Live 24! Padova-Cremonese, il giorno dopo: missione compiuta, aspettando i risultati delle altre

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Ore 21.40 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno ne fa otto al Bleggio. Era solo un’amichevole quella giocata ieri pomeriggio al Polisportivo di Belluno, ma i ragazzi gialloblù hanno dato comunque un bella risposta dopo la sconfitta di Monfalcone. L’avversario, squadre trentina militante nel campionato di Prima categoria, è arrivato in Piazzale della Resistenza senza pretese ma con la voglia di misurarsi contro una squadra sulla carta ovviamente superiore. Il risultato è stato un punteggio completamente a favore dei padroni di casa che sono andati a segno tre volte con bomber Simone Corbanese e due volte con Antonio Acampora. Sono andati a segno anche Mike Miniati e Alessandro Salvadego, una rete invece è stato un autogol degli avversari. Mister Vecchiato ha fatto scendere in campo dal primo minuto il portiere della juniores Andrea Rizzo insieme a Giovanni Pescosta, Stefano Mosca, Mike Miniati, Andrea Franchetto, Sebastiano Sommacal, Fabio Da Forno, Simone Bertagno, Simone Corbanese, Ruben D’Incà e Stefano Acampora. Nel secondo tempo il tecnico gialloblù ha fatto subentrare Gabriele Brino, Nicola Calcagnotto, Simone Quarzago e Yari Masoch. Non hanno preso parte all’amichevole Marco Duravia, Paolo Pellicanò, Alessandro Marta Bettina, Davide Solagna e Cristian Doriguzzi. Il centrocampista di Montebelluna è ancora alle prese con un fastidio al menisco accusato nel derby contro il Ripa Fenadora mentre Marta Bettina e Paolo Pellicanò hano subito una botta contro il Monfalcone e hanno lavorato a parte. Solagna è rimasto a riposo per mal di schiena e Doriguzzi è ancora indiero di condizione dopo l’infortunio al malleolo. «È stato un buon allenamento di gioco, che fa sempre bene – commenta l’allenatore del Belluno Roberto Vecchiato – ho potuto far giocare molti giovani, abbiamo affrontato la partita con lo spirito giusto. Una cosa importante è stata non avere infortuni. L’amichevole? È il secondo anno che ci chiedono di farla e siamo contenti di aver accettato. Magari il prossimo anno andremo noi da loro. Il programma dei prossimi giorni prevede che ci alleneremo ancora fino a sabato mattina e dopo faremo due giorni ri riposo e riprenderemo a lavorare martedì 29 marzo». Il prossimo match sarà in trasferta (3 aprile) con la Virtus Vecomp, sette giorni dopo sarà la volta della sfida tra le mura amiche con la Luparense.

Ore 21.10 – (Gazzetta di Reggio) Dopo tante critiche ed alcuni fischi per Raffaele Nolè è finalmente arrivata la serata di gloria: suo il gol partita che regala tre punti fondamentali alla Reggiana. «Per una attaccante fare gol è il pane- rimarca l’attaccante lucano-, a maggior ragione per me soprattutto in questo momento. Ero venuto a Reggio con grande entusiasmo per raggiungere gli obiettivi prefissati ma purtroppo, tra infortuni e varie cose, non ho avuto continuità. Per fortuna è arrivato questo gol nella giornata dove i tre punti erano davvero importanti. Ora ci attendono tutti gli scontri diretti e se li dovessimo vincere sarà giusto partecipare ai play off altrimenti ne staremo fuori». Partito come un titolare su cui il tecnico Colombo contava parecchio si è trovato per lungo tempo a fare i conti con la panchina. «Ho sempre avuto un buon rapporto col mister -continua il goleador di giornata- ma lui deve fare delle scelte, io in panchina ci stavo male perché erano anni che non mi capitava ma mi ha stimolato per arrivare a questa rete, una rete fortemente voluta al termine di una azione che ha coinvolto prima Parola, col suo colpo di tacco, poi il piede di Spanò che mi ha fermato la palla, e quando mi sono visto il pallone tra i piedi ho cercato l’angolino scoperto… sperando che non arrivasse anche su questo tiro! Finalmente una gioia per me e per chi ha sempre creduto in me perché in queste gare se fai gol subito e la sblocchi diventa tutto più facile altrimenti nella ripresa si chiudono gli spazi ed a te mancano le energie spese prima e quindi fai più fatica. Mi sono guadagnato il posto da titolare? E’ una domanda per il mister». Altro giocatore contento dei suoi primi 90′ da titolare nel professionismo è Dejan Danza. «Più che di essere tra i titolari sono contento per come è andata la partita -conferma il mantovano- perché c’era solo da perdere per noi in gare del genere: se vinci 3-0 fai il tuo dovere sennò rischi la figuraccia. Purtroppo i gol a volte si sbagliano ma l’importante è farne uno più degli avversari ma non era facile con loro sempre dietro la linea del pallone, quindi bravo Nolè a sbloccarla in quella mischia finale. Mi sto adeguando alla fase difensiva e oggi abbiamo fatto meno giro palla per cercare le verticalizzazioni per non fare il loro gioco. Giusto crederci? Meglio non parlare del futuro ma negli scontri diretti dobbiamo mostrare di essere una squadra vera, unita e compatta per giocarci le nostre possibilità». Il banco di prova sarà il prossimo match con il Pordenone.

Ore 20.50 – (Gazzetta di Reggio) Se contava solo la vittoria l’obiettivo è stato raggiunto. Se qualcuno si aspettava anche la prestazione perfetta, l’appuntamento è stato rimandato. Nulla da dire invece sull’impegno. «Sapevo che non sarebbe stata una partita facile – spiega subito il tecnico granata Alberto Colombo – il demerito è quello di non averla sbloccata nel primo tempo quando abbiamo creato diverse occasioni da gol. Possiamo rimproverare tante cose a questa squadra ma non l’impegno. Hanno dato tutto quello che avevano in corpo e non hanno concesso nulla agli avversari». Temeva parecchio questa partita a livello di approccio, invece? «Invece sono contento di essere stato smentito almeno sotto questo aspetto. Invece dal punto di vista tecnico si può decisamente fare meglio». Come giudica la prestazione di Arma? E’ sembrato diverso, occasioni a parte, rispetto alle ultime gare. «Come impegno non posso rimproverargli nulla così non potevo rimproverargli nulla anche prima. Ha colpito tre volte di testa e in un paio di occasioni è stato bravo il portiere. Peccato per quell’occasione fallita che poteva finalmente sbloccarlo e per lui sarebbe stato un gol liberatorio. Invece in questo modo non riesce a ritrovare la serenità, dovrebbe sbloccarsi per attirarsi le simpatie». Infatti al momento del cambio non si sono sentiti applausi. «Però in quel momento ha prevalso il bene della squadra e non potevo non toglierlo. Non potevo togliere Siega e non potevo togliere Letizia che era appena entrato. Sapevo che l’avrei esposto ai fischi del pubblico e mi è dispiaciuto, ma dovevo pensare al bene della squadra». Ormai non gli perdonano più nulla. «E’ vero. Però ad altri che in questa partita non hanno fatto bene, ma non farò i nomi, viene perdonato tutto: a lui no». Cosa dire invece del ritorno al gol dell’attaccante Raffaele Nolè, dopo alcune prestazioni decisamente insufficienti? «C’eravamo parlati proprio martedì e gli avevo detto quello che mi aspettavo da lui. L’ho visto più pimpante rispetto alle ultime prestazioni. Spero che questo gol lo aiuti a ritrovare la sicurezza nei propri mezzi». Quando Danza imparerà anche la fase difensiva sarà un giocatore completo. Intanto in questa gara contro la Pro Patria gli diamo la palma di migliore in campo? «Quando deve aggredire non soffre mai, quando l’inerzia della gara è per i nostri avversari fa più fatica. Contro la Pro Patria ha fatto una grandissima partita, era la sua partita. Quando trova una squadra che ti lascia giocare lui ci va a nozze: ha tempi e giocate». Per chi farà il tifo tra Alessandria e Pordenone, il big match della giornata? «Farò senza dubbio il tifo per il Pordenone. E’ vero che vincendo potrebbe scappare, però l’Alessandria rimarrebbe lì a portata di mano. Vincendo l’Alessandria invece, la classifica si complicherebbe ulteriormente».

