Live 24! Pro Piacenza-Padova, -2: ultimi test, Neto Pereira in gruppo

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Ore 22.00 – (Il Piccolo) La riunione c’è stata, gli entusiasmi, sicuramente no. Anzi, ad essere sinceri, hanno nettamente vinto le perplessità e i distinguo. Alex De Bosichi ha raccolto tanto materiale da trasferire a Vasco Vascotto come voleva il suo ruolo di rappresentante del velista, attualmente in Cile, rappresentante che, per sua stessa ammissione, più di quanto sia finora uscito sugli obiettivi del progetto nuova Triestina non poteva proprio dire. La nuova Triestina dovrà rappresentare il calcio nel progetto del consorzio promosso da Vascotto e c’è già l’interesse dell’Alma, sponsor del basket, ad inserirsi; dovrà avere fondamenta solide, una casa, un settore giovanile e, alla base, le società dilettantistiche. Il consorzio – ricorda De Bosichi – aiuterà tutti i vari sport e controllerà tutte le società in modo da sovrintendere alla equa spartizione dei fondi che verranno accumulati. Le società dilettantistiche avranno assicurazione che la nuova società non cercherà di depredarle dei migliori giocatori: l’intento, a breve, di istituzionalizzare con uno statuto scritto assieme alle stesse società. Il ruolo del Trieste Calcio, infine, è di una sorta di ultima spiaggia: nel caso in cui la nuova società non venisse ammessa all’Eccellenza, cederebbe la sua iscrizione per agevolare la nuova realtà. Presenti tutte le maggiori realtà dilettantistiche ma quasi tutte accumunate nello stesso pensiero. «L’ho detto anche a Vasco – sottolinea Peruzzo, presidente del San Luigi avrei voluto vedere una società, un presidente, un finanziatore. Se ci sarà –e me lo auguro – una nuova Triestina, dovrebbe dire non mi interessa il settore giovanile prima di farmi credibilità, strutture e campi. Altrimenti tra due anni saremo allo stesso punto. Con strutture e squadra almeno in C, allora potranno entrare anche le società dilettantistiche». Maurizio Costantini, ora a capo del settore giovanile del Domio: «Stiamo parlando di niente. Più che ai progetti, credo alle idee da sviluppare. D’accordo con Peruzzo sul settore giovanile: a suo tempo sono stato massacrato perché insistevo che la Triestina non doveva farlo. Quanto alla tutela, i ragazzi a fine anno sono liberi e basta convincere i genitori per indirizzarli». Sulla stessa lunghezza d’onda Spartaco Ventura, presidente del San Giovanni: «Oggi che non c’è la Triestina, ci sono tantissimi ragazzi che fanno esperienza nelle società professionistiche: la nuova società dev’essere aiutata a trovar credibilità, il settore giovanile verrà dopo». Giani, presidente dello Zaule, si chiede se non sarebbe stato più facile che il consorzio garantisse il prosieguo della squadra che c’è, perché, se non c’è chi può garantire seicentomila euro, si parla solo di fumo. Molto attento anche Mauro Milanese che non ha parlato di suoi eventuali progetti, bensì ha sottolineato che l’attuale società non fallirà in ogni caso e che Pontrelli, in qualche modo, verrà spinto a cedere le quote ma allo stesso tempo tutelato sul fatto che non verrà perseguito se la società dovesse fallire.

Ore 21.50 – (Il Piccolo) Prosegue sul campo di Prosecco la preparazione dell’Unione Triestina 2012 in vista della partita di domenica prossima al Rocco (inizio ore 14.30), contro quella che è certamente la rivelazione del campionato, ovvero il Campodarsego, che solo da un paio di turni ha lasciato la vetta della classifica al Venezia. La squadra di Doardo si sta allenando a pieni ranghi eccetto il centrocampista Spadari, che risente ancora del problema che l’ha costretto a uscire anzitempo dal campo domenica a Noale: in ogni cosa gli esami hanno evidenziato per lui solo un problema muscolare, un leggero stiramento. Nulla di grave insomma, ma sembra difficile che il giocatore possa essere già utilizzato domenica prossima. Non dovesse farcela, sarà un’assenza non da poco per la Triestina, visto che Spadari era in decisa crescita e nelle ultime partite aveva preso in mano le chiavi del centrocampo, oltre a realizzare contro l’Abano una rete spettacolare. In ogni caso, anche dopo la sua uscita dopo soli trenta minuti di gioco, la squadra a Noale ha dimostrato di sapersela cavare ugualmente con l’inserimento di Abrefah in mezzo al campo, un elemento di minor tecnica e piede, ma con doti atletiche superiori al centrocampista romano. Del resto, con l’inserimento di Galasso, i tesseramenti di Puka e soprattutto Skerjanc, e senza dimenticare che Cucchiara è ancora tutto da scoprire, qualche alternativa almeno Doardo ce l’ha, anche se un assetto definitivo e soprattutto capace di rincorrere con decisione la salvezza sembra ancora lontano.

Ore 21.40 – (Il Piccolo) Il pareggio di domenica scorsa a Noale è un risultato certamente positivo, inoltre il tecnico Doardo confida in una crescita costante grazie anche ai nuovi innesti, ma l’Unione Triestina 2012 deve anche fare i conti con dei numeri davvero terribili nell’ultimo mese e mezzo, cifre che preoccupano decisamente in chiave salvezza. Da dicembre in poi, ovvero nelle ultime sei partite disputate, la Triestina ha raccolto infatti la miseria di 2 punti, frutto di due pareggi a reti bianche in trasferta (Liventina e Calvi Noale). Il periodo buio è iniziato a Monfalcone, dove nonostante una buona prova l’ex Godeas ha in pratica acceso l’interruttore per la discesa in picchiata dell’Unione 2012. Dopo quella partita, la Triestina perse in casa con la Luparense per 0-2 nell’ultima partita con Roncelli. Poi, dopo tutto il gran caos di quei giorni, i venti giocatori svincolati e i pochi rinforzi arrivati, arrivò la batosta con la corazzata Venezia per 6-1. Grazie a qualche altro arrivo e a due settimane di lavoro assieme, la squadra di Doardo con l’avvio del 2016 e del girone di ritorno è apparsa più compatta, ma dopo il buon pareggio con la Liventina è arrivata la sconfitta interna con l’Abano, seguita dallo 0-0 di domenica scorsa a Noale. In totale 2 punti in 6 partite, mentre l’ultima vittoria risale ormai al 25 novembre, quando venne recuperata la trasferta di Sacile. Insomma, un ritmo da retrocessione diretta, che ha portato la squadra al quartultimo posto in classifica. Niente è compromesso a questo punto della stagione, ma a parte che bisognerà vedere come evolveranno le vicende societarie, sul camposerve adesso un’accelerazione importante. Anche perché le rivali non stanno certo ferme. In questo mese e mezzo l’Unione ha perso ben 5 punti dall’Ufm, che nonostante la frenata delle ultime giornate ha comunque fatto 7 punti in 6 partite, mentre lo stesso Fontanafredda qualcosa ha rosicchiato facendo 3 punti. L’unica davvero ormai fuori gioco è la Sacilese, che invece ha continuato a perdere sempre. Delle squadre che precedono di poco la Triestina in classifica, solo il Levico ha lo stesso disastroso ritmo con 2 punti ottenuti nelle ultime sei giornate, mentre il Giorgione ne ha fatti 3. Ma c’è anche chi in questo mese e mezzo ne ha approfittato per allontanarsi, come l’Union Ripa con 6 punti e soprattutto il Dro, che ha fatto 9 punti in sei incontri guadagnando ben 7 lunghezze sulla Triestina.

