Live 24! Bassano-Padova, -3: allenamento pomeridiano, tra morale basso e recupero degli acciaccati

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Ore 21.20 – (Il Piccolo) La Triestina ha ripreso ieri gli allenamenti per mettersi in fretta alle spalle la delusione patita nel finale del derby, quando è stata raggiunta sul pari dall’Ufm. Nel mirino c’è adesso la trasferta in casa della Luparense e il ritorno al lavoro a Prosecco è stata anche l’occasione per verificare come sono usciti i giocatori a livello fisico dalla battaglia con il Monfalcone. A stare peggio di tutti è Giordani: già nel primo tempo di domenica, in occasione del fallo che ha portato al secondo giallo di Fernandez, alla punta alabardata era uscita la spalla, poi rimessa a posto in fretta e furia. Giordani ha giocato così, seppur dolorante, il secondo tempo, ma poi a fine partita è stato sottoposto ad accertamenti. Si tratta di una lieve lussazione, al momento la spalla è fasciata, ma sono già iniziate le cure e con le opportune terapie nello staff c’è fiducia che l’attaccante possa rimettersi in brevissimo tempo, anche se è azzardato dire che potrà esserci già per la sfida con la Luparense. Buone notizie invece per Bradaschia: la sua uscita a metà ripresa è stata soprattutto precauzionale. Venendo da una lunga assenza e rientrando da un infortunio muscolare, considerata la generosità del giocatore si è preferito non rischiare e risparmiargli il finale di partita. Insomma per Bradaschia c’è solo un affaticamento da smaltire e domenica l’estroso esterno offensivo dovrebbe esserci, anche se dovrà stare attento perché è entrato in diffida. Tutto ok anche per Spadari, uscito con l’Ufm solamente per crampi, proprio prima del maledetto corner che ha portato al pareggio degli ospiti. GIUDICE SPORTIVO. Sono arrivate anche le sentenze del giudice sportivo. Abrefah, espulso dopo 20 minuti contro l’Ufm, è stato punito con una giornata di squalifica «per intervento falloso su di un calciatore avversario in azione di gioco». Tre invece gli squalificati dell’Ufm: Ciroi, Fernandez e Miraglia, tutti per un turno. Bradaschia come detto è entrato in diffida, mentre alla Triestina è stata inflitta un’ammenda di 300 euro per il fumogeno acceso dalla curva Furlan prima dell’inizio della gara. AMICHEVOLE. Domani la Triestina giocherà un’amichevole al campo Rouna di Prosecco contro il Primorje. La partita avrà inizio alle ore 19.00 con ingresso gratuito. I chioschi enogastronomici saranno aperti dalle ore 18. PULLMAN Il Centro di coordinamento organizza per domenica una trasferta in pullman a San Martino di Lupari per la partita della Triestina contro la Luparense. Il costo della trasferta è di 25 euro più il prezzo del biglietto. Per le prenotazioni rivolgersi oggi e domani (orario 16-19) al Centro di coordinamento di via Macelli (tel. 040382600).

Ore 20.50 – (Corriere delle Alpi) Promozione carissima. Esattamente 1500 euro più un turno a porte chiuse. Il Venezia proprio non avrebbe immaginato di dover giocare l’ultima casalinga con il Giorgione senza pubblico. La comunicazione del giudice sportivo è arrivata come una mazzata, sollevando la rabbia dei supporters lagunari. La decisione si fonda sul referto arbitrale che ha evidenziato l’accensione di due fumogeni nel settore riservato ai tifosi ospiti nonché il lancio di tre petardi. Inoltre la società lagunare paga il lancio di getti di birra che, sempre stando al comunicato, attingevano l’ufficiale di gara al capo ed alla schiena. Immediata la replica del Venezia che, sul sito ufficiale, “intende precisare come la gara di Rasai di Seren del Grappa si sia svolta in un clima di festa e di massima tranquillità. Tale decisione pregiudica la possibilità per i tifosi arancioneroverdi, ma anche per l’intera città di Venezia, di festeggiare un evento importante e lungamente atteso, quale la promozione in Lega Pro ottenuta domenica. La prossima partita contro il Giorgione era stata preparata per consentire ai bambini di festeggiare la promozione, allo stato ciò risulta impossibile a causa delle decisioni del giudice. In virtù di quanto sopra la società Venezia FC intende porre in essere ogni azione al fine di tutelare i propri tifosi e comunica quindi che verrà presentato ricorso d’urgenza avverso tale provvedimento». Belluno, cercasi difesa. Non avrà sorriso neppure il Belluno, dando un’occhiata alle sentenze settimanali. Se la squalifica per un turno di Sebastiano Sommacal era prevista, essendo il limanese diffidato e ammonito contro l’Abano, più a sorpresa sono piovuti i due turni su Paolo Pellicanò. La motivazione è quella di “avere, a gioco in svolgimento, colpito un calciatore avversario con una gomitata al volto”. Un problema non da poco, perché con Mosca out vuol dire presentarsi domenica a Campodarsego senza tre titolari dietro. Dovrà reinventarsi tutto il reparto mister Vecchiato e per fortuna che il match non è decisivo per la conquista dei play-off.

Ore 20.20 – (La Provincia Pavese) La rivoluzione di gennaio in casa Pavia non ha dato i frutti sperati dalla società. Una scelta di mercato con dieci arrivi e altrettante partenze che è stata gestita sul piano tecnico dall’ex consulente Antonino Imborgia. L’obiettivo era di “ristrutturare” la rosa da mettere a disposizione del nuovo tecnico Fabio Brini, poi esonerato dopo la sconfitta di Padova. Le statistiche sulle presenze in campo sembrano dire che, prima Brini, poi Rossini, i misterdel Pavia hanno utilizzato poco i nuovi arrivati. Progressivamente hanno trovato sempre più spazio i giocatori che già da tempo indossano la magli aazzurra. Ad aver collezionato più presenze (dei calciatori arrivati a gennario) è stato Jacopo Manconi con dodici gettoni complessivi, di cui otto da titolare, per un totale di 704 minuti giocati. Tra i più presenti dei nuovi arrivati con nove gare da titolari e due ulteriori presenze con ingressi dalla panchina ci sono i diensori Kastriot Dermaku (906 minuti) e Valerio Foglio (857), oltre all’attacante Ferdinando Sforzini (660). Nove presenze per il nazionale maltese Rowen Muscat: totale di 650 minuti con sette maglie da titolare più altre due ingressi a gara in corso. Sette gare nella formazione di inizio partita anche per l’ex Ascoli Giuseppe Pirrone che complessivamente si è visto in campo per 539’ avendo anche una presenza collezionata come sostituto. Poco peso nella seconda parte della stagione l’hanno avuto, invece gli altri nuovi arrivati di gennaio. Elio De Silvestro ha giocato titolare solo tre volte e altre cinque è subentrato ai compagni per un totale di 307’. Anche Fabrizio Grillo, che ha avuto diversi problemi fisici, è partito dal 1’ solo tre volte e altre tre è subentrato per 267’ giocati. Solo 239’ di cui due da titolare e quattro partendo dalla panchina per Paulo Azzi. Oggetto misterioso il ceko Jiri Kladrubsky, per “Gigi” così come si fa chiamare dai compagni solo 15 minuti collezionati con piccoli spezzoni a fine di due gare. Un bilancio complessivo che evidenzia come la poca continuità sia stata il filo conduttore dell’intera stagione 2015-16 del Pavia. Anche il secondo cambio in panchina, dopo l’esonero di Fabio Brini, ha portato altra discontinuità, sul piano dell’impiego dei giocatori e sul piano tattico. Alla fine il risultato è stato di continui turn-over . Il risultatofinale è stata la riproposizone di formazioni identiche (salvo piccole varianti) rispetto a quelle di inizio anno. Domenica a Lumezzane,ad esempio, 9/11 erano giocatori già tesserati ainizio stagione.

Ore 19.50 – (Gazzetta di Reggio) Il Parma vuole giocare il derby con la Reggiana. Lo ha detto il vicepresidente dei crociati Marco Ferrari, ospite di Bar Sport su Tv Parma, condotto da Sandro Piovani. Il dibattito continua a imperversare oltre Enza, dopo la notizia rilanciata dalla Gazzetta di Reggio che le autorità vorrebbero evitare che le due squadre fossero nello stesso girone per motivi di ordine pubblico. «Non riuscire a giocare il derby o non giocarlo a spalti aperti sarebbe una sconfitta clamorosa. Non tanto per la città, ma per chi decide». Il dirigente ha poi detto che in Lega il Parma chiederà di essere inserito nel girone della Reggiana. «Credo che le nostre città abbiano le carte in regola per giocarlo». Ferrari ha invece smentito le voci che riguardano Mike Piazza, la stella del baseball che sta trattando la Reggiana e che secondo indiscrezioni è stato avvicinato anche da dirigenti del Parma. Il vicepresidente ha bollato le voci come «gossip» e ha detto che la società ducale «non è in vendita».

Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) All’orizzonte stanno per materializzarsi le ultime due fatiche (e che fatiche!) stagionali per i granata. Infatti sabato alle 14.30 la Reggiana è attesa al “Moccagatta” di Alessandria mentre la domenica successiva arriverà al Città del Tricolore quel Bassano che l’anno scorso eliminò Ruopolo e compagni nelle semifinali playoff. Le due compagini sono rispettivamente quarta e terza in classifica e stanno cercando di migliorare la posizione d’ingresso nella griglia degli spareggi perciò saranno gare vere e, tra l’altro, quella coi veneti potrebbe essere quella d’addio per la bandiera Beppe Alessi. Ma per questo evento il condizionale è d’obbligo perché esistono alcuni ostacoli non facili da sormontare e la società sta cercando di capire se è possibile aggiungere il calciatore nella lista dei 24 depositata in Lega Pro: è necessario avere ancora almeno un posto libero e non essere fuori tempo massimo perché in tal caso, considerando il grande valore simbolico del ragazzo, si potrebbe chiedere una deroga ma non è detto che le avversarie dirette del Bassano la approvino proprio perché la partita in questione è troppo importante a livello di graduatoria finale. La squadra. Ieri il gruppo si è ritrovato in via Agosti ed oggi è in programma la doppia seduta: mattino al Fit Village e pomeriggio sul prato. Per mister. Colombo le notizie preoccupanti riguardano il centrocampo perché la squalifica di Paolo Bartolomei va a colpire un reparto che ha perso domenica Parola per infortunio (campionato finito per una contrattura molto seria al polpaccio sinistro), vede Pazienza lavorare solo in palestra da un paio di settimane e persino Bruccini è ancora appiedato dalla febbre. In altri reparti mancheranno Frascatore e De Biasi, che difficilmente rivedremo ancora in campo, e occhi puntati anche su Raffaele Nolè perché ieri si è sottoposto inizialmente a terapie poi ad un esame strumentale per un problema al costato. Assente anche Rossini in permesso mentre Loi e Rampi hanno svolto una seduta più leggera. Giudice Sportivo. In casa granata arriva un turno di squalifica per Bartolomei, per aver raggiunto quota cinque cartellini gialli in stagione, mentre restano in diffida Maltese, Mignanelli, Nolè e Parola. Tutti arruolabili per l’Alessandria. Designazioni arbitrali. Alessandria-Reggiana sarà diretta da Federico Dionisi dell’Aquila coadiuvato da Matteo Michieli di Padova e da Nicola Badoer di Castelfranco Veneto.

Ore 19.10 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova continua a cercare soluzioni per il futuro societario e «prossimamente – informa il presidente Sandro Musso – il sindaco Palazzi convocherà tutti noi soci in municipio, in modo da discutere la questione. La nostra intenzione è quella di ricucire il rapporto con Bompieri, Tirelli e Giovanardi, che sono persone serie e affidabili, difficili da trovare nel mondo del calcio». Nel contempo, il dg Bernasconi attende a giorni una risposta da potenziali nuovi soci con i quali sta dialogando da tempo: «Sembrano a posto e davvero intenzionati – spiega Musso -, ma credo possano dare una mano, non risolvere tutti i nostri problemi. Magari però mi sbaglio e ci sorprenderanno. Ma io confido anche in Di Loreto, che sta lavorando da matti e che nella sua vita ha sempre tirato fuori jolly incredibili». A caccia di potenziali nuovi soci è infatti anche il patron Serafino Di Loreto, che parallelamente si prepara a rilanciare il suo progetto per coinvolgere le forze economiche mantovane, finora rimaste distanti dall’Acm. In questo quadro, resta in sospeso poi l’offerta lanciata pubblicamente dal “re dei ristoranti” Piervittorio Belfanti. Che, in sintesi, suona così: «Se la Sdl e i soci mantovani garantissero il 40% di un budget adeguato alla categoria, il resto potrei coprirlo io coinvolgendo altre figure, compreso l’ex presidente Di Matteo. In questo modo saremmo in tanti, nessuno si svenerebbe e potremmo davvero costruire in tre anni qualcosa di importante». La conferma di Nicola Di Matteo arriva a stretto giro di posta: «Se ci fosse la possibilità di tornare lì alle condizioni dette da Belfanti, lo farei volentieri». Considerato però che i soci mantovani stanno ancora finendo di pagare i debiti dello scorso campionato, che vide Di Matteo chiamarsi fuori a fine febbraio, è arduo ipotizzare un riavvicinamento fra le parti. E lo stesso si può dire per Musso, che la scorsa estate rifiutò una proposta simile di Belfanti e che non sembra intenzionato a fare marcia indietro su questo punto. Nel calcio, comunque, mai dire mai.

Ore 18.50 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova prova ad aggrapparsi in tutti i modi all’obiettivo quartultimo posto, che darebbe un grosso vantaggio ai playout, ma mister Prina deve fare miracoli per far fronte alla crescente emergenza infortuni. La visita dall’ortopedico Zanini ha infatti confermato i timori su Trainotti: la diagnosi parla di lesione del legamento crociato del ginocchio destro. Il difensore dovrà essere operato e i tempi di recupero sono stimati in 6 mesi. Altro grave infortunio è quello di Di Santantonio: lesione di secondo grado di un legamento della caviglia destra. Il centrocampista dovrebbe essere recuperato per i playout. Masiello e Ungaro sono ancora fuori causa perché alle prese con la pubalgia, ma l’emergenza più grossa si registra in difesa. Scrosta infatti fatica a camminare a causa di una forte contusione al collo del piede (le lastre per fortuna hanno escluso fratture), mentre Cristini si allena a mezzo servizio perché reduce da uno stiramento al retto femorale. Prina spera comunque di recuperare in extremis sia Cristini e sia Scrosta per la gara di sabato a Busto Arsizio. «La situazione è pesante – dice il tecnico biancorosso – ed è un peccato perché proprio nel reparto difensivo avevamo trovato una solidità importante, tant’è che da tre gare non subiamo gol. Faremo di necessità virtù, Scalise darà una mano adattandosi, perfino Perpetuini si è offerto in caso di emergenza di sacrificarsi a giocare in difesa, perché in passato qualche volta l’ha fatto. Ve lo dico per farvi capire il grande spirito di gruppo che c’è in questa squadra. È questo spirito che domenica, nel primo tempo contro il Pro Piacenza, non ci ha fatto crollare. Ed è questa capacità di soffrire senza crollare che servirà per salvarsi. L’ho detto ai ragazzi e lo ripeto pubblicamente: se mi offrissero di poter prendere il calciatore più forte della Lega Pro per giocare i playout, non lo baratterei con lo spirito di gruppo che c’è nel Mantova. Questi ragazzi avranno dei limiti, ma si allenano a mille all’ora e non mollano mai». Per prendere il Cuneo, però, sabato a Busto Arsizio bisognerà vincere: «E sarà la gara più difficile dell’anno – dice Prina – perché non ci regaleranno nulla e perché noi non siamo in grado di giocare con l’obbligo dei tre punti. Se lo facciamo, state sicuri che perdiamo. Invece dobbiamo andare lì e fare le nostre cose, poche e semplici che abbiamo imparato: stare accorti e colpire con le nostre armi. Avendo l’idea di poter vincere, ma senza l’ansia di chi non ha altro risultato a disposizione. È ovvio che vogliamo raggiungere il Cuneo (che sabato dovrà fare a meno degli squalificati Gorzegno, Franchino e Quitadamo, ndr) e ci proveremo, ma se non dovessimo farcela non sarà un dramma. Venti giorni fa eravano morti, la cosa importante è che ora abbiamo fatto 7 punti in tre partite. Aggrappiamoci a tutte le nostre risorse e cerchiamo di salvarci, perché sarebbe un’impresa». Ieri Prina ha provato in campo una formazione così composta: Bonato in porta; Cristini, Carini e Scalise difensori centrali; Longo (Lo Bue si allenava a parte) e Sereni sulle fasce; Gonzi, Perpetuini e Raggio Garibaldi in mediana; Tripoli e Marchi in attacco. Oggi è in programma un allenamento alle 15 che sarà concluso con una partita in famiglia.

Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Se non sarà serie B, sarà sicuramente una B2. Senza voler svegliare nessuno dal «sogno neroverde», ci si può cullare per quello che già ora la LegaPro 2016-17 potrà presentare. Basta guardare chi è salito dalla D, come pure leggere i nomi di nobili decadute e piazze importanti che si stanno affacciando dopo l’esperienza nella cadetteria. VECCHIE CORAZZATE – Dalla Quarta serie nelle ultime settimane hanno spiccato il volo club altisonanti, che rispondono ai nomi di Parma e Venezia. I gialloblù reduci dal fallimento, ancor più dei lagunari dalla propulsione americana, contano una tifoseria da serie A. I rumor di mercato indicano i parmensi già pronti a puntare su grandi nomi, così i loro tifosi sperano nella doppia promozione consecutiva. Non pare sia da meno il Venezia “americano”. Lo ha pubblicamente dichiarato il ds Giorgio Perinetti, marpione del mercato, a tuttocalciatori.net: «Se sarà possibile superare il tetto, ci adegueremo anche noi. I campionati si vincono con un gruppo di giovani ed esperti che hanno ancora voglia di dare». Oltre a Parma e Venezia, sono scattati i festeggiamenti in un’altra storica piazza pallonara come San Benedetto del Tronto, per la promozione della Sambenedettese. MIX DI LUSSO – La LegaPro, pur con completezza da definire, nel prossimo campionato potrebbe inoltre schierare compagini tipo Pisa, Foggia, Lecce, Alessandria, Cosenza e Casertana. Tutte squadre in odore di playoff, il cui destino sarà probabilmente deciso dopo la stagione regolare. Altre realtà importanti, invece, sono ormai certe di partecipare nuovamente alla Terza serie nazionale: Reggiana, Ancona, Cremonese, Messina, Padova, Carrarese e Matera. Il Catania sta lottando per non retrocedere, gravata dalle penalizzazioni. In B sono a forte rischio club di blasone, alcuni dei quali con un passato in A, come Livorno, Salernitana, Modena e Como.

