma nel calcio bisogna guardare sempre avanti. Ora dobbiamo pensare solo a sabato. Il Cuneo è già presitoria».

Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) Quando all’Acm, anche ieri sorda alla richiesta di non far più la muta, lasceranno l’attuale professione non dovrebbero avere preoccupazioni economiche per campare; pochi come loro saprebbero illuminare la scena con l’esecuzione del «Coro a bocca chiusa» che cesella il 2° atto della pucciniana Madama Butterfly… Bando alle battute: la giornata di ripresa degli allenamenti in viale Te è tutt’altro che felice nel suo epilogo, e a poco vale la consolazione che il meteo sia dalla parte di mister Javorcic e di Gabriele Graziani, costanti nell’imporre al gruppo un paio d’ore di allenamento a ritmo sostenuto. Finisce male perchè don Tano Caridi, costretto ad uscire sabato a Bassano, dovrà attendere oggi per conoscere la reale entità della lesione alla coscia sinistra. Ieri a sera inoltrata con 4 parole 4 («Prognosi rinviata a domattina») l’ufficio stampa ha svolto il suo compito ma vista la programmazione del campionato, che si ferma il 20 dicembre dopo la gara con la Pro Patria per riprendere domenica 10 gennaio a Bergamo, le possibilità che lo stop superi i 30-40 giorni prende quota, visto l’imbarazzo nel fornire notizie da parte del club. Allo staff medico e al capitano, già autori di precedenti “exploit”, il compito di ritrovare la condizione dopo questa tegola, gradita come un nido di vespe nel bidet. Il trequartista è stato sottoposto ad un approfondito controllo medico, dal quale sarebbe emersa una lesione (muscolare, nel più fausto dei casi con un recupero di circa un mese, o di natura tendinea: in quel caso il rientro potrebbe aver luogo a gennaio inoltrato) per la quale oggi si conoscerà la diagnosi precisa. L’ufficio stampa, per il momento il solo a rompere il «digiuno della voce», non ha fornito una tempistica precisa dei tempi di guarigione, in un caso o nell’altro, ma la sensazione per nulla infondata è che il 2015 del capitano biancorosso rischi davvero di essere già terminato. Le cose vanno molto meglio per quanto riguarda gli altri acciaccati, a cominciare da Valerio Anastasi che ha ricominciato a svolgere una buona parte della sessione di allenamento per poi rifiatare nella fase conclusiva e tornare verso gli spogliatoi assieme al «borghese» Matteo Momentè, che accusa un ematoma alla coscia sinistra, conseguenza della botta subìta la scorsa settimana e che gli ha impedito di far parte dei convocati per la sfida vinta al «Rino Mercante» per 1-0. Sta recuperando anche il centrocampista Gabriele Puccio, che per domenica potrebbe farcela. Discreti segnali di ripresa anche dall’attaccante Beppe Ungaro, che ha svolto parte della seduta. Per lui il rientro a disposizione dovrebbe avvenire sabato 21 novembre, quando per le ore 20,30 è previsto l’incontro con la Feralpisalò. Il solo giocatore che non ha partecipato minimamente all’allenamento è stato Francesco Ruopolo, che ha dovuto fare ricorso ad una infiltrazione per avvertire minor male al ginocchio. Per oggi rimane da valutarne l’effettiva possibilità di partecipare alla doppia seduta di allenamento, in programma alle ore 10 e alle 15 sempre al campo Centrale Te, ferma restando la garanzia della disponibilità per la sfida di domenica al «Tombolato» di Cittadella. Domani e venerdì, con inizio alle 11, i biancorossi proseguiranno negli allenamenti che culmineranno nella rifinitura di sabato, presumibilmente al mattino.

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Un figlio d’arte per arbitrare i figli d’arte neroverdi. Sarà Pasquale Boggi di Salerno l’arbitro del match in programma domenica alle 15 al Bottecchia fra Pordenone e Alessandria. FISCHIO DI FAMIGLIA – Il fischietto campano, classe ’87, è figlio d’arte. Il padre Robert Anthony, iscritto alla sezione di Agropoli, è stato internazionale Uefa e Fifa negli anni ’90, designatore della Can C nel 2006 e successivamente osservatore in Can A. Il figlio Pasquale cerca di ripercorrerne le orme. “Junior” è nella Can Pro dal 2013: debuttò il 15 settembre in Poggibonsi-Teramo di Seconda divisione. In precedenza aveva fatto tutta la trafila fra i dilettanti. Nel Pordenonese una delle sue prime gare in Lega D, nel 2011, a Tamai. Fu un pirotecnico 3-3 tra le furie e il St. Georgen. Boggi sarà coadiuvato dagli assistenti Marques e Lenarduzzi. ALLENAMENTI – I ramarri hanno ripreso ieri la preparazione in vista della sfida ai grigiorossi. Oggi doppia seduta alle 10 e alle 15. Domani e venerdì soltanto di pomeriggio (14.30), sabato solo al mattino, a porte chiuse. PREVENDITA – In previsione di un massiccio afflusso di pubblico al Bottecchia, la società neroverde raccomanda ai tifosi di munirsi per tempo del tagliando d’accesso. Ciò eviterà loro lunghe code agli sportelli. La prevendita è già attiva. I punti, come al solito, sono il Bar Libertà di viale Libertà a Pordenone e il Caffè Nogaredo di via Sclavons a Cordenons.

Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) Lovisa si è fatto vedere al De Marchi, alla ripresa degli allenamenti dei neroverdi. Prima della seduta pomeridiana ha parlato a lungo alla squadra, cercando di pizzicare le corde dei suoi giocatori. Ha detto che si aspetta qualcosa in più rispetto al primo tempo di Padova di domenica scorsa, poi ha scherzato con alcuni giocatori, in particolare con Mandorlini. Il mediano ha lavorato col gruppo e pare arruolabile per il match con l’Alessandria. Non ha recuperato invece Marchi. Il difensore soffre ancora di un problema alla caviglia: probabile che salti pure l’incontro con i grigi. Sarebbe il terzo forfait consecutivo per lui. Intanto è stata definita la terna che dirigerà l’incontro di domenica al Bottecchia (il via alle 15). L’arbitro sarà Pasquale Boggi di Salerno (nessun precedente con i neroverdi), assistito da Gleison Marques Anderson di Saronno e Patrick Lenarduzzi di Merano.

Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) «In settimana lo tesseriamo»: Mauro Lovisa rompe gli indugi e dà il via libera definitivo all’operazione legata a Riccardo Martignago. Nel giro di pochi giorni, dunque, i neroverdi ingaggeranno l’attaccante ex Pistoiese e Cittadella, che da tempo si allenava con la squadra ed è in recupero da un infortunio. Ci vorrà ancora un mesetto per recuperarlo appieno, ma l’affare “ballava” da tempo e Lovisa vuole chiudere: serviva una spallata della proprietà per condurlo in porta. «Perché – continua il presidente – c’è bisogno di un altro pezzo davanti: il suo arrivo serve da stimolo, spingerà gli altri a dare qualcosa in più». Profilo giusto. Riccardo Martignago da Montebelluna risponde all’identikit di una parte dei giocatori ingaggiati dai neroverdi quest’anno. Un elemento cioè “in età” (ha 24 anni), con talento, ma da rilanciare. L’attaccante, infatti, arriva da una stagione a metà tra Catanzaro e Pistoia, in cui ha collezionato 27 presenze, ma ben 20 dalla panchina (e con un solo gol all’attivo). Era partito bene il suo percorso, esordio in B col Cittadella a 18 anni, ma poi ha faticato a trovare spazio sia tra i cadetti sia in Lega Pro. La scorsa estate era senza squadra prima dell’arrivo a Pordenone. Attualmente sta recuperando da un infortunio, un malanno muscolare: può dare grande vivacità, là davanti, perché ha un passo notevole, ma sarà in condizione a dicembre. Darà il suo contributo per la parte finale del girone d’andata e per tutto il ritorno. Stimolo. A Lovisa il giocatore piace, per questo sta accelerando per chiudere la trattativa. Ma non solo. «Nel reparto offensivo avevamo bisogno di un altro elemento – motiva così la sua decisione di andare a fondo per il ragazzo trevigiano –. Serve anche ai suoi compagni di reparto, che non si devono sentire sicuri del posto. L’arrivo di un giocatore così serve a tutti. Bisogna sentirsi sulla corda, perché il campionato è lungo e non voglio cadere nel baratro come successo l’anno scorso». Il presidente torna poi sulla prestazione di Padova. «Nei primi 10’ non abbiamo giocato bene, e per il resto del tempo non ho visto la stessa brillantezza avuta con il Bassano – continua il presidente –. Nei secondi 45 minuti la squadra invece non mi è dispiaciuta, anzi, anche se voglio un altro tipo di mentalità». Intanto la squadra pensa a preparare la gara con l’Alessandria, uno dei top team del girone: aver portato a casa un punto all’Euganeo ha dato tranquillità in vista di un impegno particolarmente difficile. I piemontesi, infatti, oltre a essere una delle corazzate del campionato, dopo il successo con la Pro Patria cercano il bis per raggiungere la zona play-off che inseguono dalla prima giornata.

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Attesa palpabile per gli appassionati di entrambe le bandiere. Gli ultras della «Curva Sud VeneziaMestre» in un comunicato hanno ricondotto il derby a «un incontro tra il nostro club, la cui identità è conosciuta ed appurata, e un altro normalissimo club della provincia. In curva non tollereremo ideali nostalgici o altre pagliacciate in quella che sarà una serata di festa e divertimento che dovrà unire grandi e piccoli per trascinare la nostra squadra in campo. La nostra storia e i nostri colori meritano rispetto». Sulla sua pagina Facebook, invece, l’Ac Mestre ha invitati i tifosi arancioneri «ad un sostegno colorato e incessante senza mai valicare i limiti della sportività e della civiltà, senza mai arrivare una volta all’insulto verso gli avversari».

Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Nebbia permettendo questa sera in 3.000 si spingeranno fino al Penzo (ore 20.30) per la stracittadina Venezia-Mestre, derby del tutto inedito nonostante il suono antico. Mai, infatti, i team arancioneroverde e arancionero si sono sfidati prima della notturna odierna. Si riparte dalla serie D e dalle differenti ambizioni stagionali, decisamente maggiori quelle del Venezia «americano» di Joe Tacopina che pur non è più capolista solitario «Con gli ultimi tre pareggi di fila abbiamo raccolto meno, un motivo in più per volere i tre punti proprio in questa serata speciale – così alla vigilia il tecnico Paolo Favaretto -. Sono passati i tempi della contrapposizione laguna-terraferma, da 28 anni il Venezia rappresenta tutta la provincia ma è rinato un Mestre che vuole imporsi. Sarà una festa perché tanto pubblico tornerà finalmente a seguirci, la curva è pressoché esaurita e in questa cornice faremo di tutto per esaltarci». I «cugini» sono in forte ascesa, reduci da 11 punti sugli ultimi 15 disponibili contro i 7 degli arancioneroverdi. «Stiamo comunque continuando a creare molto gioco e occasioni, non dobbiamo perdere la giusta autostima né cadere nel tranello di crearci da soli un eccesso di nervosismo. Siamo il Venezia, ricordiamocelo tutti e giocheremo di conseguenza anche grazie alla spinta dei nostri tifosi». Una sfida nella sfida è quella tra i mister Favaretto e Tiozzo, con il secondo nello staff tecnico del primo due stagioni fa al Delta Porto Tolle. «Il Mestre di oggi ha assorbito il temperamento del suo allenatore, gioca un calcio aggressivo e arriva a Sant’Elena in un ottimo stato psicofisico. Peraltro il loro attacco potrebbe giocare in Lega Pro, in difesa hanno Capogrosso (lo scorso anno positivo in arancioneroverde, ndr) e in regia un ex come Migliorini le cui qualità sono ben note. Contro un’avversaria così vogliamo dare una prova di forza che allunghi ancora la nostra continuità di rendimento». Sul piano tecnico-tattico che gara si aspetta? «Intensa e combattuta tra due squadre abituate a partire forte, il Venezia ha tutto per esaltarsi. Gli avversari ci studiano? Vinciamo stasera e non ci penseremo più».

Ore 16.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Tutto esaurito al Penzo per il derby. La sfida di questa sera tra il Venezia Fc e l’Ac Mestre ha richiamato il pubblico delle grandi occasioni. E la città riscopre l’antica rivalità. Troppo forte il richiamo di una sfida che non si vedeva in città da 28 anni. E pazienza se le coordinate «geografiche» non solo le stesse di allora. Il Venezia post fusione ingloba l’intera città ricomprendendo, con il colore arancione accanto al verde e al nero, anche la tifoseria di Mestre e Marghera. Mentre il Mestre, rinato da qualche anno e tornato in serie D grazie a uno scambio con il Mogliano, ripropone la tradizione del calcio mestrino, rigorosamente di colore arancionero. Ma il fascino della stracittadina, sia pure in Serie D, rimane immutato. Il numero dei biglietti venduti in prevendita è lì a dimostrarlo: si sfiora quota 4.000 (circa 2.000 in Curva sud, 1.700 in tribuna e un 250 nella curva concessa al Mestre), tanto che la società di casa sta valutando l’eventuale riapertura straordinaria del settore distinti. Numeri così alti non si erano mai registrati negli ultimi tre anni di LegaPro e prima occorre tornare al derby con il Treviso (anno 2010-11) per superare i 5.000. Ancora un derby, appunto. Ma questa sfida è diversa, perché è dentro la città, è viscerale, tocca nervi scoperti. Divide e talvolta interseca. Come i destini incrociati di alcuni dei protagonisti della sfida di questa sera. Il tecnico del Venezia Paolo Favaretto, mestrino, ha mosso i primi passi da calciatore nel Mestre. Lui, quell’ultima stagione pre-fusione (1987) l’ha vissuta con indosso la divisa arancionera. Poi è diventato un calciatore del Venezia e infine un allenatore. Con questa veste, da tecnico degli allievi arancioneroverdi, ha incontrato Luca Tiozzo, chioggiotto, attuale mister del Mestre. «Ero un giovane studente di Scienze motorie, il mio primo tirocinio nel mondo del calcio l’ho fatto con lui. Sono passati 14 anni», ricorda il tecnico arancionero. E tra quei ragazzetti che sognavano di diventare un giorno dei calciatori professionisti c’era Andrea Migliorini, oggi capitano del Mestre, ma con trascorsi in arancioneroverde. Tutti e tre si sono ritrovati qualche tempo fa al Delta Porto Tolle. «Il destino ci fa ritrovare», sottolinea Tiozzo. Per Migliorini sarà una sfida speciale: «Devo tanto al Venezia, lì sono cresciuto calcisticamente. Ma da mestrino sono orgoglioso di giocare in questa squadra. Il derby lo vivo con grande serenità e spero che sia una festa per tutti». Se la nebbia non ci metterà lo zampino, sul rettangolo del Penzo i tifosi assisteranno a una sfida di alto profilo tra il Venezia capolista, ma in leggera flessione tanto da essere stato raggiunto dal Campodarsego, e il Mestre in netta rimonta (11 punti nelle ultime 5 gare). I tre pareggi consecutivi degli uomini di mister Favaretto hanno creato qualche malumore e il derby potrebbe far salire la tensione. «Ben venga, invece, una partita così. Ci dà la possibilità di avere subito dei riscontri sul campo», è l’opinione del capitano arancioneroverde Matteo Serafini: «Sappiamo che è una partita attesa dai tifosi, nella quale vogliamo metterci alla prova». La pressione sarà tutta sul Venezia, la corazzata da battere contro cui ogni avversaria finora ha giocato come se di fronte avesse il Real Madrid. E i pareggi dell’ultimo periodo ne sono un po’ il riflesso. Mister Favaretto guarda il bicchiere mezzo pieno: «Abbiamo otto vittorie e quattro pareggi, più i due successi di Coppa. Stiamo facendo bene, ma sappiamo che questo campionato dobbiamo sudarcelo. Anzi, avremo ancora più gusto nel vincerlo». La pressione – aggiunge – per noi c’è sempre, indipendentemente dal derby». Il Mestre di sicuro avrà meno aspettative addosso e potrà giocare con più leggerezza. «Questo derby è già di per sé storico. Se poi lo vinceremo noi, per il Mestre lo sarà ancora di più», riflette mister Tiozzo. E capitan Migliorini: «Loro devono vincere per forza, sono i primi della classe. Noi stiamo vivendo un buon momento, sarà comunque una festa, indipendentemente dal risultato». Il Venezia dovrà fare a meno di Calzi squalificato per due giornate (giovedì l’udienza sul ricorso), mentre il Mestre ha fuori Gherardi (tre turni di stop).

