Live 24! Padova-Giana Erminio, la vigilia: ultimi accorgimenti, confermato l’undici di Bergamo

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Ore 21.40 – (Il Piccolo) A Monfalcone, in realtà, Daniel Bradaschia è solo nato (nel 1989), poi non ha quasi più messo piede nella cittadina dei cantieri e si sente udinese a tutti gli effetti. Ma certo domani giocare contro l’Ufm con la maglia della Triestina in un derby decisivo, non sarà una sensazione da poco. «In effetti – ammette l’attaccante – una sensazione particolare ci sarà e io contavo molto di esserci. Ora per fortuna sto bene, certo dopo un mese e mezzo può esserci all’inizio un po’ di difficoltà nel ritmo partita, ma sono pronto». Quali sono per voi le insidie di questa partita? «Purtroppo ci siamo complicati la vita da soli con gli ultimi risultati. Potevamo avere due risultati utili a disposizione, ma non sarà così, con tutte le difficoltà del caso». I giocatori dell’Ufm li conosce bene: cosa teme di più? «Direi che hanno qualcosa di più in attacco rispetto a noi. Hanno fatto molti più gol, si trovano meglio in queste partite dove le palle inattive possono essere decisive. Una coppia Godeas-Zubin la vorrebbero tutti». Voi invece siete reduci da un periodo non esaltante. «Diciamo che forse dovevamo far qualcosa d più in casa. Non dico a livello di gioco, perché costruiamo bene, ma bisogna essere più concreti: spesso arriviamo al limite dell’area e poi sembra che non sappiamo cosa fare. Se non sfrutti quello che gli avversari concedono, è dura». A cosa è dovuta questa carenza? «Forse un fatto soprattutto mentale di alcuni giovani che pensano sia solo un gioco. Ma faccio un discorso generale di tante squadre, non solo di Triestina: se i giovani vogliono che il calcio diventi per loro un mestiere vero e ambiscono ad arrivare in alto, in questa serie D di basso livello devono avere un altro atteggiamento. Spesso invece vedo il compitino e basta». A lei cosa è mancato per puntare più in alto? «La persona giusta al momento giusto. Qualche anno fa Nicola mi aveva portato al Livorno in B, ma ancora non so perché sia saltato tutto. Da lì in poi mi sono un po’ perso tra tanti casini con società e procuratori vari». A detta di molti, il momento grigio della Triestina è dovuto proprio alla sua assenza. «Questo me l’hanno detto in tanti, perchè è mancato qualcosa a livello di uno contro uno e assist. Fa piacere sentirlo, ma speravo che con o senza di me, mancasse poco per essere salvi. Invece siamo impantanati e bisogna anche guardare dietro. Spero che in giro non si regalino punti, il rischio è che anche il Fontanafredda ne faccia parecchi». Ma ci credete alla salvezza? «Certo. Ma adesso bisogna vincere con l’Ufm e basta. Credo che se la vinciamo, poi sullo slancio possiamo farcela anche senza i playout». Finalmente ci sarà il ritorno di tanti tifosi. «Noi non vedevamo l’ora: giocare in un Rocco vuoto non può far piacere. Abbiamo sofferto la loro assenza. Sono contento e spero ci sostengano tutta la partita, perché si può vincere anche all’ultimo minuto. E spero nessun fischio se si è ancora sullo 0-0 perché i giovani possono risentirne. Spero davvero vada tutto bene per festeggiare anche con i tifosi a fine partita. Ora che è tutto a posto a livello societario, non dobbiamo rovinare tutto non salvandoci. Non deve accadere».

Ore 21.20 – (Corriere delle Alpi) Belluno in emergenza domani alle 15 Polisportivo contro l’Abano Terme. Mosca è fermo ai box per una distorsione alla caviglia, Duravia non ha recuperato dal problema al menisco accusato nel derby contro il Ripa Fenadora. Ai due assenti per infortunio si è aggiunto per squalifica Pescosta, appiedato dopo il giallo preso a Venezia. Una vittoria per i bellunesi vorrebbe dire quarto posto sicuro e ancora qualche chance per centrare il terzo. «L’Abano è una squadra che ha cambiato diversi giocatori a dicembre, oltre che l’allenatore, ed è riuscita a risalire in classifica»,spiega il tecnico del Belluno, Vecchiato, «ormai mancano solo tre giornate alla fine della stagione regolare, ed è normale ci possa essere anche un po’ di stanchezza, considerati anche i primi caldi: ma non possiamo mollare proprio ora. Dopo la sconfitta in casa del Venezia, ripartire con una vittoria sarebbe fondamentale per noi. Purtroppo ci saranno tre assenze importanti ma come sempre daremo tutto per provare a vincere la partita». Probabile formazione: Solagna, Sommacal, Calcagnotto, Pellicanò, Franchetto, Bertagno, Masoch, Quarzago, Miniati, Corbanese, Acampora. Arbitra Marco Monaldi di Macerata. Assistenti: Livio Cassese di Gorizia e Flavio Pompeo Cifù di Cervignano del Friuli. Il Belluno “Dona un sorriso”. Il Belluno giocherà le due ultime gare casalinghe, contro l’Abano e la Liventina, indossando la maglia con il logo della nota associazione che da anni raccoglie fondi per beneficenza. Al termine di questa stagione proprio queste magliette verranno messe all’asta e il ricavato sarà consegnato interamente all’associazione. «Siamo felici che il Belluno abbia accolto con entusiasmo la nostra proposta», spiegano Alberto Ibou Dalla Corte e Michele De Pellegrin di “Dona un sorriso”, «ringraziamo di cuore il presidente Perissinotto e tutta la società per il loro appoggio e il loro sostegno».

Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) Non ci saranno tifosi del Pavia a Lumezzane e non per scelta dei supporter azzurri. Il prefetto di Brescia Valerio Valenti ha disposto il divieto di vendita dei biglietti ai residenti in provincia di Pavia per la gara di domani pomeriggio. Ad annunciarlo ufficialmente è stata ieri mattina la società azzurra, avvertita poco dopo le 11. «Il provvedimento è stato preso su richiesta del Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive, dell’Osservatorio Nazionale e dopo le valutazioni espresse dal Questore – si legge nella comunicazione – per le intemperanze poste in essere, nel parcheggio dello stadio di Pavia, da un gruppo di tifosi in occasione del rientro del pullman della squadra di ritorno dalla trasferta di Mantova». I tifosi che eventualmente avessero già acquistato il biglietto per Lumezzane dovranno ora farselo rimborsare. Il 10 aprile a Mantova il Pavia ha perso per 1-0 e, a metà della ripresa, i tifosi azzurri hanno abbandonato lo stadio Martelli. Si sono precipitati a Pavia e in una cinquantina hanno bloccato il pullman della squadra quando ha fatto ritorno al Fortunati. Ci sono stati momenti di tensione e poi il chiarimento tra la squadra e i tifosi, che ritenevano i giocatori si fossero impegnati troppo poco. La decisione del prefetto di Brescia apre un altro problema, in vista dell’ultima partita di campionato l’8 maggio. In programma c’è la partita tra Feralpisalò e Pavia. Altra trasferta in terra bresciana. Il dottor Valenti adotterò lo stesso provvedimento? I tifosi del Pavia sono condannati a seguire la squadra solo in casa?

Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) Mentre oggi pomeriggio il Pavia preparerà la trasferta di Lumezzane con la rifinitura la società deve guardare al futuro e anche ai rientri dai prestiti che riguarderanno ben nove elementi sotto contratto e andati in prestito nelle ultime due sessioni di mercato. Potrebbe tornare al Pavia Marco Martin, attualmente al Pordenone dove ha disputato 12 gare nel girone di ritorno, dopo le tredici all’andata con la maglia azzurra. Il laterale sinistro ha ancora due anni di contratto con il Pavia. Un altro giocatore passato da Pordenone, ed oggi in prestito al Trapani, ma anche lui azzurro per contratto è Caio De Cenco. L’attaccante italo-brasiliano è tra gli elementi di ritorno per i quali un pensiero per una sua permanenza nella rosa è più che possibile. Dopo la sua non brillante prima parte di stagione sotto la guida di mister Marcolini, Giovanni La Camera ha collezionato quattro presenze in B al Como e anche lui ha altre due stagioni di contratto con il Pavia. Un giocatore che comunque molto difficilmente rimarrà in via Alzaia, anche se per lui ci sono possibilità di collocamento. Undici gare alla Maceratese per Rocco Sabato, che nel ritorno sta ottenendo più soddisfazioni che a Pavia e a gennaio aveva “spalmato” il suo contratto su due stagioni a partire dal 1 luglio prossimo. Questa buona seconda parte di stagione potrebbe aprire per lui qualche opportunità per il prossimo campionato, ma non dovrebbe rimanere a Pavia. Al Renate è Nicola Pavan, legato al club azzurro fino al 30 giugno 2017: visto che non ha un contratto lungo l’ipotesi per lui è di un prestito annuale. A 38 anni sembra difficile trovare una collocazione in Lega Pro ad Andrea Soncin che con l’Albinoleffe ha realizzato quattro gol in 29 presenze. Gli estimatori del “Cobra” lo vedrebbero a Pavia come uomo spogliatoio, ma saranno valutazioni da fare tra società, staff tecnico e lo stesso giocatore vigevanese. Quattro sono i portieri legati al Pavia: oltre al titolare Davide Facchin, che ha un altro anno con il Pavia ,ci sono Anthony Iannarilli, Giovanni Volturo e Andrea De Toni. Gli ultimi due ritorneranno dai prestiti con il Locarno in Svizzera e con il Pordenone. Iannarilli titolare negli ultimi due campionati prima a Gubbio e oggi alla Pistoiese. Iannarilli a Pavia non è mai stato fisicamente ma solo contrattualmente e potrebbe anche nella prossima stagione fare altrettanto andando in prestito.

Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) «Il Mapei è uno stadio moderno che abbiamo rinnovato con tanto impegno e che viene gestito con grande professionalità. Siamo contenti di metterlo a disposizione della Reggiana Calcio e di poter rendere Reggio capitale del calcio europeo ospitando la prossima finale di Champions League femminile». Adriana Spazzoli, vice presidente del Sassuolo Calcio e moglie di Giorgio Squinzi, amministratore unico del gruppo Mapei, rinnova l’impegno nei confronti della città sottolineando «l’affetto con cui Reggio risponde». «Il pubblico reggiano ha dimostrato una affezione crescente nei confronti del Sassuolo – spiega -. Abbiamo portato spettacolo e tante opportunità e siamo orgogliosi di aver varato un progetto sulla sicurezza in collaborazione con le autorità locali. Un progetto che andrebbe esportato anche in altre realtà italiane. Portiamo avanti anche altri progetti, abbiamo varato un campo invernale e organizzato tante attività per i giovani». Relativamente a questo non sono però mancate le contestazioni di un parte della tifoseria granata. «Non voglio entrare nel merito di queste cose. Non me ne occupo. A Reggio abbiamo avuto tantissime manifestazione d’affetto e l’interesse che abbiamo suscitato è sempre maggiore. In città, così come in tutta Italia, la nostra squadra è ben vista. Il Sassuolo è stata ribattezzato la “squadra simpatia” perché in tantissimi ci seguono e ci tifano dopo la propria squadra del cuore». Nel frattempo in città c’è grande fermento per la finale di Champions League femminile che si giocherà al Mapei Stadium il 26 maggio. Una soddisfazione per voi? «Siamo onorati che la Uefa abbia scelto il nostro stadio per un evento di questa portata. Ospiteremo anche le finali giovanili e non è cosa da poco. Spero veramente che la finale di Champions possa contribuire a lanciare in Italia il calcio femminile, uno sport bellissimo che meriterebbe assolutamente maggiore attenzione. All’estero è molto seguito e speriamo che questa finale possa aiutare a uscire dal provincialismo che in Italia lo relega in un angolo». Come vi state preparando all’ evento? «Abbiamo effettuato migliorie allo stadio. Interventi che erano già in programma e che abbiamo anticipato perché ci sono stati espressamente richiesti dalla Uefa. Ce la stiamo mettendo tutta per rendere il Mapei Stadium perfetto per accogliere l’evento». Il gruppo Mapei a Reggio non è solo calcio. Da anni siete uno dei co-sponsor della Pallacanestro Reggiana. Avete mai pensato di incrementare il vostro impegno o, eventualmente, di entrare in società? «No. Il calcio assorbe già tantissime risorse e l’impegno economico è notevole. In più siamo presenti nel mondo del ciclismo e ai mondiali di ciclismo. Detto questo, sottolineo che siamo felici di poter sostenere il basket reggiano. La pallacanestro è uno sport seguitissimo dai giovani, bello ed entusiasmante. Il nostro sostegno fa parte del progetto che portiamo avanti da anni nel comprensorio emiliano». Che impressione le sta facendo la Grissin Bon? «Ci fa grande piacere vedere che la Pallacanestro Reggiana stia facendo un campionato di vertice e merita pienamente i risultati che sta ottenendo sul campo». Sarete presenti ai playoff? «Speriamo davvero di poter venire al palasport ad applaudire la squadra nell’appuntamento più importante dell’anno». L’ipotesi che ci celebri un matrimonio Reggio-Sassuolo in una polisportiva basket-calcio è pura utopia? «Ci sono state interessanti collaborazioni fra le due società. Siamo molto vicini alla pallacanestro, ma non ritengo possibile sviluppare un progetto in tal senso perché parliamo di realtà diverse e di luoghi diversi che non credo potrebbero coesistere senza una sorta di conflittualità».

Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) Il sindaco di Mantova Mattia Palazzi non ha avuto il tempo materiale, anche nella giornata di ieri, per spiegare ai lettori della Gazzetta e agli sportivi mantovani la sua opinione relativamente alla proposta-offerta del patron del Mantova Serafino Di Loreto. A titolo puramente personale (qualsiasi riferimento è totalmente voluto…) vien da pensare che dopo il simpatico fervorino rivolto dal fondatore di Sdl al primo cittadino («Palazzi? Chiacchiere e distintivo», Gazzetta di Mantova, 11 aprile) la situazione sia destinata a rimanere in stallo ancora per un po’, visto che Palazzi non sarebbe stato visto festante alla lettura dei giornali di quel lunedì. Di sicuro c’è che dopo le dichiarazioni dell’ex vice presidente Tirelli e il puntuale intervento del consigliere di amministrazione Leonardo Quaglia chiunque può constatare come i toni del patron di Rezzato siano decisamente più pacati, come emerge dalle sue parole in risposta al silenzio prolungato del primo cittadino: «Attendo con fiducia le dichiarazioni del signor Sindaco» sono le uniche parole dell’industriale fondatore dell’azienda che viviseziona gli episodi di anatocismo (tassi elevati) nel mondo bancario. Nessuna parola, che però magari potrebbe essere spesa al termine della partita contro il Pro Piacenza, arriva dal patron riguardo alle parole del commercialista dei soci mantovani, Leonaerdo Quaglia, che ha dichiarato come: «Non esiste alcun atto formale di impegno da parte dei soci mantovani nei confronti di chicchessia per le prossime stagioni sportive». Di Loreto potrebbe ribadire nei prossimi giorni la sua proposta-offerta di affidare a Mattia Palazzi la raccolta fondi per mettere insieme un budget societario di 4 milioni, 1 dei quali messo personalmente a disposizione dallo stesso Di Loreto. Sulla vicenda va segnalato l’intervento del direttore generale Gianfranco Bernasconi, che ieri è stato a colloquio con il presidente Sandro Musso tanto sul fronte delle trattative per l’acquisto di parte delle quote dell’Acm (per le quali restano in piedi tre ipotetiche candidature) quanto per i rapporti con i soci di minoranza: «Io e il presidente – dice il dg – abbiamo concordato sulla stima nei confronti di Bompieri, Tirelli e Giovanardi. Sono persone che hanno fatto di tutto per il Mantova e che anche per quest’anno hanno messo a disposizione somme significative. Riteniamo sia un peccato perdere la loro disponibilità e pensiamo che magari allo stadio, domenica, si possa raggiungere quell’intesa sui contenuti che a volte non emerge automaticamente quando il dialogo si svolge a distanza». Bernasconi lancia un ulteriore segnale di disponibilità alla minoranza: «Speriamo che i soci mantovani continuino nella loro opera per il bene del calcio Mantova, eventualmente con modalità definibili nei prossimi giorni».

Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) Quella di domani sarà la prima partita ufficiale di Lega Pro in panchina per Gabriele Graziani, chiamato a sostituire lo squalificato Luca Prina. Il bomber della storia biancorossa (83 gol) non è particolarmente emozionato per l’evento: «Massì, c’è un po’ di tensione in più ma non è certo questo il mio pensiero principale – sottolinea Ciccio – qui c’è da aiutare il mister a venir fuori da una classifica preoccupante, c’è da conquistare la salvezza. Cosa può contare la mia sensazione?». In vista della sfida contro gli emiliani (inizio alle ore 18) l’infermeria è affollata: «Masiello sta gradatamente recuperando – spiega Graziani – Di Santantonio è squalificato, Cristini ricomincerà martedì, Ungaro farà la risonanza nei prossimi giorni, anche Beretta non sarà disponibile e Ruopolo dovrebbe cominciare a correre a fine maggio. Caridi sarà fra i convocati, deciderà Prina se e come utilizzarlo». La formazione dovrebbe vedere Bonato fra i pali; Lo Bue e Sereni sulle fasce; Trainotti, Carini e Scrosta centrali; a metà campo Gonzi, Raggio Garibaldi e Tripoli a metà campo; in attacco Marchi e Falou Samb. Caridi potrebbe entrare a gara in corso, visto che anche ieri ha svolto per intero la seduta insieme ai compagni. «Ci attende una partita molto dura – ribadisce Graziani – loro hanno vinto ben sei partite fuori casa e sono ad un passo dall’obiettivo. Dovremo avere il necessario equilibrio, senza perdere calma e lucidità qualora il gol dovesse tardare ad arrivare. C’è solo una medicina per guarire dalle difficoltà dell’attacco – afferma con sicurezza Graziani – il lavoro è l’unico rimedio per risolvere questo problema. I ragazzi sono consapevoli di questo e sanno bene quale deve essere il nostro obiettivo, l’aggancio ed eventualmente il sorpasso ai danni del Cuneo che ora è davanti sei punti. Riuscire in questo compito avrebbe quasi il valore di un campionato vinto. C’è comunque da dire che con mister Prima abbiamo dovuto affrontare le prime cinque squadre della classifica e quindi anche le potenzialità dell’attacco non hanno avuto molti sbocchi. Per questo nel finale di stagione sarà determinante remare sempre nella stessa direzione, sulle polemiche societarie non mi pronuncio perchè mi mancano gli elementi». Stamane seduta di rifinitura per i biancorossi, che poi andranno in ritiro. Il Pro Piacenza è zeppo di ex; da Cardin a Bini, a Carrus fino al centrocampista Giorgio Schiavini, che giocò nel Mantova di Lodi 28 partite, segnando due gol: «Troveremo un ambiente caldo, per il Mantova è la gara della vita ma io là voglio avere la possibilità di giocare e spero nei tre punti».

Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Luca Strizzolo è vicinissimo al rinnovo del contratto. L’attaccante, che dovrebbe essere a disposizione di Bruno Tedino nonostante un problema alla caviglia destra che l’ha tenuto lontano dal gruppo per tutta la settimana, si è incontrato di recente con lo staff societario e gli ultimi dettagli sono stati limati. Se non ci saranno scossoni, allora, a breve arriverà l’annuncio: l’attaccante di Bicinicco, autore quest’anno di otto gol (miglior stagione da quando milita tra i professionisti), metterà la firma non su un contratto annuale, bensì su un biennale che lo legherà al Pordenone fino al 2018. Una bella dose di responsabilità, quindi, per chi era arrivato in riva al Noncello con velleità di rilancio e che in una sola stagione è diventato un punto di riferimento assoluto nella corsa ai playoff. Ma Strizzolo non è il solo ad avere davanti a sè il rinnovo della fiducia. La società neroverde, infatti, è vicinissima a riconfermare anche Matteo Buratto. Il centrocampista, ultimo reduce dalla cavalcata di due anni fa in serie D, ha convinto lo staff dopo un’annata, la scorsa, fatta di troppi alti e bassi. Anche per lui arriverà la firma a breve. Poi sarà la volta di Alberto Filippini e Matteo Tomei, altri due contratti annuali che il Pordenone punta a rinnovare anche per il prossimo anno. In questo caso, però, il dialogo è ancora alle fasi preliminari. Alla vigilia della gara contro il Cuneo, quindi, arrivano due notizie gradite al popolo neroverde: Strizzolo e Buratto non lasceranno il Bottecchia.