Ore 20.30 – (Gazzetta di Reggio) Un vittoria contro il fanalino di coda Pro Patria che non consente di farsi troppe illusioni. In due gare la Reggiana ha raccolto sei punti e dunque resta, virtualmente, in corsa per tentare di agganciare la zona playoff. Ma questa squadra non ha un attaccante che fa la differenza e per segnare una rete ha bisogno di svariate occasioni, quelle che gli altri difficilmente sbagliano. Quando arriveranno gli scontri diretti, a partire dal prossimo match con il Pordenone, con le formazioni che concedono molto poco, è difficile pensare che si possa fare risultato. Ieri Arma è stato bravo di testa in due occasioni a impegnare severamente il portiere, ma ne ha sbagliate altrettante, una al 33’ del primo tempo assolutamente clamorosa davanti al portiere, in perfetta solitudine. In precedenza, con l’estremo difensore avversario a terra, a porta sguarnita, aveva mandato il pallone sopra la traversa. Il problema è che ormai accade in ogni partita. L’altro problema è che, grazie al mercato invernale, è un ritornello monotono, ma è giusto non dimenticarlo, non c’è nessuno in grado di sostituirlo, magari per consentirge al marocchino di recuperare un po di serenità. Quando arriverà il futuro direttore sportivo dovrà partire da qui. Detto questo Arma si impegna tutte le partite, fa molto lavoro per la squadra ed è un professionista serio. Il pubblico non lo becca più di tanto, anche perché fino alla fine dell’anno è l’unico che si può schierare, visto che gli altri non hanno le caratteristiche della prima punta. La nota positiva è che Raffaele Nolè, arrivato con grandi aspettative a Reggio ma fino ad ora in ombra, è subentrato nella ripresa e ha segnato, andando poi ad esultare con grande veemenza. Un giocatore che potrebbe tornare molto utile nel finale di stagione. Sicuramente Nolè è dotato tecnicamente e se si sblocca potrebbe essere una mezza salvezza. La partita di ieri sera è iniziata con un minuto di silenzio per le studentesse morte in Spagna, in un incidente stradale, e per le vittime degli attentati di Bruxelles. All’andata c’era stato il minuto di silenzio per le stragi di Parigi. Ormai l’orrore e la follia terroristica sono elementi della nostra quotidianità e stanno perdendo il loro carattere eccezionale. A Busto Arsizio la Reggiana era riuscita nell’impresa di far fare il primo punto all’unica squadra ancora a quota zero in tutto il calcio professionistico europeo. Ieri sera ha corso il rischio di compiere un’altra impresa, cioè non vincere una sola volta con una formazione ormai retrocessa. Con la Pro Patria la Reggiana è partita bene ed è stata a tratti arrembante. Danza si è messo in mostra, smistando palloni e facendo anche qualche bel cross. Ma come detto le occasioni sono fioccate e non sono state finalizzate.Questa volta è andata bene. Difficile che possa andare così anche altre volte.

Ore 20.00 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 65, Bassano 52, Pordenone 50, Alessandria 49, FeralpiSalò 46, Pavia 45, Padova e Reggiana 44, Cremonese 40, SudTirol 39, Giana Erminio e Renate 32, Lumezzane 31, Cuneo 29, Pro Piacenza 28, Mantova 23, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 19.55 – Lega Pro girone A, fischio finale: Alessandria-Pordenone 1-0, Bassano-Pavia 1-4, Mantova-Cittadella 0-1.

Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Venezia in amichevole oggi a Rovigo con il Delta (stadio Gabrielli ore 15, ingresso gratuito), intanto il derby lascia in eredità due giornate di squalifica a mister Favarin e una ai capitani Soligo e Serafini. Dopo il 2-2 nella stracittadina col Mestre sono arrivati puntuali i provvedimenti del giudice sportivo nei confronti dei tesserati arancioneroverdi. Come previsto la quinta ammonizione stagionale costringerà in tribuna il centrocampista Soligo e il bomber Serafini alla ripresa della serie D, domenica 3 aprile al Penzo (ore 15) contro un Fontanafredda che a sua volta dovrà rinunciare al terzino destro Tacoli (tre turni) e che non avrà in panchina il tecnico Sonego (un turno). In casa lagunare c’era un po’ di apprensione in attesa di conoscere l’entità della sanzione nei confronti di Giancarlo Favarin, espulso nell’intervallo della sfida di Mogliano per il focoso faccia a faccia col viceallenatore mestrino Ivan Galante. Alla fine Favarin (che già contro Montebelluna e Liventina aveva lasciato il timone al suo secondo Giovanni Langella, dopo l’espulsione con la Luparense) è stato punito con due giornate (niente panchina quindi nemmeno il 10 aprile a Este) «per avere, durante l’intervallo tra il primo ed il secondo tempo, afferrato per il collo un dirigente della squadra avversaria al quale, nella circostanza, rivolgeva espressioni intimidatorie, allontanato». Il provvedimento però non è piaciuto per niente al ds Giorgio Perinetti: «Non faremo ricorso perché per assurdo rischieremmo un aggravamento della sanzione. Questa è la giustizia sportiva in Italia, due giornate al nostro allenatore per reazione, ma perché il signor Galante (sua l’accusa a Favarin di aver lasciato per strada l’ex arancioneroverde Scantamburlo, ndr) non paga per una provocazione plateale, maleducata e assolutamente fuori contesto dato il contenuto?». Il presidente Joe Tacopina, da ieri al lavoro in sede, venerdì (ore 18) inaugurerà il primo Venezia Store, in centro a Mestre all’angolo tra via Mestrina e Galleria Teatro Vecchio.

Ore 19.20 – Lega Pro girone A, fischio finale: Renate-SudTirol 0-0.

Ore 19.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Due giornate di squalifica per Giancarlo Favarin. Era attesa e, puntuale, la stangata è arrivata. Il confronto a muso duro tra il tecnico arancioneroverde e l’assistente del Mestre Ivan Galante è stato punito dal giudice sportivo con due giornate. Il Venezia protesta, ma non farà ricorso. «Protestiamo — commenta il ds Giorgio Perinetti — perché quella di Favarin è stata una reazione a una provocazione. Ma viene punito solo lui». I fatti: nel corso del primo tempo del derby tra Mestre e Venezia, dopo il gol arancionero, il vice Galante aveva rivolto a Favarin alcune frasi provocatorie. Ne era seguito uno scambio di battute a distanza tra le due panchine. E all’intervallo si è arrivati allo scontro. Per il giudice sportivo Favarin va punito «per avere afferrato per il collo un dirigente della squadra avversaria, al quale rivolgeva espressioni intimidatorie». «Però – protesta Perinetti – l’arbitro non ha visto i fatti, gli sono stati riferiti, dal momento che solo dopo, in spogliatoio, ha comunicato a Favarin l’allontanamento. Peccato che nessuno gli abbia riferito anche della provocazione di Galante». Favarin salterà la partita col Fontanafredda, in programma dopo la sosta di Pasqua al Penzo, e il big match della settimana dopo in trasferta a Este. E salteranno il prossimo turno Evans Soligo e Matteo Serafini, squalificati per raggiunta somma di ammonizioni. Intanto sono tornati a casa i due giovani calciatori portoghesi Francisco Pacheco e Alexandre Pimenta, bloccati martedì a Bruxelles per gli attentati: dovevano raggiungere Venezia per un provino con il club. Oggi amichevole a Rovigo (ore 15) con il Delta.

Ore 18.50 – Lega Pro girone A, fine primo tempo: Alessandria-Pordenone 0-0, Bassano-Pavia 0-1, Mantova-Cittadella 0-0.

Ore 18.40 – (La Nuova Venezia) Giancarlo Favarin salterà le partite con Fontafredda ed Este: il giudice sportivo ha, infatti, inflitto due giornate di squalifica al tecnico del Venezia, allontanato dall’arbitro durante l’intervallo del derby con il Mestre. La squalifica è arrivata, in base a quanto scritto nel referto, «per avere, durante l’intervallo tra il primo ed il secondo tempo, afferrato per il collo un dirigente della squadra avversaria al quale, nella circostanza, rivolgeva espressioni intimidatorie, allontanato». Il Venezia non presenterà ricorso: Favarin, allontanato anche a San Martino di Lupari, ha già saltato le partite con Montebelluna e Liventina. Come previsto, sono arrivate anche le squalifiche per un turno per i due capitani, Evans Soligo e Matteo Serafini, ammoniti nel derby e in diffida, quarto cartellino giallo per Maccan, secondo per Luciani. Amichevole. Oggi il Venezia giocherà un’amichevole a Rovigo (stadio “Francesco Gabrielli”, inizio ore 15) contro il Delta, squadra che occupa il settimo posto nel girone D (51 punti a due lunghezze dai playoff) dominato dal Parma, e che contese fino alla fine la promozione agli arancioneroverdi nel 2012 quando giocava a Porto Tolle. Nel Delta Rovigo militano gli ex arancioneroverdi Gianni Careri e, soprattutto, Davide Pradolin. Il Venezia ha anticipato al mattino anche l’allenamento di domani, poi scatterà lo stop fino a martedì pomeriggio. Ieri compleanno in campo per Marco Modolo e consegna dai compagni della maglia-ricordo con il numero 27. Tacopina. Ieri mattina è ritornato a Mestre il presidente Joe Tacopina, che rimarrà in Italia fino a sabato, quando farà ritorno a New York. Il numero uno arancioneroverde è atteso nuovamente il 10 aprile, alla vigilia della trasferta di Este. Portoghesi. Rinviato a dopo le festività pasquali il provino di Francisco Pacheco e Alexandro Pimenta, i due ragazzi portoghesi che erano in aeroporto a Zaventem al momento dell’attentato. Portati in albergo e assistiti dai collaboratori dell’ambasciata portoghese a Bruxelles, faranno ritorno a casa non appena i voli torneranno a decollare.«I ragazzi e i genitori ringraziano per l’interessamento e la solidarietà», ha spiegato Marco Oliveira, procuratore di Pacheco e Pimenta, «hanno sentito il Venezia molto presente e questo ha fatto loro tanto piacere. Aver ricevuto un messaggio da parte del presidente Tacopina, del diesse Perinetti e dal responsabile del settore giovanile Collauto li ha riempiti di gioia».

