Live 24! Padova, iniziano le festività natalizie per i Biancoscudati: riposo fino al 28 dicembre

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Ore 19.00 – (Il Piccolo) Giorni prenatalizi di lavoro per l’Unione Triestina 2012. Dopo il lunedì di riposo, ieri la squadra è infatti tornata ad allenarsi sul campo di Prosecco. E lo farà anche oggi pomeriggio. Del resto durante questa pausa di campionato bisogna sfruttare ogni giornata per cercare di far integrare i nuovi arrivi con i pochi che erano rimasti, ma anche per dare tempo a Doardo e al vice Tonino di approfondire la conoscenza del materiale a disposizione, per verificarne pregi e difetti. Il tutto, ovviamente, in attesa di quelli che dovrebbero essere i veri rinforzi in grado di elevare la qualità della squadra e permetterne quantomeno una tranquilla salvezza, obiettivo dichiarato del presidente Favarato fin dalla sua prima comparsa a Prosecco la scorsa settimana. La nuova proprietà assicura che in questi giorni stanno continuando le trattative e gli incontri per assicurarsi giocatori di Lega Pro, che però potranno essere ufficializzati solamente dal 2 gennaio in poi. Lo stesso allenatore dopo la partita di Venezia ha assicurato che il progetto tecnico è chiaro e gli obiettivi della società sono stati individuati. Per appurare se è veramente così, basterà aspettare una decina di giorni. Ritornando agli allenamenti e al lavoro sul campo, dopo la seduta odierna ci sarà ovviamente il rompete le righe per le festività natalizie: la squadra riposerà dal 24 al 27 dicembre, ma già lunedì 28 tornerà al lavoro con una doppia seduta, per smaltire in fretta panettoni e cenoni vari. Da quel giorno, a parte il pomeriggio del 31 e la mattinata del 1° gennaio, si farà sul serio con un intenso lavoro sia dal punto di vista atletico che tecnico-tattico, cercando di mettere a puntino la squadra per la ripresa del 6 gennaio, quando inizierà il girone di ritorno e la Triestina giocherà in casa della Liventina. Sperando che i nuovi arrivi giungano in gruppo il prima possibile, sarà necessario quindi sfruttare al massimo le prime settimane del nuovo anno: allo staff tecnico spetta un compito difficile, quello di costruire e far stare assieme in pochi giorni una squadra con tanti giocatori che si saranno appena conosciuti. Un’altra ricostruzione, quindi, per la Triestina. L’ennesima di queste stagioni complicate, anche se a campionato in corso mai c’era stata una rivoluzione di questo genere, del resto legata anche ai passaggi societari.

Ore 18.30 – (Corriere delle Alpi) L’Udinese prova Simone Quarzago. Il centrocampista gialloblù ieri pomeriggio ha disputato un’amichevole con la maglia della Primavera bianconera, che ha affrontato una rappresentativa del Messaggero denominata All Stars sul tabellino apparso sul sito dell’Udinese. Il match si è svolto alle 14.30 a Buttrio e i dirigenti dell’Udinese hanno potuto vedere all’opera con i loro occhi il giovanissimo del Belluno, classe 1999, che seguono ormai da inizio stagione. Il giocatore bellunese ha giocato i primi 45’. «La società friulana è interessata al ragazzo, ma non è la sola – commenta il ds Augusto Fardin – nelle scorse settimane Quarzago ha fatto un provino anche con il Chievo e a gennaio ha un altro test a Genova con la Sampdoria. Lo stiamo facendo vedere in giro, è un ragazzo molto giovane, interessante, che ha già fatto diverse presenze in una categoria non semplice come la serie D. Oggi il ragazzo è stato convocato nella Rappresentativa del girone degli allievi Elite». Tutti vogliono vedere Quarzago. Il giocatore ex Feltrese ha già fatto alcuni provini e ne farà altri, ma ci sono numerose società che stanna mandando i loro osservatori a vederlo. «Quando abbiamo giocato contro la Virtus Vecom a Verona c’erano anche l’Hellas, la Juventus e l’Inter a vederlo – continua il direttore sportivo gialloblù – giustamente in tanti vogliono vederlo. Non ci sono tanti ragazzi del 99 in Italia così. Aspettiamo un’offerta? No vogliamo una buona proposta, che è ben diverso. Vogliamo assicurarci che al ragazzo arrivi un progetto serio, dove possa crescere. L’aspetto economico in questo caso è secondario». Ottimo il girone di andata. Con 34 punti raccolti in 19 partite Fardin è più che soddisfatto dell’operato della squadra e spera nel bis nel ritorno. «Se faremo altrettanti punti da gennaio a maggio sarei l’uomo più felice del mondo – spiega il dirigente di Piazzale della Resistenza – se me lo proponessero firmerei all’istante. Qualsiasi delle prime cinque posizioni come obiettivo vanno più che bene. I pareggi ad inizio stagione? Non importa, è acqua passata. Di certo se guardiamo gli episodi siamo in credito, vedremo a fine anno se tutto si compenserà». Pronti per le vacanze. Il Belluno si è allenato ieri pomeriggio alla Gol Arena e lo farà anche oggi. Da domani però sarà la volta del meritato riposo fino al 28 dicembre.

Ore 18.00 – (La Provincia Pavese) Una seduta doppia, e pure bella intensa. L’era Brini, cominciata ufficialmente lunedì, è proseguita ieri con un allenamento tosto e anche denso di contenuti atletici sotto la guida energica del nuovo preparatore atletico, Sergio Giovani. La rosa, falcidiata dagli infortuni, è stata divisa in due gruppi: a turno uno impegnato in esercitazioni tecnico-tattiche e l’altro a lavorare con Giovani e il viceallenatore, Gabriele Baldassarri (mentre come preparatore dei portieri è rimasto Alfredo Geraci). Sotto l’aspetto tattico sono cominciate le prime prove di 4-4-2, che sarà con il nuovo mister il modulo di riferimento. Ma le sedute di allenamento dei prossimi giorni non serviranno soltanto ad affinare questo sistema di gioco e a insistere sul lato fisico-atletico (evidentemente si ritiene che vi sia un deficit, a giudicare dal lavoro al quale i giocatori vengono sottoposti). Serviranno a mettere sotto esame tutti i giocatori, per capire chi rimarrà e chi invece è destinato a partire o almeno si ritiene non più utile al Pavia. Uno screening di massa che sembra consolidare le voci secondo cui con l’ingaggio del consulente di mercato Antonino Imborgia si assisterà a gennaio non a semplici ritocchi all’organico, ma a una mezza rivoluzione. Lo stesso Imborgia ha ribadito che si interverrà in tutti e tre i settori. Quello dove c’è maggiore urgenza è il centrocampo, dove attualmente sono fuori, e lo resterano a lungo, Marco Cristini (ne avrà per un paio di mesi) e Tommaso Bellazzini (3 mesi). A loro si aggiungono Federico Carraro (in fase di recupero dall’infortunio muscolare) e Alessandro Marchi (una botta a un piede l’ha messo fuori uso per la trasferta di Pordenone). C’è poi da risolvere la questione legata a Giovanni La Camera, messo fuori rosa e reintegrato una tantum per la gara in Friuli, causa organico ridotto ai minimi termini. La società aveva fatto sapere che il giocatore non rientra più nei piani del club. Ma bisognerà vedere se l’arrivo di Brini cambierà le cose (La Camera ha comunque un contratto fino a giugno 2018). Il cambio di modulo, in ogni caso, comporta anche una cambio di interpreti dal momento che la rosa è stata costruita in estate per giocare con il 3-5-2 scelto inizialmente da Marcolini. E se dietro già nelle ultime gare si era passati a giocare con quattro difensori, in mezzo al campo si è sempre giocato a tre e invece con Brini ci saranno due mediani e due esterni alti, che non erano previsti con Marcolini. In realtà Bellazzini avrebbe potuto giocare in quel ruolo (anzi, è quello che ha fatto di più in carriera), mentre a destra potrebbero essere adattati tanto Ghiringhelli quanto Alessandro Marchi. A proposito di esterni alti, c’è l’interessamento del Pavia per il mancino Foglio (ex azzurro) al quale si potrebbe arrivare girando Martin al Mantova. Per la difesa Brini ha già fatto i nomi dei due centrali che aveva l’anno scorso a Benevento, Padella e Lucioni, entrambi giocatori esperti (l’alternativa è Borghese del Como, che piace a Imborgia), tra i possibili partenti Biasi, mentre Marino e Malomo sono stati offerti alla Pistoiese. Per il reparto offensivo, la Pistoiese si è informata su Del Sante e il Catanzaro su Mattia Marchi (in scadenza a giugno). Anche qui Brini ha fatto una richiesta secca: quella di riavere Eusepi, già azzurro qualche stagione fa e l’anno scorso cannoniere del girone C proprio con il Benevento. Alla Salernitana gioca poco, ma l’ingaggio è pesante (circa 250 mila euro). A oggi comunque è difficile fare nomi di chi è in partenza: il club ha fatto capire che tutti sono in discussione.

