Live 24! Padova-AlbinoLeffe, -4: doppia seduta a porte chiuse alla Guizza

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Ore 21.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il presidente del Pordenone Mauro Lovisa lo ammette senza problemi, che il Bassano al primo turno dei playoff non l’avrebbe voluto incontrare. Seguendo, in tal senso, un’idea ben precisa da tempo, da quando aveva definito i giallorossi una delle principali rivali nella corsa alla promozione in serie B. «Non avrei mai voluto incontrarli — ammette il patron del Pordenone — è una squadra che da anni fa i playoff, è abituata a giocare questo tipo di partite e che ultimamente ha mostrato di essere in forma. In queste gare non esiste una squadra favorita, può succedere di tutto, ancor più con una rivale forte come il Bassano. È una società che stimo e apprezzo molto, due stagioni fa ha perso la finale arrivando a un passo dalla serie B: la vedo dura, a noi mancheranno Burrai e Berrettoni». Due assenze pesantissime quelle che dovrà fronteggiare il club neroverde, costretto a fare i conti con la squalifica del suo regista titolare e con l’infortunio del grande ex. […]

Ore 20.30 – (Giornale di Vicenza) Non ci eravamo sbagliati. A Padova hanno tirato un sospiro di sollievo per aver scansato i giallorossi. E a Pordenone avrebbero evitato volentieri i virtussini. Come ha confermato alla stampa locale il presidente friulano Mauro Lovisa. «Il Bassano è l’avversario che in una gara secca non avrei mai voluto incontrare – ribadisce il numero uno neroverde – sono una rivale forte e attrezzata che da tre anni di fila raggiunge il traguardo dei playoff, due anni fa è giunta a un soffio dalla serie B, la vedo dura».Punta su Rachid Arma per passare il turno. «Anche se sarà un duello complicatissimo resto ottimista e conto molto su un guizzo di Arma. Lui può darci una grossa mano, domenica scorsa si è riposato ed è pronto per un grande playoff. Da lui mi aspetto tantissimo, come mi attendo uno stadio pieno perché la spinta della nostra gente sarà fondamentale per la qualificazione, perché, lo ripeto, il tabellone ci ha messo di fronte il peggior cliente possibile. Ora è essenziale resettare tutto e concentrarci su domenica».

Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) Sotterrato su quelle zolle a febbraio, Bassano si ripresenta al Bottecchia adesso con un’altra faccia, possibilmente più truce e Mario Petrone, demiurgo di un Soccer Team d’antologia, a distanza di due anni continua a usare la prima persona plurale tutte le volte che parla dei giallorossi. Anche se tanti dei suoi ex allievi ora studiano dall’altra parte della barricata. «Noi siamo sfavoriti ma possiamo giocarcela fino in fondo», esordisce da antico cuore virtussino che non smette mai di pulsare. Petrone, bella sfida eh? “Considero il Pordenone squadra in grado di centrare l’accesso in finale. Giocano a memoria da due anni, sono collaudati e soprattutto hanno un organico profondo e ricco di alternative come pochissimi in categoria. È vero che domenica saranno privi di Berrettoni e Burrai, ovvero l’asse portante del centrocampo, ma vantano fior di rincalzi e non credo ne risentiranno granchè. Eppoi Bassano dovrà rinunciare a capitan Bizzotto e dietro uno come Bizzo pesa tantissimo”. E il Bassano come lo vede? “Mi era dispiaciuto vederlo in difficoltà nel girone di ritorno, poi, meno male, ha raddrizzato la situazione. Ma tanti infortuni dei giocatori più significativi e in contemporanea hanno inciso enormemente, poco da fare. Ora l’unica strada è osare, provare a fare la partita per primo, confidando magari che il Pordenone che può far leva su due risultati su tre patisca inconsciamente il braccino di chi è un passo dalla qualificazione e non chiude il match”. […] E il favorito secco per la B? “Se si scorrono i roster dovremmo dire Alessandria, Parma e Lecce. In realtà tutte e tre sono uscite scosse dal campionato per il mancato balzo in B e se non hanno recuperato mentalmente faranno fatica. Per questo vedo più avanti Juve Stabia, Matera e proprio Pordenone, pronte per il salto di categoria. Naturalmente col Pordenone spero vivamente di sbagliarmi…”. […]

