Live 24! Padova-Renate, -2: Sbraga torna in gruppo, rientra l’allarme in difesa

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Ore 21.00 – (Il Piccolo) Dopo aver pareggiato contro la terza in classifica, l’Este, la Triestina sta preparando l’importante sfida di domenica al Rocco contro la quarta della classe, il Belluno. Una partita che però l’Unione dovrà affrontare senza il suo capitano Luca Piscopo. Dopo il cartellino giallo rimediato a Este, puntuale ieri è arrivata dal giudice sportivo la squalifica di un turno per il difensore, che infatti era in diffida. Un’assenza pesante per la retroguardia alabardata, sia per il valore di Piscopo che soprattutto in queste ultime partite ha davvero preso in mano la squadra da leader, sia perchè le alternative a disposizione di Doardo sono davvero poche. A meno di ulteriori rinforzi di questi giorni che comunque sono sempre possibili, di difensori centrali ne rimane uno di ruolo, Andjelkovic, e uno adattato, ovvero Di Dionisio. Lo sloveno a dire il vero ha fatto parecchia panchina: a lui per fare coppia con Piscopo è stato infatti sempre preferito proprio Di Dionisio, che di professione però fa il centrocampista. Insomma, se non ci saranno novità in questi giorni, la coppia centrale difensiva potrebbe essere proprio formata da una coppia inedita formata da Andjelkovic e Di Dionisio. Riguardo al Belluno invece, domenica non potrà esserci in panchina l’ex alabardato Roberto Vecchiato: il tecnico gialloblu infatti è stato squalificato per due giornate, per proteste con termini irriguardosi nei confronti dell’arbitro. Un episodio avvenuto praticamente alla fine della partita di domenica, quando Vecchiato ha protestato per il rigore concesso al Giorgione allo scadere che ha portato all’1-1 degli ospiti.

Ore 20.30 – (Corriere delle Alpi) C’è una prima volta per tutto, e questa volta è toccata a Roberto Vecchiato, che non potrà sedere sulla panchina del Belluno per due partite. Dopo il pareggio contro il Giorgione, arrivato allo scadere per un rigore molto contestato, il tecnico gialloblù ha protestato ed è stato allontanato dall’arbitro. È la prima volta che succede, dopo più di cento partite sulla panchina gialloblù in due anni e mezzo. Il comunicato riporta che l’allenatore avrebbe protestato nei confronti del fischietto di Cesena con termini irriguardosi e per questo sarebbe stato allontanato. Non è però d’accordo con questa affermazione il diretto interessato. «So cosa ho detto e ho la coscienza pulita – spiega Vecchiato – quando mi sono rivolto all’arbitro, negli spogliatoi c’erano tantissimi testimoni che hanno sentito. Non ho usato nessun termine irriguardoso come è riportato nel comunicato. La cosa finisce qui, anche se mi dispiace molto. Sono amareggiato perchè ci tengo molto a certe cose, ma se avessi sbagliato lo avrei detto senza nessun tipo di problema. Ricorso? No, non andremo avanti, pensiamo solo al nostro prossimo avversario. Il fastidio mi passerà tra qualche giorno, adesso penso solo a lavorare. In ogni caso, meglio che abbia squalificato me che un qualsiasi nostro giocatore». Al terzo anno sulla panchina gialloblù, Roberto Vecchiato sarà costretto a guardare i suoi ragazzi fuori dal campo. Il primo match sarà quello di domenica in trasferta contro la Triestina, città dove il tecnico ha giocato per diversi anni in C2, mentre la seconda sarà quella infrasettimanale al Polisportivo contro il Dro. Da quale punto dello stadio te la guarderai? «Non ci ho ancora pensato, magari vengo a farvi compagnia in sala stampa». Nelle prossime due partite quindi il timone della nave sarà affidato al vice, Ivan Da Riz, che avrà il compito di dare la giustica carica in campo a tutta la squadra, oltre che a decidere i cambi. Corriera per Trieste. Sarà possibile iscriversi al pullman per andare in trasferta al Nereo Rocco fino a questo pomeriggio presso la Segreteria del Belluno in Piazzale della Resistenza. Per quanto riguarda, invece, il match casalingo contro il Dro di mercoledì 2 marzo, entreranno gratis tutti i ragazzi e le ragazze delle scuole medie e superiori.

Ore 20.00 – (La Provincia Pavese) «Sa che a Pavia l’hanno ribattezzata il Santo?». La sua risata vale più di una risposta e un nuovo miracolo Giorgio Roselli sta cercando di ottenerlo portando ai play off il suo Cosenza, che occupa attualmente il terzo posto, insieme al Foggia, nel girone C di Lega Pro alle spalle di Benevento e Lecce. Quando arrivò al Pavia, il 24 gennaio 2012, la squadra arrivava da 9 sconfitte su 10 partite nel girone A di Prima Divisione ed era all’ultimo posto. Portò gli azzurri alla conquista dei play out e alla salvezza grazie al 2-0 di Ferrara sulla Spal (dopo lo 0-0 dell’andata al Fortunati) con le reti di Cesca e Marchi. Quante volte ha ripensato all’impresa di Ferrara ? «Manco a farlo apposta prima della vostra telefonata proprio questo pomeriggio ne ho riparlato dopo l’allenamento con Statella. Gli ho detto che solo dei matti come noi di quell’anno potevamo riuscirci…». C’è anche un pizzico di Pavia nel suo Cosenza: oltre a lei ci sono due ex, Statella e Arrigoni? «Statella era stato con me nella stagione in cui abbiamo fatto il miracolo di ottenere quella salvezza, Arrigoni, invece, l’ho conosciuto qui in Calabria. Sta facendo benissimo, ha giocato 52 partite di fila, tra campionato e Coppa e segnato sabato scorso il gol della vittoria a Caserta». Anche se da molto lontano il Pavia lo segue ancora? «Certo, guardo con un occhio di riguardo le squadre dove ho allenato, oltre al Pavia mi interesso anche della Cremonese. Quando non gioca la mia squadra seguo le altre partite di Prima Divisione su Sportube. Ho visto che a Pavia sono state fatte cose importanti, molti innesti anche a gennaio e ora c’è bisogno di continuità di risultati. E’ importante che la società abbia trovato una nuova proprietà, quella cinese, che abbia deciso di investire creando entusiasmo. Proprio per questo, di fronte a questi sforzi, è fondamentale che si arrivi al più presto ad un salto di categoria per il Pavia». Pavia da play off e chissà magari avversario del suo Cosenza? «Mi piacerebbe: nel girone A con il Cittadella lanciatissimo, le avversarie principali per il Pavia saranno ancora la Feralpi e l’Alessandria. Non pensavo fosse lì davanti invece il Pordenone». Ci racconti della sua esperienza a Cosenza. «Stiamo disputando un bellissimo campionato. Ci piacerebbe continuare così ma per rimanere in questa posizione dobbiamo dare il 200%». Il girone C registra record di spettatori in alcune sfide come Lecce-Foggia che ha avuto un contorno di quasi 14 mila spettatori. «Ci sono piazze importanti, squadre con organici di tutto rispetto. Anche nel girone A vedo che il livello è elevato tra le prime sei-sette formazioni, forse il B è un po’ inferiore agli altri due raggruppamenti. Da noi al Sud, per esempio, anche le squadre che lottano per non retrocedere hanno rose con elementi esperti e rinunciano alla regola degli Under». E’ alla sua seconda stagione a Cosenza: nella prima ha chiuso con un decimo posto ora i play off sono il vostro obiettivo? «Siamo partiti per migliorarci e come valori e budget siamo attorno all’ottavo posto nel nostro girone. Ora che siamo lì è logico che proviamo a giocarcela, ma la concorrenza è altissima da Benevento, Lecce e Foggia alla Casertana per non dimenticare il Matera».

Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) Una giornata di squalifica e qualche malessere nei mesi passati, ma adesso il pilastro centrale della difesa granata, Alessandro Spanò, è pronto a combattere per rispettare gli obiettivi di inizio stagione. «Fisicamente non ho avuto nessun problema nelle ultime settimane – rimarca l’ex Pro Patria – mentre qualche gara fa ci fu la mia prima espulsione. Non mai bello vedersi sventolare il rosso in faccia, ancora di più quando non pensi di aver commesso un fallo così grave, ma ormai è andata». Come si spiega il flop di Meda col Renate? «Non voglio accampare pretesti, però impostare partite con squadre che non giocano e su campi impossibili ci mette in difficoltà. Se non riusciamo a giocare alla nostra maniera, coi palloni lunghi, non vinciamo. È un nostro limite, d’altronde se fossimo una squadra completa probabilmente saremmo primi in classifica». Invece il morale com’è? «Non è facile affrontare questi periodi, ma dobbiamo alzare subito la testa perché crediamo ancora ai play off. Se così non fosse non saremmo una squadra vincente, come invece siamo». Lunedì, strigliata in spogliatoio? «È stato un confronto sereno e costruttivo. Dobbiamo cercare risultati per arrivare all’obiettivo che ci eravamo preposti». Però non è stato il primo confronto del genere in stagione… «Meglio averne fatto uno ulteriore per evitare di trascinarci, nelle prossime settimane, con indifferenza e senza stimoli». Partito Ferrara c’è più coesione nelle spogliatoio? «Per me non ci sono mai state divisioni e tutti hanno sempre messo impegno. Il discorso con Ferrara fa parte del passato, noi siamo giocatori della Reggiana e pensiamo al presente». A Meda si è confrontato coi tifosi nel dopogara. Come giudica la loro presa di posizione? «I tifosi sono parte integrante del progetto della Reggiana ed è giusto confrontarsi anche con loro. Noi speravamo in risultati ben diversi dagli ultimi e posso garantire che, al di là dell’età, i miei compagni sono tutti motivati e pronti ad onorare la maglia. Nessuno in campo tira indietro la gamba e, se qualche atteggiamento può essere frainteso, non c’è mai mancanza di impegno». È cambiato qualcosa dopo tutti questi confronti? «Vedo lo spirito giusto ma non posso dire che prima non ci fosse. Ma c’è più grinta che sarà l’arma fondamentale, al di là degli aspetti tecnici, per vincere contro squadre come il Renate le partite vanno affrontate anche con altre caratteristiche». Quindi il Feralpisalò sarà l’avversario migliore contro cui risorgere? «Non ci interessa chi avremo davanti perché vogliamo fare la nostra partita. Dobbiamo ritrovare quella serenità che ci permette di dare tutto e di tirare fuori il carattere per mettere sotto chiunque». E dalle sue parti mancherà per squalifica un certo Alex Pinardi… «Questo è positivo ma dovremo pensare a noi stessi senza fare affidamento sul risultato dell’andata, finita 3-0 per noi, perché quella fu una partita strana, con un nostro gol lampo e una loro espulsione poco dopo, mentre ora loro cresciuti molto ed è passato metà campionato». Ci promette un gol col Feralpisalò? «Fa sempre piacere dare una mano davanti ma per me l’importante è non dover raccogliere la palla dalla nostra rete, come purtroppo sta succedendo ultimamente». Forse perché, come disse il tecnico Colombo qualche tempo fa, non siete il Barcellona. «Al di là della battuta siamo la Reggiana e abbiamo i nostri valori per cui dobbiamo fare bene nel nostro campionato».

Ore 19.00 – Notizie da Reggio Emilia: praticamente certe le assenze per la sfida con la FeralpiSalò di Ceccarelli, De Biasi, Frascatore e Mignanelli, tanto che mister Colombo ha provato il 3-5-2 per far fronte alle tante defezioni.

Ore 18.30 – (Gazzetta di Mantova) Riccardo Perpetuini, 25 anni, è uno dei volti nuovi arrivati nel Mantova a gennaio e la sua storia potrebbe essere una metafora perfetta per descrivere la tribolata stagione biancorossa. Il centrocampista di Latina, infatti, era una grande promessa (6 presenze nell’Italia under 20) e debuttò giovanissimo in serie A con la Lazio. «Ma negli anni successivi ho subìto cinque operazioni alle ginocchia, che mi hanno sicuramente rallentato nella crescita professionale. In certi casi, comunque, non puoi fare altro che lottare e andare avanti ed eccomi qua». Anche il Mantova di “cadute” in questo campionato ne ha conosciute tantissime e adesso sta provando a rialzarsi. «Fin dal mio arrivo – dice in proposito Perpetuini – ho visto una squadra viva, che però per tante situazioni non riusciva a ottenere risultati. Di sicuro negli episodi siamo stati anche sfortunati, perché a volte abbiamo giocato davvero bene ma non siamo riusciti a raccogliere molto». Adesso la vittoria che mancava da tre mesi e mezzo è arrivata e forse non è un caso che sia coincisa con il cambio del modulo tattico: «A me in verità il 4-3-1-2 piace moltissimo, perché porta a fare tantissime verticalizzazioni, ma forse per applicarlo serve una serenità mentale che noi in questo momento non abbiamo. Con il 4-4-2 siamo più compatti, più coperti… E comunque in due partite abbiamo fatto 4 punti, per cui va bene così. Ma a mio avviso non è cambiato soltanto il modulo, c’entrano anche l’atteggiamento, la cattiveria agonistica e la cura dei particolari che siamo riusciti a mettere in campo». «Contro il Cuneo avevamo un solo risultato a disposizione – aggiunge Perpetuini – e quando vai in campo dovendo solo vincere non è mai facile. La squadra ha dato una grande risposta in un momento molto delicato». Per arrivare alla salvezza, però, un exploit non basta. Il Mantova deve confermarsi, a partire dalla trasferta di domenica a Lumezzane: «In questo periodo, Padova a parte, ci stiamo giocando scontri diretti cruciali. Quello col Cuneo è andato bene, adesso speriamo di ripeterci a Lumezzane, anche se non sarà affatto facile. Conquistare i tre punti, però, sarebbe fantastico a livello di morale. E ci consentirebbe di guardare avanti con fiducia, prima alla sfida col Padova e poi all’altro scontro diretto con la Giana Erminio». In tutto ciò, una grande mano alla squadra la stanno dando i tifosi: «Non immaginavo che tanta gente ci sarebbe rimasta vicina nonostante la brutta posizione in classifica – afferma il mediano di Latina -. Invece qui c’è grande attaccamento alla squadra ed è proprio ciò che serve: tutti insieme possiamo farcela a uscire da una posizione di classifica che oggettivamente questa squadra non merita». La salvezza è un obiettivo importante per i giocatori anche in prospettiva. Perpetuini, ad esempio, a gennaio ha lasciato la Cremonese per venire a Mantova e ha firmato un contratto biennale, che una retrocessione renderebbe carta straccia… «Per me è stata anche una scommessa personale, ho puntato su Mantova per rilanciarmi e ho fatto bene. Questa è una realtà molto bella – conclude – e sono decisamente contento della scelta che ho fatto».

