Live 24! Padova-Pro Patria, -4: doppia seduta, Diniz e Corti pronti per domenica?

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Ore 22.20 – (Il Piccolo) Le vicende sul futuro societario della Triestina entrano nel vivo: oggi va in discussione il reclamo presentato dall’ex presidente Marco Pontrelli contro la dichiarazione di fallimento, ma è da vedere se sarà presa una decisione già nella giornata odierna. Il 12 aprile invece ci sarà l’asta con l’apertura delle buste degli eventuali acquirenti. In questo panorama, l’unica cosa certa per ora è che quella di domenica contro la Virtus Vecomp Verona, sarà l’ultima partita con la Triestina in esercizio provvisorio: proprio per questo il curatore fallimentare Vernì, assieme a Mauro Milanese, ha lanciato un’iniziativa per cercare di portare più tifosi allo stadio, che coinvolga i più giovani ma anche i loro genitori o parenti. Per la partita di domenica, infatti, tutti i giovani under 16 entreranno gratuitamente allo stadio Rocco, ma non solo: tutti i loro accompagnatori (che possono essere quindi anche più d’uno) entreranno pagando metà prezzo del biglietto. «Speriamo di avere una serie di effetti con questa iniziativa – spiega Milanese – innanzitutto racimolare ancora qualche soldo che è sempre utile per le ultime necessità dell’esercizio provvisorio, poi quello di avere più gente allo stadio per supportare la squadra, ma soprattutto avere nuovi giovani tifosi, sperando che si mettano in moto anche scuole e settori giovanili delle altre società». Insomma, che sia la passione del papà, dello zio o del nonno a trascinare i più piccoli, o che siano i ragazzini a trascinare i genitori, si vuole ricompattare un po’ le generazioni attorno alla Triestina, dopo un periodo di deserto quasi totale sugli spalti. In attesa di tempi migliori, ovviamente. «Naturalmente – dice Milanese – speriamo in un buon risultato. E poi dalla prossima partita in casa con l’Ufm, se nel frattempo tutto andrà liscio, ci saranno di nuovo anche i ragazzi della curva Furlan a rendere più acceso il tifo per l’Unione». Ma al di là dell’aspetto dei tifosi, c’è una salvezza da guadagnare sul campo. E c’è da pensare alla sfida con la Virtus Vecomp Verona,cui finalmente potrà presentarsi una Triestina quasi al gran completo. A parte Fantina che la scorsa settimana ha rimediato uno stiramento in allenamento, gli altri ci saranno tutti, comprese le novità Muzzi e Monti con i loro sospirati transfer: «Finalmente – dice Milanese – a 5 turni dalla fine siamo riusciti a completare la rosa, meglio che tardi che mai. È importante in questo momento decisivo, perché oltre alla maggior qualità, ci sarà anche più disponibilità di scelta. E finalmente ci saranno alternative da potersi giocare a partita in corso a seconda di come si mettono le cose».

Ore 22.00 – (Corriere delle Alpi) Il Mestre chiama Marco Duravia, il Belluno contatta Giovanni Madiotto e intanto si assicura per il prossimo campionato le prestazioni di Graziano Santomaso, l’ex preparatore del Ripa Fenadora. Alla fine della stagione mancano ancora cinque partite più eventuali play off, ma la squadra di Piazzale della Resistenza non è rimasta a guardare e si sta muovendo silenziosamente sul mercato, per consegnare a mister Vecchiato una squadra competitiva per il quarto anno consecutivo. Sia chiaro, il Belluno non vuole assolutamente privarsi di Marco Duravia, giocatore fondamentale nel gruppo e in costante crescita, ma il giocatore sarebbe stato contattato più di una volta dal Mestre, ed è normale pensare che il centrocampista di Montebelluna, possa prendere in considerazione la chiamata della squadra veneziana. Sondato il terreno per Giovanni Madiotto. Il giocatore del Ripa Fenadora sta facendo un’ottima stagione e dalla sua parte ha la capacità di poter ricoprire praticamente tutti i ruoli in attacco, proprio come Duravia. Il Belluno lo avrebbe contattato, non solo per tutelarsi in caso di una possibile partenza di Duravia, ma con l’idea, nel caso, di poterli avere entrambi e aumentare ancora di più il potenziale in attacco. Acampora e Radrezza. A tutto questo si lega anche il futuro di Antonio Acampora, che sembra aver convinto solo in parte l’ambiente gialloblù. Su un possibile ritorno di Andrea Radrezza invece sembra che la pista, per ora, non sia percorribile. Il mercato però deve ancora iniziare e, nel calcio tutto è possibile. Graziano Santomaso è il nuovo preparatore del Belluno. Non c’è ancora nulla di ufficiale ma la società di Piazzale della Resistenza ha già parlato con l’ex Ripa Fenadora ed è stato trovato un accordo di massima che dovrebbe essere formalizzato nelle prossime settimane. Santomaso è stato il preparatore della squadra di Renato Lauria fino a gennaio quando poi ha deciso di andare via, spiegando di non condividere alcune metodologie di allenamento decise dalla società. In questi tre anni la preparazione atletica del Belluno è stata seguita in prima persona da Roberto Vecchiato che dal prossimo anno però avrà a disposizione questa nuova figura su cui contare, e nell’ambiente sportivo Santomaso è molto apprezzato sia come persona che come professionalità. Quale sarà il futuro di Ivan Da Riz? Il Belluno lo ha già confermato come responsabile del settore giovanile ma per quanto riguarda il posto in panchina, in seconda a Vecchiato, la situazione non sembra essersi sbloccata. Il doppio ruolo sarebbe un impegno molto importante, già portato avanti quest’anno, e bisognerà capire se si riuscirà a trovare il modo di far collimare le due cose.

Ore 21.40 – (La Provincia Pavese) Lunedì sera al Fortunati come prevedibile record stagionale di pubblico con 3.200 spettatori, ma anche tanti personaggi del mondo del calcio. Tanti gli ex azzurri tornati, chi dopo molto tempo nello stadio che li ha visti protagonisti con la maglia azzurra. Tra questi Alessandro Fogacci, difensore del Pavia in tre campionati dal 2007 al 2010 e attualmente in forza al Gozzano (serie D). Con lui Gianluca Fasano, anche lui complessivamente tre campionati con due esperienze di un anno e mezzo, il preparatore atletico Arturo Gerosa, per tanti anni al Pavia prima con Torresani e poi con Mangone e reduce con mister Pea dall’esperienza alla Cremonese. Non è nuovo frequentare le tribune azzurre anche Benny Carbone, ex capitano ed anche allenatore in un finale di stagione del Pavia. Moltissimi le società accreditate per seguire la sfida di cartello Pavia-Alessandria.

Ore 21.20 – (La Provincia Pavese) Il giorno dopo la delusione della sconfitta con l’Alessandria il Pavia è tornato al lavoro ieri mattina per iniziare la preparazione in vista della trasferta di domenica prossima a Mantova. Defaticamento ovviamente per chi ha giocato lunedì sera, lavoro invece più intenso per chi non è sceso in campo. LA MATEMATICA. Solo la matematica tiene aperta la possibilità di rincorrere i play off per il Pavia che si trova oggi al sesto posto, con 45 punti appaiato al Padova, nel girone A, ma a cinque giornate dal termine il distacco dalle squadre che occupano seconda, terza e quarta posizione è larghissimo: dieci punti dal Bassano, otto dal Pordenone e sette dall’Alessandria. Realisticamente il compito degli azzurri è quello di cercare di chiudere al meglio una travagliata stagione (tre allenatori e una rosa che ha visto complessivamente alternarsi più di trentacinque calciatori) e porre le basi per il futuro. ZHU CONFERMA E RILANCIA. Un futuro che sul piano degli investimenti è stato nuovamente garantito dal presidente Zhu nella sua conferenza stampa prima della gara con l’Alessandria. Un incontro che il patron cinese ha voluto convocare per chiarire una volta per tutte alcune situazioni: dalla conferma di voler continuare con il progetto di portare il Pavia in categorie superiori, ma anche quello di realizzare un nuovo stadio, o in alternativa ristrutturare l’attuale Fortunati. Parole piuttosto chiare, poi, quelle di Zhu sull’assoluta volontà di non cedere quote, neppure piccole percentuali, ad altri soci. PROGRAMMAZIONE. Anche se l’attuale stagione non si è ancora conclusa, ma un bilancio di quasi due annate sportive del club azzurro vedono investimenti economici pesanti non supportata da continuità nel lavoro di chi ha operato nella società. Dall’aspetto dirigenziale a quello tecnico. Cinque sono stati i tecnici: si era iniziato con Maspero lo scorso campionato, per poi esonerarlo ad una giornata dal termine della stagione regolare per affidare la squadra a Giovanni Vavassori che ha condotto il Pavia per due gare: l’ultima in casa con il Real Vicenza e poi in quella dei play off persa a Matera. La scorsa estate l’allora direttore generale e sportivo Massimo Londrosi aveva scelto Michele Marcolini per la panchina azzurra. Ma sul mercato ci fu una prima rivoluzione nella rosa quando forse potevano essere necessari solo alcuni accorgimenti mirati. L’avventura di Marcolini si è conclusa a dicembre per affidare la squadra a Fabio Brini (tra i due una settimana di transizione con Stefano Rossini dalla Berretti con la vittoria a Pordenone). Il nuovo allenatore è stato figlio di scelte di una nuova conduzione tecnica dirigenziale. Dopo l’avvento a luglio del direttore generale Nicola Bignotti a fine novembre-primi di dicembre l’arrivo del consulente di mercato Antonino Imborgia. Con lui, oltre alla scelta di Brini, la rivoluzione di gennaio nella rosa: dieci arrivi e altrettante partenze. Si è ripartiti da capo fino all’avventura arrivata al capolinea per Brini dopo la sconfitta di Padova. A questo punto da tre settimane la promozione definitiva fino a fine stagione di Stefano Rossini dalla Berretti alla Prima squadra. TEMPI STRETTI. Se si vuole veramente programmare ora è il momento di decidere senza più aspettare. Toccherà alla proprietà scegliere chi si occuperà di gestione dirigenziale e tecnica per la stagione 2016-17. Da qui conseguentemente decider chi guiderà il Pavia che, come annunciato da Zhu, riproverà la scalata alla serie B. Quello che si chiedono i tifosi e gli addetti ai lavori è se il presidente ha già un’idea su cosa voglia fare in tal senso.