Ore 21.10 – (Corriere delle Alpi) Squalifiche confermate. Il giudice è arrivato puntuale e non ha lasciato scampo al Belluno che ieri pomeriggio ha avuto le conferme delle assenze di Giovanni Pescosta e Mike Miniati per il match di sabato contro il Levico Terme. Oltre a loro mister Vecchiato deve rinunciare a Simone Bertagno, espulso a Fontanafredda per un fallo duro a metà campo. Sabato il Belluno affronta la squadra trentina che nel 2016 ha raccolto un solo punto dei nove disponibili. Nel match di andata tra i gialloblù e il Levico finì 1-1 grazie alla rete del giovane Marta Bettina che torna a disposizione del tecnico proprio per questa sfida insieme al suo capitano e bomber Simone Corbanese. L’obiettivo numero uno sarà quello di tornare subito alla vittoria dopo il pareggio esterno di Fontanafredda. «Domenica abbiamo creato molto, ma abbiamo avuto il demerito di non saper concretizzare le tante occasioni», spiega l’allenatore del Belluno Roberto Vecchiato, «la squadra ha disputato un’ottima partita e avrebbe meritato la vittoria. Dobbiamo però essere molto più incisivi sotto porta, pareggiare gare come quella di Fontanafredda è un peccato. Ora però concentriamoci sul Levico. I trentini stanno faticando a ottenere punti ultimamente e scenderanno quindi a Belluno consapevoli di non potersi permettere più passi falsi, se vogliono uscire al più presto dalla zona play out. Noi avremo qualche assenza tra squalifiche e infortuni ma abbiamo una rosa competitiva e coloro che scenderanno in campo sapranno senz’altro sostituire al meglio i loro compagni». Paolo Pellicanò fuori venti giorni. Il difensore centrale del Belluno si è sottoposto ad una ecografia nella giornata di martedì e l’esame ha evidenziato uno stiramento, con anche un piccolo strappo, e per il fuoriquota ci vorrà una ventina di giorni per recupare, e con questa notizia forse si chiude definitivamente la possibilità di andare in direzione Padova, anche se la società biancoscudata nelle scorse settimana aveva fatto capire di non essere interessata per il momento all’ex giocatore della Feltrese. Sicuramente Pellicanò salterà il match contro il Levico Terme e quello successivo in casa del Montebelluna. Da valutare la sfida di domenica 7 febbraio in casa contro il Mestre. La speranza però è quella di riavere il forte difensore per il match contro il Ripa Fenadora, che senza modifiche al calendario attuale si giocherebbe mercoledì 10 febbraio. Nei giorni scorsi il Belluno avrebbe pensato di chiedere il posticipo di un mese, per arrivare quindi al 12 marzo, ma difficilmente la richiesta, in caso venga fatta realmente dalla società, sarebbe accolta. La federazione solitamente non accetta posticipi così lunghi senza motivo, e in più, l’avversario del Belluno del 14 febbraio, l’Este, potrebbe avere qualcosa da ridire se i gialloblù riposassero prima della sfida contro di loro.

Ore 20.40 – Mercato Pavia: detto del maxi-scambio col Pavia e dell’approdo di Marco Martin al Pordenone, i lombardi sarebbero vicini a Michele Pazienza del Vicenza e Ferdinando Sforzini dell’Entella. In uscita, invece, da segnalare l’interesse del Como per Giovanni La Camera.

Ore 20.10 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana prova a riprendersi il suo campionato. Dopo i due giorni di permesso la truppa di Alberto Colombo si è ripresentata ieri in via Agosti per iniziare a preparare la sfida di lunedì al Città del Tricolore contro il Lumezzane (20.30). Sono state due giornate vissute intensamente, soprattutto fuori dal campo, ma l’unica reale novità è stata la partenza di Federico Angiulli. Mah, ce ne faremo tutti una ragione… Tutti gli altri erano regolarmente all’allenamento, compreso Alessandro Spanò reduce dal brutto infortunio di Padova e dall’incidente in auto: sospiro di sollievo per lui, anche se sarà sottoposto ad una nuova visita agli occhi per scongiurare qualsiasi problema. Intanto Spanò ha svolto tutta la seduta col gruppo. Si si sono allenati regolarmente Vasile Mogos e Dejan Danza, quest’ultimo dopo oltre un mese: due giocatori su cui si nutrivano alcune riserve dato che anche il romeno era reduce da un guaio fisico accusato nella gara di Padova. Hanno invece lavorato al differenziato Nicholas Siega, in palestra e Paolo Bartolomei ma sono due situazioni pronte a rientrare in questi giorni. Continua a preoccupare il ginocchio di Mirko Bruccini che ne avrà ancora per alcune partite. Con il gruppo si sta allenando in prova il giovane Giorgio Degola. Infermeria. E’ proprio il medico granata Franco Taglia, a fare il punto dall’infermeria: «Diversi giocatori – spiega il responsabile dello staff sanitario – portano i segni della partita maschia di domenica scorsa ma le cose vanno per il meglio. L’incidente di Spanò sembra meno grave del previsto: il naso si è ricomposto e l’occhio non gli da fastidio anche se lo faremo visitare per maggior sicurezza. Per gli altri si tratta di qualche tacchettata ma piccole contusioni. Bartolomei, quello che ha subito il trauma più robusto, una retroversione del ginocchio, non preoccupa dopo la risonanza che esclude complicazioni e lo rivedremo presto a disposizione. Siega ha dei fastidi muscolari perciò abbiamo preferito mandarlo in palestra piuttosto che farlo scendere su un terreno ghiacciato. Bruccini effettuerà un’ecografia, anche se lo vedo in miglioramento esponenziale, però un altro paio di partite le salterà. Infine Danza spero che perda questa paura di avere male perché se vuole fare il calciatore dovrà imparare a convivere con qualche acciacco ma per ora è tornato in gruppo».

