Foggia-Cittadella, Iori: “Ambiente caldo e stadio importante, sarà uno stimolo…”

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«Festeggiamenti? Macché! Non è questione di scaramanzia, semplicemente avremo tempo e modo per pensarci. Per adesso rimaniamo concentrati sul Foggia, e basta». In casa Cittadella la politica resta sempre quella: si va avanti un passo alla volta. E poco importa che il traguardo della promozione in Serie B sia davvero così vicino che pare di poterlo toccare. Lo aveva raccomandato ieri il d.g. Stefano Marchetti e lo ribadisce oggi capitan Manuel Iori, che spiega: «Non abbiamo fatto mai calcoli nel corso della stagione e non avrebbe senso cominciare a farli adesso. Ci proietteremo sul posticipo con il Bassano da venerdì, quando rientreremo dalla finale d’andata della Coppa Italia di Lega Pro». E allora rimaniamo su questa prima sfida. Che gara si aspetta domani sera allo stadio Zaccheria? Foggia non è più “Zemanlandia” ma pare di capire che davanti vi ritroverete una squadra votata all’attacco… «Proprio così. I pugliesi scendono in campo con il tridente, ma, al di là del numero degli attaccanti, hanno un modo molto offensivo di intendere il gioco, potendo contare su terzini che spingono e interni abili negli inserimenti. Quello che conosco della loro realtà lo so da una fonte certa, l’amico Roberto Floriano, che l’anno scorso giocava assieme a me a Pisa e che mi parla molto bene dell’ambiente rossonero e del tecnico De Zerbi». Inutile dire che avreste probabilmente preferito affrontare il Siena, eliminato in semifinale dopo essersi imposto per 5-2 in Toscana e aver perso clamorosamente per 6-1 al ritorno. «Sicuramente da un punto di vista strettamente logistico sarebbe stata una trasferta più comoda, ma tutto sommato va bene così. Anzi: ritengo che poter giocare in un ambiente “caldo” e in uno stadio importante come quello di Foggia possa rivelarsi uno stimolo e un’ulteriore tappa di crescita per i nostri giovani». Già, i giovani: pare scontato che Venturato non stravolgerà la filosofia che vi ha condotti sin qui e continuerà a puntare su chi ha giocato meno e sui ragazzi della Berretti. «Non so ancora quali saranno le sue scelte, ma credo proprio che qualche ragazzo sarà aggregato al gruppo. Ed è giusto: cito solo Varnier, che nella prima partita con noi “grandi” è rimasto in campo per 65′ uscendo con i crampi, ma poi ha sempre giocato quelle successive, migliorando gara dopo gara. Credo che questa Coppa sia stata importantissima per la sua maturazione e non soltanto per la sua». La parola “crescita” torna sempre moltissimo quando si chiacchiera con qualcuno del vostro gruppo. È un caso? «Forse no. Di fatto non c’è stata una vera e propria svolta nel nostro cammino ma, appunto, una crescita continua. Oggi non so dire quale sia stato il segreto che ci ha permesso di arrivare a fine marzo con 13 lunghezze di vantaggio sulla seconda, ma certo quello che più colpisce nel nostro percorso è stata la continuità. E alla base credo che ci siano la voglia di migliorarsi sempre e la fame di vittoria che ci accomuna tutti». Oltre al fatto che un gruppo coeso come questo è difficile ricordarlo sotto le Mura. «Quando le cose filano bene, è facile parlare di gruppo. Ma la realtà è proprio questa: stiamo molto bene assieme». E chi ha giocato meno non si è mai lamentato, ma, al contrario, si è fatto trovare pronto a tempo debito. «Verissimo. Ma chi ha giocato meno è stato fondamentale pure per un altro motivo: allenandosi sempre ai duemila all’ora è stato un pungolo per i titolari, impedendo che si sentissero appagati». Quindi come festeggerete la promozione? «Non ci casco mica: non abbiamo tempo per pensarci. La testa è a Foggia».

(Fonte: Mattino di Padova)




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