Venezia-Padova, l’analisi de “Il Mattino di Padova” e “La Nuova Venezia”

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Andata e ritorno per Matera, la prenotazione è del Venezia, un’altra chicca di una stagione che sta poco alla volta diventando trionfale. Primo posto in campionato, finale di Coppa Italia, la squadra di Inzaghi dopo un autunno in chiaroscuro sta sbocciando con l’arrivo della primavera. Dunque, 3-1 contro il Padova, risultato limpido di una partita gradevole, ben giocata, una partita che ha saputo coinvolgere anche i tifosi. Sfottò, tanti, ma anche applausi per due squadre che non hanno fatto rimpiangere la spesa del biglietto. Anche il Padova ha fatto la sua parte, cedendo solo nei minuti finali, quando il conto, salato per alcuni errori, era già pagato. Seconde linee in campo, ma gente con mille motivi per lottare e guadagnare credito. Il Venezia attuale è in stato di grazia, ci mette neanche due minuti per mettere la partita in discesa. Ferrari parte a sinistra, Fabiano al centro, il Padova è colto di sorpresa, la discesa del centravanti trentino è travolgente, palla in mezzo e Fabiano al volo la sbatte dentro.

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Secondo tempo, si comincia con una legnata di Caccavallo che timbra la traversa e dopo un minuto siamo 2-0: Stulac recupera un pallone sulla trequarti, arriva al limite e scarica un destro potente e preciso, gran gol. Partita chiusa? Teoricamente sì, in pratica no, anche se il ritmo imposto dai veneziani è troppo alto per il Padova. L’ingresso di Dettori mette ordine e geometria alle idee biancoscudate, suo è il cross che trova Vicario fuori tempo, De Cenco ci mette la testina e il gol è facile.

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Conti chiusi, stavolta sì, al 23’ ed è un’azione classica del Venezia: punizione laterale di Stulac, testa-sponda di Malomo, Fabiano è in agguato, tocco ravvicinato e tris servito. La sostituzione è l’occasione per la standing ovation che tutta Sant’Elena gli regala.

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Il 3-1, manco a farlo apposta, bilancia quello del campionato, quando a fine novembre il Padova s’impose su questo campo dando proprio la sveglia al Venezia infreddolito. E si chiude anche senza polemiche, nessun episodio contestato, le schermaglie dialettiche della settimana, i rigori presunti, reclamati, rivendicati, affondano in laguna. La gente va via applaudendo.

(Fonte: Mattino di Padova/La Nuova Venezia, Carlo Cruccu. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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