Ore 18.10 – Notizie da Mantova: brutte notizie per mister Javorcic, che potrebbe perdere Trainotti e di Santantonio non solo per la sfida di Lumezzane ma anche per quella del 6 marzo col Padova in quanto le rispettive ecografie a cui si sono sottoposti hanno evidenziato problemi muscolari. A loro si aggiungono Zammarini, Beretta e Ruopolo, mentre sono in dubbio Scrosta e Sereni.

Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Ho visto dal vivo il Pordenone a Cremona e il Sudtirol lunedì sera contro la FeralpiSalò. Dovrebbero fare una bella partita, perché attraverso il gioco cercano il risultato. Fuori casa, ramarri favoriti». È l’opinione di Mauro Gibellini, doppio ex ds di altoatesini e neroverdi. «Il confronto diretto – prosegue Gibellini – è aperto a ogni risultato, anche se vedo più concreti e avanti i ragazzi di Tedino, determinati e concentrati, con trame molto apprezzabili. Il test probante ha detto che il Pordenone può giocarsi il campionato, se tiene botta. I bolzanini contano giocatori importanti, giovani interessanti, elementi tecnici come Cia, Girasole, Bertoni e davanti Gliozzi (o Spagnoli) e Tulli da trattare con attenzione». Se l’aspettava, il Pordenone secondo? «Francamente no – ammette -. Dopo Padova è migliorato parecchio. Mi sarei tenuto De Cenco, anche se è ben sostituito dalle prestazioni di Strizzolo». Cosa aggiungere per la B? «Almeno 5 giocatori di spessore – risponde -. Sono contrario alle rivoluzioni, per non rompere il giocattolo. Manterrei l’ossatura, inserendo un paio di punte di una certa importanza, un centrocampista di qualità e quel che Tedino saprà meglio di me. Per poi restarci, in B. Non è un grandissimo salto e non va trascurata la chimica che si crea in un ambiente quando si vince». Con un Bruno Tedino che non è più quello neroverde versione 1.0. «Siamo stati assieme pure a Pistoia, Sandonà e Novara – ricorda il Gibo -. Da buon conoscitore di calcio è sempre stato bravo. Doveva assumere consapevolezza, ora è nel pieno della maturità. Più completo di sempre, valido anche per la B».

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Aria di derby domenica alle 14 al Druso fra Sudtirol e Pordenone. Non tanto per la presenza in neroverde di Tedino, Pederzoli e Martin, tutti ex altoatesini, quanto per Alberto Spagnoli, già a Sacile, nel team di Giovanni Stroppa. Uno “Spagno” decisivo, o almeno importante, nella sfida di domenica regalerebbe probabilmente un sorriso ai tifosi della Sacilese (ancora oggi spesso canzonata dagli ultrà neroverdi), dopo le tante amarezze ingoiate in questo ultimo semestre. Quasi un ritorno ai tempi in cui i biancorossi del Livenza soffiavano ai ramarri l’accesso ai playoff di Lega D. ROVESCIATA E RINNOVO – Alberto Spagnoli, di Fiume Veneto, ha festeggiato il rinnovo del contratto con il Sudtirol il 30 gennaio con una spettacolare rovesciata nell’1-1 con il Pavia. È stato per lui il primo centro da professionista. Giovanni Stroppa, autore con il Milan di uno dei 3 gol rifilati all’Olimpia Asuncion il 9 dicembre 1990 nella finale di Coppa Intercontinentale, oggi mister dei sudtirolesi, ultimamente lo alterna al vertice della prima linea con il bomber “ufficiale” Ettore Gliozzi (9 centri). Dopo la prodezza nell’1-1 con il Pavia, gara nella quale è partito titolare, Alberto è stato inserito nella formazione iniziale anche a Bassano, sostituito al 59′ da Gliozzi. A Padova è entrato nell’ultimo quarto d’ora. A Salò è rimasto in panca. A MIO PAPÀ NEROVERDE – Il giovane fiumano ha dedicato il primo gol tra i pro a suo padre. «Sì, ha giocato anche lui – racconta “Spagno” -. Ha militato nel Pordenone quando come allenatore c’era un “certo” Edy Reja. Era un bravo difensore, ma fu costretto a smettere presto, per andare a lavorare in fabbrica». Anche Alberto avrebbe potuto vestire il neroverde. Invece è stato più lesto il Sudtirol, facendolo passare dal biancorosso di Sacile a quello altoatesino, con il quale ha trovato spazio sia in campionato che in Coppa Italia. «Sotto la guida tecnica di Stroppa – confida – posso diventare un calciatore migliore». ARIA DA PRO – Spagnoli aveva avuto già in passato l’occasione di respirare “aria Pro” di alto rango nelle giovanili di Verona e Milan. «Anni importanti – racconta -. Soprattutto quello in rossonero, con compagni come Bryan Cristante e Kingsley Boateng. A differenza di loro, e di altri coetanei che sono andati subito in B e C, io sono partito dalla gavetta. In D ti fai le ossa, con incontri molto agonistici e fisici, dove capisci presto che la tecnica non basta. A Sacile ho dovuto sgomitare per guadagnarmi il posto. Poi ho cominciato a giocare e segnare con continuità (ai tempi di Zirolandia, ndr) sino a meritarmi la chiamata del Sudtirol. Ho conquistato la fiducia di mister Stroppa partendo dal minutaggio. Ora voglio convincere tutti, giocare con continuità e ripagare la società per il rinnovo del contratto». Magari segnando un gol al Pordenone, da dedicare a tutti i biancorossi, di Bolzano e Sacile.

Ore 16.50 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.30 – Qui Guizza: provate soluzioni da palla inattiva.

Ore 16.10 – Qui Guizza: assente invece Cunico, che ieri aveva ricominciato a correre a parte.

Ore 16.00 – Qui Guizza: Sbraga regolarmente in gruppo, rientra l’allarme per il centrale difensivo.