Ore 18.20 – Lega Pro girone A, fine primo tempo: Renate-SudTirol 0-0.

Ore 18.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) «E’ un grande onore poter essere qui, accostato ad una società così gloriosa come il Vicenza calcio». Sono state queste le prime parole ufficiali di Antonio Tesoro che occuperà la carica di direttore sportivo biancorosso, incarico che verrà automaticamente rinnovato in caso di permanenza in serie B del Vicenza. «Quella è la speranza di tutti — ha sottolineato Tesoro — se sono qui è perché credo nelle possibilità che il traguardo venga centrato, anche se è evidente che non sarà facile. In questi giorni ho visto una squadra con qualche difficoltà ma che non si può dare per morta. Ho assistito al primo allenamento oggi (ieri per chi legge, ndr ) e ho notato la volontà di reagire. Purtroppo però tempo ce n’è poco, spetta a Lerda e alla squadra centrare l’impresa». Sul nuovo allenatore del Vicenza, che Tesoro conosce bene per averlo avuto a Busto Arsizio e a Lecce, il giovane dirigente pugliese ha un’idea ben precisa. «Lerda possiede le conoscenze, le competenze e la personalità giusta per risollevare il Vicenza — ha spiegato Tesoro — la mia opinione è che Lerda abbia le caratteristiche per riuscire ad imprimere una grande scossa a livello emotivo, diventando il leader di questi gruppo. Adesso serve una svolta anche a livello caratteriale e sotto questo punto di vista con Lerda il Vicenza è davvero in ottime mani». Una salvezza che determinerebbe anche la permanenza di Tesoro in biancorosso anche per il prossimo campionato, perché nel caso contrario pare molto difficile che la cosa possa realizzarsi. «Ho firmato un contratto vincolato alla salvezza della squadra perché ad oggi credo che il futuro del Vicenza stesso possa essere vincolato alla permanenza in serie B — ha sottolineato Tesoro — al momento non posso sapere se in Lega Pro i soci attuali abbiamo un piano di sostenibilità economica per proseguire in questa impresa gravosa. Queste sono cose che in ogni caso non dovete chiedere a me, ma la mia posizione è questa». Una affermazione chiara, così come quando Antonio Tesoro ci tiene a precisare che la sua posizione non è legata a quella del padre Savino. «Su questa situazione vorrei non tornare più — precisa il nuovo ds del Vicenza — le posizioni di mio padre e la mia sono divise tra di loro. Se mio padre in futuro deciderà di entrare nella società berica, non sarà di certo perché io sono il ds di questo club. Mio padre è un grande appassionato di calcio, sabato era a Venezia e ha voluto assistere insieme a me alla partita al Menti, conosce Alfredo Pastorelli e magari un giorno potrà anche decidere di entrare. Ma come ho già detto — continua Tesoro — tenete scorporata la mia figura da quella di mio padre. Nella mia carriera ho lavorato come direttore sportivo da dipendente (al Como, ndr ), firmando un accordo al minimo federale perché ho deciso di fare questo mestiere, continuerò a seguire questa strada indipendentemente da quello che farà mio padre». L’ultima battuta, Tesoro la regala dopo un’affermazione di Stelvio Dalla Vecchia, uno dei soci di Vi. Fin. che ha detto di credere al 100 per cento alla salvezza. «Non posso non essere d’accordo — ha sorriso il ds — anche perché non vorrei essere esonerato il giorno della presentazione…».

Ore 17.30 – (La Provincia Pavese) All’esame di un Bassano in grande forma, oggi alle 18 il Pavia dovrà dimostrare, nel suo momento più difficile di questa stagione, di sapersi rialzare dopo i due ko consecutivi con Padova e Renate. Matematicamente non sarà l’ultima spiaggia per la rincorsa ai play off, ma psicologicamente potrebbe esserlo. «Abbiamo la possibilità, dopo pochi giorni, di rifarci dalla brutta sconfitta di domenica. Continuo a pensare che il Pavia non sia quello del primo tempo con il Renate – dice alla vigilia mister Stefano Rossini – Ma oltre alla reazione vista nel secondo tempo nell’ultima gara, oggi dobbiamo essere organizzati e ordinati per ottenere un risultato positivo. Bisogna prima di tutto avere lo spirito giusto perché ritengo che domenica scorsa sia stato un problema di testa». Solo 19 i giocatori partiti ieri pomeriggio per Bassano del Grappa: oltre al lungodegente Bellazzini, indisponibili ancora Pirrone (ne avrà ancora almeno per quindici giorni per un guaio muscolare) e Siniscalchi (problema al ginocchio), squalificato Carraro (due turni) e Muscat a Malta con la sua nazionale. Non ce l’ha fatta a recuperare dalla distorsione alla caviglia neppure Malomo e l’influenza ha messo ko Sforzini, a letto con la febbre da domenica sera. Formazione quindi da reinventare soprattutto a centrocampo dove la sua scelta sembrerebbe a quattro, in un 4-4-2. Per sostituire Muscat come centrale ballottaggio tra il ceko Kladrubsky e Cristini, mentre a fianco di uno dei due ci sarà Marchi. Sulle fasce a sinistra partirà De Silvestro, mentre a destra potrebbe esserci Grbac. Con il ritorno alla coppia d’attacco a due Ferretti-Cesarini, in difesa a far coppia con Dermaku è pronto l’esperto vicecapitano Dario Biasi, con Ghiringhelli e Grillo laterali davanti al portiere Facchin. Nel Bassano squalificato in attacco Momentè, rientra al suo posto l’ex di qualche stagione fa Pietribiasi. Per il resto il tecnico dei veneti, Stefano Sottili, ha a disposizione l’intera rosa di una squadra in serie positiva da 8 turni (sei vittorie e due pareggi).

Ore 17.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La corsa a ostacoli verso i playoff prosegue senza sosta. E trova un’altra tappa fondamentale questa sera alle 18 allo stadio Mercante, quando il Bassano si troverà di fronte il Pavia. Nella bufera di due esoneri e forti contraddizioni interne, una delle dirette concorrenti ai playoff in questo momento non fa paura e Stefano Sottili si avvicina all’appuntamento con tante certezze in più. Ma anche con qualche defezione di troppo, visto che Candido e Pietribiasi sono in forte dubbio e proveranno stamattina prima di alzare bandiera bianca e Momenté è stato fermato dal giudice sportivo per squalifica. «Ci mancherà qualche giocatore — conferma Sottili — vedremo se riusciremo a recuperare Pietribiasi e Candido, altrimenti per l’attacco l’unica scelta sarà Fabbro. In ogni caso, chi giocherà nel reparto offensivo dovrà mettere in campo tutto il carattere necessario. Dovremo cercare di vincere la partita con le nostre armi e con la forza del gruppo e, se necessario, anche con qualche colpo individuale». Il Pavia ha vissuto turbolenze che hanno scosso la squadra, in particolare in occasione del recente allontanamento di Fabio Brini e del responsabile dell’area tecnica Antonino Imborgia. La squadra ha accusato il colpo e il ko interno col Renate è sembrato una conferma tangibile che, senza una strategia chiara dietro le quinte, il ko è sempre dietro l’angolo. «Ma loro hanno qualità importantissime — ricorda Sottili — Cesarini su tutti, ma anche Sforzini e Ferretti sono due pezzi da novanta. Contro simili individualità, lo ripeto, c’è bisogno prima di tutto di una grande prestazione collettiva da parte nostra. Dobbiamo essere in grado di leggere la partita anche quando sarà in corso e a seconda dei momenti che vivrà. Sarà necessario essere lucidi e bravi nelle letture individuali». Sottili non dà molte indicazioni sulla formazione. «Proveremo ancora nella rifinitura alcune situazioni di gioco. Laurenti mi è piaciuto molto a Mantova, Fabbro stia sereno e faccia ciò che sa fare: risultati e gol arriveranno».

Ore 16.55 – Lega Pro girone A, fischio finale: Lumezzane-FeralpiSalò 1-1, Pro Piacenza-Cuneo 1-1.

Ore 16.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.10 – Qui Guizza: partitella finale.

Ore 15.50 – Lega Pro girone A, fine primo tempo: Lumezzane-FeralpiSalò 1-0, Pro Piacenza-Cuneo 0-1.Ore 15.40 – Qui Guizza: lavoro col pallone per le riserve.

Ore 15.20 – Qui Guizza: lavoro differenziato per i titolari di ieri e le riserve. Assenti Diniz e Favalli oltre a Dionisi.

Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento post-Cremonese.

Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Alessandria alla prova Pordenone senza lo spauracchio Mezavilla. Il centrocampista italo-brasiliano contro la Pro Patria, nell’ultimo turno di campionato, ha rimediato la frattura del setto nasale. È molto difficile, se non impossibile, immaginare un recupero-lampo per la gara di oggi alle 18. Mezavilla è una “vecchia” conoscenza dei ramarri: nell’annata 2014-15 si rese responsabile di un gesto antisportivo al Bottecchia. Sempre a Pordenone, ma all’andata di questa stagione, fu proprio lui a siglare il gol del pareggio per i grigi. Ma le incognite di Angelo Gregucci non si limitano alla rinuncia all’esperto gladiatore della fascia mediana. L’ex mister di Atalanta, Vicenza, Sassuolo e Salernitana si prepara ad affrontare il Pordenone in una situazione d’emergenza, che coinvolge pure la disponibilità di Bocalon e Terigi. Non solo: il veterano Antimo Iunco, già attaccante di Hellas Verona, Chievo, Torino e Spezia, ha ripreso a lavorare dopo un intervento di chirurgia vascolare, ma non è certo al top. Infine ecco le parole di Simone Iocolano, altra punta, ex bassanese: «Abbiamo una grossa occasione contro il Pordenone. Per il nostro percorso sarà fondamentale non sprecarla, allo scopo di far tornare l’entusiasmo». Ma lui come si trova in Piemonte? «Non è stato facile entrare subito nei meccanismi di una nuova squadra – puntualizza -. Forse utilizzato in maniera diversa sarei più imprevedibile: non avevo mai giocato in un 4-3-3 interpretato in questo modo».

Ore 14.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Quella con il Pordenone sarà la partita determinante per noi». Riccardo Bocalon è il veneziano dell’Alessandria ed è lui a preparare la vigilia del big match. Ha appena compiuto 27 anni, ormai è maturo dopo i trascorsi con le giovanili del Treviso e la Primavera dell’Inter. A Portogruaro aveva lasciato il segno, come protagonista della promozione in B, segnando il gol decisivo nella vittoria di Verona, all’ultima giornata. Nelle ultime tre stagioni sta tenendo una media-gol da vero bomber: 23 a Venezia in 40 partite (di cui 7 da gennaio a maggio 2013, comprensivi di promozione), 16 a Prato con 35 gare, finora 12 per l’Alessandria nelle 21 sfide giocate in questo campionato. – Come giudica i ramarri?
«Noi veniamo da una bella vittoria, non certo facile con la Pro Patria – fa il punto -. Il Pordenone è una bella squadra, con giocatori di alto livello. Hanno pensato a salvarsi a inizio anno, ma gli obiettivi ovviamente sono cambiati. È giusto che continuino a inseguire il loro sogno, senza nascondersi, perché la rosa è notevole. Hanno un bel mix». – Non si sa ancora se giocherà, visto che ha problemi di cervicalgia. Nel caso rivederà tanti ex compagni… «Vero: ho giocato con Pasa e De Agostini a Prato, con Martin al Sudtirol e a Treviso, con Filippini a Cremona. A Pordenone hanno nel gruppo la loro forza, che ha prevalso contro squadre sulla carta più forti». – Lei è fra i protagonisti dello storico percorso in Coppa Italia, autore dei gol decisivi contro Genoa e Spezia, dalla rosea Gazzetta battezzato come “uomo della storia”. Quella però è ormai una storia finita. Il campionato, invece, è ancora da decidere? «Intanto, con il sogno della Coppa abbiamo scritto una pagina di storia positiva per l’intera LegaPro. Una categoria spesso sottovalutata, che presenta buoni giocatori e bel gioco. In campionato adesso il primo posto pare sfumato, perché il Cittadella è la Juventus del nostro girone. Noi dobbiamo entrare nei playoff: non nascondiamo che quello era fin dall’inizio l’obiettivo minimo. È dura, perché il nostro girone è una B ridimensionata». – Alla fine si confermeranno le posizioni attuali? «Spero ci sia l’Alessandria nei playoff, altrimenti sarebbe una stagione non positiva. È ancora lunga e può succedere di tutto, con altre 5 squadre che si possono inserire».

Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Tyche, dea della fortuna con la palla in mano, sembra aver preso in simpatia il ramarro. Questo pomeriggio alle 18 l’Alessandria, che attende il Pordenone al Moccagatta per il turno infrasettimanale prima della pausa pasquale, potrebbe essere priva di quattro titolarissimi. Sono il bomber Bocalon (13 centri), afflitto da cervicalgia; capitan Morero (squalificato); il centrocampista Mezavilla (naso fratturato nello scorso turno a Busto Arsizio con la Pro Patria) e il difensore Terigi (pubalgia). Così almeno comunica il sito ufficiale dei padroni di casa. Verità o pretattica? Per Bruno Tedino non fa differenza. Non vuole vendere la pelle dell’orso grigio prima di averlo abbattuto. «Nella rosa piemontese – afferma il tecnico – ci sono due giocatori per ruolo di uguale spessore». VERA SFIDANTE – Tedino, maestro nell’esaltare i valori dell’avversario di turno per tenere alta la concentrazione dei suoi, giudica questa volta l’Alessandria «vera antagonista del Cittadella nella cora per la B». In realtà i grigi hanno 16 punti in meno della capolista. «Non oggi, ovviamente – precisa il mister -, ma a inizio campionato. L’organico di Gregucci è l’unico a poter seriamente competere con quello del Cittadella. I grigi hanno incontrato qualche problema per strada. Ora per loro l’accesso ai playoff è un obbligo. Sul loro cammino però troveranno ostacoli importanti. Noi – sottolinea – siamo uno di questi». QUESTIONE DI COSCIENZA – In realtà Bassano (52 punti) e Pordenone (50) a 7 giornate dal termine sembrano avere margini di sicurezza sufficienti per guardarsi dalle voglie della stessa Alessandria (46) e della FeralpiSalò (45). «Io non voglio parlare di playoff – risponde Tedino -. In palio ci sono ancora 21 punti e tutto può succedere. I miei ragazzi devono solo pensare di dare il massimo. Comunque vada, alla fine dovremo avere tutti la coscienza a posto, convinti di aver dato tutto ciò che era nelle nostre possibilità». Certo, fare risultato al Moccagatta significherebbe per lo meno prenotare il ticket per l’overseason. «Vero – concede Bruno -. Noi scenderemo in campo per fare risultato attraverso una prestazione importante. Lo richiedono il nostro ruolo in classifica e soprattutto i nostri supporter, che sabato sono stati letteralmente fantastici». SENZA ALEX – Come non vuole sentir parlare degli assenti tra i piemontesi, così l’allenatore dei ramarri non accentua l’importanza di quella di Pederzoli, squalificato. «Il gruppo – rafforza il concetto – resta più importante dei singoli». Comunque sia, a centrocampo giocheranno Buratto, Pasa e Mandorlini. Davanti a Tomei confermata la difesa di sabato: Boniotti, Stefani, Ingegneri e Martin. In attacco dovrebbero giostrare Cattaneo (trequartista), Filippini e Strizzolo, pronti ad alternarsi da prima punta. Arbitrerà Marinelli di Tivoli. In gara uno al Bottecchia finì 1-1 con reti di Mezavilla e De Cenco. TRASFERTA MEDIATICA – I ramarri riceveranno dalla tribuna la “spinta” di un nutrito gruppo di tifosi. Come sempre, per coloro che non potessero seguire Stefani e compagni al Moccagatta, la società metterà a disposizione il megaschermo del De Marchi, che proporrà le immagini di sportube.tv. Ormai l’atmosfera che si respira durante le trasferte del Pordenone nella sala convegni del Centro sportivo è un buon surrogato della realtà.

Ore 13.40 – (Messaggero Veneto) Il Pordenone è terzo con 50 punti, l’Alessandria quarta con 46 punti: «Se usciamo dal Moccagatta con un risultato positivo, facciamo un bel passo in avanti in chiave playoff». Forse non esistono parole migliori di quelle di Bruno Tedino, tecnico neroverde, per presentare la sfida odierna tra neroverdi e grigi, valida per l’undicesima di ritorno di Lega Pro: Stefani e soci, in Piemonte, hanno la possibilità di tenere a bada una rivale e rafforzare la propria candidatura alla post-season, per la quale secondo Tedino mancano 9-10 punti. Insomma, Alessandria, oggi, è uno snodo cruciale nella stagione del Pordenone, torneo che il tecnico neroverde vuole concludere avverando «il sogno. Stiamo lavorando duro perché non vogliamo avere rimorsi, a fine anno: è un’occasione unica. Non sarà facile andare sempre a mille all’ora come stiamo facendo, ma adesso non bisogna mollare e andremo in Piemonte per fare un grande match». L’ultima e unica vittoria del Pordenone al Moccagatta risale al 17 novembre 2002: 2-1, con il tecnico Adriano Fedele rimasto negli spogliatoi alla fine del primo tempo, furibondo con la squadra che stava perdendo 1-0. Baiana e soci rimontarono e batterono i grigi, poi retrocessi al termine del torneo. Altri tempi. Oggi la società di De Masi è una corazzata, dal punto di vista economico e tecnico, anche se paga la grande rincorsa in Tim cup, dove è arrivata sino alla semifinale col Milan. «Rimane la vera antagonista del Cittadella, a livello d’organico – assicura Tedino –. So che ha qualche assenza, ma ha una rosa di 23-24 giocatori strepitosa per la categoria: noi non dobbiamo fare calcoli e cercare di giocare una partita perfetta». I grigi non avranno Morero e Mezavilla, quest’ultimo autore degli ultimi due gol ai ramarri. Bocalon è in dubbio, ma dovrebbe farcela. Gregucci sistemerà i suoi col suo solito 4-3-3, modulo la cui interpretazione secondo Tedino è «spettacolare, armonica»: per contrastarlo, lo stratega del Pordenone opporrà un 4-3-1-2, tornerà così al “rombo” dopo due gare col tridente in linea e sistemerà Cattaneo dietro al rientrante Filippini e a Strizzolo. In mezzo al campo, in cabina di regia, al posto di Pederzoli giocherà Pasa, fiancheggiato da Mandorlini e Buratto. Confermato l’impianto difensivo di sabato scorso, con l’unico dubbio legato a Boniotti, fresco 21enne (ha compiuto gli anni ieri): se il bresciano non ce la fa, se non recupera da una piccola contrattura, è pronto Cosner. Se il Pordenone supererà l’esame, oltre a passare una Pasqua serena, poi avrà due set-point con Reggiana (prevendita già attiva) e FeralpiSalò (in programma sabato 9 aprile alle 17.30): manca poco al sogno, ancora poche, per quanto impegnative, curve. Basta non sbandare.

