Live 24! Padova-FeralpiSalò, -3: ancora fermo Altinier, ma domani torna in gruppo

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Ore 21.30 – (Il Piccolo) Almeno parzialmente rinfrancati dal colloquio di martedì sera con il curatore fallimentare, i giocatori dell’Unione Triestina 2012 hanno ripreso ieri gli allenamenti agli ordini di Doardo e Roncelli. La pazienza richiesta alla squadra da Vernì, associata a qualche speranza sul futuro della società e magari alla possibilità di vedere presto qualche stipendio, ha rimesso carburante a un gruppo che, per dire la verità, non ha mai mollato di un centimetro in questo periodo difficile, offrendo sempre il massimo impegno e, episodio di Venezia a parte, giocandosi sempre le partite alla pari o quasi con gli avversari. Per cui, sperando ovviamente di poter scendere regolarmente in campo domenica allo stadio Rocco, i giocatori hanno ripreso la preparazione in vista della partita contro il Tamai. Ieri, con il campo di Prosecco occupato da altri impegni, i giocatori si sono limitati a un allenamento nella palestra del Rocco, ma da oggi e fino a sabato sono previsti altri tre allenamenti sul campo di Prosecco. Nonostante la dichiarazione di fallimento, non c’è stata nessuna defezione nel gruppo: tutti presenti, insomma, e del resto altri forfait sarebbero stati devastanti visto che la rosa a disposizione è già ridotta ai minimi termini. Tra l’altro, nel colloquio dell’altro giorno, sembra che il curatore abbia detto a squadra e staff che se le cose vanno per il verso giusto, ci potrebbe anche essere lo spazio per qualche rinforzo alla rosa (in questo momento ci si può rivolgere solo agli svincolati). Ma in attesa di capire cosa succederà effettivamente, bisogna purtroppo fare i conti anche con le assenze sicure o quasi, dovute a infortuni o a decisioni del giudice sportivo. Spadari sta recuperando dallo stiramento che aveva accusato a Noale, ma non è ancora certo che possa farcela per domenica. Qualche problemino ce l’ha anche Abrefah, che sta facendo terapia per un dolore al ginocchio, ma qui le possibilità di un recupero sembrano essere maggiori. Chi non ci sarà sicuramente è invece Crosato, che è stato squalificato per un turno dal giudice sportivo dopo l’espulsione di Levico. E a proposito di giudice sportivo, nel girone C c’è da segnalare una pesante punizione per il Venezia, al quale è stata inflitta una gara a porte chiuse e 3.000 euro di multa: al termine della gara contro la Luparense, «una persona non identificata e non iscritta in distinta – dice la motivazione – ma riconducibile alla società, è entrata in campo impossessandosi del tabellone luminoso delle sostituzioni, spintonato l’assistente, ponendogli un braccio all’altezza del petto, con vigoria tale da farlo indietreggiare di circa un metro e mezzo. Il medesimo si nascondeva all’interno dello spogliatoio per evitare di essere riconosciuto».

Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) Un punto a partita nelle ultime quattro gare e un punto a partita anche nelle ultime dieci. Un passo lento, lentissimo, quello del Pavia: da play out, non certo da play off. E meno male che c’è stata la vittoria di Pordenone – l’unica negli ultimi undici turni – ottenuta da Stefano Rossini, allenatore solo per una settimana, chiamato a gestire l’interregno tra Marcolini e Brini. Singolare che l’unica gioia azzurra recente sia legata alla partita contro la squadra più in forma del momento: proprio il Pordenone dopo quella sconfitta 0-2 ha infilato quattro vittorie di fila. Nessuno ha fatto meglio. Non la capolista Cittadella (9 punti, tre vittorie e un ko), e nemmeno la FeralpiSalò che però è in un periodo più lungo, ovvero le ultime dieci giornate, la squadra che ha conquistato il maggior numero di punti: ben 22, più del Cittadella e dello stesso Pordenone. Una vera sorpresa, la squadra allenata da Aimo Diana, e a questo punto non più solamente tale. La Feralpi è squadra che gioca bene e che nelle ultime giornate è riuscita anche a sfatare il tabù casalingo, confermando allo stesso tempo il rendimento pazzesco in trasferta: 27 punti conquistati su 30, mai una sconfitta. In entrambe queste graduatorie parziali – spia da un lato del momento attuale delle squadre (le ultime quattro gare) e dall’altro della tendenza nella seconda parte del campionato fin qui disputato (le ultime dieci gare) – il Pavia si ritrova mestamente ultimo tra le prime dieci in classifica. Quelle, cioè, con le quali si dovrà giocare l’accesso ai play off. Nel periodo più recente anche l’Alessandria ha subito una flessione conquistando solo 4 punti nelle ultime 4 giornate (come il Pavia), ma dopo aver corso tantissimo in precedenza, ed essere arrivato in semifinale di Coppa Italia. Dopo quattro pareggi la formazione allenata da Brini, rifatta per metà nel mercato invernale, deve cominciare subito a spingere sull’acceleratore. Altro tempo non si può perdere, anche perché l’effetto dei pochi punti raccolti è stato anche quello di far scivolare gli azzurri fino all’ottavo posto in classifica. E allora il problema è duplice: non solo recuperare punti sul quarto posto che al momento garantirebbe i play off (il distacco in fondo è solo di 4 lunghezze), ma anche scavalcare quattro squadre. L’anno scorso il Como riuscì ad agguantare in extremis gli spareggi (per poi vincerli e salire in B) facendo 67 punti, che nel campionato attuale a 18 squadre (non più 20) equivalgono a circa 60: trenta in più di quelli che ha il Pavia. Difficile, ma non impossibile. Proprio il Como l’anno scorso dopo venti gare era ottavo, come adesso il Pavia, e aveva 32 punti, appena due in più di quanti ne hanno oggi gli azzurri.

Ore 20.30 – (Gazzetta di Reggio) “In cauda venenum”, dicevano i romani quando accadeva un impensato colpo di scena. E lo stesso detto potrebbe essere usato dalla Reggiana dato che la società avrebbe ingaggiato, a calcio mercato ormai chiuso, lo svincolato Michele Pazienza. O, almeno, sarebbe molto vicina al suo acquisto. La voce, non ancora ufficializzata ma molto plausibile, si è diffusa ieri sera, al termine di un mercato abbastanza deludente: la prima punta tanto auspicata non è arrivata in rosa e nessun centrocampista è stato preso per sostituire il ceduto Angiulli. Forse è anche per questo motivo che la società granata potrebbe aver deciso di fare un passo verso Pazienza, centrocampista classe 1982. E il giocatore è tutto fuorché “immaturo”: cresciuto nel gruppo sportivo Apocalisse di San Severo, si è affacciato al calcio professionistico approdando nel 1999 al Foggia, contribuendo alla promozione in C1. Dal 2003 al 2005, poi, è stato all’Udinese, dal 2005 al 2008 alla Fiorentina. Dal 2008 al 2011 ha giocato nel Napoli, collezionando 106 presenze, nel 2011-2012 ha giocato nella Juventus (in campo 8 volte), poi di nuovo all’Udinese e, gli scorsi anni, ha indossato la maglia del Bologna (dal 2012 al 2015) e del Vicenza.