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Luca Strizzolo è il nuovo idolo, in grado di far cadere, quasi in un solo girone, gli dei del Bottecchia. Ora punta alla doppia cifra, per trascinare il Pordenone ai playoff e mettere la ciliegina sulla torta di un rinnovo di contratto praticamente già scritto. Domenica sera ha aperto ancora una volta la partita. Un gol di forza, tenacia, simbolo di questo ramarro che non si arrende mai. Strizzolo aveva perso palla, l’ha riconquistata e poi l’ha messa dentro. Gol numero 9 in campionato, dopo quello illusorio di Cittadella. L’ottavo, se si considera solamente il girone di ritorno: l’unico realizzato all’andata risale infatti al 19 settembre, in Mantova-Pordenone. Così la punta di Bicinicco ha soppiantato quello che l’anno scorso era diventato l’eroe del Bottecchia. Si parla ovviamente di capitan Denis Maccan, l’uomo che garantì con un suo acuto la promozione in LegaPro e che nella Terza serie era arrivato a toccare gli 8 centri in campionato (dalla statistica, come di consueto, sono escluse le reti realizzate nei playout). Strizzolo oggi ha fatto meglio e ha ancora tempo per incrementare il suo bottino, diventando il miglior marcatore neroverde tra i professionisti negli ultimi 10 anni. Grazie al gol segnato al Cuneo, poi, l’attaccante friulano ha superato anche Alberto Filippini e Caio De Cenco, che finora dividevano con lui la palma di cannoniere stagionale dei ramarri. E chissà che il bomber non possa eguagliare Maccan in un’altra statistica: quella dei gol che fanno la storia.

Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Porterò il Pavia in serie B entro tre anni». Così si era annunciato nell’estate del 2014 Xiadong Zhu, rappresentante del Pingy Shangai, il fondo d’investimento cinese che da poco aveva rilevato il sodalizio azzurro dalla famiglia Zanchi. Due di questi sono quasi passati e il Pavia è ancora in LegaPro. Tre sconfitte nelle ultime 4 partite hanno frantumato i sogni dei cinesi e dei loro rappresentanti. Il general manager della grande delusa è Nicola Bignotti, reduce dall’esperienza con il Genoa in serie A, molto criticato un mese fa per una dura presa di posizione rispetto ai calciatori e al loro impegno. A due gare dal termine della stagione regolare, il team di Rossini (promosso dalla Berretti il 19 marzo al posto dell’ex udinese Fabio Brini) divide con la Reggiana l’ottavo posto in classifica a quota 48. Si trova quindi a 9 lunghezze da quel quarto posto, occupato attualmente dall’Alessandria, che garantirà l’accesso ai playoff. TIFO IN AGITAZIONE – Lo scorso turno il prefetto di Brescia ha disposto il divieto di vendita dei tagliandi per la gara fra Lumezzane e Pavia a tutti i residenti nella provincia pavese. Un provvedimento adottato su richiesta del Comitato per la sicurezza delle manifestazioni sportive “a causa delle intemperanze – così si leggeva nella motivazione – poste in essere nel parcheggio dello stadio di Pavia da un gruppo di tifosi in occasione del rientro del pullman della squadra, di ritorno dalla trasferta di Mantova (sconfitta per 0-1, ndr) del 10 aprile”. Il Pavia poi è stato sconfitto anche a Lumezzane (2-3). Immaginabile quindi lo stato d’animo caldissimo degli ultrà lombardi e il clima che potrebbero trovare al Pietro Fortunati sabato (fischio d’inizio alle 14.30) il Pordenone di Bruno Tedino e i supporter al seguito. STADIO STORICO – Peccato, perché il Fortunati è un piccolo gioiello. Uno stadio all’inglese, che si caratterizza per la vicinanza delle curve e delle tribune al terreno di gioco, permettendo un’ottima visuale in ogni ordine di posti. In seguito alle normative sulla sicurezza sui campi di calcio italiani aveva subìto una riduzione di capienza (che oggi è di 4 mila posti, 900 dei quali riservati agli ospiti). Da rilevare che tutti, compresi quelli di curva, sono al coperto. PREPARAZIONE NEROVERDE – Per meglio preparare la trasferta a Pavia e per mantenere il secondo posto in classifica, importantissimo in chiave playoff, il Pordenone disputerà questo pomeriggio (16.30) una partitella di allenamento a Mariano del Friuli, contro la formazione locale militante in Prima categoria (girone C). Un sodalizio che, al pari dei ramarri, si vanta di essersi già assicurata l’accesso agli spareggi.

Ore 17.20 – (Messaggero Veneto) Tutto sotto controllo: sta bene Andrea Ingegneri. Il difensore, uscito anzitempo domenicain seguito a una botta ricevuta in uno scontro di gioco, ieri si è allenato a parte ed è convocabile per la trasferta di Pavia, in programma sabato alle 14.30 al Fortunati. Sarebbe stata una brutta perdita, quella del centrale romagnolo, se non altro perché Marchi – il suo sostituto – ha ancora bisogno di tempo per riprendere una condizione ottimale. Differenziato anche per Filippini. Per il resto la squadra ha lavorato normalmente: seduta doppia ieri e oggi, alle 16.30, partitella d’allenamento a Mariano del Friuli col Mariano, terza forza del girone C di Prima categoria. Curiosità: anche i goriziani si sono qualificati ai play-off. Definito, nel frattempo, l’arbitro e gli assistenti per la gara col Pavia. A dirigere il match sarà Manuel Volpi di Arezzo, coadiuvato da Danilo Ruggeri di Palermo e da Marco Trinchieri di Milano. Infine, costano care le espulsioni rimediate domenica scorsa dal Cuneo: Quitadamo, “cacciato” per rosso diretto, ha rimediato tre giornate di squalifica e ha finito la stagione (non potrà neppure giocare gli eventuali play-out). Un turno invece a Gorzegno e a Franchino, espulsi per doppia ammonizione.

Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Il più ottimista, a inizio stagione, pronosticava una salvezza tranquilla: un piazzamento tra l’ottavo e il nono posto. Invece, il miracolo play-off. Il Pordenone è arrivato in pochi mesi ad avere l’opportunità di giocarsi la serie B partendo dalla retrocessione e il successivo ripescaggio. Tanti i fattori decisivi. Un film partito la scorsa estate e che ha avuto molti motivi e snodi da analizzare. Il lavoro di Tedino. È innegabile che, in questa squadra, ci sia la mano del suo allenatore. A 52 anni Bruno Tedino ha girato il suo capolavoro. Ha preso un gruppo in ritiro con pochi pezzi e, giorno dopo giorno, ha costruito una formazione con principi di gioco chiari e dallo spogliatoio granitico. Queste sono le situazioni che lo esaltano e la bontà del suo lavoro si è visto dopo la perdita di De Cenco (passato al Trapani in B), capocannoniere di squadra con 8 gol. Senza di lui, il Pordenone non solo non si è fermato, ma ha fatto ancora meglio del girone d’andata e ha scoperto Strizzolo, autore di altrettante reti. La forza di Lovisa. Il presidente del Pordenone, dopo la retrocessione, non si è abbattuto: 500 mila euro sul tavolo per la richiesta di ripescaggio. Dopodiché ha affidato la costruzione della squadra a Giorgio Zamuner, consulente di mercato. Quest’ultimo, grazie alla sua competenza, ha messo a disposizione ciò che il tecnico aveva chiesto, facendo inoltre spendere cifre “sopportabili” alla società: qui sta una parte importante del capolavoro, di cui si intravedeva già qualcosa a inizio campionato. Gli snodi. A Piacenza, alla prima giornata, si è capito cosa avesse in canna la squadra. Ha pareggiato 1-1, ma subendo un rigore inventato, destando una grande impressione per idee e mentalità. Col Bassano, a fine ottobre, il primo grande segnale, visto che è arrivata la prima vittoria con un top team. A Cuneo la presa di coscienza dei propri mezzi: a dicembre, su un campo ostico, la squadra ha vinto in piena emergenza fuggendo dalla zona play-out. Le otto vittorie di fila hanno poi candidato il Pordenone a squadra aspirante la promozione. I successi con la Cremonese e l’Alto Adige – settimo e ottavo – hanno fatto capire ancora di più la forza del team. I sigilli post-season sono arrivati poi battendo in casa Padova, Reggiana e Feralpi: rivali scacciate battendole nello scontro diretto. Il gruppo. Nessuno, più di altri, ha contribuito al traguardo. Il Pordenone è arrivato così in alto grazie a uno spogliatoio mai così unito. Anzi: un gruppo di amici, molto raro da trovare nel calcio. Che adesso sta preparando il “grande scherzetto”. Vittoria dei playoff e un’incredibile promozione in B? Arrivati fin qui, si può fare.