Ore 17.30 – (Gazzetta di Reggio) Per quanto riguarda le manovre di mercato nessuna operazione potrà essere ufficializzata prima del 2 gennaio, fatta eccezione per eventuali giocatori svincolati. Una delle prime operazioni ad andare in porto riguarderà l’ex granata Junior Vacca che ha già trovato l’accordo col Foggia, squadra con la quale si sta allenando. Situazione granata: la società ha ribadito la volontà di rendere la squadra più competitiva inserendo almeno tre giocatori, uno per reparto, ma senza sforare il budget iniziale e questo significa che sarà un mercato aperto sia in entrata che in uscita e potrebbe riguardare anche pezzi da novanta. Per prima cosa il dg Ferrara ed il tecnico Colombo dovranno decidere se il nuovo 3-5-1-1 sarà il modulo del futuro, poi sarà importante capire se giocatori come Angiulli e Giannone vogliono continuare l’avventura in granata, entrambi in scadenza a giugno, dato che sul primo hanno messo gli occhi Ascoli, Ternana e soprattutto Vicenza in Serie B, mentre il secondo ha estimatori nel girone C della Lega pro, in particolare a Matera dove ha giocato. In entrata: il dg Ferrara ha dichiarato di ritenere il reparto arretrato a posto, ma con la difesa a tre la coperta potrebbe restare corta anche coi rientri di Sabotic e Parola. Perciò il nome di Trevisan della Salernitana resta attuale anche se nella trattativa si è aggiunto il Padova. Tra gli esterni di centrocampo Mignanelli resta il sogno dei tifosi (al Pescara, anche per gli infortuni, non ha mai quasi giocato). Un’alternativa potrebbe essere il giovane francese Maxime Giron dell’Avellino. In avanti Leonardo Perez dell’Ascoli che non sta trovando spazio in B, è tenuto d’occhio da tante società. Vale la pena ricordare che gli eventuali acquisti dalla B difficilmente saranno a disposizione per la gara di Bassano perché, avendo diritto ad una settimana di ferie natalizie che partirà dal 27 dicembre, avrebbero poco tempo per integrarsi al rientro. In uscita: Qualcuno partirà. Oltre (forse) ai citati Angiulli e Giannone, c’è l’interessamento della Pro Patria per Pesenti mentre i giovani Di Nicola e Castellana, trovandosi in una squadra che non utilizza più i terzini, cercheranno una collocazione altrove.

Ore 17.10 – (Gazzetta di Reggio) «Vorrei che questa Reggiana fosse come quella di Romano Fogli della stagione 1980-1981. Facemmo un grande girone di ritorno, anche grazie a qualche innesto in corsa, e tornammo in serie B dopo cinque anni grazie a una inarrestabile cavalcata. Nell’ultima partita al Mirabello contro la Triestina c’erano 18mila persone, stipate come sardine». E’ questo l’augurio di un tifoso speciale, il vicepresidente della Reggiana Sisto Fontanili, che da tre anni è tornato ad occupare ruoli dirigenziali. In quella Reggiana lei c’era… «Era la Reggiana dell’amministratore unico Franco Vacondio e dei giocatori Zandoli, Matteoli, Corradini, Galasso, Bencini. Io ero il tuttofare, oggi si direbbe team manager». Torniamo alla squadra di oggi, come valuta questa prima fase di campionato? «Il mio giudizio è positivo. Credo ci manchino però tre punti. Abbiamo lasciato un punto a Cittadella, dove abbiamo fatto un grande secondo tempo, e due punti domenica al Città del Tricolore con l’Alessandria. Con quei due risultati saremmo in zona playoff e vicini alla vetta. Ma possiamo sempre ripetere la stagione dell’80-’81». La città come risponde al vostro progetto? «Benissimo. Il pubblico è tornato allo stadio. Sono stati fatti tanti abbonamenti. I tifosi sostengono la squadra per 90 minuti. E’ stata recuperata la passione e non è poco. Devo dire che è un percorso iniziato già l’anno scorso. La Reggiana è tornata nel cuore della città, anche grazie ad iniziative come lo store, la festa del settore giovanile e il progetto al Mirabello dell’Accademia». La società sta coinvolgendo anche molti sponsor… «Sfido qualsiasi società di Lega Pro ad averne tanti come la Reggiana». I soci stanno facendo il possibile e hanno messo i conti della società in sicurezza, facendo un grande sforzo. Ma perché Reggio non ha un suo Squinzi, cioè un imprenditore dalle grandi disponibilità pronto a dare una mano? «Guardi, il calcio bisogna amarlo e sentirlo. Chi non ha questa passione è meglio che se non si avvicini perché si sono visti degli avventurieri, che hanno fatto il male delle società di calcio, che entrano ed escono. Chi vuole occuparsi di calcio deve farlo con consapevolezza». Intorno alla Reggiana si sono create aspettative di non poco conto. Non teme la delusione nel caso i risultati non arrivassero subito? «Quando si mette in piedi un progetto ci vuole pazienza. Non ci vuole fretta e non bisogna essere ossessionati dal risultati. Dico che questo è un progetto molto bello, sano, poi capisco che il tifoso vorrebbe sempre vincere. Comunque il campionato finisce a giugno e con due o tre correzioni possiamo toglierci delle soddisfazioni». Cosa si aspetta dal mercato? «La società è stata chiara. L’intenzione è quella di intervenire, ma guardando a quello che offre il mercato, non tanto per fare qualcosa. Se ci sarà l’opportunità di comprare, a prezzi giusti, sarà fatto”. Che cos’è la Reggiana per Sisto Fontanili? «Sono cresciuto a 200 metri dal Mirabello, nel mio Dna. Sono entrato in società nel 1973 e anche quando sono uscito nel 1984 ho continuato a seguirla. Ho vissuto con i dirigenti e gli amici le gioie e le amarezze che la squadra ha dato a Reggio». Nel 1973 lei ha fondato la Fis, che oggi ha 43 dipendenti. Che giudizio dà dell’attuale momento economico? «Non è una fase entusiasmanete. C’è una piccola ripresa. Il nostro sforzo è quello di mantenere le posizioni, continuare a lavorare sull’alta qualità e guardare al mercato globale. Anche qui ci vuole molta pazienza». Vuole fare un augurio ai tifosi? «Assolutamente sì. Auguro il meglio a loro e alla Reggiana. E chiedo a tutti di continuare a sostenere la squadra».