Ore 15.40 – Qui Guizza: lavoro atletico.

Ore 15.20 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 15.00 – (Messaggero Veneto) Giovanni Stroppa, tecnico dell’Alto Adige, non ha dubbi: «Il Pordenone? Non è solo la squadra più in forma del campionato. A mio avviso è sicuramente la più forte». E’ perentorio il giudizio del tecnico del prossimo avversario dei “ramarri”: il gruppo di Tedino è il top del girone. «Ci attende una sfida ancora più difficile di quella di Salò – ha dichiarato l’ex Milan al quotidiano di Bolzano Alto Adige – perché il Pordenone ha delle caratteristiche diverse e un potenziale ancora maggiore. Non bisogna dimenticare che arriva da sette vittorie consecutive e non subisce mai gol». Dichiarazioni di grande stima nei confronti della truppa neroverde, per cui è sicuro che il Sueditirol domenica proverà a fermare un’altra big dopo la Feralpi. A proposito di match giocati: arriva un’altra sconfitta per la Cremonese. Dopo Feralpi, e Pordenone, la squadra di Rossitto e del mental coach Teso cade anche contro il Cittadella nei quarti di finale di coppa Italia di Lega Pro. Al Tombolato finisce 3-2 per i granata, che accedono così alle semifinali dove troveranno la Spal. Non decolla la stagione dei grigiorossi, mentre il “Citta” si conferma dopo il primo posto nel girone in campionato. Infine, stabilito giorno e orario della nona giornata di ritorno di Lega Pro: Bassano-Pordenone si giocherà domenica 13 marzo alle 15.

Ore 14.40 – (Messaggero Veneto) Pordenone imperforabile: 6 partite senza subire gol, nessuno come i neroverdi nel 2016. I motivi? «Il lavoro specifico sul reparto. Ma, in particolare, ci difendiamo in undici. Soprattutto siamo sempre pronti ad aiutare il compagno in difficoltà e a fare una corsa in più». Mirko Stefani, 32enne capitano dei “ramarri” e leader del settore arretrato, riassume così i segreti della difesa bunker. E’ il concetto di mutua assistenza il valore aggiunto, che fa alzare il muro di fronte a Tomei. Tanto che il centrale si sbilancia: «E’ la squadra più solida in cui abbia mai giocato». Stefani, partiamo da qui. In 12 anni di carriera, non è stato in alcun team forte come il Pordenone a livello difensivo? «No. Ho fatto parte di gruppi in cui i singoli erano più forti di quelli neroverdi. Ma se si guarda il reparto nel suo assieme, questo è il meglio assortito. E condivide tutti i concetti dell’allenatore». Ovvero? «Le marcature all’interno dell’area sui palloni che arrivano dall’esterno, la ricerca del contatto fisico con l’attaccante. In generale non subiamo gol perché c’è equilibrio: la fase difensiva si fa in 11 e in questa squadra corrono tutti. Ci si dà una mano a vicenda e si cerca di limitare i difetti e accentuare i pregi del compagno». Quali sono i punti forti dei suoi colleghi di reparto? «Pasa è il difensore che ha più qualità di tutti. Nessuno gioca la palla come lui. Ingegneri ha qualità fisiche devastanti, Marchi è un marcatore vero: è il più difensore di tutti. Peccato averlo avuto poco a disposizione». E i terzini? «Si parla poco di Cosner e Talin: invece sono da lodare, perché si sono sempre fatti trovare pronti. Martin ha una tecnica di grande livello per il ruolo, De Agostini è importante in campo e ancor di più in spogliatoio, Boniotti è un giovane che può arrivare in alto. Mi ha sorpreso. È forte e sempre disponibile, sa ascoltare. In questa categoria è di passaggio». E di se stesso cosa dice? «Penso di essere un giocatore esperto che, soprattutto, sa far giocare bene e tranquillo chi gli sta fianco. Naturalmente poi c’è Tomei, ottimo portiere. Ma il nostro vantaggio, ripeto, è l’organizzazione di squadra e l’aiutarsi l’uno con l’altro. Non sono molti i contesti in cui un giocatore fa una corsa in più per colmare un errore dell’altro». Lei è il leader di questa super-difesa. Stefani, a 32 anni, sta vivendo una seconda giovinezza. Il neroverde può essere la sua nuova Reggiana? «Qui si sta bene. Vengo con piacere al campo. A Reggio sono rimasto cinque stagioni e mi sono sentito a casa. A Pordenone vorrei rimanere a lungo. Noto tante analogie con l’esperienza granata». Questa è una delle sue migliori stagioni. Ma, calcisticamente, quale altra una che ricorda con piacere? «L’annata 2002-2003. L’esordio in prima squadra col Milan di Ancelotti, che trionfò in Champions League. Giocai la gara di Piacenza, quella prima della finale di Manchester. A fine stagione vinsi gli Europei under 19: con me c’erano Chiellini, Aquilani, Padoin, Lodi. Tutti ragazzi nati nell’84, come me, che ora sono in A. Altra carriera, ma io sono contentissimo del mio percorso».

Ore 14.20 – Notizie da Pordenone: continuano gli allenamenti dei neroverdi, alla ricerca dell’ottava vittoria consecutiva contro il SudTirol. Tra i grandi assenti ci sarà il lungodegente Paolo Marchi, che sta intensificando il lavoro di recupero per tornare a disposizione di mister Tedino.

Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Mercoledì di lavoro per il Vicenza che si sta preparando alla difficile trasferta di sabato a Crotone. Al «Morosini» Pasquale Marino, oltre agli infortunati di lungo corso Urso e Manfredini, ha dovuto fare a meno del giovane esterno offensivo Cisotti, bloccato da un dolore al ginocchio destro, e di Galano che ha osservato i compagni da bordo campo, e che è in dubbio in vista della partita allo «Scida». Il tecnico biancorosso ha impostato la formazione che molto probabilmente scenderà in campo contro il Crotone, contrapponendola un undici schierato con il 3-4-3, il modulo adottato dai calabresi. Davanti a Vigorito, confermato tra i pali, la linea a quattro con Laverone, Brighenti, Ligi e D’Elia, con buone notizie che arrivano da Brighenti, in netto miglioramento. In difesa Marino attende anche l’esito del ricorso contro la squalifica di due giornate inflitte a Sampirisi, oggi sul tavolo della Federazione. Se il Vicenza dovesse avere la meglio, il giocatore partirebbe per Crotone. In mezzo al campo Moretti si è ripreso la posizione davanti alla difesa, con Sbrissa nel ruolo di interno di destra e Signori schierato dalla parte opposta. In attacco, considerate le problematiche fisiche che stanno limitando Galano, il tridente formato da Vita e Giacomelli sugli esterni, e da Raicevic nel ruolo di punta centrale. Quello contro la seconda forza del campionato sarà un match difficile, che però il Vicenza vuole affrontare consapevole di potersi giocare carte importanti. «Da quando sono tornato abbiamo sbagliato solo la partita contro la Virtus Lanciano – ha spiegato Federico Moretti – ho ritrovato un gruppo compatto e unito, cosa che in serie B è molto importante. La spina dorsale della squadra è fatta da chi c’era la scorsa stagione, anche se è indubbio che quest’anno stiamo trovando maggiori difficoltà. Finora non siamo riusciti a trovare la giusta continuità di risultati. Adesso però il campionato sta entrando nella fase decisiva e non possiamo più sbagliare». Sabato a Crotone il Vicenza troverà da avversario Garcia Tena , il giovane difensore di scuola juventina che nella scorsa stagione ha militato nelle fila biancorosse. «Ho un grande ricordo dello scorso campionato con il Vicenza – ha precisato Garcia Tena – peccato solo per l’esito finale. Il presente però mi vede al Crotone, e sabato sarà senza dubbio emozionante affrontare il Vicenza anche se darò tutto per batterlo sul campo. Ai miei compagni ho già detto che la classifica non deve trarci in inganno, perché battere il Vicenza non sarà per niente facile».