Ore 19.50 – (Gazzetta di Reggio) «Non presterò più il fianco a chi vuole destabilizzare la società e la squadra». Il presidente della Reggiana Stefano Compagni ieri ha deciso di mandare un messaggio preciso a chi ritiene stia remando contro. E così ha diramato una lunga nota per replicare alle parole di Federico Angiulli e per smentire le voci, evidentemente poco credibili, secondo le quali la società avrebbe contattato l’allenatore Gautieri per sostituire Colombo. Il presidente ha ribadito piena fiducia nel mister e ha smentito Angiulli, che aveva detto di non essere stato lui a volersene andare. La nota del presidente inizia proprio dal centrocampista. «Una normale discussione tra un giocatore e un allenatore non può portare alla cessione dell’atleta se non c’è la precisa volontà dello stesso giocatore di lasciare la Reggiana. Angiulli quindi ha deciso di lasciare la maglia granata per sua volontà. L’allenatore ha dovuto prendere atto che Angiulli aveva accusato un mal di schiena e non l’ha convocato. Vorrei ricordare che per Angiulli la società non più tardi di sei mesi fa aveva rifiutato una importante offerta economica dall’Ascoli ma se il ragazzo era stato richiesto in serie B il merito va anche al tecnico Colombo che l’ha saputo rilanciare e motivare tanto che mi dicono ha firmato un importante contratto pluriennale con una società di Lega Pro. Per questo motivo non è da accreditare a Colombo la cessione di Angiulli ma è stata una precisa volontà dello stesso atleta che ora non può scaricare le colpe sul tecnico. Ripeto un concetto che ho già espresso in passato e che ho detto ai giocatori: chi si sente di far parte del nostro progetto sarà parte integrante della nostra famiglia, chi invece non si ritiene in sintonia con la Reggiana alzi la mano e dovrà sfilarsi la casagga granata». Compagni è poi tornato su Colombo, al quale ha espresso fiducia in ogni luogo e sede immaginabile. Nonostante questo martedì è apparso su un sito internet una notizia secondo la quale la società avrebbe contattato Gautieri. Una voce che non ha trovato conferme e che sembrata a molti un tentativo compiuto da qualcuno per destabilizzare l’ambiente. «Permettetemi una battuta – ha detto il presidente Compagni – forse non parlo bene l’italiano ma ho detto in tutti i modi che Alberto Colombo è al centro del mio progetto il che significa che è l’allenatore per questa stagione e per la prossima. Piaccia o meno. Ammetto la mia poca conoscenza della materia ma non conosco l’allenatore Gautieri pertanto io, i miei soci, lo staff dirigenziale non abbiamo mai contattato Gautieri per la Reggiana. Non so, forse per un’altra squadra ma di sicuro non per la Reggiana perché il nostro allenatore è e rimarrà Colombo. Vorrei dire ai giornalisti, ai tifosi e a tutto l’ambiente granata che non riusciranno a farmi perdere la pazienza e soprattutto la mia passione per la Reggiana. E’ vero sono al primo anno di presidenza, ho commesso e commetterò ancora degli errori ma imparo in fretta e soprattutto so valutare gli uomini che ho di fronte, so capire chi vuole bene alla Reggiana, chi fa la propria professione con scrupolo e imparzialità e chi ha altri interessi. Voglio essere giudicato dai fatti e non tollero chi cerca di minare il nostro progetto di rilancio della Reggiana. Ognuno di noi deve fare la sua parte ma la Reggiana, voi me lo insegnate, è un patrimonio della citta’ e dunque tutti dovremmo tutelarla e proteggerla. Io ci sto mettendo passione, tempo e soldi e chiedo solo un minimo di rispetto. Ciò che la Reggiana ha sempre dato ai suoi interlocutori ma non sono più disposto a vedere calpestata la verità, minata la nostra credibilità e soprattutto non presterò più il fianco a chi vuole destabilizzare la società e la squadra».

Ore 19.30 – Mercato Reggiana: granata a caccia di un attaccante ma sfuma Sansovini, che va al Foggia. Attese notizie riguardo ai possibili arrivi del centrocampista Piredda dal Cagliari e dell’esterno offensivo Frediani.

Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) I biancorossi hanno effettuato una doppia seduta di allenamento al Centrale Te – Dante Micheli, alla quale hanno partecipato i centrocampisti Raggio Garibaldi e Di Santantonio, per i quali lo staff medico sta facendo il possibile per permettere la presenza in campo domenica al Martelli contro il Sudtirol (inizio ore 15, arbitro Morreale di Roma). Mister Javorcic non si vuole sbilanciare ma la sua speranza di avere a disposizione i due giocatori è consistente, al di là delle frasi di circostanza: «Abbiamo comunque a disposizione tanto Longo, che ha giocato bene a Meda, quanto Lombardo, che è il sostituto di Dalla Bona. Anche Gonzi può far parte della formazione titolare e quindi problemi di organico non ci sono più di tanto. Nel frattempo stiamo verificando la condizione di Raggio e di Di Santantonio, fiduciosi in un loro recupero». Quanto a Ruopolo, che oggi dovrebbe aggregarsi al gruppo, la situazione è di persistente precarietà: «Ma aspettiamo sino a sabato, sta migliorando» dice Javorcic. Oggi seduta dalle 14,30.

Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Mister Ivan Javorcic ha detto che il compito di andare a rete non è esclusivo degli attaccanti e c’è chi, come il difensore Andrea Trainotti, vuole prendere in parola il suo allenatore, magari ritornando ad un bottino di reti simile al poker dello scorso anno: «Non vedo l’ora di tornare – sottolinea – a far gol come nella passata stagione, fisicamente sto bene e vorrei già da domenica contro il Sudtirol ritornare a far centro proprio per dare una mano alla squadra ad uscire da questa classifica critica. Anche l’anno scorso all’andata ci furono parecchi problemi, vorrei che il nostro girone di ritorno fosse il più possibile vicino a quello di un anno fa; avevamo avuto anche un minor numero di infortuni». Con l’assetto a quattro Trainotti si trova più a suo agio: «Decisamente è così, con mister Javorcic stiamo lavorando parecchio sui movimenti da effettuare e mi trovo meglio rispetto alla difesa a tre. Speriamo che da domenica contro il Sudtirol il Mantova riesca a ritornare a quella vittoria che ormai ci manca da più di due mesi e mezzo. Ora basta». Dopo l’infortunio della gara d’esordio contro il Renate il portiere biancorosso Pasquale Pane si candida ad una maglia da titolare dopo aver recuperato la condizione: «Già a Bergamo e a Meda sono stato in panchina, segno che sono pronto per fare la mia parte – sottolinea l’estremo difensore – è stata lunga ma ora sono pronto a giocare le mie carte. Ora è il mister che è chiamato a decidere chi far giocare, io cerco di farmi trovare pronto poi Javorcic valuterà in merito. Mi farebbe molto piacere rientrare dall’inizio ma è giusto che anche Bonato possa continuare a giocare perché è un ottimo portiere, l’importante è non prendere gol e farne uno in più del Sudtirol. Ci attende una gara difficilissima».

Ore 18.20 – Mercato Mantova: dopo giorni di stallo si sblocca a sorpresa il maxi-scambio col Pavia che vedrà il difensore Andrea Cristini e l’attaccante Mattia Marchi vestire la maglia biancorossa e Valerio Foglio compiere il percorso inverso. Si punta anche Alessandro Budel, mentre è fumata nera definitiva per Cenetti del Bassano.

Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) La notizia che nessun tifoso neroverde avrebbe voluto leggere è arrivata. Era nell’aria, ora è ufficiale: Gianni Careri non è più un giocatore del Pordenone. Ebbene sì, il portiere 33enne, eroe dello scontro-salvezza con l’Albinoleffe (chiuso da infortunato) ha risolto il contratto che lo legava al club sino a fine stagione. Ha fatto una scelta personale: ha deciso di avvicinarsi a casa, a Bologna, alla sua compagna Caterina e al figlio Tommaso, che non ha neppure un anno. Sarebbe rimasto, ma ormai era fuori dai giochi da tempo. Careri passa al Delta Rovigo, in serie D, sino a fine stagione. Per il presidente Lovisa, suo grande estimatore, questo è «un arrivederci, Gianni tornerà a giugno». Il portiere, emozionatissimo, tra un saluto e l’altro ha ringraziato tutti. L’addio. E così, dopo più di due anni, Careri lascia il club e una città che l’ha eletto a simbolo. Un addio che ha cominciato a consumarsi a inizio gennaio, quando è stato ormai chiaro lui non c’era spazio. Ha manifestato il suo disagio, sempre senza fare polemica, e nel giro di poco tempo ha trovato sistemazione. Rovigo è il top per riprendere a giocare e tornare a casa ogni sera dalla sua famiglia. La “separazione” ha avuto l’apice tra la serata di martedì e ieri. Prima, i compagni di squadra gli hanno fatto una festa a sorpresa, regalandogli una maglia neroverde col numero 1: è amato in spogliatoio, Gianni. Poi è proseguita ieri mattina, con il saluto a presidente e dirigenza e la presenza al funerale di Willy, il cuoco neroverde scomparso pochi giorni fa, di cui riferiamo nella pagina di Fiume Veneto. La sua storia. Lovisa l’ha definito «uno dei giocatori più importanti della storia del Pordenone». Ha ragione. Careri arrivò in neroverde nel giugno del 2013, reduce da un’esperienza scintillante al Montebelluna. Lui il portiere scelto per salire in Lega Pro. Decisione azzeccata: Gianni rimase inviolato per 10 gare, giocò poi sino a inizio del girone di ritorno, quando lasciò il posto al giovane Capra (e lo seguì come un padre nel suo percorso). Vinse campionato, scudetto e l’anno scorso, dopo un inizio difficile, tornò titolare con Rossitto contro l’Alto Adige e vestì la numero uno sino allo scontro con l’Albinoleffe, quando s’infortunò, ma rimase stoicamente in campo – aggravando il danno al ginocchio – perché i cambi erano esauriti. Per riconoscenza, la società gli rinnovò il contratto, ma preferì comunque ingaggiare altri due portieri, proprio visti i lunghi tempi di guarigione. Ma Careri non giocò più, e non andò mai neppure in panchina. Il significato. Avrebbe potuto puntare i piedi, fare polemica. Invece – persona di grande statura morale – ha sempre preferito rimanere al suo posto per il bene della società. Mancherà a quest’ambiente, perché lui era più di un portiere: un punto di riferimento per i giovani e per i compagni di squadra, che vedevano in lui il compagno capace di sdrammatizzare tutto. Non solo: per i bambini del De Marchi, che lo adorano, e pure per quelli dell’Area giovani del Cro, con cui teneva i rapporti. Più delle sue parole, di ringraziamento, vanno ricordati i suoi gesti. Il Pordenone, per ora, perde una risorsa. La speranza è di ritrovarla a giugno.

Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) «Sì, questo Pordenone può puntare ai play-off». A dirlo, in coro, due ex allenatori dei neroverdi, presenti sabato scorso al Bottecchia per la gara con la Pro Piacenza. Si tratta di Carmine Parlato e Luciano Foschi, rispettivamente tecnico della vittoria della serie D e di una parte di campionato di Lega Pro. I due, amici da una vita e attualmente ai box, hanno parole al miele per la creatura messa in piedi dalla società e dalla coppia Zamuner-Tedino. «E’ un gruppo che sa ciò che vuole – afferma Parlato, a spasso dopo l’esonero di Padova –. Ho visto una grande mentalità, una squadre che vuole vincere. Poi dal punto di vista tattico propone sempre qualcosa. Può essere la sorpresa per i giochi che contano». A Parlato è piaciuto la duttilità dei neroverdi. «Hanno cambiato modulo senza contraccolpi – spiega –. E saputo sfruttare subito l’uomo in più. Bravi. E’ una squadra che mi piace, con Stefani ciliegina sulla torta del gruppo: da ex difensore è uno che stimo molto. Adesso hanno un’altra fortuna. Ovvero un presidente che sa tenere alta la tensione: in un momento così è positivo». Lovisa può essere la chiave di volta anche secondo Foschi. «Un massimo dirigente che ti tiene sulla corda in un momento così è il massimo – spiega il tecnico –. E’ uno stimolo. Poi a me questo Pordenone è sempre piaciuto: ho detto in tempi non sospetti che può puntare in alto. Per me è da play-off, ora devono crederci fortemente anche i giocatori». Secondo “Lucky” non tutti sono convinti delle potenzialità. «I ragazzi non devo accontentarsi – indica –. Hanno qualità e talento, c’è tutto per fare il colpaccio. Basti vedere anche la gara con la Pro Piacenza: hanno vinto senza due giocatori di spessore come De Cenco e Pederzoli». Pordenone già pronto per un campionato di vertice, secondo i due ex tecnici: la gara con l’Albinoleffe può dare altre indicazioni importanti.

Ore 17.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.40 – Qui Guizza: cross e tiri in porta finali.

Ore 16.20 – Qui Guizza: provate soluzioni da palla inattiva.

Ore 16.00 – Qui Guizza: assente al centro “Geremia” il ds De Poli, novità su Panìco in vista?

Ore 15.40 – Qui Guizza: prove tecniche di 4-4-2, confermato l’undici visto all’opera domenica con la Reggiana.

Ore 15.20 – Qui Guizza: lavoro atletico, regolarmente presenti Neto Pereira e Giandonato.

Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento, assiste da bordo campo anche il presidente Bergamin.

Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Sugli ultimi sei punti conquistati al Penzo la sua firma è a dir poco ben impressa. Alberto Acquadro sembra averci preso gusto a togliere le castagne dal fuoco nei momenti di difficoltà del Venezia capolista. Il 19enne centrocampista, infatti, dopo aver sbloccato la partita con il Dro (vinta 2-0 col raddoppio di capitan Soligo) ha poi chiuso quella con il Monfalcone, siglando in scivolata il 2-1 al 90. minuto. «Non so nemmeno come ho segnato, forse di punta o con il piatto – ammette il giovane piemontese – ma in fondo è un dettaglio perché l’importante è aver spedito in porta l’ottima palla messa in mezzo da Carbonaro. Vincere è stato fondamentale per noi e probabilmente un pò frustrante per il Campodarsego che già pensava di averci riagganciato in vetta». In vista della trasferta di domenica a Verona con la Virtus Vecomp (ore 14.30) mister Favarin ha posticipato a oggi la doppia seduta del mercoledì: atteso il rientro in gruppo dei terzini Ferrante (affaticamento), Galli (tracheite) e Taddia (dalla Rappresentativa di serie D), mentre Marcolini dovrebbe tornare disponibile per la visita alla Luparense del 31 gennaio. «I miei gol? Bello poter dire che ci sono anch’io – prosegue Acquadro -. È una sensazione bella e gratificante. Stiamo dimostrando che oltre alle qualità tecniche non ci manca nemmeno il carattere né il coraggio di prenderci dei rischi quando fatichiamo, come può capitare, a sbloccare le partite. Col Monfalcone qualche errore l’abbiamo commesso, ad esempio ci siamo allungati un pò troppo, ma sarà la voglia di migliorare a portarci in alto». SCUDETTO – La Lega Dilettanti ha ufficializzato le date per l’assegnazione dello scudetto di serie D: al termine del campionato (8 maggio) le prime dei 9 gironi (promosse in Lega Pro) si sfideranno in tre triangolari il 15, 22 e 29 maggio; le vincenti accederanno a semifinali (3 giugno) e finale (5 giugno) in campo neutro con rigori in caso di parità al 90′. TIFOSI – La Curva Sud esaurito il pullman per Verona invita i tifosi ad accodarsi (ore 11.15 al Tronchetto, ore 11.45 in Piazza Barche) con mezzi propri per raggiungere numerosi lo stadio Gavagnin-Nocini. I 300 biglietti (settore tribuna) sono acquistabili nella sede societaria di viale Ancona 43 a Mestre a 12 euro (15 invece al botteghino).

Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) L’infermeria del Venezia è affollata, anche se in vista della sfida di domenica a Verona contro la Virtus Vecomp dovrebbe svuotarsi. Ieri mancavano Ferrante, Marcolini, Galli e Volpicelli, mentre Taddia era assente «giustificato», impegnato con la rappresentativa di serie D. Anche a causa di tutte queste assenze mister Giancarlo Favarin ha preferito annullare l’allenamento del pomeriggio, mantenendo solo l’impegno del mattino e posticipando la doppia seduta alla giornata odierna.  Oggi infatti dovrebbero rientrare quasi tutti: sicuramente Taddia, che ha chiuso ieri l’impegno a Coverciano con l’amichevole contro la Sestese. Ma anche Ferrante si aggregherà al gruppo, sofferente nei giorni scorsi alla parte esterna del ginocchio ma obbligato a scendere in campo domenica ugualmente, viste le tante assenze degli under nel reparto difensivo. Assenze, in particolare quelle di Di Maio e Luciani, già smaltite nei giorni scorsi. Oggi dovrebbero inoltre rientrare Galli (fermato da una tracheite) e Volpicelli, che domenica nel corso del match con il Monfalcone aveva accusato un leggero fastidio alla schiena. Non rientrerà invece Marcolini, che mister Favarin sperava di recuperare già per questa settimana. Fermo da prima della sosta natalizia, a causa di un problema al polpaccio, il centrocampista non è ancora perfettamente a posto: lo ha evidenziato la risonanza cui si è sottoposto martedì. Il problema muscolare è comunque in via di guarigione e Marcolini gradualmente riprenderà ad allenarsi, fino a rientrare a pieno servizio dalla settimana prossima ed essere disponibile per il match contro la Luparense. Intanto per la trasferta di domenica a Verona è possibile acquistare i biglietti in prevendita presso la sede di viale Ancona, al costo di 12 euro anziché 15. Inoltre la Curva Sud organizza un pullman con partenza al Tronchetto alle 11,30 e alle 12 da piazza Barche.

Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) Cambio di programma per Giancarlo Favarin, che ha annullato la seduta di ieri pomeriggio spostando a oggi il doppio allenamento. Matteo Marcolini, che martedì pomeriggio ha effettuato una risonanza magnetica di controllo al polpaccio, ha ripreso, ma non in gruppo, lavorando a parte: potrebbe tornare a disposizione di Favarin per la partita contro la Luparense. Assente l’esterno destro Marco Taddia, impegnato a Coverciano con la rappresentativa di serie D fino a ieri pomeriggio, tracheite per Galli e fastidio al ginocchio per Ferrante, tutti e due dovrebbero essere in campo questa mattina. È iniziata ieri la prevendita dei biglietti per la partita con la Virtus Verona. A disposizione 300 biglietti: chi li acquisterà in prevendita in sede lo pagherà 12 euro, mentre domenica allo stadio costerà 15 euro.

Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Non segnava dallo scorso 27ottobre quando il Vicenza vinse, guarda caso, a Trapani per 2-1. Martedì sera si è ripetuto al Curi di Perugia, realizzando un gol che vale tantissimo. «Sono felicissimo per il gol, ma soprattutto perché la squadra ha vinto — sottolinea Stefano Giacomelli — abbiamo conquistato sei punti in quattro giorni, due vittorie che ci sono servite per risalire la classifica». Segnare e vincere è il massimo per un attaccante, Giacomelli lo conferma. «Il gol mi mancava, inutile dire di no — spiega l’ex pescarese — anche se una prestazione non si deve giudicare solo se hai segnato. Per caratteristiche cerco sempre di dare il massimo, di uscire dal campo dopo aver dato tutto. A Perugia ho giocato pochi minuti, il mister ha deciso di cambiare diversi titolari ma qui nessuno si sente titolare o riserva. La nostra forza è il gruppo, gli undici che scendono in campo hanno sempre dimostrato il loro valore e la loro importanza all’interno della rosa, finché si giocherà con questo spirito si potrà andare lontano». Un Vicenza che, salutato Antonio Cinelli che ha firmato per il Cagliari, ieri ha chiuso per il prestito di Nicola Bellomo dall’Ascoli, centrocampista barese di proprietà del Chievo. Bellomo, che da luglio dovrebbe diventare di proprietà del Vicenza, andrà a rinforzare il centrocampo. Intanto, forse già oggi si dovrebbe perfezionare la cessione di Michele Pazienza al Pavia. La partenza dell’ex Bologna potrebbe aprire lo spazio per un altro ingresso nella mediana anche se Tommaso Bianchi, l’obiettivo in cima alla lista delle preferenze, pare irraggiungibile a causa del costo piuttosto elevato del suo ingaggio. Per un Pazienza che si appresta a salutare Vicenza, c’è un Leandro Rinaudo che ieri ha già chiuso la sua breve parentesi biancorossa firmando consensualmente la rescissione con la società biancorossa. La partenza del difensore palermitano apre alla possibilità di far arrivare un altro difensore ma la decisione verrà presa negli ultimi giorni di mercato dopo aver valutato attentamente le condizioni fisiche di Manfredini.

Ore 13.00 – (Gazzettino) È salato il conto che deve pagare la Luparense San Paolo per il gol annullato in pieno recupero a Beccaro che poteva valere il successo nella sfida pareggiata (1-1) con la Virtus Vecomp. Il giudice ha inflitto alla società un’ammenda di 700 euro “per indebita presenza, sia al termine del primo tempo che a fine gara, di persona non autorizzata né identificata riconducibile alla società, la quale al termine della gara rivolgeva espressioni irriguardose al direttore di gara”, e una giornata di squalifica al tecnico Cunico “per proteste nei confronti dell’arbitro al termine della gara” e a Beccaro “per avere, a seguito della notifica di un provvedimento disciplinare di ammonizione, rivolto urlando un’espressione blasfema”.

Ore 12.30 – (Gazzettino) Il rientro dalla squalifica di Manuel Iori è coinciso con una convincente vittoria del Cittadella a Cuneo. Ma il capitano granata blocca qualsiasi nesso ancora prima di precisare che i due gol del Cittadella sono stati determinati da un rigore da lui trasformato con sicurezza e da un suo assist al bacio per Schenetti. «Allora? – sbotta – Non funziona così. Non dipende mai da un singolo, è sempre il gruppo che determina la prestazione. Ci sono poi partite dove le cose riescono meglio e altre meno. C’ero anch’io con l’Albinoleffe e in altre partite dove non è andata bene. Posso dire che chi ha giocato ha sempre cercato di dare il massimo per ottenere il risultato». Un certo rilassamento nella pausa natalizia di campionato, però, c’è stata. Le prestazioni al rientro con il Sudtirol e nelle due precedenti amichevoli con Campodarsego e Abano non avevano entusiasmato. Il capitano è comunque inflessibile a difendere i suoi: «Con il Sudtirol non abbiamo sbagliato l’approccio, tanto che siamo passati in vantaggio. Poi abbiamo pagato alcune distrazioni e gli episodi ci hanno castigato». Così spiega la corsa verso la panchina dopo il rigore trasformato a Cuneo: «Niente di particolare, è stato un gesto per condividere il gol con tutti. A Cuneo siamo stati bravi ad interpretare la gara su un campo difficile. C’era un fallo da rigore su di me poco prima, mentre quello assegnato era a discrezione dell’arbitro. Ritengo che abbia giustamente giudicato da rigore il tocco di mano, dopo che il pallone aveva colpito la gamba del difensore, perchè il braccio era alto e la palla sarebbe arrivata a un nostro giocatore». Le prossime sfide con Pro Patria, Renate e Pro Piacenza sulla carta sembrano abbordabili, ma all’andata non è stata così. Riprende Iori: «Non ci sono partite più facili di altre, dipende come sempre da noi che dobbiamo affrontarle con lo spirito giusto. Ritengo che l’avversario più insidioso sia la Pro Patria, che non è quella dell’andata. Adesso ha giocatori importanti, un valido allenatore e in particolare sta subendo pochissimi gol. Noi dovremo curare bene i dettagli, avere pazienza e forza per ottenere il risultato pieno». Sull’Alessandria, continua: «Merita i complimenti per come si sta comportando soprattutto in Tim Cup. Sta a loro come condurre le tre competizioni nelle quali sono impegnati. Hanno comunque una rosa attrezzata e sono convinto che lotteranno fino alla fine per la promozione». Sull’infortunio a Yusupha Bobb, conclude: «Dispiace a tutti. Lo abbiamo sentito in questi giorni, sta bene. È un bravo ragazzo, gli siamo tutti molto vicino. Quando si è infortunato ero lì e ho capito subito la gravità. Lui stesso diceva “sono rotto”. Il campo era duro e cadendo ha appoggiato male il piede». Il centrocampista del Gambia è ancora all’ospedale a Negrar e lo sta seguendo il Chievo, proprietario del suo cartellino.

