Live 24! Padova, società al lavoro: attesa per il futuro di Pillon e l’annuncio di Zamuner

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Ore 21.20 – (Il Piccolo) Gli alabardati continuano la preparazione in vista del play-out che si giocherà contro la Liventina domenica 22 maggio (inizio ore 16). Ieri altro allenamento pomeridiano per la Triestina: i ragazzi agli ordini di Bordin, dopo una fase iniziale di riscaldamento, hanno svolto un lavoro atletico sulla resistenza, per concludere la sessione con delle conclusioni in porta. Stamane ancora una seduta a Prosecco poi un piccolo rompete le righe fino a martedì, quando inizierà la vera e propria settimana di preparazione alla sfida. Muzzi e Bradaschia, che hanno accusato degli affaticamenti muscolari dopo la partita con il Venezia, dovrebbero avere tutto il tempo per recuperare ed essere disponibili per la partita con la Liventina, come tutto il resto del gruppo. Nessun squalificato per entrambe le squadre, quindi si prospetta una sfida al gran completo, nella quale saranno decisive anche le scelte dei due tecnici. E se da parte alabardata tutto l’ambiente è stretto attorno a Bordin e fiducioso nel tecnico, nonostante qualche scelta abbia fatto discutere i tifosi nelle ultime partite, a Motta di Livenza pare che mister Tossani se la passi decisamente peggio. Del resto con un girone di ritorno così disastroso, frutto anche di una condizione fisica in drastico calo nella seconda parte della stagione, difficile evitare dubbi e critiche: ricordiamo infatti che la Liventina, da matricola rivelazione capace di girare la boa di metà campionato a quota 25, nel ritorno ha messo assieme la miseria di 14 punti. Evidentemente, qualcosa si è rotto nel meccanismo dei veneti ed è subentrata po’ di mancanza di fiducia, ma questo non deve assolutamente far abbassare la guardia degli alabardati. A metà della prossima settimana si aprirà anche la prevendita dei biglietti: è logico che la società alabardata si attende una grande risposta del pubblico nella partita decisiva della stagione.

Ore 21.00 – (Corriere delle Alpi) Un solo risultato possibile. Per passare il primo turno playoff, il Belluno in casa dell’Este può solo vincere. Avrà a disposizione i 90′ regolamentare e, in caso di pareggio, due supplementari da 15’ l’uno. I gialloblù, essendo arrivati alle spalle dei padovani in classifica, dovranno per forza segnare e portare a casa l’intera posta. I padroni di casa potranno invece far conto su due risultati su tre. Ultimo allenamento della settimana. Ieri pomeriggio il Belluno ha sostenuto l’ultimo allenamento prima del big match. Vecchiato non avrà a disposizione gli infortunati Duravia e Farinazzo, entrambi operati la scorsa settimana rispettivamente al ginocchio e alla spalla. Il trequartista di Montebelluna ieri pomeriggio ha tolto i punti mentre il fuoriquota classe 1996 dovrà tenere il tutore ancora per un paio di settimane. «Sappiamo che abbiamo solo un risultato a disposizione per passare il turno, dunque dobbiamo provare a vincere a Este», commenta Roberto Vecchiato, «i padovani non perdono in casa da oltre un anno e sappiamo che sarà una partita molto complicata. Non dobbiamo fare l’errore di spingerci subito all’attacco, dovremo avere pazienza. Abbiamo infatti centoventi minuti per provare a vincere la partita. Dobbiamo fare i conti purtroppo con diverse defezioni, ma questo non deve diventare un alibi. Abbiamo una rosa completa e dobbiamo giocarci a viso aperto le nostre carte. L’Este, insieme al Campodarsego, è stata la grande rivelazione del campionato. La stagione è stata lunga per tutti ma quando si disputano partite come i playoff la stanchezza non deve farsi sentire. Dovremo dare il 110% per provare a passare il turno, per noi stessi, per la società e per i tanti tifosi che verranno ad Este». Summer Camp rinviata. La manifestazione che doveva tenersi oggi pomeriggio al Polisportivo, riservata ai bambini, è stata annullata per maltempo e sarà riproposta più avanti; la data è ancora da decidere. Chi gioca? Vecchiato in difesa recupera Pescosta e Pellicanò; il reparto dovrebbe essere compeltato da Calcagnotto e Mosca. A centrocampo ci saranno Masoch, Bertagno e Miniati. La coppia d’attacco potrebbe essere formata da bomber Corbanese e Marta Bettina; alle loro spalle scalpita per un posto da titolare D’Incà. In porta il solito ballottaggio tra Solagna e Brino.

Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) «Certi giocatori andrebbero sciolti nell’acido». Per questa battuta il direttore generale del Pavia Nicola Bignotti è stato inibito per due mesi e multato con 5mila euro(stessa multa anche alla società) Questa la decisione della Sezione Disciplinare del Tribunale Federale Nazionale per il deferimento del dirigente del Pavia «Per avere, con le dichiarazioni rilasciate nel corso di una trasmissione televisiva e successivamente riportate dai maggiori organi d’informazione, violato i principi di lealtà, correttezza e probità, rilasciando dichiarazioni dal contenuto intimidatorio e gravemente lesivo della reputazione e onorabilità di un’intera categoria di soggetti operanti nell’ambito della Figc». La società era a sua volta stata deferita a titolo di responsabilità oggettiva. Si chiude così una vicenda che aveva suscitato clamore mediatico a livello nazionale per dichiarazioni nei confronti del mondo dei calciatori.

Ore 20.20 – (La Provincia Pavese) Taglio del nastro per l’inaugurazione di “Casa Pavia”, lo store realizzato dalla società azzurra in Piazza della Vittoria. A fare gli onori di casa il vicepresidente dell’A.C. Pavia David Wang insieme al sindaco di Pavia Massimo Depaoli. Il referente del presidente Zhu, assente per impegni di lavoro, ha aperto ufficialmente lo spazio su due piani che vuole essere un punto di riferimento per ritrovi, vendita biglietti, magliette e in genere mechandising. L’arrivo di Wang dalla Cina rappresenta un momento importante per il futuro dell’A.C.Pavia. Siamo alla fine di una stagione (deludente), ma anche all’inizio della programmazione, che il vicepresidente sta intessendo in filo diretto con Zhu (che presto arriverà in Italia), la segretaria plenipotenziaria (e traduttrice del presidente) Luna Zheng, il dg Nicola Bignotti e il dirigente responsabile della Prima squadra Aldo Preite. «Siamo soddisfatti di poter inaugurare oggi quello che è un progetto partito un anno fa e che non ha avuto una realizzazione facile per i problemi burocratici che si trovano in Italia – ammette Wang – L’essere riusciti a concluderlo è un risultato importante». Il presidente Zhu era atteso oggi. «Purtroppo non ha potuto arrivare a Pavia per questo momento – spiega Wang – Ma arriverà successivamente dalla Cina per programmare il futuro del Pavia calcio». L’idea rimane quella di una compagine societaria completamente cinese o ci può essere un’apertura a nuovi soci? «E’ il presidente a decidere. Personalmente non posso che essere favorevole alla possibilità di coinvolgere nella società imprenditori del territorio nell’obiettivo di continuare a crescere». Avete già in mente l’allenatore della prossima stagione? «Non c’è ancora una scelta definitiva. Abbiamo al vaglio alcuni curriculum che ci sono state sottoposte. Il presidente Zhu deciderà. Personalmente sono arrivato in Italia da poche ore e sono stato impegnato molto anche nella vigilia di quest’inaugurazione di Casa Pavia. Vedremo nei prossimi giorni». Intanto alla presenza di molti curiosi a “Casa Pavia” c’era tutti i giocatori della Prima squadra con lo staff e diversi ragazzi delle giovanili. Ieri con l’ultimo allenamento si è conclusa ufficialmente l’attività e già oggi diversi calciatori torneranno a casa. In settimana aveva già fatto ritorno a Malta Rowen Muscat. Per la maggior parte di loro sarà l’addio definitivo ai colori azzurri. Pochi saranno quelli che la società ha intenzione di confermare.

Ore 20.00 – (Gazzetta di Reggio) Stagione ufficialmente chiusa per Bruccini e compagni. Ieri mattina in via Agosti il gruppo si è ritrovato per un’ultima sgambata, conclusasi con un torneo di calcio tennis al quale hanno partecipato anche il tecnico Colombo col vice Zanetti ed il preparatore atletico Simonelli, al termine del quale c’è stato il tempo per un ultimo spuntino in compagnia poi è arrivato quel saluto che per alcuni di loro sarà solo un arrivederci, per altri un addio. Infatti con una situazione societaria ancora in divenire, compresa la parte dirigenziale che avrà il compito di assemblare la Reggiana del futuro, è difficile al momento ipotizzare quali saranno i giocatori confermati, indipendentemente dall’avere già un contratto in essere per la prossima stagione. Chi invece è ormai rassegnato a lasciare la casacca granata dopo quattro anni non sempre facili è l’esperto Andrea Parola che, reduce da un infortunio al polpaccio rimediato nella gara interna con l’Albinoleffe ed arrivato ieri in abiti civili, è entrato in campo per salutare e ringraziare uno ad uno i compagni e lo staff tecnico: a 37 anni compiuti, ma dopo una stagione da protagonista a Reggio, la sua idea è di continuare almeno per un’altra stagione, magari scendendo di categoria, avvicinandosi a Trieste. Oltre al pisano ci sono altre situazioni di atleti che il 30 giugno si svincoleranno e che saranno valutate appena sarà operativo il ds Grammatica: Siega e Bruccini su tutti, senza comunque dimenticare quei giocatori arrivati in prestito come Mignanelli e Danza che si tenterà di riportare in città. Da oggi dunque tutti liberi in attesa del raduno di metà luglio anche se non è ancora ufficiale la sede del ritiro estivo che presumibilmente sarà ancora sull’Appennino reggiano ma difficilmente a Castelnovo Monti come nelle ultime tre stagioni.

