Live 24! Lumezzane-Padova, -4: Petrilli rinnova fino al 2018

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Ore 22.20 – (Il Piccolo) Il rogito per il passaggio delle quote dell’Unione Triestina 2012 da Marco Pontrelli e Silvano Favarato, potrebbe essere in dirittura d’arrivo. In una vicenda nella quale negli ultimi giorni, fra svariati tira e molla, è cambiato più volte lo scenario e perfino gli interlocutori, il condizionale resta però assolutamente d’obbligo. Nella serata di ieri, comunque, filtrava un certo ottimismo nello staff dell’imprenditore trevigiano su un buon esito della trattativa, che adesso potrebbe essere davvero questione di ore. Mancherebbe ancora un documento per completare le garanzie economiche. Del resto, questo è un passaggio cruciale per il futuro della società: i potenziali nuovi acquirenti dovranno poi affrontare venerdì lo scoglio del concordato con un’adeguata fidejussione a garanzia. Ma dall’entourage di Favarato filtra la convinzione che su questo fronte è praticamente tutto pronto e che l’ostacolo principale finora sia stato rappresentato proprio dall’effettivo passaggio delle quote. Se davvero questo andrà a buon fine, si potrà togliere togliere il tappo che ostruiva il percorso che Favarato e company hanno sempre detto di voler compiere, ma che finora, senza l’effettivo acquisto avvenuto, non hanno ovviamente ancora potuto annunciare. Se davvero finirà così, pare che nel giro di un paio di giorni saranno finalmente svelati organigramma e progetti della nuova proprietà, compreso un programma sul settore giovanile che dovrebbe partire a breve termine. Ma l’assoluta priorità è il rinforzo della squadra per guadagnare la salvezza: se tutto filerà liscio si potrà finalmente tornare sul mercato (bloccato da un paio di settimane proprio per le difficoltà della compravendita) a pochi giorni dal gong, per cercare di completare la rosa. Pare che tre nuovi acquisti, finora tenuti nel freezer in attesa di un ok, stiano solo aspettando il buon esito del passaggio delle quote, prima di poter diventare davvero giocatori della Triestina. Ma questo lo si vedrà. Quello che invece è certo, dopo la sconfitta contro il Campodarsego, è cosa serve a questa squadra per puntare alla salvezza. Bradaschia e Skerjanc sono buoni giocatori, capaci con la loro verve di creare occasioni, ma non hanno il gol nel Dna. Giordani è apparso troppo sciupone e privo del killer instict, mentre Cucchiara non sembra davvero l’uomo che può risolvere i problemi. Serve insomma una prima punta di peso ed esperienza che sappia buttarla dentro. E poi urge qualità e sostanza a centrocampo. Finire la partita con in mezzo al campo tre classe 1997 come Miani, Puka e Loperfido,non è certo un buon viatico per uscire dal tunnel.

Ore 21.50 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno accelera il passo. Non punterà alla prima posizione, e probabilmente nemmeno alla seconda, ma la squadra gialloblù, per il terzo anno consecutivo, sta dimostrando partita dopo partita di meritare i primi posti della classifica. Contro il Levico Terme la squadra di Roberto Vecchiato ha conquistato una vittoria tanto importante quanto difficile, arrivata per altro con quattro assenze importanti. «Il Levico non veniva da un periodo positivo e ha fatto la sua partita – commenta l’attaccante Antonio Acampora – siamo stati bravi noi a portare a casa una partita non facile. Siamo riusciti a creare le nostre occasioni senza riuscire a sfruttarle tutte però. La voglia di vincere però era tanta e ci siamo riusciti». Campo pesante. L’impressione dalle tribune era che il manto erboso del Polisportivo fosse veramente pesante. La conferma arriva dallo stesso giocatore del Belluno. «Non era bello ma il discorso valeva per entrambe le squadre – continua “Totò” – ce lo aspettavamo, durante la settimana lo avevamo provato in allenamento ed eravamo preparati». Raddoppio sbagliato. Il Belluno sul punteggio di uno a zero ha avuto l’occasione per segnare una seconda rete con il bomber ex Monfalcone che però da buona posizione non ha insaccato. «Era veramente una bella opportunità, sicuramente è stato più un mio errore che la bravura del portiere. L’intesa con Corbanese? Sta crescendo, giocare al suo fianco ci si diverte. Speriamo che i risultati continuino ad arrivare. È vero che i dati dicono che quando giochiamo da soli segniamo di più, ma senza Corbanese non si può giocare. Ed io? Quello lo lascio giudicare agli altri». Quale è l’obiettivo del Belluno? «Vogliamo essere tra le prime a fine anno – conclude Acampora – fino ad ora siamo stati bravi a portare a casa molte partite, vincere aiuta a vincere, ma le squadre che incontriamo si chiudono sempre per poi ripartire e non sarà semplice continuare a fare questi risultati positivi. Ovviamente ci proveremo. L’obiettivo è migliorare quanto fatto lo scorso anno». Marco Duravia squalificato. Il centrocampista gialloblù contro il Levico Terme ha rimediato un doppio giallo che gli costerà la trasferta a casa sua contro il Montebelluna. Mister Vecchiato però potrà contare sui rientri di Giovanni Pescosta, Mike Miniati e Simone Bertagno dalle squalifiche. Non riuscirà a rientrare invece Paolo Pellicanò, alle prese con uno stiramento rimediato contro il Fontanafredda. La squadra gialloblù non si è allenata domenica e neanche ieri, tornerà al lavoro questo pomeriggio in vista del match di domenica. Il Montebelluna si trova a metà classifica ed è reduce dalla sconfitta in trasferta contro il Monfalcone, penultimo in classifica.

Ore 21.20 – (La Provincia Pavese) Due dei nuovi arrivati di gennaio sono chiamati a commentare il pareggio con la Cremonese, Elio De Silvestro e Jacopo Manconi. «Partita deludente per il risultato, ma è stata positiva sotto altri punti di vista, considerato il lavoro di queste due settimane e con mezza squadra titolare cambiata. Se c’è stata una squadra che ha provato a far gioco e cercato di vincere siamo stati noi – commenta De Silvestro – questo non può che farci essere fiduciosi in vista delle prossime gare. Ci manca la vittoria, i tre punti per crescere ancora». L’ex Novara Jacopo Manconi condivide l’analisi del compagno di reparto. «Anch’io penso che dobbiamo riuscire solamente a portare a casa i tre punti perché vincere aiuta la squadra ad andare avanti – spiega l’esterno offensivo – comunque questa è la strada giusta su cui andare avanti. E arriverà anche il gol per vincere». Sicuramente meglio i primi 45’ e non per un calo fisico alla distanza. «Nel primo tempo abbiamo avuto le palle gol più importanti – ammette l’ex Lanciano De Silvestro – è dovuto al fatto che la Cremonese ci ha concesso qualcosa di più e siamo riusciti a giocare meglio. Poi nella ripresa si sono chiusi e gli spazi sono diminuiti. Alla distanza poi anche la stanchezza si è fatta sentire. Ma bisogna arrivare anche a giocarcela fino alla fine perché le gare si possono vincere pure al 90’». De Silvestro e Manconi si sono invertiti nel corso della gara sulle due fasce. Come si trovano nel giocare a destra o a sinistra? «Per me è indifferente», assicura De Silvestro. «Stessa cosa anche per me», ribadisce Manconi. «A volte ci è capitato di invertire fascia per situazioni di gioco durante la gara, ma anche perché il mister ci ha detto di andare sul nostro piede forte per mettere in mezzo la palla per Sforzini», chiarisce De Silvestro.