Ore 16.30 – Serie D girone C, i risultati delle padovane nel turno infrasettimanale: Abano-Levico 1-1, Campodarsego-Calvi Noale 1-0, Luparense-Fontanafredda 1-2, Virtus Vecomp-Este 1-1. Con questa vittoria il Campodarsego mantiene la testa della classifica in attesa del derby di questa sera tra Venezia e Mestre.

Ore 16.20 – (La Nuova Venezia) Stasera una partita che per Michele Serena non sarà come tutte le altre. Ex giocatore arancionero, ex allenatore arancioneroverde, con il figlio maggiore che sarà schierato nel Mestre e il figlio minore che milita nella juniores del Venezia. «Penso di essere la persona più coinvolta in assoluto, emotivamente, in questa sfida» dice Michele Serena, «mi siederò in tribuna a godermi lo spettacolo, rimanendo neutrale perché una posizione non posso prenderla per rispetto verso i miei figli. Da padre non posso scegliere uno piuttosto che l’altro. Riccardo, il maggiore, sarà oltretutto in campo, mentre Filippo si unirà ai tifosi della Curva Sud. Gli sfottò li sto vedendo prima della partita, e sarà così anche dopo, direttamente a casa mia». Per il tecnico, che dieci giorni fa ha interretto il rapporto con la Feralpi Salò, scontato uno sguardo al passato. «Fatico a ripescare ricordi con la maglia del Mestre perché parliamo di 28 anni fa» aggiunge Serena, «era il 1986 quando giocai in prima squadra, proprio prima della fusione, dopo gli anni al settore giovanile e prima di andare alla Juventus. In questi giorni, pedalando per il centro di Mestre, ho ascoltato la gente e notato tanta curiosità verso la partita. Gli anziani di ora 30 ani fa erano in tribuna al Baracca, stadio che spero venga riaperto per il Mestre, e si vede di nuovo il clima da derby con la torre da una parte e il campanile di San Marco dall’altra. Giusto così e che sia vissuto anche goliardicamente. Non è però normale che se ne parli da oltre una settimana, segno che la partita è sentita. Lo stesso Paolo Favaretto ha richiamato l’attenzione sul Tamai prima di questo derby. Si parla poi di oltre duemila spettatori, un buon segno. Conosco un po’ meno i tifosi del Mestre perché sono una realtà nuova. Di più invece quelli del Penzo che mi hanno sostenuto fino alla scorsa estate». Da tecnico di settore, e come ex allenatore del Venezia, Serena osserva invece la sfida così: «Penso che tecnicamente questo Venezia sia la squadra migliore del girone, però non è detto che un risultato possa essere così scontato. Vedo una sfida aperta e combattuta, da tripla, per le dinamiche che stanno avendo le due squadre. Sono convinto che sia il Mestre a dover fare un partitone per i tre punti. Il Venezia è una signora squadra, ma tutto può succedere. Ho visto il Mestre dieci giorni fa contro la Vecomp a Verona, mi ha fatto una bella impressione, con una partita intensa e giocatori determinati. Mi aspetto una squadra agguerrita». Infine Michele Serena si rivolge a tutti. «Ne ho giocati tanti di derby tra Milano, Torino e Genova, o sfide come Fiorentina-Juventus che considero un derby sportivo. Sono emozioni particolari prima, durante e dopo la gara. Invito tutti coloro che hanno la possibilità di vivere queste ore, soprattutto i tifosi, ad affrontarla con lo spirito giusto per godersela davvero. E che sia una festa di calcio e dello sport».

Ore 16.00 – (La Nuova Venezia) In questi giorni i tifosi si sono un po’ punzecchiati soprattutto sui social network, come spesso succede in occasione di certe partite. Il fatto che comunque si giochi di sera e in contemporanea con la Reyer, fa pensare che ci sia una certa fiducia nella maturità e nel buon senso di chi andrà allo stadio. E se da parte arancionera si annuncia una grande partecipazione anche dal punto di vista numerico (si parla anche di una rappresentanza di tifosi della Maceratese, gemellati con gli arancioneri), sulla sponda arancioneroverde è ribadita una certa indifferenza per una partita che non è riconosciuta come derby. «È una sfida inedita» si legge in un comunicato-lettera della Curva Sud spedito anche in redazione «tra il nostro club, la cui identità ormai è conosciuta e un’altra squadra della provincia». In sostanza è spiegato che alla gara viene data la stessa importanza che si dà alle altre, a prescindere dall’avversario. Un avversario mai incontrato in precedenza, si evince in sostanza, al quale si chiede il rispetto della storia e dei colori. «In Curva Sud sarà una serata di festa e divertimento che unirà grandi e piccoli in un mare di passione e colori col solo scopo di trascinare la nostra squadra in campo».