Ore 20.10 – (Gazzetta di Reggio) Il nuovo acquisto della Reggiana Antonio Letizia è arrivato a Reggio nel tardo pomeriggio di ieri. Il traffico in autostrada lo ha rallentato e gli ha impedito di prendere parte alla seduta pomeridiana, ma, al suo arrivo in via Agosti intorno alle ore 17 accompagnato dal talent-scout Mariano Armonia e dal team manager Vittorio Zullo, la squadra era ancora sul campo ad aspettarlo: un paio di foto coi tifosi, nell’attesa della presentazione ufficiale che si terrà questa mattina, poi la sua nuova avventura in maglia granata potrà cominciare. Intanto, in attesa di vedere all’opera anche l’estroso napoletano, il gruppo è sempre più concentrato sulla sfida di domenica a Gorgonzola contro la Giana Erminio (ore 15) che, in caso di vittoria, proietterebbe ancora più in alto in classifica Sabotic e compagni: la squadra ha sostenuto la doppia seduta, mattino e pomeriggio, e ci sono notizie buone per il centrocampista Mirko Bruccini che si sta allenando regolarmente, così come il pari ruolo Dejan Danza, che sembra aver risolto definitivamente il problema al ginocchio che lo aveva tenuto fuori parecchio tempo. Secondo allenamento coi nuovi compagni per il giovane e “strutturato” difensore modenese Gianluca Zucchini. Due, invece, i giocatori che hanno lavorato in modo differenziato ma che non preoccupano per il prossimo impegno di campionato: Daniele Mignanelli e Nicholas Siega, entrambi con leggeri problemi muscolari alla coscia, che torneranno in gruppo in settimana. Per quanto riguarda il centrale difensivo Riccardo De Biasi è stato sottoposto in mattinata ad intervento chirurgico per trattare i legamenti del ginocchio sinistro col fattore di crescita e dalla prossima settimana potrà iniziare il percorso di riabilitazione che dovrebbe – ma il condizionale è d’obbligo per operazioni del genere – portare l’atleta veneto ad accorciare i tempi di recupero, previsti per fine marzo. Oggi primo allenamento per Letizia insieme ai compagni alle ore 14.30 in via Agosti, tempo permettendo.

Ore 19.50 – (Gazzetta di Reggio) La maledizione del fattore campo. La Giana Erminio – buon per la Reggiana, verrebbe da dire – ha un ruolino di marcia decisamente più produttivo in trasferta che non alllo stadio “Città di Gorgonzola”, dove non vince addirittura dal 20 settembre ed ha perso le ultime 3 tre partite. «Non so – dice Cesare Albè, che con oltre vent’anni sulla panchina della Giana ha stabilito un record di longevità professionale difficilmente eguagliabile per un allenatore italiano – ne abbiamo parlato anche all’interno del club e dello spogliatoio senza arrivare ad una conclusione». Come mai? «Non dico che pensavamo di vincerle tutte, ma la convinzione, visti anche gli sforzi compiuti dl presidente per risistemarlo, di fare del nostro stadietto un fortino c’era. Invece non è andata così, forse ci penalizza un eccesso di generosità, la voglia di vincere ci porta a perdere un poco le distanze». Di solito in queste circostanze si parla di una squadra che portata al contropiede ed in difficoltà quando al contrario è chiamata a fare la partita… «Non credo. Primo perché noi non cambiamo atteggiamento da casa a fuori . Secondo perché non abbiamo le caratteristiche per puntare sulle ripartenze; nel campionato scorso era effettivamente così, ma in estate, con l’ arrivo di Bruno, abbiamo deciso di cambiare impostazione, “. A proposito, Bruno è recuperabile per domenica? «No, là davanti abbiamo dei problemi di organico, tanto che ultimamente abbiamo cambiato modulo, passando dal 4-3-3 al 3-5-1-1; con Gasparroni a moversi dietro l’unica punta». Difficoltà interne a parte, finora il vostro campionato è positivo, come indicavano gli obiettivi di partenza, lontano dai play-out… «Sì, la strada è ancora lunga, ma è chiaro che per noi il massimo è mantenere la categoria. Già è un ‘impresa misurarci con piazze e squadre ricche di storia come Reggiana, Padova, Cremonese, per noi che solo da due anni ci alleniamo di pomeriggio, prima di sera, per me che ho abbinato il lavoro in ditta a quello di tecnico, svolto per passione e che ho ancora con me sette-otto giocatori dai tempi della promozione e debbo dire che non stanno facendo male». Della Reggiana che opinione ha ? «Che è una buona squadra, ben messa in campo e che gioca un buon calcio, l’ho detto anche all’andata. Adesso mi pare abbia trovato una sua quadratura con il nuovo assetto, questo 3-5-2. Oppure, se si preferisce, 3-5-1-1, se, come mi dicono, Siega non opera a fianco ma alle spalle di Arma. La Reggiana ha obiettivi e qualità diversi dai nostri, noi cercheremo di fare la nostra partita per portare a casa qualcosa di positivo, ma sarà dura». E’ vero che a gennaio avete cercato il centravanti allora granata Max Pesenti? «No, ma lo conosco bene, abita qua vicino a me, è un bravo ragazzo. Non so perché a Reggio non abbia trovato spazio, so che voleva giocare, ora è tornato all’ovile. Una storia un poco strana: mi risulta che il campionato scorso abbia avuto problemi con l’Albinoleffe perché non voleva rinnovare il contratto in scadenza, la Pro Patria lo aveva cercato,non capisco perché l’abbiano accostato anche a noi ».

Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) Il derby con la Cremonese rappresenta una tappa importante non solo per la squadra, ma anche per una tifoseria che quest’anno ha avuto poche occasioni per esultare. Ieri il Centro di Coordinamento Mantova Club ha fatto pervenire al gruppo di mister Javorcic un messaggio chiaro. Un volantino, appeso ai cancelli del Centrale Te “Dante Micheli” per caricare i biancorossi: «Il derby di sabato 6 febbraio – si legge – rappresenta un appuntamento importante per i tifosi, ma deve essere ancora più fondamentale per voi che scendete in campo e indossate la maglia del Mantova. Deve essere e sarà la svolta di questo campionato. Mettete sull’erba del Martelli tutta la grinta, la forza e la determinazione che avete e l’orgoglio di rappresentare i colori biancorossi sia l’arma vincente. Al termine vi aspetteremo esultanti sotto gli spalti per ricevere l’applauso della vittoria di tutto lo stadio». La dirigenza dell’Acm ha apprezzato il messaggio: «Ringraziamo di cuore i tifosi – afferma il team manager Musso – sabato vinceremo per loro». Anche la Curva Te, tramite il leader storico degli Ultras Massimo Marchetti, sarà presente in massa per sostenere la squadra: «Fino a questo momento di soddisfazioni ce ne sono state poche, anzi zero – sottolinea il “Macho” – ma anche domenica saremo allo stadio per dare il nostro contributo. Se in questo momento la squadra ha dei limiti, possiamo essere noi quel qualcosa in più che serve per raggiungere l’obiettivo». L’invito di Ccmc e curva è quello di riempire il più possibile lo stadio: «La piazza avrà l’ennesima occasione per far vedere che merita qualcosa di più – conclude Marchetti –. Speriamo che il Mantova in campo sia all’altezza della curva. Durante la partita metteremo da parte contestazioni e malumori per stare al fianco della squadra, anzi della maglia che è l’unica cosa che conta. Poi al 90’ ognuno trarrà le sue conclusioni». La tifoseria biancorossa, al top nel girone A di Lega Pro in quanto a presenze e abbonamenti, è già al lavoro anche per organizzare la trasferta di sabato 13 febbraio contro la Reggiana. Il Ccmc organizza un pullman: per informazioni e prenotazioni chiamare dopo le 20 Gianluca (Nero) Negretti al 328–4559913. Tornando alla Cremonese (fischio d’inizio alle 15 di sabato) i biglietti in prevendita sono disponibili anche oggi e domani (dalle 14.30 alle 19) e sabato dalle 10 alle 13.30. Dalle 13.30 sarà possibile acquistare i tagliandi alla biglietteria delle Aquile. Chi acquisterà il tagliando per il derby avrà diritto all’ingresso omaggio con il Cuneo (domenica 21 febbraio). Basterà presentare il biglietto al Mantova Point per ritirare quello omaggio.

Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) Nel test contro i lituani del Trakai (serie A lituana, in ritiro sul Lago di Garda visto lo stop del campionato) mister Ivan Javorcic ha dato spazio a chi in questo periodo ha trovato meno spazio. È finita con il successo della formazione allenata da Lemezis per 1-0: gol partita dopo pochi minuti firmato da Gurenko che ha sfruttato al meglio un cross basso. In avvio i biancorossi (con il classico 4-3-1-2) hanno schierato Scalise, Cristini, Trainotti e Masiello in difesa. A centrocampo Zammarini in regia con Di Santantonio e Sereni in appoggio. Ungaro dietro la coppia Gonzi-Beretta. Gara tosta nel primo tempo, con il Trakai che ha fatto valere la sua caratura fisica e il Mantova che ha provato la via del gioco. Nella ripresa le occasioni migliori dei padroni di casa che in almeno tre occasioni hanno sfiorato la rete del pari (risultato che ai punti ci poteva stare). Marchi ha graziato il portiere lituano al 18’ sparando alto da buona posizione. Poi ancora Marchi, fermato dal palo quando ormai il gol sembrava cosa fatta. In campo nell’ultimo scampolo di partita anche l’ultimo arrivato Falou Samb: stazza fisica imponente e discrete doti di palleggio. Al 42’ l’attaccante senegalese si è ritrovato a tu per tu con il portiere su invito di Caridi. Bella staffilata, palla di poco a lato con la bandierina del guardalinee alzata per fuorigioco. Il test con il Trakai ha evidenziato il discreto stato di forma della truppa di Javorcic, condito dalle croniche pecche in zona gol.

Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Piove sul bagnato in casa biancorossa, con l’infortunio di Tripoli (sospetta lesione al quadricipite) che rischia di privare mister Javorcic di un attaccante titolare in vista del derby con la Cremonese, portandolo magari anche a valutare l’ipotesi di cambiare modulo tattica. La partita arriva in un momento delicatissimo per il Mantova, dopo il ko di Pordenone e l’amara conclusione del mercato invernale, che hanno creato non pochi malumori nella piazza. Ma proprio in momenti così il popolo biancorosso (vedi articolo nella pagina successiva) è capace di tirar fuori il meglio e di stringersi ancor di più alla propria squadra. Dalla quale è lecito attendersi una grande prova di carattere. L’ha chiesta ieri il presidente Sandro Musso, incontrando Javorcic, Graziani e i loro giocatori nello spogliatoio. Il numero uno di Viale Te (arrivato allo stadio con il socio della Sdl Pigolotti e con il consulente tecnico Marcolin) ha cercato di trasmettere positività e fiducia al gruppo, invitando i biancorossi a scrollarsi di dosso le ansie e ad andare in campo più sereni e pronti a osare qualcosa in più, visto che quanto fatto finora non è bastato. Al di là del pur importantissimo aspetto morale, però, il Mantova è alle prese con oggettive difficoltà tecniche. Che l’eventuale assenza di Tripoli (oggi alle 14 sarà sottoposto a un’ecografia) rischia di acuire. A tal proposito, va detto che il forfeit dell’ex Ascoli creerebbe un bel problema in prima linea per il Mantova. È difficile infatti immaginare un lancio immediato del 18enne neoacquisto Falou o un rilancio di Beretta che non gioca da mesi. E Ruopolo (che ieri non ha giocato l’amichevole) non sembra in grado di reggere i 90 minuti. A questo punto, a Javorcic resterebbe l’opzione di avanzare Caridi in attacco, affidando il ruolo di trequartista a Ungaro o a Zammarini. In alternativa si potrebbe tornare al 4-3-2-1, con Caridi e Gonzi (o Zammarini) dietro Marchi e addirittura a un 4-4-2. L’impressione è che provare a giocare di più sulle fasce non possa che giovare a un Mantova che continua a creare troppe poche occasioni da rete rispetto alla notevole mole di gioco che produce. Per quanto riguarda il resto della formazione, Lo Bue (non utilizzato ieri) dovrebbe recuperare, mentre al centro della difesa Cristini potrebbe prendere il posto dello squalificato Trainotti. Buone chance di debuttare ha anche il terzino sinistro Masiello, mentre a metà campo ci sarà il solito ballottaggio Longo-Zammarini. Tutte riflessioni che Javorcic dovrà fare fra oggi e domani, quando guiderà gli ultimi allenamenti settimanali della squadra. Stamani i biancorossi torneranno a lavorare al “Dante Micheli” e domani, sempre al mattino, svolgeranno la seduta di rifinitura.

Ore 18.10 – (Calcio Padova) Il Calcio Padova informa che nella giornata di lunedì prossimo a Padova il fantasista biancoscudato Marco Cunico verrà sottoposto ad intervento di pulizia meniscale del ginocchio sinistro.

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Cominciano a credere nei neroverdi un po’ tutti. Sia “in casa” che fuori. Tuttomercatoweb.com nei giorni scorsi ha addirittura etichettato i ramarri come possibili outsider nella lotta per la promozione diretta. Al De Marchi c’è chi ringrazia per la stima e chi si preoccupa di tanto clamore, temendo un brusco risveglio. In effetti il calendario di questi ultimi turni è stato generoso. Le quattro vittorie consecutive che hanno portato il Pordenone al quarto posto sono arrivate con Giana (25), Pro Piacenza (23), Albinoleffe (14) e Mantova (18), tutte formazioni da bassa classifica. Sulla carta la strada sarà ancora in discesa a Meda con il Renate, quindi al Bottecchia con la Pro Patria. Diversa probabilmente sarà la storia a Cremona, sabato 20, quando la truppa di Tedino sarà ospite dei grigiorossi di Fabio Rossitto. Otto giorni dopo dovrà far visita al Sudtirol. Lì capiremo se ha veramente fatto il grande salto di qualità. Intanto sogniamo insieme a Mauro Lovisa e a tutto il popolo neroverde, dando un’occhiata (con gli scongiuri del caso) al regolamento. Saliranno in B le squadre classificate al primo posto dei tre gironi. Si aggiungerà la vincente dei playoff, disputati dalle seconde e terze classificate dei tre gruppi e dalle due migliori quarte. Nell’A guida il Cittadella con 41 punti, seguito da FeralpiSalò (37), Alessandria (35) e Pordenone (34). Nel B è in testa la Spal a 44, davanti a Pisa (35), Maceratese (34) e Ancona (33). Nel C davanti a tutti c’è la Casertana con 39 punti, tallonata da Foggia (37), Benevento (36) e Lecce (35). Nel mirino del Pordenone c’è il terzo posto dell’Alessandria. L’occhio si allarga però agli altri due raggruppamenti, per controllare i punteggi delle due quarte. Per ora ci siamo. Conterà esserci l’8 maggio, ultima giornata della stagione regolare.

Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Pordenone potrebbe fare come Udine, avere la squadra in serie A, diventando il Chievo del Friuli». Si parla in ogni dove dei ramarri in B e c’è chi guarda anche oltre. Il “visionario” risponde al nome di Adriano Fedele, l’ex allenatore neroverde e bianconero, che spiega perché alza il tiro nella realtà calcistica regionale: «Il Pordenone in B può stare, se c’è il Frosinone in A. Non sono città più grandi, né più forti sotto il profilo economico». – Non sarebbe abbastanza la B, addirittura la massima divisione? «Certo, può essere il nuovo Chievo. Perché ha il suo tessuto industriale e c’è sempre stata ricchezza, al di là della crisi. I soldi ci sono. Anche l’organizzazione societaria adesso». – Cosa manca per il salto di qualità? «La squadra si è rinforzata ancora sul mercato e Tedino mi pare sia in gamba. Non manca niente, se non lo stadio nuovo. Mi pare che il presidente Lovisa abbia dimostrato di essere capace, finalmente ha costruito la squadra giusta. Ha la testa dura, da buon friulano, e sta raggiungendo l’obiettivo». – Da qui a fine campionato è possibile che arretri? «Restano tutti gli scontri diretti da giocare. La squadra ha carattere, determinazione, tanta qualità: per me può succedere di tutto. Essere arrivati lì è la dimostrazione di avere fatto le scelte giuste. Ci sono tante cose positive dietro questa situazione, nella quale puoi davvero giocartela per salire in B». – La stupisce che ci sia il secondo posto a tre punti? «Si può mirare proprio a quello. Dopo essersi fatta le ossa in categoria, il club ce la può fare». – Quanti meriti attribuisce a società, tecnico e giocatori? «Passa tutto dal manico. Come prima, quando le cose non andavano per il verso giusto. L’ambizione esagerata che aveva il presidente ha portato tanti errori. Adesso avrà capito che per fare i risultati ci vogliono programmazione e riflessione, prima di prendere decisioni. In precedenza c’era stata un po’ d’ingenuità». – Il pubblico risponde con un migliaio di tifosi al Bottecchia. Sono abbastanza? «Più o meno è come quando c’eravamo noi. Qualche volta se ne vedevano duemila. Chiaro che, se vai in B, gli spettatori arrivano anche dalle zone limitrofe, pur facendo i conti con le televisioni». – Chiudiamo con Fabio Rossitto alla Cremonese: come lo vede? «Sono contento per lui. Capirà che per fare l’allenatore devi arrivare nei momenti giusti. Adesso ha una certa esperienza, l’anno a Pordenone gli servirà. Fabio è maturato, reagisce riflettendo di più, non andando solo su forza e aggressività. Ma deve ancora giocare al Bottecchia?». No, appuntamento serale il 20 febbraio a Cremona. «Peccato, altrimenti sarei venuto a vedere di sicuro quella partita».

Ore 17.10 – Aggiornamento su Altinier: rimasto precauzionalmente a riposo, tornerà con ogni probabilità in gruppo già da domani.

Ore 16.50 – Qui Guizza: terminano partitella ed allenamento.

Ore 16.30 – Qui Guizza: secondo tempo della partitella, in campo anche Bucolo quale centrale difensivo.

Ore 16.10 – Qui Guizza: partitella a tutto campo, mister Pillon mischia le carte. Corre a parte Bucolo, assente Altinier.

Ore 15.50 – Qui Guizza: schemi anti-FeralpiSalò in corso. Piacevole sorpresa al centro “Geremia”, presente “Savio” Amirante per un saluto agli ex compagni.

Ore 15.30 – Qui Guizza: De Risio e Neto Pereira tornano regolarmente in gruppo. Si allena con Zancopè anche Petkovic.

Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 14.50 – (Messaggero Veneto) «Affrontiamo partita dopo partita, non ci poniamo obiettivi. Però vogliamo rimanere lassù e, per farlo, siamo consapevoli di dover migliorare: adesso il livello delle avversarie si alza». Parla da condottiero – da capitano, più correttamente – Mirko Stefani, difensore e leader di questo Pordenone. Il centrale trentino sa che, adesso, la squadra ha di fronte un mese più difficile del gennaio appena passato e per rimanere in zona play-off serve fare un passo in avanti. «Già siamo progrediti molto nel corso della stagione, ma serve crescere ancora – attacca il neroverde, cresciuto nel Milan –. Ciò che abbiamo fatto sinora potrebbe non bastare: il Renate è la squadra che, nelle zone calde, sta meglio. Servirà molta attenzione e una gran partita». E’ un messaggio chiaro quello che lancia alla squadra, unito a un altro molto importante: «Bisogna essere realisti. Dobbiamo mantenere l’umiltà e la fame che ci ha sempre contraddistinto – continua Stefani –. Serve mantenere queste qualità per fare un torneo di alto livello». Il difensore è naturalmente pronto a dare il suo contributo: sta vivendo una stagione di assoluto spessore, gioca sempre ed è spesso tra i migliori. «E’ uno dei miei migliori tornei, è vero – ammette –. Il tutto grazie alla squadra e alla società». A tal proposito spende una parola sull’assetto del club: «Sapevo di essere arrivato in un posto organizzato e desideroso di crescere – rivela – ma non pensavo di trovare un quadro simile. In Lega Pro, spesso, ci si arrangia, mentre qui ci sono un centro sportivo e una dirigenza che è difficile trovare in giro. Ora speriamo di continuare così e di raggiungere il sogno».

Ore 14.30 – (Messaggero Veneto) Con i soli Marchi e De Agostini ai box, Tedino ha l’imbarazzo della scelta su chi impiegare sabato a Meda nella sfida col Renate (il via alle 15). Lo si è visto anche nell’allenamento di ieri, quando, nel corso della partitella infrasettimanale, il tecnico del Pordenone ha mischiato le carte in ogni reparto. Allo stato attuale, tuttavia, più che difesa e centrocampo, che dovrebbero rimanere uguali al match col Mantova, è l’attacco che vede il maggior numero di ballottaggi, tra un Beltrame che scalpita e un Berrettoni in crescita di condizione. A quanto pare – sembra certo – tornerà il 4-3-3 (non più 4-3-1-2), visto che si andrà ad affrontare una squadra con la difesa a 3 (o a 5). Oggi il trainer approfondirà alcuni concetti tattici e si potrà vedere chi formerà il tridente: difficile rinunciare in questo momento a Strizzolo, Filippini e Cattaneo, ma non si sa mai. Anche in casa Renate c’è l’imbarazzo della scelta. Rientrano Malgrati, Di Gennaro e Galli e sono tutti a disposizione eccetto Riva, che non dovrebbe recuperare. Mister Colella non dovrebbe toccare il 3-5-2, modulo con cui è risalito e che adottava alla guida del Como lo scorso anno.

Ore 14.10 – (Messaggero Veneto) Testa al campo, adesso. Il mercato è in archivio e il Pordenone torna a concentrarsi sulle partite da giocare. Si entra in febbraio: il coefficiente di difficoltà si alza, rispetto a gennaio – mese relativamente morbido – e i ramarri hanno il primo vero test da squadra play-off. Di fronte, sino al 28, ci sono Renate, Pro Patria e, soprattutto, la Cremonese di Rossitto e l’Alto Adige, team che aspira alla post-season. Insomma, per fare un confronto, Giana Erminio, Pro Piacenza, Albinoleffe e Mantova erano rivali più abbordabili. Il Pordenone può dimostrarsi maturo. Intanto, per ora, è forte e corretto: nella classifica di Coppa disciplina si trova al terzo posto con la FeralpiSalò in tutta la Lega Pro (8,85 punti), secondo solo a Cittadella (8,4) e Renate (7,2) che incontra proprio sabato. Livello superiore. La gara di Meda sarà di fatto tra le squadre più “buone” di tutta la terza serie. Sarà però un incontro difficile, perché i nerazzurri della Brianza sono il team più in salute nella zona play-out. Nel 2016, favorito anche dal cambio in panchina (Colella, vecchio amico di Tedino, per Boldini) e qualche rinforzo (Florian su tutti), il gruppo ha ottenuto 7 punti, vincendo con due rivali dirette (Giana e Pro Patria) e dando un’accelerata alla propria classifica. Sono altre squadre, rispetto all’andata, ma è giusto ricordare che nello scorso girone il Pordenone pareggiò con il Renate (0-0). Febbraio quindi comincia già con uno scontro durissimo. Da non sottovalutare l’impegno casalingo poi con la Pro Patria, anche se ormai è ultima e spacciata visto che ha un solo punto in classifica (in seguito alla sentenza del Tnf su Dirty Soccer). I bustocchi, per fare un esempio, hanno fermato sul pari il Pavia due settimane fa. Di sicuro è il match più facile del mese (sulla carta), visto che poi il livello sale: la Cremonese, per il valore dell’avversario e perché in panchina c’è Rossitto, che vorrà dimostrare quanto vale con la società che, al termine della scorsa stagione, non l’ha riconfermato. Infine l’Alto Adige: team che ha 32 punti, 2 in meno dei neroverdi, che punta anch’esso ai play-off forte di un gruppo di qualità e con giovani pronti e interessanti (Gliozzi su tutti). Orgoglio. Il Pordenone ora deve dimostrare chi è, in ottica alta classifica. Lassù, in graduatoria, si trova anche nella Coppa disciplina. Pure qui un deciso miglioramento: la scorsa stagione i neroverdi avevano chiuso all’ultimo posto per quanto concerne la classifica stilata sui provvedimenti presi ai danni dei giocatori. Una marea di espulsioni aveva contraddistinto il primo cammino in Lega Pro. Ora, invece, solo tre “rossi” e pochi cartellini gialli. Atro segnale importante di calma e tranquillità.

Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Tempo di presentazioni in casa Bassano. Gianluca Laurenti, esterno d’attacco classe ’90 prelevato dall’AltoVicentino, ha affrontato per la prima volta ieri microfoni e taccuini della nuova realtà: «Il Bassano non ha bisogno di presentazioni – ammette Laurenti – non poteva capitarmi squadra migliore per il mio ritorno tra i professionisti. I treni spesso non capitano una seconda volta: quando ero alla Spal non colsi l’occasione di trasferirmi al Brescia, sono contento di aver potuto cogliere questo treno al volo. Desidero ringraziare il Presidente Dalle Rive e mister Zironelli perchè inizialmente erano stati titubanti sul lasciarmi partire ma poi hanno capito che per me era una grossa opportunità e mi hanno augurato il meglio». Entusiasmo e tanta voglia di fare bene. Queste le carte vincenti di Laurenti all’arrivo alla corte di Stefano Sottili: «Sono carico – sorride – ho sentito vari ex compagni che hanno giocato con me al Delta Porto Tolle e che erano in precedenza stati giocatori giallorossi come Ferretti, Guccione, Bertoli, Ghosheh e Longobardi. Mi hanno parlato tutti bene sia del gruppo, che dell’organizzazione societaria, è tutto perfetto».

Ore 13.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Rabbia e incredulità vanno di pari passo in casa arancioneroverde dopo la mannaia della giustizia sportiva. Il ricorso contro l’imposizione al Venezia di affrontare il Montebelluna a porte chiuse è stato subito predisposto (domani dovrebbe uscire l’esito) «più per reagire a una grande ingiustizia, non di certo perché fiduciosi circa un eventuale accoglimento, non essendo ammesse prove testimoniali per smentire quanto scritto da arbitro e guardalinee» lo sconforto del dg Dante Scibilia. Un’amarezza tuttavia che lo sfogo del ds Giorgio Perinetti fa passare in secondo piano. «Follia pura, non so cosa ci sia in atto ma siamo alla persecuzione ormai – le dure parole del dirigente lagunare – da parte di ufficiali di gara che, per la seconda volta, hanno refertato il falso. Tacopina? È a bocca aperta, si chiede cosa stia succedendo: per fortuna era a San Martino di Lupari e ha visto tutto, altrimenti potrebbe anche pensare di aver preso una società di pazzi». Il resoconto del Giudice Sportivo riporta dettagli che Perinetti contesta aspramente. «Se Fiorotto (il magazziniere, ndr) avesse spinto via il guardalinee dovremmo cacciarlo via e lui dovrebbe intentare una causa contro chi gli ha fatto perdere il posto di lavoro scrivendo il falso. A fine gara ha recuperato legittimamente la nostra tabella luminosa, visto che costa mille euro e una ci era già stata sottratta. Poi ha solo cercato di calmare una discussione un po’ accesa, anche avesse urtato il guardalinee c’è una bella differenza rispetto a uno spintone di un metro e mezzo come ha scritto Manara di Mantova». Il metro arbitrale verso il Venezia è da tempo contestato da Perinetti. «Siamo una società seria come poche, eppure veniamo trattati come dei delinquenti abituali e il «porte chiuse» lo conferma. Io stesso l’ho provato sulla mia pelle con la squalifica di un mese dopo Tamai per non aver fatto nulla contro il signor arbitro Pedretti di Lovere». Da parte sua il dg Scibilia si dice «allibito per provvedimenti su basi infondate. La chiusura dello stadio è a dir poco abnorme, cosa mai c’entra il pubblico? Assurdo, come le due giornate a Favarin. Siamo dispiaciuti e impotenti innanzi a continui errori e decisioni che portano a pensare male».

Ore 12.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Cancelli chiusi e spalti vuoti al Penzo per Venezia-Montebelluna, ma stavolta i tifosi non c’entrano. Stangata sul club lagunare che domenica (ore 14.30) per la seconda partita di fila non avrà accanto i suoi sostenitori. Una settimana fa il divieto delle questure di Padova e Venezia alla trasferta di San Martino di Lupari voleva prevenire incidenti dopo quelli di Verona. Ieri, invece, il Giudice Sportivo di serie D ha nuovamente bloccato gli appassionati arancioneroverdi per il comportamento che, stando ai referti dell’arbitro Severino di Campobasso e del primo assistente Manara di Mantova, avrebbero tenuto i tesserati del Venezia sul campo della Luparense. La motivazione ufficiale riferisce che un match a porte chiuse e 3.000 euro di ammenda sono stati inflitti «per avere, al termine della gara, persona non identificata e non iscritta in distinta ma chiaramente riconducibile alla società (il massaggiatore Alessandro Fiorotto, ndr), fatto ingresso sul terreno di gioco, impossessandosi indebitamente del tabellone luminoso, e spintonato energicamente un assistente arbitrale ponendogli un braccio all’altezza del petto, con vigoria tale da farlo indietreggiare di circa un metro e mezzo. Il medesimo si nascondeva all’interno degli spogliatoi al fine di eludere il rispettivo riconoscimento». Un provvedimento così determinato «per l’oggettiva gravità della condotta in palese violazione dei principi di lealtà e correttezza, nonché della recidiva reiterata». Un riferimento quest’ultimo alle precedenti sanzioni stagionali contro il Venezia, dalle ammende di 500 (recinzione danneggiata dai tifosi a Montebelluna), 1.000 (bottiglietta e accendino in campo dagli spalti a Campodarsego) e 800 euro (petardi dai tifosi a Sacile) alla squalifica per un mese del ds Giorgio Perinetti dopo il 2-2 di Tamai (con altri 800 euro per proteste). A mister Favarin, invece, stop di due giornate «per avere protestato nei confronti degli ufficiali di gara con espressioni irriguardose» e per il team manager Servi fino al 17 febbraio «allontanato per una lite verbale con un tesserato avversario, reiterava la condotta nei pressi degli spogliatoi».