Ore 21.10 – (La Provincia Pavese) Non è solo questione di gioco che stenta a vedersi: l’effetto del pareggio senza reti contro la Cremonese è che il Pavia ha ancora meno gare a disposizione per provare a recuperare terreno e risalire nelle zone della classifica che contano. Il primo posto sembra ormai andato, con il Cittadella a +9 e altre cinque squadre davanti. Ma anche il quarto posto che al momento vale i play off è più su di tre lunghezze. Non c’è tempo da perdere e forse anche per questo ieri, dopo lo 0-0 con la Cremonese di domenica, la squadra è stata subito richiamata in campo per una seduta d’allenamento mattutina, con lavoro diversificato tra chi ha giocato e chi no. Bisogna fare in fretta, e però la società finora ha rifatto mezza squadra portando in azzurro quasi tutti calciatori con pochi o pochissimi minuti nelle gambe. Giuseppe Pirrone e Valerio Foglio sono quelli che hanno visto più il campo in questa stagione: 7 e 8 gare da titolari nelle rispettive squadre (Ascoli e Mantova). Ma Pirrone l’ultima presenza nell’undici iniziale prima di arrivare al Pavia l’aveva firmata il 12 dicembre, mentre Foglio l’ultima partita intera l’ha disputata il 28 novembre al Fortunati proprio contro il Pavia (poi un tempo o poco più con Alessandria e Pro Patria). Nando Sforzini all’Entella aveva messo insieme pochi spiccioli di gara in quattro occasioni, mentre De Silvestro a Lanciano solo una volta ha giocato una gara intera. Un po’ di più Manconi nel Novara (4 gare da titolare), mentre addirittura Grillo, primo acquisto del Pavia a gennaio, è arrivato in azzurro con zero minuti: rotto il crociato nel dicembre 2014, il terzino sinistro ha dovuto affrontare una lunga fase di recupero e quando è rientrato nel Pescara è finito fuori rosa. Si è messo al lavoro per recuperare la condizione ma ha dovuto saltare tutte e tre le gare di inizio gennaio per dei nuovi problemi e quando pareva sul punto di rientrare (contro la Cremonese) si è di nuovo fermato. Nel frattempo il Pavia ha ceduto l’unico terzino sinistro di ruolo (Martin) e si trova a far giocare Ghiringhelli fuori posizione. Solo venerdì è arrivato Foglio, che può anche ricoprire quel ruolo ma negli ultimi anni ha giocato spesso più avanti. Insomma, sulle qualità dei nuovi non si discute, ma il fattore tempo è decisivo. Il Pavia ha bisogno di avere tutti gli effettivi pronti subito, perché tra un mese potrebbe essere troppo tardi: e anche l’aggancio della zona play off potrebbe rivelarsi un miraggio.

Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) Tra le operazioni di mercato del Pavia c’è quella che indirettamente riguarda Caio De Cenco. L’attaccante italo-brasiliano, in estate girato in prestito al Pordenone, si trasferisce in serie B al Trapani che l’aveva richiesto dopo gli 8 gol segnati con la maglia neroverde nella prima parte della stagione. Il cartellino del giocatore resta comunque del Pavia (ha un contratto fino al 2018) che quindi potrebbe monetizzare nel caso in cui il prestito si dovesse tramutare in cessione. E a proposito di Trapani, le voci di mercato danno ancora come possibile l’operazione per il trasferimento al Pavia del centrale di difesa Christian Terlizzi, 36 anni, che in Sicilia quest’anno non trova spazio (solo una gara giocata da titolare, quella persa 4-1 con il Novara, e qualche altro scampolo). Nella sessione di mercato invernale che ha avuto ancora l’Alessandria come protagonista dopo l’acquisto del talentuoso Simone Iocolano, ex capitano del Bassano (contratto fino al 2018), il Pavia pare inseguire anche uno scambio con il Lumezzane. Al club di via Alzaia interesserebbe il centrocampista Genevier, il percorso invero potrebbe farlo Pavan. Si aspetta intanto l’ufficializzazione dell’ingaggio del centrocampista Rowen Muscat, nazionale maltese. Il giocatore ha già firmato il contratto con il Pavia, ma si attende il via libera dalla Cina del presidente Zhu Xiaodong.

Ore 20.30 – (Gazzetta di Mantova) Dopo il buon pareggio ottenuto domenica al Martelli contro il quotato Sudtirol, ieri mattina il Mantova ha subito ripreso la preparazione in vista della gara in programma sabato (ore 14.30) a Pordenone. Mister Javorcic ha fatto lavorare soprattutto i giocatori non utilizzati contro il Sudtirol, mentre agli altri è toccata come consuetudine una seduta di scarico. Nessun componente della rosa accusa problemi fisici e il neoacquisto Marchi ha assorbito bene una contusione alla coscia subita nella sfida di domenica. A disposizione di Javorcic sarebbe tornato anche Dalla Bona dopo aver scontato la squalifica, ma la società (vedi articolo sopra) lo ritiene non utilizzabile e destinato a finire fuori rosa se non accetterà il trasferimento ad altro club. La preparazione del Mantova continuerà oggi con un allenamento in programma sul prato del “Dante Micheli” alle ore 14.30. Da domani, invece, i biancorossi svolgeranno quotidiane sedute mattutine fino a venerdì, quando Javorcic dirigerà la tradizionale rifinitura e scioglierà le riserve sulla formazione da opporre al Pordenone, che attraversa un ottimo periodo di forma ed è reduce da tre vittorie consecutive.

Ore 20.20 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova continua a ritmo serrato la sua rivoluzione di mercato. Ieri è stata ufficializzata la cessione di Fabio Gavazzi al Sudtirol: il difensore era arrivato in biancorosso dal Novara in prestito e con la stessa formula approda alla squadra altoatesina. Mancano inoltre sono i crismi dell’ufficialità (attesi per oggi) al trasferimento di Valerio Anastasi alla Pistoiese. Gli accordi fra i due club sono già stati definiti e in giornata ci dovrebbe essere la firma del giocatore con relativo comunicato ufficiale. Anche Anastasi (che ha un altro anno di contratto con l’Acm) andrà alla Pistoiese in prestito. Per quanto riguarda il fronte arrivi, invece, il Mantova sta puntando sul 33enne terzino sinistro Salvatore Masiello, attualmente svincolato dopo tre stagioni nel Torino in serie A (l’ultima con una sola presenza). Il mancino, che nella sua carriera ha vestito in A e in B anche le maglie di Bari, Vicenza, Messina, Udinese, Palermo, Lumezzane e Venezia, potrebbe arrivare in questi giorni a Mantova per allenarsi. Altro obiettivo biancorosso è il 21enne centrocampista Giuseppe Sicurella, che in questa stagione ha trovato poco spazio (2 presenze) nel Foggia. Club nel quale invece lo scorso anno aveva giocato 22 partite, segnando anche un gol. Sicurella nasce regista, ma nel Foggia ha giocato con buoni risultati nel ruolo di mezzala destra. Per quanto riguarda l’attacco, il Mantova ha provato l’assalto al 35enne Marco Sansovini del Pescara (5 gare in B quest’anno), ma al momento l’ostacolo economico appare insormontabile. Il bomber ha infatti un contratto importante con la società abruzzese, che non intende coprirlo per gran parte. Sansovini in Lega Pro ha ricevuto tante offerte, ma accetterebbe di buon grado l’Acm per motivi familiari, visto che è sposato con una mantovana e abita a Curtatone. Per ora il presidente Musso esclude che l’affare possa andare in porto («siamo troppo distanti con le cifre») ma si sa che nell’ultima settimana di mercato non sono da escludere sorprese. Sempre per l’attacco, il Mantova continua a trattare il 25enne Ettore Mendicino, che gioca nel Siena e nell’ultimo turno ha segnato il suo quarto gol stagionale. Se questa operazione andasse in porto, in Toscana potrebbe essere dirottato il giovane centrocampista Mattia Lombardo. Restando in tema cessioni, l’altra notizia di giornata è la linea dura scelta dalla società nei confronti di Daniele Dalla Bona: il regista è richiesto dall’Albinoleffe ma gradirebbe una destinazione diversa; i dirigenti di Viale Te invece vogliono che accetti il trasferimento (anche questo in prestito) e in caso contrario hanno comunicato che lo metteranno fuori rosa. Per quanto riguarda poi Matteo Momentè, è sempre forte il pressing del Bassano: in questi giorni sono attese novità in tal senso. Nella lista dei partenti figurano poi anche Sereni e Scalise. Per Samuele Sereni al Mantova è arrivata un’offerta dell’Akragas, club di Agrigento che milita nel girone C di Lega Pro. A Manuel Scalise, invece, si è interessato il Bassano, che ha proposto uno scambio: il Mantova ha risposto che l’unico giocatore a interessare è il 29enne esterno destro Daniel Semenzato, del quale però il club veneto non vuole privarsi. Per ora dunque la situazione è in stallo. Per concludere, si è complicata la cessione di Moreno Beretta al Pordenone: la società friulana propone uno scambio con il 23enne fantasista Francesco Finocchio (10 gare e 2 gol finora), ma il Mantova ha risposto picche. Magari se ne riparlerà.

Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il Dc9 spicca il volo verso la serie B. Atterrerà oggi a Trapani, dodicesimo in classifica nel torneo cadetto, dove troverà ad attenderlo un mito del calcio italiano: Serse Cosmi. Proprio ieri “l’uomo del fiume” (titolo del suo libro autobiografico), dopo l’1-2 subito dai siciliani con il Latina, ha denunciato la carenza di centimetri nel suo team. Auguriamo a De Cenco di risolvere tale carenza con il suo metro e 89 centimetri. «Al suo posto – dichiara Mauro Lovisa -, al 99% (il presidente si tiene un 1% di prudenza dopo il caso Abbate, ma ieri sera è stato chiuso l’accordo anche nei particolari, ndr), arriverà da noi Emanuele Berrettoni dall’Ascoli, punta che ha le caratteristiche giuste per la nostra squadra». RE D’INTERTOTO – Berrettoni, classe ’81, esordì in A nella Lazio da Sven Goran Eriksson nel 2000, l’anno in cui (7 novembre) conobbe anche l’emozione della Champions League a Praga: 1-0 per i biancazzurri contro lo Sparta. Nella sua bacheca sono in bella mostra le medaglie ricevute per le Supercoppe italiane (2000 e 2001, sempre con la Lazio), lo scudetto Primavera (ancora Lazio, 2001), la Coppa Intertoto dell’Uefa (2003, con il Perugia, sue le 4 reti nella finale con il Wolfsburg), la Coppa Italia di C (2008, con il Bassano), il primo posto nel campionato di Seconda divisione e la Supercoppa di LegaPro (2014, sempre a Bassano). «Darà esperienza – confida re Mauro – al nostro reparto avanzato. Anche se – sorride – dovrà sgomitare per trovare posto: Cattaneo, Filippini, Finocchio e Valente stanno facendo bene, Strizzolo sta crescendo e Martignago è in recupero. Ho parlato con lui e capito che è una brava persona. È questo che noi cerchiamo, uomini prima ancora che giocatori». I COMPLIMENTI DEL WEB – Lovisa è giustamente su di giri per le tre vittorie consecutive che hanno spinto il Pordenone sino al quinto posto. «Ho ricevuto centinaia complimenti – racconta -, via sms, facebook e web in generale. Ringrazio tutti i mittenti. Voglio dividerli con la società: dirigenti, tecnici, giocatori e addetti ai lavori. Stiamo facendo un grande campionato». Il quarto posto, secondo livello delle ambizioni di Lovisa (il primo, l’ottavo posto che vale la Tim Cup 2016-17, è già alle spalle), sembrerebbe a portata di mano. «Può diventarlo – riprende il presidente -, proprio perché stiamo lavorando di gruppo. Società come Cittadella e Alessandria sono superiori a tutti e in tutto. Più attrezzate di noi a livello di organico sono anche Pavia, Reggiana e Bassano. Il nostro valore aggiunto è Tedino, con tutto il suo staff. Se i ragazzi continueranno a seguirlo – conclude – vedrete che ci divertiremo ancora, e – strizza l’occhio – non solo quest’anno».

Ore 19.40 – (Messaggero Veneto) E’ tutto pronto. Oggi il Pordenone ufficializzerà l’arrivo di Emanuele Berrettoni, attaccante classe ’81 proveniente dall’Ascoli di serie B. Il giocatore è arrivato in serata ieri da Mantova, sua città d’adozione, raggiunta dopo il trasloco dalle Marche con la sua famiglia. Stamattina sarà al De Marchi per il primo allenamento e sabato è pronto per essere inserito in lista per il match, che si giocherà proprio col Mantova. La domanda che tanti tifosi si pongono ora è una sola: che tipo di punta ha ingaggiato il Pordenone? Ha ancora “birra” in corpo, nonostante l’età? Questo dubbio lo potrà fugare direttamente Berrettoni, ma su una cosa bisogna essere certi. La società neroverde ha prelevato dall’Ascoli un jolly del reparto offensivo, uno che può fare il trequartista, la seconda punta e l’esterno offensivo; ma soprattutto ha portato in casa un vincente. Sì, perché l’attaccante, scuola Lazio, è reduce da anni di grandi vittorie. Basta guardare il curriculum: nel 2010-2011, con l’Hellas Verona, è salito dalla C1 alla B. E la stagione successiva ha sfiorato la A. Con il Bassano, nel 2013-2014, ha vinto il campionato di Seconda divisione, guadagnandosi la Lega Pro unica. Nel 2014-2015 è invece stato promosso in B con l’Ascoli. Non è finita: in tutte queste tre squadre ha indossato la fascia di capitano. Carismatico, disponibile al dialogo, bravo a fare gruppo. Questo dicono di lui. Il Pordenone ha trovato un uomo-spogliatoio, oltre che un ottimo giocatore con grandi motivazioni. Sì, perché Berrettoni – così dice chi gli sta vicino – arriva in neroverde con la fame dei giorni migliori, visto che ad Ascoli è stato messo ai margini in malo modo. Anche il contratto lo spinge a dare molto: è tra i ramarri in prestito sino a giugno, ma se raggiungerà degli obiettivi (personali e di squadra) scatterà il contratto per il 2016-2017. Tanti ex Bassano e Pordenone, ieri, hanno applaudito il suo arrivo. Tra questi Nichele e Zubin, non due a caso visto che dei neroverdi promossi in Lega Pro erano rispettivamente il leader dello spogliatoio e il leader tecnico del gruppo. Ora Berrettoni proverà a guadagnarsi la fiducia di Tedino. E quando giocherà, dicono dagli ambienti neroverdi, lo farà il più vicino alla porta possibile visti gli 81 gol segnati tra i “pro”.

Ore 19.30 – (Messaggero Veneto) Il saluto in spogliatoio ai compagni, quindi a proprietà e dirigenza. Poi, accompagnato dall’autista Denis, è partito per l’aeroporto di Ronchi dei Legionari, dove alle 17 è salito sull’aereo che l’ha portato a Trapani. Sì, ora si può dire: è terminata ufficialmente l’avventura di Caio De Cenco al Pordenone. Ieri il centravanti brasiliano (classe ’89) ha lasciato il De Marchi e da oggi si allenerà con i granata di serie B, dove rimarrà sino a giugno. Se farà bene, sarà riscattato dal Pavia. «Era un’offerta che non potevo rifiutare – ha detto prima di partire –. Ringrazio tutto il popolo neroverde, che ora spero di ritrovare in B». Un messaggio d’affetto che non poteva mancare: qui, in riva al Noncello, Caio si è scoperto per la prima volta bomber di alto livello. Ha giocato 14 gare e segnato 8 reti, di cui una straordinaria in rovesciata all’Alto Adige. Dopo stagioni “normali” in Lega Pro, sotto la cura di Bruno Tedino il bomber brasiliano ha compiuto il tanto atteso salto di qualità. «Che dire? Sono stati mesi fantastici – ha dichiarato De Cenco –. Mi sono subito trovato bene a Pordenone. Ho trovato in mister preparato e un gruppo solido, con alle spalle una società seria. Mi dispiace molto lasciare tutti, ma questa è una scelta che dovevo fare per il bene della mia carriera». A Trapani con Cosmi potrebbe giocare subito, il team siciliano ha bisogno di un centravanti di grande impatto fisico. «Me lo auguro – dice –. Solo per un’offerta del genere potevo lasciare Pordenone. Mi mancheranno molte cose di questi mesi, in particolare l’affetto dei tifosi e della squadra. Parlerò sempre bene di questo club. Ora, ripeto, spero di ritrovarlo in B». Chissà. Di sicuro se il club ce la farà ,una grossa mano l’avrà data De Cenco, ragazzo educato e semplice quanto devastante in campo: difficile dimenticare, oltre alla famosa rovesciata, la tripletta al Bassano, l’incornata all’Alessandria, la rete alla Reggiana, il tocco sottomisura con l’Albinoleffe e – per gli amanti dei centravanti moderni – il notevole lavoro fatto per la squadra, sia in fase di possesso siadi non possesso. Gli mancherà Pordenone, e Caio lo dimostra anche con il post di ringraziamenti sulla sua pagina Facebook. Una buona parola per tutti e l’augurio di vedere i “ramarri” in alto. Come si dice, boa sorte, Caio.

Ore 19.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Doppia «mazzata»: prima il ko sul campo con il Feralpisalò, poi l’addio di Simone Iocolano. Il capitano e il giocatore più rappresentativo, finito tra le braccia di una diretta concorrente nella lotta promozione. Il weekend del Bassano è servito. Fuori (al momento) dai playoff, la ferita che più fa male è la cessione all’Alessandria di Iocolano. Un’operazione che i tifosi hanno accolto con grande disappunto e che ha stupito non poco gli addetti ai lavori, condotta direttamente dai presidenti Giuseppe Di Masi e Stefano Rosso per una cifra di indennizzo compresa tra i 300mila e 500mila euro: piuttosto elevata, considerando che il giocatore era in scadenza di contratto. Iocolano guadagnerà molto più di quanto percepito a Bassano (130mila euro contro 36mila) e potrebbe esordire già questa sera nella storica sfida di Coppa Italia in semifinale contro il Milan. La società è alla ricerca di un esterno per sostituire Iocolano, per l’attacco si potrebbe intanto chiudere per Matteo Momenté, nome già emerso diversi giorni fa e tornato di attualità. «Non scriverò nessun nome in particolare — il saluto di Iocolano sul profilo social del Bassano — perché sono sicuro di dimenticare qualcuno e questo non deve accadere. Un grazie non basta per dirvi quello che ho dentro e né tantomeno credo che esistano le parole per dirvi quello che provo. Io vi ringrazio tutti perché in questi 7 anni ognuno di voi mi ha fatto crescere, rendendomi quello che sono adesso dentro e fuori dal campo». Infine, c’è un problema (risolvibile) per Gianmario Piscitella. Oggi il giocatore sosterrà le visite mediche a Roma per il rinnovo dell’idoneità, grazie al club giallorosso proprietario del suo cartellino. La settimana scorsa l’idoneità stessa non era stata rinnovata per l’indisponibilità delle strutture di riferimento di Bassano. Tanto che il giocatore non è stato convocato per la partita col Feralpisalò.