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Pordenone-Juventus B, oppure Milan B-Pordenone, ecco cosa potrebbe accadere nel prossimo futuro. La Lega Pro spalanca le porte alle squadre B di serie A e gli scenari si fanno sicuramente affascinanti. Pensando, intanto, che domani ci sarà il Cuneo da battere al Bottecchia, volgendo lo sguardo alla serie B. SQUADRA B – Arriveranno le squadre B, probabilmente quando scatterà pure l’obbligo di una compagine femminile per ogni club di Lega Pro. Cioè nella stagione 2017-18 e l’allargamento alle donne è fissato dalla scorsa estate. Per le squadre B, difficile che già dalla prossima stagione entri in vigore la modifica di regolamento (articolo 50). Nella riunione presieduta da Gabriele Gravina è emersa l’apertura esplicita alle squadre B, come nel modello presente in Spagna. Si tratterebbe di compagini “minori” delle formazioni più importanti del campionato di serie A, in cui giocheranno giovani al fine di farli crescere e restare comunque all’interno del proprio club, senza girare in prestito. Stando alla proposta avanzata, le squadre B parteciperanno al campionato di Lega Pro come gli altri club di categoria, ma non potranno essere soggette a promozioni e retrocessioni. Inoltre, dovranno seguire le regole previste per tutte le altre squadre della Lega Pro sulla composizione della rosa. Ad esempio, non sarà possibile inviare un giocatore reduce da un infortunio alle partite in Lega Pro, come può avvenire con la formazione Primavera: perché il rischio di falsare i campionati sarebbe altissimo. Al momento sono forse quattro le squadre di serie A, tra cui la Juventus, che hanno manifestato interesse e hanno accolto con favore l’idea. Secondo il presidente Gravina, il primo vantaggio che riguarda la Lega Pro è principalmente il prestigio. Pensare ad un Pordenone-Juventus B può avere il suo fascino. Secondo Gravina, potrebbero arrivare risorse e permettere di far crescere giocatori giovani importanti: concetto base della Lega Pro. Altro punto, il divieto di schierare giocatori extracomunitari, già in vigore in Lega Pro, che permetterebbe una maggiore crescita dei calciatori italiani. SQUADRA C – Un pareggio contro una squadra di Eccellenza. Questo è l’esito del test infrasettimanale sostenuto dal Cuneo, che domani giocherà allo stadio Bottecchia. I biancorossi di mister Fraschetti hanno affrontato la Cheraschese, concludendo la partita con il risultato di 2-2. A segno, nella prima frazione di gioco, Mattia Corradi per due volte. Prima, con un piattone su assist di Dennis Scapinello ha sbloccato il risultato. Ha raddoppiato, dopo il palo di Matteo Chinellato, con un sinistro ad incrociare. Nell’intervallo il Cuneo ha cambiato totalmente l’undici in campo. Contro le “seconde linee” biancorosse, la Cheraschese ha prima accorciato sugli sviluppi di un corner. In piena zona Cesarini, di precisione, la marcatura del definitivo 2-2. REGOLE – In Lega Pro sono state definite nuove regole per l’iscrizione. La fidejussione (bancaria o assicurativa) per il campionato sarà di 350mila euro. Verrà introdotto il tetto massimo sul budget per calciatori e staff tecnico, pari a un milione e mezzo di euro sulle retribuzioni lorde fisse. Infine, potrebbe essere fissato anche il tetto massimo sui contratti per ogni tesserato: il singolo accordo non dovrà superare l’importo lordo di 70mila euro. Dichiarati, ovviamente.

Ore 18.40 – (Messaggero Veneto) Metti una platea di studenti e un gruppo di calciatori che portano la loro esperienza. Il risultato è scritto: un successo. E così è stato l’incontro di ieri tra mister Tedino, capitan Stefani e i giovani Boniotti, Pasa e Beltrame del Pordenone e gli allievi del Kennedy, l’istituto tecnico industriale di via Interna. Per un’ora e mezzo i ragazzi hanno ascoltato la lezione dei neroverdi, il cui messaggio principale è stato uno: «Studiate, perché la formazione scolastica è importante, e coltivate i vostri sogni». Un’ora e mezzo di chiacchierata moderata da Paolo Ghisoni, giornalista di Sky Sport e creatore del progetto “La giovane Italia”, ha fatto il botto. Gli studenti, infatti, sono rimasti incantati dai giocatori neroverdi, disponibili e desiderosi di raccontare la loro esperienza, che non è fatta soltanto di luci, ma anche di ombre. «Alla vostra età – ha raccontato Stefani, classe ’84 – militavo nel settore giovanile del Milan e speravo di ripetere la carriera di chi avevo davanti a me. Non è andata così, ma sono stato lo stesso contento di ciò che ho fatto e di come sono arrivato a questo punto: sono maturato e ho comunque coltivato i miei sogni senza perdere di vista la vita reale». Simone Pasa aveva toccato il cielo con un dito: a 18 anni aveva esordito in serie A con l’Inter. «E andavo a cena con Sneijder, Juan Jesus e altri grandi giocatori – ha spiegato –. Ero reduce dalle prime presenze nel mio ruolo, quello di centrocampista. Sembrava tutto facile, invece l’anno successivo andai a Varese e tutto si complicò. Cominciai a giocare in difesa per rendermi utile alla squadra e da lì ho imparato a destreggiarmi anche nel nuovo ruolo. Credo che lo spirito di adattamento che ho avuto sia stato fondamentale e mi abbia aiutato nelle successive esperienze». Come in quella di Pordenone, dove è stato rilanciato da Bruno Tedino. «Purtroppo – ha affermato il tecnico – tanti ragazzi che escono dai settori giovanili importanti pensano di affrontare categorie come la B o la C con facilità. Invece non è così. Voi, adesso, vi state allenando a superare gli ostacoli e non ad aggirarli. La vita è difficile, fuori di qui. State raccogliendo le informazioni per affrontarla al meglio». Studiare è importante: lo hanno detto tutti e in particolare Boniotti e Beltrame, rispettivamente classe ’95 e ’93, che non hanno terminato gli studi, ma vogliono riprendere in un futuro. «E’ difficile conciliare lo sport e la scuola ad alto livello – hanno affermato –, ma sappiamo che è importante e che in futuro riprenderemo il percorso».

Ore 18.20 – (Messaggero Veneto) C’è un solo dubbio nel Pordenone che scenderà in campo domani a sfidare il Cuneo. E riguarda il reparto che ha più soluzioni, cioè quello offensivo. Sarà Cattaneo o Filippini a completare l’attacco? E’ questo il ballottaggio a 24 ore dal match e che rimarrà nella testa di Bruno Tedino sino ad almeno dopo lo svolgimento della rifinitura, che si terrà stamani a porte chiuse al De Marchi. Ieri il tecnico dei neroverdi ha lavorato sui movimenti e sulle finalizzazioni della fase d’attacco, facendo così ruotare tutti i componenti del reparto compreso Strizzolo, che sino a giovedì aveva svolto lavoro differenziato. A ogni modo, data per certa la presenza del centravanti, così come quella di Berrettoni, attualmente in grande spolvero, va consegnata l’ultima maglia per cui ballano i due: si opterà per l’imprevedibilità e le accelerazioni di Cattaneo oppure per l’estro di Filippini? Possibile che Tedino dia fiducia a quest’ultimo, considerato che arriva dallo spezzone con gol al cospetto della Feralpi e da una discreta prova dal 1’ col Cittadella. Dubbi che saranno sciolti oggi. Per il resto la squadra è confermata: il centrocampo a tre con Mandorlini, Pederzoli e Pasa, la difesa a quattro con Boniotti, Stefani, Ingegneri e Martin, con alle spalle Tomei, altro componente dell’undici titolare in grande forma. Intanto il Cuneo si è preparato alla sfida in Friuli con un’amichevole con la Cheraschesa, squadra di Eccellenza piemontese, terminata 2-2. A segno Corradi e Chinellato nel primo tempo, poi il recupero dello sparring partner. Non è reduce da un gran momento la squadra biancorossa, tanto che è nei playout dopo aver chiuso l’andata a metà classifica: un cambio d’allenatore nel ritorno (da Iacolino a Fraschetti) e due soli successi. L’ultimo, però, ottenuto con la FeralpiSalò. I piemontesi arriveranno al Bottecchia per cercare di uscire dalla zona “rossa”, distante due punti. Arbitro della sfida sarà Riccardo Panarese di Lecce.

Ore 18.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Le distanze sono minime, le sfumature quasi impercettibili. A Bassano, però, tutti hanno capito che è necessario rimboccarsi le mani e difendere il secondo posto. Tutt’altro che scontato, a osservare le mosse della concorrenza, a cerchiare in rosso sul calendario lo scontro diretto col Padova di sabato prossimo e la trasferta a Meda contro il Renate di domani. Nicola Bizzotto lancia il guanto di sfida alla concorrenza. Il secondo posto è un obiettivo realistico e da difendere con le unghie: «Soprattutto nella prima sfida secca ai playoff — evidenzia il capitano giallorosso — giocare in casa è un fattore determinante. Sarà importante giocare tale gara davanti ai nostri tifosi, in quanto serve a noi giocatori per darci un’ulteriore spinta in campo e inoltre può avvicinare nuovi tifosi. Negli ultimi anni la gente che ci segue è aumentata continuamente, spero possano essere sempre di più le persone che ci sostengono ad ogni gara. Ora i punti valgono molto e noi dobbiamo cercare di blindare l’accesso ai playoff, possibilmente mantenendo il secondo posto in queste ultime tre gare». Il primo step sarà espugnare Meda, obiettivo tutt’altro che semplice, considerato che il Renate è migliorata sensibilmente dopo il cambio in panchina. «Il Renate è una squadra difficile da affrontare — chiude Bizzotto — aggredisce a ritmi elevati, mettendo intensità e corsa nell’arco di tutti e novanta i minuti. Rispetto a quando li abbiamo affrontati nel girone d’andata sono cambiati molto, sembrava avessero un piede in serie D ed ora, grazie a una bella rimonta, sono fuori dalla zona playout».

Ore 17.40 – (Giornale di Vicenza) Ormai a proprio agio e perfettamente calato nella parte del capitano, Nicola Bizzotto non possiede naturalmente le stimmate dell’estroso di razza come il predecessore Iocolano e del resto ruolo e mansioni sono altre. Tuttavia il solido legame col territorio e il vissuto dalle giovanili sino ad ora quasi sempre vestendo il giallorosso, lo incoronano punto di riferimento ideale per chi ancora crede alle bandiere nel pallone. Bizzo domani col Renate c’è anche un tabù da sfatare?Tra una cosa e un’altra io a Meda in questi anni non ho quasi mai giocato, una serie di coincidenze uniche. Con Rastelli nel 2012 ero in pieno anno pubalgico (dice proprio così), con Petrone rimasi fuori per un’infiammazione a un legamento e lo scorso anno con Asta sono entrato solo nel secondo tempo con una mascherina protettiva per riparare il naso appena fratturato. Ora vorrei poter stare bene e magari provare pure a vincere una volta da quelle parti che sarebbe anche fondamentale.Il bottino significherebbe playoff aritmetici, è un passaggio chiave?Esatto. In qualunque modo dobbiamo riuscire a portare a casa il malloppo spezzando qualunque sortilegio. Poi, soltanto dopo potremo concentrarci sul miglior piazzamento da ottenere in chiave spareggi. Da un paio di settimane provo a vedere ogni lunedì i possibili accoppiamenti nella postseason ma ho lasciato perdere. Quindici giorni fa era il Pordenone, ora invece saremmo con l’Alessandria, dopodomani chissà. Perciò, siccome cambiano sempre, meglio concentrarsi sui punti che servono per staccare il pass per il tabellone per la B. Ecco, semmai un aspetto è importante…Ovvero?Riuscissimo a centrare la matematica qualificazione ai playoff già a Meda dopo sarebbe decisivo conquistare il vantaggio del fattore campo ai quarti di finale in gara secca. Ho ancora in mente la splendida cornice dello scorso anno quando eliminammo la Juve Stabia. Durante la stagione regolare era venuta parecchia gente a sostenerci, ma con gli stabiesi nonostante la diretta tv lo stadio era pieno e questo ci ha dato una carica pazzesca. Anche perchè da quel momento ne è arrivata sempre di più di gente alle partite. Da bassanese ci tengo tantissimo e mi piacerebbe che si ripetesse. Io poi sogno di incrociare il Pisa, la mia ex squadra. Anche perchè è una presenza che avvertiamo e incide nell’andamento degli incontri. Anche a Cittadella sono venuti in massa ed è stato bellissimo vincere il derby in quel contesto…Il Renate intanto sta viaggiando benone…All’andata parevano sull’orlo del baratro. Ora sono rigenerati, non perdono da settimane e al momento sarebbero salvi. Eppure sono le sfide più delicate: i tifosi si elettrizzano quando affronti il Citta o l’Alessandria, ma le partite più ostiche sono proprio queste. Ce ne siamo accorti con la Pro Piacenza e il Lumezzane. E del resto se vuoi vivere l’atmosfera irripetibile degli spareggi è necessario superare prima scogli come questi.Dove deve crescere il Bassano per decollare?In tanti aspetti: migliorando la produttività sottoporta ed evitando talune sbavature difensive. Ma contro formazioni del genere che scappano in campo aperto con pedine velocissime, tenere l’uno contro uno è davvero dura, credetemi.L’anno prossimo potrebbero esserci le maglie col nome, visto?Sulla mia metto Bisso, in dialetto e scelgo l’8: Bissotto. E ride.