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Manuel Iori, è rientrato lei e il Cittadella è tornato a vincere. Che sia un caso? «Ecco, lo sapevo. Non mi va assolutamente di rispondere ad una domanda del genere». Lo attestano i fatti. Le uniche due sconfitte interne stagionali, contro FeralpiSalò e Sudtirol, sono arrivate quando lei non c’era. Chi l’ha sostituita non ha giocato male, ma l’impressione è che nessuno, davanti alla difesa, sappia far correre la palla e allo stesso tempo agire da schermo come lei. Proviamo a girare la questione: si sente indispensabile in questo Cittadella? «Di giocatori capaci di vincere le partite da soli c’è stato unicamente Maradona. Tutt’al più, oggi, possiamo aggiungere Messi. Ma nessuna squadra, e tantomeno la nostra, dipende da un solo uomo. Ci sono partite in cui siamo riusciti ad esprimerci meglio e altre peggio, ma chi ha giocato ha sempre fatto il suo dovere. E comunque in casa dell’Albinoleffe, quando abbiamo perso la prima volta, io ero in campo». Di certo a Cuneo si è visto un Cittadella diverso da quello di una settimana prima. Concorda almeno su questo? «Con il Sudtirol non abbiamo sbagliato l’approccio alla partita, ma abbiamo pagato alcune distrazioni che, in Piemonte, non ci sono state. Credo che ogni gara vada valutata per conto suo: domenica scorsa, ad esempio, era difficile proporre gioco perché il terreno era in condizioni vergognose. Probabilmente, in un campo diverso, Bobb non avrebbe appoggiato male il piede, rompendosi il perone». A proposito di Bobb: Cittadella e Chievo si sono accordate per far restare il centrocampista a Verona, dopo l’operazione di ricomposizione della frattura eseguita martedì. Ha avuto modo di parlargli? «Sì, l’ho chiamato stamattina (ieri, ndr) e l’ho sentito sereno. Quando si è infortunato ero proprio lì accanto: appena è caduto ha urlato “broke, broke”. Ha capito subito di essersi fatto male seriamente». Iacolino, allenatore del Cuneo, si è lamentato molto dopo la partita, definendo «inesistente» il rigore che lei ha trasformato. C’era? «Io dico che di rigori ce n’erano due. Qualche minuto prima Bonomo è entrato in scivolata in area sul sottoscritto, a fine partita è pure venuto a chiedermi scusa. Su quello fischiato, è vero che il regolamento dice che se il pallone carambola dal piede al braccio non è rigore, ma precisa anche che va considerato il volume offerto dal corpo: Rinaldi aveva il braccio molto largo e con il suo intervento ha impedito che il pallone giungesse ad un nostro giocatore. C’era tutto». Sabato è in cartellone un’altra partita “da non sbagliare”, il testa-coda con la Pro Patria ultima in classifica. «Potrà sembrarvi una frase di circostanza ma non lo è: la considero l’avversario peggiore che potesse capitare in questo momento. In 5 delle sue ultime 8 gare non ha subìto gol ed è reduce da un pareggio con il Pavia che le va stretto. Rispetto all’andata si è rafforzata molto con gli innesti di Ferri e Santana e, con Pala in panchina, ha trovato una sua fisionomia, raccogliendo meno di quanto avrebbe meritato». E dell’Alessandria semifinalista di Coppa Italia cosa pensa? «Agli uomini di Gregucci vanno rivolti soltanto complimenti, perché quando una squadra di Lega Pro ne elimina due di A come Palermo e Genoa e una di B come lo Spezia non si può dire altro. Per qualità e ampiezza della rosa è forse la rivale più attrezzata, ma credo che ci siano ancora 4-5 squadre in corsa per la promozione assieme a noi, non ha senso parlare di sfida a due».

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) La risposta al momento è freddina, ma ci sono ancora due giorni di tempo prima dello stop definitivo. Sono al momento 22 i tifosi che hanno approfittato della riapertura della campagna abbonamenti per le 8 partite casalinghe del Cittadella nel girone di ritorno. Chi fosse interessato a sottoscrivere il mini-pacchetto può rivolgersi alla sede della società, in via Ca’ Dai Pase 41/B, ancora oggi e domani, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30, poi l’opportunità terminerà. Sabato, intanto, per la partita con la Pro Patria i botteghini apriranno alle 13. Venturato per l’occasione ritroverà Salvi, che rientra dalla squalifica, ma dovrà ancora fare a meno di Donazzan, Pascali e Paolucci, che anche ieri pomeriggio hanno proseguito con le rispettive terapie. Ha lavorato a parte Amato, tutti in gruppo gli altri giocatori. Nella partitella conclusiva il tecnico granata ha provato Bonazzoli in coppia con Litteri in avanti.