Ore 21.00 – (Gazzetta di Reggio) Le vittorie esterne nei posticipi (entrambe 0-2) del Bassano a Cittadella e dell’Alessandria a Pavia, relegando i granata ad 8 punti dal quarto posto quando mancano 5 giornate alla fine del torneo, hanno definitivamente detto stop a qualsiasi velleità di play off per la Reggiana. Ieri la squadra si è ritrovata in via Agosti per iniziare i preparativi della sfida di domenica, al Città del Tricolore ore 15, contro quella capolista Cittadella che si è complicata la vita nell’ultima settimana, non solo in campionato, compromettendo pure la Coppa Italia dopo la sconfitta 4-1 nella finale d’andata a Foggia. I veneti dunque non si potranno permettere regali ma anche la Reggiana dovrà mettere in campo tutto quello che ha, sia per dignità come chiesto dal tecnico dopo la gara in Friuli, sia per una finire con la miglior classifica possibile per arrivare a disputare la Coppa Italia Tim. Come previsto è tornato in gruppo Bartolomei dopo quasi due mesi di assenza mentre Frascatore, Loi, Rampi e Maltese hanno lavorato in palestra, quest’ultimo coi postumi della botta ricevuta sabato da Pederzoli. Continuano a lavorare al differenziato Pazienza, Zucchini e Mogos. A guardare la seduta c’era l’ex allenatore Villiam Vecchi che ha salutato il preparatore dei portieri granata Rapacioli. Oggi doppia seduta: mattino in palestra e pomeriggio in via Agosti. Giudice Sportivo. Nessuna squalifica in casa granata, restano in diffida Bartolomei e Maltese; nessun problema anche per il Cittadella. Designazioni arbitrali. Reggiana-Cittadella sarà diretta da Pasquale Boggi di Salerno coadiuvato da Pasquale Capaldo di Napoli e da Danilo Ruggeri di Palermo.

Ore 20.40 – (Gazzetta di Reggio) «Coi risultati di lunedì sembra finita e dispiace per una stagione che poteva essere più entusiasmante. Non è bello finire così». Nicholas Siega è stato protagonista di una stagione positiva, ma non nasconde la sua delusione per i risultati ottenuti dalla Reggiana. Al fischio finale di Pordenone è finito il sogno? «La sconfitta ha lasciato l’amaro in bocca e vedo anche adesso il morale basso». La sconfitta è stata lo specchio della vostra stagione? «A parte un paio di gare sotto tono le nostre partite ce le siamo sempre giocate anche contro squadre più avanti di noi ma il rammarico è che non concretizziamo abbastanza nonostante la grande mole di gioco». Perchè? «Forse per demerito nostro o abilità dell’avversario. Abbiamo sempre in mano il pallino del gioco, come sabato, infatti avevamo concesso solo un tiro da 30 metri prima del loro gol». Il 3-5-2 ha tolto qualcosa davanti rispetto al più offensivo 4-3-3? «Se tiri meno ma fai gol vinci la partita, non è il numero dei tiri che fa differenza». Adesso? «Dobbiamo onorare il campionato perciò gli stimoli non mancheranno e dobbiamo anche ripagare i tifosi che ci hanno sempre seguito nonostante i risultati». Lei è in scadenza di contratto… «Penso a finire la stagione poi valuterò la mia situazione. Ho già avuto i primi contatti, qua sto bene ed ho ottimi ricordi: quando sono arrivato lo stadio era vuoto nelle prime partite e poi sempre più pieno. Mi ha fatto piacere essere considerato un giocatore importante». Dopo due anni come vuole essere definito: attaccante o esterno? «Il mio ruolo l’ho dimostrato sul campo ma sono duttile e posso ricoprirne altri. Questo lo devo al mister che mi ha sempre dato fiducia, conoscendolo dai tempi di Busto, anche quando non giocavo con continuità ed ho sempre cercato di guadagnarmela partita per partita». E’ uno dei fedeli di mister Colombo. Se fosse lui ad andarsene? «Sono cose che deciderà la società. E’ chiaro che dopo una stagione del genere ci sentiamo tutti in bilico e quando le cose vanno male il primo sul banco degli imputati è il tecnico. Al momento tutto è possibile: sia che vada io in un’altra squadra oppure che resti qua con un altro tecnico». Cosa è successo nello spogliatoio? «Chi è andato via avrà avuto le sue ragioni e se vorrà dire qualcosa lo farà, da parte mia non ho mai visto nessun attrito nello spogliatoio». E nei giorni della partenza di Ferrara? «Non volevamo pensarci ma le voci esterne ci possono aver condizionato». Domenica arriva la capolista. «Dico solo che non ci va di fare figure di m…»,

Ore 20.20 – (Gazzetta di Mantova) I tifosi del Mantova possono tirare un grosso sospiro di sollievo: l’infortunio di Gaetano Caridi non è grave e il capitano sarà sicuramente a disposizione in vista dei playout nei quali la squadra si giocherà la salvezza. La risonanza magnetica a cui è stato sottoposto Caridi ha evidenziato una lesione di primo grado ai flessori della coscia destra. Basteranno 15 giorni per rivedere Don Tano in campo, ma è probabile che a questo punto il suo recupero venga gestito con il massimo delle cautele, dilatando i tempi. Ieri pomeriggio, intanto, il Mantova ha ripreso la preparazione in vista della gara di domenica (ore 15) al Martelli contro il Pavia. Quasi tutti i biancorossi sono a disposizione: qualche acciacco hanno ancora Ungaro e Maggio. Mister Prina ha fatto lavorare i suoi su cross e conclusioni in porta, poi ha fatto giocare una partita a campo ridotto nel corso della quale ha provato un possibile undici titolare. Davanti a Bonato, il tecnico ha schierato i centrali difensivi Trainotti, Carini e Scrosta, con Scalise e Sereni (fasciato per un dito rotto) sulle fasce; a metà campo Di Santantonio, Raggio Garibaldi e Gonzi; in attacco la coppia Beretta-Marchi. È comunque presto per trarre conclusioni: oggi la squadra svolgerà altri due allenamenti (al mattino e nel pomeriggio), mentre domani alle 15 giocherà al Martelli un’amichevole contro la Berretti di Elia Pavesi. In quella circostanza ci sarà in campo il probabile Mantova anti-Pavia. La preparazione della squadra sarà conclusa poi con sedute mattutine venerdì e sabato.

Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) Le tre sconfitte consecutive subite dal suo arrivo sulla panchina biancorossa non hanno minimamente scalfito le convinzioni di Luca Prina, certo che «il Mantova è vivo ed è sulla strada giusta per salvarsi». Mister, a mente fredda come valuta il ko di Salò? «Ho rivisto la partita e sono ancor più convinto che la squadra ha offerto una prova eccellente. Abbiamo creato molto e rischiato pochissimo, purtroppo il risultato non ci ha premiato ma l’atteggiamento dei ragazzi è stato quello giusto». In undici contro dieci ci si aspettava però qualcosa in più da parte del Mantova… «Sinceramente non so se l’espulsione ci abbia agevolato o meno. L’ho pensato anche durante la gara: avere un uomo in più ci addossa responsabilità che non siamo ancora pronti a gestire». Ci spiega perché non ha provato a inserire una punta in più? «Ho cambiato modulo, avanzando Gonzi e passando al 3-4-3. E abbiamo avuto delle buone occasioni, anche con Zammarini che ho inserito perché più tecnico rispetto ad altri mediani. In panchina non avevo poi risorse spendibili: Falou non era al meglio e l’avevo convocato soltanto per non lasciarlo a casa, mentre Beretta aveva pochissimi minuti nelle gambe». La squadra fa tanta fatica a segnare: come pensa di ovviare a questo problema? «È un problema strutturale. A gennaio sono andati via Momentè e Anastasi, mentre Ruopolo si è fermato per operarsi. È per questo che segniamo con il contagocce e continueremo a soffrire da questo punto di vista. L’importante è esserne consapevoli e fare di tutto per trovare soluzione offensive, ad esempio sfruttando meglio le palle inattive». D’altro canto, il Mantova continua a incassare reti con regolarità… «A Salò abbiamo subìto pochissimo, ma in effetti sull’azione del rigore – che non c’era – ci sono stati degli errori. In pratica la palla è arrivata nella nostra area su rinvio del portiere e questo non deve succedere. Continueremo a lavorare per evitare disattenzioni». Con la vittoria del Pro Piacenza, ora il quartultimo posto è lontano ben 7 punti: ci si può ancora sperare? «Sinceramente preferirei incontrare il Cuneo piuttosto che il Pro Piacenza, ma queste non sono cose fondamentali. È chiaro che sarebbe meglio guadagnare una posizione in classifica, ma si tratta di un obiettivo che non deve toglierci energie mentali. Ripeto ciò che ho detto fin dal mio arrivo a Mantova: dobbiamo pensare soltanto a noi stessi e a lavorare per crescere in vista dei playout». Cosa la fa essere così fiducioso in vista degli spareggi salvezza? «Vedo la squadra già pronta mentalmente a sfide del genere. Cosa che per esempio non ho visto nell’Albinoleffe che ha sfidato il Pro Piacenza lunedì. E poi noi ai playout avremo da giocare il jolly del pubblico, che ci darà una grossa mano. Ai tifosi chiedo di armarsi di pazienza: stateci vicini, tutti insieme ce la faremo».

Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Sale la febbre neroverde. Nonostante il controsorpasso sul Pordenone (53) operato lunedì sera dal Bassano (55), che ha vinto in casa del Cittadella (2-0) fermando a 11 la striscia di successi della capolista (65). Si prevede un notevole afflusso di pubblico anche sabato alle 17.30, quando al Bottecchia arriverà la FeralpiSalò, quinta con 49 punti, ultimo ostacolo sulla strada verso i playoff. Arbitrerà l’anticipo Marco Piccinini di Forlì. Nel girone A dovrebbe passare anche la quarta, come una delle due migliori dei tre gironi. A 5 giornate dal termine della stagione regolare il Cittadella rimane superfavorito per la promozione diretta grazie ai suoi 65 punti e alle 10 lunghezze di vantaggio sul Bassano. Il Pordenone è terzo, una lunghezza sopra l’Alessandria, che sempre nel posticipo di lunedì ha sbancato Pavia (2-0). Al quinto posto c’è la Feralpi, a due punti dall’Alessandria e a 3 dai ramarri. Dietro, sesto, il Pavia (45), con ambizioni notevolmente ridotte dalla sconfitta con i grigi. Battere i lombardi significherebbe blindare l’accesso all’appendice nobile. Pareggiare servirebbe comunque a tenere la quinta a distanza di sicurezza. Il popolo neroverde “fiuta” l’impresa. Proprio prevedendo un altro pienone la segreteria raccomanda di servirsi della prevendita al Bar Libertà di Pordenone o al Caffè Nogaredo di Cordenons. Oggi intanto Tedino testerà le condizioni dei suoi in amichevole con il San Gaetano (Promozione Veneta): inizio alle 16 al De Marchi. In linea con la crescita della società c’è l’ormai prossima nascita del Museo neroverde al De Marchi, con mostra delle maglie indossate dai ramarri nei 96 anni di storia ufficiale (più 7 di ufficiosa). La società invita chi sia in possesso di casacche d’epoca e cimeli vari a prestarli per la mostra in occasione dell’apertura del 20 aprile. Per informazioni si può contattare entro l’11 aprile il 348.8234864, oppure scrivere all’indirizzo telematico ufficiostampa@pordenonecalcio.com.

Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Pordenone, stai sereno: chi in questa fase del campionato è finora riuscito a totalizzare i punti che ha messo insieme la banda di Bruno Tedino, ossia 53, poi ha sempre centrato i playoff. Lo dicono le statistiche relative agli ultimi 5 tornei di Terza serie, tra Prima divisione e LegaPro unica. Ci sono anche i numeri, dunque, a pompare vento nelle vele del club neroverde. Certo, se dovesse arrivare una vittoria nella partita di sabato contro la FeralpiSalò, tutto sarebbe più al sicuro. Ma anche oggi, dall’alto dei 53 punti conquistati dal Pordenone, ci sono buoni motivi per stare tranquilli. L’analisi inizia dal campionato dell’anno scorso. Alla 29. giornata il Como (poi promosso in B via playoff) si trovava a 48 punti. Il Novara, che poi vinse il campionato, aveva invece totalizzato gli stessi che ora può vantare il Pordenone. Quota ancora più bassa nella stagione precedente, l’ultima con il formato della Prima divisione. In quel caso il Sudtirol arrivò alla finale playoff con soli 49 punti in totale. La stessa situazione è stata rilevata nella stagione 2012-13, quando in B fu promosso il Trapani. I siciliani chiusero il campionato a 53 punti, tanti quanti ne ha fatti fino a oggi il Pordenone di Bruno Tedino. Nella stagione 2011-12 fu la Pro Vercelli a salire tra i cadetti con 57 punti finali. Alla 29. giornata i piemontesi si trovavano a quota 49. Infine la stagione 2010-11, con il Verona promosso con 50 punti.

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ha un contratto biennale con la FeralpiSalò, all’andata non giocò e sabato rimetterà piede al Bottecchia. «Sarà emozionante tornarci, l’anno scorso lì dentro abbiamo vissuto momenti incredibili. Come la partita con l’Albinoleffe, che è impossibile dimenticare. Spero ci sia lo stadio pieno: questo giorno l’aspetto da tanto e vorrei gioire ancora».Il “mulo” Federico Maracchi non ha sciacquato sul Garda le vocali aperte che contraddistinguono la lingua del Golfo triestino. Tanto meno ha dimenticato il Bottecchia e quanto lì ha vissuto nella scorsa primavera. Il portacolori dei gardesani gioca apertamente la vigilia. Anche se parte da sfavorito. «In effetti – ammette il centrocampista – il Pordenone ha 4 punti di vantaggio e noi siamo lì a rincorrere. Per come sta andando questa ultima parte di campionato, sabato sono favoriti sicuramente i ramarri». – Va bene “gufare” e nascondersi, ma le credenziali sul potenziale vostro non sono inferiori. Giusto? «Adesso non siamo brillantissimi. Abbiamo raccolto 7 punti in 270’, ma senza offrire le belle prestazioni di due mesi fa. Di buono c’è che stiamo tenendo la media playoff». – Proprio in quest’ottica la scorsa estate fece la scelta. Adesso che si trova con i neroverdi davanti? «Ho cambiato sapendo che volevano fare una squadra competitiva. Siamo stati in alto e adesso vedremo. Certo, non pensavo che il Pordenone facesse così bene. Sono stati bravi in società a non ripetere gli errori. La squadra di Tedino è una bella sorpresa, comunque sono contento della scelta fatta a suo tempo». – Dopo esperienze come quelle di Tamai e Pordenone, con relativi ambienti societari e caratteristiche, alla Feralpi che differenze trova? «Più che differenze, trovo una situazione molto simile. Tamai e Pordenone sono piazze tranquille: anche qui c’è un ambiente familiare, con un clima perfetto per lavorare sereni in settimana. Grosse tensioni non ce ne sono, è ideale per fare calcio. La scelta estiva era nata anche basandosi su questo». – Quale sarà la griglia playoff? «Vedendo gli ultimi risultati, il Bassano ci sarà sicuramente. Poi ce la giocheremo noi, Alessandria e Pordenone, in tre per due posti, mentre Padova e Pavia sono staccati. Il Bassano penso finisca secondo, dopo verrà deciso tutto punto su punto, fino all’ultimo minuto. Sarà una disputa aperta e per noi sarà importante l’esito del Bottecchia. All’ultima giornata avremo il Pavia, che rappresenta una sfida delicata anche se loro fossero tagliati fuori. Sono sempre partite particolari. In spogliatoio guardavamo i prossimi impegni di tutte le squadre in alto: è davvero difficile dire come potrà finire». – Intanto, sabato come può terminare? «Speriamo vinca Salò. Sarà una bella partita, perché tutte e due le squadre giocano a calcio. In difesa ci mancheranno tre titolari, però sarà in ogni caso un gara tosta. L’auspicio è chiaro, un pronostico non lo saprei fare. Il pari non ci serve, perdendo ci stacchiamo. Dobbiamo solo vincere».

Ore 18.40 – (Messaggero Veneto) L’attesa stangata è arrivata: la FeralpiSalò si presenterà al Bottecchia priva di tre giocatori. Il giudice sportivo ha squalificato il terzino Tantardini (due giornate) e i due centrali difensivi, il friulano Leonarduzzi e Ranellucci (un turno ciascuno). Diana dovrà reinventare il reparto per la prima volta nella sua gestione, proprio nella trasferta più delicata dell’anno: non il massimo. Ieri doppia seduta per i ramarri, con Tedino che ha invece tutti a disposizione e che oggi testerà nella partitella d’allenamento col San Gaetano (Promozione veneta) al De Marchi (alle 16). Designato l’arbitro di sabato: sarà Marco Piccinini di Forlì.