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il 26 aprile 2015 con la sua Fidelis Andria vinceva per 3-2 in casa della Cavese, riportando i pugliesi in Lega Pro. Domani, poco meno di un anno dopo, Giancarlo Favarin punterà al bis per conquistare nuovamente la serie D stavolta con il Venezia. In teoria contro l’Union Ripa La Fenadora, a Rasai di Seren del Grappa (ore 15), basterà un pareggio per la matematica, in pratica però il tecnico arancioneroverde chiede ai suoi un altro sforzo da tre punti. «Siamo arrivati al dunque, dobbiamo solo coronare al meglio un campionato che, considerata la ritardata partenza estiva, è stato davvero ottimo – abbozza già un bilancio mister Favarin – Essere usciti con altre due vittorie dalle ostiche sfide con Este e Belluno è ’tanta roba’. Con nove punti di vantaggio manca davvero un passo e vogliamo compierlo in fretta senza fare calcoli, né sconti». Ieri la prevendita si è conclusa a quota 300, dato non comprensivo degli ultras che (stimati in almeno 250 persone) hanno deciso di acquistare i biglietti direttamente al botteghino di Rasai (vendita a 10 euro dalle 13, cancelli aperti alle 13.30). Nel Venezia out Maccan e Busatto (ginocchio) più Carbonaro (botta), tenuto a riposo in vista del match del 1. maggio al Penzo col Giorgione. «Giocheranno gli undici del 4-1 al Belluno, ma i giocatori sono tutti convocati e andremo in ritiro per avvicinarci assieme all’appuntamento che vogliamo decisivo. All’andata faticammo a battere la Fenadora, domani sarà altrettanto dura sia perché i bellunesi, piuttosto validi dalla trequarti in su, hanno bisogno di punti, sia perchè il rettangolo di gioco è molto piccolo. Dovremo essere bravi a sbloccarla il prima possibile e ’cattivi’ sulle palle inattive. Rasai sarà l’ultimo ’campaccio’ per il Venezia in serie D, un motivo in più per chiudere subito il discorso promozione». Il match Ripa Fenadora-Venezia di domani (ore 15) sarà seguito e commentato in diretta sul sito del nostro giornale www.ilgazzettino.it tramite l’account @vesportg di Twitter. CALCIOMERCATO – Riflettori puntati su acquisti e cessioni martedì 7 giugno al Relais Villa Fiorita di Monastier. L’iniziativa “Un calcio pieno di Mercato”, organizzata da Alessandro Piovesan (Venezia Soccer Academy), darà la possibilità agli addetti ai lavori delle società di serie D e dilettantistiche di intavolare relazioni e scambi. Dalle 18.30 in un convegno i ds Perinetti, Corvino e i procuratori Damiani e Pasqualin parleranno dell’evoluzione del calciomercato (per iscrizioni www.profilo11.com). Ieri, in sede, Giorgio Perinetti e il responsabile del settore giovanile Mattia Collauto si sono confrontati sul tema dei vivai con Mauro Bianchessi, responsabile dell’Attività di base del Milan.

Ore 17.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Andiamo a prenderci la Lega Pro. Ci manca un punto, ma prima di festeggiare dobbiamo conquistarlo». Il Venezia è a un passo dalla promozione: domani (ore 15) sul campo dell’Union Ripa La Fenadora basterà un pari per salutare la serie D. «Abbiamo lavorato tanto per questo obiettivo, abbiamo fatto tanti sacrifici. Ora vogliamo chiudere questa pratica», sono le parole di Gianni Fabiano alla vigilia. Il fantasista arancioneroverde è stato uno degli uomini cardine della stagione e non è alla prima festa promozione. «Questa sarebbe la quarta. Ne ho già vissute tre, di cui due con la Pro Vercelli. Ma a emozioni simili non ci si abitua mai». Dopo la vittoria sul Belluno al Penzo, la squadra ha messo 9 punti tra sé e il Campodarsego (impegnato sul campo del Fontanafredda) e, con tre giornate da disputare, può davvero fare il minimo sforzo per ottenere il massimo risultato. Basta un pareggio ma, dovessero perdere contemporaneamente entrambe le contendenti, sarebbe fatta comunque. «Noi però siamo il Venezia e non vogliamo fare calcoli. Vogliamo finalmente chiudere la questione», aggiunge Fabiano. La trasferta di Rasai di Seren del Grappa non sarà comunque facile, sia perché l’Union Ripa deve ancora scongiurare definitivamente lo spettro play out, sia perché il campo è piuttosto stretto e il Venezia negli spazi ridotti non si esprime al meglio. «Nessuno ci regalerà niente, non è mai successo in questa stagione. Oltretutto all’andata abbiamo incontrato delle difficoltà contro di loro — ricorda il trentunenne milanese — giocando per oltre un’ora in dieci a causa del doppio giallo di Calzi. Purtroppo in tante occasioni gli episodi hanno fatto la differenza. Ma se guardiamo all’intera stagione sono venuti fuori i veri valori di questa squadra». Fabiano ha smaltito la botta subita domenica scorsa durante il match con il Belluno e sarà regolarmente tra i titolari. La formazione ricalcherà quella scesa in campo al Penzo, un po’ perché mister Favarin vuole confermare le buone cose mostrate dai vari Lattanzio e Volpicelli e un po’ perché deve fare i conti con l’assenza di Carbonaro. L’attaccante è ai box per una botta alla caviglia e il tecnico preferisce preservarlo in vista della poule scudetto. Fermo anche Maccan per l’infortunio al ginocchio, il suo rientro in gruppo è previsto martedì. Stagione finita, invece, per Busatto, che nell’allenamento di giovedì, per un banale contrasto, ha rimediato lo stiramento collaterale al ginocchio e ne avrà per circa un mese. Si è intanto conclusa la prevendita dei biglietti, con 300 tagliandi staccati sugli 850 a disposizione. Tanti però li acquisteranno direttamente al botteghino domenica, per cui si prevede che nel settore riservato agli arancioneroverdi si arriverà a circa 600 tifosi presenti. Ieri intanto nella sede di viale Ancona il ds Giorgio Perinetti ha incontrato Mauro Bianchessi, responsabile delle attività di base del Milan, a testimonianza delle buone relazioni tra il Venezia Fc e il club rossonero.

Ore 16.40 – (La Nuova Venezia) Giancarlo Favarin pronto al bis con il Venezia, come Matteo Marcolini. Come quattro anni fa, vigilia di promozione in Lega Pro, allora il Gradisca al Penzo, domani l’Union Ripa La Fenadora a Rasai di Seren del Grappa. Il tecnico pisano è abituato alle feste, non più tardi di dodici mesi fa si accingeva a portare in Lega Pro la Fidelis Andria. «Anche in quel caso la matematica arrivò in trasferta, a Cava dei Tirreni» ricorda Favarin, «ma non si smette mai di emozionarsi di fronte a momenti come questo. Il campionato è ormai andato, ma ci manca ancora un punto, almeno, per iniziare i festeggiamenti e questa certezza la vogliamo ottenere già domani contro l’Union Ripa». Per Favarin sarà la sesta promozione della carriera dopo Castelnuovo Garfagnana (in C/2, 1999), Lucchese (in C/2, 2009, e in C/1, 2010), Venezia (in Seconda Divisione, 2012) e Fidelis Andria (in Lega Pro, 2015). La squadra andrà in ritiro oggi con tutti e 28 gli effettivi della rosa, ma a Rasai mancheranno Maccan, che riprenderà a correre martedì, e Busatto, che gira con un tutore al ginocchio destro dopo la distorsione al collaterale rimediata in allenamento giovedì. Riposo precauzionale anche per Carbonaro. «Ha preso una botta alla caviglia» avverte Favarin, «niente di grave, però preferisco preservarlo per le prossime partite». La stagione del Venezia non terminerà l’8 maggio al Rocco di Trieste, ma proseguirà con la poule scudetto dove si misurerà all’inizio con Piacenza e una tra Bellinzago e Caronnese. «Fiducia alla squadra che ha battuto il Belluno» conferma Favarin per un Venezia che troverà un avversario non ancora in salvo, agguerrito e, soprattutto, un campo che non lo agevolerà. «È molto stretto, sarà per fortuna l’ultimo» conclude il tecnico «per questo motivo ho fatto stringere anche il nostro campo in allenamento, così da essere pronti ad assorbire misure a noi meno congeniali, soprattutto come spazi a disposizione. L’Union Ripa? Non vorrà partecipare passivamente alla nostra festa, come è giusto che sia. All’andata ci fece soffrire». Biglietti. Sono saliti a 300 i tagliandi venduti in prevendita in sede, ai quali si aggiungeranno domani i tifosi della Curva Sud che acquisteranno il tagliando direttamente al botteghino dello stadio di Rasai. Arbitri. Sarà Gabriele Bertelli di Busto Arsizio l’arbitro designato per la gara contro l’Union Ripa: il fischietto lombardo, casualità delle designazioni, ha diretto il Venezia all’esordio in serie D a Dro. Milan. Ieri il direttore sportivo Giorgio Perinetti e il responsabile del settore giovanile Mattia Collauto hanno incontrato Mauro Bianchessi, responsabile tecnico dell’attività di base e dello scouting del settore giovanile del Milan. Un altro segnale di come il Venezia stia continuando a tessere rapporti sempre più stretti con i migliori club italiani.

