Venezia-Padova, l’analisi de “Il Mattino di Padova”

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Nel Penzo-freezer il Padova conquista la sesta vittoria nelle ultime sette partite, la terza in rimonta, e balza al quarto posto, insieme a Sambenedettese e Gubbio, a due punti dalla coppia di testa Pordenone-Reggiana e una lunghezza sotto l’ex capolista. Domenica, all’Euganeo, c’è lo scontro diretto con i friulani di Tedino, la cui posta in palio diventa pesantissima nell’economia dell’obiettivo finale da raggiungere. I quasi 1000 tifosi che hanno seguito Altinier & C. in laguna sciamano felici sulla strada del ritorno a casa, mentre Tacopina e Inzaghi in sala-stampa contestano duramente l’arbitraggio di Fourneau, che ha concesso un rigore forse generoso ai biancoscudati e ha spedito prima Ferrari e poi Garofalo, insieme al secondo portiere Vicario, negli spogliatoi nel finale di gara, ma la squadra di Brevi, va detto a chiare lettere, non ha rubato nulla, anzi. Ha giocato come sa, soffrendo inizialmente, lottando su ogni pallone, ribattendo colpo su colpo ad un avversario di qualità. La sua metamorfosi, dopo un settembre e una metà ottobre in crisi di identità (e di risultati), ha del portentoso: oggi è indubbiamente la più in forma del gruppo al vertice. Inzaghi si lecca la ferita, la seconda dopo il ko di Pordenone, e d’ora in avanti dovrà rincorrere. Qui va male con le padovane, perché lo stadio di Sant’Elena non veniva violato da un anno esatto, risalendo l’ultima sconfitta all’1-2 con l’Este, in Serie D. E anche allora era fine novembre, così come a novembre aveva firmato l’ultimo blitz nel 2009 l’undici di Sabatini, con Varricchio (0-1). E quell’anno il Padova fu promosso.

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(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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