Ore 18.20 – (Messaggero Veneto) A Pordenone ci tornerebbe «volentieri, perché sono stato bene». Però adesso è un giocatore della FeralpiSalò e chiede strada alla sua ex: «Mi spiace per i neroverdi, ma voglio batterli per inseguire l’obiettivo play-off». Federico Maracchi, centrocampista dei gardesani e triestino di nascita, carica la sfida del Bottecchia, in programma sabato alle 17.30. In tribuna ci saranno tanti suoi amici, che dal capoluogo giuliano saliranno in via Stadio per sostenerlo come facevano la scorsa stagione, quando è stato il migliore dei ramarri. Diciamolo subito Maracchi: la gara di Pordenone non sarà come le altre. «No, assolutamente. Tornare al Bottecchia per me sarà una grande emozione. L’ultima volta è stata l’andata dei play-out col Monza, di fatto la partita che ci ha spedito in serie D. Prima ancora la partita con l’Albinoleffe, che ci aveva dato gli spareggi. Che emozione quel pomeriggio…». La partita decisa dal suo gol, un intero stadio per lei: indimenticabile. «Una delle gioie più belle, intense, della mia carriera. Era la summa di un percorso, che speravamo culminasse con la salvezza. Peccato. Ma non cancello i mesi prima, stupendi, con mister Rossitto primo artefice di quel miracolo: ci ha unito e dato un’identità. Se fossimo rimasti in Lega Pro non me ne sarei andato». A proposito: tanti avrebbero voluto rimanesse. Alla luce di questo, che accoglienza si aspetta dal popolo neroverde? «Spero positiva. Ho scelto la Feralpi in un momento in cui non si sapeva ancora quante chance aveva il Pordenone di essere ripescato. In più ho accettato un’offerta a cui non si poteva dire di no. Spero che la gente abbia capito i motivi del mio addio». Ma se i “ramarri” dovessero richiamarla? «Ho ancora un anno di contratto con la Feralpi e spero di onorarlo. A ogni modo, ascolterei la loro proposta: mai dire mai. E a me farebbe piacere tornare perché, ripeto, a Pordenone sono stato benissimo. Sono stato protagonista e ho sentito l’affetto della gente. Dovrei parlare con Lovisa, è da giugno scorso che non lo sento (sorride, ndr)». Intanto proverà a batterlo, sabato. «E’ necessario. Le nostre speranze playoff passano dal Bottecchia. Non abbiamo altri risultati se non il successo. Se perdiamo o pareggiamo usciamo dai giochi. Sarà dura, perché abbiamo tre squalificati, ma daremo tutto. Siamo una squadra forte, ce la possiamo fare. Se segno? No, non credo che potrei esultare…». Ultima domanda: ma si aspettava di vedere i neroverdi sopra la Feralpi? «No, sono sincero. Complimenti ai “ramarri”, stanno disputando un campionato straordinario. Speriamo ora di andare ai playoff assieme».

Ore 18.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Nella notte del Tombolato si è accesa una stella. Che brilla di luce pura e potrebbe rappresentare la vera arma in più del Bassano sulla strada che conduce ai playoff. Si chiama Marcello Falzerano ed è stato, guarda caso, uno degli acquisti meno reclamizzati della campagna acquisti estiva, segnalato direttamente dal tecnico Stefano Sottili. L’esterno di Pagani, classe ‘91, sta disputando un campionato di altissimo livello e anche lunedì a Cittadella è stato protagonista assoluto. Un gol ma anche tanto movimento, almeno due assist per i compagni smarcati davanti al portiere, una presenza costante che ha messo in grave difficoltà il difensore granata Benedetti, che ha chiuso la serata con una sostituzione nel finale dopo essere stato saltato diverse volte nel corso del match. «Sono molto contento per il mio gol — esulta Falzerano — ma soprattutto sono contento per la vittoria della squadra. Abbiamo messo in difficoltà il Cittadella sia all’andata, quando avremmo meritato di fare bottino pieno, sia al ritorno e siamo andati a vincere sul campo della capolista. Per il mio gol devo ringraziare Pietribiasi, gran parte del merito è suo, avendomi servito un assist d’oro. Adesso siamo tornati secondi e dobbiamo andare avanti fino alla fine. Poi ai playoff sarà tutta un’altra storia, ma questa squadra ha alle spalle un’esperienza che potrà aiutare non poco». I soliti ben informati assicurano che Falzerano sia recentemente entrato nel mirino di diversi club di serie B e di Lega Pro e per il Bassano non sarà scontato trattenerlo. Sottili, peraltro, lo ha sempre difeso, anche nei momenti di difficoltà, quando qualcuno lo aveva addirittura contestato. «E’ un giocatore che conosco bene — dice il tecnico — e che si allena in modo esemplare. Sono felice per quello che sta facendo, se lo merita. Ha una professionalità impeccabile, che gli permette sempre di farsi trovare pronto. Deve continuare così».

Ore 17.40 – (Giornale di Vicenza) Piscitella out per un guaio muscolare la cui entità verrà valutata solo nei prossimi giorni, Candido ai box e nemmeno in panchina a Cittadella e per Sottili scatta l’emergenza sugli esterni offensivi. L’ex romanista, infortunatosi in avvio di ripresa a una coscia salterà di sicuro il duello di domenica con la Pro Piacenza ed è in forte dubbio anche per quello successivo di sabato 16 aprile col Lumezzane sempre al velodromo. Quanto a Candido, ha sofferto col Pavia il riacutizzarsi di un malanno agli adduttori che l’aveva già tormentato in passato e che l’ha tolto di mezzo nel derby di lunedì sera. Ecco perchè lo staff sanitario virtussino proverà a recuperarlo almeno per la panchina nella sfida contro i piacentini. Con queste premesse, domenica sull’out potrebbe toccare per la prima volta dall’inizio a Gianluca Laurenti, il cursore di fascia prelevato nelle ultime ore del mercato dall’Altovicentino e che sinora negli spezzoni di gara in cui è stato impiegato ha sempre fatto benone. In alternativa è pronto Davide Voltan, l’ex Padova e Crotone che però risponde di più a caratteristiche d’attacco e meno di copertura e viene buono per l’assalto finale degli ultimi 20′.

Ore 17.20 – (Giornale di Vicenza) Il giorno dopo è quello del vino e delle fragole, una scorreria che è un dessert per quanto è dolce. Se il magno Cittadella in due gare tra andata e ritorno ha spremuto la miseria di un solo tiro nello specchio e in entrambe le volte, il portiere Alfonso è stato di gran lunga il migliore dei granata, qualcosa vorrà pur dire, al netto degli strepitii per un possibile rigore non concesso sullo 0-0 (quello negato all’89’ a Davì a Bergamo, per capirci, era clamorosamente più limpido).Sottili accarezza i suoi: «Ci sta un pomeriggio sottotono – sottolinea – poi la capacità è quella di saper ripartire rapidamente. Ma questi ragazzi sono speciali come lo staff che mi affianca. E c’è rispetto assoluto tra di noi. E ora sotto con la Pro Piacenza perchè sarà maledettamente più dura».Il Pelatone, assomiglia al miglior Ulivieri, stabilmente inchiodato al pezzo. Manca solo indossi il celeberrimo cappottone portafortuna ed è lui.VOCE AI GOLEADOR. Falzerano&Misuraca, Marcellino e Gianvito, le due facce da gol virtussine, quelle del memorabile sacco nel covo granata, in campo vanno a tavoletta, poi davanti ai taccuini abbassano il volume delle parole ed evitano di fare quattro passi sulle nuvole. Sentite Falzerano per esempio: «I meriti del mio gol vanno girati a Pietribiasi che mi ha sfornato un assist meraviglioso – ammette – quella è stata una gran palla. Del resto i nostri cambi nella ripresa hanno spezzato l’equilibrio della prima ora di gioco.Ed è un segnale evidente di quanto sia solido il nostro organico e il nostro spogliatoio. Ora dobbiamo lottare tutti per conservare il secondo posto».È il momento delle dediche e sembra di stare in una radio libera nell’ora dei dischi preferiti: «La rete è tutta per la mia famiglia, la mia ragazza, Sara e gli amici del Giardino…».Intanto anche Misuraca celebra la sua mezza dozzina niente affatto sporca. Che per una mezzala spesso sacrificata in fase di interdizione, 6 reti da novello cannoniere della comitiva, sono un gran bel bottino: «Un exploit del genere nella tana della capolista e vincitrice virtuale del torneo è una straordinaria iniezione di carica e fiducia – riconosce Misu – anche perchè giunge dopo il fragoroso ruzzolone interno col Pavia.Ecco, questo credo sia un passaggio fondamentale della nostra stagione, il probabile spartiacque del nostro campionato poiché ottenuto con la più forte del girone e ci spinge a credere ancora di più nelle nostre potenzialità».STRISCIONI D’AUTORE. Bellissimo quello srotolato già un’ora prima del via al Tombolato e di sponda granata. Recitava così: «Cittadella vs Bassano: nessuna rivalità ma tanta ospitalità». Pensiero da applausi a stemperare qualunque ipotesi di rivalità che in realtà in questa striscia di neppure 20 km che divide le due città non è mai esistita.Anzi c’è un’amicizia non codificata tra le due tifoserie, testimoniata peraltro dagli scambi di reciproci complimenti nelle rispettive pagine social e fra due realtà che si stimano e si apprezzano da tempo.E a proposito di stendardi da annotare, meritorio anche quello dedicato al presidente e neoconsigliere federale Stefano Rosso dalla tifoseria giallorossa: «Stefano modernizza la Figc», l’auspicio condivisibile dei supporter, sempre che a Roma glielo permettano sul serio. Continuiamo a dubitare. Un rigoroso rivoluzionario come il pres nelle alte sfere di via Allegri potrebbe provocare attacchi di orticaria a più di qualche notabile Figc. A mr. Rosso non mancano idee innovative, vive il calcio da manager e da imprenditore e per il pallone ha soluzioni chiare e talvolta drastiche. Facile che il suo piano di rilancio vada di traverso ai più. Anzi, matematico. Vedrebbero uno operativo, risoluto e determinato a cambiare. Potrebbero spaventarsi.RIECCO JACK & MICHAEL. Per il buon Piscitella costretto presumibilmente ai box per il muscolo indolenzito l’altra sera ce ne sono altri due che tornano abili ed arruolabili. Si tratta di Giacomo Cenetti e Michael Fabbro, di rientro dalla squalifica scontata al Tombolato. In una fase delicata dell’annata, ritrovare forze fresche in mediana (dove Bassano ruota sempre i soliti quattro uomini) e in prima linea nella quale un cerbiattino come il friulano, sempre assetato di palloni e affamato di gol è perennemente percorso dal sacro fuoco, beh, può spostare gli equilibri. E nemmeno di poco.