Ore 16.40 – (Gazzetta di Mantova) Matteo Momentè è stato senza dubbio il fiore all’occhiello di un mercato di non poco conto del Mantova ma rischia di avere già concluso la sua esperienza in biancorosso con la splendida rete messa a segno sabato contro la Pro Patria. L’attaccante ex Varese, che a Bergamo potrebbe rivestire proprio il ruolo dell’ex contro l’Albinoleffe, sarebbe stato chiesto dalla Pistoiese ma avrebbe fatto sapere tramite il suo agente di non essere interessato a trasferirsi alla società militante anch’essa in Lega Pro e, curiosamente, che ha 15 punti come il Mantova. Proprio Momentè potrebbe essere il fulcro delle trattative di mercato alle quali il ds Alfio Pelliccioni sta lavorando insieme a mister Javorcic. Il suo trasferimento potrebbe liberare un posto per l’attaccante Simone Magnaghi, classe 1993, di scuola Atalanta, che è attualmente alla Cremonese e che piace al tecnico biancorosso. Altro capitolo destinato a portare novità dal 4 gennaio, quando il mercato riaprirà ufficialmente, è quello dell’esterno sinistro Valerio Foglio, che potrebbe andare al Pavia nell’ambito dello scambio con l’esterno difensivo sinistro Marco Martin, cresciuto nel Sudtirol. Per il centrocampo si parla con insistenza del trequartista Pietro Tripoli, ora a Cremona ma di proprietà dell’Ascoli. Piace molto il centrocampista 26enne Giacomo Cenetti, considerato fra gli elementi fondamentali della formazione vicentina e al terzo anno in giallonero. L’altra pista molto calda è quella che porta all’esterno destro di centrocampo Francesco Lo Bue, per il quale il Mantova sarebbe pronto a mettere sul mercato il centrocampista Gabriele Puccio, elemento senz’altro di buone qualità ma che purtroppo non è riuscito a trovare lo spazio adeguato nel Mantova per esprimersi al meglio.

Ore 16.20 – (Gazzetta di Mantova) La sua gamba destra fasciata dal femore alla caviglia è l’emblema dello stato di salute del Mantova, che impensierisce ma non angoscia. Che è faticoso da migliorare ma che non per questo è uno scoglio o un muro, che Francesco Ruopolo vuole a tutti i costi valicare con la grinta, la fame di vittorie e la rabbia che lo hanno eletto a beniamino dei tifosi, perchè lui quando segna strepita, canta e fa festa per davvero, a differenza di altri quasi immalinconiti nel momento del gol. Il bomber biancorosso è fra i maggiori beneficiari della pausa: «A me è molto utile, perchè posso riposare il ginocchio e lunedì alla ripresa della preparazione spero di essere in buone condizioni. Ma anche il Mantova ha bisogno di fermarsi, di staccare un attimo la spina per ricaricare le pile». Nella sua carriera l’attaccante biancorosso ha vissuto altre stagioni irte di difficoltà: «A parte l’anno in cui ero in serie A al Parma forse mai fino a questo punto, poi in quel campionato giocai solo due gare e ci salvammo dopo lo spareggio. Forse potrei ricordare la stagione con l’Albinoleffe, fu dura anche quella ma venne conclusa allo stesso modo. Con la salvezza». Manca proprio la terza salvezza: «Le possibilità di risalire – spiega Ruopolo – ci sono tutte, non diciamo che il Mantova è la squadra che oggi merita il salto in B però nemmeno pensiamo di essere da retrocessione. Di certo in questa fase ce ne capitano di ogni tipo, dalla sfortuna agli infortuni, anche il cambio tecnico porta un’inevitabile asperità. Però sono sicuro che ci rifaremo» Lunedì 11 gennaio Ruopolo tornerà sul campo di Bergamo, tradizionalmente ostico per il Mantova: «L’Albinoleffe avrà i suoi problemi, non mi soffermo su questo ma confermo che l’intenzione è quella di ritornare da Bergamo con almeno un punto, a conclusione di giornate intense di preparazione che finalmente cominceranno a premiare con i risultati il grande impegno di tutti, dentro e fuori dal campo». Uscire imbattuti dall’Azzurri d’Italia sarebbe il miglior viatico per un’annata più soddisfacente di quella che sta per chiudersi: «Non stiamo a fare programmi – tiene a ribadire Ruopolo – guardiamo una partita alla volta e cerchiamo di rimanere sempre tranquilli». Ruopolo spera, come tutti, in un’annata positiva: «Mi auguro venga riconosciuto dalla classifica il nostro valore, sotto forma di risultati positivi. MI auguro che anche la gente al Martelli possa vederci vincere, è da troppo tempo che non capita (Mantova-Lumezzane 2-0, il 18 ottobre scorso, ndr). È ora di respirare aria buona».

Ore 15.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il giorno di Mauro Lovisa. Ieri il presidente del Pordenone è stato eletto nel Consiglio direttivo di LegaPro (8 i componenti), che resterà in carica per un anno. Non solo: programma la B in tre stagioni, uno stadio polivalente, un Pordenone sempre più vicino alla sua gente e due acquisti a gennaio. L’uomo simbolo del ramarro a Telefriuli, in uno speciale dedicato alla cavalcata neroverde, è tornato un vulcano. «In tre anni vorrei la possibilità di giocare la B – disegna la mappa del futuro -. Lo fanno il Lanciano e l’Entella, possiamo farlo anche noi. Nel 2015-16 va bene la partecipazione alla Tim Cup (basta arrivare ottavi, ndr), poi si può puntare a qualcosa di più». Torna pure l’idea-stadio: «Mi sono informato a dovere – spiega -. Ci sono fondi europei per realizzare poli sportivi multifunzionali. Pensiamo al Bottecchia di oggi, con la sua viabilità carente. La provincia ha bisogno di qualcosa di meglio, io mi attiverò affinché ciò accada». Non più il credito sportivo e la pista regionale, quindi, ma direttamente i bandi europei, indipendenti dalle briglie finanziarie locali. Poi Lovisa si immerge nella stagione. «Potevamo e dovevamo raccogliere di più – dice – ma la mano di Bruno Tedino si vede. È una persona squisita, le sue squadre giocano bene. Accanto c’è la figura di Giorgio Zamuner, il vero valore aggiunto di quest’anno. Il miglior giocatore che io abbia avuto? Dico ancora Zubin. Con lui al posto di Bjelanovic, ci saremmo salvati a maggio». Il preferito attualmente? «Mi fa impazzire Simone Pasa, un giocatore che non c’entra con questa categoria. Careri? Resterà con noi». E il mercato? «Faremo due acquisti, in difesa e a centrocampo». Ora le vacanze, poi si torna in campo per l’ultima d’andata: «Abbiamo di fronte un rush di 6 partite, contro squadre che stanno sotto di noi. Dobbiamo assolutamente fare 13-14 punti». Infine la confessione: «Se il Pordenone non fosse stato ripescato, avrei lasciato tutto. Ora invece attendo altri imprenditori per crescere». Intanto ieri Pederzoli è stato squalificato per due turni. Al vertice della LegaPro è salito Gabriele Gravina (31 suffragi, contro i 13 di Pagnozzi e i 7 di Marcheschi), che era anche il candidato dei neroverdi, con Lovisa “lanciato” in direttivo.

Ore 15.30 – (Messaggero Veneto) Il Pordenone entra nella stanza dei bottoni della Lega Pro. Il presidente Mauro Lovisa, infatti, è stato eletto consigliere in seno al nuovo direttivo ieri a Firenze. Si tratta dell’unico rappresentante dell’area Triveneta, uno dei due del Nord Italia sugli otto nominati. Il numero uno neroverde ha appoggiato Giuseppe Gravina, ovvero il nuovo massimo dirigente di Lega, eletto al secondo turno di votazioni (31 preferenze). Gravina ha battuto la concorrenza di Raffaele Pagnozzi (13) e Paolo Marcheschi (7). Il nuovo presidente sostituisce Tommaso Miele, commissario straordinario dallo scorso luglio, ed entrerà in carica dal 1º gennaio 2016. Il suo governo durerà sino al 31 dicembre del nuovo anno, quando saranno indette le nuove elezioni. Si chiude così ufficialmente l’era Mario Macalli, persona fidata del presidente della Figc Carlo Tavecchio, che ha presieduto la terza serie del calcio professionistico italiano per ben 18 anni. Nuovo corso, dunque, di cui Gravina e in particolare Lovisa fanno parte. Ecco, il massimo dirigente neroverde farà parte del consiglio assieme a Nitti (Pro Patria), Miani (Fidelis Andria), Cerrai (Lupa Roma), Sannella (Foggia), Tardella (Maceratese), De Meis (Rimini) e Maglione (Melfi). A votare a Firenze per il Pordenone si è presentato il direttore generale Giancarlo Migliorini, che si è detto «soddisfatto per il risultato raggiunto, visto che come società appoggiavamo Gravina. L’elezione di Lovisa nel consiglio è poi un motivo di grande orgoglio per il club e per il territorio».