Ore 13.20 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova torna in campo al Martelli, quattro giorni dopo il ko subìto ad opera del Bassano, con l’obiettivo di provare a frenare la corsa del Cittadella capolista, reduce da ben dieci vittorie consecutive. Impresa obiettivamente non facile, visto che «la classifica – ammette mister Luca Prina – dice che i nostri avversari sono di un’altra categoria». Ma nel clan biancorosso nessuno vuol darsi per battuto in partenza, soprattutto il nuovo allenatore: «Ci voleva un mezzo pazzo per prendersi questa squadra – dice Prina in conferenza stampa -, ma io l’ho fatto con convinzione. I ragazzi mi seguono, stanno recependo ciò che voglio, psicologicamente stiamo facendo dei passi avanti. Siamo soltanto all’inizio di un percorso che deve portarci a salvarci all’ultimo minuto dei playout. Se poi dovessimo riuscirci prima, tanto meglio». Tornando al match odierno, dopo due giorni di allenamenti a porte chiuse, Prina ovviamente non rivela modulo e formazione che intende opporre al Cittadella: «In questo momento dobbiamo attaccarci a tutto, anche alla pretattica». È praticamente scontato, dunque, che il Mantova cambierà modulo e qualche uomo in formazione. Considerando le caratteristiche del Cittadella (che gioca con il 4-3-1-2) e la necessità di arginare le sue fonti di gioco, nonché i suoi terminali offensivi, è probabile che Prina stia scegliendo fra un paio di soluzioni. Schierarsi “a specchio” con il 4-3-1-2 (modulo fra l’altro con il quale il tecnico ha costruito le sue fortune all’Entella), dirottando Gonzi a uomo sul regista Iori e Raggio Garibaldi sul trequartista Chiaretti. Oppure varare un 3-5-2 o 3-4-1-2, con gli stessi obiettivi ma anche con un centrale difensivo in più che assicuri superiorità numerica contro il tandem d’attacco Litteri-Jallow. In realtà Prina fra le certezze indicate al suo arrivo in biancorosso aveva detto «non toccherò la linea difensiva a 4», ma nel calcio le idee si possono anche cambiare alla svelta, se il campo dà indicazioni diverse a ciò che ci si aspettava. Nel caso di un 3-5-2 o 3-4-1-2, comunque, ci potrebbe essere l’inserimento di Scrosta in difesa. Tornando alle parole del mister, Prina alla vigilia della sfida alla capolista continua a battere sul tasto motivazionale: «Al di là dei numeri che piacciono tanto a voi giornalisti (peccato che poi siano gli allenatori a farci delle tesi a Coverciano, ndr), la cosa importante è che dobbiamo avere più fame di punti del Cittadella. Dobbiamo mettere in campo rabbia e foga agonistica dal primo all’ultimo minuto, ripartendo dalla prima ora giocata contro il Bassano, a mio avviso in modo eccellente. Se poi perderemo perché qualitativamente i nostri avversari si dimnostreranno superiori, pazienza». Fuori causa restano Masiello, Beretta e Ungaro. Perpetuini e Falou saranno in panchina ma non al 100%, il primo reduce da una colica e il secondo per problemi a una spalla.

Ore 13.00 – (Gazzettino) L’inno coniato dai giocatori granata – subito diventato un tormentone nel web – è l’unica concessione di un gruppo che si sta giocando la promozione in serie B senza particolari esaltazioni, a dispetto dei 10 punti di vantaggio sul Bassano, prima delle inseguitrici, a sette giornate dal termine. Evidentemente il Venturato-pensiero si è ben radicato all’interno del gruppo: il tecnico del Cittadella sta infatti ripetendo dall’inizio dell’anno che «bisogna pensare a una partita per volta, come fosse una finale». E la prossima finale si chiama Mantova, ostacolo ampiamente alla portata di una squadra che viaggia con la forza dirompente di un tornado: i granata sono infatti reduci da dieci vittorie consecutive e hanno 39 lunghezze di vantaggio in classifica sugli avversari, più che mai bisognosi di punti per non perdere di vista la zona salvezza. Roberto Venturato sta in allerta: «È una partita molto delicata, per noi come per loro. Per il Cittadella rappresenta una delle finali ancora da disputare, ha un valore rilevante per raggiungere i nostri obiettivi. Dall’altra parte ci sarà una squadra che ha grande fame di risultato e di punti, perciò mi immagino una sfida difficile». Il Mantova è reduce dalla sconfitta interna con il Bassano: che idea si è fatto guardando la partita del “Martelli”? «Innanzitutto che il Bassano è una formazione forte, e lo ha confermato per l’ennesima volta. Poi ho visto un Mantova che sa giocare e tenere bene il campo, specie in casa dove riesce a esprimere il meglio di sè. Magari potrà faticare in determinati frangenti, ma è un avversario da non sottovalutare, che può contare su una buona rosa». L’allenatore si sofferma poi sul suo Cittadella: «Sappiamo cosa dobbiamo fare e come interpretare la partita per evitare sorprese. Cercheremo di sfruttare le nostre qualità, cercando nello stesso tempo di limitare il più possibile quelle degli altri. Ci vuole grande rispetto per tutti, lo dico sempre». Il Mantova ha recentemente cambiato tecnico, affidando la conduzione della squadra a Luca Prina, ex Virtus Entella. «In pochi giorni non si può cambiare modo di stare in campo. A livello di attenzione e di partecipazione dei giocatori però l’avvento di un nuovo allenatore porta a dare qualcosa in più. Per il Mantova sarà la seconda partita in casa, darà il massimo». Quanto alla formazione, Venturato annuncia: «Anche domenica ho cercato di far rifiatare qualcuno, farò una riflessione attenta al momento di decidere chi mandare in campo». Tra i convocati non c’è ancora Paolucci: «Sta bene, si sta allenando con il gruppo, sarà sicuramente a disposizione per la partita d’andata della finale di Coppa Italia». Tre dovrebbero essere le novità rispetto all’ultimo turno: Salvi in difesa, Schenetti in mediana e Jallow al rientro in attacco.

Ore 12.40 – (Gazzettino) Un avversario alla ricerca disperata di punti per provare a raggiungere la salvezza diretta, ora lontana sei punti, e fresca di un nuovo cambio in panchina. Dopo Riccardo Maspero e Ivan Javorcic, alla guida del Mantova c’è infatti Luca Prina che ha esordito domenica con la sconfitta casalinga con il Bassano. Rispetto al suo predecessore i primi cambi tattici hanno portato al modulo 4-3-3, con Marchi (stagione da tempo finita per Ruopolo) punta centrale, affiancato da Gonzi e Caridi. Rispetto a domenica probabili un paio di cambi con il rientro in difesa a destra di Scalise al posto di Lo Bue e l’inserimento in mediana di Zammarini a scapito di Perpetuini. In questo caso Raggio Garibaldi giocherebbe più accentrato.