Ore 17.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.40 – Qui Guizza: partitella finale.

Ore 16.20 – Qui Guizza: provate soluzioni offensive.

Ore 16.00 – Qui Guizza: quadrangolare a campo ridotto con sponde.

Ore 15.40 – Qui Guizza: riposo precauzionale anche per Neto Pereira e Baldassin.

Ore 15.20 – Qui Guizza: lavoro atletico. In gruppo Diniz e Corti.

Ore 15.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano.

Ore 14.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Vincere a Este per metterci in tasca mezza Lega Pro». Chiede lo scatto decisivo mister Giancarlo Favarin, ben consapevole di come il suo Venezia non possa ancora staccare il piede dall’acceleratore. Cinque punti in più del Campodarsego a cinque turni dal termine sono un margine buono ma non di assoluta sicurezza, soprattutto perché il 10 aprile (ore 15) ad attendere gli arancioneroverdi ci sarà la terza forza del torneo. «Il Campodarsego andrà a Levico e, come dimostra lo stesso Este caduto a Dro, non è facile affrontare in trasferta chi lotta per salvarsi – il quadro tracciato dal tecnico pisano -. Tuttavia se domenica noi vincessimo, restando almeno a più 5, potremmo dire di essere a metà strada verso la promozione». Favarin ha assistito in tribuna al 5-1 in rimonta che i suoi hanno rifilato al Fontanafredda. Una vittoria ampia, con luci e qualche ombra.
«L’approccio al match non mi è piaciuto e ad Este dovrà essere ben differente. La sosta al di là delle rassicurazioni verbali ha fatto un pò calare il livello di attenzione e concentrazione. Una volta andati in svantaggio, per errori sui quali lavoreremo, siamo comunque stati bravi a raddrizzarla. Non fossimo arrivati in vantaggio all’intervallo sarebbe stata molto più dura». In terra padovana mancherà Modolo per squalifica ma rientreranno Soligo e Serafini. «Chi gioca conta poco, fondamentale sarà la testa con cui entreremo in campo, fermo restando che finora tutti si sono fatti trovare pronti quando sono stati chiamati in causa. L’Este è un’ottima squadra, per batterla dovremo far leva al meglio sull’entusiasmo e sulla consapevolezza di poterci avvicinare in maniera decisiva al nostro traguardo». SCUDETTO – La regular season di serie D terminerà l’8 maggio e dalla domenica successiva le vincenti dei 9 gironi si contenderanno lo scudetto dilettanti. Le sfide dei triangolari si disputeranno domenica 15, 22 e 29 maggio, la final four in campo neutro con semifinali venerdì 3 giugno e finale domenica 5. A ESTE – I biglietti per Este-Venezia sono in vendita nella sede societaria di viale Ancona 43 a Mestre: 10 euro curva ospiti (300 posti), 12 tribuna coperta (100 posti), bambini fino a 14 anni gratis.

Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Domenica c’è il big match a Este e il Venezia prepara quella che potrebbe essere la partita della svolta. Ieri la squadra ha ripreso gli allenamenti e il gruppo agli ordini di mister Giancarlo Favarin è praticamente al completo: sta per rientrare anche Calzi e i colpi rimediati domenica da Cernuto e Carbonaro non sembrano aver lasciato strascichi. Con l’Este rientreranno gli squalificati Soligo e Serafini mentre oggi dovrebbe arrivare lo stop per Modolo, causa somma di ammonizioni. Favarin assisterà al match ancora dalla tribuna, dovendo scontare il secondo e ultimo turno di squalifica. Ieri è partita la prevendita dei biglietti messi a disposizione dall’Este per i tifosi arancioneroverdi: sono in totale 400, tra Curva ospiti (300) e Tribuna coperta (100), al prezzo di 10 e 12 euro (gratis fino ai 14 anni). I biglietti sono acquistabili nella sede di viale Ancona fino a venerdì (9,30-12,30 e 15-18). A cinque giornate dalla fine del campionato, la Lega nazionale dilettanti ha diramato il calendario di poule scudetto, playoff e playout: si inizierà il 15 maggio per chiudere il 5 giugno con la finale scudetto. Per il titolo di campione d’Italia concorrono le nove squadre prime classificate di ciascun girone e perciò già promosse. Il Venezia ha già conquistato lo scudetto dilettanti nel 2012 e, una volta timbrata la promozione, proverà a fare il bis. Si giocherà su base triangolare il 15, 22 e 29 maggio, il 3 giugno le semifinali (gare uniche in campo neutro) e il 5 giugno la finale, sempre a gara unica in campo neutro. Per quanto riguarda i playoff, ai quali accedono dalla seconda alla quinta classificata di ogni girone, si disputeranno le semifinali di ogni girone il 15 maggio e quindi le finali il 22: in palio c’è il miglior piazzamento nell’eventualità di un ripescaggio in Lega Pro. I playout per la salvezza, invece, si disputeranno il 22 maggio in gara unica, mentre il 15 maggio è riservato agli eventuali spareggi.

Ore 13.40 – (La Nuova Venezia) Due gol in tre minuti, prima doppietta stagionale, a una sola lunghezza dalla doppia cifra raggiunta un anno fa ad Acqui. Rientro con il botto per Giacomo Innocenti, assente nel derby contro il Mestre e schierato da Favarin nel tridente alle spalle di Maccan contro il Fontanafredda. «Mi mancava il campo e il gol» osserva l’attaccante, «non ho iniziato bene, non ero contento della mia prestazione, poi sono arrivati i due gol a porre rimedio. Io faccio sempre fatica quando arrivano i primi caldi, poi marzo non è stato un mese facile, tra soste e contrattempi fisici, ho penato per trovare il ritmo nel primo tempo. Grande gol il secondo? Sì, bello, sono contento, anche perché ha praticamente chiuso la partita». Nove reti in campionato, giocando spesso part time. «E senza l’aiuto di un calcio di rigore, al contrario della passata stagione quando ho calciato qualche rigore e sono arrivato a quota dieci. Cercavo la doppietta, è arrivata, adesso l’obiettivo minimo è raggiungere la doppia cifra, mancano ancora cinque partite, ce la devo fare». Nemmeno il tempo di raggiungere, nella classifica cannonieri, Carbonaro, che l’attaccante ex Monza ha infilato il suo decimo gol. «Sono contento per Paolo, so che lo inseguiva anche lui. È un grandissimo attaccante, uno dei giocatori che mi ha maggiormente impressionato al Venezia. Poi è positivo che in vista del finale di stagione siamo andati a segno io, Carbonaro e Maccan. Servono i gol di tutti per arrivare al più presto alla promozione, e arriverà anche il turno di Lattanzio e Volpicelli, due giocatori che sarebbero titolari in qualsiasi altra squadra. Li vedo tutti i giorni in allenamento e so il loro valore». Motivo in più per alzare il livello qualitativo. «La voglia c’è sempre stata, adesso con una rosa così ampia sei ancora più consapevole che devi guadagnarti il posto ogni settimana». Domenica il Venezia va a Este, il Campodarsego sul campo del pericolante Levico. «È lo scoglio più arduo verso la promozione» conclude Giacomo Innocenti, «anche se poi avremo il Belluno al Penzo. Dovessimo passare senza danni anche questa giornata di campionato, la Lega Pro sarebbe molto più vicina». Prevendita. Aperta la prevendita per la gara con l’Este per i tifosi del Venezia: i biglietti costano 10 euro per il settore di curva ospiti (300 biglietti in dotazione) e 12 euro per il settore di tribuna coperta (100 biglietti a disposizione). Ingresso gratuito per i bambini fino ai 14 anni, i biglietti si possono acquistare fino a venerdì 8 aprile in sede, in viale Ancona, ai seguenti orari: mattina dalle 9.30 alle 12.30, al pomeriggio dalle 15 alle 18.

