Live 24! Pordenone-Padova, -4: Dionisi va ko per un problema muscolare

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Ore 22.10 – (La Provincia Pavese) L’ennesima rivoluzione societaria della gestione dell’A.C.Pavia non piace a molti tifosi. Alcuni lo hanno manifestato direttamente al dg Bignotti in un incontro che si è svolto domenica sera al bar Minerva. Altri si sono sfogati sui social network e sul blog dei tifosi. Alcuni hanno espresso posizioni piuttosto nette. Tra queste quella del Pavia Club Virginio Negri, sempre presente con suoi esponenti anche in trasferta, che sul proprio profilo facebook ha comunicato che «fino a quando non saranno chiarite determinate situazioni societarie e con i giocatori stessi, in segno di protesta il proprio striscione sarà rivolto al contrario. Siamo stanchi di chi gioca con i nostri sentimenti!». Lo stesso club si esprime in maniera negativa sul ritorno in società di Aldo Preite ricordando che «solo pochi mesi fa ha aperto un contenzioso (poi perso) con la società stessa dopo avere inscenato un teatrino con la vecchia proprietà ed essersi fatto raddoppiare l’ingaggio pochi giorni prima della cessione tra gli Zanchi e Zhu. Ci sembra quantomeno paradossale che chi porta il Pavia in tribunale possa poi esserne il diesse». Sul ritorno di Preite c’è invece chi lo vede positivamente. «Con a disposizione le 2 lire di elemosina che gli passava Zanchi, ha portato a Pavia fior di giocatori. Quantomeno ne capisce ed è introdotto bene nell’ambiente… due cose fondamentali» scrive sul forum un tifoso azzurro. Sulla “querelle” tra Preite e Pavia di un anno fa qualcuno la vede come una questione personale: «Preite ce l’aveva con Londrosi e non con il Pavia, aveva un contratto e voleva semplicemente i suoi soldi. Bentornato Preite…». Il gruppo della Zuppa alla pavese non ha una posizione comune, ma ha un’idea netta uno dei suoi esponenti più noti, Fabio Muzzio: «Sono sconcertato – dice – E sconcertante è la gestione. Stiamo diventando una via di mezzo tra lo Spezia e l’Inter dei bei tempi che cambiava a ripetizione allenatori. Per una volta che troviamo qualcuno che spende tanto non si riesce a quagliare molto. Alla fine una stagione buttata via…». Una battuta anche sul ritorno di Aldo Preite. «A questo punto siamo tornati da dove eravamo partiti visto che la nuova proprietà, un anno e mezzo fa, o meglio il dg Londrosi al suo arriva aveva fatto andrar via Preite, che ora viene richiamato. Una situazione paradossale anche se noi tifosi “all’Aldone” vogliamo bene. L’’unica cosa che non ci è andata giù è che ha fatto causa al Pavia. Per il resto aveva fatto miracoli con i pochi soldi nell’era Zanchi». Su Brini non ci sono rimpianti: «Mi ha deluso perché si era presentato come l’uomo delle promozioni e qui ha combinato poco – dichiara Muzzio – . Non mi ha convinto il modulo e anche la sua uscita “che i giocatori debbano capire cosa fare”. Penso che fosse suo il compito di mettere la squadra in campo al meglio. E poi le rivoluzioni di questi anni hanno visto mandare via giocatori come Carotti e Rosso per prenderne altri che non convincono. Come in attacco dove avevamo De Cenco, nostro e in prestito in B, grande marcatore adesso in serie B, e siamo andati a prendere Del Sante ecc. Poi alla fine i gol come l’anno scorso continuano a farli Cesarini e Ferretti. Un paragone ancora con l’Inter è che abbiamo un presidente che comanda e vive lontano e qui le cose non vanno. Ora spendendo più dell’Alessandria siamo quinti o sesti e speriamo che cosa ? Di acciuffare magari in extremis i play off con una spesa da primo posto ?».

Ore 21.50 – (La Provincia Pavese) Questa mattina Stefano Rossini dovrebbe tornare – considerando la settimana di conduzione tecnica già effettuata prima di Natale – a guidare la prima squadra del Pavia calcio e lasciare la Berretti, che sarà affidata a un altro allenatore fino alla fine della stagione. Ieri sera c’è stato l’incontro con il vicepresidente azzurro David Wang per formalizzare l’adeguamento di contratto che lo porterà a condurre la squadra in Lega Pro fino a giugno. Questa la soluzione scelta dalla dirigenza cinese dopo l’esonero di Fabio Brini, il secondo stagionale dopo quello di Michele Marcolini, per provare a gestire la rosa del Pavia per la volata finale e la conquista dei play off. Stefano Rossini è un uomo che gestisce con il polso fermo la squadra. Un allenatore di forte personalità, non facilmente influenzabile nelle scelte. Secondo alcuni l’uomo giusto per ricaricare uno spogliatorio in oggettivo sbandamento. Sempre nella serata di ieri si è discusso della questione Preite e anche in questo caso si è parlato della possibilità di contrattualizzare il nuovo responsabile area tecnica da qui a fine stagione. Ma il ritorno al Pavia di Preite sembra ostacolato proprio dalla durata del contratto. Attualmente l’ex dirigente azzurro lavora nel Carpi, guidando lo staff degli osservatori. Sembra difficile che lasci una squadra – almeno per ora – in serie A per passare nel Pavia dei cinesi che si sta facendo la nomea di squadra mangia dirigenti. Da oggi, in ogni caso, si torna ad allenarsi a Pavia in vista dell’impegno domenicale con il Renate, sfida prima del tour de force di fine stagione che passerà dalla trasferta di giovedì 24 marzo a Bassano del Grappa e alla successiva gara interna con l’Alessandria. A questo proposito la sentita sfida con i grigi si giocherà lunedì 4 aprile alle ore 20 al Fortunati. Non c’è ancora la comunicazione ufficiale sul sito della Lega Pro, ma la società azzurra è stata preallertata dalla Rai perché la partita sarà trasmessa in diretta televisiva, come avviene per i posticipi del lunedì da RaiSport. Sarà un match che sicuramente richiamerà al Fortunati il pubblico delle grandi occasioni per l’importanza dello scontro diretto e la rivalità tra le due tifoserie.

Ore 21.30 – (La Provincia Pavese) Direttore Bignotti, può spiegare la decisione di allontanare l’allenatore Brini, tutto lo staff e il consulente di mercato Imborgia? «E’ stata una scelta della proprietà». Lei ha difeso Brini? «Ripeto, la decisione è stata presa dalla proprietà e io da dipendente mi adeguo alle decisioni quando queste sono prese dal presidente». La decisione è stata presa domenica mattina? «Subito dopo la partita di sabato. In serata». L’addio di Antonino Imborgia non è stato gradito da un pezzo dello spogliatoio… «Penso sia normale che quando una persona con cui si lavora viene sospesa dal proprio incarico ci sia chi accetta tale decisione a malincuore, chi non la accetta e si adegua e chi la accetta. Fa parte del gioco, Antonino è un grandissimo professionista come lo sono Brini e il suo staff». Di fatto al posto di Imborgia sembra torni Aldo Preite, che lo scorso anno ha fatto un’azione legale contro il Pavia… Bignotti allarga le braccia. «Quella vertenza è chiusa, l’ho chiusa io con i legali un mese fa» In quest’anno ha dovuto gestire molte vertenze giudiziarie? «Molte vertenze, ma non voglio entrare nel merito, per quello ci sono i tribunali: sicuramente ci siamo trovati davanti a situazioni inaspettate da dover gestire, ma tranquilli le gestiamo e le risolviamo tutte». L’ultima causa l’ha fatta il difensore Matteo Abbate, davanti al collegio arbitrale. «Contesta il fatto di allenarsi a parte. Per noi è il 25esimo giocatore e la lista della federazione prevede 24 giocatori. Noi non possiamo fare nulla. Gli abbiamo fatto offerte, anche l’ultimo giorno di mercato di andare alla Pro Piacenza, ma ha rifiutato tutto. Abbiamo fatto di tutto e di più». Torniamo alle questioni interne all’Ac Pavia. Si parla di un ritorno dei vecchi soci di minoranza. I nomi sono quelli di Vernocchi e della signora Pedron. Le risulta? «Non so se stanno vendendo quote, questa è una questione societaria, ma il presidente ha detto alla squadra che il Pavia per lui è come un figlio e vuole vedere crescere questo figlio…quanti padri o madri può avere un figlio secondo voi?». Si dice che Vernocchi sia il supporter di Aldo Preite. «Non lo so, questo lo dice lei…». Lo dico io e lo dicono in tanti. Si dice anche di un ruolo più importante per il vicepresidente Wang. C’è chi ha ipotizzato una sorta di commissariamento. «Se me ne accorgessi me ne andrei. Non ho bisogno di nessun commissario io, almeno se vogliamo fare le cose normali. Se poi qualcuno dice che la terra è quadrata, allora sì, ho bisogno di un commissario…». Il dottor Wang lo scorso anno aveva maggiori responsabilità, però. «Non attacchiamoci a giochi di deleghe. Con le deleghe non fai i punti e tantomeno li perdi, il dott. Wang era ed è il vicepresidente, un professionista serio e che vuole solo il bene del Pavia, a prescindere dalle deleghe… E comunque a noi manca solo una persona…». Dica «Il presidente. Mr. Zhu vive in Cina e purtroppo può venire poco a Pavia causa impegni di lavoro. Vi garantisco, se lui vivesse a Pavia, con le capacità che ha, noi saremmo già in serie A. Mr. Zhu e la moglie vi garantisco che nonostante arrivino da una cultura diversa hanno una capacità di capire ed affrontare i problemi impressionante». Come è la situazione attuale del Pavia? «Abbiamo chiuso il bilancio con una forte perdita interamente ripianata dalla proprietà. Il bilancio è perfettamente in linea con le normative e qui un plauso va ad Eleonora Gerla che ha fatto un enorme lavoro contabile per riconcilare posizioni contabili che lo scorso anno non erano state registrate in maniera idonea. Abbiamo un settore giovanile che riceve i complimenti dai Top Club, non ultimi quelli di Roberto Samaden – responsabile settore giovanile dell’Inter, società con cui abbiamo ottimi rapporti – e quelli di Edgardo Zanoli, coordinatore tecnico del settore giovanile del Milan. Il nostro Stefano Todeschini ha fatto un lavoro fantastico e che un top club italiano mi abbia chiesto la possibilità di contattarlo per portarlo da loro per noi è motivo di vanto. Ha costruito tanto, anzi tantissimo». Questione stadio? «La struttura stadio è stata migliorata ed è in continua miglioria, grazie ad una partnership con Lombarda srl che cura con attenzione la manutenzione ordinaria. Abbiamo ereditato un centro sportivo del settore giovanile con enormi problematiche strutturali. Le stiamo affrontando e risolvendo tutte. L’area marketing ha raccolto 1000 volte quanto raccolto lo scorso anno, il rapporto con l’Università è fantastico. Grazie all’amicizia con Fabio Capello abbiamo portato a Pavia un allenatore che ha vinto 10 scudetti e a maggio porteremo un altro grandissimo allenatore di fama internazionale. Non faccio nomi ma sapete che io sono bresciano e ai giocatori ex Brescia che ora allenano sono legato sentimentalmente». Il nuovo Fortunati? «Ci stiamo lavorando…anzi ci stiamo lavorando sodo e a brevissimo ci saranno novità. Il presidente Zhu vuole che suo figlio possa crescere in una grande casa e questa entrerà nella storia di Pavia».