Ore 12.30 – (La Nuova Venezia) Dopo la trasferta vietata ai tifosi a San Martino di Lupari, domenica il Venezia dovrà giocare a porte chiuse contro il Montebelluna e pagare una ammenda di 3000 euro. Ovviamente il Venezia presenterà il ricorso, che qualora venga accolto, bloccherà la sanzione. Tutto questo in seguito al referto arbitrale stilato dopo l’incontro sul campo della Luparense. Tutto deriva dalla segnalazione che un guardalinee ha fatto all’arbitro, affermando di essere stato “spinto con vigore” da una persona non identificata e non iscritta nella distinta di gara, che sarebbe entrata sul campo per impossessarsi indebitamente del tabellone luminoso per le sostituzioni, e poi avrebbe spintonato l’assistente con un braccio sul petto, fino a farlo indietreggiare di un metro e mezzo. Non solo. Si legge nel comunicato del giudice sportivo che quella stessa persona si sarebbe poi nascosta nello spogliatoio del Venezia per sfuggire all’identificazione. A questo provvedimento si aggiunge la squalifica di due turni per il tecnico Giancarlo Favarin, allontanato dal campo a partita in corso, e l’inibizione a qualsiasi attività fino al 17 febbraio per il team manager Alessandro Servi, allontanato per comportamento non regolamentare consistito in una lite verbale con un tesserato della Luparense in campo e nei pressi dello spogliatoio a fine gara. Il Venezia presenterà ricorso d’urgenza contro la decisione di giocare a porte chiuse domenica al Penzo, ma si dovrà attendere domani per capire le decisioni che ne deriveranno. Per quanto riguarda l’allenatore, Favarin aveva già spiegato a fine partita l’episodio, dovuto al fatto che negli ultimi minuti non c’erano più a bordocampo i palloni di riserva e ad ogni rimessa laterale venivano persi preziosi secondi. »Glio ho detto che senza palloni non si può giocare a calcio» ha spiegato Giancarlo Favarin, ma evidentemente l’arbitro in questa frase ha inteso un tono offensivo. «Siamo di fronte a follia pura e purtroppo reiterata verso il Venezia» accusa il direttore sportivo Giorgio Perinetti, «io mi sono preso un mese di inibizione dopo la partita di Tamai per un referto in cui l’arbitro ha palesemente detto il falso. Abbiamo subìto ogni genere di penalizzazione sul campo tra espulsioni, rigori non dati e gol non visti, ma questo nel calcio può anche accadere. Poi a Verona la Virtus non ha fatto nulla per garantire la sicurezza nel suo stadio, e per giunta ha venduto birra e vino all’interno dello stesso. Ne sono nati tafferugli e hanno costretto noi a giocare a San Martino di Lupari senza tifosi al seguito. Adesso questa ulteriore follia. Basta, è ora di smetterla, nessuno chiede trattamenti di favore, ma solo il giusto rispetto». Perinetti entra nello specifico sui fatti di domenica scorsa a San Martino di Lupari. «Nessuno ha spinto il guardalinee, è una falsità. Il nostro magazziniere era andato a prendere il tabellone luminoso, visto che ce ne hanno già rubato uno, e stava rientrando. Ha per sbaglio ha urtato il guardalinee, e non si è nascosto in spogliatoio, stava solo svolgendo il suo lavoro dove deve stare. Se davvero avesse aggredito il guardalinee lo avremmo licenziato. La partita a porte chiuse è una sanzione che viene comminata per gravi problemi di ordine pubblico, non per una cosa del genere, oltretutto generata da un referto arbitrale che dice il falso. L’arbitro Severino era prevenuto verso di noi, e questo lo dimostra. Che ci dicano se il problema sono io, se è Tacopina oppure se è la presenza del Venezia in Serie D. per fortuna il presidente era allo stadio, altrimenti potrebbe pensare che siamo tutti matti».

Ore 12.00 – (Gazzettino) Ancora lavoro differenziato per Pascali che spera di rientrare per il posticipo con il Pavia; a parte anche Paolucci e Donazzan. Oggi allenamento pomeridiano per la squadra, che domattina svolgerà la seduta di rifinitura prima della partenza prevista nel pomeriggio. TARGA SPECIALE. In occasione di Piacenza-Cittadella di sabato alle 17.30 allo stadio Garilli, la squadra di casa, rappresentata dal presidente Domenico Scorsetti, prima del fischio d’inizio consegnerà al patron granata Andrea Gabrielli una targa speciale, a testimonianza del gesto di solidarietà voluto dalla società in occasione della gara disputata nel mese di settembre, quando si era deciso di devolvere metà dell’incasso della partita agli alluvionati del piacentino. QUI TIFOSI. I biglietti del settore ospiti sono in vendita online sul circuito Ticketone, il prezzo è di 15 euro più spese di prevendita. I residenti della provincia di Padova potranno acquistare i biglietti solo in possesso della Tessera del tifoso.

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) La franchezza non gli fa difetto. Provate a chiedere al padovano Enrico Alfonso, unico ex della partita, che ricordi ha della scorsa stagione, trascorsa nelle file della Pro Piacenza. «È stata un’annata particolare», racconta il portiere del Cittadella, che, sabato alle 17.30, sarà ospite dello Stadio Garilli contro la Pro. «Non credo di aver mai giocato in una squadra così scarsa da un punto di vista tecnico, ma con quel gruppo abbiamo realizzato qualcosa di incredibile, riuscendo a salvarci nonostante partissimo con 8 punti di penalizzazione. Nessuno ci avrebbe scommesso». Saranno contenti i suoi ex compagni per gli elogi… «Ma di quel gruppo non è rimasto quasi nessuno. Soltanto Barba, Dini, che peraltro è squalificato, Rieti, che è infortunato, Alessandro e Speziale, rientrato in questa sessione di mercato. E comunque gli elogi a questa Pro Piacenza ho già avuto modo di farli: all’andata ci mise in grossa difficoltà. Oggi non ha più Cristofoli come riferimento offensivo, ma può contare su elementi di grande qualità tecnica come Rantier e lo stesso Alessandro. E poi è in buona condizione e lo ha mostrato con il Padova. Il 4-0 subìto dalla Reggiana domenica scorsa è maturato negli ultimissimi minuti, è bugiardo». Il primo tempo “spavaldo” degli emiliani al Tombolato colse di sorpresa voi e anche il pubblico. «Ma non è stata l’unica partita in cui abbiamo corso rischi contro avversarie di bassa classifica. Pensate anche alle ultime due gare, contro Pro Patria e Renate. Da un lato conosco bene questa categoria e posso dire che tanto equilibrio fra i valori delle squadre non lo avevo mai visto; dall’altro aggiungo che anche noi dobbiamo stare più attenti. Sappiamo che davanti un gol prima o poi lo facciamo, mentre in difesa incappiamo di frequente in qualche leggerezza. A volte dovremmo giocare più da provinciali: un po’ come fa la FeralpiSalò, che non mi stupisco di trovare così in alto, perché affronta le partite con lo spirito giusto». I gol incassati sabato sono un bell’esempio, al riguardo. «In occasione del 2-2 tutto il reparto poteva comportarsi meglio: il pallone era stato calciato benissimo e arrivava molto tagliato sul primo palo, rendendo difficile l’uscita. Ma a quel punto sarebbe dovuto intervenire un difensore. Florian, poi, ha saltato indisturbato, e la mia posizione non era quella ideale. Non è la prima rete che becchiamo su calcio d’angolo, bisogna lavorarci». Ma i tifosi possono stare tranquilli, dopo il batticuore vissuto con il Renate? «Abbiamo faticato molto per costruire il piccolo vantaggio che abbiamo in classifica. Adesso non abbiamo alcuna voglia di tornare indietro». Una targa a Gabrielli. Bel gesto di riconoscenza da parte della Pro Piacenza: sabato, prima del fischio d’inizio, il presidente Domenico Scorsetti consegnerà una targa speciale ad Andrea Gabrielli, numero uno granata. All’andata metà dell’incasso raccolto al Tombolato fu donato in beneficenza agli alluvionati emiliani, colpiti nel settembre 2015.

Ore 11.10 – (Gazzettino) E l’attuale? «Ha dimostrato in primo luogo qualità caratteriali, sta migliorando nei risultati e sono stati fatti acquisti mirati. Penso a De Risio che era con me a Benevento e giocava nella Berretti. Ha qualità e quantità e può dare tanto». Nel frattempo c’è stato pure il cambio in panchina. «Pillon ha portato una ventata d’entusiasmo e idee, ma non va dimenticato l’ottimo lavoro di Parlato. Questo è il nostro mondo, a volte con tanti sacrifici non si ottiene quanto si meriterebbe, altre si subentra ad altri, si vedono cose diverse e nel gruppo scattano meccanismi che vanno a cambiare la situazione». E proprio Galderisi avrebbe potuto essere il nuovo allenatore biancoscudato. «Ai tempi ho parlato con il presidente e con De Poli che poi hanno fatto altre scelte e io ho fatto loro il mio più sincero in bocca al lupo. Se doveva venire un altro, sono contento sia toccato a Pillon. A differenza di qualche anno fa in cui ero certo di potere tornare in questa nuova veste, adesso è più difficile. Personalmente, sto aspettano la chiamata giusta che mi permetta di fare un salto di qualità. Quando poi a Padova – conclude Nanu scherzando – vorranno andare in serie A, sanno dove venire a cercarmi…».