Ore 16.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E in attesa del match di oggi, ottime notizie arrivano sul piano fiscale. Si è tenuto ieri alla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate l’incontro che ha visto gettare le basi per la rateizzazione del debito Iva a dodici anni. All’incontro hanno partecipato l’avvocato Fabio Sebastiano dello Studio Casa & Associati, advisor legale del Vicenza calcio, Luca Boscato advisor finanziario della società, Alberto Matteazzi di SIC studio integrato, attestatore del piano presentato che verrà depositato in Tribunale per l’omologazione. Presenti ovviamente anche Alfredo Pastorelli quale presidente Vi.Fin, il dottor Nicola Pastorelli (ad di La Colombo Finanziaria),il direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate Pierluigi Merletti e il direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Vicenza Ego Sanin. L’incontro può essere considerato «risolutivo e definitivo», come ha precisato l’avvocato Sebastiano. «L’incontro definisce la trattativa che dal 30 dicembre 2015 il Vicenza calcio ha avuto in essere con l’Agenzia delle Entrate. Determinante la presenza di Alfredo Pastorelli, presidente di VI.Fin, che si è impegnata, al verificarsi di determinate condizioni, a sostenere finanziariamente il piano che il Vicenza Calcio ha presentato e che ha il diritto di opzione all’acquisto di oltre il 90% del capitale della società. Nell’incontro vi è stato un ampio confronto sulla proposta della società, sulle integrazioni richieste e sugli accordi che la società ha già perfezionato e sta perfezionando con i creditori aderenti all’accordo di ristrutturazione dei debiti, in particolare sulle trattative con il Comune di Vicenza». L’avvocato Sebastiano ribadisce come di fatto manchi solo la formalizzazione della trattativa. «L’Agenzia delle Entrate ha manifestato la volontà di accettare la rateazione concedendo però 12 anni (e non i 15 richiesti dalla società) per il pagamento del debito fiscale; ’accordo prevede anche un importante sgravio delle sanzioni. Restano da perfezionare i due accordi con la Banca Popolare di Vicenza e con il Comune di Vicenza, creditori con cui le trattative sono a buon punto: se tutto va per il verso giusto entro metà maggio verrà sottoscritto dai creditori aderenti l’accordo di ristrutturazione dei debiti che poi verrà depositato in tribunale per l’omologazione». Insomma, la società tira un sospiro di sollievo e vede il traguardo dopo una lunga corsa per arrivare alla rateizzazione del debito fiscale. Per altro, l’accordo con l’Agenzia delle Entrate era uno dei due punti nodali, insieme con il mantenimento della categoria, per procedere con il passaggio della società da Finalfa proprio a Vi.Fin. La squadra, sul campo, la salvezza l’ha messa nel mirino: questo secondo passaggio mette l’operazione in discesa.

Ore 16.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Cinque gare al termine del campionato, di cui tre da disputare al Menti con la sfida di oggi contro lo Spezia del grande ex Mimmo Di Carlo, che sulla carta rappresenta l’impegno più difficile. «Veniamo da due gare consecutive e impegnative — sottolinea Franco Lerda — e ci apprestiamo ad affrontare il terzo impegno in sette giorni che, di solito, si presenta come il più ostico per quanto concerne lo sforzo fisico. Credo che stavolta, più del solito, l’aspetto mentale sia molto importante e quando si consegue il risultato le energie fisiche si recuperino meglio. Sono fiducioso, abbiamo ancora un po’ di tempo per recuperare e sono certo che riusciremo a smaltire completamente le fatiche sia a livello fisico che mentale». Undici punti ottenuti nelle ultime cinque gare sono un bottino importante, che ha permesso al Vicenza di risalire dal penultimo posto fino alla zona salvezza. Senza contare che, dopo la penalizzazione di 5 punti, anche il Lanciano è finito alle spalle dei biancorossi. «La squadra sta abbastanza bene — precisa il tecnico dei biancorossi — tra i diffidati abbiamo perso solo un giocatore e, quindi, non dovremo avere grossi problemi. Gli indisponibili sono sempre tanti, ma questa è una situazione con cui conviviamo da sempre da quando sono arrivato, ma finora chi è stato chiamato in causa ha sempre fatto bene, e vedrete che sarà così anche per chi sarà chiamato a sostituire Signori. Dobbiamo proseguire sulla strada tracciata, anche a Salerno la squadra ha giocato con ordine e grande personalità confermando i progressi compiuti. Il gruppo è migliorato, non solo sotto l’aspetto fisico ma soprattutto mentale; i risultati hanno portato serenità e convinzione, è cresciuta anche la fiducia nei nostri mezzi che sono di buonissima qualità». Contro gli uomini di Mimmo Di Carlo servirà un Vicenza al top, visto il valore dell’organico dei liguri. «Ci attende uno Spezia che possiede ambizioni di promozione e che ha saputo confermarle sul campo. Loro hanno valori tecnici importanti, ma il Vicenza è cresciuto come squadra ed è pronto a giocarsi il match alla pari. Di sicuro manterremo la nostra impostazione di gioco: abbiamo sempre cercato di giocare il nostro calcio senza farci influenzare dall’avversario che incontriamo. Poi è ovvio che qualche accorgimento lo potremo prendere, ma la nostra impostazione di gioco non subirà grandi variazioni».

Ore 15.40 – (Giornale di Vicenza) Raggiunto l’accordo per la rateizzazione. Ieri mattina, a Venezia, nella sede della direzione regionale dell’Agenzia delle entrate, si è svolto un incontro risolutivo e definitivo, al termine del quale è arrivata la tanto attesa notizia: è stato accettato il piano di rateizzazione del pagamento del debito fiscale del Vicenza, che ammonta a 7 milioni di euro. La società dovrà onorare il suo impegno in 12 anni. Si tratta di un traguardo fondamentale, perchè la “spalmatura” del pagamento è sempre stato uno dei punti cardine, assieme alla salvezza della squadra, perchè Vi. Fin. , la finanziaria che già controlla e sostiene economicamente il Vicenza, decida di esercitare il diritto di opzione per l’acquisto delle azioni del club biancorosso. A questo punto si può dire che la società di via Schio – campo permettendo – ha un futuro.All’incontro di ieri erano presenti Fabio Sebastiano dello studio legale Casa & associati, advisor legale del Vicenza, Luca Boscato, advisor finanziario del club biancorosso, Alberto Matteazzi, attestatore del Piano presentato (che dovrà essere depositato in tribunale per l’omologazione), il presidente di Vi. Fin. Alfredo Pastorelli, l’amministratore delegato de La Colombo Finanziaria (socia di Vi. Fin.) Nicola Pastorelli, il direttore regionale dell’Agenzia delle entrate Pierluigi Merletti e il direttore provinciale Egon Sanin. L’incontro è durato oltre tre ore; per l’esito positivo è stata determinante la presenza di Alfredo Pastorelli, in quanto nel corso della trattativa ha potuto far presente la disponibilità di Vi. Fin. a sostenere il Piano anche con una rateizzazione in 12 anni, ma comunque con un importante sgravio delle sanzioni. C’è stato un ampio e approfondito confronto tra le parti sulla proposta presentata dalla società il 30 dicembre dell’anno scorso, sulle integrazioni richieste in questi mesi dall’Agenzia delle entrate e anche sugli accordi che la società ha già perfezionato e sta perfezionando con gli altri creditori aderenti all’accordo di ristrutturazione dei debiti. Al termine dell’incontro l’avvocato Fabio Sebastiano ha precisato con soddisfazione: «Il dato di fatto è che la trattativa si è conclusa. Ora va solo formalizzata. L’Agenzia delle entrate ci ha manifestato la volontà di accettare la rateizzazione proposta dalla società, concedendo 12 anni e non i 15 richiesti per il pagamento del debito fiscale. Va precisato che l’intesa prevede un importante sgravio delle sanzioni». E per quanto riguarda gli accordi che il Vicenza sta perfezionando con altri creditori, l’avvocato ha aggiunto: «Ora restano da definire ancora le intese con la Banca Popolare di Vicenza (creditrice di un milione e 652.448 euro, ndr) e con il Comune, ma posso dire che le trattative sono a buon punto. Se tutto va per il verso giusto, entro fine maggio si arriverà alla sottoscrizione da parte dei creditori aderenti dell’accordo definitivo, che poi verrà depositato in tribunale per l’omologazione».E a proposito del debito con il Comune (che è di 477.395 euro), giovedì c’è stato un importante incontro per definire la rateizzazione del pagamento. Erano presenti l’avvocato Fabio Sebastiano, il direttore generale del Vicenza Andrea Gazzoli, il capo di gabinetto della segreteria del sindaco Maurizio Franzina, il legale del Comune avv. Checchinato e Fausto Zavagnin (direttore del settore patrimonio del Comune). Nei prossimi giorni la società biancorossa presenterà la sua proposta di rateizzazione, in modo che anche il Comune rientri nell’accordo per la ristrutturazione del debito. Soddisfatto anche Alfredo Pastorelli. «Siamo sempre più vicini al traguardo, mancano gli ultimi cento metri. Adesso la parola definitiva passa al campo, dove i giocatori devono conquistare la salvezza, cosa che ci permetterà di chiudere la trattativa per l’acquisizione del Vicenza entro l’inizio di giugno. La rateizzazione ottenuta è un obiettivo importante».

Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) Una volta è successo anche che, durante il rito del tuffo sotto la curva, a Mimmo Di Carlo fuoriuscisse una spalla. Per dire com’era: il cuore prima di tutto, in campo, anche a costo di rimetterci qualcosina. In giacca e cravatta è ancora la stessa cosa. Sabato scorso, quando il suo Spezia stava perdendo contro il Pescara, è quasi entrato in campo per dire che non ci stava. Gli è andata bene: ammonizione con diffida. Il giudice sportivo si sarà messo la mano sul cuore.Oggi torna al Menti, da allenatore, dopo nove anni dall’ultimo Vicenza-Mantova. Cosa penserà arrivando allo stadio?Intanto voglio dire che rimango tifoso del Vicenza e sono contento che Lerda abbia fatto questo lavoro. Detto questo la città, lo stadio e questa maglia fanno parte del mio essere Mimmo Di Carlo e lo faranno sempre. Se penso al momento in cui mi andrò a sedere in panchina mi vengono già in mente tutte le emozioni che ho condiviso con amici, giornalisti, tifosi… Purtroppo non potrò vedere Savoini, che cascasse il mondo ogni mattina prendeva il caffè con Caltran. Poi penso a Campana, al quale dico spesso: avvocato, voglio che lei ci sia quando tornerò a Vicenza. E la signora Franchetto, amica straordinaria di lunghissime discussioni sul Vicenza.Alla vigilia della gara d’andata aveva detto: «Chissà che quando in primavera ci riaffronteremo al Menti, questa partita possa mettere in palio punti per raggiungere davvero un traguardo importante, magari insieme…». Perché secondo lei il Vicenza è ancora fermo laggiù?Stando ai dati, fino a che non è cambiato l’allenatore e per colpa di alcuni infortuni il Vicenza non ha trovato continuità. La società è stata brava a capire il momento giusto in cui cambiare: Lerda ha modificato le gerarchie, in campo ora la squadra gioca meno di fioretto ed è più completa e concreta, sa giocare contro tutti. Per noi sarà più difficile, ma anche più entusiasmante.Intanto lei ha portato lo Spezia dalla zona playout all’emisfero opposto dei playoff: come si fa?I giocatori sono stati bravi a mettersi a disposizione, hanno lavorato sodo senza negatività. La squadra, sulla carta, era già da playoff: abbiamo ritrovato compattezza, tutti, anche chi va in panchina, e fiducia nei propri mezzi. Oggi succede che si vedono i risultati, siamo una squadra consapevole che sta bene e ha spirito battagliero.Per lei è cambiato qualcosa dal preparare la partita contro il Vicenza di Marino al prepararla contro il Vicenza di Lerda?Ride. «All’andata lo Spezia aveva bisogno di tre punti fondamentali, il Vicenza ci stava sopra e io ero appena arrivato… I giocatori di base sono gli stessi, solo che sono più sicuri. Il Vicenza difende bene e attacca con tutti: si vede che il gruppo ha gli uomini giusti dotati di voglia e determinazione».Nel mentre che traghettava la squadra ai playoff ha anche rivissuto l’emozione forte della Coppa Italia: più bello battere la Roma all’Olimpico o più deludente la sconfitta con l’Alessandria?La squadra aveva bisogno di lavorare e assimilare i carichi: ci siamo allenati il 6, 7, 8 e 9 gennaio: sapevo che nel trittico Bari-Alessandria-Pro Vercelli avremmo potuto pagare qualcosa. L’Alessandria in quel momento ha dato tutto, noi invece abbiamo sbagliato tre gol. Ma sapevamo che il nostro percorso era orientato al campionato. Dici Coppa Italia e pensi che sono quasi passati vent’anni da quella che lei ha vinto qui…Così tanto? Mi rendo conto solo oggi di quello che abbiamo fatto, una cosa straordinaria: una squadra provinciale che vince la Coppa Italia. Chissà quanti anni dovranno passare ancora prima che un’altra squadra come il Vicenza faccia quello che abbiamo fatto noi.Intanto Francesco Guidolin è andato ad allenare in Inghilterra: se l’aspettava?Credo che il sogno di Guidolin fosse proprio questo: e tutte le cose che ha sognato si sono sempre avverate. Sta vivendo una realtà fantastica, in un ambiente che lo mette a suo agio e dove finita la partita non c’è nessun tipo di stress di quelli che si vivono in Italia giornalmente.E Mimmo Di Carlo quando si siederà sulla panchina del Vicenza?Quest’estate, quando Marino decise di tornare a Catania, per un attimo mi sono detto: vuoi che sia la volta buona, che possa succedere davvero? Ma questa cosa l’ho pensata io eh… Perché allenare il Vicenza significa allenare una grande squadra, come per me lo Spezia adesso è tutto. Da professionista, chi mi conosce sa che ci metto tutto me stesso. E comunque, ovunque andrò, la faccia la metterò sempre io.

Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) Protagonista forse imprevisto, ma non certo per caso. Partita dopo partita, Daniel Adejo con le sue prestazioni di grande sostanza è diventato un pilastro del concretissimo Vicenza di Franco Lerda, componendo con Nicolò Brighenti una coppia difensiva centrale in grado di tenere testa anche agli attaccanti più quotati di questo campionato. Ecco perché la sfida di stasera, contro uno Spezia più che temibile in avanti, comunque non fa tremare le gambe ai biancorossi. «Ci stiamo difendendo bene, con ordine ed efficacia, ma il merito non è solo del reparto difensivo – sottolinea con modestia il giocatore nigeriano -. Tutta la squadra, infatti, si muove nel modo giusto per aiutarci ad ostacolare gli avversari. Certo essere usciti imbattuti da una partita importante e difficile come quella di martedì sera a Salerno è una bella soddisfazione, ma adesso l’importante è continuare così».INSERIMENTO RAPIDO. Non era semplice, per un giocatore arrivato alla fine del mercato invernale, ritagliarsi subito uno spazio così importante nella squadra. «Sinceramente non posso dire che me lo aspettassi – dice Adejo – però è ovvio che sono venuto con la speranza di poter dare anche il mio contributo. Mi sono messo a disposizione con impegno ed umiltà, i compagni mi hanno molto aiutato, l’allenatore mi ha dato fiducia e mi fa piacere aver fatto il mio dovere. Mi sento bene, la condizione è migliorata partita dopo partita, quindi spero di poter essere ancora utile da qui alla fine del campionato per raggiungere, insieme ai miei compagni, la salvezza».BENIAMINO DEL MENTI. Stasera tutto il Vicenza ritroverà la spinta di un Menti ancora più caloroso, considerando il buon momento attraversato dalla squadra biancorossa. Adejo, in particolare, nelle ultime partite è diventato uno dei beniamini dei tifosi, tra i giocatori più applauditi: «Il loro sostegno per noi è molto importante – conferma il difensore -. Il pubblico è sempre stato vicino alla squadra anche nei momenti più duri, mi auguro che sia così anche stasera. Non sarà assolutamente facile, perché affronteremo una squadra forte, che gioca bene ed è in corsa per un obiettivo importante, ma anche noi stiamo inseguendo il nostro obiettivo, quindi vedremo chi avrà più fame e riuscirà ad avere la meglio».

Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) Questi sono, e questi devono bastare. Per la fondamentale partita di stasera contro lo Spezia (fischio d’inizio alle 18 al Menti), Franco Lerda potrà contare su una rosa di giocatori davvero ridotta all’osso. Basta scorrere l’elenco dei convocati per rendersi conto che, a parte gli undici titolari, in panchina il tecnico biancorosso avrà di fatto una formazione Primavera rinforzata giusto da un paio di senatori.EBAGUA KO. La pessima notizia giunta dalla rifinitura a porte chiuse, effettuata ieri mattina al Morosini anziché al Menti (cambio di programma improvviso o pretattica per evitare sguardi indiscreti?), è l’assenza di Giulio Ebagua, nemmeno inserito nella lista dei ventidue. Solo l’altro giorno Lerda si era detto molto ottimista sulla possibilità di avere a disposizione il centravanti titolare, rilanciato dai quattro gol segnati nell’ultimo mese. L’affaticamento agli adduttori di sinistra, invece, non consentirà all’attaccante di affrontare da ex la squadra in cui ha militato due campionati fa. A questo punto Filip Raicevic avrà dunque l’occasione di giocare nuovamente dall’inizio per provare ad arricchire la sua collezione di undici reti stagionali.GIACOMELLI PART-TIME. Oltre all’assenza di Ebagua, in attacco Lerda deve sempre scontare anche la disponibilità solo parziale di Giacomelli, alle prese con la solita caviglia destra dolente. Ecco allora che, probabilmente, anche stasera il numero 10 partirà dalla panchina, sostituito inizialmente da Sbrissa nel trio di mezzepunte con Galano al centro e Vita sulla destra. Nel finale di partita, quando la stanchezza per il terzo impegno settimanale potrebbe farsi sentire anche sulle gambe dei difensori dello Spezia, magari la rapidità del fantasista umbro, sia pure non al meglio, potrebbe rappresentare una carta utile da calare sul prato verde del Menti.GIOVANI SPERANZE. Oltre a Giacomelli, gli attaccanti “di scorta” saranno due ragazzi della Primavera: assieme al centravanti Cecconello, già convocato nelle scorse partite, potrebbe provare l’emozione della prima panchina da professionista l’esterno classe 1998 Matar Dieye, reduce dal successo al torneo di Viareggio, vinto giocando in prestito con la Juventus.URSO PER SIGNORI. Anche in mediana Lerda non avrà possibilità di scelta: assente Signori per squalifica, sarà necessariamente Urso a prendere il suo posto al fianco di Moretti. Modic, sia pure in miglioramento, non è ancora nemmeno convocabile, così in panchina anche nel reparto centrale ci saranno solo due giovani della Primavera, Paganin e Coulibaly.ZOCCOLO DURO. Almeno la difesa, per ora, tiene botta. Lerda potrà così confermare in toto il pacchetto arretrato che si è ottimamente comportato nelle ultime partite: davanti al portiere Benussi la coppia centrale sarà composta da Adejo e Brighenti, con Sampirisi a destra e D’Elia a sinistra. Le alternative in questo reparto saranno un minimo più rodate: un centrale di affidamento come Ligi, un prezioso jolly come El Hasni e il terzino Bianchi che, pur non avendo finora mai giocato in campionato, ha comunque svolto l’intera stagione nel gruppo della prima squadra.LAVERONE OPERATO. Proprio Bianchi va ormai considerato come la prima alternativa di ruolo a Sampirisi. Anche Lorenzo Laverone, infatti, che da diverse settimane non riusciva più ad allenarsi per la borsite al calcagno sinistro, ha chiuso anzitempo il suo campionato: l’esterno toscano è stato operato l’altro giorno a Villa Berica. L’intervento è tecnicamente riuscito e i tempi di recupero sono stimati in circa 30 giorni; a quel tempo, si spera, il Vicenza sarà già in vacanza, a meno di non dover passare attraverso il pericolosissimo prolungamento di stagione dei playout.RITARDO STRATEGICO. Va rilevato che una volta tanto il famigerato “spezzatino televisivo”, peraltro confermando la propria assurdità dal punto di vista sportivo, consentirà a Vicenza e Spezia una sorta di vantaggio strategico. Quando inizierà la partita del Menti, infatti, buona parte dei risultati importanti per la zona playout e la zona promozione saranno già stati acquisiti: la propensione al rischio delle due formazioni in campo, inevitabilmente, potrebbe anche regolarsi di conseguenza.