Ore 16.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.10 – Qui Guizza: partitella ancora in corso, cambio di interpreti nelle due squadre.

Ore 15.50 – Qui Guizza: partitella in famiglia. Nei probabili titolari presenti Dionisi ed Anastasio quali terzini, Mazzocco e De Risio quali centrali di centrocampo ed Ilari e Bearzotti quali esterni di centrocampo.

Ore 15.30 – Qui Guizza: acquazzone sul centro sportivo di via Gozzano. Assente Favalli, che assiste all’allenamento da bordo campo, nonché Petkovic e Corti.

Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il clima, nonostante tutto, è sereno. Ma è chiaro che non è più come la prima volta, quando i playoff erano vissuti dall’ambiente come una gioia quasi insperata. Il difficile è ripetersi, Stefano Sottili aveva tutto da perdere a raccogliere la pesante eredità di Mario Petrone e di Antonino Asta a Bassano e invece, quantomeno, i playoff li ha blindati. Ora, però, l’obiettivo è quello di centrare il secondo posto e di battere prima di tutto il Padova, sabato pomeriggio al Mercante. «La giornata di domenica — spiega Marcello Falzerano — è un’ulteriore dimostrazione di quanto questo campionato sia difficile, come si è visto anche nei risultati delle altre. E’ difficile ottenere la salvezza ed è stato difficile anche raggiungere i playoff. La nostra prestazione di Meda non è stata positiva, ma guardiamo comunque il bicchiere mezzo pieno: siamo ai playoff e daremo il massimo da qui alla fine». Il Padova è praticamente fuori gioco: dovrebbe vincere a Bassano, sperare che la Reggiana sconfigga l’Alessandria al Moccagatta e poi giocarsi tutto allo scontro diretto all’ultima giornata all’Euganeo. Impossibile, o giù di lì, ma al quartier generale biancoscudato si vivono giorni di tensione. Giuseppe Pillon non ha mandato giù la prestazione della squadra con la Giana Erminio e ieri ha catechizzato a lungo i giocatori prima dell’allenamento pomeridiano. Una dura reprimenda, quella dell’allenatore trevigiano, che ha attaccato frontalmente i giocatori per quanto fatto vedere sul campo all’Euganeo. E un ulteriore «smacco» sono stati i grandi festeggiamenti della Giana Erminio, domenica, negli spogliatoi durante il post partita. «Esigo dalla squadra — ha detto Pillon — un comportamento impeccabile nelle due partite che mancano alla fine del campionato, a cominciare da Bassano. Qualcuno ha mollato e questo a me non va giù. In 90 minuti abbiamo gettato via il lavoro di cinque mesi».

Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) E adesso col Padova è emergenza difensiva: con capitan Nicola Bizzotto fermato per un turno dal giudice sportivo e il primo cambio dei centrali Alberto Barison fuori per uno stiramento muscolare (per riaverlo in tempo per sabato ci vorrebbe un miracolo e non avrebbe neppure senso rischiarlo inutilmente), Sottili è in difficoltà col ruolo di secondo stopper a fianco di Martinelli. È vero che rientra Semenzato dalla squalifica e potrebbe toccare a lui ricoprire un ruolo che aveva già eseguito ai tempi della B a Cittadella, ma il tecnico potrebbe puntare anche su Toninelli con D’Ambrosio riportato a destra a fare il terzino. Più difficile lanciare nella mischia il giovane Soprano, centrale di ruolo ma ancora a secco di gettoni di presenza e quindi sarebbe un azzardo rischiarlo proprio in una partita delicata anche dal punto di vista emotivo conto i biancoscudati. Intanto si rivedrà l’esterno offensivo Voltan almeno in panchina.

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Vedi Napoli e poi muori. Napoli che all’anagrafe fa Aiman è il carnefice giallorosso a Meda. Una volta Brighenti, una volta Scaccabarozzi, una volta Napoli, mutano gli interpreti ma c’è sempre qualcuno di azzurro che da quelle parti prima o poi fa la pelle al Bassano. Più che una bestia nera, Renate è una cartella esattoriale, una tassa da pagare ogni anno.Tuttavia è curioso che il Soccer Team celebri il suo ingresso aritmetico ai playoff con due giornate di anticipo scivolando nella canonica imboscata brianzola. Sottili alla vigilia aveva recintato la domenica fissando il traguardo degli spareggi matematico («Pensiamo a quello, solo dopo ci preoccuperemo del piazzamento»”) e non immaginava di arrivarci con un cazzotto in bocca. Eppure, agguantata la salvezza già a febbraio, il primo e unico comandamento del torneo, la postseson afferrata persino 15 giorni prima rappresenta un obiettivo francamente impensabile se rapportato agli umori al ribasso dell’estate e soprattutto alla partenza di Iocolano in inverno quando il Soccer Team in quel momento era fuori dalla griglia promozione. Poi certo, il popolo virtussino mugugna per il declassamento al terzo posto col rischio di cominciare il barrage per la B lontano dal Mercante e in qualche arena più o meno inaccessibile. Ma intanto il sorriso per quanto stiracchiato per aver tagliato il secondo step dell’annata deve esserci comunque. E riprovare a sorpassare in tromba il Pordenone non è impresa chimerica a patto di seccare il Padova nel derby di sabato alle 14.30 allo stadio. È quello lo snodo cruciale.SPIA ACCESA. Però l’allarme Rosso, rigorosamente con la maiuscola l’aveva suonato proprio nelle scorse settimane lo stesso proprietario Renzo, manifestando perplessità montanti e incazzature palesi in merito all’atteggiamento della squadra.I numeri a dire il vero gli danno ragione su tutta la linea: Bassano che aveva collezionato tre sbandate in quasi 7 mesi di campionato, ha rimediato altrettanti castagnoni nei denti nell’ultimo mese: l’1-4 interno col Pavia, l’1-3 di nuovo a domicilio con la Pro Piacenza e infine il fuoripista col Renate. Un ruolino declinante mascherato dall’exploit vigoroso e fragoroso al Tombolato col Cittadella e da un cammino esterno che prima di Meda annotava oltre 5 mesi e mezzo senza un ruzzolone. Invece queste cifre certificano una flessione di rendimento acclarata.Non è indubbiamente un problema fisico, semmai può accadere di correre a vuoto e male, questo sì. È altresì innegabile che questa squadra tutte le volte che va sotto per prima al massimo pareggia ma non è mai riuscita a ribaltare l’inerzia del match. Ora la manovra poggia un po’ troppo su Falzerano, quello più pimpante della compagnia e servono soluzioni alternative di livello. Sottili domenica ha recitato da alchimista, partendo col 4-2-3-1 classico, continuando con una seconda punta nel 4-4-2 e chiudendo addirittura con uno sbilanciatissimo 4-2-4. La netta impressione è che occorra brillantezza mentale e specialmente cattiveria agonistica. A far gli eleganti si rischiano spernacchiate.

Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Inutile, alla luce della squalifica del campo, l’ingresso gratuito per i giovani fino ai 18 anni rilanciato dal Venezia per la gara con il Giorgione. Ieri al Taliercio ripresa degli allenamenti dopo il 3-3 di Rasai (ai box solo Maccan e Busatto) che ha consegnato matematicamente la Lega Pro. Niente sconti da parte di mister Giancarlo Favarin che anzi dà ai suoi il prossimo obiettivo: «Contro Giorgione e Triestina darò spazio a 4-5 giocatori per volta tra chi ha avuto meno spazio. Mi aspetto si facciano trovare pronti, dobbiamo chiudere con altre due vittorie e mi aspetto dai ragazzi risposte convincenti anche nell’ottica della prossima stagione in Lega Pro». Salta quindi, almeno per ora, la presentazione in campo con il presidente Joe Tacopina per tutti i protagonisti della promozione. Sette giorni dopo, di rientro dall’ultima trasferta di Trieste la squadra brinderà con i tifosi al Nuovo Parco Catene di Marghera; la Curva Sud organizzerà una festa dopo l’8 maggio, il club Altamarea sta pensando a un happy hour pre serale, l’Unione Venezia Club-Pattuglia Arancioneroverde a un appuntamento a Villa Pozzi alla Gazzera. Intanto manca solo l’ufficializzazione del prossimo ritiro pre campionato che si svolgerà a metà tra Piancavallo (Pordenone) e Norcia (Perugia).

Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Porte chiuse domenica al Penzo, Venezia senza tifosi nel giorno della festa per la Lega Pro. Doccia fredda sul club lagunare – a dir poco furente – e sui supporter arancioneroverdi dopo che il Giudice Sportivo, ieri pomeriggio, ha inflitto una sanzione di 1.500 euro e soprattutto l’obbligo di giocare il 1. maggio contro il Giorgione (ore 15) senza la presenza del pubblico. Alla base del provvedimento quanto accaduto domenica scorsa nell’impianto di Rasai di Seren del Grappa dove il Venezia ha conquistato la matematica promozione grazie al 3-3 con l’Union Ripa La Fenadora. «Per avere propri tifosi – riferisce il Giudice Sportivo – propri sostenitori fatto oggetto uno degli assistenti arbitrali del lancio di getti di birra che attingevano l’ufficiale di gara al capo e alla schiena; per aver acceso due fumogeni e fatto esplodere tre petardi nel loro settore; per aver lanciato sul terreno di gioco altri tre petardi che cagionavano ad uno degli assistenti arbitrali leggero dolore e fischi alle orecchie. Sanzione così determinata sia in considerazione dell’idoneità del materiale pirotecnico utilizzato a cagionare gravi danni all’integrità fisica dei presenti, sia della recidiva reiterata». Quest’ultimo riferimento è a quanto accaduto a febbraio dopo la trasferta in casa della Luparense, quando il Venezia era stato multato per 3.000 euro e punito con le «porte chiuse» per la successiva sfida con il Montebelluna, in quel caso per alcuni presunti comportamenti di alcuni collaboratori tesserati.
Il successivo ricorso d’urgerza era poi stato accolto e i tifosi erano stati riammessi per la sfida con i trevigiani. Analogamente il dg Dante Scibilia ha subito annunciato che il presidente Joe Tacopina ha dato indicazioni affinchè la società faccia tutto il possibile per far annullare il porte chiuse. «Venerdì sarò a Roma per spiegare come si sono svolti realmente i fatti – la rabbia del dirigente lagunare – perché quella di Rasai è stata solo una festa, senza comportamenti sopra le righe. Negare una festa promozione a un’intera città, e soprattutto a bambini e ragazzi, è una sconfitta per tutto il calcio alla luce di come è rinato il calcio a Venezia. Dispiace perché davvero non è successo nulla tale da pregiudicare l’incolumità di nessuno». «Purtroppo per il Venezia sembra non poterci essere proprio pace. Sarà dura ma proveremo a vincere di nuovo il ricorso, un tentativo dovuto ai nostri tifosi che non hanno fatto niente di che».

Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Niente festa al Penzo il primo maggio. A «rovinare» i piani del Venezia neo promosso in Lega Pro ci ha pensato il giudice sportivo, che ha punito la società per alcuni episodi relativi al match di domenica scorsa a Rasai di Seren del Grappa: insieme alla multa di 1500 euro, il Venezia si è visto sanzionare con una gara a porte chiuse. E domenica al Penzo, quindi, la festa-promozione organizzata in occasione del match con il Giorgione non ci sarà. La società, particolarmente amareggiata, ha già annunciato il ricorso d’urgenza. I fatti. Il provvedimento va a punire alcuni episodi avvenuti sulla tribuna riservata ai tifosi arancioneroverdi e in particolare per aver «fatto oggetto uno degli assistenti arbitrali del lancio di getti di birra che “attingevano” l’ufficiale di gara al capo e alla schiena». E poi per aver «acceso due fumogeni nel settore loro riservato e fatto esplodere tre petardi nel proprio settore». Inoltre, si legge sempre nel provvedimento, è stato sanzionato il lancio «sul terreno di gioco di altre tre petardi che cagionavano ad uno degli assistenti arbitrali leggero dolore e fischi alle orecchie». Accuse che però la società respinge al mittente, affidandosi a un comunicato nel quale precisa come la gara contro l’Union Ripa «si sia svolta in un clima di festa e di massima tranquillità». Mentre questa decisione «pregiudica la possibilità per i tifosi e per l’intera città di festeggiare un evento importante e lungamente atteso, quale la promozione in Lega Pro ottenuta domenica. La partita con il Giorgione – si legge ancora – era stata preparata per consentire ai bambini di festeggiare, ma questo sarà impossibile». Da qui il ricorso d’urgenza comunicato dalla società, «nella persona del presidente Joe Tacopina». A sostenerlo, venerdì in aula, sarà il dg Dante Scibilia: «E’ una decisione sbagliata, che fa male al calcio. C’è grande delusione da parte nostra, perché avevamo pensato alla partita di domenica come all’occasione per festeggiare con i bambini e con i ragazzi. In ogni caso – sottolinea Scibilia – domenica eravamo tutti presenti a Rasai e chiunque può valutare quegli episodi». Anche il diesse Giorgio Perinetti assicura che il clima di Rasai è stato assolutamente sereno: «Si è trattato di episodi veniali ma c’era un commissario di campo piuttosto pignolo». A determinare la squalifica del campo è stata la recidività, collegata almeno a due fatti. Una multa di 800 euro per cinque petardi fatti esplodere a Sacile lo scorso gennaio e poi la diffida rimasta in capo al Venezia dopo il ricorso vinto contro la squalifica del campo dello scorso febbraio. La squalifica avrebbe dovuto riguardare il match contro il Montebelluna ed era riferita a presunti fatti avvenuti nel tunnel degli spogliatoi al termine della sfida con la Luparense (dove peraltro era stata vietata la trasferta ai tifosi arancioneroverdi). Allora l’avvocato del Venezia Gianmaria Daminato aveva smontato la tesi della recidività e, tolta la squalifica, era rimasta in piedi la diffida. Stavolta l’argomento della recidività non potrà essere smontato e la società dovrà giocoforza appigliarsi ad altri argomenti, se vorrà festeggiare domenica al Penzo con i suoi tifosi.

Ore 13.20 – (La Nuova Venezia) La festa rovinata, almeno al momento. Una “mazzata” inattesa: il giudice sportivo della serie D, in base al referto arbitrale, ha inflitto una giornata a porte chiuse al Venezia, oltre all’ammenda di 1.500 euro “per avere propri sostenitori in campo avverso: fatto oggetto uno degli assistenti arbitrali del lancio di getti di birra che attingevano l’ufficiale di gara al capo e alla schiena; acceso due fumogeni nel settore loro riservato; fatto esplodere tre petardi nel proprio settore; lanciato sul terreno di gioco altri tre petardi che cagionavano ad uno degli assistenti arbitrali leggero dolore e fischi alle orecchie; sanzione così determinata sia in considerazione della idoneità del materiale pirotecnico utilizzato a cagionare gravi danni alla integrità fisica dei presenti, sia in considerazione della recidiva reiterata specifica». Gara con il Giorgione, quindi, a porte chiuse, a oggi. Settimana “pazzesca” come sentenze del giudice sportivo, oltre al Venezia punite anche il neopromosso Gubbio (2 giornate di squalifica del campo), Taranto (1 giornata a porte chiuse) e Viterbese (1 giornata a porte chiuse). Rapida consultazione ieri sera, prima tra Dante Scibilia con Giorgio Perinetti, informato il presidente Joe Tacopina, poi tra il direttore generale e gli avvocati Vasta e Daminato per consultare la documentazione e decidere l’azione da intraprendere. E in tarda serata è arrivato il comunicato ufficiale del Venezia che preannuncia il ricorso d’urgenza. «Nel prendere atto della decisione del giudice sportivo, la società Venezia FC intende precisare come la gara di Rasai di Seren del Grappa si sia svolta in un clima di festa e di massima tranquillità. Tale decisione pregiudica la possibilità per i tifosi arancioneroverdi, ma anche per l’intera città di Venezia, di festeggiare un evento importante e lungamente atteso, quale la promozione in Lega Pro ottenuta domenica. La prossima partita contro il Giorgione era stata preparata per consentire ai bambini di festeggiare la promozione, allo stato ciò risulta impossibile a causa delle decisioni del giudice sportivo. In virtù di quanto sopra, la società Venezia FC nella persona del presidente Joe Tacopina comunica che verrà presentato ricorso d’urgenza avverso tale provvedimento». Il Venezia è terminato spesso nel mirino del giudice sportivo toccando il clou all’indomani della partita di San Martino di Lupari quando il giudice sportivo (mercoledì 3 febbraio) sentenziò una partita porte chiuse per i fatti accaduti al termine del match con la Luparense. Anche in quell’occasione il Venezia presentò ricorso d’urgenza e venerdì 5 febbraio la Corte Sportiva d’Appello nazionale lo accolse (confermando solo l’ammenda di 3.000 euro), trasformando in diffida la sanzione a porte chiuse, tanto che gli arancioneroverdi giocarono con i propri tifosi la partita contro il Montebelluna. Nella mani dell’avvocato Gianmaria Daminato la stesura del ricorso, venerdì la discussione.