Ore 11.00 – (Gazzettino) In ogni caso domenica il Padova, affrontando proprio i bresciani, potrebbe fare un piacere al Cittadella. «Intanto – replica – deve farlo a se stesso. Dopo qualche difficoltà, ora le cose vanno bene e siamo sulla buona strada. Padova è sempre Padova e in questa piazza bisogna sempre provarci per cui il gruppo deve mettere anima e corpo per vedere se riesce ad attaccarsi alla zona play off. Pur difficile, deve crederci, ma quello che conta, soprattutto è gettare le basi». Poi aggiunge: «È difficile il passaggio dalla serie D alla Lega Pro, occorre capire le difficoltà e creare un gruppo importante sul piano umano e tecnico. Si può puntare alla promozione in un anno solo, spendendo un sacco e non necessariamente centrando l’obiettivo, oppure farlo tassello dopo tassello, puntando sulla continuità, crescendo con passione, entusiasmo e operando con logica e attenzione come sta succedendo all’ombra del Santo, dove c’è pure il giusto mix tra ogni componente per pensare positivo». Non manca un “revival” a ribadire il concetto. «Ai miei tempi abbiamo sofferto quattro o cinque anni per raggiungere la serie A, ma nel frattempo si è creato un gruppo che ha saputo sopperire a ogni difficoltà».

Ore 10.50 – (Gazzettino) In questo momento, nell’attesa dell’occasione giusta per tornare in panchina, commenta per la Rai le partite di Coppa Italia e dell’under 21, ma non gli manca il tempo per seguire di persona le portacolori padovane. In tempi recenti Giuseppe Galderisi è stato in tribuna al Tombolato a seguire l’incontro vinto dal Cittadella con la Pro Patria e prima ancora è stato tra i candidati per rilevare Carmine Parlato alla guida dei biancoscudati. La sua analisi parte dall’undici granata. «La squadra – esordisce – sta effettuando il suo campionato nella maniera più intelligente, mantenendo la propria dimensione e mentalità. La società è seria e, nel bene o nelle difficoltà, non cambia linea. Marchetti sa lavorare, tira sempre fuori dal cilindro la soluzione adeguata e in campo si vede un bel calcio e un’identità di gioco per cui il Cittadella se la giocherà fino in fondo per il primo posto». Margini di miglioramento? «È passato più di un girone in cui ha mostrato, continuità, determinazione, cattiveria, qualità tecniche e collettivo, tutti elementi che sopperiscono a eventuali difetti. L’importante è che non ci siano problemi fisici dato che non ho visto compagini più forti». Così sulle dirette concorrenti: «Alessandria e Pavia sulla carta possono dare maggiore fastidio, ma i lombardi sono un po’ indietro. Stupisce il secondo posto del Feralpi, fermo restando che piemontesi e granata hanno qualcosa in più».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Più di qualche defezione ieri in casa biancoscudata, con situazioni che al momento non sembrano però a rischio nell’ottica della sfida di domenica all’Euganeo (calcio d’inizio alle 14) con il Feralpi Salò. Niente allenamento per il portiere Petokovic, alle prese con un virus intestinale, e Neto Pereira, vittima dell’influenza. Infortunato Cunico, in attacco mancava pure Altinier a scopo precauzionale per il fastidio accusato nei giorni scorsi dietro al ginocchio. Sempre per una questione prudenziale, ha lavorato a parte svolgendo solo attività fisica De Risio per evitare guai muscolari, visti i campi pesanti, dato che con la Juve Stabia si allenava sul sintetico. È invece rientrato in gruppo Turea. In un simile quadro, nelle varie esercitazioni svolte nella seduta pomeridiana e nella partitella finale su metà campo, si è potuta vedere all’opera la coppia offensiva formata da Finocchio e Sparacello, insieme a Baldassin, ultimi acquisti del mercato di gennaio. A proposito di mercato, ieri scadeva il termine per l’invio in Lega della lista definitiva dei 24 giocatori che verranno utilizzati di qui a fine stagione. Nell’elenco presentato dal Padova non è presente Bucolo (nella foto) che lunedì ha rifiutato le offerte provenienti da altre società dopo l’alterco della settimana scorsa con il tecnico Pillon e che dunque non potrà giocare, ma la società biancoscudata ha inserito in lista 23 nomi, mantenendo dunque un posto libero che può essere riempito in qualunque momento.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “La lezione del caso Amirante è servita: più chiarezza c’è, e meglio è”) E Bucolo ha pagato, pur – gli va dato atto – essendosi scusato (un po’ tardi, però) con lo stesso Pillon. Ma il Padova, anzi il nuovo Padova, ci convince perché è riuscito a far tesoro degli errori commessi nel (recente) passato quando ha deciso di stilare, e rendere (finalmente) nota, la lista dei 23 a disposizione da qui all’8 maggio, ultima giornata di campionato. I nomi: Altinier, Anastasio, Baldassin, Bearzotti, Bottalico, Corti, Cunico, De Risio, Dell’Andrea, Diniz, Dionisi, Fabiano, Favalli, Favaro, Finocchio, Ilari, Mazzocco, Neto Pereira, Petkovic, Petrilli, Sbraga, Sparacello e Turea. Resta una casella vuota (come spieghiamo a parte), perché non si sa mai… Bucolo quel tassello difficilmente lo riempirà, e poi non è il caso di chiamare disgrazie (leggasi infortuni) per accontentare qualcuno a cui piace gufare. Di una cosa ora siamo certi: la vicenda Amirante e questa di Bucolo, appunto, sono servite a fare chiarezza, e più chiarezza c’è meglio è. Per se stessi e per il Biancoscudo. Professionalità è anche agire alla luce del sole e renderne conto all’opinione pubblica. Come ieri, appunto.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “La lezione del caso Amirante è servita: più chiarezza c’è, e meglio è”) L’esempio conta, nella vita come nel calcio. E il Padova, anzi il nuovo Padova dell’era Bergamin-Bonetto, a cui si sono aggiunti i Poliero, i Salot e i Tosetto, non si fa pregare quando c’è bisogno di prendere una posizione chiara e netta, che sia, appunto, di esempio per tutti. Il caso Bucolo viene consegnato agli archivi della prima stagione di Lega Pro con la decisione più prevedibile: a meno di cataclismi, il mediano siciliano non disputerà più una partita con la maglia biancoscudata. Era inevitabile, dopo il violento litigio con Pillon, avvenuto perdipiù davanti a compagni, dirigenti, fra cui De Poli, giornalisti e alcuni tifosi dopo che il giorno prima lo stesso centrocampista si era “beccato” pesantemente con Fabiano. La tifoseria, anche sui social, si è divisa, chi pronto a spezzare una lancia a favore del giocatore, chi – e parliamo della maggioranza – schierato in toto con l’allenatore, soprattutto per una questione di rispetto. Alla fine la proprietà, d’intesa con il ds e il mister, ha confermato quella che, sin dall’inizio, era sembrata una linea precisa e irremovibile: chi sbaglia paga.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Cosa accade. Tecnicamente Bucolo è un tesserato biancoscudato fino al 30 giugno, e non sarà messo “fuori rosa”: il caso della Lazio, che negli anni passati, per aver fatto allenare Pandev da solo in una situazione analoga, venne condannata a risarcire il giocatore per mobbing, ha fatto giurisprudenza. Bucolo, quindi, continuerà ad allenarsi con i compagni, ma non prenderà parte alle gare di campionato. «Sono obbligato ad allenarlo perché è un tesserato del Padova, ma poi sta a me scegliere», la spiegazione di mister Pillon ieri alla Guizza. «In questo momento in mezzo al campo abbiamo quattro giocatori: Corti, De Risio, Mazzocco e Baldassin, e quindi questi sono i miei centrocampisti, lui rimane fuori a riflettere per tutto quello che è successo». Parole che non lasciano spazio alle interpretazioni: Bucolo è fuori dal progetto tecnico. E questo nonostante il passo indietro nei confronti del mister. «Domenica mattina, dopo la partita con il Lumezzane, Rosario è venuto a chiedermi scusa, e io ho accettato le sue scuse. Ma già due giorni prima noi avevamo fatto la nostra scelta: era sul mercato, e il Padova per questo ha acquistato Baldassin. Mi spiace per lui e per la sua situazione, ma come ho ripetuto più volte bisogna stare alle regole, e sotto questo punto di vista non sono ammesse deroghe. Se cominciamo a tralasciarle, il rischio è di creare un precedente». Mancherebbe un solo tassello, pertanto, per chiudere il cerchio: conoscere la versione di Bucolo. Che, però, sin qui ha preferito il silenzio sulla vicenda.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Rosario Bucolo è fuori dalla lista consegnata ieri dal Calcio Padova alla Lega Pro: i biancoscudati inseriti nell’elenco degli “utilizzabili” per il campionato sono 23, e tra questi non c’è il centrocampista catanese. La decisione è arrivata nel corso di un summit congiunto fra proprietà e area tecnica svoltosi nel pomeriggio: da qui al 30 giugno, a meno che prima della naturale scadenza del contratto non sopraggiunga una risoluzione consensuale fra le parti o, chissà, la necessità di reinserirlo per utilizzarlo in campionato, Bucolo si allenerà con la squadra, ma non potrà disputare gare ufficiali. Sono 23. Lo spazio per lui ci sarebbe comunque stato. La lista del Padova per il campionato è composta infatti da 23 giocatori: uno in meno del limite di 24 previsto, proprio com’era avvenuto nel girone d’andata. Rispetto a quella di settembre, sono usciti Cucchiara, Aperi, Ramadani, Giandonato, Niccolini e, appunto, Bucolo (mentre Amirante, svincolatosi a fine dicembre, come avevamo inaspettatamente appreso nella serata di Pavia non vi era mai stato inserito) e sono subentrati loro Baldassin, Finocchio, Sbraga, De Risio, Sparacello e il giovane Bottalico, centrocampista offensivo della Berretti. Il 24º posto è libero: in caso di necessità, un nuovo giocatore potrà essere inserito entro 24 ore dalla disputa di una partita, mentre per i portieri si possono operare cambi senza problemi.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Solo il referto, per questo, sarà in grado di fugare una volte per tutte i dubbi sulla sua presenza contro i “Leoni del Garda”. De Risio, invece, ha saltato gli allenamenti di ieri poiché vittima di un leggero affaticamento muscolare: le sue condizioni non sembrano preoccupare lo staff medico, domenica dovrebbe essere regolarmente al suo posto. Per Neto Pereira e Petkovic, invece, semplici intoppi dovuti ai malanni di stagione: l’attaccante brasiliano è rimasto a casa con la febbre, mentre il portiere serbo non si è allenato poiché colpito da un fastidioso virus intestinale. Oggi la squadra tornerà ad allenarsi alla Guizza alle 15, dove sosterrà sedute pomeridiane sino a venerdì. Sabato, alle 10, è in programma la rifinitura, e lì capiremo se suonerà l’ora del debutto per qualcuno dei nuovi arrivati.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La settimana che precede la difficile sfida di domenica (ore 14) all’Euganeo contro la Feralpi Salò parte con quattro defezioni dell’ultimo minuto. Quattro assenti che, nelle ultime ore, sono andati ad aggiungersi a Marco Cunico (che attende ancora di sapere la data nella quale sarà effettuato l’intervento di pulizia del menisco del ginocchio sinistro), e che anche se non dovrebbero pesare sullo scacchiere biancoscudato in vista del match con i gardesani hanno complicato i piani settimanali di Bepi Pillon. Ieri, alla doppia seduta settimanale, infatti, oltre ad Altinier non hanno preso parte nemmeno Neto Pereira, De Risio e Petkovic. La situazione dell’attaccante mantovano è al momento quella più delicata: Altinier soffre di un dolore tendineo al ginocchio, che aveva già accusato sabato nel corso della partita con il Lumezzane, e questa mattina si sottoporrà ad un accertamento medico che chiarirà l’entità del suo fastidio.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Insomma, si chiude nel peggiore dei modi, ossia con il muro contro muro, un rapporto che pareva al di sopra di ogni sospetto è che è degenerato improvvisamente nello spazio di 24 ore fra mercoledì e giovedì scorso. Prima il battibecco con Fabiano, subito rientrato dopo un chiarimento avvenuto a fine allenamento fra i due e poi il durissimo scontro verbale fra Pillon e Bucolo, con i toni e le parole che sono diventati via via più duri. Sui dettagli circolano diverse versioni, molte delle quali coincidenti e, prima o dopo, qualcuno probabilmente deciderà di rompere il muro del silenzio che avvolge la vicenda, Magari lo stesso giocatore. Per quanto riguarda la squadra, in vista del big – match con il Feralpisalò, è allarme rosso in attacco, visto che ieri non si sono allenati né Altinier né Neto Pereira. Al momento entrambi hanno chance di recupero, ma il primo è forte dubbio per un guaio muscolare, mentre il capitano è rimasto vittima di un attacco influenzale, così come Petkovic, anch’egli assente nella seduta di ieri. Ko anche De Risio (recuperabile) e Cunico (menisco).