Ore 13.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Attaccanti a singhiozzo, da centrocampisti e difensori i gol del sospirato ritorno in vetta. Nel 2-1 di Noale alla vigilia del faccia a faccia di domenica col Campodarsego co-capolista (stadio Penzo ore 14.30), il Venezia ha confermato di aver trovato nuove frecce da scoccare per fare centro nella porta avversaria. Nel girone di ritorno, infatti, escludendo la comoda passeggiata di Sacile (7-1 contro la Cenerentola del campionato), i vari Acquadro, Soligo, Modolo e per ultimo Luciani hanno firmato sette delle 12 marcature arancioneroverdi, contro le cinque delle punte di ruolo. «È giusto non dipendere solo dagli attaccanti, ai quali faccio un plauso perché stanno lavorando molto per i compagni. Questo da sempre è un mio credo, lo ripeto sempre ai miei giocatori perché tutti possono essere un’«arma» in più per far vincere il Venezia» la consueta carica del tecnico Giancarlo Favarin. Sorriso leggermente amaro, invece, per Luigi Luciani costretto a dividere il suo primo sigillo in arancioneroverde con il difensore noalese Griggio. «La deviazione c’è stata, però sono convinto che la palla sarebbe entrata lo stesso, al massimo baciando il palo interno. Il gol me lo tengo strettissimo – assicura il 19enne terzino foggiano – sia perché dietro c’è l’impegno di tutti in allenamento, sia perché per me corona una fase di crescita». La sensazione, ad aggancio al Campodarsego effettuato, è che ora il Venezia possa avere un maggiore entusiasmo su cui far leva. «La vera differenza potranno farla i nostri tifosi, a Noale mi sembrava di giocare al sud. Ora tutti speriamo in una grande cornice al Penzo per compiere un passo importante verso il nostro traguardo». Oggi al Taliercio seduta a porte chiuse. Da verificare Serafini fermo ieri per precauzione. AL PENZO – Prosegue la prevendita per il big match di domenica: i biglietti (150 acquistati finora) sono in vendita – 5 euro curva sud, 15 tribuna laterale, 25 tribuna centrale – nella sede societaria di viale Ancona a Mestre e negli sportelli Vela.

Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Sale la febbre per il big match di domenica al Penzo con il Campodarsego. E nella pretattica della vigilia rientra anche l’allenamento a porte chiuse. Lo ha deciso mister Giancarlo Favarin per la seduta di oggi pomeriggio. Un modo per preservare alla vista di eventuali osservatori avversari qualche accorgimento tattico che il tecnico arancioneroverde intende tenere ben al riparo da occhi indiscreti. La squadra si sta allenando a ranghi quasi completi, sono rientrati praticamente tutti gli acciaccati, anche se ieri si è fermato Matteo Serafini. Uno stop precauzionale per il bomber che ha raggiunto quota 15 gol, con la speranza di riuscire ad averlo comunque in campo domenica. L’attaccante arancioneroverde ha accusato un fastidio al gluteo, tornato a farsi sentire dopo che già nelle scorse settimane lo aveva tormentato un bel po’. Proprio Serafini è diffidato. Dal giudice sportivo non c’è altro da segnalare. Gli altri diffidati sono Fabiano, Galli e Soligo. All’andata la sfida al «Gabbiano» era finita 0-0 ed è stato quello l’inizio della rimonta dei padovani che fino ad allora erano distanziati di 4 punti in classifica. I due successivi pareggi con Levico e Tamai avevano spianato la strada del Campodarsego verso la vetta in coabitazione. Il punto più basso era arrivato poi con la sconfitta casalinga con l’Este, costata l’esonero di mister Favaretto e il sorpasso. Il controsorpasso è arrivato in gennaio, grazie al 7-1 del Venezia con la Sacilese, ma le sconfitte con Virtus Vecomp e il pareggio con la Luparense hanno poi riportato il Campodarsego a+3. La Luparense domenica ha restituito il favore, battendo la squadra di mister Andreucci, consentendo così al Venezia di tornare in vetta. Prosegue intanto la prevendita dei biglietti, che ha raggiunto quota 150.

Ore 12.40 – (La Nuova Venezia) «Bello ritrovarsi in testa alla classifica, domenica è stata una piacevole sorpresa apprendere a fine partita della sconfitta del Campodarsego. Immaginavo che la Luparense potesse essere un avversario scomodo per la capolista, come lo era stata con noi. Mi sarei accontentato anche di un pareggio. È andata ancora meglio, fossimo arrivati con 3 punti di ritardo a questa partita, saremmo stati condannati a vincerre». Evans Soligo allarga il sorriso, è uno dei due capitani del Venezia insieme a Matteo Serafini, ma per un ragazzo cresciuto nel settore giovanile arancioneroverde e ritornato a casa dopo aver girovagato per mezza Italia, è una soddisfazione in più. «Questo campionato conferma che niente è scontato», ha aggiunto Soligo, «ogni vittoria devi sudartela fino all’ultimo secondo, poi può capitare che il Venezia pareggi in casa con l’Abano e che il Campodarsego addirittura perda con la Luparense. E sarà così fino all’ultima giornata perché ogni squadra ha un obiettivo preciso. Noi sapevamo, anche alla luce del pareggio con l’Abano, che avevamo un solo risultato a disposizione a Noale. E l’abbiamo raggiunto». E adesso la sfida al Campodarsego, partita che negli ultimi due mesi ha assunto connotati diversi, a seconda di chi c’era e con quale vantaggio in testa alla classifica. «Sarebbe una partita decisiva, solo se fossimo già arrivati all’ultima giornata», osserva il centrocampista, «dopo quella di domenica, resteranno altre 9 gare con 27 punti in palio. Ovvio che noi cercheremo di sfruttare il fattore campo e il sostegno che ci arriverà dalle tribune da parte dei nostri tifosi, però dovremo essere anche intelligenti a non lasciare spazio a una squadra che finora ha avuto un rendimento migliore in trasferta che non in casa. Faremo di tutto per vincere, per mettere 3 punti tra noi e il Campodarsego, senza però buttarci allo sbaraglio e rischiare di perdere. Servirà una partita di coraggio, ma anche di intelligenza». Le news. Ferrante è rientrato in gruppo, ieri doppio allenamento con Serafini fermo al pomeriggio per precauzione a causa di un fastidio al gluteo. Oggi allenamento pomeridiano a porte chiuse. Sono stati venduti finora circa 150 biglietti. Ieri i giocatori hanno realizzato un breve video postato pagina Facebook invitando i tifosi al Penzo domenica pomeriggio. “Domenica abbiamo bisogno di voi. Tutti allo stadio!”, ha urlato Matteo Serafini circondato dai compagni di squadra, che poi si sono lasciati andare, saltellando, a un goliardico “Tutti allo stadio, domenica tutti allo stadio”.