Ore 12.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) I tifosi biancorossi saranno presenti, sabato prossimo a Brescia, in un match davvero molto importante nella volata verso la permanenza in serie B? E’ la domanda che tutti i sostenitori biancorossi si pongono da lunedì e fino ad ieri non c’era alcun comunicato ufficiale da parte della Prefettura bresciana. La partita tra Brescia e Vicenza è ritenuta ad alto rischio per la storica rivalità tra le due tifoserie ma anche per i fatti accaduti un anno fa, quando alcuni tifosi bresciani presero a sassate i pullman biancorossi che stavano tornando a Vicenza dopo la partita. A causa di ciò, ai tifosi del Brescia non fu consentito all’andata di essere presenti al Menti e in queste ore, dopo la segnalazione dell’Osservatorio, prefettura e questura di Brescia stanno valutando se impedire ai tifosi del Vicenza di esser presenti allo stadio Rigamonti sabato pomeriggio. «Al momento non ci sono comunicati ufficiali — spiega il dg biancorosso Andrea Gazzoli — per cui nessuna decisione definitiva è stata presa. E’ vero che la vendita dei biglietti è iniziata solo per i tifosi locali ma sono tutte misure preventive e cautelative in attesa di una decisione definitiva sul da farsi da parte della prefettura di Brescia». Gazzoli quindi non esclude che i tifosi del Vicenza possano essere presenti al Rigamonti a sostenere la loro squadra del cuore. «Nessuno può negare che i problemi di ordine pubblico alla fine della partita dello scorso campionato furono causati esclusivamente dai tifosi del Brescia, quindi lasciare a casa i tifosi del Vicenza mi parrebbe una decisione che andrebbe a punire chi non ha colpe. Per noi inoltre si tratta di una partita molto importante, giocarla con i nostri tifosi sugli spalti che ci garantiscono il solito straordinario sostegno è ben diverso che avere la curva vuota». Sulla stessa lunghezza d’onda è anche Angelo Barbaro, presidente del club «Prime Uve», che da tempo si occupa in prima persona dell’organizzazione delle trasferte dei gruppi vicini al Centro di coordinamento clubs biancorossi. «Finora l’informazione sulla trasferta di Brescia è stata alquanto frammentaria ed imprecisa – sottolinea Barbaro – e questo ha creato solo confusione. Noi vorremmo essere a Brescia e sostenere la nostra squadra in una partita molto importante per il campionato. Sottolineo inoltre che ne abbiamo diritto perché i responsabili di quanto accaduto un anno fa non sono certo i tifosi del Vicenza, e quindi impedirci di andare a Brescia equivarrebbe a mettere in atto una grande ingiustizia».

Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) Emergenza biancorossa. A pochi giorni dalla partita di sabato a Brescia, tappa importantissima nella difficile corsa alla salvezza, mettere insieme una formazione credibile sembra una missione davvero ardua per Franco Lerda. Il doppio allenamento di ieri al Morosini non ha certo riservato sorrisi al riguardo, anzi: l’elenco degli assenti, infatti, contava tra gli altri Giulio Ebagua, Cristian Galano, Filip Raicevic. Del primo (lesione all’adduttore di sinistra) l’indisponibilità è certa per almeno un’altra decina di giorni; per gli altri due (Galano con una botta al bacino, Raicevic con problemi al ginocchio sinistro), bisognerà sperare in una riduzione del dolore in questi giorni. La domanda sorge spontanea: se nessuno di loro ce la farà, chi e come giocherà in attacco al Rigamonti? L’impressione, stando alle prove di ieri, è che Lerda potrebbe anche rispolverare il 4-3-3 di “mariniana” memoria: Vita a destra, Giacomelli a sinistra, e al centro un grande punto di domanda. Il redivivo Pozzi, tornato in gruppo solo all’inizio di questa settimana, con all’attivo appena due presenze in campionato (una a settembre, una in febbraio) per un minutaggio complessivo di poco più di mezz’ora e continui problemi muscolari? Il giovane Cecconello della Primavera? O magari Giacomelli “finto nueve”, con Sbrissa o l’altro “Primavera” Dieye a sinistra? Se ne capirà di più oggi e domani mattina al Morosini, sperando di rivedere in gruppo qualche “volto noto” in più, sia pure a denti stretti, compreso D’Elia che deve sempre gestire l’affaticamento mai risolto agli adduttori.

Ore 12.10 – (Giornale di Vicenza) Francesco Signori torna alle origini. O, almeno, nelle vicinanze. E torna anche in campo, dopo il turno di squalifica che l’ha fatto accomodare sabato in tribuna. Dici Brescia e il centrocampista pensa a Montichiari, 25 mila anime, esordio da professionista e primo gol da altrettanto. Il suo ricordo?I derby che facevamo con il Brescia, quando giocavo nella Berretti. Erano partite molto sentite perché noi eravamo quelli meno quotati… E comunque quella col Brescia è una partita che sento ancora adesso.Perché?Vivendo a Desenzano, conosco tanta gente di Brescia e c’è questo stimolo particolare. Della squadra conosco Martinelli, ma non so se sarà della partita perché ha male a una caviglia.Intanto sabato ha dovuto guardare Vicenza-Spezia dalla tribuna, che gara è stata?Non è stata una bella partita, credo che avremmo potuto fare di più. Certo, loro sono una squadra attrezzata ma il 3-0 è un risultato pesante. Adesso ci aspettano 4 partite, non possiamo piangerci addosso per ciò che non è stato. Qual è stata, secondo lei, la difficoltà maggiore che ha incontrato il Vicenza?Non abbiamo approcciato la gara con la cattiveria giusta, o almeno non con la stessa delle altre partite.Si è dato una spiegazione?Forse avevamo visto anche gli altri risultati, che tutti avevano pareggiato… E siamo andati in campo con la testa un po’ troppo leggera. Poi rimane il fatto che lo Spezia è davvero forte e quando vai sotto 2-0 è difficile ribaltarla, anche se sei in casa. Visti gli infortuni che assediano lo spogliatoio, peseranno più questi o il risultato pesante di sabato?Dal 3-0 abbiamo già cambiato pagina, vedo la squadra carica per Brescia. Purtroppo di infortuni ce ne sono davvero tanti, speriamo di recuperare Giulio anche se si è fermato pure Filip… Ma non dobbiamo cercare alibi o scuse che ci mancano giocatori, perché la rosa è composta da 25 giocatori, e chi gioca deve dare il massimo.Intanto è tornato Pozzi, suo amico dai tempi della Samp. Come lo vede?Bene, non ha i 90′ ma sono due settimane ormai che si allena con noi. Credo che per le ultime 4 partite potremo contare su di lui, che come giocatore non si discute. È contento, e se trova la continuità che vuole lui… Caratterialmente è uno che vive per il gol.Proviamo a fare una tabella di marcia degli ultimi quattro incontri. Punti di forza e debolezza del Brescia?Bisogna stare attenti a Morosini e Caracciolo, che sono ottimi giocatori e molto pericolosi. Poi hanno costruito il loro campionato in casa… Però sono anche una squadra giovane che concede qualcosa dietro, hanno preso tanti gol.Entella?Sono forti in tutti i reparti, a partire dall’attacco con Caputo. Noi dovremo fare la differenza perché giochiamo in casa..Latina?È la più difficile delle tre. Ma molto dipenderà da come ci andremo a Latina… Se riusciamo a fare qualche punto prima, là potremo giocarcela meglio. Se stanno ancora più giù di noi, vuol dire che qualche problema ce l’hanno.Perugia?Delle quattro, è la squadra che ha meno da chiedere. Ciò non toglie che sia attrezzata per fare playoff anche se non credo ci arriveranno. Quindi forse arriveranno al Menti con la testa rilassata.Quale delle altre 9 squadre (esclusi voi e il Como) che lottano per la salvezza è più in forma?L’Ascoli: ha fatto due vittorie in trasferta e ha il match point con la Salernitana. Se vincono, il campionato può dirsi finito per loro. Anche perché quelli che sono a 45 punti secondo me è più facile che si salvino.Qual è la quota salvezza?Forse 49. Ma dipende perché se tutte continuano a fare punti…Il Vicenza quanti ne deve fare ancora?Due vittorie e un pari. Ma intanto pensiamo al Brescia.

Ore 11.50 – (Gazzettino) Enrico Alfonso è stato fra i più brillanti protagonisti di questa conquista della serie B con un crescendo pari a quello della classifica del Cittadella. È emerso il lavoro guidato dal suo preparatore Andrea Pierobon, del quale ha ereditato la maglia numero uno. L’ex estremo difensore della Pro Piacenza si è rivelato esuberante protagonista anche fuori dal campo, trascinando compagni e tifosi con cori, folklore e incitamenti da autentico capopopolo, in particolare nei siti web. Un contrasto palese con lo stile sobrio dell’ex portierone granata, che tuttavia si è compensato molto bene dando sfogo ad una grande festa, che anche il direttore generale Stefano Marchetti ha accettato in questo momento storico della società granata. Numerosi sono gli interventi decisivi, anche in situazioni molto difficili, che Alfonso ha sfoderato nel girone di ritorno. Qualche perplessità di inizio campionato è stata completamente superata. «Lo dice il campo – sostiene il portiere granata – per cui sono contento di avere dato il mio contributo e dimostrato il mio valore. Devo comunque migliorare ancora». Sulle incertezze nelle prime partite, spiega: «Forse all’inizio ho avuto troppa voglia di strafare. A livello psicologico mi sono ambientato in una squadra che puntava all’alta classifica, mentre l’anno prima a Piacenza lottavamo per la salvezza». La mano di Andrea Pierobon si è notata. «Ha grande caratura morale, imitarlo soprattutto fuori dal campo è impossibile. Andrea mi ha dato utili consigli e ha frenato la mia esuberanza quando la concentrazione deve essere prioritaria. Abbiamo modi di manifestarci molto diversi, ma con lui mi trovo bene. Ci completiamo a vicenda e abbiamo scoperto di avere anche tante cose in comune. Lui spesso si rivede in me quando giocava». Sulla pesante eredità raccolta, precisa: «Sono soddisfatto per non averlo fatto rimpiangere, ma si potrà parlare della sua eredità quando si arriva almeno alla metà del suo percorso. Ha fatto cose prestigiose». Fuori dal campo Alfonso ha sorpreso tutti come trascinatore. «È la parte più solare di me, che quest’anno si è manifestata grazie ad un gruppo eccezionale e ai risultati straordinari del campo. Abbiamo portato i nostri momenti goliardici anche sul web, dove sono diventati virali. È bello avere trasmesso in tutta Italia questa nostra allegria dovuta a risultati che non si raggiungono di frequente». Anche il direttore generale Stefano Marchetti ha tollerato certe vostre stravaganze. «Lui è stato chiaro, sa leggere le situazioni e intervenire con equilibrio perchè ci sono momenti dove si può e altri dove non si possono fare certe cose. Noi lo abbiamo seguito raggiungendo un filotto di risultati da record avendo mantenuto la testa giusta con serenità e gioiosità». Per certi versi questa è stata la miglior stagione del portiere granata. «In termini di risultati senza dubbio – precisa – ma a Modena e a Cremona mi sono espresso con più regolarità». Sul suo futuro, conclude: «Sono in scadenza di contratto, ma adesso godiamoci questo momento di festa. A tempo debito ci incontreremo e personalmente avrei piacere di fare un gran campionato in B con il Cittadella. Conosco la categoria avendo giocato due anni a Modena e uno a Pisa. Vorrei migliorare e, chissà, il sogno è la serie A».