Ore 15.40 – (La Nuova Venezia) La carica dei 3000 per sfidare la nebbia. Si parla di possibile cornice d’altri tempi per la sfida tra Venezia e Mestre, con il presidente Joe Tacopina in tribuna al ritorno dagli Stati Uniti e la Curva Sud verso l’esaurito. Mestre a caccia del blitz, Venezia a caccia della vittoria che manca da tre giornate. Venezia senza lo squalificato Calzi (presentato il ricorso d’urgenza, per annullare la seconda giornata, che sarà esaminato domani), con Modolo e Fabiano sospesi tra campo e panchina per un affaticamento muscolare, panchina dove è possibile rifaccia capolino Vitor Barreto. Capitan Soligo rileverà Calzi in mezzo al campo, se Modolo non recupera è pronto Cernuto (o Beccaro), se Fabiano non ce la fa, ecco Gualdi trequartista con Matteò Malagò all’altezza dei centrocampisti, dove Acquadro è favorito su Callegaro. «Le ultime ventiquattro ore scioglieranno i dubbi sul recupero di alcuni giocatori» puntualizza Paolo Favaretto, che ha convocato tutti i giocatori disponibili, «affrontiamo una sfida suggestiva e difficile per il valore dell’avversario. Quando giocavo, mi è sempre piaciuto osservare la cornice di pubblico, uno dei nostri obiettivi era riportare la gente allo stadio. Stasera il Penzo si preannuncia con tanto pubblico e tanti colori, sono le situazioni dove un calciatore si esalta». Venezia che vuole spezzare la serie di pareggi. «Ci proveremo, come abbiamo sempre fatto, dimentichiamoci quanto di positivo fatto finora, perché abbiamo pur sempre ottenuto dieci vittorie e quattro pareggi nelle 14 gare ufficiali disputate. E ripartiamo». Mestre (senza lo squalificato Gherardi) che ha cambiato volto (14 punti in 7 gare) con l’avvento di Luca Tiozzo (“Lo conosco bene, è stato uno dei miei collaboratori al Delta Porto Tolle”), ha rosicchiato 4 punti agli arancioneroverdi nelle ultime cinque gare. «Il Mestre è una squadra in salute, che gioca bene, ha elementi di categoria superiore e sta attraversando un buon periodo anche come convinzione» conclude Favaretto, «noi rispettiamo tutti gli avversari, però vogliamo ritrovare i tre punti». Per rimanere in testa, in compagnia o nuovamente da soli.

Ore 15.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Nello scorso campionato è stato uno dei grandi protagonisti dell’esaltante cavalcata del Vicenza, scoprendosi esterno offensivo con particolare dedizione nel fornire assist-gol ai compagni, tanto da meritarsi il soprannome di «pendolino biancorosso». L’avvio di questa stagione lo ha visto invece prima condizionato da un problema al ginocchio, poi fermato dal giudice sportivo per tre turni dopo l’espulsione rimediata contro il Pescara. «E’ stato senza dubbio una partenza tutta in salita per me – sottolinea Lorenzo Laverone – prima l’infortunio al ginocchio, poi la squalifica. Adesso finalmente comincio a stare bene ed il mio rendimento sta crescendo anche se non sono ancora al top della forma». Dopo la squalifica Laverone è rientrato contro il Novara, una partita in cui il Vicenza ha giocato male ma nella quale l’esterno destro biancorosso ha confermato le sue doti di combattente. «Io ero al rientro e le tre giornate di squalifica mi avevano permesso di svolgere una piccola preparazione che non avevo potuto fare in estate – spiega Laverone – avevo grande voglia di fare bene, anche se poi purtroppo la partita si è messa subito tutta in salita e poi non siamo più stati in grado di raddrizzarla e abbiamo perso con merito. Era una partita da cancellare, prendendo però spunto dagli errori commessi per non ripeterli. Il nostro merito è stato quello di dimostrare di avere carattere perché tre giorni dopo abbiamo vinto a Trapani in un campo difficile dove sabato scorso lo Spezia ha preso cinque gol». Contro l’Ascoli Laverone ha sfornato una prestazione super, dominando la sua fascia di competenza e offrendo due assist-gol, prima a capitan Cinelli e poi a Filip Raicevic. «Sono molto contento – sottolinea l’ex terzino di Sassuolo e Varese – perché ho ripreso a far segnare i miei compagni di squadra, cosa che nella scorsa stagione mi era riuscita tante volte. Del resto giocando sulla fascia accade spesso di arrivare in fondo e di mettere il pallone in area di rigore cercando di trovare il tempo e la precisione per favorire la conclusione dei nostri attaccanti. Di gol ne ho sempre fatti pochi, e quindi mi sono specializzato nel mandare a rete i miei compagni». Dopo il grande campionato in cui il Vicenza ha sfiorato la promozione in serie A, in questa stagione in Vicenza è chiamato a un campionato in cui la squadra resti vicina alla zona play off per poi a primavera essere pronta per la volata finale. «La serie B è un campionato lungo e difficile che ti concede grandi rimonte ma anche scivoloni clamorosi. Quello che paga è la continuità di rendimento, e su questo noi dobbiamo puntare cercando di pensare ad una partita alla volta cercando di ottenere sempre il massimo. Sabato a Livorno affronteremo una squadra forte e costruita per vincere, ma noi dovremo affrontarli cercando di giocare il nostro calcio, e mettendo in campo grinta e massima determinazione. Loro in casa finora hanno vinto molto, noi abbiamo fatto bene in trasferta, per cui il pronostico è aperto a tutte le possibilità».

Ore 14.40 – Biancoscudati in campo alla Guizza per l’allenamento pomeridiano.

Ore 14.10 – (Gazzettino) È Campodarsego-Calvi Noale l’appuntamento clou del turno infrasettimanale del campionato di serie D oggi alle 14.30. I biancorossi faranno di tutto per restare in vetta alla classifica, sapendo di avere davanti un’altra matricola in grande spolvero staccata di appena quattro punti. «Il Calvi Noale è squadra organizzata e spigolosa – sottolinea Antonio Andreucci – e non è lì per caso. Per noi è un altro banco di prova importante, dobbiamo utilizzare le nostre armi che finora ci hanno consentito di metterci in evidenza». La leadership in classifica agguantata nel derby con l’Abano è già di per sè un traguardo straordinario. «È il momento più alto nella storia del Campodarsego e ne siamo fieri. Se non ci dimentichiamo il modo con cui ci siamo arrivati, continueremo a comportarci bene. Il nostro pensiero è comunque sempre rivolto a fare qualcosa in più per migliorarci». Tornano a disposizione Vanzato e Cacurio. ABANO. Sono obbligatori i tre punti nella sfida casalinga con il Levico per interrompere un digiuno che dura da nove gare e risalire la classifica. Squalificato Massimiliano De Mozzi, in panchina andrà Andrea Maniero. «Questa partita deve essere vissuta come una finale, deve rappresentare la svolta. Dobbiamo uscire dal campo senza avere più un briciolo di energia e se lo facciamo arriverà il risultato che i ragazzi si meritano. Hanno valori calcistici e umani per dimostrare che non sono quelli visti fino adesso». In dubbio Tescaro e Munarini acciaccati. ESTE. Va a fare visita alla Virtus Vecomp in una sfida che può consentire ai giallorossi di avvicinarsi sensibilmente al terzo posto occupato proprio dai veronesi con il Calvi Noale. Così Andrea Pagan. «È una gara dal tasso di difficoltà molto elevato, una prova importante per capire di che pasta siamo fatti. Veniamo da un buon momento, con il Giorgione ho visto una squadra matura e ai ragazzi ho chiesto continuità». Este con undici risultati positivi e la migliore difesa insieme al Campodarsego. «Devo fare i complimenti alla squadra dato che sul piano del lavoro siamo al di sopra delle aspettative iniziali e sono soddisfatto. Vedo prospettive importanti». LUPARENSE SAN PAOLO. Affronta tra le mura amiche il Fontanafredda con l’obiettivo di tornare al successo e puntellare la classifica. «Siamo incattiviti per la sconfitta immeritata di sabato, un motivo in più per fare bene – afferma Enrico Cunico – La squadra è in salute, anche se dobbiamo limare alcune imperfezioni. Se restiamo sul pezzo, possiamo toglierci delle soddisfazioni». Infortunato Faggin (spalla), squalificati Perosin e De March. Intanto, la trasferta con il Levico è stata anticipata a sabato.