Ore 11.30 – (Corriere del Veneto) In attesa di novità sul fronte mercato (fra i nomi più caldi per il centrocampo c’è sempre quello di Staiti dell’Entella), il Cittadella si concentra sulla Pro Patria, prossimo avversario sabato al Tombolato. Ieri Roberto Venturato ha provato per alcuni tratti di partitella Bonazzoli accanto a Litteri, il segnale che forse l’ex Padova e Siena potrebbe tornare titolare dopo lo scadente esordio contro il SudTirol e l’esclusione di Cuneo. Lamine Jallow, però, non molla e spera in una maglia nell’undici di partenza: «Mi sento bene – spiega l’attaccante gambiano – e spero di continuare a giocare dall’inizio per riprendere un buon ritmo partita. Voglio fare tanti gol e riportare il Cittadella in serie B. Spero in questo girone di ritorno di giocare con ancor più continuità per far vedere quanto valgo». Un pensiero all’amico Bobb, appena operato e atteso da un lungo stop: «Lo sento spesso tramite Facetime. Gli ho detto di non buttarsi giù e che ritornerà più forte di prima. Mi dispiace molto per lui, per me non è solo un compagno di squadra ma è anche un grande amico».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Restando in rossoblù, Panico sconterebbe la squalifica con la Primavera, ma potrebbe giocare in prima squadra. Cambiando formazione, invece, si porterebbe dietro lo stop e quindi anche con il Padova salterebbe le prossime tre partite. Potrà portare tale elemento a una scelta diversa per l’attacco? Difficile prevedere gli sviluppi, ma l’impressione è che in casa biancoscudata si punti proprio su di lui e che dunque questo allungamento dei tempi per averlo a disposizione possa essere un ostacolo superabile se compensato da condizioni più favorevoli nell’operazione. E se il Padova ha gli uomini contati in avanti, la Pro Piacenza vive la stessa situazione per la mediana. Sabato mancheranno infatti in cabina di regia, entrambi per squalifica, l’esperto Carrus e lo spagnolo Aspas, suo normale sostituto nel vertice basso del rombo, mentre in avanti è ancora fuori rosa Cristofoli, messo sul mercato, di cui si attende da un giorno all’altro il sostituto.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Alla luce di questa situazione diventa ancora più importante l’apporto del mercato per integrare il settore offensivo che può contare, come alternative al brasiliano e Altinier, solo su Cunico e Aperi che tra l’altro sembra destinato a cambiare maglia, ma la fortuna non sembra proprio sorridere ai colori biancoscudati. L’obiettivo numero uno per l’attacco, infatti, sembrerebbe sempre più il giovane giocatore classe 97 Giuseppe Antonio Panico, di proprietà del Genoa, e l’accordo tra le parti viene dato ormai vicino, ma nelle ultime ore è subentrato un intoppo che potrebbe complicare le cose. Nell’ultima sfida del campionato Primavera persa per 3-2 con la Pro Vercelli nello scorso week end, Panico a inizio ripresa, dopo essere pure andato a segno, è stato espulso e ieri il giudice sportivo lo ha fermato per tre turni “per avere colpito con un pugno al torace un avversario”. L’infrazione è stata rilevata dal guardalinee ed è stata oggetto di varie proteste; secondo la tesi del Genoa, il ragazzo aveva semplicemente appoggiato la mano sulle spalle del giocatore, ma in quel torneo non è ammessa la prova televisiva.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Solo lavoro fisico ieri pomeriggio per Neto Pereira, alle prese con un fastidio muscolare che lo aveva già tenuto fermo il giorno prima. Il giocatore brasiliano si è allenato regolarmente con i compagni nei primi intensi trequarti d’ora della seduta, quelli dedicati alla preparazione atletica. Poi il resto della rosa – assente il solo Giandonato, in permesso per motivi personali – ha proseguito con esercitazioni tattiche e una partitella su metà campo, mentre la punta carioca è rientrata negli spogliatoi per poi seguire in borghese la parte finale dell’allenamento. «Il muscolo è ancora un po’ contratto sin da domenica – spiega l’interessato – e dunque stiamo gestendo il lavoro». Il problema riguarda il flessore sinistro della coscia che nell’ultima sfida del 2015 con il Bassano lo aveva costretto a uscire anzitempo, senza che poi risultassero veri e propri danni. La sua presenza a Piacenza non sembrerebbe comunque a rischio. «In effetti – conferma – non è una cosa importante; il muscolo è solo un po’ carico e va tenuto sotto controllo, gestendo il tutto per arrivare a sabato. La mattina faccio terapie, anche domani».

Ore 10.30 – (Gazzettino) «La delusione della scorsa estate è stata per il fatto di dovere lasciare questa piazza che era un grande premio, non per la scelta tecnica che ho rispettato». E non manca una parola per l’ex collega di reparto Daniel Niccolini, vittima di un grave infortunio: «Con lui c’è un bel rapporto di amicizia. Mi dispiace perché, dopo una partenza difficile, stava vivendo un momento importante, ma tornerà presto e sta già lavorando per questo». Così sulla squadra: «Ha giocatori di valore come Neto e Diniz e mi aspettavo un po’ di più, ma con il cambio di categoria ci sta qualche difficoltà e ora le cose vanno meglio. Con un po’ di fortuna e qualche risultato, può ancora raggiungere i play off. Questa società sta facendo un bel lavoro e non vi deluderà». E sabato chi vincerà? «La Pro ha qualche buon elemento come Bini e Alessandro, ma non mi sembra troppo agguerrita. Penso e spero il Padova possa spuntarla e riprendere a correre, magari con un gol di Dionisi, che non segna da anni, o di Ilari così, da amico e da romano, mi dedica la rete…».

