Venezia-Padova, l’analisi del “Corriere del Veneto”

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Alla resa dei conti, la sentenza è di quelle che pesa. Perché Oscar Brevi replica il capolavoro di Parma espugnando pure Venezia, rifilando alla sua maniera una lezione a Pippo Inzaghi. Alla sua maniera perché il suo Padova è roccioso, probabilmente con qualche qualità e individualità in meno rispetto al Venezia, ma capace di indossare l’elmetto e di mettersi in trincea. Pronto a colpire quando la partita lo permette. Certo, gli episodi non sono girati quasi mai a favore del Venezia, ma la sensazione è che in settimana in laguna si sia caricato forse un po’ troppo l’appuntamento, finendo così col creare un leggero cortocircuito. E così ecco tre espulsioni (Ferrari, Garofalo e Vicario dalla panchina) e tanto nervosismo, giustificato solo in parte da qualche decisione arbitrale che finisce sotto la lente. La sentenza finale dice 3-1 per il Padova, che aggiunge la sua candidatura nella volata al primo posto, volata a cui ovviamente è iscritto di diritto il Venezia. La qualità c’è tutta, la determinazione pure, magari se a gennaio arriveranno un paio di correttivi mirati, allora ci potrà essere un ulteriore salto di qualità da parte dei lagunari. Alla lettura delle formazioni arrivano le prime sorprese: Brevi non recupera Favalli ma la vera carta che spariglia tutto è che al suo posto non c’è Tentardini, bensì De Risio. Ma anche Inzaghi cambia: conferma Soligo e Pederzoli a centrocampo, aggiunge Acquadro e non Fabris, davanti fuori Ferrari e c’è Tortori con Marsura e Moreo nel 4-3-3. Il Padova comincia col 3-5-2, con a destra Mazzocco e Madonna sulla corsia mancina.

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(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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