Ore 15.10 – (Messaggero Veneto) “Rompete le righe” ieri per la prima squadra del Pordenone. In mattinata si è svolto l’ultimo allenamento prima delle vacanze: giocatori e staff riprenderanno a sudare il 29. Ci saranno tutti tranne uno, il bomber Caio De Cenco. Il centravanti è volato in Brasile, nella sua San Paolo, da dove mancava dalla scorsa estate. Tornerà a Pordenone il 2 gennaio, giusto in tempo per il mini-ritiro di quattro giorni. Qui sta l’altra notizia: Tedino e i suoi ragazzi lavoreranno dal 2 al 5 a Bibione, esattamente com’era successo nella stagione della serie D vinta (nel 2013-2014). Un precedente quantomeno benaugurante. Caio ritroverà quel giorno con i compagni. Adesso si gode più di una settimana di ferie nel suo paese natio, dove riabbraccerà famiglia e amici. Un viaggio che già aveva programmato con la società, che naturalmente gli ha dato il permesso di rivedere i suoi cari. La carica d’affetto che riceverà gli servirà sicuramente, anche per ricaricare le pile e presentarsi al top nel nuovo anno: nel 2016 serviranno ancora i suoi gol. A San Paolo De Cenco riposerà, ma si terrà anche in forma a curerà i fastidi alla schiena che l’hanno tormentato da metà novembre in poi. Oltre a lui anche tutti gli altri giocatori hanno approfittato delle vacanze per tornare nelle rispettive città. Faranno rientro tutti il 29, quando li aspetta una ripresa piuttosto impegnativa: tre allenamenti doppi di fila, per poi staccare a Capodanno e riprendere il 2 gennaio col ritiro in riva all’Adriatico.

Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Aveva iniziato da riserva di Calzi, ha finito da titolare e con la fascia di capitano al braccio. Un crescendo evidente per Evans Soligo, emblema dell’equilibrio non solo tattico ma anche emotivo di un Venezia che al traguardo di metà campionato è riuscito a ridurre al minimo il distacco dal Campodarsego campione d’inverno. «Un bilancio con 44 punti conquistati non può che essere del tutto positivo – fa il punto il centrocampista di Marghera – tuttavia è inevitabile ripensare un po’ ai punti persi in maniera «sciagurata» contro l’Este ma anche ad Abano negli ultimi secondi. Avessimo quei 5 punti in più non ci sarebbe nulla da obiettare ma, giustamente, nel calcio nessuno regala un pallone. Se siamo sotto significa che il Campodarsego ha fatto qualcosina meglio di noi, ma posso assicurare che quel -1 ci dà ancora più carica per centrare il sorpasso». Soligo a 36 anni non ha certo perso la fame e la voglia di vincere. «Il 2015 sul piano personale è stato positivo, con il grande rammarico di non esser riusciti a salvare il San Marino in Lega Pro. Sono ripartito da casa e tutto ha un sapore particolare, quella delusione posso dimenticarla solo vincendo la serie D con il Venezia e credo proprio che siamo sulla buona strada». Impressione confermata dopo le tre vittorie di fila, non tanto l’1-0 sulla Ripa Fenadora quanto gli straripanti 6-0 e 6-1 rifilati a Giorgione e Triestina. «Da ex mi ha fatto male una Triestina così, vittima di problematiche societarie purtroppo ben note anche a noi veneziani, disavventure che, è inevitabile, hanno fatto stancare i tifosi. Per riportarli al Penzo ce la stiamo mettendo tutta, se continueremo a vincere sarà sempre più dura restare indifferenti». Ieri mattina al Taliercio il rompete le righe, non prima di un ultimo allenamento all’insegna del lavoro di carico atletico: mister Favarin ha concesso una pausa fino a lunedì 28 (ripresa pomeridiana) dopodiché gli arancioneroverdi si alleneranno tutti i giorni con un’amichevole il 30 a Martellago (ore 14.30), una doppia seduta il 31 e pomeridiana il 1. gennaio fino alla gara con il Dro dell’Epifania (ore 14.30 al Penzo).

Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Chiuso il girone d’andata, il Venezia traccia un primo bilancio. Nonostante la squadra non abbia girato in vetta alla classifica, c’è grande fiducia per il futuro. «Sotto il profilo tecnico la squadra ha fatto moltissimi punti, pur partendo da una situazione iniziale di handicap», commenta il dg Dante Scibilia. La flessione c’è stata, complici alcuni risultati imprevisti nei minuti di recupero, ed è lì che si è insinuato il Campodarsego che ha conquistato il titolo di campione d’inverno. «Ma noi pensiamo di avere tutte le carte in regola per vincere il campionato a maggio, che è l’obiettivo che conta. Il momento di difficoltà — osserva il dg — è stato superato, la squadra ha dimostrato di essere compatta. E la dirigenza ha fatto valere quell’esperienza che ha consentito di saper gestire bene il momento». L’esonero di Paolo Favaretto è stato il momento più difficile e doloroso della stagione, ma l’arrivo di Giancarlo Favarin e alcuni innesti in organico hanno dato la scossa necessaria. «E’ vero, c’è una squadra che ha chiuso il girone con un punto in più, ma sono convinto che da parte nostra ci siano tutti i presupposti per fare ancora meglio nel girone di ritorno», assicura Scibilia. Il dirigente arancioneroverde è stato tra i protagonisti del passaggio dalla vecchia società di Yuri Korablin a quella attuale, guidata da Joe Tacopina. Dopo le incertezze estive, il presidente newyorkese ha dato la sua impronta alla gestione organizzativa della società e i primi risultati sono sotto gli occhi di tutti. Dal restyling del Penzo alla nuova sede, fino al rapporto sempre più diretto con i tifosi. «Sono state fatte tante cose, ora siamo una società come tutte le altre e, anzi, in certi casi siamo anche meglio. E’ stato fatto un grande percorso per colmare il gap organizzativo. Ora — chiude Scibilia — guardiamo avanti con ottimismo. E arriveranno molti altri progetti, innovativi e non tradizionali».

Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) Giancarlo Favarin non fa sconti: ieri allenamento lungo prima del brindisi e degli auguri di Natale. Dandosi appuntamento per lunedì pomeriggio al Taliercio quando inizierà la preparazione per la partita dell’Epifania contro il Dro. Mezza giornata di lavoro in meno solo per chi abita più lontano e doveva prendere l’aereo: ieri mattina Cernuto, Cangemi, Ferrante e Carbonaro sono volati in Sicilia. Solo il giovane portiere Stamen Boyadzhiez farà ritorno in Bulgaria domani sera. Anche il direttore sportivo Giorgio Perinetti è rientrato a casa. La sosta natalizia consentirà a Maccan e Marcolini di ripresentarsi al top per l’inizio del girone di ritorno. Niente sconti particolari, almeno nel programma stilato ieri, poi strada facendo potranno essere apportate delle variazioni, come ieri quando il doppio allenamento è stato sostituito da una seduta lunga. Ripresa quindi, lunedì 28 al pomeriggio, la tabella prevede doppio allenamento il 31 dicembre e seduta pomeridiana a Capodanno. Una sola amichevole prevista, mercoledì 30 dicembre al comunale di Martellago (ore 14.30) contro il Real Martellago che milita in Eccellenza, terza forza del girone B, alle spalle di Vigontina e Liapiave.

Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Le tre sconfitte consecutive incassate dal Vicenza hanno fatto scivolare la squadra biancorossa nelle zone pericolose della graduatoria da dove, per risollevarsi, serve una sola cosa: un’inversione di tendenza con vittoria. Ne è consapevole Pasquale Marino, che però cerca di non caricare troppo di importanza la partita di stasera contro il Latina. «Che sia un momento difficile è evidente — precisa il tecnico biancorosso — ma di sicuro non siamo all’ultima spiaggia. In questi momenti serve equilibrio per venirne fuori, se viene meno anche la serenità potrebbe essere pericoloso e controproducente. Al termine del campionato mancano parecchie partite e se faremo bene riusciremo a risalire la classifica». Marino cerca poi di spiegare cosa è successo sabato contro la Virtus Entella. «A Chiavari è andata in scena una partita imprevedibile e di difficile analisi perché abbiamo giocato veramente male, non abbiamo cercato scuse o alibi perché non ne avevamo. Probabilmente in questo periodo siamo deboli a livello mentale, abbiamo pagato più del lecito una prestazione importante contro il Brescia, una gara che alla fine abbiamo comunque perso. Andando al sodo adesso bisogna fare punti, per ottenerli adesso bisogna puntare su chi possiede un carattere forte per scendere in campo con la giusta grinta e serenità. L’ho detto a fine partita a Chiavari e il mio a fine gara è stato un messaggio rivolto a tutti i componenti della rosa. Da oggi in avanti dovremo cercare di ripetere la prestazione contro il Brescia, e non giocare più partite come quella di Terni o contro la Virtus Entella perché siamo stati improponibili». All’allenatore del Vicenza non è andato giù che la squadra abbia fornito una serie di brutte prestazioni, molto vicine nel tempo. «Nell’arco di un campionato tutte le squadre possono incappare in partite di questo tipo — dice Marino — il problema è che sono avvenute in modo troppo ravvicinato. L’obiettivo è ritrovare continuità di rendimento, e per farlo bisogna cominciare con una vittoria che nel calcio è sempre la miglior medicina. Da qui alla sosta ci sono due partite, poi a gennaio potrò già contare su due “acquisti”, cioè Brighenti e Vita. Stringiamo i denti e diamo tutto per ottenere il massimo nei prossimi 180 minuti». Marino spiega come mai il ritiro decretato dalla società sia stato annullato, e lo fa sottolineando come i giocatori abbiamo capito il momento difficile e si siano assunti le loro responsabilità. «Subito dopo la partita il presidente ha annunciato il ritiro, è vero — sottolinea il tecnico di Marsala — ma il giorno dopo ci siamo allenati e abbiamo analizzato il momento. Non ci siamo di certo rifiutati, ma dopo un confronto tra di noi abbiamo deciso di procedere in questo modo, che conferma come questo gruppo non si nasconde, e il fatto che i calciatori abbiano reagito in questa maniera mi ha fatto molto piacere. Adesso dobbiamo dimostrare sul campo che vogliamo venir fuori da questa situazione, ne abbiamo tutti i mezzi e per questo sono fiducioso, anche se affronteremo un avversario che dispone di un organico allestito per disputare un campionato di vertice». E Marino inquadra anche l’avversario di turno: «Anche il Latina finora ha incontrato parecchie difficoltà e quindi noi dovremo cercare di colpirli nei loro punti deboli senza commettere errori in attacco e in fase difensiva. Ogni partita ha una sua storia, dovremo cercare di sfruttare il fattore campo nella speranza che possa tornare a darci tanti punti come nella scorsa stagione».

Ore 13.00 – (Gazzettino) La forza del gruppo. È questa l’arma in più del Cittadella, un collettivo unito e affiatato come non si vedeva da anni. Merito anche di certi giocatori dal carattere forte, i leader che mancavano nell’ultimo campionato. Gente come Iori e Pascali, ad esempio, se ci fossero stati in serie B forse l’epilogo della stagione sarebbe stato diverso. La forza dello spogliatoio viene tirata in ballo da tutti i componenti della rosa di Roberto Venturato, in ogni occasione. L’ha fatto anche Alessandro De Leidi dopo la vittoriosa trasferta di Cremona: «Abbiamo dimostrato di sapere soffrire, quando serve. In campo ci siamo dati tutti una grossa mano, dove non arrivava un giocatore pensava un altro a metterci la toppa. Tutti ci aiutiamo a vicenda, per un unico obiettivo da raggiungere». A Cremona non c’era un “pezzo da novanta” come Pascali, ha giocato lei ma non si è notata la differenza. «Penso che il direttore Marchetti abbia costruito una rosa di giocatori altamente competitiva. Anche chi entrato nel corso della partita ha offerto un grande contributo, si è messo a disposizione della squadra, a testimonianza che al Cittadella c’è tutta gente di valore. La nostra forza è il gruppo, ci piace stare assieme, ci divertiamo. Poi quando le cose girano per il verso giusto, tutto diventa più facile». Siamo arrivati alla fine dell’anno: il suo bilancio sulla prima parte della stagione? «Abbiamo disputato un buon girone di andata, manca ancora una gara prima del giro di boa, ma il Cittadella ha chiuso il 2015 centrando l’obiettivo che si era prefissato. La sconfitta interna con il Feralpisalò non ci era andata giù, e abbiamo preparato la gara di Cremona con tanta rabbia dentro, convinti e decisi di riprenderci quanto avevamo lasciato sul campo una settimana prima. Noi abbiamo fatto il nostro, poi i concomitanti risultati delle dirette avversarie di classifica ci hanno nuovamente regalato il primo posto del girone. Ce lo teniamo ben stretto: adesso possiamo goderci il Natale con la massima serenità». Ma quanto conta arrivare alla fine del girone di andata in vetta alla classifica? «Conta parecchio, almeno per me. Stare davanti a tutti è sempre molto gratificante, il morale della squadra ne trae giovamento, e quando lavori lo fai serenamente. Detto questo, non abbiamo ancora vinto niente: quello che vale è essere primi al termine della stagione».

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Un’intera squadra in gol. A prendersi la briga di andare a contare quanti sono stati i giocatori del Cittadella capaci di timbrare il cartellino in questa stagione, si scopre che sono proprio undici. L’ultimo a iscriversi all’elenco è stato Andrea Paolucci, con la rete messa a segno allo Stadio Zini di Cremona domenica scorsa. Quella della mezz’ala pescarese era anche la sola assenza fra gli elementi più utilizzati da Venturato, considerando centrocampisti e attaccanti. E se pensate che queste siano semplici chiacchiere a cui gli stessi giocatori badano poco, beh, è lo stesso Paolucci a chiarire: «Sapevo di mancare soltanto io. Per questo tenevo molto a sbloccarmi». Bassano e Alessandria, attenti a quei due. Sino a poche settimane fa il Cittadella era la capolista solitaria in questa speciale classifica. Riconoscimento a una squadra propositiva, in cui tutti «sono coinvolti sia nella fase difensiva che in quella offensiva e, a turno, hanno la possibilità di inserirsi e rendersi pericolosi», per usare le parole del dg Stefano Marchetti. Mattia Minesso, decisivo nel match contro l’Alessandria dello scorso 31 ottobre, era stato il decimo marcatore della stagione e aveva consentito ai granata di raggiungere la doppia cifra, unica formazione nell’intero Girone A. Adesso, però, il trono della cooperativa del gol è occupato in coabitazione con il Bassano, capace a sua volta di mandare in rete undici uomini, mentre subito dietro, con 10 marcatori (fra cui Riccardo Bocalon, capocannoniere del torneo) c’è l’Alessandria, in una graduatoria in cui il Padova, a bersaglio con soli cinque elementi (Neto Pereira, Petrili, Altinier, Fabiano e Favalli) è molte posizioni più indietro, sedicesimo, appaiato alla Cremonese e davanti al solo Renate. Cittadella, Alessandria e Bassano sono anche le squadre che occupano i primi tre posti in classifica. Che sia un caso? Litteri, la sicurezza. La classifica interna è guidata da Litteri, centravanti che sa fare reparto da solo e inquadrare la porta: 6 i suoi centri sin qui. Prosegue poi con Chiaretti e il rigorista Iori, appaiati a quota 3, e con Bizzotto e Pascali (unico difensore presente nell’elenco, sempre pericoloso nelle sue incursioni sui calci da fermo), a 2. Più curioso valutare il rapporto minuti giocati/gol. Pure qui comanda Litteri, andato in rete ogni 187 minuti trascorsi in campo, in pratica una partita sì e una no. Alle sue spalle il meno utilizzato Giulio Bizzotto, capace di colpire due volte in 420’ passati a calcare il prato (un gol ogni 210’). La medaglia di bronzo va infine al già citato Minesso: quello rifilato ai piemontesi è stato l’unico, preziosissimo sigillo della sua stagione, in appena 283’. Giusto a ricordare quanto sia importante poter contare su una rosa ampia e su come al momento opportuno tutti siano in grado di andare a rete. I campionati si vincono con tutta la rosa.