Ore 10.20 – (Gazzettino) «Non so se riuscirò a essere allo stadio, ma sicuramente andrò a salutare la squadra in albergo». Davide Sentinelli, tra i protagonisti un anno fa della promozione del Padova, ora gioca a Piacenza, non nella Pro, avversario sabato dei biancoscudati, ma nella storica portacolori emiliana con cui si appresta a festeggiare il suo nono salto di categoria. «Siamo partiti subito bene – racconta – si continua a vincere e abbiamo tredici punti di vantaggio sulla seconda. Meglio di così non poteva andare, in una società che cercava di salire nei professionisti da cinque anni». Ma il cordone ombelicale con Padova non si è certo spezzato: «Sento spesso i compagni, Marco Bergamin e mister Parlato. Tolta la delusione iniziale per il distacco, il mio rapporto non è cambiato». Lo stesso diesse De Poli di recente ha dichiarato che, tornasse indietro, lo avrebbe confermato: «Ho letto e mi ha fatto sicuramente piacere. So che il direttore ha stima verso di me come giocatore e uomo, ma so anche che l’età non è dalla mia parte».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) L’elisir di lunga vita? «Non c’è un segreto, a parte quello di vivere tranquilli. Il riposo è sempre un allenamento importante: quando ci sono carichi di lavoro da gestire, la fase di ripresa è fondamentale. Solo così si è pronti quando è ora di andare al massimo. Ho 37 anni, ma nessuna voglia di smettere». La voglia di correre e lottare, quindi, non sta diminuendo. Più o meno come quella del Padova, che ha superato le tre sfide-verità raccogliendo tre pareggi… «Tre punti importanti, ottenuti contro altrettante squadre di vertice, ma avremmo meritato qualcosa di più. Solo con la Reggiana non siamo riusciti ad esprimere quanto si era visto nelle due gare precedenti: ci è mancato qualcosa». Un ritmo e un “quid” in più che Pillon si augura di rivedere ben presto, a cominciare dalle due trasferte consecutive che vi attendono adesso. «Giochiamo contro due squadre che sono dietro di noi, e se vogliamo approdare a zone più tranquille questo è il momento giusto, per farlo. Se battessimo Pro Piacenza e Lumezzane potremmo davvero allontanarci dalla parte destra della classifica: per cui è arrivato il momento di fare un passo in più».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Non appena sente anche il minimo fastidio, l’attaccante carioca prudentemente si ferma: è successo domenica, ma anche due giorni fa, nel corso dell’allenamento pomeridiano, e per questo motivo ieri ha saltato precauzionalmente la partitella con i compagni, dopo aver sostenuto per intero, in ogni caso, la parte atletica. «Rispetto a fine dicembre la situazione va molto meglio, ma la tengo comunque sotto controllo. Alla mattina faccio terapie all’Arcella, quindi vado ad allenarmi scegliendo se forzare a seconda delle mie sensazioni. So ciò che devo fare, di solito provo sempre a rimanere con la squadra, e a volte basta il riscaldamento per risolvere questo piccolo fastidio». Ha stupito tutti, allenatore compreso, vederla tenere 90’ ad Alessandria senza battere ciglio. «Quel giorno è andato tutto bene, non ho avuto fastidi, invece contro la Reggiana l’affaticamento è riaffiorato». In ogni caso, arrivare a 37 anni con la capacità di incidere in campo ancora come un ragazzino non è da tutti. «Sicuramente non è semplice a quest’età riuscire ad esprimersi ancora su buoni livelli. Ci vogliono tanta professionalità, una vita tranquilla e senza eccessi. Nella mia carriera sono sempre stato attento pure all’alimentazione, anche se non ho mai seguito diete particolari perché sono sempre stato capace di controllarmi».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Non sono tanto le 425 partite disputate in carriera a pesare nelle gambe. Probabilmente lo sono di più i 37 anni, compiuti lo scorso 4 gennaio: Neto Pereira a Padova ha trovato continuità e gol (5 finora, così come Altinier e Petrilli), e dall’arrivo in panchina di Pillon pure la fascia di capitano, ma nell’ultimo periodo ha accusato qualche “intoppo” fisico di troppo, che l’ha costretto ad uscire anticipatamente contro Bassano e Reggiana, e soprattutto ad allenarsi con giudizio. Non ha ancora bisogno di un programma personale, come faceva l’anno scorso Totò Di Natale ad Udine: se non fosse per la carta d’identità, e soprattutto per il flessore della coscia sinistra, il muscolo che da prima di Natale fa un po’ le bizze, il brasiliano si sentirebbe ancora un ragazzino. «Ho questo piccolo problemino, ma non è niente di preoccupante», spiega. «A darmi fastidio è quel muscolo che mi aveva costretto ad interrompere la sfida con il Bassano: ogni tanto, ancora oggi, mi capita di sentire un indurimento, cioè un piccolo affaticamento. Ed è in quel momento che so che devo fermarmi: con il mister e con lo staff abbiamo deciso che giorno per giorno sarà il caso di gestire la situazione».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Prosegue la preparazione dei biancoscudati in vista del match di sabato, che avrà inizio alle ore 17.30, in casa della Pro Piacenza. La squadra, ieri pomeriggio, dopo una lunga fase iniziale di lavoro atletico a secco è stata impegnata nelle prime esercitazioni tattiche, che tra oggi e domani porteranno mister Pillon alla definizione dell’undici che scenderà in campo allo stadio “Garilli”. Unico assente Manuel Giandonato (nella foto), in permesso, che rientrerà comunque in occasione dell’allenamento odierno. E proprio il regista è ancora al centro delle “voci” di mercato: il suo entourage si sta guardando intorno per vedere se esistono margini per una partenza, visto che il giocatore è scivolato ancora più indietro nelle gerarchie del reparto centrale dopo l’arrivo di Carlo De Risio. Per l’attacco, invece, tra oggi e domani sono attese novità per Giuseppe Panico, talentino della Primavera del Genoa: il giovanotto ha espresso il gradimento per la destinazione padovana, le due società stanno discutendo le modalità del possibile trasferimento.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Il direttore sportivo Fabrizio De Poli sta lavorando per le uscite, visto che al momento il solo giocatore ceduto è stato Sergio Cucchiara, tornato al Trapani e poi girato in prestito alla Triestina. Gli indiziati alla cessione sono, oltre a Giandonato, Ramadani (che non accetta la Triestina o altre soluzioni in D) e Aperi, mentre Anastasio a questo punto potrebbe anche rimanere, considerato il gradimento di massima come riserva di Favalli espresso da Pillon dopo averlo visto all’opera. Per Dell’Andrea si cercherà una sistemazione in Lega Pro dopo il mancato trasferimento al Campodarsego per un errore burocratico, se non dovesse emergere alcuna destinazione fattibile, l’ex Venezia rimarrebbe a Padova fino al termine dell’attuale stagione. In entrata i fari sono puntati sull’attacco: De Poli aspetta la risposta del Genoa per Giuseppe Panìco. La nuova ipotesi attorno a cui si sta ragionando fra i due club è un prestito di un anno e mezzo, con possibile svincolo in caso di chiamata di club di categoria superiore e con premio di valorizzazione. Secondo le ultime indicazioni potrebbe non essere l’unica operazione. Se ci saranno le cessioni sperate, nelle ultime ore di mercato potrebbe arrivare un quarto attaccante, per coprire le spalle ad Altinier e a Neto Pereira. A proposito del brasiliano: ieri non ha svolto tutto l’allenamento. È in dubbio per la trasferta di Piacenza.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Manuel Giandonato non si allena. Novità in vista sul futuro del centrocampista scuola Juve, ormai ai margini del progetto e scavalcato da tutti i compagni di reparto nelle gerarchie di Giuseppe Pillon. Non immediate, forse, perché l’assenza di ieri, come spiega la società, è dovuta a un permesso per ragioni personali, ma di sicuro difficilmente la situazione potrà continuare a essere questa da qui al 31 gennaio. Gli agenti stanno lavorando in tutte le direzioni, ma con il suo stipendio (50mila euro più bonus) non è semplice arrivare a una soluzione che accontenti tutti. L’unica società che ha accettato un eventuale scambio è il Rimini, con la quale il Padova potrebbe parlare di Luigi Della Rocca, di proprietà del Lecce ma in uscita dalla Romagna. Nonostante la disponibilità, Giandonato non sembra prendere in considerazione, almeno per il momento, la destinazione. E spera in una soluzione diversa, magari Latina dove c’è (non si sa ancora per quanto) il suo ex allenatore Mario Somma, o Lanciano, dove pare esserci qualche spiraglio per un trasferimento. L’impressione è che, salvo sorprese, si finirà negli ultimi giorni di mercato, anche se il giocatore per ora ha fatto sapere di non volersi muovere da Padova nonostante non sia praticamente mai impiegato.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 35, Alessandria e Bassano 32, FeralpiSalò 31, SudTirol 30, Pavia e Pordenone 28, Reggiana 26, Cremonese, Giana Erminio e Padova 24, Cuneo 23, Pro Piacenza 22, Lumezzane 19, Mantova 17, Renate 16, AlbinoLeffe 13, Pro Patria 8.

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della diciottesima giornata: Cuneo-Cittadella 0-2 (Iori (Ci) su rigore al 43′ pt, Schenetti (Ci) al 32′ st), Pro Patria-Pavia 0-0, Padova-Reggiana 0-0, SudTirol-AlbinoLeffe 2-2 (Gliozzi (St) al 39′ pt, Crovetto (st) al 1′ st, Checcucci (Al) al 22′ st, Magli (Al) al 30′ st), Cremonese-Bassano 1-1 (Brighenti (Cr) al 5′ pt, Davì (Ba) al 45′ st), Lumezzane-Giana Erminio 0-1 (Perna (Ge) al 8′ st), Renate-Mantova 1-1 (Florian (Re) al 16′ st, autogol di Malgrati (Mn) al 27′ st), Pordenone-Pro Piacenza 1-0 (Finocchio (Pn) al 14′ st), FeralpiSalò-Alessandria 3-0 (Maracchi (Fs) al 16′ pt, Bracaletti (Fs) su rigore al 26′ pt, Settembrini (Fs) al 5′ st).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 20 gennaio: allenamento pomeridiano per i Biancoscudati, ne svolge solo una parte Neto Pereira mentre Giandonato è in permesso per motivi personali.




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