Ore 19.40 – (Gazzetta di Reggio) «In tempi brevi saprete qualcosa. La trattativa non andrà per le lunghe e non vogliamo tenere in ballo nessuno più di tanto». Il presidente Stefano Compagni lo ha detto ai giocatori, che ieri hanno fatto l’ultimo allenamento prima delle ferie. Chi è senza contratto, ma ha anche chi lo ha, attende di sapere cosa accadrà in futuroed è chiaro che molto dipende dagli eventuali cambiamenti societari, cioè dall’arrivo o meno di Mike Piazza, che appare molto probabile. Giovedì sera in un rustico di Salvaterra di Casalgrande Compagni e Gianfranco Medici hanno ospitato la dirigenza, lo staff tecnico e i giocatori della Reggiana per una cena di saluti. La serata, dicono i partecipanti, è stata piacevole, con un ricco buffet, primi, secondi e dolce e poi gli ospiti hanno anche ballato. I soci granata hanno tutti preso la parola per un saluto. Inevitabile un accenno al futuro e soprattutto ai tempi entro i quali tutti i giocatori saranno messi nelle condizioni di sapere quale sarà il loro destino alla Reggiana. «Anche perché dobbiamo essere nei tempi giusti per fare le cose bene nella prossima stagione», ha ribadito il numero uno granata. Sulla trattativa con Piazza invece c’è la consegna del riserbo e nessuno dei dirigenti si sbilancia. I termini dell’accordo sono stati definiti, i conti sono stati setacciati dai consulenti e non resta che la stella del baseball dica qual è la sua decisione, cioè se diventerà o meno il proprietario con il 60% delle quote. Tutto l’ambiente granata aspetta questo passaggio che rappresenta lo snodo cruciale della prossima stagione. Intanto il colloquio con i giocatori prosegue, in particolare con chi deve rinnovare. Molti granata interessano ad altre squadre, anche di serie B. Chi ha mercato è sicuramente Nicholas Siega, protagonista di una ottima stagione. Il jolly di Colombo non ha ancora firmato il rinnovo, ma pare che da parte sua ci sia la volontà di restare, salvo offerte dal campionato Cadetto, che sarebbero difficilmente rifiutabili.

Ore 19.20 – (Gazzetta di Reggio) Così come accadde nella passata stagione è stato Alessandro Spanò l’ultimo giocatore granata a prender la parola prima del “rompete le righe”. In una stagione terminata con tanti rimpianti l’ex Pro Patria si è confermato come uno dei più positivi della Reggiana venendo rieletto dai tifosi granata come miglior giocatore dell’anno ma, ciliegina sulla torta, anche a livello nazionale si sono accorti di lui tanto che nei prossimi giorni sarà premiato come migliore difensore della Lega Pro dalla giuria dell’Italian Sport Awards. «Un paio di settimane fa Andrea Munari (addetto stampa della società, ndc) mi aveva comunicato questa cosa ed è un riconoscimento che fa piacere – spiega soddisfatto il centrale difensivo-, ne vado fiero ma, pur essendo un premio personale, lo devo ai compagni ed allo staff quindi porterò con me il nome della Reggiana all’evento». Deve ringraziare il 3-5-2 più difensivo? «Anche l’anno scorso, giocando a quattro dietro, eravamo la miglior difesa quindi il modulo è relativo». I sei gol segnati hanno pesato? «Sì, perché per un difensore non sempre è facile mettere in mostra la sua prestazione mentre se vai spesso nel tabellino dei marcatori sei più seguito. Posso dire di essermi tolto qualche soddisfazione in questi due anni a Reggio». Ricorda che l’anno scorso lei arrivò da sconosciuto dopo il raduno estivo? «Più volte inizialmente sono stato un po’ sottovalutato ma, al momento della chiamata, volevo dimostrare quello che valgo». Come spiega invece la stagione deludente della squadra? «Ci sono tante componenti da valutare. I giocatori che c’erano nell’intera rosa, per me ottimi, bisogna capire se erano competitivi ed adatti ad affrontare questo campionato nel momento in cui qualcuno è venuto a mancare per scelta sua o per infortunio. C’è la parte tattica che non ha funzionato nella finalizzazione oppure si può fare un discorso atletico, insomma si poteva fare meglio da ogni parte per raggiungere altri risultati ma è troppo facile adesso dare la colpa a qualcuno». Si sentirebbe deluso se non fosse in Serie B il prossimo anno? «Tutti i calciatori ambiziosi alla mia età puntato al salto di categoria ma se rimanessi qua non sarei deluso perché sto bene, vorrei solo capire il progetto del prossimo anno. Poi il futuro non dipenderà solo da me e comunque, al momento, sono della Reggiana». Ripartirebbe con Colombo in panchina? «Dipenderà da chi sarà in società e dai progetti che hanno in mente». Ma personalmente cosa pensa? «Sono da tre anni col mister col quale ho vissuto un’annata meno bella a Busto e quella bellissima dello scorso anno. So che è un gran lavoratore e questa è una componente fondamentale per fare bene».. Dica la verità… le ha sentite le sirene della Serie B? «Loro devono ancora finire il campionato poi vedremo se ci sarà qualcosa di concreto». Il ricordo più bello a Reggio? «E’ scontato ma direi la partita play off di Ascoli, così come l’ingresso in campo nella gara successiva col Bassano davanti a tutto quel pubblico. Sì, questo mi rimarrà impresso». Il più brutto? «Potrei dire la semifinale persa a Bassano ma avevamo dato tutto: c’era il rammarico per la vicinanza all’obiettivo ma non avevamo niente da imputarci. La sconfitta di San Marino invece è stata brutta e non la ricorderò positivamente». Domenica scorsa ha chiuso la sua carriera una bandiera come Beppe Alessi: cosa ha pensato? «Sono contento per lui perché ha chiuso nel migliore dei modi un pezzo di storia, sua e della Reggiana, proprio con un gol all’ingresso in campo». Una giornata purtroppo finita con la notizia della scomparsa del piccolo tifoso Michael… «Lui merita davvero un pensiero da parte di tutti noi perché noi parliamo spesso di problematiche del mondo del calcio che a confronto di queste tragedie non sono davvero nulla».

Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) C’è chi può obiettare circa il rendimento generale del Mantova, nessuno può negare i problemi della squadra, ma basta una semplice chiacchierata per capire che i biancorossi, mai stati fenomeni, hanno comunque qualcosa in più rispetto al tono dimesso che li ha oppressi per tutto l’anno. Ora gli occhi, da millenni specchio dell’anima, sono diversi e sono affamati d’una fame che prima non si vedeva nel loro sguardo e che è la miglior rassicurazione in vista delle due sfide playout. Due esempi a caso, Andrea Cristini e Pietro Tripoli: «Il calcio è il nostro lavoro – dice l’ex Varese – teniamocelo stretto vincendo i playout, lasciamo che siano quelli del Cuneo a cercarselo. Andremo in campo col coltello fra i denti, ne va del nostro futuro e non possiamo permetterci di rovinarlo». Il difensore arrivato in inverno dal Pavia è chiaro: «Ora abbiamo ritrovato la nostra identità, loro non sono nella migliore delle condizioni. Il nostro compito dev’essere quello di sfruttare al massimo la possibilità di giocare in casa l’ultima partita, dovremo centrare l’obiettivo giocando con ancor più determinazione del solito». Ieri Prina ha fatto giocare una partitella, conclusasi 6-1 (3 Marchi, 1 Longo, Falou Samb e Tripoli per i titolari in maglia rossa, Gonzi per i rossoblù). Il tecnico ha mescolato le carte, si sono mossi bene Caridi, Scrosta e Raggio Garibaldi per i quali c’erano dubbi sul loro impiego a Cuneo. Di Santantonio si è allenato a parte. Stamane ultima seduta al Centrale, un mini torneo 5 contro 5 al Centrale, poi da lunedì sedute a porte chiuse.

Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Sandro Musso ha scelto di convincere Sdl ad investire nel Mantova al termine di lunghe, estenuanti riflessioni e di altrettante serate trascorse a centellinare le parole, possibilmente evitando i proclami. Non ha certo regalato agli sportivi mantovani un’annata da incorniciare ma ha somatizzato la rabbia per l’esito insoddisfacente degli sforzi della società e per l’accresciuto impegno economico, lasciando intendere che prima di mettere realmente in vendita la società ci penserà soquante centinaia di volte. Messo al corrente dell’incontro in programma stamane fra l’imprenditore Claudio Dondi e il dg Gianfranco Bernasconi, il presidente taglia corto e dimostra nei fatti quanto alla resa dei conti le recriminazioni personali ed i rimpianti lascino il tempo che trovano. In simili versanti prevale la logica dell’uomo che sa far di conto, non quella dell’innamorato del calcio costretto a consolarsi con i playoff di Eccellenza del Rezzato per non pensare sempre ai playout di Lega Pro col Cuneo. «Non c’è un’offerta degna di questo nome per acquisire in tutto o in parte il Mantova – sottolinea – stiamo ragionando su vari tavoli ma allo stato attuale la sola proposta degna di considerazione è quella della collaborazione con Meazza, di cui si sta occupando Di Loreto. Tutte le altre voci di cui leggo o sento parlare sono inadeguate nella forma e nella sostanza all’impegno che una piazza come Mantova richiede. Lo scorso anno abbiamo realizzato un’operazione che nei fatti non ci ha dato quel che speravamo però il senso di responsabilità nei confronti della città, delle Istituzioni e dei 1745 sportivi che con l’abbonamento ci hanno dato fiducia rende impossibile l’accoglimento di qualsiasi proposta che non sia fondata su dati certi, importanti». Musso in pratica esclude un happy end per l’incontro che stamane il direttore generale Gianfranco Bernasconi avrà con l’imprenditore Claudio Dondi, rappresentante di un gruppo: «Credo che anche in quella sede non emergerà una proposta degna di attenzione. Occorre massima cautela, la ricerca di pubblicità è spesso l’unica certezza che muove chi diffonde ad arte voci di trattative che nei fatti non possono avere sbocchi. Siamo persone educate, parliamo pure ma non crediamo alle favole». La considerazione conclusiva il presidente la riserva a mister Luca Prina («che ho voluto portare a Mantova anche su suggerimento di Marcolin», sottolinea): «Ho seguito gli allenamenti e non ho detto nulla ai ragazzi perchè il mister è il condottiero giusto per farlo».

Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Un anno fa, di questi tempi, conquistava gli agognati play-out con il Pordenone. Poi perse sia in casa che fuori con il Monza. A distanza di tempo, sempre dopo essere subentrato in corsa in un club di Lega Pro, Fabio Rossitto chiude la stagione raggiungendo un altro traguardo. Dopo la chiamata di Gigi Simoni, l’ex trainer neroverde se ne va da Cremona con un record. Statisticamente è l’allenatore con la media punti più alta di tutta la decennale era di Giovanni Arvedi. Che è il patron della Cremonese, a cui tra l’altro è intitolato il centro sportivo sede dei grigiorossi, da lui (ancora vivo) pensato, voluto e realizzato. Rossitto, con i suoi 1,86 punti a partita, è riuscito a staccare illustri predecessori quali Marco Giampaolo (1,42 nella stagione 2014/15) ora all’Empoli, Mario Montorfano (1,08 nella parentesi 2014/15 e 1,4 in quella 2010/11), compreso uno storico Emiliano Mondonico (1,71) risalente a quasi dieci anni fa. La Cremonese, “nonna” di Lega Pro con i suoi dieci anni consecutivi compiuti in Terza serie, non è comunque intenzionata a confermare Rossitto per la prossima stagione. Nella girandola degli allenatori rientra anche lui, stavolta con un finale positivo culminato con 6 vittorie consecutive allo stadio Zini, oltre che con una soddisfazione personale in più. Fra i nomi che circolano per la sua sostituzione, con il solito ribaltone annuale della Cremonese, secondo le testate sportive nazionali ci sarebbe anche quello di Gigi De Canio, attuale guida tecnica dell’Udinese.

Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il sogno ha un nome. Anzi, una lettera. Si chiama serie B e nessuno ormai ha più paura di esternarlo. Ma quanto guadagnerebbe una società come il Pordenone grazie al salto di categoria? Negli anni, infatti, il panorama che circonda la cadetteria è radicalmente cambiato. Si è passati da un campionato che stava perdendo visibilità, alla rivoluzione messa in atto dall’attuale presidente Abodi. E questa rivoluzione si chiama Sky. È l’emittente del magnate Murdoch, infatti, la chiave di volta di un’eventuale promozione in B del Pordenone. L’accordo raggiunto con Sky per il triennio 2015-2018, prestigioso vista la visibilità che andrà a garantire, porterà nelle casse della Lega ben 14 milioni di euro. Un vero e proprio salto di qualità, specie considerando il fatto che i club di B sino a qualche mese fa percepivano soltanto 7 milioni (5 Sky, 2 Mediaset Premium), e che ora punteranno su un’unica emittente. Tali ricavi, da dividere naturalmente tra tutte le 22 formazioni cadette, permetteranno a Sky di offrire un servizio più ricco sulla Serie B, con telecamere negli spogliatoi e approfondimenti prima, durante, e dopo le partite. E a beneficiarne sarebbe in parte anche il Pordenone. Poi ci sono i contributi diretti, che dovranno essere stabiliti in estate, ma che nelle stagioni passate si sono attestati a circa 3 milioni e mezzo di euro. Un bel gruzzolo, insomma. Di questi, fino all’anno scorso, le squadre promosse direttamente dovevano versare 500mila euro alla Legapro. Le formazioni promosse attraverso i play off, invece, 700mila. A questa cifra vanno aggiunti gli incassi dal botteghino, ma nel caso del Pordenone questa voce rimane un’incognita, dal momento che ad oggi non si sa in quale impianto andrebbe a giocare la squadra di Mauro Lovisa (la probabilità più alta riguarda la Dacia Arena di Udine). A tutto ciò vanno aggiunti gli introiti derivanti da main sponsor, partner ufficiali, fornitori e cartellonistica all’interno dello stadio, che attraverso il palcoscenico della Serie B potrebbero raggiungere le centinaia di migliaia di euro. È un affare, più che una spesa.

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) “Ribaltone a Padova: non confermati mister Pillon e il direttore sportivo De Poli. In arrivo il consulente di mercato Giorgio Zamuner e mister Bruno Tedino da Pordenone”. Lo ha scritto ieri mattina Nicolò Schira, giornalista esperto di calciomercato per la Gazzetta dello Sport, sulla sua pagina Facebook. La notizia viene rimbalza da siti quali padovagoal.it e altre testate giornalistiche. CONFERMA & NOVITÀ – Dell’interessamento dei biancoscudati veneti a Giorgio Zamuner avevamo già scritto nei giorni scorsi. La novità emersa, che non è comunque una sorpresa, è «l’allargamento» riguardante il trasferimento di Bruno Tedino. C’è un contratto in essere, prolungato pochi mesi fa, tra l’allenatore in procinto di affrontare la prima gara play off ed il Pordenone calcio che l’ha assunto l’estate scorsa. Insiste, però, anche un serpeggiante malessere, che non può far escludere la rottura del rapporto professionale. Soprattutto se domenica pomeriggio dal Bottecchia uscisse un verdetto infelice per i padroni di casa. Sarà da vedere come il presidente Mauro Lovisa in primis e la dirigenza neroverde insieme possano reagire a notizia ed ipotesi. Più facile immaginare uno “svincolo” se la richiesta fosse pervenuta per un’avventura in categoria superiore. Comunque non da una concorrente, anche territorialmente vicina, con ciò che ne consegue. Che possa essere una società come il Padova il potenziale approdo di Zamuner & Tedino non spianerà la strada del divorzio. RASSICURAZIONE – Anche dovessero andare via, comunque, il Pordenone calcio non cambia la sua prospettiva di crescita. Immediata, tramite i play off di Lega Pro. In prospettiva, la prossima stagione. Il traguardo serie A entro il 2020 è stato proclamato. Proprio in questa direzione, con la ricerca del consolidamento delle entrate economiche e lo sviluppo delle sponsorizzazioni principali, arriva da persone afferenti la conferma dell’incontro di Mauro Lovisa con i vertici nazionali Assiteca. DEFERIMENTO – Nel frattempo, Giorgio Zamuner è stato deferito al Tribunale federale nazionale, Sezione disciplinare. La decisione, pubblicata con comunicato dalla Federcalcio, è del procuratore federale e del procuratore federale aggiunto, «espletata l’attività istruttoria, acquisita in data 19 febbraio la documentazione messa a disposizione dall’autorità giudiziaria ordinaria procedente a seguito dell’ultima richiesta formulata da questo Ufficio». Zamuner è stato deferito perché «al tempo dei fatti in contestazione agente calciatori con licenza rilasciata dalla Figc per la violazione dell’articolo 1, comma 1, del Codice di giustizia sportiva, nonché dell’articolo 8, commi 1 e 2, per aver operato in stretto accordo con Tullio Tinti, assumendo “strumentalmente” la procura del calciatore Luciano Zauri, così da garantirsi il pagamento delle spettanze professionali quale agente fittizio del calciatore, e consentendo, quindi, di volta in volta allo stesso Tinti di assumere ad hoc incarichi di brevissima durata, conferiti da tutte le società in cui il calciatore ha militato negli anni dal 2006 al 2013». Deferiti sono pure Luciano Zauri, all’epoca calciatore tesserato con la Lazio, con Tullio Tinti agente di calciatori e la società sportiva Lazio per responsabilità oggettiva.

Ore 17.10 – (Messaggero Veneto) Mentre a Pordenone la stagione calcistica è ancora carica di attese, altrove già si pensa al futuro. Un futuro che, però, potrebbe anche riguardare alcuni dei protagonisti del magnifico campionato neroverde. A Padova, infatti, si susseguono le voci di un interessamento del club biancoscudato per il consulente di mercato del Pordenone, Giorgio Zamuner. Ancor più dopo che ieri è stato risolto il rapporto con l’ormai ex direttore sportivo Fabrizio De Poli: «Appena possibile – dice il club – e nel rispetto degli impegni in essere, sarà ufficializzata la figura del nuovo ds». Parole che alimentano la pista Zamuner, il quale, secondo indiscrezioni dalla città del Santo, potrebbe portare con sé il tecnico Bruno Tedino.

Ore 16.50 – (Messaggero Veneto) Una festosa invasione. A tanto si preparano i tifosi della Casertana, che come si ricorda a parte, occuperanno buona parte del settore ospiti dello stadio Bottecchia. Quattrocento o forse qualcosa in più: pronti a sostenere la squadra di Nicola Romaniello, che ha parlato dell’ormai imminente sfida con il Pordenone. «Non penso – ha fatto sapere il tecnico della Casertana – che giocare in trasferta ci penalizzerà più di tanto. Non soltanto per i tifosi che ci seguiranno, ma pure per il fatto che in una gara così, più che il contesto a fare la differenza saranno le motivazioni. E noi ne abbiamo tante». A proposito della squadra di Tedino, l’allenatore campano non ha lesinato complimenti: «Squadra che abbina fisicità e tecnica. Provano a costruire dal basso e dispongono di buoni giocatori in tutti i reparti. Soprattutto davanti hanno elementi che possono fare male in questa categoria. Proveremo a fare il nostro gioco, come ci è capitato spesso. Con equilibrio e compattezza, pensando che la gara può finire pure ai supplementari».

Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) La febbre da vigilia, paradossalmente, sembra aver contagiato tutti, tranne che i protagonisti della gara. Nel corso dell’ultimo allenamento al De Marchi tanta intensità, ma clima tutto sommato normale. Come annunciato, non ci sarà alcun ritiro e dopo la rifinitura a porte chiuse di stamani, il Pordenone si ritroverà come di consueto domani per il pranzo pre-gara. Chissà, però, se alle 18 il battito sarà regolare? Forse anche per non alimentare particolari tensioni, il club neroverde non ha voluto cambiare una virgola del solito clichè. Ma ciò non toglie che si respiri massima concentrazione. Intensità e velocità i temi caldi su cui ha battuto spesso il tasto il tecnico Bruno Tedino (in foto) nella seduta di ieri. Si sono visti, in particolare nella partitella di fine allenamento, giocata a ritmi da gara ufficiale. In grande spolvero Valente, già in gol domenica scorsa con la Giana. Ma in attacco le maglie sembrano già assegnate: Berrettoni, reduce da piccoli fastidi alla schiena, ha lavorato a pieno regime ed è destinato ad occupare la posizione di trequartista alle spalle di Strizzolo e Beltrame. Tra i tifosi presenti nel centro sportivo neroverde, grande curiosità per le condizioni di uno dei giocatori più amati dai supporter dei ramarri, Luca Cattaneo: l’ex Bassano ha svolto gli esercizi tattici con i compagni di reparto, ma non ha preso parte alla sgambata finale, correndo a parte. Qualche dubbio di formazione per mister Tedino rimane in difesa: Ingegneri o Marchi al centro, De Agostini o Martin sulla corsia sinistra. In entrambi i casi, i primi paiono favoriti.

Ore 16.10 – (Messaggero Veneto) Almeno stavolta un nuovo stadio sarebbe davvero servito. Duemila le persone che affolleranno il Bottecchia domani in occasione del match dei playoff di Lega Pro tra il Pordenone e la Casertana. Ma sarebbero potute essere perlomeno il doppio se la capienza dello stadio cittadino non avesse fatto chiudere con largo anticipo la prevendita dei biglietti. Delusi. Per rendersene conto bastava incrociare lo sguardo delle numerose persone che anche ieri si sono rivolte alle rivendite autorizzate o sentire la voce delusa dei tanti che hanno preso d’assalto il centralino del Pordenone. «Code del genere – fa sapere Claudio Schiavo, titolare del bar Libertà – non le vedevo da quando l’Udinese giocava in Champions League: biglietti esauriti». Stesso copione al caffè Nogaredo di Cordenons: «In tanti mi continuano a chiedere – rivela Silvia Gustapane – come fare per avere il biglietto. Persone che magari per la prima volta volevano vedere da vicino il Pordenone. Mi rimane la consolazione che i tifosi più affezionati del club sono riusciti per tempo ad acquistare il tagliando». Candidati. Anche la politica, soprattutto in piena campagna elettorale, vuole la sua parte. Così domenica è quasi scontata la presenza sugli spalti di molti candidati alla poltrona di sindaco della città. Tra questi Daniela Giust che, secondo indiscrezioni, avrebbe fatto la coda in una rivendita cittadina, accontentandosi di un posto in gradinata e pure in una posizione dalla visuale poco favorevole. Entusiasmo. Comunque sia, l’aspetto, se si vuole, nuovo di questa caccia al biglietto, e che va nella direzione più volte invocata dal presidente neroverde Mauro Lovisa, è che le richieste non sono arrivate soltanto dalla città, bensì da tutta la provincia. Non capita tutti i giorni, si dirà, di giocarsi un pezzo di serie B. Vero, ma la smaniosa attesa per questa partita dimostra che un club nei piani alti del calcio nazionale potrebbe limare tutti i campanilismi più volte tacciati tra le cause dello scarso afflusso al Bottecchia. E riempire un catino ben più capiente. In arrivo. Da Caserta, intanto, sono in arrivo 200 tifosi. Cui se ne aggiungeranno altrettanti da Friuli e Veneto. Altra curiosità di queste ore: oltre al biglietto, è stata richiestissima la supporter card che consente l’ingresso nel settore ospiti. Tanto che ieri al De Marchi a chi si avvicinava alla biglietteria veniva chiesto in maniera quasi naturale se fosse lì per questo. Incasso. Lo stadio pieno fa contenta anche la Lega Pro. Dell’incasso di domani, infatti, il 25 per cento sarà incamerato dalla Lega, che si tratterà anche le spese, mentre il residuo sarà diviso in parti uguali tra i due club. Al Pordenone pure un rimborso spese forfettario. Quote. Alcuni scontenti dalla vana caccia al biglietto ieri hanno cercato rivincita con una scommessa. Pordenone (2,30) favorito, pareggio (3,00) e vittoria della Casertana (3,10) sullo stesso livello. Le quote si riferiscono ai novanta minuti regolamentari. Eventuali supplementari e rigori non sono contemplati. Ma se ce ne sarà bisogno, conteranno eccome per i 2 mila del Bottecchia. E per gli altrettanti costretti a guardarsi la gara con il pc in mano.

Ore 15.40 – (Giornale di Vicenza) A nome dei Fedelissimi prende la parola Sandro Chiminello, per tutti “Il Muto”, che sprona il Bassano all’impresa: «Sento dire dappertutto che il Lecce è favorito – ammette – e ci sta perché ha blasone e gioca in casa. Però vi garantisco che tra la tifoseria c’è grande fiducia, insomma noi crediamo nei nostri ragazzi e siamo convinti che si possa anche realizzare l’impresa. E come me la pensano in tantissimi che anzi mi hanno pregato di essere portavoce del loro ottimismo. Certo, è durissima, ma senza episodi spiacevoli le nostre chance di passaggio del turno sono intatte».Gli fa eco Gianantonio Bertoncello, altra voce del tifo organizzato, peraltro fresco di compleanno: «Siamo vicini ai nostri ragazzi – dice – all’idea di poter rovesciare il pronostico noi ci crediamo, eccome se ci crediamo». Intanto, dal campo, migliorano le condizioni di Michael Fabbro che tuttavia, non sarà del duello. Da valutare a titolo precauzionale le condizioni del veterano Daniele Martinelli.

Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) Forse a ventimila anime sui gradoni del gigantesco Via del Mare non ci arrivano (complice la diretta tv su Raisport 2 dalle 15.30 di domani), tuttavia a ieri sera la prevendita virava attorno a quota 12 mila con la curva di casa praticamente soldout. A Lecce saranno anche perennemente perplessi riguardo al tecnico Piero Braglia e la squadra avverte forse un po’ la pressione della piazza che non concepisce minimamente l’ipotesi di una repentina eliminazione, tuttavia anche da quelle parti l’entusiasmo e la febbre da partitissima sta salendo a vista d’occhio. E Bassano che dopo l’ultima sessione di ieri allo stadio stamattina volerà in Puglia decollando da Milano e arrivo a Brindisi si porta in valigia il desiderio di disorientare i favoriti.LECCE PROVA I RIGORI. In ritiro da due giorni in un albergo alle porte di Lecce e dopo una serie di sedute rigorosamente chiuse al pubblico, i salentini hanno terminato l’allenamento di ieri con una doppia sequenza di rigori nella quale ogni componente della rosa ha battuto due penalty. Il centrale difensivo Cosenza sofferente a una spalla ha svolto lavoro differenziato ma per domani dovrebbe farcela. Qualora dovesse gettare la spugna non è escluso che Braglia rinunci alla retroguardia a tre per schierare una linea difensiva a quattro, mentre il trainer pugliese starebbe pensando di arricchire di fantasia e pericolosità il centrocampo con l’inserimento di De Feudis contando di mettere in difficoltà l’assetto col doppio incontrista del Bassano. Infine il portiere Perucchini e l’esterno d’attacco Surraco sono ormai a pieno regime e saranno del duello mentre il borsino di quelli in palla segnala Moscardelli e tutto il cast offensivo particolarmente brillanti e pimpanti. ZAMUNER vs SEEBER. Nella corsa alla poltrona di responsabile dell’area tecnica del Padova, Giorgio Zamuner, consulente di mercato ed ex procuratore ha sorpassato Werner Seeber da mesi nel taccuino della proprietà biancoscudata. A solcare la differenza il fatto che Zamuner può essere immediatamente disponibile mentre Seeber è legato da contratto al Bassano sino al 2017.POMERIGGIO CAMPALE. Aspettando la partitissima di domani, il d-day del vivaio virtussino è oggi: alle 15 debutta nei playoff scudetto la Berretti che ospita al campo amico del XXV Aprile l’Alessandria. Sabato cruciale anche per gli Allievi Nazionali a Pisa anch’essi negli spareggi del Tricolore: i giallorossi, bloccati sul 2-2 in casa, dovranno vincere.