Ore 12.10 – (Gazzettino) «Io e Pillon abbiamo uniformità di idee su come intervenire, dopo le feste di Natale ne parleremo anche con la società». La finestra invernale di mercato aprirà a gennaio, ma in casa biancoscudata ci si è già messi al lavoro tanto che ieri mattina Fabrizio De Poli ha avuto modo di parlarne in un faccia a faccia con l’allenatore che ha avuto tre partite per farsi un quadro generale di cosa serve alla squadra, ferma restando l’impostazione tattica del 4-4-2. «A parte i portieri – aggiunge De Poli – dobbiamo intervenire in tutti i reparti. Che arrivino giovani o esperti, l’importante è inserire giocatori che ci consentano di migliorare. Prima di prendere qualcuno, bisogna però pensare anche a sfoltire la rosa per creare il posto e per non dovere mettere ragazzi fuori lista. Anche perché l’allenatore vuole lavorare con un numero contenuto di giocatori». Il diesse biancoscudato ha intanto iniziato a sondare il terreno per prolungare il contratto di Petrilli (scadenza giugno 2016) che è stato tra i giocatori più propositivi nella prima parte di stagione.

Ore 12.00 – (Gazzettino) “Lesione completa del legamento collaterale mediale, del legamento crociato posteriore e del collaterale laterale, frattura con dislocazione del menisco mediale e disancoraggio del tendine del bicipite femorale”. È pesantissimo il responso della risonanza magnetica alla quale si è sottoposto Niccolini, vittima domenica di un grave infortunio in un fortuito scontro di gioco con Petkovic. Il difensore è stato visitato ieri a Perugia dallo specialista Cerulli per un consulto: non è previsto un intervento chirurgico immediato, se ne riparlerà tra una decina di giorni. Per Niccolini la stagione si può considerare chiusa. Non destano preoccupazione invece le condizioni di Neto Pereira: la risonanza magnetica ha evidenziato un’elongazione muscolare. Per il brasiliano qualche giorno di riposo coincidente proprio con le festività, dopodiché dovrebbe tornare ad allenarsi con i compagni e la sua presenza non sembra in dubbio per la trasferta con l’Alessandria di sabato 9 gennaio 2016. Alla ripresa della preparazione (martedì 29) saranno rivalutate anche le condizioni di Corti, ai box con il Bassano per un problema all’osso sacro.

Ore 11.50 – (Gazzettino) Il presidente Bergamin ha subito sposato le parole dell’assessore: «Un monumento come questo va completato, e lo faremo. Chiedo all’assessore che si faccia portavoce con il sindaco per completare questo gioiello del quale possiamo andare fieri». Lo stesso Bergamin ha spiegato cosa l’ha spinto a dare un contributo alla riqualificazione della tribuna di via Carducci: «Mi sono fatto coinvolgere per una questione d’affetto. Ho frequentato questo stadio sin da ragazzino, ho molti ricordi. Mi piaceva l’idea di avere una nuova casa per la nostra società e dare la possibilità ai nostri ragazzi di giocare su questo campo». L’amministratore delegato Roberto Bonetto ha aggiunto: «Bergamin e i Vecchiato meritano un grande applauso, come Padova siamo onorati di avere quest’impianto. Abbiamo sistemato l’Appiani, a breve ci verrà dato il Plebiscito, chissà che non ci sia il due senza il tre». Soddisfatti anche i fratelli Vecchiato: «Abbiamo voluto ricambiare in questo modo l’affetto che dimostrano i padovani per le nostre birre».

Ore 11.40 – (Gazzettino) Al taglio del nastro c’erano tutti i protagonisti dell’opera e anche un ospite d’eccezione: Michela Rocco, nipote del mitico Paron. «Secondo la nostra amministrazione – ha detto l’assessore allo sport Cinzia Rampazzo – uno stadio di calcio non deve avere la pista d’atletica. Rivolgo un ringraziamento al presidente Bergamin per questo splendido parapetto che ci ha consentito di risparmiare sui lavori, e ai fratelli Michele e Sandro Vecchiato per averci messo a disposizione le risorse equivalenti a compiere l’intervento. Come Comune finanzieremo con cinquantamila euro i lavori per completare la tribuna ovest l’anno prossimo, successivamente con altri stralci interverremo sulla curva sud». Poi, alla domanda se sarà possibile realizzare un intervento analogo anche per la tribuna est, ha spiegato: «È tutto legato al parcheggio Rabin. Siamo ancora in una fase di valutazione. Cercheremo di rimettere l’intero stadio a nuovo, sarà un bell’impegno risistemarlo, ma ce la possiamo fare».

Ore 11.30 – (Gazzettino) Un monumento che torna a brillare come un gioiello della città. L’Appiani-day, andato in scena ieri con la consegna al Comune della riqualificazione della tribuna ovest, è stato un autentico tuffo ai fasti del passato tra ricordi di sfide leggendarie e al tempo stesso un esempio di modernità e funzionalità con la realizzazione di un capolavoro architettonico che dà allo stadio di via Carducci anche un tocco di eleganza. Lavori che sono stati possibili grazie alla collaborazione tra Birra Antoniana e Sunglass, azienda quest’ultima del presidente biancoscudato Giuseppe Bergamin che ha realizzato un parapetto in vetro che fa da cornice alla tribuna conferendole appunto una linea originale, oltre a migliorarne la visibilità. Ma l’intervento (curato dall’ingegnere Marco Biasin e dall’architetto Mirco Carlin) è stato fatto dalle fondamenta con rinforzi in acciaio alle gradinate e ispessimento dei muri. Inoltre la zona parterre è stata portata allo stesso livello del terreno di gioco e ricoperta di erba sintetica, senza dimenticare i nuovi seggiolini e alle loro spalle i venti pannelli che ritraggono giocatori e partite che hanno contribuito a creare il mito dell’Appiani.

Ore 11.20 – (Gazzettino) Proprio Da Re è presente in una delle foto che sono state scelte dai tifosi per abbellire la nuova tribuna, ed è lì davanti che si racconta: «È sempre un’emozione tornare in questo stadio dove ho avuto la fortuna di giocare otto anni. La ristrutturazione è stata fatta molto bene: l’Appiani è ancora più bello, sembra uno stadio inglese. Essere stato scelto dai tifosi come uno dei giocatori rappresentativi del Padova e fare parte della storia di una società così blasonata è motivo d’orgoglio». La scena si ripete con Claudio Ottoni, anche lui ritratto in uno dei pannelli: «Mi fa enorme piacere che ci sia una mia foto, significa che ho fatto qualcosa d’importante per il Padova e per la città. Ho ricordi splendidi in questo stadio, che è stato ristrutturato in maniera stupenda». Altro ex biancoscudato presente è Pino Lazzaro: «Mi piace molto, ed è un motivo di speranza che questo monumento della città continui a vivere. Tanti anni fa ho scritto il libro “Nella fossa dei leoni” che voleva essere un contributo a favore dell’Appiani. L’ho ritrovato ringiovanito. Ho fatto anche una bella passeggiata in campo e l’erba è curata. Ero stato qui altre volte in passato e avevo provato tristezza, oggi invece no. È proprio un bel vedere».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Per le forze dell’ordine, oltre a Walter Mazzetti del sindacato Ugl della Polizia di Stato, era presente il questore Gianfranco Bernabei: «La Polizia di Stato cerca d’integrarsi a Padova con varie iniziative sociali, specialmente di carattere sportivo. L’Ugl ha dato vita a questa bella iniziativa che sosteniamo con convinzione anche per il suo scopo benefico. Siamo lieti di contribuire a diffondere il carattere della legalità anche con iniziative come queste». All’inaugurazione della nuova tribuna e alle battute iniziali della partita hanno assistito anche tre “vecchie” glorie biancoscudate che sanno perfettamente cosa voleva dire giocare all’Appiani. Emilio Da Re non è stato compagno di squadra al Padova di Bepi Pillon, ma quando lo incrocia sul campo i due si scambiano un caloroso saluto. «Ciao Bepi, in bocca al lupo», facendo ovviamente riferimento alla sua attuale esperienza sulla panchina biancoscudata, e il tecnico replica con un sorriso. «Crepi, grazie».