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Cittadella faber fortunae suae. Proprio così: il Citta, che stasera a Mantova proverà ad allungare a 11 la sua striscia di vittorie consecutive, è artefice del proprio destino. Lo è perché, con 10 punti di vantaggio sul Bassano, il quale in contemporanea sarà impegnato in casa con il Pavia, e 12 sul Pordenone, di scena ad Alessandria, soltanto Iori e compagni possono sul serio perdere questo campionato. Ma lo è in tutti i sensi. Se, ad esempio, si fa notare a Roberto Venturato che la capolista, contro il Lumezzane, è stata anche baciata dalla buona sorte, con quel rigore sparacchiato sopra la traversa da Sarao a tempo scaduto, la replica che arriva dal tecnico è questa: «La fortuna? Devi anche sapertela cercare. La partita di domenica l’abbiamo vinta perché lo meritavamo e perché abbiamo creato le condizioni per riuscirci. Per fare risultato è importante lavorare molto, con attenzione e caparbietà, provando sempre a spingersi un po’ più in là, alzando l’asticella. Ed è quello che abbiamo fatto e che proveremo a fare anche adesso». Mini turnover. Il gruppo granata è partito in pullman ieri pomeriggio dal Tombolato. Per questa trasferta l’allenatore ha convocato 20 giocatori, lasciando a casa Donazzan e Paolucci, ancora alla ricerca della migliore condizione dopo i rispettivi problemi fisici. «Con il Lumezzane abbiamo cercato di far rifiatare qualcuno, proprio tenendo conto di questo impegno ravvicinato», puntualizza Venturato. La frase, in buona sostanza, sta a significare che, rispetto alla gara di quattro giorni fa, cambieranno al massimo tre elementi: Salvi si riapproprierà della fascia destra, Schenetti tornerà a dar manforte in mediana a Iori e Loraq (nella foto a destra, il suo gol al Lumezzane domenica scorsa) e Jallow andrà a ricomporre con Chiaretti e Litteri il trio delle meraviglie in attacco. Attenti a quei tre. E il Mantova? A 7 lunghezze dalla zona salvezza, reduce da tre sconfitte e un pari nelle ultime quattro gare e fresco del cambio in panchina, con Luca Prina che ha esordito domenica scorsa in occasione del k.o. interno (0-2) con il Bassano, ha più che mai bisogno di punti. «Prina ha avuto pochi giorni a disposizione e non poteva stravolgere il volto della squadra», rileva il mister della capolista. «Sicuramente, però, il cambio di allenatore è servito a dare una scossa e a stimolare l’attenzione dei giocatori. Teniamo presente che domenica il suo Mantova ha affrontato una grande avversaria, contro cui si può perdere. E, in ogni caso, ho visto una formazione che sa stare in campo, magari fatica in alcune situazioni ma cerca sempre di giocare e ha qualità. Noi dovremo sfruttare le nostre, cercando di limitare in particolare i suoi elementi più pericolosi, a partire da Caridi e Gonzi, senza contare Marchi, attaccante che sa supportare i compagni e dare profondità alla manovra. È la seconda partita consecutiva che il Mantova affronta al “Martelli” e sicuramente vorrà ben figurare. Per questo ribadisco che serviranno rispetto e attenzione».

Ore 12.00 – (Corriere del Veneto) La strada è in discesa, quasi come se ci si potesse mettere alla guida inserendo il pilota automatico. Ormai, del resto, immaginare che il Cittadella possa perdere il primo posto è impossibile, considerate le condizioni tecniche, fisiche e psicologiche di un gruppo che sembra più forte di ogni avversità. Oggi a Mantova (ore 18) la capolista del girone A cerca altri punti pesanti e per concludere la missione si affiderà a un mini turn-over. Rispetto alla formazione scesa in campo domenica con il Lumezzane potrebbero esserci tre cambi: Salvi per Benedetti, Schenetti per Zaccagni e Jallow per Bizzotto. Ma non sono da escludere, in perfetto stile Venturato, altre sorprese. «Paolucci sta bene — spiega l’allenatore granata — ma non sarà convocato, ha ancora bisogno di qualche giorno di lavoro. Giochiamo a quattro giorni di distanza, farò una riflessione molto attenta nelle ultime ore se cambiare e quanto cambiare. Ci aspetta un’altra di quelle finali che ci aspetta in quest’ultimo periodo. Troveremo di fronte una squadra con grande fame di punti, bisogna scegliere i giocatori giusti, pensando anche a chi subentrare». In arrivo c’è lo scontro diretto col Bassano. «Ho visto Mantova-Bassano e sappiamo bene la forza del Bassano — ammonisce Venturato — ma non bisogna sottovalutare il Mantova, che in casa dà il meglio di sé». Si entra poi nel dettaglio: «Il Mantova in casa cerca di giocare, dobbiamo mettere in campo le nostre qualità e cercare di superarli grazie al nostro tasso tecnico. Marchi e le due mezzali sono le loro armi migliori, ci vuole grande rispetto e grande attenzione, anche perché da ora in avanti affrontare chi sta dietro sarà più difficile di quanto non era tempo fa. Prina? Non penso che in pochi giorni si possa stravolgere tutto ma quando c’è un cambio di allenatore di solito c’è una svolta. Penso ci sia stata anche col Bassano, al di là del risultato. Per loro è la seconda partita in casa, non potranno sbagliare». Un pensiero finale alla dea bendata, che sinora ha dimostrato di apprezzare particolarmente il Citta, con l’ultima conferma domenica, quando il Lumezzane ha fallito un rigore in pieno recupero: «Con il Lumezzane abbiamo meritato il successo — chiude Venturato — la fortuna te la vai anche a cercare, quando lavori molto talvolta ti viene anche incontro».

Ore 11.40 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Favaro 7; Diniz 6, Sbraga 6.5, Fabiano 6, Favalli 6.5; Ilari 6, Baldassin 6.5 (Bucolo sv), De Risio 6, Finocchio 5.5 (Mazzocco 5.5); Altinier 6 (Sparacello sv), Neto Pereira 6.5.

Ore 11.30 – (Gazzettino) L’assist di Neto a Finocchio viene sventato in extremis da un difensore, la sfera finisce sui piedi di Baldassin che bagna il suo debutto da titolare con una rasoiata a pelo d’erba che bacia il palo e finisce in rete. I grigiorossi continuano a sbandare pericolosamente, smarriti in un 3-5-2 dove regna la confusione. A prendersi sulle spalle la Cremonese è però il bomber Brighenti che spezza il dominio biancoscudato, salta Sbraga in velocità, punta l’area e infila Favaro con un destro radente. Gli ospiti prendono coraggio e la partita diventa più equilibrata. Meno lucido il Padova, che perde un po’ di compattezza tra i reparti e lascia qualche spazio di troppo agli avversari. Sansovini ne approfitta e sfiora il 2-2. Pillon prova a correre ai ripari inserendo in avvio di ripresa Mazzocco per Finocchio. Evidente il suo proposito di rafforzare gli ormeggi a centrocampo dove i grigiorossi avevano spadroneggiato nel finale di primo tempo. Ora i moduli sono pressochè speculari. Il Padova fatica però ancora a ritrovarsi ed è salvato da Favaro, bravissimo a chiudere lo specchio della porta a Bianchi. Poi è Diniz a sbrogliare una situazione intricata. I biancoscudati sono troppo bassi (Ilari fa quasi il terzino) e faticano a riproporsi in avanti. A ridare un po’ di slancio alla truppa di casa ci pensa capitan Neto Pereira che per due volte mette i brividi a Ravaglia. Nell’ultimo quarto d’ora si rivede Bucolo, che prende il posto di Baldassin (crampi) e si piazza davanti alla difesa. Subito arriva la contromossa di Rossitto che inserisce Maiorino (fuori Russo) e passa al tridente d’attacco. Pillon torna al 4-4-2, ma il Padova finisce in apnea di fronte agli ultimi disperati assalti della Cremonese. I grigiorossi non trovano però il guizzo vincente e l’Euganeo può salutare con un grande sospiro di sollievo la fine delle ostilità.

Ore 11.20 – (Gazzettino) Il Padova rilancia le proprie ambizioni in chiave play off ed elimina dalla corsa una rivale pericolosa come la Cremonese. I biancoscudati hanno costruito la loro vittoria nella prima mezz’ora, aggredendo gli avversari su tutti i palloni e trovando per due volte la strada del gol. Poi hanno pagato a caro prezzo un’amnesia difensiva e da quel momento sono andati in sofferenza. Gli ospiti hanno così cercato fino all’ultimo di acciuffare il pareggio, ma i loro sforzi si sono rivelati vani grazie anche a una super parata di Favaro. E dentro l’uovo di Pasqua la truppa di Pillon ha raccolto i tre punti. Bastano sei minuti al Padova per sbloccare il risultato. Tutto nasce da una punizione provocata da Finocchio sulla trequarti di sinistra. La battuta di Favalli è respinta di testa da Marconi, sulla palla si avventa Sbraga che con una spettacolare rovesciata sorprende il portiere Ravaglia. Bellissimo il gesto tecnico del difensore, che manda subito all’aria i piani di Rossitto che aveva preparato una partita fatta di difesa e contropiede. I grigiorossi accusano il colpo, al contrario i biancoscudati alzano il pressing, attaccano a ripetizione sulle corsie esterne e in un paio di occasioni mettono di nuovo alle corde la retroguardia avversaria. Il primo squillo della Cremonese arriva al 22’: l’inserimento centrale di Bianchi non coglie però impreparato Favaro. Ma è solo un lampo. Il Padova riprende subito il controllo delle operazioni e da un’altra palla rubata si sviluppa l’azione che porta al raddoppio.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Sulla rincorsa ai play off: «Non dobbiamo guardare alle altre squadre, ma solo a noi stessi. Adesso dobbiamo andare a Cuneo per vincere, non abbiamo altre possibilità. Anche perché mancano sei partite e non puoi permetterti di sbagliare niente». Ecco il presidente Giuseppe Bergamin: «Contava portare a casa i tre punti, ma sapevo che dopo il 2-1 nella ripresa potevamo andare in difficoltà e c’è stato un po’ di patema d’animo». Cosa le è piaciuto di più? «L’atteggiamento con il quale abbiamo iniziato la gara, poi appunto il loro gol ha intralciato il nostro cammino. Sono contento anche per Baldassin, ha dimostrato di avere buone qualità». Un flash del vice presidente Edoardo Bonetto sui play off: «Se giochiamo come nella prima mezz’ora o come abbiamo fatto in altre partite, possiamo stare al passo delle prime. È giusto crederci». È il turno dei due autori dei gol. Sbraga: «Ci tenevamo a portare a casa i tre punti. Abbiamo sofferto, ma lo sapevamo perché la Cremonese è una buona squadra». Un flash di Baldassin: «Sono molto soddisfatto per il mio gol che è servito alla vittoria, segnare davanti a tanti tifosi è un’emozione unica. La dedica? A miei genitori e a mio fratello che mi sono venuti a vedere, e a tutte le persone che mi stanno vicino dandomi la forza per continuare giorno dopo giorno».