Ore 13.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Ad incitare il Vicenza sabato scorso al Menti in curva Sud, c’erano anche due grandi ex: Giorgio Carrera e «Ciccio» Schenardi. E alla fine si può dire che abbiano portato fortuna ai biancorossi di Franco Lerda, che hanno centrato la terza vittoria stagionale davanti ai propri tifosi. «E’ stato un gesto spontaneo — spiega Schenardi — era da un po’ di giorni che ne parlavo con Giorgio Carrera che mi ha spiegato la situazione a Vicenza, sono venuto con entusiasmo per cercare di dare un segnale con la mia presenza. Purtroppo la situazione societaria con molti debiti e la classifica rendono il futuro del Vicenza problematico, per questo credo sia necessario chiedere chiaramente un progetto serio per le prossimo stagionali. Mi stupisce anche che le istituzioni e anche molti ex giocatori importanti si disinteressino di una società che ha una storia importante, una tradizione e un pubblico da massima serie. Un quadro triste e chi ne è responsabile dovrebbe lasciare strada a chi può ridare al Vicenza un futuro con qualche speranza». Pur lontano da Vicenza, Schenardi è ben informato della situazione in cui versa la società biancorossa e non esita a manifestare la sua preoccupazione. «Rispetto a quando ho giocato a Vicenza ho notato un clima strano, una negatività e un netto distacco tra la tifoseria e la società con la squadra che sta nel mezzo e non può non risentirne. Eppure il pubblico ha dimostrato anche sabato scorso che in serie B ha pochi eguali, per presenze, calore e competenza. Purtroppo anche questo campionato sta regalando tante sofferenze ed è chiaro che è difficile continuare su una strada che, a parte lo scorso campionato, dura da oltre dieci anni. Una svolta è necessaria, ma vista la situazione debitoria non pare facile, anche se la speranza è sempre l’ultima a morire». Speranza che sul campo si è riaccesa in campo dopo le ultime due vittorie consecutive. «Sei punti che hanno tolto il Vicenza da una situazione disperata, ma per uscirne c’è ancora molto da fare. Contro il Livorno ho visto una squadra in ripresa, ma qualche difficoltà è ancora presente. L’impressione è che si dovrà lottare fino all’ultimo minuto sperando che Franco Lerda, che è stato mio compagno di squadra al Brescia, riesca a dare la giusta carica al gruppo. Ci sono giocatori importanti come Benussi, Brighenti, Galano e Raicevic e se Giacomelli torna a giocare come sa questo gruppo ha i mezzi per salvarsi, obiettivo primario anche per il futuro prossimo».

Ore 12.50 – (Giornale di Vicenza) Non gli è servito molto tempo per divenire uno dei beniamini del Menti. Daniel Adejo, il puntello difensivo acquisito in emergenza dal Vicenza dopo l’infortunio che ha posto fine al campionato di Thomas Manfredini, sabato scorso è stato tra i più applauditi in occasione della bella vittoria contro il Livorno. Un bell’attestato di stima per un giocatore arrivato da poco, e in una situazione tutt’altro che semplice per la squadra: «Mi ha fatto molto piacere sentire gli applausi del pubblico – commenta il difensore nigeriano – È bello vedere che il lavoro fatto in settimana ripaga, e che la gente riconosce e apprezza il nostro impegno sul campo». Con Brighenti ha formato una coppia davvero solida: sembra che giochiate insieme da sempre… “Il merito è dei compagni, che mi hanno aiutato ad inserirmi. Non è mai facile quando si arriva a campionato in corso: il gruppo ha già i suoi equilibri, se non c’è disponibilità può diventare tutto più complicato. Invece a me è bastato seguire l’esempio di chi giocava già qui: mi sono messo a disposizione dei compagni con serietà ed umiltà, loro lo hanno apprezzato e mi hanno dato una mano”. Sembra in ottima condizione anche dal punto di vista atletico. “Sto bene, mi posso allenare bene, quindi da quel punto di vista non ho problemi”. Il nuovo tecnico Lerda ha puntato su di lei. Che cosa è cambiato con l’arrivo del nuovo allenatore?”Io sono la persona meno indicata per poterlo dire, perché purtroppo ho avuto poco tempo per conoscere Marino. Penso che la chiave di tutto sia stata il giusto rapporto che si è creato fin da subito tra l’allenatore e i giocatori: nonostante ci fosse un legame solido con Marino, il gruppo si è subito messo a disposizione del nuovo allenatore, che così ha potuto provare a proporre le sue idee fin dalla prima partita. Il segreto è sempre lo spirito di squadra nel suo insieme: se non si va tutti dalla stessa parte, non si possono ottenere buoni risultati”. Proprio i risultati finalmente sono arrivati: due vittorie di fila, servivano come il pane! “Eh sì, vincere aiuta a vincere, è proprio vero. Adesso dobbiamo continuare così, perché la serie B è un campionato molto lungo e molto difficile, nessun risultato può mai essere dato per scontato, quindi la nostra salvezza è ancora tutta da conquistare”. Come ha ritrovato questo campionato, dopo l’esperienza in Grecia? “È sempre lo stesso campionato equilibrato: ogni squadra sa farsi valere, è preparata a livello fisico e tattico, quindi bisogna sempre faticare molto per portare a casa dei punti”. E come ha ritrovato il Veneto, dov’era arrivato da ragazzino quando ha lasciato la Nigeria? “Qui mi trovo molto bene, e anche la mia famiglia che mi ha seguito sta bene, e questo è davvero importante: mi dà grande serenità, posso concentrarmi solo sugli allenamenti e sulle partite senza altre preoccupazioni. Del resto, ero stato accolto bene anche da piccolo a Lusia, quindi avevo dei bei ricordi legati al Veneto”. Vedendo il Vicenza che sprofondava sempre più in classifica, non si era pentito o preoccupato? “Ma no. Certo, tutti noi ci siamo resi conto che la situazione non era positiva, che serviva cambiare passo per non retrocedere. Ci siamo impegnati tanto prima con Marino, poi con Lerda, e finalmente siamo riusciti a ottenere i risultati che inseguivamo da tanto tempo. Adesso, con maggiore fiducia e serenità, possiamo affrontare le ultime partite, decisive per la stagione”. Il prossimo banco di prova sarà a Cesena, contro una squadra in corsa per i playoff. “Il Cesena è una squadra davvero molto forte, ma noi possiamo solo pensare a noi stessi. Hanno già detto un po’ tutti che per noi, da qui alla fine, tutte le partite saranno come una finale: sembrano solo frasi fatte, ma dev’essere davvero così, nel senso che noi dobbiamo scendere in campo ogni volta per dare il massimo in quella singola partita, determinati a vincerla. Ci impegneremo tutta la settimana per farci trovare pronti sabato e dare il massimo”.

Ore 12.20 – (Gazzettino) Il Bassano ha fermato la cavalcata del Cittadella (undici vittorie consecutive in campionato, record per la Lega Pro) ma, come ha affermato il tecnico ospite Sottili al termine del derby di lunedì sera, il passo falso della squadra granata dovrebbe semplicemente aver rimandato la festa promozione. Perché dieci punti di vantaggio a cinque turni dal termine rappresentano un margine di sicurezza più che confortante: il Cittadella, in sostanza, potrebbe permettersi di perdere tre partite e restare comunque un punto più avanti del Bassano, che a sua volta dovrebbe vincere sempre. A Stefano Marchetti il ragionamento non va a genio: il direttore generale vuole immediatamente rivedere la squadra tornare al successo per chiudere i conti il prima possibile. «Nel derby non è stato il solito Cittadella, i motivi possono essere tanti. Non abbiamo trascorso una settimana-tipo, con la trasferta di Coppa Italia nel mezzo che non ci ha permesso di allenarci secondo il nostro standard, poi le soste a noi fanno male, è successo così anche dopo Natale. Detto questo, il Bassano ha disputato una gara accorta, nella propria metà campo, e ha sfruttato al meglio le ripartenze. Una partita storta, per tante ragioni, bisogna accettarla e guardare avanti». Il derby sarà analizzato per bene in settimana. «Sappiamo di avere commesso degli errori, li correggeremo in questi giorni. Bisogna rimanere concentrati, consapevoli di avere ancora cinque finali da giocare. Tutti dite che il più ormai è fatto, non posso negarlo nemmeno io, ma quel poco che manca bisogna conquistarselo perché ancora non è stato vinto niente. E fare l’ultimo passo, alle volte, risulta l’impresa più difficile, lo sa bene chi lavora nel calcio da tanti anni». Con il Bassano poteva andare diversamente se l’arbitro avesse concesso il rigore su Litteri, apparso evidente. «Era netto, si trattava di un episodio importante, avvenuto sullo 0-0, ma non recrimino sull’errore dell’arbitro. È andata così». Le due sconfitte ravvicinate tra Coppa e campionato, possono scalfire qualche certezza all’interno del gruppo granata? «Perdere non è mai salutare, dalla prestazione di lunedì dobbiamo ricavare tanta rabbia e riversarla in campo nel prossimo turno». Come e dove ripartire? «Da un gruppo di ragazzi straordinari, che da mesi sta lavorando con grande professionalità e determinazione. Una rosa di giocatori con grandi lavori, professionali, tecnici e umani. In fondo abbiamo perso una partita su undici, ci può stare». Litteri è a digiuno da oltre due mesi, quanto mancano i suoi gol al Cittadella? «Le sue reti sono importanti, ma il suo lavoro per la squadra è altrettanto rilevante. Litteri ha classe, l’ha dimostrato anche con il Bassano, è sempre un giocatore determinante». Ecco il centravanti granata: «L’intervento di Bizzotto su di me era falloso, il mio piede è rimasto sotto il suo. Poteva essere decisivo per le sorti della partita». Le pesa il gol che manca da così tanto tempo? «Un attaccante vive per il gol, ma la cosa che più conta è la squadra. Se il Cittadella vince senza il mio contributo in fase realizzativa, va bene comunque». Festa solo rimandata? «Manca poco ma non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia. La partita con il Bassano dev’essere da monito».