Ore 11.00 – (Gazzettino) È terminata 16-1 l’amichevole disputata dal Padova con la squadra dell’Ugl Polizia di Stato, il cui ricavato è stato devoluto alla Città della Speranza. Un centinaio i tifosi che hanno assistito all’ultima sgambata dei biancoscudati prima del rompete le righe per le vacanze di Natale. A segno Cunico (quaterna), Bearzotti e Cucchiara (triplette), Bottalico (doppietta) e Giandonato, Mazzocco, Petrilli e Aperi. Tutti in campo i biancoscudati eccezione fatta per Neto Pereira, Corti e Amirante, rimasti in tribuna a vedere i compagni. Naturalmente la finalità principale del test era proprio la raccolta di fondi a favore della Città della Speranza, rappresentata da Stefania Fochesato. «Ringrazio il Padova per avere pensato di dedicare questa inaugurazione del nuovo stadio ai nostri bambini che sono ricoverati e che un giorno sperano di vedervi giocare. Siamo qui per dare un futuro e una certezza ai nostri numerosi piccoli pazienti».

Ore 10.50 – (Gazzettino) La consegna della nuova tribuna dell’Appiani alla città è stata anche l’occasione per la presentazione di due libri che ripercorrono l’epoca più gloriosa del Padova, vale a dire quella legata al periodo del paron Nereo Rocco. “Terzo posto” è l’ultima opera di Paolo Donà, giornalista del Gazzettino che ha seguito per oltre venticinque anni la squadra biancoscudata, nella quale ripercorre l’esaltante cavalcata nel campionato 1957-1958 chiuso al terzo posto in serie A (migliore risultato di sempre) alle spalle di Juventus e Fiorentina. Un viaggio amarcord di grande suggestione, con una sequenza ininterrotta di articoli di giornale dell’epoca e foto inedite, e sono anche pubblicati interventi di giocatori del Padova e di avversari come Boniperti, Maldini e Trapattoni. «Se prendiamo un film di grande successo in quegli anni come “I dieci comandamenti”, è difficile che qualcuno si ricordi chi erano gli attori. Invece i nomi di Pin, Blason e Scagnellato li conoscono tutti. Questo per dire che quella stagione ha rappresentato qualcosa di irripetibile, anche se spero che non sia così. Questo è un libro che non va spiegato, ma guardato». Vetrina anche per un altro lavoro “Vinca il migliore? Speriamo di no!” del giornalista Guido Barbato, che ha lavorato a lungo come cameraman documentando con immagini inedite le partite del Padova all’Appiani seduto a bordo campo. «Il mio libro è un romanzo, una biografia precisa che lascia però spazio all’invenzione. Ho voluto raccontare la storia di quegli anni dal 1954 al 1961 per farla conoscere ai giovani che hanno solo sentito parlare del mito di Rocco e dei panzer. Oggi non esiste un allenatore simpatico e coinvolgente con le sue battute come è stato il Paron».