Ore 14.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Ogni gara sarà in tutto e per tutto una finale, non possiamo e non vogliamo sbagliare nulla». Così Giancarlo Favarin alla vigilia del debutto del suo Venezia nella poule scudetto di serie D, domani al Penzo contro lo Sporting Bellinzago (ore 16, arbitro Turchet di Pordenone). Una sfida da vincere per ipotecare o quasi, prima di fare visita al Piacenza (il 22 o 29 maggio), il passaggio alla semifinale. «La promozione in Lega Pro per certi versi fa parte del passato, ora ci aspetta questo mini torneo – fa il punto il tecnico arancioneroverde – che dati i nomi delle avversarie suscita grande stimoli. Per tutte le squadre ora la differenza la farà l’atteggiamento, le nostre motivazioni sono al top e vogliamo continuare a vincere e a non regalare nulla sul nostro campo». Al Venezia che ha primeggiato il girone C con 90 punti rispondono i piemontesi vincitore con 86 del girone A. «Attendiamo un avversario complicato, forte soprattutto dal centrocampo in su con il trequartista Rolando e il bomber Massaro. Aver già vinto gratifica, noi però dobbiamo puntare a continuare a farlo anche per dare ulteriore lustro all’immagine della nostra società». Nell’undici anti-Bellinzago rientreranno Vicario in porta e Cernuto in difesa, dove Modolo si è allenato solo ieri. Sulla fascia destra ballottaggio Luciani-Ferrante, in mediana Calzi-Marcolini (capitan Soligo è out), in avanti si giocano due maglie Lattanzio-Carbonaro e Volpicelli-Innocenti. AL PENZO – Non essendo validi gli abbonamenti stagionali il Venezia ha scontati i prezzi per la gara di domani: ingresso gratuito per i ragazzi fino a 18 anni, curva sud 4 euro, tribuna laterale 10, tribuna vip 15, curva ospiti 7. L’acquisto è possibile anche oggi agli sportelli Vela e domani al botteghino dello stadio. UNDER 21 – È iniziata la vendita dei biglietti per l’amichevole (dedicata al ricordo di Valeria Solesin) tra le Nazionali Under 21 di Italia e Francia in programma giovedì 2 giugno (ore 21) allo stadio Penzo. I prezzi (non comprensivi dei diritti di prevendita) sono: tribuna centrale 14 euro, distinti 10, curve 5; i biglietti potranno essere acquistati nei punti vendita TicketOne e sui siti internet www.figc.it, www.vivoazzurro.it e www.ticketone.it.

Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Siamo molto determinati. Vogliamo vincere e arrivare alla finale». Vigilia di poule scudetto per il Venezia e per Alberto Acquadro: domani gli arancioneroverdi scendono in campo al Penzo (ore 16) contro il Bellinzago, per la prima sfida del triangolare. «Siamo carichi, vogliamo fare bene. Affronteremo le migliori squadre della serie D e sarà stimolante confrontarci con le più forti», osserva il giovane centrocampista arancioneroverde che domani sarà titolare in mediana. Accanto a lui ci sarà Calzi, in sostituzione di Soligo che non potrà scendere in campo a causa della mano ingessata. In dubbio anche Modolo, che ha ripreso ieri ad allenarsi con la squadra dopo alcuni giorni alle prese con l’influenza, mentre è rientrato Maccan. Proprio davanti potrebbero registrarsi le variazioni più significative, con in ballo Volpicelli, Carbonaro, Lattanzio e Innocenti per due posti. «Sarà una partita tosta – prosegue Acquadro – il Bellinzago è una buona squadra e non a caso ha vinto il suo girone. L’ho affrontato due anni fa – ricorda – quando giocavo al Borgosesia. Hanno un attacco di grande valore». Il girone a tre prevede la partita odierna al Penzo, con il Piacenza invece alla finestra: scenderà in campo domenica prossima contro la perdente di oggi o, in caso di pareggio, contro il Bellinzago. «Il fatto di giocare subito al Penzo non ci mette pressione – osserva Acquadro – in casa nostra non abbiamo mai sbagliato, se non nella sconfitta con l’Este. Sul nostro campo siamo più forti, grazie anche al sostegno dei tifosi. Se vinciamo siamo già con un piede in semifinale». Di Acquadro si parla come una delle probabili conferme per il prossimo anno: «Sono soddisfatto della mia stagione. Mister Favarin mi ha dato molta fiducia e sento che anche i compagni si fidano di me. Ho giocato molto, ho segnato 4 gol. Sono contento e mi piacerebbe rimanere anche il prossimo anno».

Ore 14.10 – (La Nuova Venezia) Passate feste e celebrazioni, il Venezia punta diritto sul Bellinzago per mettere il primo tassello verso la final four. Fuori gioco Busatto e Soligo, l’allenatore Favarin può pescare a piene mani nella sua rosa: Modolo è tornato ad allenarsi, ma Beccaro è in preallarme, ballottaggi in difesa (Luciani-Ferrante) e in attacco (Volpicelli-Innocenti e Lattanzio-Carbonaro) con Calzi in pole posizione a centrocampo per affiancare il rientrante Acquadro. «In queste partite contano moltissimo le motivazioni» spiega Giancarlo Favarin, «l’obiettivo è passare innanzitutto il triangolare. Bellinzago e Piacenza sono due ottime squadre, ma tutte quelle arrivano alla poule scudetto sono squadre forti, avendo vinto i rispettivi gironi. Dipende poi da come affronti questa fase, il Venezia ha grandissime motivazioni, sarebbe bello riportare il tricolore in laguna». Favarin si gioca la poule scudetto per la quarta volta: ha vinto il titolo con il Venezia nel 2012, ma è stato eliminato dalla Fidelis Andria lo scorso anno. «Abbiamo vinto il campionato senza prendere lo stipendio per cinque mesi» ricorda il tecnico pisano, «abbiamo affrontato la poule scudetto con una squadra imbottita di giovani». La Fildelis Andria perse (3-4) con la Lupa Castelli Romani, poi pareggiò in casa (0-0) con l’Akragas, che poi avrebbe raggiunto la finale con la Robur Siena. Stessa sorte con la Lucchese nel 2008-2009: sconfitta in trasferta (1-2) con la Pro Vasto e pareggio al Porta Elisa (3-3) con i Crociati Noceto. Il Venezia che parte con il Bellinzago. «Non troveremo una squadra appagata dalla promozione, è molto competitiva da centrocampo in su, contro di noi ritrova il bomber principe, Massaro, che rientra dopo la squalifica e che ha realizzato una settantina di gol in tre stagioni». Ripetere il percorso di quattro anni è nei pensieri di Favarin. «Sarebbe un sogno, poi c’è la suggestione di giocare la finale in uno stadio come il Tardini di Parma. Proviamoci».La poule scudetto si apri oggi a Sansepolcro (campo neutro e a porte chiuse) dove giocheranno Gubbio e Parma (girone 2), domani in campo anche Siracusa-Viterbese (girone 3). L’arbitro di Venezia-Sporting Bellinzago è il friulano Riccardo Turchet di Pordenone, diciannove presenze stagionali tra serie D, Coppa Italia e giovanili.

Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Manca un punto all’aritmetica salvezza del Vicenza ma Franco Lerda oggi a Latina vuole un Vicenza che giochi cercando la vittoria. «Andiamo a Latina per vincere – spiega il tecnico del Vicenza – come è normale che sia. Per farlo dovremo superare un avversario che lotterà per la sopravvivenza, con il coltello tra i denti, ma quel che conta è che il Vicenza faccia la sua gara, pensando che è necessario concludere bene questo campionato. Nessuno ci ha regalato nulla e credo sia giusto che noi facciamo altrettanto, per cui dovremo dare il massimo. Se basterà per fare punti lo dirà il campo ma noi dovremo fare in pieno la nostra parte». Lerda insiste su questo punto, chiede un atteggiamento positivo che la squadra, da quando è arrivato, ha dimostrato di saper mettere in campo. «Noi dovremo dare il meglio per raggiungere la salvezza e perché noi tutti abbiamo l’obbligo di cercare di guardare anche oltre, di continuare a fare quello che abbiamo fatto fino ad ora. Non dobbiamo sbagliare l’approccio, non possiamo commettere errori che da un po’ di tempo non facciamo più: se accadesse mi dispiacerebbe molto». E Lerda considera il Latina una squadra molto competitiva. «Sono concentrato sulla squadra che andremo ad incontrare, a livello individuale è forte e trovarla in fondo alla classifica per me è una sorpresa – spiega Lerda – quanto a noi non voglio pensare a nessun tipo di appagamento, il percorso compiuto è stato molto significativo. Se perderemo sarà solo perché l’avversario si è dimostrato più bravo di noi, solo così accetterei il verdetto del campo». Senza dubbio però l’argomento che più interessa i tifosi del Vicenza è sapere se Lerda resterà anche nella prossima stagione. «Pensiamo a finire bene il campionato — sottolinea Lerda — la media punti della squadra è importante, sono entrato in corsa e non è stato semplice, ma se siamo qui significa che abbiamo sbagliato tutti poco, e che tutte le componenti attorno alla squadra hanno lavorato bene. Non abbiamo mollato, anzi siamo andati in crescendo». E sul futuro Lerda non si sbilancia e dice poche ma chiare parole: «Posso solo dire — continua l’allenatore dei biancorossi — che a Vicenza c’è tutto quello che serve per fare un buon calcio, c’è una tifoseria importante e passionale, c’è cultura sportiva e quella serenità che ti fa lavorare in un certo modo. Però prima di tutto raggiungiamo la salvezza, poi ci siederemo ad un tavolo con la dirigenza e parleremo del futuro».