Ore 21.10 – (Gazzetta di Reggio) Per Antonio Loi e Paolo Frascatore si può dire che la stagione è compromessa: torneranno disponibili solo nel finale di stagione. Nessuno dei due sarà operato. Notizie più confortanti arrivano per Paolo Bartolomei, ieri particolarmente arrabbiato per non essere ancora riuscito ad unirsi al gruppo, che dovrebbe tornare dopo Pasqua così come Riccardo De Biasi che sta valutando col dottor Rocchi l’esito della risonanza magnetica effettuata sabato scorso. Poi ci sono tre giocatori fermi per gli acciacchi del post-partita cioè Michele Pazienza, Dario Maltese e Rachid Arma. Particolare attenzione desta l’attaccante marocchino perché sente un dolore alla coscia destra dove si evidenzia anche una striscia rossa riconducibile ad una flebite, motivo per cui il dottor Taglia, il responsabile delle staff medico granata, lo terrà sotto osservazione. Le ultime situazioni da verificare sono quelle di Andrea Parola e Nicholas Siega che dovrebbe tornare ad allenarsi regolarmente già da oggi.

Ore 20.50 – (Gazzetta di Reggio) Otto partite per salvare la stagione. Otto partite per provare a giocarsela e onorare la maglia, come tutto l’ambiente si aspetta. Ieri pomeriggio i giocatori della Reggiana si sono ritrovati in via Agosti per iniziare la settimana di lavori che porterà alla trasferta di sabato a Cuneo, con fischio d’inizio alle ore 15. Il pareggio interno di sabato contro il Sudtirol, oltre a creare malumori tra i tifosi, ha sancito di fatto la resa per quanto riguarda le velleità di Bruccini e compagni di agguantare i play off come fu nella passata stagione. La matematica non condanna ancora gli uomini di Alberto Colombo ma senza vittorie, soprattutto negli scontri diretti come quello contro gli altoatesini, e con un nutrito gruppo di pretendenti posizionate meglio in classifica la strada è sempre più dura. Il tecnico ha comunque provato nuovamente a motivare la squadra con una mezzora abbondante di colloquio negli spogliatoi ma non si è trattato di una strigliata come quelle delle settimane scorse. E proprio come nelle settimane scorse non c’è stata nessuna contestazione o nessuno striscione polemico da parte della tifoseria organizzata perchè la Reggiana è stata lasciata nella più totale indifferenza, anche se sabato il comportamento di alcuni calciatori dentro e fuori dal campo non è piaciuto anche se finora ha prevalso il buon senso. Mancano otto gare alla fine del campionato e ci sono comunque obiettivi importanti da centrare come la partecipazione alla Coppa Italia Tim che offrirebbe palcoscenici con squadre di Serie B come è stato quest’anno nella gara persa a Perugia. Tra i granata tornerà a disposizione Minel Sabotic dopo il turno di squalifica ma il guaio, tanto per cambiare, resta l’infermeria troppo popolata infatti ieri, per motivi diversi, mancavano ben nove pezzi dello scacchiere. Mister Colombo in questi giorni dovrà cercare qualche soluzione per ritrovare la via del gol. Comunque sia le sue opzioni sono limitate. Di prime punte a disposizione non ce ne sono. In avanti non ci sono alternative ad Arma e anche quando è stato provato un tridente senza il marocchino le cose non sono andate benissimo. Oggi è in calendario la doppia seduta che il gruppo svolgerà in mattinata al Fit Village, per la parte in palestra, mentre nel pomeriggio si torna in via Agosti, sempre dalle 14.30.

Ore 20.30 – (Gazzetta di Mantova) Ieri il patron biancorosso Serafino Di Loreto ha partecipato in qualità di presidente della Calcio Servizi al direttivo di Lega Pro, che ha discusso a lungo – dopo l’aggressione subita dai giocatori del Foggia – di norme stringenti sul rapporto fra società e tifosi. Il direttivo ha poi fissato al 31 marzo l’assemblea delle società, che dovrà anche eleggere due vicepresidenti di Lega. Sembrava che Di Loreto potesse assumere anche questa carica, ma lo stesso patron lo esclude: «Visto che la Calcio Servizi richiede grande impegno e che comunque la presidenza di questa Spa mi vedrà comunque partecipare a tutti gli appuntamenti “politici” della Lega, è giusto che il ruolo di vicepresidente vada ad altre persone qualificate. Devo dire che sono felice perché ho trovato nel direttivo un clima molto collaborativo, senza logiche politiche o correntizie: tutti vogliono sinceramente adoperarsi per il bene della Lega Pro e questo è molto incoraggiante». Nel direttivo si è parlato anche del tema Lega Pro a 60 squadre: «Sì, è stato ribadito che il ritorno al format originale è imprescindibile, come votato dall’assemblea dei club. Il presidente Gravina si è preso il compito di trattare questo tema con il Consiglio federale. Il campionato finirà con 9 retrocessioni, poi ci dovrebbe essere il reintegro (non ripescaggio, dunque senza i 500mila euro a fondo perduto) di 6 squadre. Si dovrà poi stabilire quali squadre inserire e con quali criteri sceglierle: potrebbe anche venir fuori un compromesso con la serie D (3 e 3 o 4 e 2). Il Mantova? Noi pensiamo solo a salvarci sul campo, come dimostra la scelta di Luca Prina come allenatore».

Ore 20.10 – (Gazzetta di Mantova) Ieri mattina allo stadio l’allenamento del Mantova è stato diretto da Gabriele Graziani, che continuerà a svolgere il ruolo di viceallenatore anche con Prina. Il nuovo mister ha già stilato invece il programma settimanale: oggi seduta pomeridiana (ore 15), domani e giovedì doppio allenamento, venerdì (ore 11) e sabato (ore 10.30) sedute mattutine. L’infermeria per fortuna dovrebbe svuotarsi un po’ questa settimana. Ieri Trainotti, Di Santantonio e Caridi, che non avevano giocato a Gorgonzola a causa di problemi muscolari, si sono allenati regolarmente e dovrebbero dunque essere a disposizione per la sfida di domenica (ore 15) al Martelli con il Bassano degli ex Pietribiasi e Momentè. Fuori causa potrebbero invece restare Beretta (lussazione alla spalla) e Masiello, anche se per quest’ultimo (noie muscolari) la situazione andrà monitorata giorno per giorno. Da verificare sono anche le condizioni del giovane Del Bar, che ha accusato una contrattura giocando nella Berretti. Di certo domenica non sarà a disposizione Scalise, che oggi verrà squalificato dal giudice sportivo in seguito all’ammonizione subita nel match contro la Giana Erminio. Alla seduta di ieri mattina (fissata alle 9 dalla società a scopo “punitivo” dopo il pari di sabato sera) non hanno partecipato poi Longo e Falou. Il primo ha subìto una contusione al ginocchio, ma sul suo recupero non dovrebbero esserci dubbi, Falou invece ha usufruito di un permesso per motivi familiari.