Ore 18.30 – (Gazzetta di Reggio) La prima da titolare di Daniele Mignanelli, dopo il ritorno da Pescara nel mercato di gennaio, coincide con una delle più belle prestazioni del giovane fluidificante comasco mai vista a Reggio: attacca la fascia sinistra creando sempre la superiorità numerica dalla sua parte ma, all’occorrenza, torna per dare una mano anche in fase difensiva. Se il Mignanelli.2 è questo la Reggiana può ancora guardare in alto. Come è stata la sua prima gara, dal primo minuto, dopo tanto tempo? «Fisicamente è stato pesante ma sotto il profilo del gioco è stata normale». Pensa di essere stato decisivo per questa vittoria? «Credo di aver fatto tutto quello che mi era stato chiesto di fare, cioè puntare il fondo per saltare l’uomo e scendere a fare il cross». Stavolta si è distinto anche in fase difensiva… «Già. Forse è stata la mia prima volta in assoluto». Perché la Reggiana ha fatto fatica nei primi minuti? «Siamo partiti un po’ più lenti nel girare la palla ma appena abbiamo accelerato l’azione si sono create le premesse di avere maggiori sbocchi in avanti e cambi di giochi, in pratica con tre passaggi eravamo in porta». Cosa pensa di questa sua nuova posizione? «Secondo me può essere un vantaggio perché io sono nato come esterno alto e così mi trovo davvero a mio agio, mi riesce naturale di saltare l’uomo e, di conseguenza, riesco a mettere cross per la testa dei nostri attaccanti visto che possiamo sfruttare le loro doti atletiche». Si sente già titolare per il futuro? «Sono scelte del tecnico, io sono a disposizione». Sa che Colombo le ha fatto i complimenti, forse per la prima volta? «Lo ringrazio e adesso spero di continuare così». Vedremo un Mignanelli maturato anche di testa? «Per forza sarà così».

Ore 18.20 – (Gazzetta di Reggio) Diventa facile commentare un classico 2-0 anche se l’inizio dei granata non è stato dei più promettenti. «All’inizio abbiamo avuto le solite difficoltà quando di fronte abbiamo squadre con queste caratteristiche – spiega Alberto Colombo –. Dopo la loro traversa ci siamo un po’ spaventati dopo però abbiamo capito cosa fare. Detto questo, alla fine la differenza la fanno i giocatori». Tipo Mignanelli? «Sull’esterno ha creato la superiorità, ha puntato spesso l’avversario e questo ci ha permesso di alzare il baricentro». La scelta di Siega alle spalle di Arma ha pagato. «Lui si sente attaccante e messo in quella posizione ha sfruttato l’occasione. Rispetto a Nolè o a Giannone che sono giocatori che amano mandare gli altri, Siega invece va ad attaccare la profondità: quello che ci è mancato in questo periodo. In più ha trovato anche il gol per coronare una splendida prestazione». Cerchiamo il pelo nell’uovo: non è rimasto deluso dall’inizio del secondo tempo con tante occasioni sprecate per chiudere la partita? «A me invece non è piaciuta molto la linea difensiva perché non l’ho vista con i soliti automatismi. Molte volte ci siamo fatti prendere nell’uno contro uno e ce lo siamo portati fino al limite dell’area. In questo senso non abbiamo lavorato benissimo». E le occasioni mancate? «Sfortuna, imprecisione, due pali: sono cose che ti possono costare care. In questo campionato dove è difficile creare occasioni, quando ti capitano le devi sfruttare. Questa squadra non ha perso molto, ma ha vinto poco. Tutti abbiamo ancora davanti il campionato scorso ma la gente deve capire che questo è un altro capitolo. Un altro campionato con altri avversari e anche la Reggiana è diversa». Come giudica la prestazione di Parola? «Credo che abbia dimostrato di avere la capacità di spostare il gioco da una parte all’altra con grande precisione». Squadra che vince non si cambia? «Non è detto. Ogni settimana può essere un test per i ragazzi. Ci può essere un’opportunità per tutti».

Ore 18.10 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana era obbligata a vincere e non ha deluso le aspettative dei tifosi e della società, anche se nella prima parte del match gli spettatori hanno temuto di vedere una delle solite gare, con la squadra di Colombo che tentava invano di scardinare la difesa di una avversaria molto chiusa. Poi la musica è cambiata ed è salito in cattedra Mignanelli, che al debutto dal primo minuto ha dato finalmente quella vivacità sulla fascia sinistra che non si vedeva da tempo. Un ritorno che fa sperare per la seconda parte del campionato. Il 2-0 contro il Lumezzane porta la firma di un grande Siega, ieri sera schierato in avanti, a supporto di Arma. Il numero 11 ha mostrato cattiveria e convinzione sotto porta, prendendo un palo e segnando un bellissimo gol allo scadere del primo tempo. Il centravanti marocchino ha invece fatto una gara di grande sacrificio ed è stato autore di buoni recuperi, ma è ancora bloccato psicologicamente e in alcune occasioni non si è assunto la responsabilità di andare al tiro. Ora la Reggiana deve raccogliere i tre punti anche domenica, sempre in casa, con il Piacenza, nella speranza che in questi giorni arrivi il rinforzo in attacco: sembra che nel taccuino di Raffaele Ferrara ci siano due centravanti e potrebbero essere presi entrambi. Ieri sera, per la cronaca, in tribuna c’era l’ex Ruopolo, ora al Mantova che pare stia cercando di prendere Marco Sansovini. E’ vicino il ritorno di Ruopolo? Lo sapremo nelle prossime ore. Il Lumezzane ieri sera è sceso in campo con l’obiettivo di non prenderle e ha badato prima di tutto a difendere, affidandosi soltanto alle ripartenze. Al 21’ gli ospiti, in una delle poche folate offensive, hanno sfiorato il vantaggio, con Pereira Cruz che ha preso la traversa a due passi da Perilli. A quel punto è suonata la sveglia e la Reggiana ha cambiato atteggiamento, dopo che per lunghi tratti era stata troppo manovriera. Al 30’ il primo squillo arriva da Mogos, che prende palla in area dopo un bel velo di Arma e tira verso la porta, ma troppo centralmente. Al 44’ Siega centra il palo da fuori area e un minuto dopo sigla il vantaggio con un tiro alla sinistra del portiere da dentro l’area. Nella ripresa gli ospiti si fanno pericolosi con il solito Pereira Cruz che impegna Perilli e Valotti da due passi fallisce il tap in. Mignanelli continua a prodursi in galoppate sulla sinistra e in recuperi difensivi, uno dei quali, al 58’, strappa applausi allo stadio. Al 70’ Bartolomei prende un palo e un minuto dopo serve da calcio d’angolo la palla del raddoppio di testa a Spanò (in rete anche nella partita d’andata). La partita si innervosice un po’ troppo, vola qualche cartellino, e al 78’ Valotti da due passi si divora il 2-1 che poteva riaprire il match. Nel finale c’è un po’ di gloria anche per Silenzi, figlio d’arte, che per poco non riesce a segnare. Sarebbe stata una grande gioia per tutti.

Ore 17.45 – (Calcio Padova) Il Calcio Padova informa che oggi pomeriggio è stato raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto dell’attaccante Nicola Petrilli. La Società biancoscudata e il giocatore hanno sottoscritto un pluriennale, con scadenza a giugno 2018.

Ore 17.40 – Padova, ufficiale: Nicola Petrilli rinnova fino al 2018!