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Quando si dice: il futuro è nelle tue mani. Federico Moretti, nelle sue, ha addirittura tre cose: può contribuire a spingere il Latina verso la Lega Pro, può allo stesso tempo salvare il Vicenza e poi… ha anche il futuro diviso per due, con Giulia.Il Latina, proprietario del suo cartellino, potrebbe avvicinarsi alla retrocessione anche per “colpa” sua: le fa strano?Queste situazioni fanno parte del gioco e non ci pensi più di tanto, perché sei talmente concentrato sul tuo obiettivo che ora il primo pensiero è mettere al sicuro il Vicenza. Oggi spero di vincere e togliermi da tutta questa situazione perché è stato un anno travagliatissimo.Anno cominciato con la firma di un triennale a Latina. Lo rifarebbe?Sì, è stata una scelta ponderata. Poi però non è detto che in ogni piazza in cui vai riesci sempre a fare le cose fatte bene. Però non rimpiango niente, anche perché a gennaio ho risolto la cosa venendo dove volevo venire fin dall’inizio…Certo è strano che, con un triennale in tasca, dopo sei mesi lei sia andato via.A Latina le cose non sono iniziate al meglio, e io avevo anche il rammarico di non aver continuato qui a Vicenza. Quando sei in un posto ma pensi che vorresti essere altrove, non riesci magari a sposare completamente il progetto.La sua stagione è stata incredibile: rientrato a Catania, la bomba del calcio scommesse l’ha fatta rimanere senza squadra. Quindi il Latina e poi di nuovo Vicenza… A 28 anni quanto sente il bisogno di un progetto in cui credere?Sono ormai quasi 10 anni che cambio squadra ogni stagione, non tanto perché non ci sia mai stata la possibilità di tornare dov’ero ma perché ho fatto quasi tutta la carriera con il cartellino di proprietà del Catania che metteva spesso un riscatto molto alto, quasi impossibile da esercitare e senza la possibilità concreta di farmi giocare con loro. Adesso sono in una fase della carriera in cui vorrei fermarmi dove mi piace stare… e qui tutti sanno quanto mi piaccia stare. Se non bastasse, quest’anno ha anche cambiato quattro allenatori: due a Latina (Iuliano e Somma), e due a Vicenza (Marino e quindi Lerda). Il colpo più forte con chi l’ha accusato?Il colpo non l’ho accusato per nessuno, anche se con Marino c’era un rapporto particolare ed è un allenatore a cui ancora devo molto. Ma con Lerda mi sono trovato benissimo perché i parametri si cambiano in fretta: dopo pochi giorni devi aver già sposato la causa del nuovo mister perché è il tuo lavoro, non per una questione di superficialità.Quanto è cambiata la vostra quotidianità con Lerda?Ci ha messo a stecchetto – sorride -. È arrivato in un momento di difficoltà e la sua bravura è stata saper gestire tutti i parametri che orbitavano intorno alla squadra. Forse all’inizio questa cosa la patisci perché non capisci quanto possa essere utile ogni piccola cosa. Quand’è che le cose sono girate male?Contro il Trapani. Quando, invece, siete rinati?Ascoli ci ha dato il via per fare bene. Forse anche l’espulsione dello stesso Ebagua che lì per lì lo avresti ammazzato… invece ci ha dato la carica per capire che in 10 contro 11 avremmo potuto farcela.Per la salvezza aritmetica serve un punto: non c’è il rischio di sottovalutarlo?No. Siamo consapevoli che Latina è importantissima per fare il punto che ci manca, ma per poterne fare anche tre. Vogliamo chiudere in bellezza perché ci sono anche posizioni in classifica che si possono scalare per orgoglio personale. Ha mai sentito la pressione di doversi ripetere dopo la scorsa stagione? No, più che altro sentivo la responsabilità di dimostrare che non sono tornato per rivivere il passato, ma per far parte di una nuova squadra che doveva raggiungere un altro obiettivo.A fine mese, però, tornerà a Latina…Ride. «Tutti sanno quello che vorrei fare. Bisogna gestire la questione contrattuale del riscatto, se poterlo esercitare o no, e se la dirigenza e l’allenatore mi vorranno ancora. Io vorrei rimanere qui perché ho trovato il mio universo, sto bene con tutto e tutti. L’anno prossimo sono sicuro che qui ci sarà un bel progetto e mi piacerebbe farne parte.A proposito di progetti, anche lei ne ha uno importante con Giulia a fine giugno…Ho un progettone! E la mia futura moglie è innamorata di Vicenza. È la prima che spinge per rimanere qui.

Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Tutto (o quasi) in novanta minuti. Il Latina si gioca la serie B in una sola gara, ed il tecnico Carmine Gautieri lo ha fatto capire alla sua squadra.«È la partita della vita, perché sappiamo che se riusciamo ad ottenere i tre punti, abbiamo una grandissima probabilità di conquistare la salvezza. Ho detto ai ragazzi che in questi ultimi centottanta minuti dovremo cercare di tirar fuori ciò che non siamo riusciti a dimostrare prima, perché nonostante tutto è ancora possibile salvare una stagione complicata. Possiamo ancora salvarci».Gautieri non si aspetta un Vicenza rilassato… «Assolutamente no. In panchina c’è un allenatore bravo come Lerda che ha fatto la differenza, la società si è rafforzata con l’arrivo del direttore Tesoro. Si diceva lo stesso della partita di Crotone, ma è stata gara vera, maschia, che il Latina ha pareggiato con pieno merito. Il Vicenza scenderà in campo per ben figurare, e non saranno rilassati neanche il Cagliari, il Perugia e la Ternana».Come ha preparato la gara più importante della stagione? «Invitando i ragazzi a dare tutto, perché la partita è lo specchio del lavoro settimanale. Credo che il Latina non meriti la classifica che ha, ma la realtà dice che dobbiamo giocarci la salvezza e allora bisogna dare ancora di più. Come si arriva a questo livello? Imparando a lavorare per vincere sempre, attraverso la cultura e la mentalità. A me non piace perdere neanche a carte, deve esserci sempre competizione e allenamento per vincere…».Gautieri ci crede, anche perché con quattro squadre a 42 punti ed una a 43 vincere anche soltanto una partita può diventare fondamentale (anche perché negli scontri diretti i pontini sono avvantaggiati nei confronti di Modena e Pro Vercelli). L’allenatore ha più volte sottolineato la bontà della prestazione di Crotone, anche per questo potrebbe decidere di confermare in blocco la formazione che ha strappato un punto sul campo della capolista del torneo. Nel 4-3-3 di partenza, Dellafiore e Brosco davanti a Ujkani con Bruscagin e Calderoni terzini. Mediana affidata al trio Bandinelli-Mbaye-Schiattarella, in prima linea Paponi supportato da Scaglia e Dumitru.

Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Andiamoci a prendere quest’ultimo punto. Se poi saranno tre, tanto meglio. Il Vicenza oggi alle 15 scenderà in campo al Francioni di Latina determinato a portare a compimento l’arrembante rimonta e mettere così la firma d’iscrizione al prossimo campionato di serie B. Non sarà semplice, però, superare un avversario che si giocherà davanti al proprio pubblico il tutto per tutto, consapevole che poi non sarà semplice strappare punti nell’ultimo turno, quando i pontini saranno ospiti del Pescara.GIACOMELLI A CASA. Come anticipato da Franco Lerda, ieri non è nemmeno partito per Latina Stefano Giacomelli. L’attaccante, che per oltre due mesi ha stretto i denti con una caviglia destra malridotta, dopo avere dato una spinta importante al Vicenza verso la salvezza segnando il gol-vittoria all’Entella, dovrà lasciare ad altri compagni il compito di completare l’opera. Ci proverà senz’altro Giulio Ebagua, al rientro dopo tre partite saltate per l’infortunio alla coscia sinistra: il centravanti nigeriano, che sostituirà lo squalificato Raicevic, avrà dunque ancora due incontri a disposizione per cercare di raggiungere la doppia cifra stagionale nella classifica dei marcatori, che per ora lo vede a quota 8.PINATO SÌ. Quello di Ebagua non sarà l’unico rientro in casa biancorossa. Dopo una settimana di allenamenti in gruppo, infatti, è stato convocato anche Marco Pinato. Il giovane terzino ex Milan spera di concludere con qualche altro minuto in campo una stagione davvero sfortunata dal punto di vista degli infortuni muscolari: l’ultimo lo ha reso indisponibile per un mese. Meno male che il titolare nel suo ruolo, Salvatore D’Elia, a sua volta cronicamente alle prese con un leggero affaticamento agli adduttori, è riuscito a prevenire problemi più seri osservando sempre una gestione personalizzata dei carichi di allenamento. Anche questa settimana il risultato è stato raggiunto, e il mancino campano oggi potrà essere regolarmente al suo posto a completare la difesa super-collaudata con Adejo-Brighenti centrali davanti al portiere Benussi e Sampirisi come terzino destro. Nessuna sorpresa anche in mezzo al campo, con la coppia formata dall’ex di turno Moretti, e Signori, dietro alle mezzepunte Vita, Galano e Sbrissa.ALTRA STAFFETTA? Senza Giacomelli, chissà se per una volta Lerda deciderà di far disputare al giovane giocatore trevigiano l’intera partita; in quella posizione potrebbe anche essere inserito il promettente esterno senegalese Matar Dieye. È probabile, peraltro, che il tecnico biancorosso abbia programmato un’altra staffetta: quella tra il rientrante Ebagua, che sarà prudente non “spremere” troppo, e Nicola Pozzi, che al termine di una stagione da eterno Godot potrebbe così cercare il suo primo gol con la maglia biancorossa. Magari proprio quello della salvezza matematica.