Ore 13.50 – (Mattino di Padova) Sarà un altro pomeriggio di sfide belle toste per le quattro squadre padovane di Serie D: oggi, alle 14.30, la capolista Campodarsego ospiterà la Calvi Noale, mentre l’Abano, allo stadio delle Terme, cercherà di strappare al Levico una vittoria che manca ormai da due mesi. In casa giocherà anche la Luparense con il Fontanafredda, mentre l’Este andrà a far visita alla Virtus Vecomp Verona. CAMPODARSEGO. I biancorossi stanno vivendo un momento straordinario. D’altra parte, il primato in classifica a pari merito con il Venezia, non può che inorgoglire i ragazzi di mister Antonio Andreucci, che oggi al Gabbiano (arbitro Valerio Maranesi di Ciampino) partono da favoriti. La Calvi Noale, dal canto suo, non è una compagine da sottovalutare: neopromossa, proprio come i padovani, la squadra veneziana ha numeri e giocatori di alto profilo, tra i quali l’ex di turno Marco Viola, bomber della scalata dalla Prima categoria all’Eccellenza. Formazione Campodarsego (4-3-3): Merlano; Buson, Gal, Ruopolo, Favero; Piaggio, Pellizzer, Bedin; Radrezza, Aliù, Cacurio. All. Andreucci. ABANO. In casa dell’Abano è tempo di scongiuri. Dopo 9 partite senza vittorie, i neroverdi devono lottare contro paura, scoramento e una buona dose di jella. La sfida odierna, contro un Levico che se la sta cavando egregiamente al primo anno di Serie D (arbitro Fabio Pirrotta di Barcellona Pozzo di Gotto), sarà fondamentale per i ragazzi di mister Massimiliano De Mozzi (squalificato, in panchina al suo posto andrà Andrea Maniero), decisi a risalire dall’attuale terz’ultimo posto. Formazione Abano (4-3-2-1): Ruzzarin; Tescaro, Meneghello, Thomassen, Cartura; Creati, Ballarin, De Cesare; Segato, Bortolotto; Fusciello. All. Maniero. ESTE. I giallorossi hanno messo nel mirino le prime posizioni. Tra l’Este e il secondo posto (distante 5 punti) c’è la Virtus Vecomp Verona (arbitro Filippo Bonassoli di Bergamo), compagine che, a sua volta, tallona a suon di risultati positivi Venezia e Campodarsego. L’Este, sabato scorso, ha offerto una prova convincente, calando il tris al Giorgione: a Montorio non sarà una passeggiata, ma capitan Lorello e compagni vogliono iniziare una striscia positiva di vittorie. L’allenatore atestino Andrea Pagan avrà nuovamente a disposizione il terzino titolare Tiozzo (rientrato dalla squalifica), mentre Rosina guarderà i compagni dalla tribuna per altre due partite. Formazione Este (4-3-3): Lorello; Tiozzo, Montin, Guagnetti, Colombara; Marcolini, Arvia, Maldonado; Mastroianni, Coraini, Marcandella. All. Pagan. LUPARENSE. I Lupi non vogliono più sbagliare, tantomeno davanti ai propri tifosi. Dopo due pareggi (Tamai e Liventina) e due sconfitte (Campodarsego e Calvi Noale), i rossoblù dovranno assolutamente battere il Fontanafredda (arbitro Tommaso Lavelli di Sesto San Giovanni) per non perdere l’ennesimo treno verso la zona playoff. Tante le assenze per il match del “Gianni Casèe”: oltre agli squalificati Perosin e De March, resteranno a guardare Mattioli e Faggin. La Luparense tornerà in campo già sabato al “Briamasco” di Trento per l’anticipo con il Levico. Formazione Luparense (3-4-3): Murano; Antonello, Severgnini, Donè; Praticò, Nicoletti, Nichele, Sanavia; Giglio, Paganelli, Beccaro. All. Cunico.

Ore 13.20 – (Gazzettino) Largo turnover in Coppa Italia. Roberto Venturato farà riposare diversi giocatori scesi in campo nell’ultimo turno di campionato, e darà minuti a coloro che sinora sono stati utilizzati di meno. «La Coppa è una gara ufficiale quindi ha un suo valore ben preciso. È positivo saper interpretare tutte le partite con una certa identità, mantenere la nostra fisionomia, cercando sempre di ottenere i tre punti. Lo considero quindi un test importante». E utile per Venturato, per capire chi è pronto pure per il campionato: «Quelli che hanno giocato meno saranno della partita, tutti hanno voglia di mettersi in gioco, di dimostrare il proprio valore. Il sogno del tecnico è quello di avere 23 titolari che in ogni momento possano interscambiarsi e ottenere i medesimi risultati. Per questo ho grande considerazione della partita con il Sudtirol: qualcuno sinora ha trovato meno spazio degli altri soltanto per scelta tecnica, perché si è deciso di giocare in una certa maniera, mi aspetto quindi una risposta positiva da parte di tutti, per mettermi in difficoltà nelle prossime scelte di formazione». Cinque giocatori della Berretti sono stati chiamati in prima squadra: ci sarà spazio anche per loro nel corso dei novanta minuti? «Cercheremo di far giocare coloro che hanno meno minuti sulle gambe», spiega Venturato, che non cambierà assetto tattico: «In questo momento continueremo con il solito sistema di gioco, pensando di avere la valida alternativa del 4-4-2 che possiamo sempre utilizzare, conoscendolo bene». Sull’avversario di oggi: «Il Sudtirol da anni fa bene, è una società che lavora con grande attenzione, puntando sui giovani. È allenata da Stroppa, con il quale ho fatto il corso, affronteremo un avversario che verrà al Tombolato per passare il turno, come noi». Facciamo un salto indietro, alle gare del weekend: nonostante il mezzo passo falso a Lumezzane, il Cittadella ha mantenuto il primato solitario in classifica. Venturato si aspettava le sconfitte interne di Bassano e Reggiana, e il pareggio del Pavia con il Renate? «È la testimonianza di quello che continuo a ripetere sempre: ogni punto te lo devi conquistare sul campo, da solo, perché nessuno ti regalerà mai niente. Non si deve mai dare niente per scontato e pensare che anche il punticino, alle volte, è da considerarsi un risultato positivo. Ti dà continuità, ti fa muovere la classifica, e alla fine anche un punto solo ti fa vincere il campionato. Chi sarà più bravo a dare continuità ai risultati, al termine della stagione risulterà vincitore del girone». I biglietti per la gara di oggi si possono acquistare stamattina alla sede, dalle 13.30 direttamente allo stadio, ingresso solo in tribuna ovest: intero 10 euro, under 14 a 1 euro. Arrivano intanto buone notizie da Pascali e Litteri: per il difensore c’è solo un affaticamento, a Litteri è stata riscontrata un’infiammazione muscolare del gluteo destro, le sue condizioni saranno monitorate in questi giorni.

Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Di sicuro non ci saranno Litteri e Pascali. Ma oltre ai due infortunati, che ieri pomeriggio si sono sottoposti ai rispettivi controlli, resteranno a riposo Donazzan, Salvi, Scaglia, Chiaretti e Paolucci. Il Cittadella che oggi pomeriggio scenderà in campo per il secondo turno della Coppa Italia di Lega Pro contro il Sudtirol di Giovanni Stroppa (ore 15, stadio Tombolato, apertura dei botteghini alle 13.30) sarà ampiamente rivisitato rispetto alla squadra che affronta le partite di campionato, per dare l’opportunità a chi sin qui ha giocato meno di mettersi in mostra. Il responso. Pomeriggio di accertamenti clinici, quello di ieri. E alla fine pare che Venturato possa tirare un (doppio) sospiro di sollievo, visto che sia Litteri che Pascali potrebbero anche tornare a disposizione già per domenica (ore 17.30) contro il Mantova (gara che arbitrerà il signor Ranaldi di Tivoli). La risonanza magnetica effettuata dall’attaccante ha permesso di riscontrare un’infiammazione muscolare del gluteo destro, che non sembra, però, particolarmente grave. L’ecografia a cui, invece, si è sottoposto Pascali non ha evidenziato lesioni all’adduttore, basteranno quindi pochi giorni di riposo per recuperarlo dopo il forzato stop di Lumezzane. Ancora in testa. I granata si presentano all’appuntamento di Coppa dopo essere stati “graziati” dalla Reggiana, piegata in casa a sorpresa dal Cuneo nel posticipo di lunedì sera e rimasta così alle spalle di Iori & C., ancora in testa alla classifica del girone A. «Ma io lo sostengo da tempo, i risultati vanno conquistati sul campo, senza mai dare nulla per scontato. Lo abbiamo capito noi sulla nostra pelle contro l’Albinoleffe, ora è successo a Reggiana e Bassano», commenta il tecnico granata. In tutto questo, la gara di oggi non è un fastidio, ma un’occasione: «Rappresenta una partita ufficiale, che dobbiamo onorare al massimo. Ci saranno alcuni cambi, ma proseguiremo con il 4-3-1-2. Stroppa? Ho fatto il corso da allenatore assieme a lui e lo stimo davvero molto. Proprio per questo non voglio fare brutte figure». Il match è in gara unica ad eliminazione diretta. In caso di parità al termine dei 90’ regolamentari, si disputeranno due tempi supplementari da 15 minuti e gli eventuali rigori. Nel Cittadella sono tre gli “ex”: Cappelletti, Schenetti e Minesso. Tra i convocati cinque giovani della formazione Berretti: i difensori Stefano Amato (probabile titolare), Marco Varnier e Pietro Zonta, e i centrocampisti Andrea Stocco e Giacomo Caccin. Le probabili formazioni. CITTADELLA (4-3-1-2): Vaccarecci; Amato, Cappelletti, De Leidi, Benedetti; Schenetti, Bobb, Lora; Sgrigna; Minesso, Bizzotto. All. Venturato. SUDTIROL (3-5-2): Demetz; Brugger, Tagliani, Bassoli; Tait, Furlan, Tessaro, Melchiori, Fink; Gliozzi, Spagnoli. All. Stroppa. Arbitro: Capone di Palermo.

Ore 12.40 – (Corriere del Veneto) Nei fatti, è il solito intermezzo di metà settimana che pochi allenatori amano. Nelle parole, invece, l’attenzione all’ingresso sulla scena della Coppa Italia di Lega Pro del Cittadella porta con sé un carico di dichiarazioni d’intenti lodevoli. I granata affrontano oggi alle 15 il SudTirol e Roberto Venturato, nello stilare le convocazioni, ha lasciato a casa diversi primattori: Donazzan, Salvi, Scaglia, Paolucci e Chiaretti, senza dimenticare Pascali e Litteri, entrambi infortunati dopo il pareggio di Lumezzane. Dentro chi ha giocato meno, una costante quando si assiste a partite come quella odierna: «I risultati dell’ultima giornata – evidenzia Venturato – dimostrano quello che vado dicendo da tempo e cioè che i risultati vanno conquistati sul campo senza mai dare nulla per scontato. Lo abbiamo capito noi sulla nostra pelle, mi sembra che anche il Bassano e la Reggiana abbiano perso in casa contro avversari che in questo momento sono in ritardo. Un punto talvolta può farti vincere un campionato. Succede di perdere contro squadre magari inferiori tecnicamente, bisogna essere bravi a trovare continuità». Ecco, dunque, la Coppa Italia e un SudTirol che difficilmente si tirerà indietro: «La Coppa Italia propone un evento che rappresenta comunque una partita ufficiale – chiarisce l’allenatore – bisogna onorarlo al massimo e dare tutto. Quando c’è l’ufficialità della gara è importante riuscire a mantenere un’identità di squadra. Tengo particolarmente che tutti si sentano partecipi a questo progetto, il sogno è quello di avere 23 titolari che possano intescambiarsi ed entrare in campo lasciando il segno». Largo, dunque, a un ampio turnover: «Ci saranno alcuni cambi, anche perché domenica torneremo in campo contro il Mantova. Proseguiremo con il 4-3-1-2 e a giocare con il trequartista. Il SudTirol è una squadra che da anni fa sempre bene, con una società e un direttore che lavorano con grandissima attenzione. Ha sempre dimostrato anche per quanto riguarda il settore giovanile di avere una filosofia eccellente. Conosco Stroppa, ho fatto il corso da allenatore assieme a lui e lo stimo davvero molto».

Ore 12.10 – (Gazzettino) Crede che in classifica vi manchi qualche punto? «Per la partita che abbiamo fatto con il Pordenone sono più due punti persi che uno guadagnato. La classifica è molto corta, bastano due risultati di fila positivi e sei già in alto. È ancora tutto da vedere». Tornando a lei, è stato molto più propositivo in fase di spinta nelle ultime partite rispetto alle sue prime apparizioni. «Era solo una questione fisica, nel senso che quando sono arrivato non avevo alle spalle una preparazione atletica e in campo dovevo gestirmi. Adesso inizio a stare bene, ed è anche nelle mie caratteristiche accompagnare l’azione quando ho spazio, stando comunque sempre attento alla fase difensiva». Nei professionisti non ha ancora mai provato la gioia del gol, magari arriva proprio contro la sua ex squadra. «Ogni tanto ci provo tirando da fuori area, ma anche per un po’ di sfortuna non è mai arrivato. Segnare domenica sarebbe il top, e non sarebbe male se fosse anche quello della vittoria».