Ore 19.50 – (Gazzetta di Mantova) Ha la voce rotta dall’emozione il presidente Sandro Musso. Il secondo esonero ha lasciato il segno nell’animo del presidente dell’Acm: «Javorcic si è dimostrato un uomo corretto e una persona bravissima – afferma – e per me averlo sollevato dall’incarico di allenatore è stato un peso. Questa situazione mi da noia, è un grande dispiacere. Da parte sua Ivan mi è apparso estremamente dispiaciuto. Non voglio che questa esperienza gli precluda una carriera futura. Anche i giocatori erano dispiaciuti, probabilmente è mancato sotto il profilo dell’esperienza. Io gli ho detto che a conti fatti dovrei licenziare me stesso, non lui. I primi responsabili di questa situazioni siamo noi della società». Un mea culpa preciso che poi lascia spazio al nuovo corso, con Luca Prina chiamato all’impresa salvezza: «Ci auguriamo che questa nuova parentesi porti gioia a noi del club e a tutta Mantova. È chiaro che in questo momento non gira nulla, ma non sono il tipo che si lascia prendere dalla disperazione. Prina è un allenatore intelligente e dotato di grandi motivazioni». Il nuovo allenatore non ha avuto pretese contrattuali. Accordo fino a giugno, poi si vedrà: «Una bella mossa da parte sua – continua Musso – l’ho apprezzata perché mette l’obiettivo sul presente, non sul futuro». Di fronte ai biancorossi ci sono adesso 8 finali. L’ultimo appello per non buttare alle ortiche gli investimenti fatti nel corso della stagione: «Uno dei motivi principali che ci ha spinto verso il cambio di allenatore – spiega il patron – è legato all’umore della squadra. Spero di no, ma molto probabilmente dovremo giocarsi la salvezza ai playout. Sarebbe problematico arrivarci demotivati, in queste partite serve il morale alto altrimenti si va giù. Javorcic aveva tanta amarezza, i risultati non stavano arrivando. Servivano forze fresche e persone non appesantite dalla negatività del momento». Il dg Gianfracno Bernasconi conferma le linee guida: «Dal gruppo adesso ci aspettiamo lo spirito giusto e la cattiveria sportiva necessaria per restare in categoria. Tutte le energie vanno rivolte al campo: ci aspettano 8 partite, 5 delle quali molto impegnative». Contattato telefonicamente, il tecnico croato ha preferito non commentare l’esonero. Per lui si chiude una parentesi a tinte biancorosse durata esattamente un girone e una gara. La prima partita di campionato per Javorcic fu infatti al Martelli contro la Giana Erminio. Il pareggio di sabato a Gorgonzola nel ritorno con i milanesi ha sancito il suo addio.

Ore 19.30 – (Gazzetta di Mantova) «Non sono venuto qui a prendere per il c… nessuno. Ci troviamo in una posizione difficile ma abbiamo tutto per salvarci. E l’obiettivo è farlo all’ultimo respiro». Non usa certo giri di parole Luca Prina per presentarsi alla piazza come nuovo allenatore biancorosso. E, almeno a parole, dimostra idee molto chiare su ciò che lo aspetta. Lavorerà con al fianco il 33enne preparatore atletico Andrea Disderi («è un grande professionista e ha anche qualità umane eccezionali, ci tenevo che arrivasse con me»), ma anche con tutti i componenti dello staff di Javorcic. «Il messaggio è che c’è bisogno di tutti, dal primo giocatore ai magazzinieri, all’ultimo collaboratore: lo dirò personalmente ad ognuno». Il Mantova Prina l’ha visto ben otto volte quest’anno e non perché mesi addietro era stato nella lista dei papabili alla panchina dell’Acm: «Sono fermo da inizio stagione e ho girato molto per aggiornarmi: ho visto tutte le squadre di B e Lega Pro: il Bassano che incontreremo domenica, per esempio, l’ho visto 5 volte. Cosa ho capito del Mantova? Da fuori, con cautela perché rispetto l’ottimo lavoro svolto dal mio predecessore, ho visto una squadra spaventata, timorosa, che magari non ha grande personalità ma può contare su ottimi giocatori e soprattutto su un gruppo sano, pronto a recepire e con tanta voglia di salvarsi». Ed è proprio sul piano mentale che Prina si propone di incidere: «Non bisogna vendere fumo, in due mesi c’è poco da inventare sul piano tattico o del bel gioco. Qui c’è da salvarsi, sfruttando tutte le armi a nostra disposizione. Anche una che nessuna delle nostre rivali potrà mai avere: la forza di un pubblico straordinario e di una città come questa, che vive di calcio e vuole soltanto trascinare la sua squadra alla vittoria. Di questo dobbiamo avere consapevolezza. Ai miei giocatori, poi, non chiederò bel gioco ma di tirare fuori cuore, anima e testa. Darò poche direttive ma precise per inculcare ordine, principi e mentalità». Prina è ottimista per diversi motivi: «Ho una grande conoscenza della categoria e sono convinto che questa squadra abbia qualcosa in più di quanto ha fatto vedere finora. Poi conto molto anche su me stesso, perché ho già vissuto situazioni del genere e so come gestirle. All’Entella arrivai in C2 verso la fine del campionato, in una situazione molto simile: ci salvammo e poi cominciò la scalata verso la B. Vi confesso che il sogno di ripetere quell’impresa in una grande piazza come questa ce l’ho». Il mister, del resto, non chiede soltanto a se stesso di sognare in grande. E quando gli si chiede se ha guardato il calendario, che proporrà ora al Mantova 5 sfide consecutive con le prime cinque della classifica, risponde così: «L’ho guardato e l’ho richiuso, tanto le avversarie sono comunque tutte davanti a noi – e sorride -. Io dico che non bisogna sprecare energie a guardare il calendario o a fare tabelle, per salvarci abbiamo bisogno di coraggio e di un po’ di incoscienza. Come dice Vasco Rossi, un equilibrio sopra la follia». Sul piano tattico, Prina non ha ancora deciso come schierare il suo Mantova: «L’importante adesso è non fare danni – premette -. Dunque la linea difensiva a quattro, compreso il portiere, non la toccherò. A metà campo potremo giocare a quattro o a tre, vedremo. Ma ciò che conterà di più sarà l’atteggiamento in campo, non gli schemi. Dovrò cercare di mettere i giocatori più importanti nelle condizioni di esprimersi al meglio. Caridi? Sì, concordo che si tratta di un elemento da sfuttare al massimo delle potenzialità». Prina, fra l’altro, ha già avuto alle sue dipendenze tre biancorossi: «Con Marchi e Raggio Garibaldi abbiamo fatto un percorso molto bello, sono ragazzi che potranno dare sicuramente una grossa mano alla squadra. Anche Beretta, che è più giovane, ha grandi potenzialità… Insomma, ripeto, ci sarà bisogno di tutti, perché l’unica cosa che conta è salvare il Mantova, il resto è aria fritta». Anche il futuro, tant’è che Prina ha rifiutato l’offerta di rinnovo automatico del contratto in caso di salvezza: «Ringrazio la società per la fiducia, ma preferisco che ci sediamo a un tavolo in estate dopo aver visto come lavoriamo».

Ore 19.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Momento migliore per vincere uno scontro diretto il Bassano non avrebbe potuto trovarlo. E pazienza se magari il primo posto è una chimera, c’è altro per cui sfregarsi le mani sulla strada dei playoff per la B. L’1-0 al Pordenone firmato Misuraca è il miglior biglietto da visita in vista di un finale di stagione tutto da vivere. Il Bassano ai playoff sa come si fa, ha imparato la lezione e, proprio per questo, ha gli anticorpi per evitare gli stessi errori (minimi, ma purtroppo decisivi) commessi più o meno un anno fa. «Erano quasi due anni che non calciavo un rigore — sorride il match winner della sfida del Mercante — ed è stata una bella responsabilità calciarlo e segnarlo. Sono contento della realizzazione, ma ancor più di questa grande vittoria che vale tanto in ottica playoff. Siamo stati bravi, abbiamo rischiato poco, costruendo così una serie importante di risultati. Ora ci aspetta il Mantova, sarà una gara difficilissima perché loro necessitano di punti salvezza, ma noi non vogliamo fermarci». Al Martelli il Bassano troverà una squadra in grave crisi, che non sembra riuscire a scrollarsi di dosso tutte le contraddizioni di una stagione difficilissima. Ma la forza di questo Bassano viene dalla panchina e da una rosa che si dimostra, settimana dopo settimana, attrezzata per ogni evenienza. Gianmario Piscitella, ad esempio, è entrato con il piglio giusto sul terreno di gioco, offrendo uno spezzone di gara di altissima qualità. «Ho sempre detto — ricorda Stefano Sottili — che quelli che hanno avuto meno spazio finora sarebbero stati determinati e Piscitella ha avuto il merito di farsi trovare pronto in un momento chiave della stagione. Anche Semenzato ha giocato bene e non è scontato che chi gioca meno riesca comunque a farsi trovare sempre pronto. Questo gruppo ha grandi doti morali e si nota anche nell’accettare tali decisioni e dare sempre il massimo quando si viene chiamati in causa. Sono davvero fiero dei miei ragazzi». Un gruppo solido ed equilibrato, in cui Piscitella si è inserito in punta dei piedi. «Purtroppo ho avuto alcuni problemi fisici — spiega l’ex Cittadella — anche nelle precedenti due apparizioni non mi sentivo bene in campo, ora fortunatamente sto meglio e voglio dare il mio contributo. Magari arriverà anche il gol, sul mio tiro è stato bravissimo Tomei. Ma la stagione è ancora lunga, magari il gol arriverà in una prossima occasione, quel che conta davvero è che la squadra abbia vinto».