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Nemmeno il tempo di sorridere per la vittoria salva primato sul Monfalcone, l’unica strappata a 90. minuto già scoccato, ed ecco che il Venezia a Verona è tornato nuovamente a pagare dazio a tempo quasi scaduto. L’1-0 pescato dalla Virtus Vecomp al primo minuto di recupero ha fatto riemergere i vecchi difetti, quelli dei 2-2 di Abano e Tamai incassati rispettivamente al 90′ e al 94′, per non parlare del ko al Penzo con l’Este con un 1-2 maturato al 92’e 93′. «È la quarta volta che veniamo punti in «Zona Cesarini» e dovremmo aver imparato sulla nostra pelle che la nostra soglia di attenzione dev’essere sempre al top – inizia dall’autocritica l’analisi del ds Giorgio Perinetti -. Quella di domenica a Verona è stata una vera beffa, la delusione è inevitabile, la squadra negli spogliatoi era molto avvilita ma non ci possiamo permettere e non c’è motivo per demoralizzarsi. L’alternanza con i padovani (vicini al tesseramento dell’ex biancoscudato Zecchin, ndr) non ci preoccupa né spaventa». Anche se in classifica è di nuovo tutto da rifare visto che il Campodarsego si è ripreso la vetta con un punto di vantaggio sul team di Giancarlo Favarin. «Il Venezia è l’unica squadra che in questo campionato affronta per 38 volte il Campodarsego – azzarda il dirigente lagunare – nel senso che contro di noi tutti hanno motivazioni da «primi della classe». Obiettivamente c’è poco da rimproverare ai ragazzi, a Verona la prestazione è stata ottima anche se ci è mancato il necessario cinismo». Nel prossimo turno seconda trasferta di fila in casa della Luparense (ore 14.30): quanto sta pesando il fatto che le avversarie stiano studiando e prendendo le misure al modulo 4-2-3-1? «Più che prenderci le misure giocano in dieci davanti al loro portiere, tutto qui. Dobbiamo ritrovare sprint nell’uno contro sugli esterni d’attacco proprio per aprire l’altrui densità difensiva. Con la Vecomp peraltro ci è mancato Volpicelli per il mal di schiena. Nessun dramma, su le maniche e impariamo dagli errori che per raggiungere il nostro obiettivo la cattiveria non deve mancare mai».

Ore 17.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Una giornata storta per il Venezia, in campo e fuori. A Verona, contro la Virtus Vecomp, gli arancioneroverdi sono stati beffati allo scadere (1-0 il finale), perdendo di nuovo la vetta: vincendo a Trieste, infatti, il Campodarsego, ha operato il controsorpasso e ora è a +1. Ma anche fuori dal rettangolo di gioco è stata una domenica da dimenticare, a causa dei tafferugli tra tifoserie. A fine partita i tifosi arancioneroverdi hanno raggiunto la zona dei supporters avversari, facilitati in questo dalla mancanza di steward. Sono volati striscioni e ombrelli e si è così accesa una piccola rissa: due tifosi della Virtus sono rimasti contusi. Nel parapiglia è stato danneggiato il bar dello stadio, mentre a bordo campo è stata sequestrata una mazza, ma non si sa a quale tifoseria appartenesse. La Digos è poi salita sul bus dei tifosi arancioneroverdi per identificarli e potrebbero scattare delle denunce. Pare inoltre che sia stata danneggiata l’auto dell’arbitro e potrebbero arrivare provvedimenti disciplinari anche a carico della società. «Sono episodi spiacevoli, purtroppo — commenta il ds Giorgio Perinetti — partite come queste vengono sottovalutate. Ci hanno riferito che le forze dell’ordine erano in gran parte impegnate al Bentegodi per la partita di serie A, ma allora si poteva anticipare o posticipare la nostra gara. Non cerco giustificazioni, hanno sbagliato tutti e voglio sperare che episodi del genere non si ripetano». Sulla partita il ds «assolve» i suoi: «La prestazione c’è stata, la squadra ha giocato e ha avuto le sue occasioni. Purtroppo ancora una volta abbiamo preso gol nei minuti di recupero: di sicuro serve più attenzione. Incontriamo sempre squadre molto chiuse, non è facile scardinare le difese. Con il Campodarsego penso che l’alternanza in classifica proseguirà, l’importante è che alla fine saremo noi davanti».

Ore 17.00 – (La Nuova Venezia) Minuti finali fatali, e il Venezia mastica amaro. Un altro punto perso in extremis a Verona, al termine di una partita giocata su buoni livelli contro una Virtus Verona che ha confermato il suo valore che forse la classifica non rispecchia fedelmente. Zona Cesarini poco propizia a Serafini a compagni, cosicchè Marco Burato, centrocampista della Virtus Verona, si aggiunge alla lista dei “giustizieri” del Venezia. Il primo (14 ottobre) è stato Munarini dell’Abano, autore del gol del pareggio (2-2) nella prima partita senza vittorie degli arancioneroverdi. E sono i primi due punti lasciati per strada, anche se il pallone del cross aveva abbondantemente oltrepassato la linea di fondo campo. Poco meno di un mese dopo (8 novembre) le vesti di accalappia-Venezia le indossò Paladin del Tamai, anche in quel caso finì in parità (2-2), dopo che Serafini aveva portato in vantaggio gli arancioneroverdi allo scadere della fazione . Altri due punti persi, e sono quattro, quella domenica primo aggancio del Campodarsego in testa alla classifica. Il clou è stato toccato nel match casalingo conto l’Este (22 novembre), Venezia avanti di un gol al 46’ della ripresa, punito prima da Ferrara (46’) e poi da Arvia (49’), anche in questo caso con un tiro dalla lunga gittata: tre punti lasciati sul “green” del Penzo, totale sette punti, l’esonero di Paolo Favaretto, e primo allungo (+3) del Campodarsego. A Verona il poker di giornate storte con il tiro-gol di Burato al 46’ del secondo tempo, una sconfitta immeritata, 8 punti quindi lasciati in zona Cesarini e Campodarsego nuovamente davanti in classifica (+1) dopo che il Venezia aveva scavalcato i padovani due settimane fa. Al netto del confronto, finali favorevoli al Venezia, si possono mettere sull’altro piatto della bilancia il rigore messo a segno da Fabiano al 40’ nella gara casalinga contro l’Union Ripa La Fenadora e il guizzo vincente di Acquadro la scorsa settimana, al 44’ della ripresa, contro il Monfalcone. Tolti quei quattro punti, ne restano sempre quattro in disavanzo. Il Venezia riprende oggi pomeriggio al Taliercio in vista della seconda trasferta consecutiva sul campo della Luparense di Enrico Cunico, squadra in salute con otto punti conquistati nelle quattro partite del girone di ritorno. In tribuna a San Martino di Lupari ci sarà anche il presidente Joe Tacopina, atteso a Mestre giovedì, condizioni climatiche sul nord America permettendo. Settimana che dovrebbe vedere il ritorno in gruppo di Matteo Marcolini, fuori gioco per un problema al polpaccio da oltre mese. E così il braccio di ferro ricomincia, Venezia o Campodarsego, Campodarsego o Venezia mentre l’Este zitto zitto se ne sta in agguato.

Ore 16.40 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.20 – Qui Guizza: partitella finale.

Ore 16.00 – Qui Guizza: squadra divisa in due tronconi per esercizi specifici per difensori ed attaccanti.

Ore 15.50 – Qui Guizza: continui cambi di interpreti, provato rapidamente anche il 4-3-1-2.

Ore 15.30 – Qui Guizza: primi test anti-Lumezzane, provato De Risio a centrocampo e Mazzocco esterno.

Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano dopo una breve seduta video. Ancora a parte Petrilli, assente Dell’Andrea.

Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Lo stop di Bari brucia ancora al Vicenza, soprattutto per come è maturata la sconfitta del San Nicola, che ha interrotto la mini-striscia positiva di due vittorie. «Nonostante fosse la terza partita in pochi giorni e con problemi di formazione — spiega Pasquale Marino — la squadra ha saputo reagire. Nel primo tempo si è sofferto, anche se l’occasione più chiara per segnare l’avevamo avuta noi con Raicevic che ha colpito il palo. Loro poi hanno trovato il vantaggio all’ultimo minuto del primo tempo e hanno raddoppiato con il gol di Maniero, che le immagini tv hanno mostrato in maniera chiara fosse irregolare a causa di una netta spinta su Brighenti. Ma siamo stati penalizzati anche quando Laverone, lanciato in porta, è stato fermato per un presunto fallo su Contini, che invece scivola da solo. Tanti episodi che lasciano perplessi ma ormai è andata, star qui a parlarne non serve a niente. La reazione della squadra c’è stata e meritavamo il pareggio; pur in dieci ci abbiamo provato sino alla fine, ma non siamo riusciti a raddrizzarla». Il Vicenza sposta così l’attenzione sulla trasferta di sabato prossimo che si giocherà a Como, fanalino di coda del campionato. Il gruppo dovrà convivere anche questa settimana con il mercato, che chiuderà i battenti lunedì prossimo. In casa biancorossa l’operazione più avviata è l’ingaggio di Francesco Benussi, portiere del Carpi che rientra in un giro di estremi difensori che coinvolge formazioni di A e B. Il tutto dovrebbe partire dal ritorno di Josip Posavec, portiere croato in prestito all’Inter Zapresic che rientrerà al Palermo forse già stasera. Il suo ritorno darebbe il via libera alla partenza di Colombi in direzione Carpi. Trasferimento che favorirebbe il passaggio di Benussi a Vicenza, che già ieri si è allenato al centro tecnico Piermario Morosini. Il tutto non è ancora ufficiale, perché a bloccare al momento il trasferimento di Richard Marcone al Verona c’è la situazione realtiva a Rafael, che sta valutando se accettare il passaggio al Cagliari. Detto del rinforzo tra i pali, la dirigenza sta valutando anche la situazione a centrocampo dove Pazienza sta trattando con la Cremonese; l’Atalanta spinge per riavere Gagliardini, e il Vicenza sta pensando ad un rinforzo con Signori del Novara, al momento l’obiettivo più raggiungibile. Piace Luca Castiglia ma Luca Urbani, procuratore del mediano della Pro Vercelli è stato chiaro: «Il Vicenza ha chiesto informazioni ma la dirigenza piemontese non ha intenzione di privarsi del giocatore».