Ore 12.10 – (Gazzettino) Il Cittadella si regala la semifinale di Coppa Italia di Lega Pro superando la Cremonese ai supplementari, proprio com’era successo con il Sudtirol. Ora i granata se la vedranno con la Spal (andata il 2 marzo, ritorno al Tombolato il 9 o il 16). In evidenza Coralli, autore di una doppietta (più un rigore sbagliato), e Sgrigna, autentico regista ovunque in mezzo al campo. Buone anche le prestazioni di Minesso, Cappelletti e del giovanissimo Fasolo, al debutto a 17 anni con gol e rigore procurato. Roberto Venturato come previsto attua un massiccio turnover rispetto al derby di Padova. C’è soltanto Cappelletti tra i confermati (è squalificato in campionato), l’uomo-partita Litteri non figura nemmeno in panchina, al pari di Scaglia, Jallow, Salvi, Chiaretti e Lora. Torna in campo Pascali in difesa, mentre Bizzotto agisce a supporto di Bonazzoli e Coralli. Anche Rossitto dà spazio alle seconde linee della Cremonese. La prima occasione è del Cittadella: angolo di Sgrigna, a centro area svetta Pascali ma non impatta bene il pallone, facile la parata di Galli. Bello lo scambio Coralli-Bonazzoli, il sinistro di quest’ultimo si infrange sul corpo di Formiconi. Momento favorevole al Cittadella, ma passa in vantaggio la Cremonese (35′): Pacilli prova a saltare Pascali che tocca il pallone con la mano. Rigore, Magnaghi spiazza Vaccarecci. Venturato lascia negli spogliatoi Pascali (al suo posto Nava), con Cappelletti che si accentra. Occasione per Coralli al 7′, la conclusione di sinistro è però centrale, quindi Minesso si vede rimpallato il tiro in angolo. Dalla battuta del corner irrompe Cappelletti, il portiere compie un grande intervento, Coralli ribadisce in rete. Al 16′ botta dal limite di Nava, il portiere alza sulla traversa. Il Cittadella resta in dieci al 21′ perchè Amato rimedia il secondo giallo in dieci minuti. Venturato corre ai ripari inserendo Benedetti. È bravo Vaccarecci alla mezz’ora ad uscire sui piedi di Guglielmotti lanciato a rete, quindi blocca a terra il destro di Magnaghi. Il centravanti della Cremonese si ripete al 35′, il pallone finisce sul fondo. Non succede più niente fino al novantesimo, si va ai supplementari. Dopo una manciata di secondi Cappelletti lancia Fasolo, affrontato e steso in area da Zullo: rigore ed espulsione del giocatore della Cremonese. Coralli dal dischetto calcia bene ma Galli ci arriva, deviando in angolo. Il Cittadella trova comunque il 2-1 all’8′, ancora con Coralli, che finalizza una bella azione Minesso-Benedetti. C’è gloria anche per Fasolo, appostato sul secondo palo, che firma il 3-1 (13′) su assist di Minesso. Infine, sui titoli di coda della gara, Pacilli fissa il risultato sul 3-2.

Ore 11.50 – (Gazzettino) Il Cittadella supera la Cremonese nei tempi supplementari e il tecnico granata Roberto Venturato sottolinea la prestazione dei suoi: «Riuscire a vincere partite come questa vuol dire avere una grande forza di volontà e una compattezza straordinaria. Questo gruppo merita il mio plauso perchè ha dimostrato che tutti sono fondamentali». L’attenzione non è rivolta soltanto a coloro che nell’ultimo periodo hanno giocato meno e si sono fatti trovare pronti, ma anche e soprattutto ai numerosi giovani della Berretti con Amato, Varnier e Xamin fra i titolari e Fasolo che è subentrato dando la svolta alla gara. «Va riconosciuto il prezioso lavoro – sottolinea Venturato – del nostro settore giovanile che ci ha fornito parecchi giocatori non solo in questa partita. Inoltre coloro che avevano giocato di meno sono stati bravi disputando una partita di quelle vere, in parte anche in inferiorità numerica. Avere superato il turno ci permette di avere altre opportunità di partite importanti, oltre a quelle del campionato, dove tutti sono chiamati a dare il proprio contributo. La voglia di lottare e la determinazione messe in campo mi hanno soddisfatto e sono di buon auspicio per le prossime partite». Mercoledì prossimo il Cittadella giocherà l’andata di semifinale di Coppa Italia Lega Pro a Ferrara con la Spal, ma il tecnico granata guarda al campionato: «Ora è importante recuperare le energie fisiche e mentali per preparare la trasferta di domenica a Gorgonzola con la Giana Erminio. Mancano undici partite che per noi devono essere undici finali. È fondamentale potere avere tutti i giocatori a disposizione nella consapevolezza che stiamo crescendo e anche questa vittoria sulla Cremonese ci deve dare energia positiva per proseguire restando sempre con i piedi per terra». Su Pascali conclude Venturato: «Ho preferito utilizzarlo soltanto per 45 minuti, è stata una scelta che avevamo ipotizzato con lo staff medico in quanto non giocava da 40 giorni in partita ufficiale, che è cosa diversa dall’allenamento».