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Settore ospiti esaurito, tifosi arancioneroverdi subito in coda per il derby. Nel primo pomeriggio di ieri il Venezia ha chiuso in un paio d’ore la vendita nella sede di viale Ancona di tutti i 500 biglietti che il Mestre ha messo a disposizione per la «curva ospiti». Una risposta immediata e febbrile in vista della stracittadina di domenica alle ore 15 a Mogliano, nella quale la capolista di Giancarlo Favarin inseguirà il bis del successo dell’andata al Penzo – 1-0 firmato da Carbonaro – e la quinta vittoria consecutiva almeno per confermare il proprio vantaggio di 5 punti sul Campodarsego. Lo stadio moglianese «Arles Panisi» non potrà accogliere più dei 2.348 appassionati per i quali l’impianto di via Ferretto è ufficialmente omologato. Oggi ultimo giorno di prelazione per i 392 abbonati del Mestre, da domani a sabato invece vendita aperta a tutti del solo settore tribuna (15 euro a Casa Mestre in Calle del Sale 43, ore 10-13.30 e 15.30-19) con prevedibile corsa al biglietto, mentre da parte mestrina è stato reso noto che nella «curva arancionera» finora sono stati occupati più della metà dei 600 posti disponibili. Il Mestre cercherà di ottenere il via libera per una sorta di «parterre in piedi» riservato ai ragazzi delle proprie giovanili, in ogni caso allo stadio verranno predisposti ingressi separati per le due tifoserie e gli organi preposti all’ordine pubblico faranno rispettare la capienza. Oggi pomeriggio ripresa della preparazione al Taliercio dopo i due giorni di pausa seguiti al ko per 4-2 nell’amichevole di Valdagno con l’Altovicentino. TAMI DAY – Ieri sera a Marcon i tecnici del settore giovanile e delle società affiliate si sono confrontate con l’allenatore svizzero Pierluigi Tami. «Il Venezia, con il presidente Tacopina in testa, ha particolarmente a cuore la crescita del vivaio ben diretto da Mattia Collauto – sottolinea il ds Giorgio Perinetti -. Uno sviluppo che si concretizza con l’impegno costante di tutta la società e con approfondite testimonianze di esperti della materia. Dopo Angelo Peruzzi per i portieri ieri è stata la volta di mister Tami, allenatore del Grasshoppers Zurigo e per otto stagioni tecnico della Federazione elvetica. Il prossimo mese sarà la volta di Christian Damiano, stimato animatore dei Centri di Formazione della Federazione francese».

Ore 18.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Sono andati bruciati i 500 biglietti messi a disposizione dei tifosi arancioneroverdi per il derby di domenica, allo stadio comunale di Mogliano, tra Mestre e Venezia. La corsa ad accaparrarsi un posto nel settore riservato ai tifosi veneziani è durata meno di due ore, poi alla sede di viale Ancona hanno dovuto appendere il cartello «sold out». Ma anche a Casa Mestre non è andata tanto diversamente, con già 300 biglietti venduti nel primo pomeriggio di vendita in prelazione. La società arancionera ha disposto due giornate — ieri e oggi — riservate agli abbonati: questo per favorire l’acquisto dei biglietti da parte dei tifosi arancioneri, visto che nel caso della stracittadina il dato anagrafico della residenza non può certo fare fede. Da domani, invece, a Casa Mestre sarà vendita libera e dunque anche i tifosi del Venezia potranno mettersi in coda per acquistare un biglietto per il derby, sapendo però che i posti a disposizione saranno ovviamente dislocati nei settori riservati ai tifosi nestrini. La società del presidente Stefano Serena in settimana incontrerà le forze dell’ordine per approntare le misure di sicurezza, anche se in città si percepisce uno spirito di assoluta festa e nessuna intenzione delle tifoserie di creare problemi. In ogni caso saranno prese le dovute misure per tenere separate le due fazioni, con ingressi separati. Le due squadre riprendono oggi ad allenarsi preparando formazioni e tattiche per la partita di domenica. «Con l’AltoVicentino la squadra è scesa in campo un po’ distratta — osserva il ds Giorgio Perinetti facendo riferimento all’amichevole persa 4-2 sabato — ma la squadra aveva fatto doppio allenamento giovedì e venerdì. E aggiungiamoci gli esperimenti di formazione. Ora la concentrazione è sul derby: noi stiamo giocando per il primato in campionato. I nostri avversari, invece, pensano di giocarsi il primato cittadino con questa partita».

Ore 17.50 – (La Nuova Venezia) Cinquecento biglietti “bruciati” in meno di due ore. Nemmeno il tempo di aprirla, e la prevendita dei tagliandi per il derby con il Mestre per il settore ospite è stata chiusa. Tifosi arancioneroverdi in coda davanti all’ingresso del Venezia Football Club molto tempo prima che la sede venisse riaperta per iniziare la vendita dei biglietti. Alle 16.30 disco rosso. Chi non ha biglietto può sperare di trovare da domani qualche biglietto di tribuna al Mestre Store, sempre che ne restino di invenduti dopo i due giorni di prelazione. Grande assente domenica prossima sarà il presidente Joe Tacopina, che tornerà in Italia mercoledì 23 per qualche giorno per presenziare all’inaugurazione del Venezia Store in terraferma, trascorrerà Pasqua a New York per far ritorno a Mestre in tempo per la trasferta di Este. Intanto sii ricandida per una maglia Matteo Marcolini, possibile “uomo in più” per le ultime sette giornate. «Sì, sto bene, il virus è stato debellato, ma meglio dirlo sottovoce» sembra confidare il centrocampista romagnolo la cui seconda avventura veneziana non è ancora decollata, «adesso viene il bello, quindi va bene, sicuramente finora non è andata come avevo immaginato. A metà dicembre, su suggerimento di Favarin, il direttore sportivo Perinetti lo aveva convinto a lasciare l’Este, con cui aveva vinto pochi giorni prima al Penzo. Esordio a Castelfranco Veneto l’11 dicembre (24′ al posto di Soligo), poi il primo stop alla vigilia del match contro la Triestina (infortunio al polpaccio), quaranta giorni. Il ritorno in panchina a SanMartino di Lupari, 9′ con in Montebelluna, titolare con la Liventina, un quarto d’ora con l’Abano, poi il doppio stop per un attacco febbrile prima e un virus poi. «Ritorno proprio per la partita giusta, sono a disposizione, è bello ripartire con il Venezia in testa alla classifica, cinque punti di vantaggio sono un buon margine, ma non rassicurante sicuramente anche perché mancano sette partite. Dobbiamo far finta che non sia cambiato niente, imponendoci di far più punti del Campodarsego anche nelle prossime sette gare, meglio essere inseguiti che inseguire, soprattutto quando hai lanciato la volata finale. Ogni sfida nasconde delle insidie, ma è anche vero che Mestre e Este sono i due match più impegnativi che ci rimangono». Se l’operazione derby per i tifosi è iniziata ieri, oggi parte quella della squadra e Giancarlo Favarin si farà sentire dopo l’opaca prestazione offerta nell’amichevole di sabato contro l’Altovicentino.

Ore 17.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ stata una giornata lunga in via Schio ma alla fine ne è uscita una autentica rivoluzione. Il consiglio di amministrazione convocato per le ore 15 è iniziato con le strategie abbastanza delineate, con la scelta di esonerare Pasquale Marino che nel Cda è stato difeso solo dal direttore sportivo Paolo Cristallini, contrario all’esonero del tecnico siciliano che proprio lui aveva portato sulla panchina biancorossa nell’ottobre 2014. Cristallini, in completo disaccordo con le decisioni del consiglio di amministrazione, è stato sollevato dal’incarico, lasciando spazio all’arrivo di Franco Lerda che subentrerà a Marino sulla panchina del Vicenza. «Non ero d’accordo con le decisioni del cda e soprattutto avevo capito che si era deciso di puntare su un allenatore che era già stato contattato e veniva portato da altri. Per questo ho ritenuto opportuno chiedere di sollevarmi dall’incarico e di lasciare campo aperto a chi arriverà insieme al nuovo allenatore». L’allontanamento di Cristallini e l’esonero di Marino è stato ufficializzato in serata, nonostante la squadra, con il capitano Brighenti in testa, avesse fatto presente di essere compatta con il tecnico siciliano e di voler continuare il campionato sotto la guida del loro ormai ex allenatore. Come detto però la decisione probabilmente era già stata presa dopo la partita di domenica al Menti e il ko con il Trapani, e il consiglio di amministrazione di oggi ha ratificato il tutto. Un cda a cui hanno partecipato il presidente Gianluigi Polato, l’amministratore delegato Dario Cassingena, l’ormai ex direttore sportivo Paolo Cristallini, Leonardo Adamo e Antonio Mandato, con la presenza, un po’ a sorpresa, anche dell’ex presidente del Vicenza calcio Massimo Masolo che i ben informati ritengono abbia appoggiato l’ex osservatore dell’Hellas Verona Claudio Capuzzo, uno degli ideatori della rivoluzione tecnica in casa berica. Un cambiamento, un taglio netto con la gestione precedente, considerato che, oltre a Lerda in panchina, arriverà anche Antonio Tesoro a sostituire Cristallini nel ruolo di direttore sportivo, aprendo lo spazio anche per un ingresso in società della famiglia Tesoro che l’estate scorsa ha ceduto il Lecce ad un gruppo di imprenditori romani rappresentati dal noto avvocato Sticchi Damiani. Al momento la possibilità che la famiglia Tesoro entri nel Vicenza calcio è puramente teorica, ma i fatti accaduti portano tutti a questa conclusione visto che il tecnico Lerda è stato consigliato e portato proprio da Savino ed Antonio Tesoro. La presentazione ufficiale del nuovo binomio tecnico dovrebbe essere in programma in mattinata, quando Lerda e Antonio Tesoro firmeranno i rispettivi contratti che dovrebbero avere durata fino a giugno con opzione per la stagione prossima in caso di permanenza del Vicenza in serie B. Ma le novità in casa biancorossa potrebbero anche non finire qui, perché Antonio Tesoro starebbe pensando di rinforzare la rosa della squadra biancorossa con un centrocampista dotato di grande corsa ed agonismo, giocatore da pescare tra gli svincolati con tutte le incognite del caso. E’ comunque la dimostrazione che chi sta per arrivare vuole tentare il tutto per tutto per fare in modo che il Vicenza mantenga la serie cadetta, obiettivo che consentirebbe di rendere molto meno problematico il futuro della società berica che, in caso contrario, vedrebbe cadere il progetto portato avanti dai soci di Vi.Fin. a cui presto, come detto, potrebbe aggregarsi concretamente anche Savino Tesoro. La settimana prossima dovrebbe arrivare in città per un primo contatto e per conoscere in prima persona tutto quello che gravita intorno del club biancorosso.