Ore 14.30 – (Mattino di Padova) Controsorpasso riuscito. Grazie alla vittoria di Trieste, domenica il Campodarsego è tornato in vetta al girone C di Serie D. Decisiva, in questo senso, è stata pure la sconfitta del Venezia allo stadio “Gavagnin-Nocini” di Verona, tana della Virtus Vecomp. Ai biancorossi, in ogni caso, sarebbe bastato anche il pareggio dei Leoni Alati, trafitti da Burato in pieno recupero. Ora il “Campo”, dall’alto dei suoi 53 punti, può continuare a sognare un posto in Lega Pro. Domenica prossima al “Gabbiano” arriverà il Dro, mentre il Venezia sarà di scena nella vicina San Martino di Lupari, contro gli uomini di mister Cunico. Che potrebbero diventare preziosi alleati di Bedin & C. Chi non vuole sentir parlare di salto tra i professionisti è Attilio Gementi: da un lato il direttore sportivo del Campodarsego si gode i risultati di un gruppo plasmato in appena due anni fra trattative serrate e colpi di genio, dall’altro cerca di tenere alte le antenne e basso il profilo, nonostante il grande entusiasmo di patron Daniele Pagin, che nella promozione ci crede veramente. «Il presidente fa benissimo a caricare tutto l’ambiente, trasmette fiducia», puntualizza Gementi. «Io, tuttavia, devo fare il direttore sportivo e valutare tutte le variabili: conosco il valore del Venezia e so che ha una marcia in più di noi. Sul campo, comunque, abbiamo dimostrato di potercela giocare affrontando gli ostacoli di domenica in domenica. La classifica dice che Campodarsego e Venezia se la possono giocare, ma se dovesse risalire anche l’Este? Non possiamo escludere nulla». Domenica al “Rocco” è stato determinante il bomber Mehdi Kabine (già a quota 5 reti), sua intuizione decembrina. «Kabine ha dimostrato di essere un uomo vero e un professionista esemplare. È entrato in punta di piedi nello spogliatoio e ha trascinato una squadra che può già contare su un capitano fantastico come Maurizio Bedin». Tuttavia, il “mercato” del Campodarsego non si è ancora concluso. Si sta parlando, infatti, di un interessamento nei confronti di Gianpietro Zecchin, centrocampista 32enne originario di Camposampiero, svincolato dopo sei stagioni dal Varese (di cui una in Lega Pro e cinque in Serie B). «Zecchin ha giocato mezza partitella con noi venerdì scorso, ma in questo momento sta facendo delle cure a Bologna per la caviglia. A settembre doveva andare alla Cremonese, poi non se n’è fatto nulla». «Al momento», aggiunge Attilio Gementi, «non abbiamo intavolato nessuna trattativa con il giocatore, anche perché non conosciamo le sue condizioni fisiche. Farebbe sicuramente comodo e il gruppo lo accoglierebbe volentieri, ma ci sono alcuni aspetti da valutare. Avevamo fatto due parole anche con un altro centrocampista, Matteo Bedin (svincolato dal Mestre, ndr), ma non c’è stato un seguito». Entro gennaio, invece, potrebbe arrivare un giovane per rimpolpare la rosa dei fuori quota? «Ci servirebbe un ’97, anche perché la coperta è un po’ corta. Avevamo preso Dell’Andrea dal Padova, ma abbiamo dovuto fare marcia indietro per problemi di tesseramento. Vedremo se ci saranno altre occasioni».

Ore 14.10 – (Gazzettino) Oggi è il giorno di Mattia Zaccagni. La trattativa per portare a Cittadella il ventennne centrocampista è in fase avanzata, tanto che oramai si attende soltanto l’ufficialità dell’operazione. Zaccagni, di proprietà del Verona, nell’ultimo campionato ha vestito la maglia del Venezia con la quale ha collezionato 33 presenze: “tapperà” uno dei vuoti a centrocampo lasciati dagli infortuni di Paolucci e Bobb, quest’ultimo operato la scorsa settimana al perone della gamba sinistra (per lui stagione finita). Intanto ieri il Cittadella ha ripreso la preparazione in vista del prossimo impegno, nuovamente al Tombolato, di sabato prossimo (calcio d’inizio alle 17.30) con il Renate. Hanno ancora lavorato a parte Pascali, Donazzan e Paolucci. Il programma settimanale prevede tutte sedute pomeridiane, dalle 14.30, venerdì mattina la seduta di rifinitura, poi le convocazioni di Venturato. Da ieri sono disponibili i biglietti per la gara, che si possono acquistare online oppure direttamente nella sede della società granata dalle 9.30 alle 12-30 e dalle 15 alle 18.30. Sabato gli uffici del Cittadella saranno aperti soltanto al mattino dalle 9 alle 12, mentre i botteghini dello stadio apriranno alle 16.

Ore 13.50 – (Gazzettino) Lo aveva detto, Filippo Lora, di sentirsi dentro la chiara sensazione di essere adesso più forte rispetto a prima dei due brutti infortuni che lo hanno condizionato nelle due ultime stagioni. E faceva lo stesso augurio al compagno Yusupha Bobb. La convincente prestazione di sabato con la Pro Patria, nella sua prima partita in campionato da titolare, confema quanto dichiarato del ventitreenne centrocampista granata. «Sono contento – afferma l’interessato – perchè fisicamente non ho avuto problemi a giocare l’intera partita e psicologicamente mi aiuta molto essere sceso in campo dal primo minuto e avere giocato fino al fischio finale dell’arbitro. Non è questione di aver dimostrato qualcosa perchè ne ero convinto anche prima, l’importante è essermi reso utile alla squadra. Questa è soltanto una tappa, quel che conta è dare continuità perchè la stagione è ancora lunga e c’è bisogno del contributo di tutti per raggiungere il nostro obiettivo». Quando l’ex capitano della Primavera del Milan ha saputo di scendere in campo con la Pro Patria nell’undici iniziale, è presto detto: «Poco prima della partita, dopo il pranzo quando ci ritroviamo nella riunione che precede la gara. Il nostro allenatore solitamente fa sempre così. Ho accolto con piacere l’assunzione di questa responsabilità, ma sarebbe potuta toccare anche ad altri. Siamo un gruppo unito dove chi è chiamato in causa si impegna al massimo per fare bene». Alcune sue efficaci incursioni fra le maglie della difesa avversaria hanno creato diverse situazioni da gol. La seconda rete del Cittadella è nata proprio da un suo affondo. «C’è una preparazione che curiamo durante la settimana, dove provo anche queste situazioni che sono adatte alle mie caratteristiche. Magari altri compagni si esprimono meglio con altre giocate». Sul sofferto finale di gara con i bustocchi, che si era verificato anche in altre partite, continua: «Sappiamo che dobbiamo migliorare per riuscire a tenere il controllo del gioco e del risultato per l’intera partita. Quando si hanno dei cali, qualsiasi avversario ne approffitta e diventa pericoloso. Ciò è successo dopo che avevamo preso il gol, perciò dovevamo metterci più attenzione». Sabato con inizio alle 17.30 al Tombolato ci sarà il Renate, squadra reduce da una vittoria in trasferta con la Giana Erminio. Nell’andata il Cittadella aveva costruito almeno sei-sette occasioni da gol, ma la partita era finita 0-0. Spiega Lora: «Per vincere dovremo dare il massimo. Loro sono cresciuti rispetto all’andata, ma anche noi ultimamente siamo diventati più concreti». Sull’imminente arrivo dal Verona del ventenne centrocampista Matteo Zaccagni, conclude: «Considerati gli infortuni di Paolucci e Bobb un centrocampista ci può dare una mano. Noi dobbiamo andare avanti compatti per la strada che stiamo percorrendo».