Ore 11.30 – (Gazzettino) Ieri mattina il Cittadella ha fatto visita alla basilica di Padre Leopoldo Mandic a Padova, come è tradizione da diversi anni, mentre nel pomeriggio sono ripresi gli allenamenti: in campo anche Giulio Bizzotto che ha lavorato a parte dopo la contrattura alla coscia sinistra. Oggi alle 15.30 ci sarà un’amichevole al Tombolato con la Fontanivese, neopromossa in Prima Categoria avendo vinto la Coppa Veneto. Domani pomeriggio continua la preparazione, venerdì mattina la rifinitura. Sabato alle 14.30 ultima partita di campionato in casa con la Cremonese (arbitra Maggioni di Lecco). Sarà distribuita la maglietta celebrativa per la riconquista della serie B e parte del ricavato verrà devoluto alla Fratres. Poi alle 17.30 tutti in piazza Pierobon per la festa promossa dall’amministrazione comunale che sarà condotta dall’affiatato duo composto da Stefano Albertin e Pierluigi Basso.

Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Derby amichevole per il Cittadella, questo pomeriggio alle 15.30 allo stadio Tombolato, a ingresso gratuito: ospite la Fontanivese, fresca vincitrice della Coppa Veneto di Seconda Categoria. Di sicuro salteranno l’impegno Bizzotto e Bonazzoli. Per la partita di sabato, l’ultima in casa, contro la Cremonese (14.30) designato l’arbitro Maggioni di Lecco, mentre Bassano-Padova alla stessa ora sarà diretta da Robilotta di Sala Consilina. Intanto, se non è una vera e propria conferma ufficiale, poco ci manca. È vero che firme non ce ne sono state, ma l’imprimatur è direttamente quello del presidente: il Cittadella che nella prossima stagione tornerà a calcare i palcoscenici della Serie B dopo un solo anno di purgatorio in Lega Pro, lo farà ripartendo da Marchetti e Venturato. «Il direttore generale deve restare ancora al nostro fianco», afferma Andrea Gabrielli. «Sapete tutti quale ruolo rivesta in questa società. Dopo un’annata come questa è giusto che si goda assieme a noi i frutti raccolti: lo ritengo imprescindibile nei programmi del Cittadella». E Venturato? «Dobbiamo ancora ritrovarci a un tavolo e devo ancora parlarne con Marchetti, ma vale un discorso analogo. Venturato ha svolto un lavoro egregio dimostrando grandi qualità tecniche e morali, e ora merita di poter finalmente allenare in Serie B». Visto che si sta sbilanciando, lo faccia pure per i giocatori… «Eh no, qui mi fermo. Non è il caso di parlare delle loro posizioni a campionato ancora in corso: ci sono ancora due partite da onorare, come abbiamo fatto domenica scorsa a Salò. Non ci devono essere distrazioni, se non legate ai festeggiamenti, come la giornata di sabato in piazza Pierobon, subito dopo la gara con la Cremonese». Però almeno sulla posizione di Litteri è il caso di soffermarsi. Pochi giorni fa, al nostro giornale, ha dichiarato di voler rimanere, aggiungendo però che molto dipenderà dalla volontà del Latina, proprietario del suo cartellino e, ovviamente, anche da quella vostra. «L’intenzione è quella di confermare quanto più possibile il gruppo visto sin qui, operando i ritocchi che saranno necessari per la B. Litteri è stato sicuramente uno dei protagonisti di questa straordinaria cavalcata e c’è la volontà di tenerlo con noi. Le variabili da considerare però sono tante, in questi casi, è inutile fare promesse prima del tempo». Quindi niente promesse nemmeno sulla prossima stagione? L’ultima volta in Serie B, vi eravate sbilanciati su un campionato da metà sinistra della classifica e non ha portato bene. «È prematuro parlarne ora. Quello che posso dire è che seguiremo i criteri che ci hanno sempre animato, cercando di fare tesoro degli errori commessi nell’anno della retrocessione. Resto convinto che sia stata ingiusta e la vicenda delle partite comprate dal Catania ancora mi pesa, ma, detto questo, è chiaro anche che in campo avremmo dovuto fare qualcosa di più». Adesso che la promozione è in cassaforte può confessarlo: quando ha capito che era fatta? «Ad Alessandria. Vincere lì ci ha permesso di fare lo strappo decisivo nei confronti di tutta la concorrenza».

Ore 10.40 – (Gazzettino) «Io mi tengo quello che ho fatto perché ne sono soddisfatto, anche se potevo indubbiamente fare qualcosa di più se l’annata fosse continuata come nei primi sei mesi. Anche questo però fa parte del gioco, e guardiamo avanti». Fa parte della vecchia guardia che ha contribuito l’anno scorso al ritorno dei biancoscudati nei professionisti, e ha appunto altri due anni di contratto. Questo per dire che la società crede sempre molto in lei. «Mi ha sempre voluto bene e mi ha sempre lodato anche in questi momenti nei quali gioco meno: mi riferisco alla famiglia Bonetto e al presidente Bergamin, c’è un’intesa fantastico con loro. Anche con la moglie del presidente c’è un rapporto di stima e di rispetto reciproco che va al di là del campo. Da questo punto di vista sono tranquillo e non ho alcun problema, però è normale che uno come me voglia giocare perché non sono più un ragazzino e non posso perdere annate come è stato nella seconda parte di questa stagione».

Ore 10.30 – (Gazzettino) Spostando l’attenzione sulle sue prestazioni, ultimamente le cose non sono andate sempre per il verso giusto. «Fino a febbraio ho sempre giocato, poi da lì in avanti non so cosa sia successo. L’allenatore ha le sue idee e ha fatto le sue scelte, e bisogna rispettarle perché anche questo è essere dei professionisti. Quindi va bene così, adesso finiamo al meglio il campionato e per l’anno prossimo vediamo». Paradossalmente proprio dopo aver firmato a fine gennaio il prolungamento del contratto è iniziata la sua parabola discendente, senz’altro non voluta da parte sua. «Ci mancherebbe, anzi. Il rinnovo del contratto doveva essere uno stimolo ulteriore, e invece… Fisicamente posso anche avere avuto qualche calo, ma non penso che duri tre mesi. Di sicuro sono stato penalizzato dalle scelte dell’allenatore. Giocare cinque o dieci minuti, poi non entrare per tre-quattro partite, non è facile. Va comunque bene così».

Ore 10.20 – (Gazzettino) Straripante per buona parte della stagione con tanto di sei sigilli e di rinnovo del contratto fino a giugno 2018, poi invece relegato ai margini dell’undici titolare. Per Nicola Petrilli non è un periodo facile: la riprova è arrivata domenica quando a cinque minuti dalla fine, con i giochi purtroppo ormai fatti a favore della Giana Erminio, è stato mandato sul terreno di gioco. «Sono entrato a freddo, eravamo sotto 2-0. Non dico che sia stato inutile perché quando entri in campo devi dare sempre il massimo, però sicuramente potevo fare ben poco». Il pensiero va subito all’occasione sciupata dalla squadra in chiave play off. «Siamo tutti amareggiati e delusi perché era una grande opportunità e ce la siamo mangiata. Non è ancora detto niente, dato che la matematica non ci condanna, anche se è più difficile di prima. Vediamo cosa succede. C’è comunque la consapevolezza di avere disputato un girone di ritorno alla grande e forse se iniziavamo prima a pensare di essere una squadra forte, potevamo toglierci senz’altro più soddisfazioni. Però il calcio è fatto di episodi e di ogni singola partita, e se non le affronti tutte con la stessa testa, fai questa fine qui».