Ore 16.50 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.30 – Qui Guizza: partitella finale.

Ore 16.10 – Qui Guizza: prove tecniche di 4-4-2.

Ore 15.50 – Qui Guizza: corsa a parte per Corti e Petkovic, regolarmente in gruppo Ilari.

Ore 15.30 – Qui Guizza: lavoro col pallone.

Ore 15.10 – Qui Guizza: iniziato l’allenamento pomeridiano. Dionisi in stampelle con una vistosa fasciatura al polpaccio sinistro.

Ore 14.50 – (Gazzettino) Il Cittadella espugna Alessandria e allunga ancora in classifica sulle immediate inseguitrici. Adesso sono dieci le lunghezze di vantaggio sul Bassano quando mancano otto gare al termine. È giusto restare umili e con i piedi per terra, come ha invocato il diggì Marchetti nell’intervallo della partita, ma i numeri incoronano già la squadra granata: 18 vittorie nel torneo, 42 gol realizzati, nono successo consecutivo in un girone di ritorno strepitoso. Un altro, significativo passo in avanti verso la promozione in serie B. Una novità per parte rispetto alle formazioni annunciate alla vigilia: Venturato sceglie Lora per Zaccagni, mentre Gregucci rinuncia a Bocalon (al suo posto Fischnaller). Ci sono tredici punti di differenza in classifica tra le due squadre, ma i piemontesi – indicati nella scorsa estate tra i principali candidati alla promozione – vogliono dimostrare di non essere inferiori alla prima della classe. Il primo sussulto è del Cittadella che potrebbe fare subito male: Litteri mette Jallow davanti al portiere, la conclusione è però centrale. Era un rigore in movimento. Passa un minuto e l’occasione per sbloccare il risultato capita sulla testa di Nicco, rimpalla fortuitamente Pascali sulla traiettoria del pallone. La partita è intensa. Al 9′ Chiaretti allunga per Lora, conclusione a fil di palo. L’ex capitano della Primavera del Milan si rifà con gli interessi al 12′, portando in vantaggio il Cittadella: Chiaretti conquista caparbiamente il pallone e lo scodella al centro, Jallow sfiora e ne nasce un assist involontario per Lora che infila Vannucchi di sinistro. L’Alessandria da metacampo in su è una signora squadra, ma i difensori ogni volta che vengono puntati dai granata vanno in affanno. Succede così anche al 29′ nel raddoppio del Cittadella: Litteri con due avversari di fronte inventa un filtrante d’oro per Chiaretti che salta il portiere in uscita e insacca nella porta sguarnita. Tutto davvero molto bello. Marras impegna Alfonso dal limite, allo scadere Iocolano sfiora la traversa, a testimonianza che l’Alessandria venderà la pelle a caro prezzo nella ripresa. E così avviene. Momento buono per i padroni di di casa nei primi minuti del secondo tempo, quando conquistano quattro angoli consecutivi dopo la parata di Alfonso su Fischnaller. Gregucci manda in campo Bocalon e Loviso per provare a riaprire la partita, il Cittadella si abbassa troppo. Al 19′ Sosa di testa spedisce sull’esterno della rete. Improvviso, arriva il gol dell’Alessandria (26’) con la punizione dalla distanza di Loviso che indovina l’angolino basso. La truppa di Venturato fa sempre più fatica a ripartire e rischia grosso al 36′, quando il sinistro di Marras è respinto con il corpo da Pascali, che poi esulta come avesse realizzato un gol. L’arbitro non fischia più un fallo a favore dei granata, che stringono i denti sino al triplice fischio finale. Poi la festa e gli abbracci. Con i ringraziamenti anche del Padova, che grazie allo stop dell’Alessandria resta in piena corsa per i play off.

Ore 14.30 – (Gazzettino) Tre punti fondamentali ad Alessandria, ma Venturato è uno che non si accontenta mai e guarda sempre avanti nell’intento di migliorare ancora: «Sono molto felice della vittoria, raccolta su un campo difficile, ma vorrei un Cittadella più bravo nella gestione della palla, in grado di soffrire di meno». Il tecnico granata esalta la straordinaria cavalcata del suo Cittadella nel girone di ritorno: «È una squadra che ha valori e giocatori importanti. A tutto questo ha abbinato una grande voglia di lavorare e vincere, meritandosi i punti in ogni partita. L’ha dimostrato anche ad Alessandria, dove ha cercato di mettere in pratica il proprio credo calcistico al cospetto di un grande avversario, che ci ha messo in difficoltà nel secondo tempo». I numeri sono tutti per il Cittadella, ma Venturato mantiene un profilo umile: «Mancano otto partite, ci sono 24 punti a disposizione, ancora importanti scontri diretti da giocare con squadre che ci stanno dietro, tipo Bassano, Feralpi, Reggiana, Pordenone. Sicuramente 10 punti di vantaggio sono tanti, ma non abbiamo ancora vinto niente, non è il momento giusto per festeggiare, se non per la grande prova di Alessandria». Non a caso l’allenatore guarda già avanti: «Domenica c’è il Lumezzane in casa, si gira pagina e ci si concentra soltanto su quello». La vittoria di Alessandria rilancia anche le ambizioni del Padova in chiave play off. Venturato commenta: «La piazza biancoscudata è importante e ambiziosa. Sta raccogliendo risultati attraverso un buon gioco, c’è un allenatore molto bravo. Penso possa ambire ai play off, almeno provarci». L’allenatore del Cittadella sottolinea anche i meriti della società nella grande stagione sin qui disputata: «Voleva ripartire dopo la retrocessione e si è messa subito in moto. È stata costruita una grande rosa di giocatori, con caratteristiche morali di spessore».

Ore 14.10 – (Mattino di Padova) Il Citta suona la nona. Ma più che una sinfonia assomiglia a un allarme, che fischia nelle orecchie di tutte le concorrenti: attenzione, che qui ormai si gioca soltanto per il secondo posto. Han ragione, in casa granata, a continuare a predicare prudenza, ma dopo la scorribanda al Moccagatta, che fa salire a 10 i punti di vantaggio sulla piazza d’onore, ora occupata dal Bassano, l’unico serio rivale del Cittadella può essere soltanto… il Cittadella. Il 2-1 rifilato all’Alessandria, che bissa il risultato del Tombolato, vale anche come un regalo indiretto ai cugini del Padova nella corsa verso i playoff, ma soprattutto conta per Iori e compagni, al nono successo consecutivo in campionato, il 18° della loro stagione straordinaria. Una vittoria che premia l’aggressività e la capacità di pressare a tutto campo esibita dai granata nel primo tempo, ma anche la loro capacità di soffrire rimanendo compatti, come accaduto nei secondi 45′. L’INSISTENZA DI LORA. L’Alessandria, chiamata a risalire in classifica, è in campo poco guardinga e lo spettacolo ne guadagna. Le due squadre si rispondono colpo su colpo, ma i colpi degli ospiti sono quelli che fanno più male. Trascorrono appena cinque giri di lancette per vedere Litteri mettere Jallow a tu per tu con Vannucchi, ma il “piccolo Gervinho” spreca il suo rigore in movimento centrando il portiere. Il Citta insiste. Lora si propone un paio di volte dalla retrovie e alla terza trova il suo secondo gol stagionale: Chiaretti ruba palla a Sirri e la mette in mezzo, Jallow non la controlla bene, ma il suo tocco basta a dirigerla verso l’ex capitano della Primavera del Milan che elude l’intervento di Celjak e, col sinistro, sblocca la partita. MAGIA CHIARETTI. A quel punto, la sfida si mette in discesa per i granata, che possono sfruttare gli spazi per le ripartenze al fulmicotone del loro attaccante gambiano. Fischnaller è poco preciso in un paio di occasioni e il Citta è lesto a punirlo: Litteri con una finta mette fuori gioco Sirri e Branca e pesca dal suo repertorio un assist sontuoso per Chiaretti, che dribbla il portiere e insacca la sua quinta rete in campionato. Il 2-0 ammutolisce i quasi 4.500 spettatori di casa, ma non ferma l’Alessandria, che continua a provarci con Marras e Iocolano. MENO RIFORNIMENTI. Lo spartito della ripresa è abbastanza scontato, col Citta attento in difesa e pronto a ripartire in contropiede. La melodia offerta da Iori e compagni è meno accattivante rispetto a quella della prima frazione, perché l’Alessandria entra in campo molto aggressiva e a Litteri e Jallow giungono meno palloni in confronto ai primi 45′. Gli ospiti soffrono la pressione dei grigi, ma resistono indenni sino alla punizione-gioiello (una specie di “maledetta”) dell’appena entrato Loviso, capace di regalare fosforo al centrocampo. I CAMBI. Gregucci muta volto al suo attacco, inserendo Bocalon e Marconi. Venturato, dal canto suo, perde Jallow, vittima di un risentimento alla coscia. Ma proprio quando ci si sarebbe attesi un assedio di fronte ad Alfonso, il Citta esce in tutta la sua solidità. Certo, c’è il salvataggio di Pascali su Marras a portiere battuto, ma l’Alessandria non sfonda più, neanche nei 5’ di recupero.