Ore 13.30 – (Mattino di Padova) L’impressione è che manchi solo l’ufficialità, che arriverà, probabilmente, già oggi. Ma pare fatta per l’approdo al Cittadella del giovane centrocampista Mattia Zaccagni, pronto ad arrivare in prestito dall’Hellas Verona. È lui, 20 anni, mediano, già in campo in tre occasioni in Serie A in questa stagione, ma 33 volte in quella scorsa con la maglia del Venezia, in Lega Pro, l’elemento individuato dal d.g. Stefano Marchetti per far fronte agli infortuni seri di Paolucci e Bobb. A quanto risulta, l’accordo tra le due società c’è, rimane da trovare quello con il giocatore, mezz’ala che potrebbe alternarsi a Schenetti e Lora nel “4-3-1-2” di Venturato. Proprio quest’ultimo è stato per certi versi l’“osservato speciale” sabato scorso contro la Pro Patria, visto che per la prima volta in campionato è partito titolare. “Pippo” ha superato a pieni voti l’esame, entrando anche nell’azione che ha portato al 2-0 granata, con una galoppata palla al piede sulla fascia sinistra, terminata con l’assist per il gol di Bizzotto, sulla cui attribuzione tanto si è discusso. «Nemmeno io, che pure ero vicino, so dire se il tocco di Giulio è arrivato prima che il pallone varcasse la linea o se invece dobbiamo parlare di autogol di Ferri», spiega Lora, che ieri pomeriggio ha ripreso gli allenamenti al Tombolato assieme ai compagni, dopo la domenica di riposo. «Ciò che conta è che il gol sia arrivato. A livello personale sono contento di aver retto bene per tutti i 90’. E credo di essere cresciuto nel corso della partita: man mano che passava il tempo, acquisivo sicurezza». Nelle scorse settimane anche il suo nome è circolato nei canali di radiomercato, a suffragare l’ipotesi che potesse lasciare la città murata per cercare più spazio altrove. Poi il doppio infortunio di Paolucci e Bobb e la prestazione maiuscola che ha offerto sabato hanno modificato le prospettive. Questa prestazione stoppa ogni possibile “voce”? «Francamente non so cosa succederà da qui alla chiusura della sessione del 1º febbraio, quello che posso dire è che sono contento di aver dimostrato ciò che posso dare». A macchiare il giudizio sulla vostra partita resta l’insicurezza mostrata nei minuti finali, quando la Pro Patria è tornata in gioco. «Sull’episodio del gol c’è stata una certa confusione in area, non tutte le marcature sono state curate a dovere. Quella rete ci ha portato all’affanno dei minuti finali. È evidente che dobbiamo migliorare nella gestione delle partite, facendo in modo che certe disattenzioni non si ripetano. Un singolo episodio può decidere un incontro». E sabato, alle 17.30, ospiterete un’altra squadra chiusa come il Renate. «Proprio il match d’andata ci fece capire quanto difficile sarebbe stata questa Lega Pro: ci trovammo più volte di fronte al portiere ma non andammo oltre lo 0-0. Da allora, però, sono convinto che il Cittadella sia cresciuto sotto il profilo del cinismo». Ora non resta che dimostrarlo in campo.

Ore 13.10 – (Corriere del Veneto) Dopo una serie di contatti e un giro di orizzonte nel quale era stato valutato anche Lorenzo Staiti dell’Entella, il Cittadella sembra aver individuato il rinforzo giusto a centrocampo. Si tratta di Mattia Zaccagni, ex Venezia, di proprietà del Verona. Zaccagni, 20 anni, è finito nel mirino del ds Stefano Marchetti, intenzionato a tappare le falle aperte dagli infortuni di Paolucci e Bobb. La trattativa per il passaggio di Zaccagni, che nella passata stagione ha collezionato 33 presenze con i lagunari, sembra essere in dirittura d’arrivo e l’annuncio potrebbe arrivare già oggi. Il giocatore si metterà subito a disposizione di Roberto Venturato in vista della partita di sabato con il Renate.

Ore 12.50 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “Oltre alle punte serve anche uno psicologo”) Pillon ha tuonato subito dopo la partita: «Non si può giocare un primo tempo così infelice, bisogna cambiare registro». Il giorno dopo, sulle colonne del Gazzettino, l’amministratore delegato Bonetto ha rincarato la dose: «Ci aspettavamo una vittoria, la squadra deve fare di più». Non sono giorni sereni per il Padova, nonostante il cambio di allenatore abbia comunque prodotto una scossa. Che i disagi siano soprattutto mentali lo dice l’atteggiamento esibito in campo dalla truppa biancoscudata nelle partite del 2016: le punte restano abbastanza isolate, i centrocampisti non salgono e nella testa dei giocatori ha il sopravvento il pensiero che non perdere sia più importante di vincere. Da qui il ritmo lento, le giocate elementari, i palloni lunghi e prevedibili, la paura di sbagliare. Il tutto in attesa di un episodio favorevole che possa cambiare il corso della gara. Ma gli episodi favorevoli bisogna andare a cercarseli, come fa abitualmente il Cittadella, che non a caso è primo in classifica. Il Padova deve perciò entrare nell’idea di essere pericoloso da subito, girando la palla in velocità e attaccando lo spazio, come ha fatto in alcune situazioni nel secondo tempo di Piacenza. Visto che siamo in tempo di mercato, ecco che ci viene spontanea una domanda per i dirigenti: oltre a rinforzare l’attacco (possibilmente con investimenti oculati) non sarebbe forse opportuno “acquistare” uno psicologo?

Ore 12.40 – (Gazzettino) Altra punta in ballo è Succi e anche in questo caso c’è di mezzo la durata del contratto. «Non si discutono le qualità del giocatore – sottolinea il diesse biancoscudato – ma se c’è una mezza possibilità possiamo valutare sei mesi, invece la richiesta è per un anno in più e questo per noi può essere un problema». Così Paolo Conti, procuratore dell’attaccante che il club romagnolo è pronto fare partire agevolando l’operazione: «Il problema è proprio questo visto che Davide ha già sei mesi di contratto con il Cesena dove tra l’altro vive. Vediamo cosa succede, non escludo niente. Succi vuole molto bene a Padova». Occhio però anche ad altre piste, come quella che porta a Virdis del Savona e soprattutto al giovane Sparacello che il Trapani potrebbe fare partire dopo l’arrivo di De Cenco. Già seguito in estate, potrebbe essere l’alternativa a Panico. «Mi è sempre piaciuto – ammette De Poli – Rispetto a Panico ha più fisicità ed è una prima punta». Il diesse deve anche sfoltire la rosa: «C’è qualcosa per Ramadani e Aperi, vediamo. Con tutto il bene che voglio ad Aperi, non gli conviene rimanere qui a non giocare. Giandonato? Per il momento non so niente».

Ore 12.30 – (Gazzettino) Il padre di Panico è intervenuto su un social network padovano spiegando che se i biancoscudati vogliono il figlio, lo porta lui in spalla. «Ha però omesso di dire che il veto l’hanno messo loro», sottolinea De Poli. Sulla vicenda interviene anche Matteo Roggi, procuratore dell’attaccante: «Al di là dell’intervento del padre del ragazzo con il quale De Poli ha avuto modo di parlare, la questione è semplice. Padova è una piazza più che gradita, l’unica di Lega Pro che abbiamo preso in considerazione, e il Genoa lo manderebbe più che volentieri. Per il ragazzo sarebbe un passo importante venire a giocarsi il posto con due signori attaccanti (Neto Pereira e Altinier, ndr). Se viene fatto un prestito secco fino al termine della stagione con una valorizzazione legata alle presenze si può fare, diversamente è difficile. Capisco il Padova che è una società sana alla quale la valorizzazione non cambia il bilancio e punta a un progetto a più lunga scadenza, ma a oggi questa è la nostra posizione. Comunque c’è la volontà di trovare la formula giusta per fare sì che tutte le parti siano felici».

Ore 12.20 – (Gazzettino) Manca una settimana alla chiusura del mercato e il Padova deve ancora sciogliere il nodo legato all’ingaggio di almeno un attaccante. Non che i profili non siano stati individuati, ma l’inghippo è legato alla durata del contratto. Come nella trattativa per il giovane talento genoano Giuseppe Panico, che nelle ultime ore ha fatto registrare una frenata. «La situazione è congelata – spiega Fabrizio De Poli – Con il Genoa stavamo discutendo un prestito di diciotto mesi, ma la famiglia del ragazzo e il suo procuratore hanno messo un grande “niet” a questa durata del prestito, dichiarandosi disponibili solo per sei mesi. Ora stiamo valutando se è possibile o meno farlo”. Ma l’amministratore delegato Roberto Bonetto sul Gazzettino di ieri è stato esplicito: per sei mesi non se ne parla. «Infatti ho detto che la situazione è congelata visto che i presupposti inizialmente erano per diciotto mesi e non sei». Tra l’altro il Genoa vorrebbe riservarsi la possibilità di piazzare in estate il giocatore in un club di serie B. «Anche di questo stavamo discutendo, ma quando siamo venuti a sapere che la volontà è quella di non instaurare un rapporto di un anno e mezzo, tutto si è bloccato».

