Cittadella, Marchetti: “Primi dopo l’immeritata retrocessione, ma per tornare in B bisogna crescere ancora!”

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Contento, ma si deve fare di più per vincere il campionato. Stefano Marchetti si dice soddisfatto del cammino sin qui intrapreso dal Cittadella, però il girone è più difficile del previsto e occorre migliorare ancora. Il direttore generale, al pari del presidente Andrea Gabrielli, scinde il 2015 in due: quello segnato dalla retrocessione e quello della ripartenza, per raggiungere l’obiettivo dell’immediato ritorno in serie B. Marchetti racconta le difficoltà affrontare nel ripartire dopo l’amarezza dell’ultimo campionato: «Ancora oggi quando ci penso mi dico che siamo retrocessi immeritatamente. È stata un’estate molto dura per me, ero convinto infatti che la squadra dell’anno scorso fosse attrezzata per restare tra i cadetti e non esserci riusciti mi ha lasciato una delusione davvero grande, anche perché vivo questi momenti molto intensamente». Ma quanto è stato vicino a lasciare il Cittadella? «Ho avuto richieste, com’era successo in passato. Potevo andare in serie A, ci ho pensato tanto, come mai avevo fatto negli anni scorsi, ma dentro di me covava forte il desiderio di ripartire da qui, per vedere nuovamente il Cittadella in serie B, categoria che credo ci spetti di diritto. Io sono legato a questa società in maniera quasi indissolubile, perché c’è un rapporto speciale con le persone, con la famiglia Gabrielli, con la gente che lavora per i colori granata». Dopo la sua conferma, si è sciolto un altro nodo importante, quello del tecnico: Roberto Venturato l’aveva scelto sin dall’inizio? «È il nome che ho sempre avuto in testa, perché lo conosco, so come lavora. È una persona seria, è l’aspetto più importante per me. Ho parlato con tanti allenatori perché la guida tecnica non la puoi sbagliare, non volevo avere dubbi né rimpianti, avevo il tempo per ponderare ogni aspetto». Come giudica il girone A di Lega Pro? «Sinceramente me lo aspettavo meno competitivo. È quello più forte, ma è anche bello giocarci, e vincerlo avrebbe quindi un valore doppio». Le squadre che l’hanno sorpresa? «L’Alessandria mi piace. Oltre al valore tecnico, l’allenatore gli ha dato una mentalità vincente: giocano tutti assieme, pressano alto e le vittorie poi portano entusiasmo. Anche Bassano, Alto Adige, Pavia sono competitive. Sarà un girone di ritorno pieno di insidie e difficoltà». Il Cittadella a fine 2015 guarda tutti dall’alto: soddisfatto? «Certamente. Per la classifica, per il gruppo formato da ragazzi che si aiutano a vicenda. Credo però che per vincere il campionato il Cittadella debba fare qualcosa in più. Bisogna alzare l’asticella, fare meglio del girone di andata. Da un lato sono contento, dall’altro sono esigente e chiedo un’ulteriore crescita, un salto di qualità possibile». Tra pochi giorni si apre la sessione invernale di mercato. Ha già affrontato l’argomento con il presidente e l’allenatore? «Con loro mi sento di continuo, c’è un rapporto quotidiano. Il Cittadella ha raggiunto un suo equilibrio, c’è uno spogliatoio unito e importante, dove tutti hanno capito di poter essere protagonisti. Mi riferisco anche a coloro che giocano meno, ai quali va il mio ringraziamento più grande: so che non è facile stare in panchina, ma se vuoi raggiungere un obiettivo come il nostro devi avere una rosa di altissimo livello e omogenea. Durante il mercato starò alla finestra per capire se ci sarà l’occasione a misura da Cittadella».

(Fonte: Gazzettino)




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