Ore 13.50 – (Mattino di Padova) Bravo io e bravo tu. Alla fine, nel clima di festa che segue l’impresa del Moccagatta, risalta il curioso siparietto che ha visto protagonisti il d.g. Marchetti e l’allenatore Venturato. Il primo, ai microfoni di Rai Sport, parla del tecnico con toni lusinghieri, non solo per il modo in cui fa giocare la squadra, ma «perché incide molto nel gruppo, e trasmette la fame di rivalsa che ha». Senza saperlo, l’allenatore contraccambia in sala stampa a fine match, spiegando il “fenomeno granata” ai giornalisti piemontesi: «Al Cittadella ho trovato un ambiente ottimale, una società strutturata e animata da valori veri. E poi è chiaro che senza i giocatori un tecnico non vince: io ne ho di importanti, ed è bravo il direttore a scovarli». Su altri argomenti Venturato invece non si sbilancia: nemmeno di fronte al +10 in classifica lo sentirete dire che almeno mezzo piede è in Serie B. «Sappiamo che abbiamo ancora davanti otto partite, 24 punti a disposizione sono tanti e mancano diversi scontri diretti, fra cui quello col Bassano. Certo, le 10 lunghezze di margine ci fanno contenti, ma io credo che i traguardi vadano festeggiati al momento giusto. E domenica dovremo affrontare il Lumezzane con la testa adatta». Entrando più nel dettaglio della gara con l’Alessandria, Venturato sottolinea: «Abbiamo disputato un primo tempo straordinario, rimanendo sempre molto aggressivi. È quello che facciamo sempre, ma stavolta avevamo di fronte una grande rivale ed era meno scontato. Nel secondo non siamo più riusciti a tenere la palla e a giocare come volevamo, ma siamo stati bravi a resistere. Mi piace vedere la mia squadra gestire di più il gioco, ma nella ripresa credo sia emerso il carattere di un gruppo che sa anche soffrire».

Ore 13.30 – (Corriere del Veneto) La nona sinfonia del Cittadella suona note forti e chiare, da Alessandria. E il 2-1 del Moccagatta è un assist assai gradito al Padova, adesso è a soli due punti dal quarto posto, ultimo utile per accedere ai playoff (altri due gironi permettendo). Il blitz che matura nel posticipo della ventiseiesima giornata sa molto di sentenza finale sulla strada dell’immediata riconquista della serie B perduta, di quelle che pesano come un macigno, sia a livello psicologico che a livello numerico. Due gol nel primo tempo con Lora e Chiaretti, due azioni gioiello e la partita messa in ghiaccio, con l’assalto dell’Alessandria respinto con energia e determinazione nel finale. Il vantaggio arriva al 12’: Litteri apre per Chiaretti, che fugge sulla destra, pennella per Jallow che appoggia a sua volta a Lora, bravo a fulminare Vannucchi. Il vantaggio mette le ali alla capolista, che imperversa mentre l’Alessandria, con Bocalon sorprendentemente in panchina, piange per la chance sprecata da Nicco al 6’ e si vede annullare un gol al 35’ per fuorigioco di Marras. In mezzo c’è il raddoppio di Chiaretti, che chiude un’altra azione da applausi servito da Litteri. Il 2-0 è una mazzata tremenda per l’Alessandria, messa al tappeto davanti a un pubblico entusiasmante, quasi 5000 persone per il big-match della settimana. A fine primo tempo il dg Stefano Marchetti ai microfoni di Raisport spiega: «Stiamo andando bene, abbiamo fatto due bei gol ma non è finita, perché l’Alessandria ha qualità e può ancora recuperare. La nostra carta vincente dev’essere l’umiltà. Venturato? A inizio stagione ci siamo parlati chiari, lui aveva grande voglia di rivincita come tutti noi e l’obiettivo lo sapete. C’è un grande lavoro fatto quest’anno dopo la retrocessione dello scorso anno. E’ chiaro che deve esserci sempre un profilo basso, non abbiamo ancora fatto nulla. Il prossimo anno? Non ci sto ancora pensando, ma è chiaro che ci sono valori importanti in rosa, mi sto guardando attorno, ma è molto presto. Bisognerà tenere conto di tante cose in caso di promozione». Nella ripresa l’Alessandria prova a rimettersi in partita e nello spazio di due minuti, fra il 13’ e il 15’, va vicinissima al 2-1: prima è Alfonso a dire di no da pochi passi a Fischnaller, poi è Iori a salvare sulla linea. Il gol arriva su punizione magistrale di Loviso al 26’, il bunker granata ondeggia ma non cade e Pascali salva su Marras con un intervento che vale un gol. Unica nota stonata: l’infortunio di Jallow, costretto ad abbandonare il campo per un un guaio muscolare al 33’. Effettuato ieri, nel frattempo, il sorteggio delle sedi della finale di Coppa Italia tra Cittadella e Foggia. L’esito dell’estrazione avvenuta in Lega farà piacere ai sostenitori granata, perché la gara di andata si giocherà allo Zaccheria mercoledì 30 marzo, mentre il ritorno si disputerà al Tombolato mercoledì 13 aprile.

Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il Pordenone si è fermato, e non accadeva dalla giornata pre-natalizia di Legapro (sconfitta contro il Pavia al Bottecchia e vacanze amare). Ma il primo stop dopo nove risultati utili consecutivi (otto vittorie e un pareggio) non hanno sporcato il lavoro fatto in questi mesi. La pensa così, almeno, l’ex tecnico di Sanvitese e Treviso, Diego Zanin, presente domenica al “Mercante” di Bassano. «Ho visto una squadra che non è mai uscita dalla partita – ha detto l’allenatore di Motta di Livenza – e questo mi è piaciuto. A Bassano non è mai facile per nessuno e il Pordenone ha dimostrato di esserci, soprattutto con la testa». Una sconfitta, quindi, vissuta come un episodio isolato. «Credo sia esattamente così – ha proseguito l’ex Sanvitese – e spero che si veda già dalla prossima partita. La gara è stata decisa da un singolo episodio: poteva andare bene al Pordenone, invece ha sorriso al Bassano. Le grandi sfide spesso vanno così. Effettivamente – ha analizzato ancora Zanin – un pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, ma va dato merito al Bassano, squadra fortissima». Cos’è mancato, quindi, al Pordenone di Bruno Tedino? «Forse è stato meno sbarazzino rispetto a molte altre volte – ha spiegato il tecnico, domenica spettatore a Bassano – e ha dimostrato di temere un po’ troppo l’avversario. La squadra di Tedino solitamente costruisce molte palle-gol, mentre domenica è stata un po’ timida in questo senso. Ma, chiariamoci, anche il Bassano ha creato poco. Alla squadra veneta è semplicemente andata meglio».

Ore 12.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La sconfitta del Pordenone sottostà alla legge dei grandi numeri. Il primo dei quali è rappresentato dai nove risultati utili consecutivi, esaltati dalle otto vittorie che hanno preceduto il pareggio. Il secondo si collega all’autore del gol su rigore che a Bassano ha deciso la partita. Giannvito Misuraca ha siglato il suo quinto gol stagionale, l’unico e sufficiente a decidere la sfida tra le più vicine inseguitrici del Cittadella, invertendone poi l’ordine in classifica. Con esso il Bassano è secondo. DUE ANNI – A confermare, in maniera indiretta, quanto rientri nella legge di grandi numeri quella segnatura, ecco le parole del centrocampista giallorosso rilasciate al sito ufficiale bassanese. «Erano quasi due anni che non calciavo un rigore – afferma Misuraca – e sono contento della realizzazione, ma ancor più di questa grande vittoria che vale tanto in ottica playoff». Per quanto riguarda la prestazione collettiva contro i neroverdi, sostiene: «siamo stati bravi, abbiamo rischiato poco, costruendo così una serie importante di risultati. Ci aspetta il Mantova, gara difficilissima perché necessita di punti salvezza, ma non vogliamo fermarci». PAVIA DUE – Furono due reti del Pavia, il 19 dicembre scorso, a decretare la precedente sconfitta del Pordenone (in quel caso su gara interna). Proprio il club che ieri – dopo il 3-0 patito dal Padova – ha fatto la rivoluzione mandando via allenatore Fabio Brini, secondo Baldassarri, preparatore atletico Giovani, dirigente responsabile prima squadra Caligiuri, consulente di mercato Imborgia. Per la panca, in pole position c’è l’allenatore della Berretti, Stefano Rossini. DUE AMICI – Per la gara di sabato (alle 17.30) contro il Padova, il Pordenone ripropone l’iniziativa “Invita due amici allo stadio”, attiva esclusivamente in prevendita. Visto il grande interesse che si sta muovendo attorno alla partita allo stadio Bottecchia, con relativo afflusso di tifosi previsto, la società ribadisce che è fondamentale usufruire della prevendita.

