AlbinoLeffe-Padova, l’analisi de “Il Mattino di Padova”

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È una fine d’anno con il botto per il Padova, che centra l’undicesima vittoria su 21 partite della stagione, con il girone di ritorno iniziato alla grande (6 punti su 6). Il quinto risultato utile consecutivo – 3 successi e 2 pareggi – vale, complice la caduta della Reggiana ad Ancona, il salto sul terzo gradino del podio, insieme al Parma, dopo un inseguimento durato quasi tre mesi (dalla fatal San Benedetto del Tronto, 11 ottobre scorso, in poi). A Bergamo, dove tutto odora di Serie A, dall’erba del campo agli spalti risistemati nell’estate 2015 (bellissima la zona poltronissime, a ridosso del terreno di gioco), e dove lo stadio è in effetti una “bomboniera” concepita solo per il calcio, i biancoscudati legittimano l’en plein con un primo tempo di qualità e spessore, in cui la differenza la fanno, sì, i gol di Neto Pereira (in avvio) e Mandorlini (nel minuto di recupero), ma complessivamente anche la migliore organizzazione della squadra di Brevi rispetto ad un Albinoleffe generoso quanto si vuole, tuttavia evanescente a ridosso e dentro l’area di rigore. Un Padova maturo e che bada al sodo, aggiungendoci nella circostanza anche buone trame di gioco, con l’interpretazione del 3-5-2 perfetta o quasi, specie grazie alla spinta continua, sulle fasce, di Madonna a destra e Favalli a sinistra.

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Sono in cinque a lottare per la promozione diretta, e Neto & C. ci sono dentro a pieno titolo. La sosta consente di rifiatare dopo la rincorsa al vertice coronata da successo, ma sarà importante valutare le possibilità di un “mercato” che potrebbe dare quello spessore in più richiesto per tentare il salto diretto in B. Una punta e un centrocampista, forse anche due, dovrebbero bastare. Buon anno a tutti.

(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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