Ore 12.00 – (Gazzettino) Naturalmente saranno presenti papà Massimo, mamma Monica, il fratello Marco e il resto della famiglia, inclusa la fidanzata Miriam. «Verranno tutti, tranne Andrea dato che adesso gioca in Prima categoria. Mi sa che gli accrediti non basteranno per tutti, per una volta glielo prenderò io il biglietto. Di sicuro faranno il tifo per me». Che regalo vorrebbe per il suo ventitreesimo compleanno? «La vittoria sarebbe il migliore non solo per me, ma anche per la squadra. Se vinciamo dovrò pagare la cena a tutta la mia famiglia, spero di doverlo fare». Conosce bene l’ambiente grigiorosso, che partita si aspetta? «Della squadra con la quale giocavo l’anno scorso sono rimasti in pochi, ma di sicuro dobbiamo stare attenti a Brighenti che è un attaccante devastante in area se gli viene lasciato spazio. Pea non lo conosco personalmente, ma con la Cremonese l’ho affrontato nella passata stagione quando allenava il Monza: era una squadra che si chiudeva per poi ripartire. Il Padova può comunque fare bene con tutti, anche con il Pordenone abbiamo fatto la partita e ci è mancato solo il gol. Segniamo poco? Davanti abbiamo giocatori di valore, sono sicuro che i gol arriveranno».

Ore 11.50 – (Gazzettino) È di Solarolo Rainerio, a una trentina di chilometri da Cremona, è cresciuto calcisticamente nei grigiorossi e proprio domenica compie 23 anni. Dire che quella allo stadio Zini sarà per Alessandro Favalli una giornata speciale è poco. «Quando a inizio stagione ho visto che la partita con la Cremonese capitava nel giorno del mio compleanno, mi sono detto: “perfetto”. È la prima volta che gioco contro la mia ex squadra, con la quale ho fatto tutta la trafila dai pulcini fino alla prima squadra. Io e mio fratello Andrea giocavamo nella squadra vicina al nostro paese quando siamo stati presi entrambi dal club grigiorosso, poi lui è stato sfortunato dato che per un problema alla spalla non è arrivato in prima squadra. Quando alla domenica c’era da andare a fare il raccattapalle a bordo campo ero sempre il primo ad alzare la mano, in alternativa andavo in curva con gli amici o con mio zio. Faccio il tifo per la Cremonese essendo la squadra della mia città, ma adesso sono al Padova e domenica farò di tutto per cercare di batterla».

Ore 11.40 – (Gazzettino) Dal 1981 le radiocronache del Padova rappresentano per i tifosi un appuntamento costante, ma la scorsa estate, a causa delle alte cifre richieste dalla Lega Pro per i diritti, la consolidata tradizione ha rischiato di venire meno. Per questo motivo l’associazione Magico Padova, già operativa per la promozione dell’azionariato popolare, si è subito attivata, impegnandosi ad attivare una raccolta fondi che ha indotto Mediastar, concessionaria dell’emittente Radio Italia Anni 60, con il contributo del Padova, a dare nuovamente il via libera alle radiocronache. Ora la raccolta fondi entra nel vivo ed è possibile parteciparvi attraverso l’apposito portale web di crowfunding eppela.com, versando on line un contributo minimo di 5 euro dopo avere cliccato sul progetto denominato «Da Gildo ad Antonio, la tradizione continua». Sono previsti omaggi in funzione della somma donata. Solo al raggiungimento della quota minima prevista per la raccolta verrà effettivamente scalato dal conto corrente l’importo versato; qualora il progetto non trovasse adeguato finanziamento i soldi verranno riaccreditati. Partecipano all’iniziativa il Padova e l’Associazione Carobbi Ceregatti.

Ore 11.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 11.00 – Qui Guizza: tiri in porta.

Ore 10.40 – Qui Guizza: mix di lavoro atletico e col pallone per i Biancoscudati. A parte Niccolini e Fabiano.

Ore 10.20 – Qui Guizza: allenamento mattutino in corso.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Fu anche l’ultimo anno di Cestaro: il vostro rapporto? «Non ho mai avuto alcun problema con lui: ha sempre rispettato il mio lavoro, fu lui stesso a richiamarmi in panchina con una telefonata alle 7.40 del mattino. Per questo continuerò sempre a rispettarlo e a stimarlo. Quanto è successo dopo non mi stupisce, nel senso che per come stavano andando le cose si capiva che qualcosa sarebbe potuto accadere. L’importante è che dal fallimento il Padova sia tornato nelle mani di veri appassionati, tornando a dire la sua con una grande società e un direttore che conosco bene». Si riferisce a De Poli? «E chi se lo scorda! Arrivò alla Lucchese e mi esonerò che ero terzo in classifica: da allora, ogni Natale o Pasqua gli faccio una telefonata e scherzosamente gli rinfaccio l’episodio. Domenica, finalmente, potrò cercare di restituirglielo (e ride, ndr)». Che gara sarà Cremonese-Padova? «Combattutissima, probabilmente molto tattica. Ma mi auguro che prima di tutto sia una festa sugli spalti, diversamente dal passato». Lei è stato deferito per omessa denuncia in merito ad una presunta combine del Monza, che guidava l’anno scorso. Una stagione difficilissima… «Non ho alcun problema a parlarne, chi mi conosce sa quanto vale la morale nella mia vita. Parliamo di un fatto che non è mai successo, la stessa persona che mi ha tirato in ballo, dopo essere stata arrestata, ha ammesso nei verbali di aver millantato il mio nome. Aspetto l’udienza con grande serenità».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Le è più capitato di avere un rapporto così viscerale con altre piazze? «Dove si apprezza il lavoro penso di essere stato accettato bene, e così è avvenuto a Padova. Quando sono arrivato, visti i risultati dell’anno precedente, in città c’era molto scetticismo, i giocatori erano visti come mercenari. Cercai quindi di essere portavoce del cambiamento della tipologia del calciatore del Padova, trasformandolo in un uomo con la cultura del lavoro, e quindi accompagnandolo le prime volte sempre alle feste dei tifosi e assumendomi tutte le responsabilità». E a chi sostiene che quella di Pea fosse solo “ruffianeria”, cosa risponde? «Una tifoseria come quella padovana sa capire e apprezzare come opera un allenatore: basta che una persona guardi come seguo la partita dalla panchina, per capire la mia genuinità e la passione che ho per questo lavoro». Qual è il momento della sua esperienza padovana che porta con sé più volentieri? «Il mio ritorno, lo striscione che i tifosi mi fecero trovare a Bresseo. Ma ci sono tanti episodi e tante persone che ricordo con stima e affetto».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) A volte ritornano. E a volte i ritorni sono davvero emozionanti. Lo sarà di certo la sfida di domenica per Fulvio Pea, oggi allenatore della Cremonese, uno dei tecnici più amati e apprezzati dal pubblico dell’Euganeo negli ultimi anni. La sua gestione, nella stagione 2012/2013 in Serie B, avrebbe dovuto rappresentare una ripartenza dopo il fallimento della “corazzata” di Dal Canto. Invece, tra un esonero inspiegabile a dicembre, dopo l’ingresso in viale Rocco di Luca Baraldi e una società avviata verso la vendita, la sua fu solo una parentesi. Ma una parentesi bella, sentita: poche volte il pubblico padovano si è infatti identificato così tanto con un suo tecnico. «Sarà una grande emozione», confessa Pea. «Ho un bellissimo ricordo di Padova, non posso dimenticare il grande affetto nei miei confronti e lo sforzo che la gente fece per richiamarmi in panchina dopo l’esonero. Dopo essere stato esonerato quand’ero sesto in classifica (lo sostituì Franco Colomba, ndr), tornai che la situazione era bruttissima, e furono proprio i tifosi a darci una mano a salvarci. Ricordo bene quella domenica in cui gli ultras vennero in spogliatoio a Bresseo: giocavamo lunedì sera contro il Varese, ci caricarono e furono un grandissimo esempio di tifo vero e sano, quello che fa fare i punti».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Sarà infatti la prima volta per i tifosi biancoscudati dopo l’agguato del 2 dicembre 2007 all’autogrill di Soave dell’A/4 che portò ad arresti e Daspo per una dozzina di ultras padovani. L’anno successivo, l’ultimo in Lega Pro prima della promozione in B, ai biancoscudati la trasferta venne vietata: domenica, a distanza di 8 anni, i tifosi padovani torneranno allo “Zini” e le misure di sicurezza saranno imponenti. Prevendita limitata. Ieri pomeriggio è scattata la vendita dei 1.000 biglietti a disposizione per il Settore Ospiti (14 euro il costo) e per la Tribuna Laterale Nord coperta (20 euro), attraverso il circuito LisTicket (sei i punti-vendita abilitati, quattro in città e due a Cittadella). La Questura di Cremona ha deciso di disattivare l’opzione “Porta un amico allo stadio”, dunque potranno acquistare i tagliandi solo i possessori di Tessera del Tifoso, con l’unica eccezione per gli under 14. Il giorno della gara, inoltre, i residenti nella provincia di Padova (tesserati e non) non potranno acquistare biglietti per alcun settore: la prevendita terminerà definitivamente alle 19 di sabato.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È cominciata ieri pomeriggio, nella nebbia della Guizza, la marcia di avvicinamento alla sfida di domenica a Cremona (arbitro Lacagnina di Caltanissetta): allo stadio “Zini”, palcoscenico dello spareggio con il Cesena che rappresenta il più bel momento della storia calcistica del Padova degli ultimi 50 anni, la squadra di Parlato se la vedrà contro i grigiorossi di Fulvio Pea, e per l’occasione il tecnico avrà tutti a disposizione, eccetto il lungodegente Amirante. Marcus Diniz riprenderà il suo posto in mezzo alla difesa dopo aver scontato il turno di squalifica, ma l’atteggiamento tattico delle ultime due gare potrebbe variare in virtù dell’usuale schieramento, con la retroguardia a tre, utilizzato da Pea. Oggi per il gruppo doppia seduta di allenamento. Gara a rischio. Nel capoluogo lombardo, intanto, ha iniziato a muoversi la macchina organizzativa in vista della sfida con Cunico & C., una gara che evoca brutti ricordi dal punto di vista dell’ordine pubblico e che per questo ha indotto la Questura di Cremona a chiedere l’anticipo alle ore 14.30.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) È altrettanto vero che ci si aspetta un’inversione di rotta decisa quanto tempestiva a cominciare da domenica, quando il Padova affronterà la Cremonese dell’ex Pea: «La classifica non la guardo mai – taglia corto il vicepresidente – di solito comincio a farlo a marzo. Ho fiducia nei miei giocatori, credo che il problema sia di autostima, essenzialmente psicologico. Hanno perso un po’ di fiducia in se stessi, dobbiamo lavorare tutti assieme affinché possano ritrovarla il più in fretta possibile sin da domenica a Cremona. Ci aspetta una partita complicatissima, anche perché abbiamo visto che le insidie sono ovunque. Il Cittadella ha perso con l’Albinoleffe, il Bassano con il Mantova in casa, la Reggiana col Cuneo. La buccia di banana la puoi trovare dappertutto, poi è chiaro che per risalire la classifica le partite bisogna per forza vincerle primo o dopo. Pea è un allenatore che schiera la sua squadra molto coperta e pensa prima di tutto a difendersi, con la Cremonese non sarà facile».