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Il bello di Coppa e il giovane sfrontato. Claudio Coralli & Giulio Fasolo, la coppia che non t’aspetti. C’è la loro firma dietro al successo nei quarti di finale di Coppa Lega Pro del Cittadella a spese della Cremonese, superata 3-2 ai supplementari al Tombolato, dopo l’1-1 dei 90 minuti. Una doppietta per il primo, che, dopo aver castigato Sudtirol (tripletta) e Bassano (gol singolo) nei turni precedenti, punisce pure i grigiorossi di Rossitto; una rete, un rigore (poi sbagliato da “Ciccio”) e un’espulsione procurata per il secondo, che un debutto così fra i “grandi”, a 17 anni, se lo sognava. Il tridente. Definire il Citta schierato da Venturato come una squadra a trazione anteriore non rende del tutto l’idea, vista la contemporanea presenza sul rettangolo verde di Bizzotto, Coralli e Bonazzoli, con Sgrigna (il migliore) ad agire da regista di centrocampo. Rispetto alla formazione vista all’Euganeo nel derby dieci/undicesimi sono diversi, con il solo Cappelletti – squalificato nel prossimo turno di campionato – confermato. Contando che pure la Cremonese si è presentata al Tombolato riproponendo soltanto Suciu rispetto alla gara persa sabato con il Pordenone, era difficile immaginarsi una partita dai ritmi vertiginosi. E, come previsto, non lo è stata, almeno sino a quando le due squadre non si sono allungate. A sbloccarla ha provveduto un rigore trasformato da Magnaghi, dopo un fallo di mano di Pascali nel tentativo di opporsi a Pacilli: l’attaccante era stato innescato da un pallone perso da Varnier al limite dell’area. Di fatto, la Cremonese si è trovata in vantaggio subito dopo l’occasione più grossa capitata al Citta: sponda di Coralli per Bonazzoli, con Formiconi ad immolarsi sulla sua conclusione a botta sicura. In dieci. All’intervallo Venturato decide di lasciare in spogliatoio Pascali, per preservarlo in vista della trasferta in casa della Giana di domenica, inserendo Nava e spostando Cappelletti in mezzo. Piuttosto svagato nella prima frazione, Daniel si è ritrovato nella ripresa, rivelandosi determinante in occasione dell’1-1: sull’angolo di Sgrigna il suo imperioso colpo di testa chiama in causa Galli, ma Coralli è lì, pronto a ribattere in rete per l’1-1. È un altro Citta: Coralli e Nava vanno vicini al bersaglio prima dell’espulsione di Amato, che rimedia due ammonizioni ingenue nel giro di pochi minuti, lasciando i suoi in dieci. Gli spazi si ampliano, Benedetti, appena entrato, impegna Galli su punizione, ma anche Magnaghi sfiora il bersaglio grosso in un paio di occasioni e Vaccarecci salva in uscita su Guglielmotti. Prima sfida il 2 marzo. Ai supplementari, nonostante l’ingresso di Brighenti fra gli ospiti, c’è solo la squadra di casa. Fasolo, imbeccato da Cappelletti, viene falciato da Zullo, che viene espulso, procurandosi il rigore che Coralli indirizza all’incrocio: Galli para ancora. Ma “Ciccio” si fa subito perdonare finalizzando la più bella azione della partita, in anticipo su Formiconi, su assist di Benedetti. Poi è Fasolo ad infilare il portiere lombardo di prima intenzione, sfruttando l’inserimento di Minesso. Il gol di Pacilli, con un doppio colpo di testa al tramonto del match, non cambia più nulla. E ora sotto con la Spal in semifinale: Iori e soci giocheranno mercoledì 2 marzo a Ferrara e il 9 o il 16 marzo al Tombolato.Venturato gongola: «Non chiamate seconde linee i giocatori scesi in campo: dobbiamo fare un plauso a tutto il gruppo. E uno allo staff del settore giovanile».

Ore 11.10 – (Corriere del Veneto) La notizia del giorno non è tanto il pass staccato per la semifinale di Coppa Italia (andata il 2 marzo a Ferrara contro la Spal, ritorno sette giorni dopo al Tombolato), quanto piuttosto l’ennesimo giovane talento che si affaccia in prima squadra. Il Cittadella batte 3-2 la Cremonese dopo i supplementari, cinque gol, due espulsi, quattro ammoniti, due rigori (di cui uno fallito) e la rete decisiva la segna un giovanissimo diciassettenne. Si chiama Davide Fasolo, che irrompe sulla scena con personalità anche prima del gol: corre, si fa largo, sfiora il successo personale e lo ottiene di forza, sfruttando un magnifico assist di Minesso al 12’ del primo tempo supplementare. Insomma, un’altra buona notizia, dopo il successo nel derby col Padova e il primo posto in classifica. Sul campo succede di tutto. Segna la Cremonese al 36’ con Magnaghi su rigore. Il Cittadella si rimbocca le maniche, prova a risalire la corrente e ci riesce all’11’ della ripresa: merito di Coralli, che trasforma in oro un assist perfetto di Cappelletti. Sull’1-1 la partita, però, cambia nuovamente, perché Amato commette una sciocchezza facendosi espellere per due cartellini gialli in pochi minuti. La Cremonese, però, non ne approfitta, fallisce il colpo del ko per un incredibile errore del neo entrato Brighenti, poi cede di schianto ai supplementari. Zullo viene espulso per fallo (molto dubbio, a dire la verità) su Coralli. Rigore che lo stesso centravanti toscano si fa respingere da un super Galli. Poi arriva la grandinata: segna Coralli all’8’ su bell’intuizione di Benedetti e segna pure Fasolo, che corona il suo pomeriggio di gloria (aveva sostituito un inguardabile Bonazzoli) segnando il gol del 3-1 e impazzendo letteralmente di gioia. Nel finale segna Pacilli, che firma il 3-2 dopo una respinta di Vaccarecci, ma il verdetto non cambia. Per il Cittadella è semifinale.

Ore 10.40 – (Gazzettino) «Effettivamente per me è stata l’unica opportunità, ma abbiamo affrontato squadre toste che occupano le posizioni di vertice. È naturale che ci sia voglia di segnare (l’ultima volta per lui a Lumezzane il 30 gennaio, ndr) e per una punta il gol è la vita, ma non bisogna pensarci troppo. L’importante è lavorare per la squadra e, con l’aiuto dei compagni, farsi trovare al posto giusto». Qualche rammarico in più ripensando alla sfida di andata con il Renate in cui Altinier ha fallito a tempo scaduto il rigore della possibile vittoria: «Non voglio neanche ricordarlo, meglio affrontare la gara come fosse un avversario nuovo. In palio ci sono punti importanti per centrare prima possibile l’obiettivo salvezza, ma troveremo una squadra che ha recuperato bene e che ha messo in difficoltà anche il Cittadella. Un impegno da prendere con le molle, senza dare nulla per scontato, anche perché il suo nuovo allenatore Colella, che ho avuto a Como, fa giocare bene le sue squadre».

Ore 10.30 – (Gazzettino) Salvo poi fare dietrofront per il fuorigioco segnalato dall’assistente: «Non ho protestato più di tanto perché dal campo non potevo giudicare. Poi ho rivisto gli highlights e con il fermo immagine la posizione era probabilmente regolare. Una situazione al limite, non facile da giudicare, ma nel dubbio in quei casi si lascia correre». Episodi a parte, cosa resta del derby? «Spiace per la sconfitta perché a quella sfida tenevamo molto, ma non ne siamo usciti ridimensionati. A parte la prima mezz’ora in cui il Cittadella ha esercitato un predominio territoriale e giocato meglio, nel resto della gara, pur senza creare occasioni clamorose, penso meritassimo il pareggio». Proprio le poche occasioni a disposizione degli avanti biancoscudati, estendendo l’analisi anche alla precedente partita con il Sudtirol, sono effettivamente un tema da sviluppare, con lo stesso Altinier che in due gare, oltre al penalty non concesso, ha avuto una sola vera opportunità a Bolzano, dove, anticipato il difensore, si era visto ribattere il tap-in dal portiere.

