Mantova-Padova, Mandorlini: “Sodinha? Un fenomeno, ne ho visti pochi come lui!”

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Si scrive Sodinha, si legge futbol bailado con qualche chilo di troppo. A gennaio un intermediario lo aveva proposto anche anche al Padova, che però aveva risposto con un fermo «No, grazie». Certo, qualche dubbio era venuto vedendo le foto di un talento tornato (quasi) in peso forma con la bilancia che segnava 83 chilogrammi e non più i 100 che ne avevano segnato l’uscita di scena dal calcio professionistico.

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Ritroverà un vecchio amico, quel Matteo Mandorlini con cui condivise il suo anno migliore in Italia, a Brescia. I due sono rimasti amici: Felipe fatica, Matteo lo abbraccerà prima del match e poi ognuno per la sua strada. «Ho un bel ricordo di lui — sorride il centrocampista biancoscudato — a Brescia avevamo legato molto, è veramente un bravo ragazzo. Ricordo che aveva fatto un periodo di prova, poi era stato ingaggiato e abbiamo fatto più di qualche partita assieme. In campo è un fenomeno vero, ne ho visti pochi come lui. Purtroppo si infortunava molto spesso, troppi problemi fisici… Ci eravamo sentiti quando aveva deciso di smettere, mi era dispiaciuto e ho sperato ci ripensasse». Un anno di attività non è mai uno scherzo, neppure a 28 anni e neppure se sei baciato in fronte dal dio pallone. Avesse fatto i conti con qualche caloria di meno, se si fosse saputo controllare, Sodinha ora non sarebbe costretto a rincorrere se stesso, prima che una carriera faticosamente in salita. «Sono contento che abbia deciso di tornare a giocare e che abbia trovato una squadra — chiude Mandorlini — ora tocca a lui far vedere di essere cambiato. Sinceramente non so in che stato di forma sia e quindi non so cosa aspettarmi, ma resta un giocatore potenzialmente fortissimo». Persino Giorgio Zamuner, quando gli fu proposto di ingaggiare Sodinha visto che il Padova cercava un giocatore con quelle caratteristiche, si lasciò scappare con chi gli stava vicino che «quel ragazzo ha numeri incredibili, ma sarebbe un’operazione eventualmente da tentare in estate e non a gennaio, quando servono giocatori pronti».

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(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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