Ore 11.00 – (Gazzettino) «Era troppo importante vincere, e non bisogna vergognarsi se usiamo tutti i mezzi». Il riferimento di Bepi Pillon è al cambio di modulo nella ripresa per arginare la Cremonese che dopo aver accorciato le distanze ha fatto correre qualche brivido ai biancoscudati. «Ho tolto Finocchio all’intervallo perché mi serviva un centrocampista in più nella ripresa. Dopo aver fatto 35 minuti di alto livello nel primo tempo, abbiamo sfiorato il 3-0 e subito dopo abbiamo preso il 2-1: da quel momento la partita è diventata più difficile perché le loro mezzali e Sansovini si buttavano tra le linee, e se tenevamo quell’atteggiamento rischiavamo di prendere il pareggio. Ho deciso di cambiare anche a discapito del gioco, ma l’obiettivo era portare a casa il risultato e non nego che tutti abbiamo pensato solo a quello».Se l’è vista brutta? «Diciamo che l’ho vista molto bene a Pordenone dove abbiamo giocato al meglio e abbiamo perso la partita». Anche con la Cremonese qualche sbavatura individuale. «A volte facciamo delle cose e non trovo una spiegazione. Forse dipende dall’ansia da risultato, ma fa parte del gioco. Speriamo di non commetterne più nella prossima partita». Occasione nella quale mancheranno Diniz e De Risio che sono stati ammoniti ed erano in diffida. «Già, dovrò preparare la partita senza di loro. Tra l’altro hanno preso due ammonizioni che non ho capito».

Ore 10.40 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Volpe): Favaro 7; Diniz 6.5, Sbraga 6.5, Fabiano 6.5, Favalli 6.5; Ilari 6, Baldassin 7 (Bucolo sv), De Risio 6.5, Finocchio 6 (Mazzocco 5); Altinier 6.5 (Sparacello sv), Neto Pereira 6.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Il trascinatore è Bianchi, cui viene concessa troppa libertà, e che diventa un vero e proprio pericolo pubblico quando s’inserisce negli spazi. Il risultato pratico della controffensiva grigiorossa è che Brighenti riporta in quota i suoi, sfruttando un’incertezza di Sbraga sulla trequarti, infilandosi in un’autostrada e scoccando un tiro preciso da fuori area a fil di palo, sulla destra del portiere (35’). Il Padova accusa il colpo e sbanda. Morale: Sansovini, su imbeccata del solito Bianchi, calcia di sinistro non molto lontano dal bersaglio (44’). Favaro provvidenziale. Pillon cambia ad inizio ripresa: dentro Mazzocco e fuori Finocchio, i biancoscudati si schierano a 3 dietro e 5 in mezzo, specularmente all’avversario. Una mossa che, tuttavia, non darà significativi riscontri, anche perché il giovane bellunese non “entra” in partita. Il tecnico deve dire “grazie” al suo giovane portiere, che all’8’ si oppone con il corpo a un tiro ravvicinato di Bianchi e blocca poi in due tempi. Ravaglia gli risponde con un gran balzo, ad evitare il 3-1 su sinistro di Neto deviato da Scarsella (18’). Poi non succede più nulla, nonostante Rossitto genti nella mischia prima Pacilli e poi Maiorino e la sua squadra vada all’assalto in modo un po’ confuso. Bucolo in campo dopo 2 mesi. Alla fine, oltre al successo, la nota lieta è il ritorno in campionato di Rosario Bucolo, 60 giorni dopo l’ultima apparizione a Piacenza (23 gennaio scorso) e il famoso litigio con l’allenatore, costato il mancato inserimento nella lista dei giocatori disponibili dopo il “mercato” invernale. L’arbitro? Lasciamo perdere, altrimenti non si finisce più. Auguri a tutti.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Il gol che sblocca il risultato ne è la riprova: punizione di Favalli (l’ex) da sinistra, pallone respinto di testa da Marconi e Sbraga, in proiezione offensiva, si esibisce in una spettacolare rovesciata che sorprende Ravaglia, battuto nell’angolo alla sua destra (6’). È una partita che si mette in discesa per i biancoscudati, i quali giocano bene, affondano a più riprese e mettono in ambasce la difesa avversaria. L’unica replica concreta dei lombardi è un affondo di Bianchi, su cui esce a valanga Favaro, rintuzzando il pericolo (22’). Il Padova ci crede e giunge al raddoppio a conclusione di una splendida azione: Marconi perde palla a centrocampo, veloce ripartenza di Neto, la sfera passa dal brasiliano ad Ilari e da quest’ultimo di tacco ad Altinier, che appoggia indietro a Baldassin: la botta del centrocampista è “chirurgica”, diagonale che picchia sul palo interno e da lì in fondo alla rete (24’). Mai segnato due gol in così poco tempo quest’anno, solo a Mantova, con la doppietta di Finocchio (18’ e 37’), si era vissuta una situazione simile. Brighenti riapre la partita. Tutto finito, dunque, prima della mezz’ora? Non sarebbe da Padova, a cui evidentemente piace far soffrire i propri tifosi. Accade che, inspiegabilmente, il ritmo (buonissimo) tenuto sin qui da tutti scema nel giro di pochi minuti, e la Cremonese ne approfitta per prendere la supremazia a centrocampo.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Vittoria numero 11, l’ottava di Bepi Pillon. A braccetto con la Reggiana, che ha superato di misura la Pro Patria, il Padova balza sul gradino numero 44 della classifica, a due lunghezze dal quarto posto (ma l’Alessandria se la deve vedere oggi con il Pordenone). Va bene così, l’uovo di Pasqua per il tifoso biancoscudato è dolce e pieno di sostanza. La Cremonese esce battuta dall’Euganeo, nonostante una discreta ripresa, e dà l’addio ai playoff. In cui, numeri alla mano, Neto Pereira & C. continuano, invece, a credere. Impressioni a caldo: successo meritato ma sofferto, ma certi “difettucci” questa squadra se li porta dietro dall’inizio della stagione e questo spiega perché, anche in situazioni all’apparenza positive, si finisce spesso per complicarsi la vita da soli. La doppietta più veloce. Il Padova è quello che ci si aspetta, con Baldassin titolare sin dal primo minuto al posto di Mazzocco, mentre Rossitto schiera una Cremonese a sorpresa, con un 3-5-2 che infoltisce molto il centrocampo, lasciando il compito di pungere al tandem Sansovini-Brighenti. Ma non c’è storia nei primi 25’, perché a comandare le operazioni in campo è la formazione di casa, rapida, decisa, attentissima a sfruttare ogni minima indecisione dei grigiorossi.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Nemmeno nel secondo tempo, il Padova è stato impeccabile… «Abbiamo sbagliato qualcosa, avremmo dovuto essere più bravi ad andare nell’uno contro uno con le due mezz’ali. Ma l’avevo messo in preventivo: era la prima volta che utilizzavamo questo sistema, col 4-4-2 abbiamo tempi del pressing e dell’accorcio ormai collaudati, non potevo pretendere che col nuovo modulo riuscisse tutto e subito. Ma in alcune gare bisogna anche saper cambiare, per evitare di soffrire». In compenso avete commesso anche tanti errori prettamente tecnici, e lei si è arrabbiato molto durante la gara. «Vero, e ormai non mi spiego il perché: a volte ci capita di commettere delle vere sciocchezze, e così come era successo a Pordenone, tra un rinvio sbagliato o una palla persa in uscita, ci siamo cascati pure contro la Cremonese». Pensa di avere eliminato una contendente dalla lotta ai playoff, questa sera? «Se raggiungerli è difficile per noi, credo che per la Cremonese sia davvero dura. Adesso ci aspettano quattro gare per nulla facili, contro formazioni di fondo classifica che puntano alla salvezza: a cominciare dal match di Cuneo, saranno quattro battaglie». Puntate ancora, però, al quarto posto? «Non dobbiamo guardare gli altri, ma pensare solo a noi stessi. A Cuneo possiamo solo vincere: abbiamo sei partite, non quindici, e con cinque punti da recuperare non possiamo più sbagliare niente».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Mezz’ora di grande calcio, un quarto d’ora di appannamento, e un secondo tempo – a tratti – di sofferenza. Giuseppe Pillon può gioire per il ritorno alla vittoria della sua squadra: il Padova aveva un solo risultato per continuare a sperare di agganciare il quarto posto, e l’ha ottenuto, ma il tecnico non può essere contento al cento per cento. «L’aspetto che conta più di tutti è la vittoria», le parole dell’allenatore biancoscudato. «E nei primi 35 minuti abbiamo fatto davvero una grande partita. Abbiamo messo sotto la Cremonese, abbiamo fatto due gol, e siamo arrivati vicini al tris. Proprio dopo averlo fallito, però, abbiamo subito il 2-1 e lì la gara è diventata difficile, soprattutto tatticamente. Non mi vergogno di dirlo: nelle ripresa ho pensato solo a portare a casa il risultato». Cos’è successo, in quel finale di primo tempo? «Siamo andati in difficoltà, e forse abbiamo accusato un po’ di stanchezza dal momento che nei primi 35′ avevamo davvero speso molto dal punto di vista fisico. Tatticamente, invece, le due mezz’ali della Cremonese, spostandosi tra le linee insieme a Sansovini, riuscivano sempre a sfuggirci, e quindi dopo l’intervallo ho deciso di cambiare». Qual è la riflessione alla base della sostituzione di Finocchio? «Se avessimo tenuto il 4-4-2 avremmo rischiato di pareggiare la partita: ho messo De Risio davanti alla difesa e di fianco a lui due centrocampisti, per poi coprire le fasce con Ilari e Favalli. Ho pensato solo a portare a casa il risultato, e non mi vergogno di dirlo, anzi: ho usato tutti i mezzi che avevo, per riuscirci».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Primo centro stagionale anche per Luca Baldassin, che ha una dedica molto più classica. «Per mamma, papà e fratello, che erano in tribuna a vedermi», rivela il mediano. «Segnare davanti a così tanti tifosi è un’emozione unica, sono davvero felice. La vittoria è meritata e ci permette di continuare a pensare una gara alla volta». Il presidente Giuseppe Bergamin non ha dubbi: «Dobbiamo crederci tutti assieme. Ho visto un buon Padova, che ha anche divertito la gente, prima che il gol avversario complicasse le cose. Possiamo esultare, anche se nel finale ho avuto un po’ di batticuore». Entusiasta anche il vice-presidente Edoardo Bonetto: «Nei primi 30 minuti abbiamo giocato benissimo, poi era fisiologico avere un calo, visto anche quanto avevamo speso a Pordenone. Ogni gara diciamo che è l’ultima chance per provare ad agguantare i playoff e ogni volta restiamo in vita. Dobbiamo continuare così. Dedico il successo al nostro socio Moreno Beccaro, che nei giorni scorsi ha perso la mamma».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) «Mi sa che un gol così non lo farò mai più». Sorride di gusto Andrea Sbraga mentre riguarda a caldo le immagini della rovesciata grazie alla quale ha sbloccato la partita contro la Cremonese. «Dal vivo non mi ero quasi reso conto di che gol fosse venuto fuori», continua il difensore. «Sono contento e ho tante dediche, anche perché, non so come mai, alla vigilia tante persone mi avevano predetto il gol. Da una mia amica di Firenze al tifoso Fausto, che mi aveva chiesto di dedicare una rete al papà mancato da poco». Gol che ha messo in discesa la sfida, ma solo per mezz’ora, visto che dopo il 2-1 della Cremonese i biancoscudati hanno sofferto molto. «È normale andare in difficoltà contro una squadra dai grandi valori e che vanta una coppia di attaccanti tra le più forti della categoria. Noi siamo partiti benissimo e forse ci siamo anche fatti prendere troppo dall’entusiasmo, visto che dopo il raddoppio potevamo anche pensare a rifiatare, e invece ci siamo un po’ allungati e gli abbiamo concesso l’unica occasione che hanno trasformato in rete. Ma l’importante era vincere».