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Guai a farne un dramma! Punto primo perché 10 lunghezze di vantaggio sulla più immediata inseguitrice, a 5 giornate dalla conclusione, sono un margine talmente ampio da sconsigliare ogni crisi di sconforto. Punto secondo perché sarebbe ridicolo farlo dopo una striscia-record di 11 vittorie consecutive. Punto terzo perché il Cittadella visto nel primo tempo del derby veneto contro il Bassano era ben lungi dal sembrare una squadra in difficoltà. Detto questo, è allo stesso modo sbagliato sottovalutare lo 0-2 incassato lunedì sera al Tombolato. La rabbia. Perdere non è mai piacevole, d’accordo, ma se il k.o. si rivelasse alla fine salutare? Gianluca Litteri ne è convinto. «Non credo proprio ci saranno ripercussioni dopo questa gara», sottolinea il centravanti catanese. «Anzi, la sconfitta potrà regalarci energie positive: trasformeremo la delusione in cattiveria agonistica, già dalla trasferta di Reggio Emilia di domenica. Vogliamo dimostrare che questo è stato soltanto un episodio». Quel rigore… Ma la rabbia di cui parla il puntero granata ha alle sue origini pure un’altra causa. «Su di me, al 20’, c’era un rigore netto. Non so come l’arbitro abbia fatto a non vederlo, mi è rimasta la caviglia proprio sotto a Bizzotto, che mi stava marcando. Se ce lo avesse concesso, ora saremmo qui a commentare una partita totalmente diversa». Sono salite intanto a sei le sue giornate senza reti. «Metto sempre le esigenze della squadra davanti alle mie, ma è ovvio che il gol un po’ mi manca. Però, se quel rigore ci fosse stato assegnato, penso proprio che lo avrei tirato io…». Il filo rosso. Le recriminazioni non cancellano i meriti del Bassano e, come ha chiarito mister Venturato al termine del match, nemmeno gli errori commessi dal Citta. A ben guardare, tolta dal conto la pazza gara in casa dell’Albinoleffe che costò il primo rovescio stagionale, un unico filo rosso lega tra loro le sconfitte interne incassate contro FeralpiSalò, Sudtirol e Bassano: ogni volta Iori e compagni si sono fatti sorprendere da avversari bravi a chiudersi e veloci a ripartire. «Dobbiamo riconoscere i meriti del Bassano, rivale indubbiamente tosto, e lo si era capito già all’andata», ammette Litteri. La stanchezza. Le sofferenze patite nella ripresa hanno, tuttavia, pure un’altra spiegazione. «Abbiamo giocato un buon primo tempo, spingendo molto, ma sbagliando ogni volta la scelta finale e permettendo al Bassano di tener botta. Nel secondo siamo stati troppo imprecisi nei passaggi e ci siamo trovati costretti a rincorrere l’avversario, sprecando energie preziose e stancandoci molto. A quel punto, gli uomini di Sottili hanno saputo sfruttare gli spazi che abbiamo concesso». «Il Citta? Lo invidio». Per poter compiere subito il passo che ancora manca alla promozione, il Cittadella deve imporsi a Reggio e sperare in un rovescio, a questo punto improbabile, del Bassano contro la Pro Piacenza, allo stadio Mercante. Ma è stato lo stesso Stefano Sottili, tecnico dei giallorossi, a chiarire nella sala-stampa del Tombolato che i granata non devono certo vivere come un assillo l’ultima parte del campionato. «Il Cittadella ha tenuto ritmi impressionanti nel corso della stagione. Per quanto mi riguarda, nemmeno da calciatore sono mai riuscito ad inanellare 11 vittorie consecutive. Gli uomini di Venturato, invece, le hanno raccolte abbinando loro anche i successi in Coppa Italia: vorrei essere io nella stessa situazione! L’importante, nel calcio, è saper ripartire, mantenere equilibrio senza esaltarsi per una vittoria o deprimersi per una sconfitta». Appunto.

Ore 11.40 – (Corriere del Veneto) «Sei arrivato sul rettilineo finale con un largo vantaggio? Non significa che tu abbia già vinto, a volte gli ultimi metri sono quelli più faticosi, perché magari ci arrivi stanco dopo aver tirato per tanto tempo… E quei metri bisogna farli, in un modo o nell’altro». Lunedì sera mancano pochi minuti alle 23 quando il dg Stefano Marchetti lascia la sala stampa del Tombolato dopo il ko con il Bassano. E le sue parole, consegnate quasi al volo, fotografano lo stato d’animo del Cittadella. Che vive sereno, su questo ci sono pochi dubbi, visto che lunedì sera il vantaggio da 13 punti è sceso a 10, comunque un’enormità. Tanto che a Venturato qualche giornalista di Bassano ha fatto notare come l’atteggiamento tenuto in conferenza stampa fosse quello di chi fosse stato condannato a un finale di campionato grigio e senza soddisfazioni. L’atteggiamento che va per la maggiore nella città murata, però, impone un profilo basso, anche quando forse non ce ne sarebbe bisogno. Adesso, armandosi di calcolatrice, vincendo a Reggio Emilia e in caso di sconfitta contemporanea del Bassano e di mancata vittoria del Pordenone, la festa potrebbe arrivare nel prossimo weekend. Ma l’ipotesi più probabile è che per la serie B sia necessario attendere il posticipo con il Pordenone di lunedì 18 aprile, quando il Tombolato potrebbe imbandirsi nuovamente come nei giorni in cui si indossa l’abito di festa. «Abbiamo perso una partita — taglia corto l’attaccante Gianluca Litteri — e ci può stare se di fronte trovi il Bassano. Ci avevano messo in difficoltà già all’andata, è una squadra molto ben messa in campo e lunedì ha giocato molto bene. Il rigore non concesso su di me avrebbe potuto cambiare tutto, ma è inutile stare qui a recriminare. Andiamo avanti, rimbocchiamoci le maniche e ripartiamo, perché dopotutto abbiamo sempre un buon vantaggio che abbiamo conquistato con grande fatica».

Ore 11.10 – (Gazzettino) L’amministratore delegato Roberto Bonetto sul Gazzettino di ieri ha rincarato la dose su alcune decisioni arbitrali sottolineando che a Pordenone il Padova è stato trattato a pesci in faccia, e che una società non può investire milioni di euro e poi un arbitro non vede un rigore o un fuorigioco. «Ci sono giocatori che prendono milioni di euro e sbagliano un rigore, e dirigenti che investono milioni di euro e sbagliano le scelte. Può anche capitare che gli arbitri sbaglino: ribadisco, l’importante è che gli errori siano sempre in buona fede. Come presidente non tollererei forme di arroganza che al momento non ci sono state segnalate».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Quindi aggiunge: «Succede che nei tre gironi ci possano essere delle situazioni che generano sicuramente un momento di preoccupazione all’interno dei club, ma devo dire che abbiamo una buona qualità della classe arbitrale, al pari con la qualità dei campionati che sono molto difficili. Capisco tutto, ma anche l’arbitro fa parte del gioco e può sbagliare, è umano». Tornando allo specifico della situazione biancoscudata, tra Bergamin e il numero uno della Lega Pro ci sarà a breve un altro faccia a faccia. «Lo vedrò anche la prossima settimana perché partecipa ad alcuni incontri del consiglio di Lega che sono allargati. Apprezzo molto lo stile di Bergamin, anche questo è un modo di rappresentare una società. Ripeto, mi ha fatto presente una situazione di preoccupazione, posso solo dire che non posso e non voglio avere rapporti con gli arbitri, se non con il designatore Giannoccaro per riportare formalmente ciò che avviene. Mi fido moltissimo di lui».