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Lo staff tecnico e quello medico lavorano fianco a fianco, ma anche in questo caso la situazione ben presto prenderà una piega precisa. O Amirante riesce a lasciarsi alle spalle i problemi persistenti al ginocchio, oppure la società suo malgrado tornerà sul mercato nel mese di gennaio: «Abbiamo grande rispetto nei confronti del giocatore – spiega Bonetto – stiamo seguendo con attenzione e un po’ di apprensione i suoi progressi dopo l’infortunio. Siamo convinti che possa ancora tornare utile a questa squadra, poi è chiaro che se la situazione non dovesse migliorare, saremmo costretti a valutare il da farsi a gennaio. Ma è un argomento prematuro, crediamo in Amirante e pensiamo che possa dare ancora tanto a questa squadra». La fiducia nei confronti di Carmine Parlato, a dar retta alle dichiarazioni della proprietà, pare intatta e l’allenatore campano gode ancora di un buon credito all’interno della tifoseria. Fermo restando che i risultati sono sempre decisivi, la dirigenza spera che la svolta possa arrivare con Parlato in panchina e sta facendo di tutto per supportarlo.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Timidi segnali di risveglio. E una prestazione contro il Pordenone che ha scacciato i fantasmi più inquietanti, quelli di una squadra che non riesce neppure a tirare in porta. Il Padova s’interroga, riflette, pensa e studia soluzioni alternative, ma non si piega. Osserva con un pizzico di preoccupazione la classifica (i playout distano appena due punti), ma è convinto che gli allarmismi siano inutili: «Penso che il nostro valore non sia quello che dice al momento la classifica – evidenza il vicepresidente Edoardo Bonetto – non possiamo essere questi e la prestazione col Pordenone dimostra che siamo sulla strada giusta. Ci è mancato soltanto il gol, ma le occasioni le abbiamo create e credo anche che nel nostro organico ci siano i giocatori necessari per riuscire a cambiare marcia. Altinier, Neto Pereira, Cunico e Amirante hanno potenzialità importanti». E, a proposito di Amirante, il centravanti ligure è sotto stretta osservazione.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata dopo il posticipo: Cittadella 21, Pavia 20, Reggiana 19, Bassano 18, Alessandria 17, Cremonese 16, FeralpiSalò, Pordenone e SudTirol 15, Cuneo, Giana Erminio, Lumezzane e Padova 13, Mantova 11, Pro Piacenza 10, Renate 8, AlbinoLeffe 7, Pro Patria 0.

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della decima giornata: Giana Erminio-SudTirol 1-2 (Bertoni (St) al 7′ pt, Tait (St) al 2′ st, Augello (Gi) al 5′ st), Lumezzane-Cittadella 1-1 (Iori (Ci) su rigore al 42′ pt, Sarao (Lu) al 35′ st), Alessandria-Pro Patria 1-0 (Bocalon (Al) al 41′ pt), Renate-Pavia 0-0, Bassano-Mantova 0-1 (Gonzi (Mn) al 25′ st), Padova-Pordenone 0-0, Pro Piacenza-Cremonese 0-1 (Maiorino (Cr) al 24′ st), AlbinoLeffe-FeralpiSalò 1-5 (Marrachi (Fs) al 30′ pt e al 32′ pt, Bracaletti (Fs) al 43′ pt, Checcucci (Al) al 14′ st, Romero (Fs) al 46′ st, Greco (Fs) al 49′ st), Reggiana-Cuneo 0-1 (Ruggiero (Cn) al 35′ pt).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 10 novembre: ripresa degli allenamenti per i Biancoscudati con la nebbia a farla da padrona, a parte Niccolini.




Commenti

commenti

About Gabriele Fusar Poli


WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com