Ore 14.10 – (Gazzettino) Il Cittadella ha conquistato la serie B tre volte e sempre a otto anni di distanza: nel 2000 con Ezio Glerean in panchina, nel 2008 con Claudio Foscarini al timone e ora con Roberto Venturato. Sono state due sorprese e un’impresa in quanto nel 2000 e nel 2008 il Cittadella, che aveva disputato i play off entrambe le volte partendo dal terzo posto, sembrava spacciato sia con il Brescello che con la Cremonese. Al Bentegodi di Verona è stato decisivo Achille Mazzoleni, entrato con il pallone in porta nei minuti di recupero per l’1-1 finale, risultato che ha dato la promozione alla squadra di Glerean in quanto il Brescello partiva dal quarto posto in campionato. Con la Cremonese nel 2008 pochi credevano nel miracolo di ribaltare allo stadio Zini la sconfitta del Tombolato per 1-0. Invece il tris firmato da Meggiorini, De Gasperi e Coralli fecero sfumare a Emiliano Mondonico una festa data per scontata. La terza conquista della B è cosa recente ed è l’unica volta che il Cittadella ha (stra)vinto il campionato come sappiamo. Una cavalcata da catagolare come impresa. Andrea Redigolo, preparatore atletico del Cittadella dal 1993-94, ha vissuto tutte e tre le promozioni. «Posso dire – sottolinea il “prof” – che sono tre situazioni molto diverse nei tempi e nel contesto ambientale. Inoltre i play off sono partite secche da dentro o fuori, mentre vincendo il campionato con distacco si acquisisce consapevolezza cammin facendo, soprattutto sul piano emotivo. Il punto in comune fondamentale è quello di avere forgiato un grande gruppo di giocatori. Tre allenatori diversi hanno saputo amalgamare e motivare con il loro metodo di lavoro una squadra con la giusta mentalità di gioco e di stare in campo. Sia Glerean, Foscarini e Venturato hanno saputo instaurare un proficuo rapporto con i giocatori».
Sul trionfo recente continua Redigolo: «Ricostruire dopo una retrocessione le condizioni per vincere un campionato è stato il merito più grande. Il direttore Stefano Marchetti ha saputo mettere insieme una rosa di giocatori che hanno creduto nel progetto e ha trovato l’allenatore adatto all’ambiente e con le idee chiare per provare a vincere. Il lavoro costante sulla mentalità, il supporto della società e di tutte le componenti granata hanno fatto il resto, dando identità e personalità a una squadra diventata vincente». Dire quanto questo Cittadella sia più forte rispetto al passato, o se il livello della categoria sia calato, è impossibile. «Tutto va rapportato al suo periodo e i confronti non reggono. Il tipo di lavoro cambia nel tempo e il Cittadella è cresciuto negli anni sia come organizzazione della società, sia nelle strutture sportive. Quando sono arrivato ci si allenava sullo spiazzo dove adesso c’è il campo sintetico e spesso si andava fuori sede. Un anno ricordo addirittura a Tombolo. Sono tanti i fattori che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi. Il Cittadella è diventato un modello di gestione sportiva, la base è data dalla sua filosofia di valori e per ottenere i risultati ci vuole sempre la forza del gruppo». Se questo Cittadella con pochi ritocchi sia in grado di fare bene in serie B, conclude Redigolo: «Ho visto giocatori con buone qualità sia fisiche che tecniche, ma il discorso è prematuro». Anche perchè diversi giocatori sono in prestito, ma sicuramente Stefano Marchetti saprà come meglio muoversi sul mercato.

Ore 13.50 – (Gazzettino) Giulio Bizzotto si è sottoposto ieri a ecografia che ha escluso qualsiasi lesione agli adduttori della coscia sinistra, pertanto si tratta solo di una contrattura recuperabile in pochi giorni. Il giocatore salterà comunque la trasferta con il Feralpisalò. Tutti a disposizione del tecnico granata Roberto Venturato gli altri giocatori. Yusupha Bobb è rimasto a Cittadella, dopo il grave infortunio subito al perone sinistro a gennaio e la riabilitazione con il Chievo, proprietario del cartellino, ma si limita soltanto alla corsa. La preparazione della squadra continuerà questa mattina con la rifinitura, alle 16.30 le convocazioni e la partenza per Salò. Domani il fischio d’inizio è alle 18, arbitra Alessandro Pietropaolo di Modena. La trasferta di domani a Salò sarà seguita da numerosi tifosi con il pullman organizzato dal Salf Granata Club Fontaniva Presente di presidente Silvano Birollo e con mezzi personali. Intanto sono state rese note le date della Supercoppa di Lega Pro: il Cittadella affronterà le vincitrici dei gironi B e C con una partita in casa e una in trasferta nelle date 14, 18 e 21 maggio. Infine il giovane Marco Varnier è stato convocato nella rappresentativa Lega Pro under 19 per uno stage di allenamento che si terrà martedì e mercoledì prossimi al centro tecnico federale di Coverciano.

Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Ci sono i desideri e poi ci sono le regole. Prendete Gianluca Litteri, uno degli uomini-chiave della fantastica stagione del Cittadella. Tutti i tifosi si chiedono se rimarrà granata anche in Serie B, visto che il centravanti catanese è giunto alla corte di Venturato in prestito secco dal Latina. È lui stesso a spiegare come stanno le cose: «Qui mi trovo benissimo e vorrei rimanere, ma occorre capire come si evolverà la situazione, perché sono ancora legato contrattualmente ai pontini». Quando vi troverete per discuterne? «Non ho ancora sentito nessuno del Latina, ma credo che accadrà prima della fine del campionato. Vorrei restare in questa società, che mi ha accolto come una famiglia. Però so anche che la mia volontà conta poco, perché, se il Latina vorrà riprendermi, ci saranno pochi margini di manovra». Di fatto, pur fra tante buone stagioni, una così non l’aveva ancora vissuta. «Ho raggiunto il mio record di gol in campionato, 12. In precedenza nel calcio professionistico al massimo mi ero fermato a 9, con la Ternana. L’obiettivo era arrivare in doppia cifra, perché noi attaccanti siamo valutati bene quando superiamo quel muro. Però non ho mai vissuto il gol come un’ossessione, neanche nelle sei giornate in cui sono rimasto a secco. Il rischio, in quei casi, è di caricarsi di energie negative, che poi finiscono con il frenarti». Ce n’è uno a cui è più legato rispetto agli altri? «Sì, quello con l’Alessandria nella sfida del Tombolato. Affrontavamo una diretta rivale ed è stata una grande partita, vinta al 90’. L’abbiamo preparata come una finale, perché sulla carta si presentava come la sfida tra le due squadre più quotate del girone». E il più bello? «Direi il gol nel derby d’andata con il Padova, saltando un paio di giocatori e mettendo il pallone all’incrocio. Lo ricordo bene anche perché, pur non essendo il mio primo centro con la maglia granata, è servito a presentarmi ai tifosi, visto che eravamo ancora all’inizio del nostro percorso. E comunque anche la rete nel derby di ritorno, all’Euganeo, è stata bella pesante». Al Tombolato adesso regna una giustificata euforia, ma la stagione non è finita. «Il prossimo obiettivo è la SuperCoppa di Lega, con le vincitrici degli altri gironi. E confesso che mi piacerebbe ritrovare il Foggia, perché mi è rimasta una certa voglia di rivalsa dopo il risultato della finale di Coppa Italia, anche se al momento il Benevento è favorito per la vittoria in quel gruppo. Ad essere sinceri, mi piacerebbe riscattare pure la sconfitta subìta al Tombolato contro la Feralpi…». Giusto a chiarire che non sarà una gita, domani a Salò. «Non regaleremo niente a nessuno, chiunque scenda in campo. Quel ko ha bruciato parecchio. La Feralpi è una bella squadra, era partita bene e ha tenuto a lungo il ritmo delle prime, ma è difficile resistere sino in fondo se non hai a disposizione un gruppo ampio e di qualità. È stata la nostra forza». Ieri pomeriggio, tolto Bobb, l’unico ad allenarsi in disparte è stato Bizzotto, alle prese con la contrattura agli adduttori della coscia sinistra: l’ecografia ha tuttavia scongiurato lesioni. Stamattina la seduta di rifinitura. Intanto, il difensore Marco Varnier è stato convocato nella rappresentativa nazionale Under 19 di Lega Pro che, agli ordini di Daniele Arrigoni, martedì e mercoledì sarà in stage a Coverciano.

Ore 13.10 – (Corriere del Veneto) Esami per Giulio Bizzotto ieri a Cittadella. Per l’attaccante sono state escluse lesioni muscolari, l’infortunio occorso lunedì col Pordenone non è grave: si tratta soltanto di una contrattura. Buone notizie da Bobb, che ha ripreso a correre e che ieri ha ulteriormente intensificato i carichi di lavoro. Difficile che possa recuperare per scendere in campo nell’attuale campionato, ma il momento peggiore pare alle spalle e questo è senz’altro un bell’assist per lo sfortunato centrocampista granata di proprietà del Chievo. Per i granata le ultime tre partite saranno una sorta di «passerella» in attesa del fischio finale dell’ultimo match della stagione, ma ciò non vuol dire che la squadra di Venturato scenderà in campo deconcentrata o demotivata. Anche perchè nel mirino c’è ancora la Supercoppa di categoria.

Ore 12.40 – (Gazzettino) Con Corti fuori causa anche in questo rush finale di campionato, un altro centrocampista ancora ai box è De Risio che sta proseguendo nel suo programma di lavoro differenziato, senza dimenticare anche il forfait del portiere Petkovic. In vista della sfida con la Giana Erminio, quindi, quasi certamente Bepi Pillon si affiderà allo stesso undici schierato nella vittoria con l’Albinoleffe, tanto più che anche queste sono le indicazioni emerse nell’allenamento di ieri pomeriggio. Il che significa che la linea mediana sarà composta ancora dal tandem formato da Baldassin e Bucolo, supportato sulle corsie laterali da Ilari (destra) e Finocchio (sinistra). Per il resto consueta linea a quattro di difesa con Diniz, Sbraga, Fabiano e Favalli, e in attacco la coppia Neto Pereira e Altinier che è tra le più prolifiche della categoria avendo realizzato finora 24 sigilli. Intanto, sempre ieri si è registrato un altro intoppo durante la seduta di allenamento, con Anastasio che ha abbandonato precauzionalmente il campo per un fastidio alla coscia, e questa mattina in occasione della rifinitura proverà a riaggregarsi ai compagni.

Ore 12.30 – (Gazzettino) Tanto che lunedì sera era tornato per la prima volta in panchina in occasione della trasferta con l’Albinoleffe, e tutto lasciava pensare che potesse rientrare in campo domani con la Giana Erminio. «Lo pensavo anch’io, invece non sarà così. Mi dispiace perché volevo almeno finire la stagione sul campo, ma a questo punto mi hanno detto che non è il caso di forzare un mio rientro e di prenderla con calma». Magari però la squadra riesce ad acciuffare i play off e la stagione si prolunga. «Preferisco non dire niente, anche se spero che i compagni continuino a fare ciò che stanno facendo e che ci sia la possibilità di giocarli. Se lo meritano, quanto a me vedremo». Corti, tra l’altro, ha il contratto in scadenza a fine stagione. Ha già avuto modo di confrontarsi con la società per un eventuale rinnovo? «Al momento non abbiamo ancora parlato di niente, poi ho anche la sfortuna di essermi fatto male. Io comunque ho sempre cercato di dare tutto sul campo quando ho giocato, e spero che sia stato apprezzato quello che ho fatto. Qui a Padova mi sono trovato bene e mi piacerebbe poter rimanere. La mia disponibilità in tal senso è totale, ma per sposarsi ci vogliono due “sì” e vedremo cosa ne penserà la società».