Ore 10.20 – (Gazzettino) «La sconfitta del derby lascia un po’ di amarezza, ma non avrà ricadute mentali e non cancella quanto di buono si è fatto». Nel mirino del Padova c’è già la sfida casalinga di sabato con il Renate, ma se l’interlocutore di turno è Cristian Altinier diventa inevitabile un passo indietro per tornare su quanto successo domenica, in particolare ripensando a quel rigore inizialmente concesso dall’arbitro per l’intervento nei suoi confronti di Scaglia. «Sono partito in verticale sul taglio di Petrilli – racconta l’interessato – e vedendo che la palla era un po’ laterale, che si arrivava in velocità insieme al difensore e che ero in anticipo, gli ho tagliato la strada e lui mi ha messo giù». Ma il rigore c’era? «La dinamica dell’azione mi portava a fare quella giocata e, anche se Scaglia non ha fatto nulla per colpirmi, nell’incrocio in velocità l’impatto era inevitabile. Fa parte della mentalità dell’attaccante cercare simili situazioni. Ero quindi convinto ci fosse e infatti l’arbitro l’aveva concesso».

Ore 10.10 – (Gazzettino) Lavoro fisico a parte ieri per Sbraga che sembra potere recuperare per la sfida di sabato. Si è poi rivisto in campo, dopo l’operazione al menisco, capitan Cunico: per lui solo corsa. Padova-Pavia (26. giornata) si giocherà sabato 12 marzo alle 14.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Se non fosse stato per Sparacello, contro la FeralpiSalò, l’ultimo gol di un attaccante andrebbe ricercato ancora più indietro nel tempo: «Il dato è preoccupante, ma anche domenica contro un avversario forte le nostre occasioni le abbiamo avute. Penso e spero che sia solo un momento, che già sabato si possa risolvere. Il Padova è superiore in tutto al Renate, sia come organico che come struttura, quindi dobbiamo ottenere i tre punti, perché non portare a casa il bottino pieno contro una squadra del genere sarebbe una vera delusione». Ma i numeri stagionali di Petrilli parlano chiaro: finora ha segnato i suoi 6 gol distribuendoli nel tempo, uno ogni quattro-cinque giornate. «È sempre stato un mio difetto», riconosce. «Vorrei essere più determinante e più continuo. Probabilmente, se lo fossi stato, avrei potuto fare qualcosa di più nel corso della carriera. Ma non sono ancora a fine corsa, quindi c’è abbastanza tempo per rifarsi». Dal campo. Ancora lavoro differenziato per Andrea Sbraga, che ieri ha effettuato un po’ di corsetta a parte: il piede destro del difensore è sempre dolorante, ma per sabato la sua presenza non pare in dubbio. Ieri, alla Guizza, si è rivisto per la prima volta anche Marco Cunico, che dopo l’intervento di pulizia al menisco è tornato a correre ai campi del centro sportivo. Oggi seduta pomeridiana per Pillon e i suoi: appuntamento alle 15.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Ilari lo ammette: sulle corsie laterali qualcosa da rivedere c’è, eccome. «Bisogna fare qualcosa in più, il nostro schema di gioco presuppone un lavoro importante sulle fasce: sia da una parte che dall’altra dobbiamo essere più determinati e più determinanti. Ora come ora in attacco facciamo fatica a trovare soluzioni: dietro stiamo facendo bene, invece davanti non basta ancora. Vuol dire che dobbiamo applicarci di più, cercare nuove idee e nuove soluzioni». Un aspetto che Pillon ha approfondito direttamente con Petrilli, martedì scorso: «Guardavamo il video del derby e ci chiedevamo la stessa cosa: ci sono stati due-tre cross di Neto Pereira sui quali non siamo arrivati sul secondo palo. Può essere dovuto al fatto che, lavorando tanto anche in fase difensiva, a volte giungiamo stanchi o in ritardo sul ribaltamento dell’azione. Con il 4-2-3-1 di Parlato lavoravamo poco in difesa, e per questo arrivavamo sempre freschi dalle parti della porta avversaria: adesso in difesa stiamo facendo bene, ma in fase offensiva occorre migliorare molto». In ogni caso, oltre a Petrilli e Ilari, nemmeno Neto Pereira e Altinier hanno saputo pungere nelle ultime tre gare.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Altro che polveri bagnate! Nel Padova delle ultime settimane sono state le ali a finire sott’acqua: da tre domeniche nessuno degli attaccanti “titolari” va a bersaglio, nelle ultime due settimane sono arrivati due “0” alla voce dei gol segnati (era successo solo una volta, tra Pavia e Pordenone, in tutto il girone d’andata), e soprattutto dagli esterni non arrivano più i rifornimenti necessari a Neto Pereira ed Altinier. A due giorni dal match dell’Euganeo con il Renate, Pillon studia come permettere alle due ali biancoscudate di spiccare il volo. Nicola Petrilli si è inceppato dopo la rete siglata a Piacenza, mentre Marco Ilari, che pure contro il Cittadella ha avuto un paio di buone opportunità a portasta di… piede, è ancora alla ricerca del primo centro stagionale. «Questa rete non vuole arrivare», allarga il giocatore romano. «Devo dire la verità, io cerco di non pensarci più di tanto, non voglio stare a rimuginare troppo, con il rischio di farmi passare le occasioni sotto il naso. Spero che questo benedetto gol arrivi il prima possibile, ormai anche un tiro svirgolato andrebbe bene».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 50, Pordenone 43, FeralpiSalò 41, Alessandria e Bassano 40, Pavia 36, Reggiana e SudTirol 34, Padova 32, Cremonese 31, Giana Erminio 27, Cuneo, Pro Piacenza e Renate 25, Lumezzane 23, Mantova 22, AlbinoLeffe 15, Pro Patria 2 (-7 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della ventitreesima giornata: Bassano-Giana Erminio 2-0 (Cenetti (Ba) al 36′ pt, Misuraca (Ba) al 19′ st), Renate-Reggiana 1-0 (Valagussa (Re) al 41′ st), Pro Patria-Lumezzane 1-1 (Sarao (Lu) al 23′ st, Santana (Pp) al 41′ st, Valotti (Lu) su rigore al 49′ st), Pavia-AlbinoLeffe 1-0 (Ferretti (Pv) al 28′ st), Alessandria-Pro Piacenza 1-1 (Vitofrancesco (Al) al 31′ pt, Barba (Pp) al 31′ st), Cremonese-Pordenone 0-2 (Cattaneo (Pn) al 27′ pt, Stefani (Pn) su rigore al 45′ pt), Mantova-Cuneo 2-0, Padova-Cittadella 0-1, FeralpiSalò-SudTirol 1-1.

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 24 febbraio: allenamento pomeridiano per i Biancoscudati, a parte Sbraga e si rivede correre anche Cunico.




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