Ore 10.50 – (Gazzettino) «Capisco l’amarezza dato che in questa fase del campionato la posta in palio è molto alta, ma il mio compito è vigilare. Non posso interferire con l’operato degli arbitri». A parlare è il presidente Gabriele Gravina della Lega Pro, che abbiamo interpellato telefonicamente sulle proteste del Padova in merito a una serie di decisioni arbitrali penalizzanti, le ultime delle quali nella trasferta con il Cuneo. «La settimana scorsa ho avuto un incontro con il presidente Giuseppe Bergamin che mi ha indicato alcune situazioni che si sono verificate, ma bisogna anche comprendere che siamo in una fase molto calda della stagione e che ci possono essere degli errori. L’importante è che siano commessi in buona fede, è l’unica cosa che dobbiamo chiedere come garanzia. Mi dispiace perché io sono il terminale di una serie di lamentele che arrivano non solo dal Padova».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Biancoscudati di nuovo al lavoro in vista della sfida all’Euganeo domenica alle 17.30 con la Pro Patria che è fondamentale vincere per alimentare le risicate speranze in chiave play off (distacco di sette punti). Pillon potrà contare sui rientri dalla squalifica di De Risio e Diniz, quest’ultimo tornato a lavorare in gruppo con una fasciatura al ginocchio dopo avere effettuato un programma differenziato la settimana scorsa. Del tutto recuperato Corti che si è allenato con i compagni, e via libera dallo staff medico per Anastasio, ieri comunque a parte. Solo una leggera sgambata per Dionisi. I giocatori impiegati in terra piemontese hanno svolto una seduta atletica ad hoc, lavoro con il pallone per gli altri compagni. Oggi doppia seduta alla Guizza, domani alle 16 amichevole a Conselve con la squadra locale che milita in Seconda categoria. GIUDICE. Sanzionato il Padova con un’ammenda di mille euro «perché propri sostenitori al termine della gara intonavano un coro offensivo verso un assistente arbitrale». Con la Pro Patria non sarà a disposizione Baldassin che con il Cuneo ha rimediato la decima ammonizione (seconda con il Padova) ed è stato squalificato per una giornata.

Ore 10.20 – In corso l’allenamento mattutino alla Guizza, prevalentemente dedicato al lavoro atletico.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Quindi non darà spazio a qualche giovane che qui ha giocato di meno? «Metto in campo chi merita di giocare. Non ho mai avuto nulla per grazia ricevuta, e non sarò certo io a farlo: l’allenatore deve scegliere chi crede possa permettergli di vince re le partite, non m’interessano altri discorsi». A dicembre, arrivato a Padova, lei disse: “Torno per finire una cosa che avevo lasciato in sospeso”. Con la salvezza anticipata si è fatto definitivamente perdonare? «Il giudizio arriverà tra cinque partite, solo allora tirerò le somme, e mi domanderò se avrò fatto bene o meno. Oggi, a maggior ragione dopo il pareggio di Cuneo, non sono assolutamente in pace con me stesso. Chissà, forse con il tempo arriveranno i traguardi importanti che questa società merita». Allude ad un suo futuro ancora in biancoscudato? «Intanto pensiamo a queste 5 partite, e poi vediamo».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Fino a domenica le motivazioni venivano da sole. Adesso come si trovano? «Attraverso il lavoro, ognuno dentro di sé. In queste 5 gare io cercherò di lavorare ancora più di prima, e di farlo bene, sino in fondo: voglio il massimo, esigo che non si pensi che il campionato sia già finito. Non sopporterei mai un atteggiamento di questo tipo, perché vorrebbe dire gettare al vento 4 mesi di lavoro». Possibile che la squadra stia accusando lo “scotto”, nelle gambe o nella testa, dei tre mesi condotti a mille all’ora? «Direi di no, sarebbe troppo facile crearsi degli alibi. Abbiamo giocato alla morte, anche a Cuneo fino all’ultimo abbiamo provato a vincerla, e anche nelle difficoltà abbiamo sempre compiuto il nostro dovere e fatto ciò che potevamo fare. Non posso rimproverare nulla alla squadra». In questa fase, ancora più di prima, andrà in campo chi dimostrerà in settimana di tenere a questa maglia? «Vestiamo una casacca importante e dobbiamo onorarla fino in fondo. Se qualcuno di loro ha intenzione di mollare, o pensa che ormai non ci sia più niente da dire, fa prima a stare direttamente a casa. Chi va in campo deve dare il 101%, sarò molto vigile in questi giorni negli allenamenti».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Alla ripresa degli allenamenti non c’è l’euforia che si avvertiva nella scorse settimane, non c’è quell’elettricità nell’aria che aiutava a sperare nel domani con un discreto ottimismo e la voglia di provarci. E forse è normale che sia così, visto che l’1-1 di Cuneo, e la vittoria dell’Alessandria a Pavia nel posticipo di lunedì sera, hanno aumentato il gap del Padova nei confronti del quarto posto, ora distante 7 punti, e ridotto a 5 le partite per provare a colmarlo. Bepi Pillon è un vecchio “lupo di mare”, calcisticamente parlando, e sa bene che ormai servirebbe un autentico “cataclisma” per rovesciare, in un mese, una sentenza che pare scritta e che condanna il Padova a stare fuori dagli spareggi per la Serie B. «Ho sempre creduto alla possibilità di arrivarci, e adesso sono molto ridotte», ammette il tecnico biancoscudato. «Ma per noi stessi, e per chi ci segue, fino a che avremo anche solo il 5% di possibilità di farcela, ce la giocheremo. È giusto provare a finir bene la stagione: arrivare decimi o quinti in classifica fa un’enorme differenza, e provarci è un dovere che abbiamo nei confronti di chi ci sostiene sempre, certo, ma anche di noi stessi».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il Padova ha ripreso gli allenamenti alla Guizza, e oggi sarà impegnata in una doppia seduta: ieri pomeriggio, alla ripresa, si sono regolarmente allenati sia Corti che Diniz, mentre Dionisi e Anastasio hanno svolto ancora lavoro differenziato. Domani alle 16 la squadra giocherà un’amichevole a Conselve (stadio di via Vettorato 5) contro l’Atletico Conselve, formazione che milita in Seconda Categoria. MULTA. Il giudice sportivo della Lega Pro ha inflitto al Padova mille euro di ammenda “perché i sostenitori in campo avverso al termine della gara (di Cuneo, ndr) intonavano un coro offensivo verso un assistente arbitrale”. Domenica prossima all’Euganeo mancherà il centrocampista Luca Baldassin, squalificato dopo la decima ammonizione stagionale. Contro la Pro Patria fischierà il signor Annaloro di Collegno: ha già diretto i biancoscudati in Serie D in occasione delle trasferte (vittoriose) di Arzignano e Belluno.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) La prestazione di domenica di Cunico è stata eccellente. Uno spezzone di qualità, tanto che pure Bepi Pillon si è complimentato con lui nell’immdiato dopogara. Cunico prova a paragonare la propria situazione a quella di altri grandi campioni come Totti, Toni e Di Natale, che faticano ad appendere le scarpe al chiodo: «Da estimatore di Di Natale e di Totti, fa male vederli fare certe figure. Purtroppo arriva il momento in cui ti rendi conto che il tuo avversario è sempre mezzo passo avanti a te. Sta a te capire quando smettere. Nel caso di Totti si sta alimentando questa situazione che non fa bene a nessuno, tantomeno a lui. La società fra l’altro gli ha offerto un futuro dirigenziale, meglio di così…. Per quanto mi riguarda, spero di capire quando sarà il momento di smettere, al momento mi sento bene e una mezz’ora di qualità penso di poterla fare. Sarò il primo a farmi da parte quando capirò che è giunto il momento». Sui playoff, un ultimo pensiero: «Le possibilità sono molto scarse — chiude Cunico — ma non mi arrendo. I sette punti dall’Alessandria sono in realtà quattro, abbiamo lo scontro diretto in casa. Ci proveremo, anche se non abbiamo mai fatto un filotto sinora e questo qualcosa vorrà dire…».

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Mille euro di multa al Padova «perché propri sostenitori in campo avverso al termine della gara intonavano un coro offensivo verso un assistente arbitrale». E non è tutto, perché arriva pure una squalifica per una giornata a carico di Luca Baldassin per cumulo di ammonizioni. Non fossero bastate le polemiche post-Cuneo ieri ecco altra carne al fuoco, tanto che fare una telefonata al capitano del Padova, dopo che la società ha fatto sentire la propria voce (e lo farà nuovamente), è quasi un passaggio obbligato. «Personalmente — evidenzia Marco Cunico — non ho mai amato le polemiche sugli arbitraggi, chi mi conosce lo sa bene. Sono convinto che non ci sia alcun complotto o disegno contro il Padova, altrimenti sarebbe inutile giocare. Anzi: credo piuttosto che, visto il nome del Padova e di questo glorioso club, dovrebbe essere il contrario. A Cuneo, parlando della stretta attualità, qualcosa ci è stato tolto. Il rigore su Sparacello si poteva dare e, quanto al fuorigioco che mi è stato fischiato, credo non ci fosse. Non so dire se avrei segnato o meno, posso ribadire che, essendo arrivato il fischio al momento dello stop, di sicuro sarei andato con altro piglio a calciare. Ne abbiamo parlato fra di noi in pullman ma è doveroso tirare dritto e pensare alla prossima partita».

E’ successo, 5 aprile: ripresa della preparazione per i Biancoscudati, in gruppo Diniz e Corti mentre lavorano ancora a parte Anastasio e Dionisi.




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