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) La novità più succosa, in qualche modo attesa dopo una ridda di voci che si erano rincorse nel corso del pomeriggio, è che Rosario Bucolo da ieri è ufficialmente un separato in casa con il Padova. La società di viale Nereo Rocco ha comunicato la lista ufficiale dei 24 giocatori da inviare alla Lega Calcio e ha scelto la linea dura. Bucolo è stato escluso e nella lista è stato inserito un giocatore in meno, fermandosi a quota 23. Una misura attesa dopo gli sviluppi degli ultimi giorni, ma che era stata in qualche modo messa in dubbio da quanto avvenuto nel pomeriggio, quando Bucolo aveva svolto l’intera seduta della Guizza con il gruppo. A questo punto gli sviluppi sono imprevedibili e la risoluzione contrattuale, impensabile fino a qualche giorno fa, è da tenere in grande considerazione. Da notare che, se anche si procedesse con la risoluzione contrattuale, il giocatore non potrà più accasarsi altrove, a meno che non scelga la via dell’estero, in quei campionati in cui il mercato è ancora aperto. Opzione, quest’ultima, davvero difficilissima.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 41, FeralpiSalò 37, Alessandria 35, Pordenone 34, Bassano 33, Reggiana e SudTirol 32, Pavia 30, Cremonese e Padova 28, Giana Erminio 25, Cuneo 24, Pro Piacenza 23, Lumezzane e Renate 19, Mantova 18, AlbinoLeffe 14, Pro Patria 1 (-7 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della ventesima giornata: Lumezzane-Padova 02 (Neto Pereira (Pd) al 19′ pt, Altinier (Pd) al 38′ st), SudTirol-Pavia 1-1 (Sforzini (Pv) al 17′ pt, Spagnoli (St) al 26′ pt), Pordenone-Mantova 1-0 (Strizzolo (Pn) al 12′ pt), Cuneo-Giana Erminio 2-2 (Perico (Ge) al 43′ pt, Chinellato (Cu) al 20′ st e al 40′ st, Cogliati (Ge) al 32′ st), Cittadella-Renate 3-2 (Bizzotto (Ci) al 1′ pt, Litteri (Ci) al 8′ pt, Florian (Re) al 43′ pt e al 9′ st, Lora (Ci) al 26′ st), FeralpiSalò-Pro Patria 2-0 (Guerra (Fs) al 44′ pt, Tortori (Fs) al 24′ st), Reggiana-Pro Piacenza 4-0, AlbinoLeffe-Bassano Virtus 0-0, Cremonese-Alessandria 2-1.

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Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 3 febbraio: allenamento pomeridiano, assenti Petkovic, De Risio, Altinier e Neto Pereira. Bucolo escluso dalla lista dei 24 del Padova




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