Plebiscito, l’attacco del Pd a Bitonci «Euganeo, ecco il nostro progetto da 30mila posti»

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PADOVA Forse è soltanto una provocazione. Un escamotage ben studiato per ribadire la propria contrarietà al progetto che, avviato l’estate scorsa dalla giunta di Palazzo Moroni, prevede la ristrutturazione dello stadio Plebiscito per farne la nuova casa del Calcio Padova. Una mossa magari azzeccata per raccogliere attorno a sé il consenso non solo dei residenti della zona Nord della città (che l’altro giorno, quali rappresentanti del Comitato No Plebiscito, hanno protocollato in Comune oltre mille firme contro il piano del sindaco Massimo Bitonci), ma anche di quella parte di Forza Italia (l’assessore Stefano Grigoletto, il capogruppo Manuel Bianzale e il consigliere Carlo Pasqualetto) che, pur sostenendo l’amministrazione in carica, ha espresso più di qualche perplessità verso il restyling dell’impianto nato per il rugby. Un’iniziativa per tentare di aprire un dialogo pure con l’ala moderata dei tifosi biancoscudati che, a differenza degli ultras della Tribuna Fattori, mantiene una certa freddezza nei confronti del programma elaborato da chi governa il municipio. E una manovra per provare a stanare la stessa società di viale Rocco che, a proposito del futuro trasferimento al Plebiscito, non si è mai convintamente pronunciata. Né a favore, né contro.

Fatto sta, comunque, che quello riguardante il rinnovamento dell’Euganeo, lo stadio di corso Australia dove il Padova gioca dal 1994, presentato sabato 23 luglio dal Partito Democratico, è senz’altro un progetto affascinante e destinato a creare dibattito all’ombra del Santo. Il piano, illustrato dai segretari cittadino e provinciale Antonio Bressa e Massimo Bettin e prodotto da uno studio d’architettura padovano che (almeno per il momento) preferisce restare anonimo, ipotizza l’eliminazione della pista d’atletica, l’abbattimento delle curve Nord e Sud e il loro rifacimento a bordo campo, l’avvicinamento delle tribune Ovest ed Est al terreno di gioco e la chiusura dei quattro angoli dell’impianto con altrettanti moduli in calcestruzzo per far sì che gli spazi interni possano essere adoperati a fini commerciali, attraendo in questo modo qualche investitore privato.

«Così facendo – hanno spiegato Bressa e Bettin – l’Euganeo potrebbe diventare quello stadio all’inglese che tutti i tifosi sognano, con una capienza di circa 30mila posti. A differenza di quella rabberciata del Plebiscito, la nostra è una soluzione concreta e realizzabile con una partnership pubblico-privato. Inoltre, sempre a differenza del Plebiscito, qui non ci sarebbero altre opere da fare. Nel senso che viabilità, parcheggi, recinzioni e tornelli già ci sono. Il costo? Tra i 7 e i 10 milioni di euro».

Come noto, per adattare al calcio l’impianto concepito per il rugby, la giunta Bitonci ha messo in previsione una spesa di 3 milioni di euro: «La maggior parte di quei soldi, soltanto in funzione dei nuovi posteggi, è già stata sborsata. E i lavori non sono nemmeno cominciati. Alla fine – la replica dei due segretari dem – il cosiddetto restyling del Plebiscito, peraltro per trasformarlo in uno stadio con appena 12mila posti, verrà a costare almeno il quadruplo di quanto immaginato dal sindaco. E, per di più, saranno tutti soldi pubblici, dato che lì la collaborazione con i privati non è possibile».

Fonte: Corriere del Veneto, Davide D’Attino




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