Ore 12.10 – (Gazzettino) Andrea Schenetti quest’anno sta giocando con una certa regolarità in un ruolo diverso, dopo che nella passata stagione spesso è stato costretto a stare fermo per infortunio. «Il campionato scorso – spiega il centrocampista granata- è stato sfortunato sia a livello personale, sia per la squadra che ha subito la retrocessione. In questa stagione, invece, tutto sta andando per il meglio. Abbiamo vinto in modo strepitoso il campionato riconquistando la serie B e personalmente sono contento di aver dato il mio contributo, ripagando così la fiducia che mi era stata accordata dal direttore Stefano Marchetti e dalla società». Quattro gol messi a segno, di cui l’ultimo al Tombolato contro la Cremonese, non sono però il suo record personale. «Al massimo ne avevo segnati sei – riprende -, ma giocando in un ruolo più offensivo da esterno d’attacco. Quest’anno ho fatto la mezzala e i compiti sono diversi, anche se questo ruolo non mi è nuovo avendolo ricoperto in passato. Fa piacere riconfermarsi e oserei dire che mi sta gratificando sempre più fare la mezzala». Sul suo futuro, continua: «Il mio contratto con il Cittadella scade a giugno con un altro anno di opzione. Adesso è presto per parlarne, ma credo che dopo la Supercoppa ci troveremo per decidere e mi auguro che l’accordo si trovi perché in questo ambiente sto bene e qui vorrei continuare. Ci tengo a disputare la serie B con la maglia del Cittadella, per me è quasi una rivincita dopo l’annata sfortunata dello scorso campionato». Sulla Supercoppa, precisa: «Saranno due partite molto impegnative contro squadre di qualità che hanno vinto i rispettivi campionati. Noi stiamo preparandoci nel modo giusto per vincere questo trofeo, che sarebbe la classica ciliegina sulla torta dopo tante soddisfazioni». Mercoledì alle 21,15 il Cittadella affronterà la perdente della sfida di domani sera fra Spal e Benevento, mentre domenica sera giocherà con la vincente. In ogni caso con il Benevento andrà in trasferta, mentre ospiterà la Spal al Tombolato. Conclude Schenetti: «Le mie preferenze? È indifferente, bisogna comunque affrontarle tutte e due. La Spal ha disputato un grande campionato, ma ritengo che il Benevento abbia un organico più forte». Ieri pomeriggio il Cittadella si è allenato regolarmente, compreso Andrea Paolucci che è rientrato in gruppo, fermo Bonazzoli. Oggi alle 15,30 amichevole con il Rosà che è in Promozione, domani la squadra di Venturato avrà un giorno di riposo.

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Da oggi anche il campionato Berretti entra nel vivo. Con la gara di andata degli ottavi di finale scatta la corsa allo scudetto di categoria, che vede il Cittadella legittimo aspirante alle posizioni più nobili. I granata, che hanno chiuso il proprio girone al secondo posto alle spalle della Cremonese, saranno ospiti del Prato. I toscani si sono posizionati al quinto posto nel girone A, nel quale erano presenti anche Inter e Torino, arrivati rispettivamente primo e secondo, ma senza far classifica “ufficiale”. Fischio d’inizio alle 15 allo stadio Lungobisenzio di Prato, ritorno tra 7 giorni al Tombolato. Queste le altre gare degli ottavi in programma: Bassano-Alessandria, Mantova-Giana Erminio, Pavia-Cremonese, Lecce-Arezzo, Teramo-Casertana, Catania-Tuttocuoio, Pisa-Matera. Intanto, una sorta di prova generale il Cittadella prima squadra la farà questo pomeriggio alle 15.30: sarà di scena al comunale di via dei Fanti a Rosà, per affrontare la squadra giallonera di casa, che ad aprile ha concluso il campionato di Promozione raggiungendo la salvezza. Ultimo test prima del doppio impegno in SuperCoppa della prossima settimana. Per l’occasione, il tecnico Venturato recupererà Paolucci, che ieri è tornato ad allenarsi in gruppo. Il triangolare che assegnerà la SuperCoppa comincerà domani sera a Ferrara, con Spal-Benevento, con il Citta spettatore attento, pronto a esordire mercoledì contro la squadra che perderà la sfida (mentre, in caso di pareggio, è già stabilito che i granata ospiteranno la Spal). Numeri alla mano si può dire che in questo primo match si contrapporranno la solidità campana alla forza offensiva dei padroni di casa. Il Benevento ha chiuso in testa il suo girone vantando la miglior difesa fra i tre gironi (21 gol incassati, a fronte dei 51 segnati). Non conta su un bomber capace di eccellere (il suo capocannoniere è stato Mazzeo, a quota 10), al contrario della Spal che, proprio sulla spregiudicatezza ha costruito le sue fortune (59 gol fatti, 25 subiti). La squadra di mister Semplici, che nelle proprie file conta gli ex granata Gasparetto e Schiavon, oltre a Beghetto, ex Este, è l’unica in Lega Pro ad avere ben tre calciatori in doppia cifra nella classifica marcatori: ammontano a 17 le reti di Cellini (5 rigori) e a 11 quelle di Finotto e del figlio d’arte Zigoni. Se, poi, il Cittadella ha impiegato poco tempo per ritrovare la Serie B persa l’anno scorso, lo stesso non si può dire per le due rivali. La Spal riabbraccerà la cadetteria dopo 23 anni. Il Benevento addirittura dopo 87.

Ore 11.20 – (Gazzettino) Una cosa poi è certa, ossia sa perfettamente come muoversi sul mercato. Prima di iniziare questo nuovo percorso professionale, è stato dal 2003 fino alla passata stagione un agente Fifa molto apprezzato e nella sua scuderia ha avuto anche qualche giocatore biancoscudato, come l’ex capitano Trevisan e Bovo. Senza dimenticare il suo passato calcistico di centrocampista roccioso, ma dotato di un buon lancio e anche efficace nelle punizioni: una carriera decollata e terminata nella squadra della sua città natale, con in mezzo altre esperienze in serie C e B. Tra queste anche quella con la Spal (tre anni e mezzo) con tanto di vittoria del campionato e approdo in cadetteria nel 1991-1992.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Esattamente come il Pordenone che è stato la vera rivelazione del campionato con il secondo posto in classifica dietro al Cittadella e che è impegnato domenica nei play off dove affronterà la Casertana. Si aspetta proprio l’esito di questa partita per ufficializzare il suo arrivo al Padova, il che avverrà probabilmente all’inizio della prossima settimana. Nei biancoscudati, tra l’altro, ritroverà una sua vecchia conoscenza (nonché amicizia), vale a dire Simone Tognon che è responsabile dello scouting biancoscudato e verso il quale nutre grande considerazione professionale. Il che potrebbe presupporre per Tognon anche un maggiore coinvolgimento nelle questioni legate alla prima squadra. Neanche l’aspetto logistico rappresenta un ostacolo. Zamuner vive a Ferrara (è sposato e ha due figli), ma non farà avanti e indietro tutti i giorni dato che avrà un punto di appoggio in città per essere sempre pronto a qualsiasi evenienza.

Ore 11.00 – (Gazzettino) Manca l’ufficialità, ma Giorgio Zamuner sarà il nuovo direttore sportivo del Padova. Cinquantuno anni, nativo di Sandonà di Piave, arriva dal Pordenone nel quale quest’anno ha ricoperto l’incarico di consulente di mercato, fungendo in realtà a tutti gli effetti da direttore sportivo. Qualifica quest’ultima che prenderà a breve, dato che a luglio uscirà il bando a Coverciano per il corso di diesse e al quale si iscriverà. Ciò significa che al momento il suo inquadramento nel club biancoscudato dovrebbe avvenire con la carica di direttore generale con delega all’area tecnica. Top secret la durata del suo contratto, ma Zamuner considera Padova una piazza molto importante per la sua crescita professionale. Della serie, un’opportunità da cogliere al volo. E nella quale portare la sua idea di calcio, improntata a squadre che giocano con intensità e qualità.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Ecco anche il turno di De Poli, che ieri pomeriggio è passato al centro sportivo della Guizza a salutare i giocatori che hanno avuto il via libera per le vacanze. E al termine del suo discorso di commiato avvenuto nel chiuso dello spogliatoio, si è sentito un fragoroso applauso. Quanto al divorzio con il Padova, le sue parole sono eloquenti. «Certo che mi dispiace, sarei uno stupido ad affermare il contrario. Ci tenevo a portare avanti il progetto, ma con la società non eravamo più in sintonia e abbiamo preferito di comune accordo interrompere la collaborazione. Anche se, ripeto, mi dispiace moltissimo perché il Padova di questi due anni lo sento anche un po’ mio, considerato che siamo partiti da zero. Ma anche queste sono situazioni che fanno parte della vita». Si aspettava questo epilogo? «No, ma in qualsiasi azienda c’è sempre uno scambio di idee e alla fine per il bene comune si è deciso di prendere questa strada che è stata condivisa. Io sono comunque davvero soddisfatto del lavoro che ho svolto, penso di averlo fatto bene e lo dicono anche i risultati».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Non manca un elogio all’ex direttore sportivo per il suo operato in questi due anni con promozione in Lega Pro un anno fa e quinto posto finale nel campionato appena concluso. «Ha fatto un buon lavoro mettendoci del suo, e ha portato un valore aggiunto alla società svolgendo il suo compito in maniera seria e professionale». In qualche modo, comunque, De Poli è ancora legato al club di viale Nereo Rocco dato che il suo contratto per la stagione 2016-2017 è ancora in essere, e la questione dovrà essere affrontata nei prossimi giorni. «È un discorso successivo, sono cose che vedremo da qui in avanti e vedremo di trovare una buona soluzione. L’importante era fare chiarezza sul come andiamo avanti». Inevitabile un flash dell’amministratore delegato Roberto Bonetto. «Ci siamo ritrovati ad avere delle visioni diverse nell’impostazione della società sia dal punto di vista organizzativo e sia dal punto di vista tecnico, e siamo arrivati a questa decisione lasciandoci in buoni rapporti. Come in tutte le famiglie capita qualche incidente di percorso: ci sono casi nei quali si riesce a risolvere, e altri no. In questo caso non siamo riusciti a ricucire».