Ore 12.00 – Qui Guizza: giunge al centro “Geremia” Giovanni Tateo, procuratore di Nicola Petrilli, per parlare col ds De Poli del rinnovo contrattuale dell’esterno offensivo.

Ore 11.40 – Qui Guizza: termina l’allenamento mattutino.

Ore 11.20 – Qui Guizza: sessione finale di tiri in porta.

Ore 11.00 – Qui Guizza: si passa al lavoro atletico.

Ore 10.40 – Qui Guizza: lavoro col pallone sul sintetico. Assenti Fabiano, Petrilli e Dell’Andrea.

Ore 10.20 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per la seduta mattutina.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) In ogni caso, il Padova si muove sottotraccia anche per cercare una punta di esperienza. E delle possibilità inizialmente vagliate due sono già sfumate: Caio De Cenco, gioiello del Pordenone nel girone d’andata, si è accasato a Trapani, in Serie B, mentre l’attaccante del Sudtirol, Piergiuseppe Maritato, ha firmato con la Lucchese. Rimangono ancora in ballo, dunque, Virdis del Savona e, ovviamente, Davide Succi. Anche se tra domanda e offerta, per quest’ultimo, le parti sembrano lontane: «Gli abbiamo proposto sei mesi, ma Succi ha una richiesta di un anno e mezzo di contratto, e per noi questo potrebbe essere un problema. Per me è importante che arrivi una punta, chiunque essa sia, e magari prima di sabato. Se poi lunedì sera succederà qualcos’altro, valuteremo come muoverci». In uscita, invece, rimangono da valutare le posizioni di Sebastiano Aperi e Alban Ramadani: per il primo è ancora vivo l’interesse dell’Akragas, per il secondo la possibilità più concreta pare condurre ad una pista estera. Quanto a Giandonato, invece, bisognerà attendere gli ultimissimi gironi di “mercato”, per capire se veramente nascerà la possibilità di una sua partenza last minute. Sembra ormai cosa fatta, invece, il rinnovo contrattuale di Nicola Petrilli, che dopo il sesto gol stagionale siglato a Piacenza sarà blindato dal club biancoscudato: «In settimana, forse anche già domani (oggi, ndr), ci troviamo per definire un accordo che sommariamente, in forma verbale, abbiamo già chiuso».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Anche se Padova e Genoa già stavano discutendo le clausole del rapporto, che sarebbero intervenute per esempio nel caso in cui, la prossima estate, fosse giunta una proposta al giocatore da una società di categoria superiore. «Una situazione della quale stavamo parlando ormai da giorni. Ma quando abbiamo saputo che la famiglia e il procuratore non accettano un prestito di 18 mesi, e sono solo disponibili a farlo venire da qui a giugno, abbiamo deciso di valutare se ne valga la pena. Il padre ha anche scritto sul suo profilo facebook che, se le due società avessero trovato l’accordo, lui avrebbe portato il figlio a Padova anche in spalla. Però ha omesso di rimarcare il fatto che siano stati proprio loro ad inserirsi nei normali colloqui tra società e agenti: deve dire le cose come stanno, in maniera veritiera». Attaccanti giovani se ne trovano comunque. E l’alternativa potrebbe essere rappresentata da un vecchio pallino di De Poli: Claudio Sparacello, bomber della Primavera del Trapani. «Vediamo nei prossimi giorni cosa può succedere. È un giocatore che mi è sempre piaciuto, è una prima punta e, rispetto a Panìco, è più fisico».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Ad una settimana dalla chiusura del “mercato”, la trattativa che sembrava ormai ben avviata per portare a Padova Giuseppe Panìco, 18enne attaccante della Primavera del Genoa, ha subìto una brusca frenata. «L’affare è congelato», ha spiegato ieri il direttore sportivo Fabrizio De Poli. Un affare che si tinge di “giallo”: mentre le due società stavano discutendo le modalità del prestito, pare che a mettersi di traverso sia stata la stessa famiglia del giocatore. E nonostante il padre in persona, tramite il proprio profilo facebook, abbia provato a smentire questa indiscrezione, la realtà è che in viale Nereo Rocco non l’hanno presa affatto bene. «Il Padova con il Genoa stava cercando un’intesa», la spiegazione del diesse. «Si stavano abbozzando tutti i possibili dettagli di un prestito di un anno e mezzo, perché questa è stata sin dall’inizio la nostra richiesta al Genoa. Purtroppo, da parte di chi rappresenta il giocatore, e quindi il suo procuratore e la sua famiglia, è arrivato un secco “niet” a questa possibilità». Pare che sia stato proprio il padre, in questo senso, a rifiutare la possibilità di far rimanere il figlio in biancoscudato anche nella prossima stagione, pretendendo che si parli di un prestito di sei mesi e nulla più.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È iniziata ieri pomeriggio la marcia di avvicinamento del Padova alla sfida di sabato (ore 14) sul campo del Lumezzane, seconda trasferta di fila. Dopo la domenica di riposo, la squadra si è ritrovata alla Guizza per il primo allenamento: ha lavorato a parte solo Petrilli, ancora alle prese con il leggero fastidio avvertito venerdì nel corso della rifinitura pre-Piacenza, le cui condizioni fisiche comunque non preoccupano in vista della gara in Val Trompia, visto che già sabato scorso è sceso regolarmente in campo, segnando per giunta il gol del pareggio. Oggi il gruppo di Pillon si allenerà sia al mattino che al pomeriggio, sempre alla Guizza, dove da domani a venerdì si ritroverà in orario pomeridiano. TIFOSI. I club dell’Aicb hanno già cominciato la raccolta delle adesioni per la trasferta in pullman a Lumezzane: la partenza è prevista per sabato alle 9.45 dal capolinea del tram alla Guizza. La quota di partecipazione (per il solo viaggio) è di 10 euro per i possessori di tessera Aicb, e di 15 per i non iscritti: prenotazioni al 338.4578666.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Giuseppe Panìco e il Padova sono improvvisamente più lontani. Colpa — pare — di un dietrofront del padre e dell’entourage del giovane attaccante del Genoa, che si sono opposti alla durata di 18 mesi del prestito concordato fra le due società. Il genitore del talento rossoblù è intervenuto sulle pagine Fb di un sito web per smentire la sua oppozione al trasferimento con prestito «prolungato» per due stagioni, ma la versione della dirigenza del Padova è completamente diversa: «Con Il Genoa avevamo impostato un discorso basato su un prestito di 18 mesi — sottolinea Fabrizio De Poli — l’unica soluzione che ci interessava. E la trattativa fra le due società era decisamente ben avviata. Poi, però, ci è stato comunicato dal procuratore di Panìco che il giocatore avrebbe voluto solo un prestito di sei mesi. Il padre? Non voglio entrare in polemica, ma solo spiegare come stanno le cose. La nostra società va rispettata. Noi vogliamo guardare avanti, un prestito di sei mesi non ci sembra un discorso a lunga scadenza. Cosa succederà? Non lo so, vediamo nei prossimi due giorni». La trattativa può ancora sbloccarsi, ma di sicuro si è complicata e i risultati tutt’altro che esaltanti della squadra non aiutano. Sfumato Caio De Cenco, passato al Trapani, restano ancora in ballo Davide Succi (Cesena) e Francesco Virdis (Savona) ma De Poli sta vagliando anche altri nomi. Per Manuel Giandonato la pista più concreta porta a Latina, dal suo ex allenatore Mario Somma. Per Aperi nuovi contatti con l’Akragas, mentre Ramadani non ha offerte e potrebbe partire solo nelle ultime ore di mercato.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 38, Alessandria 35, FeralpiSalò 34, Bassano 32, Pordenone e SudTirol 31, Pavia e Reggiana 29, Cremonese e Padova 25, Giana Erminio 24, Cuneo e Pro Piacenza 23, Lumezzane e Renate 19, Mantova 18, AlbinoLeffe 13, Pro Patria 8.

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la diciannovesima giornata: Bassano-FeralpiSalò 1-2, Alessandria-Cuneo 1-0, AlbinoLeffe-Pordenone 0-3, Cittadella-Pro Patria 2-1, Giana Erminio-Renate 1-2, Pro Piacenza-Padova 1-1, Mantova-SudTirol 0-0, Pavia-Cremonese 0-0, Reggiana-Lumezzane 2-0.

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 25 gennaio: prima seduta d’allenamento settimanale per i Biancoscudati, a parte precauzionalmente Petrilli.




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