Ore 12.20 – (Gazzettino) Stagione finita in anticipo per Daniele Corti. Nel tardo pomeriggio di ieri il trentacinquenne centrocampista si è sottoposto a una risonanza magnetica, il cui esito sarà ufficializzato oggi, ma è lo stesso giocatore ad anticiparne i contenuti: «Mi hanno detto che si è lesionato un’altra volta il legamento collaterale nello stesso punto dove mi ero già fatto male l’altra volta, purtroppo per me quest’anno è terminato». Il primo infortunio al ginocchio destro risale alla partita casalinga con il Renate (sua ultima presenza), la ricaduta è avvenuta invece giovedì durante la partitella in famiglia dopo aver calciato la palla. «Ho sentito una coltellata alla gamba – racconta – e mi sono buttato per terra perché mi faceva troppo male. Non pensavo che si trattasse del collaterale, perché in questo periodo mi sono sempre allenato senza sentire alcun fastidio».

Ore 11.55 – Sui tifosi: “Che risposta mi aspetto? La solita, anzi li devo ringraziare di cuore perché ci seguono sempre!”. Termina la conferenza stampa.

Ore 11.50 – Sulle scelte: “Mi dispiace molto per Corti perché è un giocatore che dà sempre tutto in campo e perché ha lavorato otto settimane per recuperare e invece ha visto concludersi in anticipo la sua stagione. Anastasio? Ha una contrattura. De Risio? Conto di recuperarlo per la prossima settimana. Dionisi? Torna a disposizione”.

Ore 11.45 – Arriva Pillon. Sulla Giana Erminio: “Pensiamo a questa partita, non a quanto succederà a Bolzano… Loro si giocano la possibilità di salvarsi direttamente, e hanno giocatori di qualità come Bruno e Gasbarroni, Noi dovremo imporre il nostro gioco senza andare all’arrembaggio. L’Alessandria? Sanno di avere delle potenzialità ma sanno anche che tutto è possibile… Noi dobbiamo vincerle tutte, sette punti per noi non basterebbero. Non è facile per noi ma non è facile neanche per loro! La contemporaneità delle partite? Lo trovo giustissimo”.

Ore 11.20 – Qui Guizza: provati i calci di rigore.

Ore 11.00 – Qui Guizza: prove tecniche di 4-4-2 anti-Giana Erminio, conferma per l’undici schierato a Bergamo.

Ore 10.40 – Qui Guizza: la bella notizia riguarda il ritorno di Daniel Niccolini, che inizia a muoversi in campo. Assenti Petkovic, Anastasio, Corti e De Risio.

Ore 10.20 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per la rifinitura sotto alla pioggia.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Quante chance dà ai biancoscudati di potercela fare? «Ce ne sono, e sono anche molto concrete: basta un pareggio dell’Alessandria e tutto viene messo in discussione, a patto che Neto Pereira & C. vincano le loro partite». A questo punto, cosa farà la differenza? «Innanzitutto la condizione mentale, l’aspetto psicologico: sette anni fa, quando riuscimmo ad arrivare con il Padova ai playoff di Lega Pro quando tutti ci davano per spacciati, il fatto che non avessimo nulla da perdere giocò a nostro favore. Prima ancora dell’aspetto fisico, quindi, sarà importante il modo con cui le due squadre scenderanno in campo, e sotto questo aspetto è avvantaggiato il Padova: anche se non lo ammetteranno mai, sono sicuro che il passato stia riemergendo nella mente dei giocatori dell’Alessandria, che avranno sicuramente un po’ di apprensione, perché quanto successo l’anno scorso rischia di ripetersi. Se poi, allo scontro diretto all’Euganeo, si arrivasse con i biancoscudati a tiro di sorpasso, il pronostico passerebbe tutto dalla loro parte». Sabatini per chi fa il tifo? «Sono di parte, ma mi farebbe enormemente piacere se il Padova ce la facesse».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Chi meglio di lui, allora, può conoscere la ricetta della “rimonta impossibile” che diventa possibile? «La remuntada si può fare», è l’opinione di Sabatini. «Lo dice la matematica, e lo dice anche il calendario, visto che all’ultima giornata ci sarà uno scontro diretto come lo avemmo noi la passata stagione alla terz’ultima. E credo proprio che, a questo punto, l’Alessandria senta addosso una notevole pressione». Se lei fosse nei panni dei piemontesi, sarebbe preoccupato? «Secondo me lo sono, nella loro situazione sarebbe impossibile non esserlo. Pensare di dover venire all’Euganeo l’8 maggio non sarà facile, tanto più se allora ci dovessero essere i presupposti per l’aggancio. L’Alessandria è una grande squadra, inutile nasconderlo: molti giocatori sono gli stessi dell’anno scorso, e hanno anche un ottimo allenatore (Gregucci, ndr), quindi l’avversario è molto forte. Ma il Padova ha l’entusiasmo e non ha niente da perdere, mentre i grigi, dopo aver perso i playoff già l’anno scorso, non possono più sbagliare, e questo aspetto potrebbe pesare molto». Può rappresentare un piccolo vantaggio per l’Alessandria il fatto che lo scontro diretto stavolta sia all’ultima giornata? «Potrebbe, perché vincendo le prossime due partite sarebbe al sicuro. Però Bocalon & C. devono andare a Bolzano e quindi ospitare la Reggiana: sanno di dover fare 6 punti, quindi non giocheranno del tutto tranquilli, a differenza di un Padova che scenderà in campo molto più sereno».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È possibile recuperare cinque punti in tre partite, superare l’Alessandria e qualificarsi così per i playoff? Numeri alla mano sì, ma non è facile. Eppure per trovare un illustre precedente non serve nemmeno andare a spulciare molto indietro, negli annali della Lega Pro. Anzi: basta dare un’occhiata alle ultime tre giornate della passata stagione nel girone A per rendersi conto di come la situazione fosse esattamente la medesima. A tre turni dalla fine l’Alessandria era quarta, con 5 punti di vantaggio sul Como, ma nei 270’ conclusivi cambiò tutto. Il Como si qualificò per i playoff (e venne promosso in Serie B battendo nella doppia finale il Bassano che aveva dominato il torneo) sfruttando la vittoria nello scontro diretto alla terz’ultima al “Moccagatta”, e i grigi rimasero a bocca asciutta. Insomma, l’impresa, forti del precedente ravvicinato, è possibile. E il Padova ha uno sponsor d’eccezione, ovvero l’artefice massimo di quella rimonta. Si chiama Carlo Sabatini, il cui nome non può non evocare dolci ricordi al popolo biancoscudato. Con un’altra grande rimonta, quella del 2009, l’allenatore perugino riportò il Biancoscudo tra i cadetti dopo 11 anni di lontananza. E lo stesso fece nella passata stagione, prendendo in mano i lombardi a metà campionato e trascinandoli ad un’impresa storica.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Non c’è ancora certezza sulle condizioni di Daniele Corti: la risonanza dopo l’infortunio al ginocchio destro rimediato dall’ex varesino giovedì in allenamento è stata effettuata ieri sera, e solo nella giornata di oggi se ne conoscerà l’esito. Il centrocampista, in ogni caso, domani contro la Giana Erminio (stadio Euganeo, ore 18) non sarà a disposizione. Ieri pomeriggio, intanto, anche il terzino Anastasio ha abbandonato l’allenamento per un leggero fastidio alla coscia, che non dovrebbe comunque essere preoccupante in vista del match di domani. Corsa a parte per De Risio, ancora assente il portiere Petkovic. Questa mattina alle 10 i biancoscudati sosterranno la rifinitura alla Guizza agli ordini di mister Pillon: pochi i dubbi di formazione per il tecnico di Preganziol, il quale, stando alle esercitazioni tattiche effettuate nella seduta di ieri, dovrebbe confermare contro i lombardi la stessa formazione che lunedì scorso ha battuto l’Albinoleffe a Bergamo, con Bucolo e Baldassin in cabina di regia.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Corti sprona i compagni di squadra a non mollare. Assieme a Neto Pereira, è uno di quelli che ha sempre creduto nei playoff, anche quando la situazione sembrava oggettivamente compromessa, figuriamoci adesso che si è aperto uno spiraglio concreto. «Sì, è vero — conferma — ci ho sempre creduto, perché ho una certa età e ho vissuto situazioni di ogni tipo, in un senso o nell’altro. Ci sono state occasioni in cui traguardi che parevano impossibili si sono materializzati e viceversa. Mollare sarebbe da sciocchi, noi dobbiamo fare il massimo, se poi qualcuno farà meglio di noi pazienza. Ma chiudere la stagione con la coscienza pulita è nostro dovere, nei confronti dei tifosi e anche di noi stessi. Poi, chissà, magari i miei compagni riescono ad andare ai playoff e io recupero per l’ultima partita della stagione, quella decisiva. Magari accadessse questo…». Ieri Pillon ha provato nuovamente la formazione già schierata lunedì a Bergamo, con Bucolo e Baldassin a centrocampo e l’intenzione dell’allenatore trevigiano è quella di proseguire con l’undici schierato contro l’Albinoleffe anche domani con la Giana Erminio. E l’unica cosa che conta, ovviamente, sono i tre punti.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Tegola annunciata per Daniele Corti, che si era nuovamente infortunato nella giornata di giovedì durante l’allenamento de alla Guizza. L’ex Varese si è sottoposto ieri nel tardo pomeriggio a risonanza magnetica, il cui esito ufficiale verrà comunicato nella giornata odierna. Ma è stata evidenziata nuovamente una lesione al collaterale del ginocchio, lo stesso già infortunato nella partita con il Renate da un primo riscontro sommario che di solito chi è del mestiere sa dare anche appena svolto l’esame. «Purtroppo temo che la situazione sia questa — sospira Corti — non pensavo fosse nulla di serio ieri, ma è arrivata questa notizia che mi è stata data dagli esami svolti oggi. Stagione finita? Credo proprio di sì, sinceramente sono un po’ demoralizzato e non pensavo che sarebbe andata in questo modo. Un peccato, perché ho sentito questa fitta calciando il pallone proprio nel momento in cui ero pronto per tornare in squadra».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 69, Bassano 58, Alessandria e Pordenone 56, Padova 51, FeralpiSalò 49, Pavia 48, Cremonese 46, Reggiana 45, SudTirol 43, Giana Erminio 38, Renate 36, Lumezzane e Pro Piacenza 35, Cuneo 33, Mantova 27, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentunesima giornata: Cuneo-FeralpiSalò 1-0 (Chinellato (Cn) al 37′ st), Alessandria-Mantova 0-0, Bassano-Lumezzane 1-0 (Pietribiasi (Ba) al 24′ pt), Pro Piacenza-Renate 0-0, Giana Erminio-Cremonese 2-1 (Perico (Ge) dal 29′ pt, Brighenti (Cr) al 6′ st, Bruno (Ge) al 23′ st), Pavia-Reggiana 2-0, Pro Patria-SudTirol 0-1, AlbinoLeffe-Padova 2-4, Cittadella-Pordenone 3-1.

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