Ore 09.10 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto, Dimitri Canello): Favaro 7; Diniz 6, Sbraga 7, Fabiano 6.5, Favalli 6.5; Ilari 5.5, Baldassin 7 (Bucolo 6), De Risio 5.5, Finocchio 5.5 (Mazzocco 5.5); Altinier 6 (Sparacello sv), Neto Pereira 6.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) A giudicare dalle espressioni e dalla gestualità di Rossitto in panchina, è facile immaginare cosa passi per la testa all’allenatore grigiorosso. Che, rispetto alla vigilia, cambia i piani puntando sul 3-5-2 anziché sul 4-3-3, ma riceve una risposta sconfortante dai suoi. Difesa distratta, centrocampo assente, attacco senza rifornimenti. Almeno fino al 35’, quando Brighenti dimostra perché è uno dei migliori attaccanti della categoria: scambio sulla trequarti, falcata poderosa e tiro da applausi che s’infila alla destra di Favaro. Prodezza a tutti gli effetti, che certifica l’elevato tasso tecnico dei 22 in campo. E nel finale, incredibilmente per quanto visto nei primi 35 minuti, la Cremonese rischia pure di pareggiare con un tiro di Sansovini che sibila a lato di pochissimo. Nella ripresa è tempo di indossare l’elmetto e di mettersi in trincea: Bianchi (8’) va vicinissimo al 2-2, stoppato solo da un miracoloso Favaro. Per il resto si rivede in campo Bucolo dopo due mesi di assenza forzata e va registrata l’occasione fallita di poco da Neto Pereira. Stop. Il 2-1 resiste fino alla fine e ora il calendario propone una serie di partite contro avversari di bassa classifica: nelle prossime tre uscite tocca a Cuneo (in trasferta), Pro Patria (in casa) e Albinoleffe (ancora in trasferta). Non necessariamente un vantaggio, arrivati a questo punto della stagione. Quando chi viaggia con l’acqua alla gola e un senso di soffocamento persistente forse ha quasi più fame di punti di chi lotta per salire di categoria. Giusto per essere molto chiari e per dare il giusto valore ad ogni avversario.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Una sera da «dentro o fuori», senza ulteriori vie di fuga. Per inseguire ancora il sogno playoff al Padova serviva un unico risultato: la vittoria. E la vittoria arriva, sofferta quanto basta, ma nel complesso meritata. Un 2-1 tirato per i capelli, dopo 35 minuti dominati, per poi piombare improvvisamente e senza preavviso nel buio e cercare a fatica l’interruttore giusto per rivedere la luce. Si lotta e si resiste, alla fine i tre punti arrivano, chissà quanto utili per agganciare un sempre problematico quarto posto. Identico obiettivo per la Cremonese, messa ancora peggio rispetto alla rivale prepasquale e che saluta l’alta classifica dopo il ko di ieri sera. La sentenza in arrivo dall’Euganeo è di quelle che fanno pensare e che, allo stesso tempo, inducono a determinate prese di posizione: se a Pordenone non si fosse perso, probabilmente il successo dell’Euganeo avrebbe avuto tutto un altro sapore, ma tant’è. Si comincia con un altro eurogol, che arriva dopo appena sei giri di lancette: lo firma Andrea Sbraga, con una rovesciata che ricorda molto la prodezza di Neto Pereira o quella di Altinier nell’ultima uscita casalinga con il Pavia. L’1-0, che arriva dopo una partenza a dir poco sconcertante della Cremonese, conferma che Pillon e i suoi ai playoff credono ancora. Che poi riescano nell’impresa resta tutto da dimostrare, ma la volontà non manca. E al 24’ ecco il raddoppio, a dir poco meritato: Baldassin, altro protagonista inatteso, alla sua prima da titolare indovina un destro straordinario dai 25 metri che s’infila alla destra di Ravaglia.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 62, Bassano 52, Pordenone 50, Alessandria 46, FeralpiSalò 45, Padova e Reggiana 44, Pavia 42, Cremonese 40, SudTirol 38, Giana Erminio 32, Renate 31, Lumezzane 30, Cuneo 28, Pro Piacenza 27, Mantova 23, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la ventottesima giornata: Giana Erminio-AlbinoLeffe 0-0, Padova-Cremonese 2-1 (Sbraga (Pd) al 6′ pt, Baldassin (Pd) al 24′ pt, Brighenti (Cr) al 35′ pt), Reggiana-Pro Patria 1-0 (Nolé (Re) al 35′ st. Ore 15.00 Pro Piacenza-Cuneo, Lumezzane-FeralpiSalò. Ore 17.30 Renate-SudTirol. Ore 18.00 Alessandria-Pordenone, Bassano-Pavia, Mantova-Cittadella.

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 23 marzo: i Biancoscudati battono 2-1 la Cremonese al termine di una gara combattuta e sofferta, a segno Sbraga e Baldassin.




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