Ore 12.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Tre vittorie consecutive, ma soprattutto 5 punti recuperati al Pordenone negli ultimi due turni: il Padova arriverà sabato (17.30) al Bottecchia carico e seguito secondo le prime stime da 800 supporter. Insieme al migliaio e mezzo stimato di tifosi locali riempiranno tribune e gradinate del velodromo cittadino. Fra questi non ci sarà Carmine Parlato, “fresco” ex su entrambe le panchine. TRADITO – Nel maggio del 2014, dopo aver conquistato per i ramarri scudetto dilettanti e promozione in Lega Pro, Parlato fu prima confermato e subito dopo “tagliato” da Mauro Lovisa. Lo scorso dicembre, dopo aver trionfalmente riportato anche il Padova in terza serie, è stato esonerato per far posto a Pillon (altro ex ramarro). «No – conferma Parlato -. Non ci sarò. Non riesco ancora a vedere, nemmeno in tv, le gare dei biancoscudati». Sembra di capire che il “tradimento” di Padova gli abbia fatto più male di quello di Pordenone. «Sono state due cose diverse – spiega -. A Pordenone non sono stato confermato. A Padova ho subito il mio primo esonero. Il secondo è un dolore ancora fresco. Il primo risale a quasi due anni fa. Al Bottecchia, in tribuna, sono già tornato. Mi sarebbe piaciuto tornarci anche sedendomi sulla panca degli ospiti. Ad entrambe le società – ci tiene giustamente a sottolineare – ho dato tanto». PREVISIONI – Sollecitato, Carmine Parlato gioca la gara in anteprima. «Sarà una sfida fra la grande esperienza e compattezza della difesa di Tedino costruita su giocatori come Stefani, Pasa e Martin e la grande esperienza e pericolosità dei due goleador (Neto Pereira e Altinier) dell’attacco di Pillon. Difficile fare pronostici – afferma pensieroso -. Il Padova è galvanizzato dalla vittoria sul Pavia. Non batti per 3-0 il Pavia se non sei forte e non stai al massimo della condizione. Il Pordenone potrebbe subire il contraccolpo psicologico della prima sconfitta (0-1 domenica a Bassano) del 2016. Però ha giocatori tecnici come Pederzoli e Cattaneo e un combattente come Strizzolo che possono far male in qualsiasi momento». FATTORE CAMPO – Secondo Parlato giocare al Bottecchia non cambierà gli equilibri. «Il Padova – sorride – con tanti tifosi al seguito, non gioca mai in trasferta. A Pordenone fra il pubblico ho ancora estimatori e amici. Quello di Padova però è un altro tifo. Ti trascina. Nel momento della crisi la “curva Fattori” espose uno striscione che mi commosse: «Parlato, il tuo posto è qui». Sono cose – conclude – che non si dimenticano».

Ore 12.00 – Tegola alla Guizza per mister Pillon: nel corso dell’allenamento mattutino si è difatti fermato Matteo Dionisi, presumibilmente per un problema muscolare. Da valutare l’entità dell’infortunio, anche se il terzino è apparso molto dolorante.

Ore 11.40 – (Messaggero Veneto) Un sapore cui non era più abituato. Quello della sconfitta mancava al Pordenone dallo scorso 20 dicembre, quando cedette in casa al Pavia. Quasi 3 mesi di dolcezze: 9 vittorie e un pareggio. Prima di quel rigore (che le immagini hanno confermato molto dubbio) con cui Misuraca ha interrotto la serie d’oro del Pordenone e firmato il sorpasso al secondo posto del Bassano. Orgoglio. Ma il giorno dopo l’amarezza, il primo a rincuorare la squadra è il tifoso numero uno, il presidente Mauro Lovisa. C’era chi lo dava arrabbiato. Forse a caldo, come naturale che fosse, visto che si trattava di uno scontro diretto così delicato. Ma con il passare delle ore il suo stato d’animo ha preso un’altra piega: «Come faccio a essere arrabbiato con un gruppo che ha fatto quel filotto, meritandosi la vetrina nazionale. Si è trattato di un episodio, che non compromette nulla. Le nostre ambizioni rimangono intatte. Anzi, dopo questa sconfitta, sono ancora più convinto che il Pordenone sia più forte del Bassano». Monito. Il presidente neroverde si addentra nel perché di questa convinzione: «Abbiamo più qualità. Il possesso palla è stato nettamente a nostro favore. Loro sono stati soltanto più cattivi sotto porta». Dopo i complimenti, un monito che potrebbe rivelarsi salutare, soprattutto in vista del ciclo terribile che attende i neroverdi da qui a metà aprile: «Un po’ di cinismo in più a volte sarebbe necessario anche a noi, per indirizzare le gare più difficili». Entusiasmo. Come la prossima. Al Bottecchia, infatti, arriverà un Padova in grande spolvero, reduce da 3 successi di fila. «Non vedo l’ora – rivela Lovisa – che arrivi sabato per vivere una gara così. Il Padova è squadra tosta: dietro subisce pochissimo e davanti ha due giocatori di categoria superiore come Altinier e Neto Pereira. La prevendita è partita a gonfie vele: mi auguro di vedere un Bottecchia con 2.500 persone sugli spalti. E comunque sia, sarà una festa, cui dobbiamo abituarci: ormai siamo una realtà di questa categoria». Valori aggiunti. Senza considerare che a Tedino mancano diverse pedine. «Sono convinto – commenta il presidente neroverde – che Beltrame, Marchi e De Agostini saranno il nostro valore aggiunto in questo finale di stagione. Se li avessimo avuti a disposizione, chissà come sarebbe finita a Bassano». Per Beltrame, ex talento di scuola Juve, sabato potrebbe esserci il debutto in neroverde, almeno per uno spezzone di gara. Mentre non ci sarà Filippini, in odore di squalifica. Format. Presto per addentrarsi nel “derby”, come per pensare alla prossima stagione. Ma ieri il consiglio della Lega Pro ha preso decisioni importanti in vista del campionato venturo. Lovisa, che è consigliere della categoria, le anticipa: «In questa stagione non ci sarà il blocco delle retrocessioni e si disputeranno regolarmente play-off e play-out. Ma dalla prossima il format tornerà a 60 squadre. Ci saranno delle riammissioni, non dei ripescaggi, come sarebbe dovuto spettare a noi senza pagare i 500 mila euro a fondo perduto. Ma questo fa ormai parte del passato».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Dopo avere stravinto con il Pavia, sabato vi attende un altro confronto con una diretta rivale, vale a dire il Pordenone. «Insieme alla Maceratese è la squadra rivelazione dei tre gironi di Lega Pro, e ha dimostrato di essere forte perché tutte quelle vittorie di fila non si fanno per caso. È reduce dalla sconfitta con il Bassano, ma non ne è uscito ridimensionato. Vorrà rifarsi subito, e noi siamo desiderosi di metterci alla prova con un avversario che ci precede in classifica. È una partita molto stimolante». Questo Padova non ha comunque niente da invidiare alle formazioni che lo precedono. «Conta dimostrarlo sul campo, non a parole. Finora abbiamo fatto vedere di essere una buona squadra che nonostante qualche difficoltà iniziale è arrivata fino a qui, e ora dobbiamo dimostrare di potercela giocare con quelle davanti». Tornando a lei, anche quest’anno è arrivato in doppia cifra (10 gol). «È motivo di grande orgoglio, devo tutto ai miei compagni senza i quali non potrei fare niente. Obiettivi nelle prossime otto gare? Ottenere il massimo in ogni partita sia a livello personale e sia come squadra – conclude Altinier – e poi faremo i conti».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Già nell’annata passata era partito come un diesel, per poi andare a mille tanto da siglare 17 gol con l’Ascoli. «Vero, sia l’anno scorso e sia quest’anno per motivi diversi non ho giocato molto nella prima parte di stagione, trovare continuità e fiducia per un giocatore è fondamentale». Anche grazie al suo contributo il Padova si è ritagliato un ruolo da protagonista nel girone di ritorno con tanto di vista sugli spareggi promozione. «Siamo cresciuti, e soprattutto nelle ultime partite abbiamo preso consapevolezza di noi stessi. Il fatto di avere raggiunto la salvezza con così largo anticipo ci permette di sognare: perché non farlo, restando sempre con i piedi per terra e continuando a lavorare come stiamo facendo senza mollare un centimetro. L’obiettivo è ancora un po’ lontano, però mancano due mesi e tutto è possibile. Non è facile, ma giochiamoci le nostre carte». Nella corsa play off cosa può fare la differenza? «La continuità nei risultati ti permette di restare agganciati fino alla fine. Quante percentuali ha il Padova? È un po’ presto per dirlo, ma di solito 55 punti bastano per raggiungere il quarto posto».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Nel filotto di vittorie che ha catapultato il Padova alla caccia di un posto nei play off, ci sono quattro perle di Cristian Altinier. L’attaccante biancoscudato è andato a segno con Renate, Mantova e Pavia, in quest’ultimo caso con tanto di prima doppietta all’ombra del Santo, dimostrando di attraversare uno splendido momento di forma. «Effettivamente è un momento molto bello – sottolinea l’interessato – e il fatto che coincida anche con quello della squadra mi fa ancora più piacere. Sono davvero soddisfatto: a parte che segnare per un attaccante è sempre piacevolissimo, sono stati anche gol importanti e la cosa mi gratifica anche alla luce di come era iniziata la stagione. Fino a novembre non capivo bene quale fosse il mio ruolo, non ero titolare e sono state più le partite nelle quali sono rimasto fuori per cui non mi sentivo un giocatore importante. Ora invece la situazione è cambiata. Con questo non voglio dire che mi sento più importante di altri compagni, ma sento di fare parte di un gruppo che sta crescendo e mi fa molto piacere».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Ripresa della preparazione in vista della trasferta sabato alle 17.30 con il Pordenone. Lavoro atletico differenziato per i titolari, eccetto Ilari rimasto ai box per il solito acciacco alla caviglia, mentre gli altri compagni si sono intrattenuti più a lungo in campo con Pillon. Si sono rivisti Petkovic (lavoro in palestra) e Corti, che si è allenato a parte Trasferta al torneo di Viareggio invece per De Poli, Pontin e Lavezzini che rimarranno in terra toscana qualche giorno per visionare qualche giovane interessante. Oggi doppia seduta, domani alle 15 test con il Campetra a Camposampiero.
TIFOSI. Per la trasferta con il Pordenone è attiva in prevendita l’iniziativa “Invita due amici allo stadio”, mentre giovedì il Gruppo operativo sicurezza deciderà se vendere i biglietti del settore ospiti il giorno della gara. Il prezzo dei tagliandi è dieci euro (più diritti prevendita): oltre che sul sito http://www.ticketland1000.com, si possono acquistare al Tabacchi Drago Samuele di via Buonarroti 89-91. Intanto, il club Fossa dei Leoni organizza un pullman al prezzo di dieci euro, con ritrovo sabato alle 14 in piazzale Castagnara a Cadoneghe.