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Già, come? Difficile un restauro della gradinata, più probabile che torni ad essere eretta una piccola tribuna, come nei primi anni di vita dello stadio. «Non abbiamo ancora un progetto definito», spiega l’assessore Rampazzo. «Stiamo valutando alcuni piani legati anche al parcheggio Rabin e alla sistemazione del velodromo Monti». Alla cerimonia, a cui hanno partecipato anche alcuni ex giocatori come Da Re, Lazzaro e Ottoni, sono stati presentati anche due libri, che hanno lo stadio come protagonista: “Terzo posto. Tifo collection” di Paolo Donà, che rivive la stagione 1957/58 in cui il Padova ha raggiunto il miglior piazzamento della propria storia, e “Vinca il migliore? Speriamo di no”, di Guido Barbato, che ripercorre i 7 anni di Nereo Rocco alla guida del Padova. Alla vernice era presente anche la nipote di Rocco, Michela. La cerimonia-festa si è conclusa con l’amichevole disputata dai biancoscudati contro la rappresentativa UGL Polizia di Stato e terminata 16 a 1.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Ma quale sarà il futuro dello stadio? Al momento giocano tre squadre del settore giovanile del Padova, oltre alla formazione di Seconda Categoria del San Precario, ma sembra ancora una volta essere escluso che possa tornarci la prima squadra. I piani futuri sembrano essere ad ampio respiro, anche se per ora non troppo chiari. Una la cosa certa, annunciata dall’assessore allo sport Cinzia Rampazzo: «Il Comune finanzierà l’ultima parte di lavori, che costeranno 50mila euro e metteranno a posto anche la parte sud della tribuna centrale. Speriamo di concludere i lavori entro l’anno prossimo». In questo modo la tribuna centrale dovrebbe avere una capienza di 1300 posti a cui si aggiungo i circa 400 della curva sud, già agibile e riammodernata. E il resto dello stadio? Dalla parte opposta è sempre eretta la vecchia gradinata. «Mi piace poter pensare che questa possa essere nuovamente la nostra nuova casa», ha spiegato il presidente Bergamin. «Adesso sono contento che possano giocarci i nostri ragazzi, per poter tramandare la storia che si è scritta su questo campo. Per il resto credo che lo stadio verrà completato».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Il taglio del nastro alla nuova tribuna dello stadio Appiani, oltre a strizzare l’occhio a un glorioso passato, allarga i confini di un futuro ancora tutto da scrivere. Ieri mattina è stata inaugurata ufficialmente la nuova tribuna dell’Appiani, quella centrale e ristrutturata grazie ai lavori finanziati da due aziende private, la Interbrau e la Sunglass del presidente biancoscudato Bergamin. Lavori durati dieci mesi, dopo il bando promosso dal Comune tre anni fa, alla quale hanno risposto i fratelli Vecchiato di Interbrau, affiancati lo scorso anno da Bergamin, che con la sua azienda ha costruito i parapetti in vetro. Eliminata qualsiasi barriera tra spalti e campo, spiccano il parterre in erba sintetica che precede il terreno di gioco e 20 pannelli con foto storiche che coprono tutta la parte superiore della tribuna. Con questi lavori (costati più di 150mila euro) si mette definitivamente la parola fine all’idea di vedere cancellato quello che più volte anche ieri è stato definito un monumento dello sport padovano.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Amirante, nuova tegola. Chi invece non sembra vedere la luce è l’attaccante ligure. Il giocatore non sente stabile il ginocchio operato la scorsa estate, con un intervento di pulizia dell’articolazione, e starebbe pensando di sua iniziativa di farsi operare di nuovo per sistemare definitivamente il legamento crociato, che ancora gli dà fastidio. Amirante domani sarà visitato a Verona dal professor Claudio Zorzi, primario di ortopedia dell’ospedale “Sacro Cuore” di Negrar, nel veronese, e deciderà il da farsi. Ma ormai, in ogni caso, si è rassegnato: dopo mesi di attesa (l’ultima sua partita lo scorso giugno, contro il Cuneo, in Poule Scudetto) il Padova a gennaio non potrà continuare ad aspettarlo e cercherà un nuovo attaccante. E la bella avventura in biancoscudato del bomber ligure, a malincuore, finirà.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) E Salvatore Amirante, ormai rassegnatosi a salutare Padova nel corso del mercato di gennaio, potrebbe finire nuovamente sotto i ferri. Neto Pereira, pericolo scampato. L’attaccante brasiliano, uscito anzitempo dal campo domenica scorsa contro il Bassano dopo aver sentito tirare il muscolo della coscia sinistra, è rimasto vittima solo di un’elongazione: dovrebbe averne quindi per pochi giorni, e il pericolo che potesse non essere arruolabile alla ripresa del campionato è stato scongiurato. Corti, che botta. Ieri, intanto, è emerso che anche il problema che ha tenuto il centrocampista Corti in tribuna contro il Bassano non è di poco contro. La ginocchiata rimediata in uno scontro di gioco nel corso del match con la Giana Erminio, dieci giorni fa, gli ha provocato una piccola frattura al coccige, la cui guarigione, di norma, richiede dalle due alle quattro settimane: dopo Capodanno il giocatore sarà sottoposto a ulteriori controlli, e se l’osso si sarà rimarginato sarà possibile rivederlo in campo già ad Alessandria, il 9 gennaio, viceversa bisognerà attendere ancora.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La stagione di Daniel Niccolini è finita. Il professor Giuliano Cerulli, che ieri ha visitato il difensore fiorentino nella sua clinica di Perugia, non ha potuto fare altro che certificare l’impietosa prima diagnosi. Oltre alla frattura del piatto tibiale, rilevata già domenica sera al pronto soccorso dell’ospedale di Padova, è saltata praticamente l’intera articolazione: in un colpo solo, “si sono lesionati il legamento collaterale mediale, il legamento crociato posteriore e il collaterale laterale, con frattura con dislocazione del menisco mediale, e disancoraggio del tendine del bicipite femorale”. Il giocatore sarà operato a giorni, e in una situazione simile non è possibile immaginarlo di nuovo in campo prima di luglio o agosto dell’anno prossimo. Piove sul bagnato. Ma non è questa l’unica brutta notizia che si è abbattuta sui biancoscudati: nonostante per Neto Pereira il pericolo di un serio infortunio muscolare sia scongiurato, Daniele Corti potrebbe averne ancora per tre settimane.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Liberi tutti. Dopo l’amichevole di ieri pomeriggio all’Appiani contro una rappresentativa della Polizia di Stato (terminata 16-1, sugli scudi Cunico e Bearzotti autori rispettivamente di una quaterna e una tripletta) e dopo la cena di Natale di ieri sera, Pillon ha dato il “rompete le righe”. Ma saranno ferie di breve durata: già nel pomeriggio di martedì 29 dicembre la squadra riprenderà gli allenamenti alla Guizza, quindi il 30 svolgerà una doppia seduta e il 31, giorno di San Silvestro, si allenerà al mattino prima di godere di un giorno di riposo a Capodanno. Dal 2 gennaio tutti al lavoro, in vista della prima gara del 2016 in programma una settimana dopo, sabato 9 gennaio (alle 15) ad Alessandria.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Ieri il ds Fabrizio De Poli e il tecnico Giuseppe Pillon si sono incontrati per un primo «piano operativo» in vista della riapertura del calciomercato. Priorità assoluta la difesa: non verrà tesserato Franco Gorzelewski e arriveranno due difensori, un centrocampista e un attaccante ma dovranno esserci quasi altrettante cessioni (Ramadani, Giandonato, Anastasio tra i possibili partenti). I nomi più caldi: Simone Salviato e Emanuele Pesoli. Due giocatori che Pillon ben conosce avendoli avuti a Livorno e a Carpi mentre è arrivata un’ulteriore smentita sul possibile ritorno di Trevisan (Salernitana) e non sembra decollare Maccarone (L’Aquila). In attacco si valutano Infantino (Carrarese), Plasmati (Catania), Ebagua (Como), Cristofari (Pro Piacenza). In attesa dell’intervento chirugico Niccolini, programmato nei prossimi giorni, ma gli accertamenti fanno ipotizzare che la sua stagione sia terminata. Solo un’elongazione, infine, per Neto Pereira, che potrebbe recuperare in tempo per Alessandria.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Da tempo Sandro e Michele Vecchiato avevano promesso un’ampia ristrutturazione dell’Appiani, che tuttavia non potrà tornare a ospitare partite di calcio professionistico per ragioni logistiche e legate anche alla sicurezza. In tal senso, però, va registrata la dichiarazione del presidente Giuseppe Bergamin, che ha lanciato una sorta di provocazione: «Ho tanti ricordi dell’Appiani e mi piace pensarlo come la casa ideale per i nostri ragazzi del settore giovanile. E mi auguro che in futuro questo stadio possa tornare ad essere la casa del Calcio Padova. Invito l’assessore a fare da portavoce col sindaco a riguardo…». Rampazzo ha abbozzato un sorriso ma al momento non ci sono sviluppi possibili, almeno nella direzione auspicata da nostalgici e sognatori. «Siamo orgogliosi di questo momento — hanno detto i fratelli Vecchiato — ci sembrava giusto da tifosi di questi colori restituire quqlcosa alla città e al territorio. E l’Appiani è un monumento che ha segnato la storia di Padova». Insomma, tante belle notizie e un’atmosfera natalizia impagabile. Poi l’amichevole per tenere «a battesimo» il nuovo Appiani: 16-1 per il Padova contro la Polizia di Stato, ma davvero è l’ultima cosa che contava, almeno ieri.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Non tornerà ad ospitare nuovamente partite di campionato ma lo stadio Appiani di Padova, storico «tempio» che ha segnato decenni di attività calcistica della città del Santo, è stato riconsegnato simbolicamente ieri all’amministrazione comunale dopo i lavori di ristrutturazione svolti nei mesi scorsi. E che potrebbero presto allargarsi fino alla completa ristrutturazione della tribuna Est, progetto nei piani del presidente Giuseppe Bergamin e che Palazzo Moroni sta prendendo in esame nell’ambito del progetto di rimessa a nuovo di piazza Rabin. La sistemazione promossa nei mesi scorsi è stata eseguita grazie ai finanziamenti garantiti da Intebrau e Sunglass, le aziende dei fratelli Sandro e Michele Vecchiato e di Giuseppe Bergamin. I lavori di riqualificazione della tribuna Ovest sono iniziati a febbraio e terminati poche settimane fa con un risultato esteticamente d’impatto. «Uno stadio non deve avere la pista d’atletica ma le tribune vicino al campo — spiega l’assessore allo Sport, Cinzia Rampazzo — l’Appiani in questo senso è in tutto e per tutto uno stadio di calcio con i fiocchi. Ringrazio Sunglass e Interbrau per l’aiuto e il supporto: il Comune ora stanzierà 50mila euro per il completamento della curva sud di questo monumento della città».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 32, Alessandria 31, Bassano 28, FeralpiSalò 27, Pavia e SudTirol 26, Reggiana 25, Cremonese, Cuneo, Padova e Pordenone 22, Giana Erminio 21, Lumezzane e Pro Piacenza 19, Mantova 15, Renate 12, AlbinoLeffe 11, Pro Patria 7.

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della sedicesima giornata: Padova-Bassano 1-1 (Favalli (Pd) al 26′ pt, Fabbro (Ba) al 38′ st), Lumezzane-AlbinoLeffe 2-0 (Nossa (Lu) al 31′ pt, Sarao (Lu) al 37′ st), Cremonese-Cittadella 0-1 (Paolucci (Ci) al 38′ st), Reggiana-Alessandria 1-1 (Marras (Al) al 24′ pt, Mogos (Re) al 34′ pt), Mantova-Pro Patria 1-1 (Capua (Pp) al 5′ st, Momenté (Mn) al 44′ st), Renate-Cuneo 1-0 (Napoli (Re) al 6′ pt), SudTirol-Pro Piacenza 2-1 (Rantier (Pp) al 27′ pt, Kirilov (St) al 40′ pt, Tait (St) al 47′ st), FeralpiSalò-Giana Erminio 0-2 (Marotta (Ge) al 2′ pt, Perico (Ge) al 19′ st), Pordenone-Pavia 0-2 (Malomo (Pv) al 24′ pt, Ferretti (Pv) al 17′ st).

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Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 22 dicembre: giornata di festa tra la consegna dell’Appiani alla città e la cena di Natale del Calcio Padova




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