Ore 10.10 – (Gazzettino) Dieci minuti di fuoco, con la squadra tenuta a rapporto in campo da Bepi Pillon. È iniziata così la ripresa degli allenamenti ieri alla Guizza con il tecnico che a muso duro ha strigliato i giocatori, che sono rimasti ad ascoltare in religioso silenzio per tutto il tempo. Una sfuriata nella quale Pillon ha alzato la voce usando anche toni forti. Evidentemente l’allenatore ha esternato tutta la delusione accumulata in queste ore che hanno seguito la sconfitta con la Giana Erminio, pregiudicando quasi definitivamente la rincorsa a un posto nei play off dato che a questo punto solo la matematica tiene ancora in gioco la squadra. Dopo la ramanzina, è cominciato l’allenamento che si è protratto più del solito. Ferme restando le assenze di Petkovic e Corti, è rimasto a bordo campo Baldassin (leggera infiammazione al ginocchio), mentre con il gruppo si è rivisto De Risio, il che lascia pensare che possa essere a disposizione sabato con il Bassano. Partita che invece salteranno Fabiano e Favalli: il giudice li ha fermati per una giornata, come anche Bizzotto nelle fila del Bassano. Proprio Fabiano, al pari di Diniz e Neto Pereira, è rientrato in spogliatoio prima dei compagni.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Da tre gare non facciamo quello che avevamo fatto di solito: ci eravamo complicati la vita da soli, avevamo sofferto più del dovuto, ed eravamo riusciti a vincere solo perchè di fronte avevamo trovato due squadre nettamente in difficoltà. Rimanendo in linea con quelle prestazioni anche con la Giana, squadra organizzata e compatta, abbiamo perso». FINIRE BENE. «Il Padova non è arrivato ad una gara fondamentale nel modo giusto», dice Cunico, « e se questo sia dovuto al fatto che qualcuno abbia mollato non lo so: all’interno dello spogliatoio non ho avuto avvisaglie di questo tipo, altrimenti avremmo cercato di riportare subito la cosa in carreggiata. Adesso è fondamentale finire bene la stagione: la classifica, guardando verso l’alto, non conta più, ma ci rimangono due partite per non chiudere questo campionato solo in calando. Arrivare al quinto posto sarebbe comunque un buon modo di archiviare la stagione». A Bassano, sabato, mancheranno per squalifica il difensore vicentino Bizzotto e i biancoscudati Fabiano e Favalli.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Pillon era rabbuiato, ha alzato la voce e ha guardato negli occhi la sua squadra. Fino ad esclamare: “Ma chi credete che sia io, un cog…e?”. L’AMMISSIONE. Un’ora in palestra, un’altra di duro lavoro sul campo: anche se la stagione del Padova è ormai finita (classifica alla mano), la squadra ieri ha sgobbato. E al termine dell’allenamento è toccato a Marco Cunico, da buon capitano, prendere la parola. «Secondo l’allenatore si poteva fare qualcosa in più», la spiegazione del numero 10, «E credo che abbia tutte le ragioni per essere arrabbiato. Oggi il clima è un po’ pesante, ma è normale: non abbiamo fatto il nostro dovere, domenica abbiamo toppato una gara che avremmo dovuto vincere, torniamo ad allenarci con la coscienza non del tutto a posto. C’è tanta delusione, c’è la rabbia del giorno dopo, e poi c’è quel rammarico dovuto al fatto che, come ci ha detto Pillon, si sarebbe potuto fare qualcosa in più». E il problema vero è che, come dichiarato apertamente dal direttore sportivo De Poli, già contro Pro Patria e Albinoleffe si era avuta la sensazione che qualcuno avesse mollato.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) A due giorni dalla figuraccia contro la Giana Erminio, il tempo degli applausi per una stagione comunque positiva è finito. Anzi: ieri pomeriggio, alla ripresa degli allenamenti alla Guizza, è andata in scena la resa dei conti. Da una parte la squadra, dall’altra l’allenatore. Un Pillon nero, arrabbiato come poche altre volte lo si era visto fin qui a Padova. IL CONFRONTO. Al tecnico di Preganziol non è andata giù la sconfitta ma, più che il risultato in sé, non è piaciuto l’atteggiamento della squadra. Molle, scarica mentalmente prima ancora che fisicamente. L’allenatore, di fronte a tutti i giocatori radunati ad ascoltare a semicerchio sul campo sintetico del centro sportivo, è andato giù pesante. Da lontano poco si è riuscito ad intuire del suo discorso: cinque minuti di parole che però devono essere arrivate forti e chiare alle orecchie dei giocatori, perché il tono della voce era di quelli a cui non si può non prestare attenzione.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Fabrizio De Poli, se fosse per Bonetto, sarebbe già stato congedato. Troppe le incongruenze della sua gestione tecnica, troppe le operazioni su cui ci sono state obiezioni e tanti gli episodi dietro le quinte che hanno minato la fiducia nei confronti del dirigente biancoscudato da parte dell’amministratore delegato. A questo punto — fermo restando che Massimo Poliero non uscirà dal Calcio Padova, ma che rivedrà la propria quota con un nuovo progetto riguardante l’Academy biancoscudata e che neppure la famiglia Bonetto lo farà — resta Bergamin, visto che gli altri soci non hanno quote significative o tali da spostare equilibri ormai consolidati. Bergamin è saldo al timone e su De Poli ha un’opinione opposta rispetto a Bonetto: non chiuderà la propria esperienza con il club di viale Nereo Rocco, non ci ha mai pensato e resta legatissimo alla società rifondata da zero dopo la tabula rasa dell’estate 2014. Le soluzioni allo studio sono due: De Poli accetta tutta una serie di paletti gestionali stabiliti dalla proprietà, rispetta il suo contratto in essere e rimane il direttore sportivo nella prossima stagione o esce di scena e, a quel punto, viene trovato un candidato che vada bene alle le parti in causa (a Bonetto piace moltissimo il dg del Bassano Werner Seeber). In questo senso la posizione di Giuseppe Pillon, che ieri ha catechizzato duramente la squadra prima della ripresa degli allenamenti alla Guizza, rimane strettamente legata a quella del direttore sportivo. Rispetto al passato, infatti, i soci concordano nel lasciare correttamente autonomia nella scelta del tecnico a chi occuperà la poltrona di di responsabile dell’area tecnica nella prossima stagione. Una stagione in cui serviranno investimenti massicci, se davvero si vorrà tentare la scalata alla serie B. Con tutto quello che ne consegue.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Il telefono squilla più volte a vuoto ma al terzo tentativo arriva la risposta. Perché l’unico a non aver parlato dopo la sconfitta con la Giana Erminio era stato Roberto Bonetto e l’amministratore delegato del Padova, in qualche modo, conferma che non si è trattato di un una casualità. «Vi chiedo di pazientare in questo momento, ma non mi sento di dire nulla. Stiamo lavorando per il Padova proprio in questi giorni e credo che ci vorrà almeno una settimana prima di chiudere il cerchio. Ci risentiamo più avanti». La prima certezza, come già era trapelato nelle scorse settimane, è che la famiglia Bonetto non uscirà affatto dalla governance del Calcio Padova. Nonostante in passato ci siano stati alcuni momenti di forte divergenza con il presidente Giuseppe Bergamin, non si è mai prefigurato uno strappo così plateale. Anche perché, come più volte ribadito, il patto triennale sottoposto davanti al sindaco Massimo Bitonci non prevede deroghe, sia dal punto di vista morale che dal punto di vista imprenditoriale. Tanto più che, come confermano ancora una volta fonti interne al club biancoscudato, la situazione fra Bergamin e Bonetto è decisamente migliorata da diverse settimane a questa parte. L’unico vero «nodo» da risolvere riguarda il ruolo del direttore sportivo, dal quale poi (in questo caso tutti d’accordo) dipenderà anche la scelta dell’allenatore.

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella 72, Pordenone 59, Bassano 58, Alessandria 57, Padova 51, Cremonese e FeralpiSalò 49, Pavia e Reggiana 48, SudTirol 44, Giana Erminio 41, Renate 39, Lumezzane 38, Pro Piacenza 35, Cuneo 33, Mantova 30, AlbinoLeffe 19, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).

Ore 08.20 – Lega Pro girone A, i risultati della trentaduesima giornata: Cremonese-Pro Patria 2-0 (Brighenti (Cr) al 33′ pt, Scarsella (Cr) al 27′ st), FeralpiSalò-Cittadella 1-2 (Lora (Ci) al 11′ st e al 24′ st, aut. Lora (Fs) al 37′ st),Lumezzane-Pavia 3-2 (Varas (Lu) al 7′ pt, aut. Marchi (Lu) al 16′ pt, Bacio Terracino (Lu) al 21′ pt, Malomo (Pv) al 36′ pt, Carraro (Pv) al 25′ st), Mantova-Pro Piacenza 1-0 (Marchi (Mn) su rigore al 44′ st), Pordenone-Cuneo 2-1 (Strizzolo (Pn) al 8′ pt, D’Iglio (Cn) al 10′ pt, Mandorlini (Pn) al 39′ st), Reggiana-AlbinoLeffe 2-1 (Letizia (Re) su rigore al 22′ pt e al 26′ st, Checcucci (Al) al 46′ st), Renate-Bassano 1-0 (Napoli (Re) al 33′ st), SudTirol-Alessandria 1-1 (Fink (St) al 39′ pt, Vitofrancesco (Al) al 43′ pt).

Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 26 aprile: primo allenamento settimanale con sfuriata iniziale di mister Pillon.




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