Ore 10.20 – Biancoscudati in campo alla Guizza per l’allenamento mattutino.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Chi riuscirà a superare indenne lo scontro con i neroverdi – a cominciare proprio dalla squadra di Pillon – potrà veder crescere le sue possibilità di raggiungere il quarto posto. L’insidia. Il problema, a questo punto, è capire se la quarta piazza garantirà davvero l’accesso ai playoff: come stabilito dal regolamento, oltre alle seconde e alle terze classificate di ogni girone, si qualificano le due migliori quarte. Ed è un vero testa a testa fra i tre raggruppamenti, perché l’Alessandria con i suoi 43 punti dopo il posticipo con il Cittadella fa il paio con i 43 dell’Ancona, nel girone B. E nel raggruppamento meridionale, al momento, al quarto posto c’è il Cosenza, con 45 punti. C’è, però, una flebile speranza in più a scaldare gli animi del Padova: se i biancoscudati sabato dovessero fare risultato in Friuli, avvicinerebbero a 3 punti proprio il Pordenone, che nelle successive tre gare non avrà avversari semplici. E allora anche il terzo posto, quello che dà diritto certo alla partecipazione agli spareggi-promozione, potrebbe tornare in discussione.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Questo, ovviamente, almeno sulla carta: alla 29ª giornata Neto Pereira & C. saranno di scena a Cuneo, la settimana successiva ospiteranno la Pro Patria già spacciata, quindi se la vedranno a Bergamo con l’Albinoleffe, prima di ricevere la visita della Giana. Quattro partite che questo Padova, quello delle ultime tre giornate, può e deve affrontare con il petto in fuori. E mentre i biancoscudati giocheranno contro quattro delle ultime sei squadre della graduatoria, le concorrenti avranno un percorso ben più tortuoso: alla 28ª giornata ci sono Alessandria-Pordenone e Bassano-Pavia, alla 30ª Pavia-Alessandria e Pordenone-Reggiana, la settimana successiva Pordenone-FeralpiSalò, Reggiana-Cittadella e Cremonese-Sudtirol, alla 31ª giornata Pavia-Reggiana, e infine, nella terz’ultima giornata di campionato, Sudtirol-Alessandria e FeralpiSalò-Cittadella. Ago della bilancia. A fare la differenza nella corsa al quarto posto potrebbe essere quella che fino ad oggi è stata la mina vagante, e la sorpresa più bella della stagione, ovvero il Pordenone. Sabato toccherà al Padova fargli visita al “Bottecchia”, ma nelle domeniche successive la squadra di Bruno Tedino sarà opposta, in serie, all’Alessandria, ancora tra le mura amiche, alla Reggiana (al “Mapei”) e alla Feralpi, di nuovo al “Bottecchia”.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) In sette per un posto. Tante sono le squadre che si giocano l’accesso ai playoff: al momento è l’Alessandria ad occupare la quarta piazza del girone A, quella che potrebbe garantire l’accesso agli spareggi-promozione nel caso in cui, nel raggruppamento B, l’Ancona (quarta in classifica) continuasse a “soffrire” di qualche pareggio di troppo. Ma dietro i grigi sono ben sei le pretendenti ad una piazza che conta. E il Padova, che con gli artigli e le ultime tre vittorie ha compiuto un balzo notevole, nelle prossime sei giornate ha la possibilità di consolidare le proprie ambizioni, in vista poi di giocarsi tutto nelle ultime due giornate di maggio, a Bassano prima e all’Euganeo poi, proprio con l’Alessandria. Calendario amico. Un alleato dei biancoscudati potrebbe essere proprio il calendario. Perché se è vero che tra Pordenone e Cremonese, nei prossimi dieci giorni, la squadra di Pillon si gioca una gran fetta di speranze di continuare a correre per il quarto posto, dopo Pasqua il percorso dovrebbe essere più agevole.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È cominciata ieri la marcia di avvicinamento del Padova alla sfida di sabato 19 (ore 17.30) in casa del Pordenone. La squadra si è ritrovata per il primo allenamento agli ordini di Bepi Pillon: assente il solo Bucolo, vittima di una leggera forma influenzale, mentre Ilari si è allenato a parte insieme a Corti, che ha ripreso a correre. Segnalato in ripresa anche Lazar Petkovic, rassicurato dalle visite specialistiche effettuate la scorsa settimana. Qui tifosi. Sale la temperatura nella piazza e, visto il prevedibile afflusso massiccio di tifosi al “Bottecchia”, diventa indispensabile acquistare il biglietto in prevendita. A Padova c’è un solo punto attivo (la tabaccheria di via Buonarroti, in zona Arcella) e l’iniziativa “Porta due amici allo stadio”, con la quale un tifoso munito di Tessera del Tifoso può acquistare fino a due tagliandi per amici o conoscenti non tesserati, sarà valida solo fino alla chiusura della prevendita, fissata per le 19 di venerdì. E si saprà solo giovedì, dopo la riunione del Gruppo Operativo di Sicurezza (GOS), se i tifosi padovani potranno acquistare i biglietti per il settore ospiti anche allo stadio friulano il giorno della gara.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Un bagliore accecante, quello che arriva dall’Euganeo. Sabato pomeriggio, senza «se» né «ma»: è arrivato un successo pieno, rotondo, di quelli che riconciliano con il calcio dopo difficoltà e aggiustamenti in corsa. Squadra bella, abbagliante e spumeggiante, come sottolinea il presidente Giuseppe Bergamin? «Direi che è stato il più bel Padova della stagione — ammette il numero uno di viale Nereo Rocco — abbiamo vinto e giocato molto bene. Quest’anno non abbiamo visto tante partite piacevoli, devo ammettere che una prestazione e una vittoria come quella col Pavia rendono felice un presidente». I playoff sono ancora un obiettivo molto complicato, soprattutto tenendo presente che il quarto posto potrebbe non bastare per accedere agli spareggi per la B. «Infatti la corsa andrebbe fatta sul terzo e non sul quarto posto — sorride Bergamin — per questo penso sia molto difficile immaginare di poter agganciare i playoff, anche in extremis. In ogni caso ci proviamo e ci proveremo fino in fondo, bisognerebbe vincerle tutte ma sappiamo bene che non è proprio uno scherzo fare il pieno di punti… Comunque sia, dobbiamo essere contenti: la squadra sta bene, è in forma dal punto di vista atletico e tecnicamente sta dando il meglio. Non potrei chiedere di più». Gli equilibri ai vertici del club sono sempre delicati, si parla addirittura di una possibile uscita di scena al 30 giugno dell’ad Roberto Bonetto, che però smentisce seccamente su tutta linea. E Bergamin esclude nubi all’orizzonte. «E’ un bel momento per noi — taglia corto — non vedo perché ci si debbano inventare problemi dove non ci sono. La squadra è espressione del club, andiamo avanti sereni, senza dare peso a cose che non stanno né in cielo né in terra. In pochi giorni abbiamo letto prima che la società sarebbe in vendita e poi altri rumors, di cui non avevo neppure la percezione e che non vale la pena commentare».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 59, Bassano 49, Pordenone 47, Alessandria 43, FeralpiSalò e Pavia 42, Padova 41, Reggiana e SudTirol 38, Cremonese 37, Lumezzane 30, Cuneo, Giana Erminio e Renate 28, Pro Piacenza 27, Mantova 23, AlbinoLeffe 18, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventiseiesima giornata: Padova-Pavia 3-0 (Altinier (Pd) al 26′ pt, Neto Pereira (Pd) al 41′ pt, Altinier (Pd) al 47′ st), AlbinoLeffe-Cuneo 2-0 (Girardi (Al) al 5′ st e al 45′ st), Renate-FeralpiSalò 1-0 (Pavan (Re) al 34′ st), Pro Piacenza-Pro Patria 1-1 (Alessandro (Ppi) al 29′ pt, Montini (Ppa) al 41′ pt), Giana Erminio-Mantova 0-0, Reggiana-SudTirol 0-0, Lumezzane-Cremonese 2-1 (Sansovini (Cr) al 11′ pt, autogol di Zullo (Cr) al 24′ st, Bacio Terraciano (Lu) al 49′ st) Bassano Virtus-Pordenone 1-0 (Misuraca (Ba) su rigore al 28′ st), Alessandria-Cittadella 1-2.

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 14 marzo: primo allenamento settimanale per i Biancoscudati, a parte Ilari ed assente Bucolo.




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