Ore 10.30 – (Gazzettino) Come ormai era diventato prevedibile, Fabrizio De Poli non fa più parte del Padova. La notizia del divorzio, già nell’aria da qualche giorno, è stata ufficializzata ieri dalla società poco dopo le 17 con un comunicato sul proprio sito internet nel quale si sottolinea che «in seguito ai più recenti incontri tra società e direttore sportivo non si è trovata sintonia e unità d’intenti sugli sviluppi futuri del progetto sportivo del club. Il Padova e De Poli in buon accordo hanno pertanto deciso di interrompere il rapporto di collaborazione in essere». Parole alle quali seguono anche i ringraziamenti di rito per il lavoro e i risultati ottenuti, nonché gli auguri per un futuro ricco di soddisfazioni. Queste le dichiarazioni a caldo del presidente Giuseppe Bergamin, pochi minuti dopo la pubblicazione online del comunicato del club. «La scelta è stata condivisa da tutta la società. Le ragioni? Mi sembra che il comunicato sia chiaro quando si parla di progetto sportivo e ci sono alcune divergenze dal punto di vista tecnico».

Ore 10.20 – (Gazzettino) «Ho sentito telefonicamente il presidente Bergamin, mi ha detto che ci incontreremo la prossima settimana. Se ho altre offerte? Vediamo (sorride lasciando intendere di averne ricevute, ndr), ma la mia prima scelta è il Padova». Così si è espresso Bepi Pillon con i cronisti ieri nel giorno del congedo della squadra alla Guizza. Il tecnico ha il contratto in scadenza, ma sta vivendo questi giorni di attesa senza ansia. «Io sono tranquillo, che rimanga o meno sono convinto che il Padova andrà avanti bene». All’appuntamento sarà presente anche Zamuner che avrà modo di capire se c’è o meno sintonia con il tecnico. Ciò non toglie, però, che nella sua mente ci siano anche altri profili, a partire da Bruno Tedino con il quale ha già fatto coppia nell’attuale stagione al Pordenone. Peraltro, i due si conoscono da circa trent’anni (sono stati compagni di squadra nel Sandonà) e Zamuner lo considera un tecnico molto preparato che attua un calcio propositivo, proprio come piace a lui. L’inghippo, però, potrebbe essere rappresentato dal fatto che Tedino ha prolungato di recente il suo contratto con il Pordenone, e quindi bisognerebbe convincere il presidente friulano Lovisa a liberarlo. Se così non fosse, si dovrebbe virare su altri obiettivi.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) I CANDIDATI. Conclusa ufficialmente la gestione sportiva di De Poli, ora si apre la caccia al suo successore. Il nome più chiacchierato è quello del direttore generale del Pordenone, Giorgio Zamuner, ma la pista non è semplice: in primis perché finchè i neroverdi saranno in corsa nei playoff sarà complicata ogni trattativa, e in seconda battuta (ma non meno importante) perché proprio su Zamuner pende il deferimento della Procura federale (piovuto anche sulla Lazio, sull’agente Tinti e sull’ex giocatore Luciano Zauri) per una vicenda di presunti pagamenti in nero tra il 2006 e il 2008 – e una condanna non sarebbe un bell’esordio. A questo punto, in ogni caso, da Padova sembra allontanarsi anche Pillon, legato a De Poli: se Zamuner dovesse sbarcare in biancoscudato, in panchina potrebbe portare da Pordenone anche il tecnico Bruno Tedino.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) LE PAROLE. «È doveroso da parte della società tutta rivolgere a Fabrizio il riconoscimento e il ringraziamento per il buon lavoro svolto in questi due anni e per i risultati ottenuti», prosegue il comunicato, «Appena possibile sarà ufficializzata la figura del nuovo direttore sportivo». De Poli, dopo aver schivato i cronisti ai campi della Guizza, ha deciso, per ora, di non rilasciare dichiarazioni. Chi invece ha fornito qualche indicazione in più, pur rimanendo molto abbottonato, è stato il presidente Giuseppe Bergamin: «Con De Poli abbiamo parlato di programmi e di progetti, e ci sono delle vedute diverse tra di noi. Tra persone corrette ci siamo detti quello che pensavamo: un progetto sportivo investe tantissimi aspetti, e per questo bisogna essere in sintonia su tutto. Lo ringraziamo enormemente, perché in questi due anni ha fatto bene ottenendo buoni risultati». Ancora ignoti, invece, sono i termini della separazione: De Poli ha ancora un anno di contratto, e non è chiaro se si arriverà ad una risoluzione consensuale o se questo addio si rivelerà a tutti gli effetti un “esonero”. “«Abbiamo trovato una soluzione per interrompere il rapporto, il discorso del contratto è una cosa diversa», le parole prudenti di Bergamin, «I dettagli saranno definiti successivamente». Infine, la chiusura sul futuro: «La figura del nuovo direttore? Se potessimo ufficializzarla il prima possibile, diventerebbe tutto più semplice. Ma non dipende solo da noi…».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Fabrizio De Poli non è più il direttore sportivo del Padova. La decisione della società di viale Rocco, ormai nell’aria da diversi giorni, ieri pomeriggio è diventata ufficiale: «Il Padova», recita il comunicato comparso sul sito della società, «informa che, in seguito ai più recenti incontri tra società e direttore sportivo, non si è trovata sintonia e unità d’intenti sugli sviluppi futuri del progetto sportivo. Il Padova e De Poli in buon accordo hanno pertanto deciso di interrompere il rapporto di collaborazione in essere». Fabrizio De Poli, quindi, lascia Padova con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza del contratto, esattamente come era avvenuto per Carmine Parlato. E con l’addio di De Poli, adesso, si allontana anche la conferma di Bepi Pillon, legatissimo al dirigente originario di Tombolo. L’addio tra il Padova e De Poli, in ogni caso, era stato già deciso nella tarda serata di giovedì, nel corso dell’atteso summit tra i due soci di maggioranza e il diesse.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Si chiudono le porte alla Guizza: ieri pomeriggio, al quartier generale del Padova, è calato il sipario sulla stagione. La prima squadra, senza nemmeno allenarsi, si è salutata con un brindisi, avvenuto in spogliatoio insieme al presidente Bergamin e all’ormai ex diesse De Poli. «Chiudiamo la stagione con la tranquillità di chi sa di aver fatto quello che doveva», la chiosa di Pillon, che difficilmente a luglio sarà di nuovo alla Guizza in vista della nuova stagione. «Ho sentito per telefono il presidente Bergamin,e ci siamo ripromessi di incontrarci di persona la prossima settimana. Io sono tranquillo, perché al di là del fatto che rimanga o meno, l’importante è che il Padova vada avanti: penso che qui ci siano una squadra con delle buone fondamenta e una società solida. Parlerò prima di tutto con il Padova, e poi vedrò se valutare eventuali altre offerte».

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Di poche parole il presidente Giuseppe Bergamin: «Non è stata una decisione semplice da assumere – spiega il numero uno biancoscudato – se l’abbiamo presa ci sono motivi ben precisi. A De Poli auguriamo il meglio, per quanto riguarda il suo successore non credo che ci vorranno troppi giorni, la settimana prossima annunceremo la nostra scelta, non mi sento di dire altro per il momento». Al suo posto è in arrivo nella città del Santo nel ruolo di direttore generale con delega all’area tecnica Giorgio Zamuner, 52 anni e originario di San Donà, attuale consulente di mercato del Pordenone impegnato nei playoff promozione. Ex procuratore della scuderia di Tullio Tinti, Zamuner ha vinto la concorrenza di Werner Seeber e dovrà scegliere il nuovo allenatore. Qualche chance per Pillon, ma in pole position ci sarebbe Bruno Tedino, attuale allenatore del Pordenone, legato però da due anni di contratto al club friulano. Sembra soltanto un sogno Roberto De Zerbi, attuale allenatore del Foggia e in passato assistito proprio da Zamuner quando era ancora agente Fifa, carica che ha lasciato da circa un anno.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Il dado è tratto, Fabrizio De Poli non è più il direttore sportivo del Padova. La decisione, nell’aria ormai da giorni, è stata ufficializzata ieri pomeriggio, poco dopo il termine dell’ultimo allenamento, diretto dal tecnico Giuseppe Pillon. Questo il comunicato diffuso da viale Nereo Rocco: «Il Calcio Padova informa che, in seguito ai più recenti incontri tra società e rirettore sportivo non si è trovata sintonia e unità d’intenti sugli sviluppi futuri del progetto sportivo della società stessa. Il Calcio Padova e il signor Fabrizio De Poli in buon accordo hanno pertanto deciso di interrompere il rapporto di collaborazione in essere. E’ doveroso da parte della società tutta rivolgere a Fabrizio De Poli il riconoscimento e il ringraziamento per il buon lavoro svolto in questi due anni e per i risultati ottenuti. Auguriamo a Fabrizio De Poli un futuro importante e ricco di soddisfazioni. Appena possibile e nel rispetto degli impegni in essere, sarà ufficializzata la figura del nuovo direttore sportivo». De Poli, che ha preferito non rilasciare almeno per il momento dichiarazioni, lascia dopo aver ricostruito e condotto la squadra al ritorno in Lega Pro a un solo anno dalla sparizione dal calcio professionistico del luglio 2014 e dopo un più che onorevole quinto posto conquistato nell’attuale stagione dietro a Cittadella, Pordenone, Bassano e Alessandria.

E’ successo, 13 maggio: “rompete le righe” per i Biancoscudati, mentre nel pomeriggio viene ufficializzato l’addio di Fabrizio De Poli.




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