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) C’è uno squalificato anche nelle file dei vicentini. Si tratta di Nicola Bizzotto. Un’indisponibilità che non lede la fiducia di Valerio Bertotto che, nonostante il ko subito dal suo Bassano a Fano (1-2) nell’ultima di campionato, non nasconde le sensazioni positive in vista della trasferta di domenica alle 18 a Pordenone. «La sconfitta di Fano ha dichiarato l’ex bianconero a Tmw ci servirà da lezione. Non cancella il positivo finale di campionato (3 vittorie di fila prima dell’ultimo stop, ndr). Abbiamo ritrovato la convinzione di poter essere nuovamente artefici del nostro destino e siamo pronti per una grande ultima fase della stagione. I ragazzi stanno bene e hanno voglia di dimostrarlo sul campo». […] Se il Pordenone è alla sua seconda partecipazione consecutiva agli spareggi-promozione, i giallorossi sono giunti alla terza. Bertotto però non vede né la sua Virtus, né i ramarri fra i favoriti al salto in B. «Sulla carta afferma infatti le top tre sono Alessandria, Parma e Lecce. Però un fattore determinante per arrivare alla finale del 17 giugno sarà la condizione fisica dei giocatori, che hanno alle spalle una stagione intensa». Anche da questo punto di vista il Pordenone paga l’assenza certa per domenica di Berrettoni (problemi al ginocchio). Capitan Stefani (caviglia) dovrebbe invece farcela.

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Costa cara la gomitata rifilata da Salvatore Burrai a Kevin Candellori al 91′ del match di domenica scorsa, perso (1-2) dai ramarri a San Benedetto del Tronto. Sono tre le giornate di squalifica inflitte dal giudice sportivo al metronomo neroverde. Già inoltrato il ricorso della società. Se non verrà accolto, Burrai potrà rientrare in squadra soltanto per la prima gara dei quarti di finale playoff. Ammesso che il Pordenone ci arrivi, dopo aver eliminato il Bassano domenica e la vincente dell’altro sedicesimo fra Giana e Viterbese. Burrai è stato sanzionato, si legge nel comunicato, per aver volontariamente colpito con una gomitata al volto un avversario, provocandogli fuoriuscita di sangue. […] Inizia quindi con il piede sbagliato la postseason neroverde. Notizie poco confortanti anche dalla designazione arbitrale. A dirigere il match col Bassano sarà Antonio Giua di Olbia. Il fischietto sardo ha già incrociato due volte i ramarri e non è che le cose per il clan di Lovisa siano andate bene. L’ultima è coincisa con il 2-3 subito al Tardini dal Parma il 5 febbraio. Andarono in vantaggio i ducali con Scavone. Il Pordenone pareggiò grazie a un’autorete di Frattali e chiuse i primi 45′ in vantaggio con l’acuto di Misuraca. Il risultato resistette sino all’89, poi il Parma lo ribaltò con Munari e Calaiò. Decisamente più funesto fu il primo incrocio fra Giua e i ramarri. Era il 28 aprile del 2013, campionato di Lega D. Il Pordenone si giocava la promozione a Porto Tolle con il Delta. Grandi le aspettative della società e del popolo neroverde. Deluse alla fine. Vinse il Delta 3-0 (Conti e doppietta di Gherardi) e fu promosso. La sconfitta scatenò l’ira di Lovisa e causò il primo dei due siluramenti di Fabio Rossitto decretati da re Mauro nella storia recente dei ramarri. Tedino incrocia le dita. Nel frattempo si è stabilito che gli allenamenti di domani, venerdì e sabato al De Marchi saranno a porte chiuse.

Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) A dirigere la gara sarà Antonio Giua della sezione di Olbia. Gli assistenti saranno Maurizio Loni di Cagliari e Maurizio Cartaino di Pavia. Presente anche il quarto uomo, vale a dire Simone Sozza di Seregno.Infine, la Lega Pro ha definito una nuova programmazione della giornata di andata dei quarti di finale dei playoff, precedentemente prevista per domenica 28 maggio. La nuova data sarà mercoledì 31 maggio. Resta invariata la data delle gare di ritorno, previste per domenica 4 giugno. […]

Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Sarà una sfida difficile quella di domenica, piena di insidie viste le assenze certe di Berrettoni e Burrai. Tedino deve inventare qualcosa di nuovo. E, per questo motivo, preferisce lavorare lontano da occhi indiscreti. Da domani a sabato, infatti, i ramarri si alleneranno a porte chiuse. I tifosi potranno assistere solo alla seduta di oggi alle 15. Lo staff tecnico sta valutando se fare cambiamenti radicali o meno in vista del match: se è scontato l’inserimento di Suciu in cabina di regia al posto di Burrai, meno lo sono le scelte relative al ruolo di mezzala (la “casella” lasciata libera dal romeno, che passa al centro del reparto) e all’attacco. Può essere che Tedino, davanti al trequartista Cattaneo, sistemi Padovan al fianco del rientrante Arma (out a San Benedetto per squalifica), mantenendo il 4-3-1-2. Possibile anche il passaggio a un tridente in linea. […]

Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) La temuta stangata è arrivata. Salvatore Burrai, regista del Pordenone, è stato squalificato per tre giornate in seguito all’espulsione rimediata domenica nell’ultima partita di campionato con la Sambenedettese. Il giocatore salterà la gara col Bassano e, se i ramarri continuano l’avventura playoff, anche i match di andata e ritorno degli ottavi di finale. La società ha annunciato il ricorso: l’iter è già partito e sarà esaminato dalla Corte sportiva d’appello nazionale, che entro venerdì deve dare una risposta. Il club neroverde ritiene eccessivo lo stop inflitto al proprio centrocampista e punta ad ottenere lo sconto di (almeno) un turno. […] Il giudice sportivo, ieri, non ha pietà nei confronti del regista: tre turni di squalifica «per aver volontariamente colpito con una gomitata al volto un avversario – recita la motivazione – provocandogli fuoriuscita di sangue». Una mazzata. Nella scelta del giudice può aver inciso la recidività di Burrai, alla sua terza espulsione in stagione: in precedenza aveva chiuso la gara anzitempo col Gubbio (primo turno, doppia ammonizione) e con l’Alto Adige (decima giornata, rosso diretto per aver fermato una chiara occasione da gol). Il Pordenone non accetta in toto la sentenza e adesso attende la risposta relativa al ricorso. […]

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Fare risultato sul campo della Cremonese, per poi rifiatare e giocarci il 27 maggio la Supercoppa col Foggia al Penzo».  Questo l’auspicio che il ds Giorgio Perinetti disegna per un Venezia che sabato sarà di scena a Cremona (ore 16.30), dopo aver chiuso il suo strepitoso campionato perdendo a Macerata l’imbattibilità nel 2017. «Una sconfitta dispiace sempre ma quella di domenica non fa testo le parole del dirigente lagunare perché oltre ad esser rimasti in dieci dopo 10′ (espulso Galli, ndr) abbiamo fatto esordire tra i Pro il classe ’99 Serena e il 2000 Strechie, giusta gratificazione al nostro settore giovanile. È chiaro che un po’ di stanchezza, soprattutto mentale, sta affiorando: sarebbe stato meglio riposare nel primo turno di Supercoppa ma non si può avere tutto, e aver evitato la trasferta nella tana dei 16 mila dello Zaccheria non è così male». Il Foggia è tornato in serie B dopo 16 anni di tentativi, la Cremonese dopo 11, il Venezia dopo 12 stagioni ma al primo colpo. Cosa aspettarsi tra i cadetti? «Sto parlando di tante cose con il presidente Tacopina (da oggi in visita per tre giorni al Real Madrid, ndr) che farà altrettanto con Inzaghi e posso dire che siamo tutti in sintonia nel pianificare una serie B di conoscenza. Lo scorso anno Spal e Pisa erano state promosse assieme, oggi i ferraresi lottano per la A e i toscani sono retrocessi: questo per dire che ci attende una categoria molto particolare e difficile, alla quale ci approcceremo con rispetto e innanzitutto per sbagliare il meno possibile, anche perché il calciomercato durerà dal 28 maggio al 31 agosto». […]

Ore 16.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) […] Qualche giorno ancora e si conoscerà anche il futuro di Filippo Inzaghi. Il quale, nonostante i tifosi gli abbiano chiesto di rimanere alla grande festa per la promozione lunedì a Rialto, non ha ancora preso una decisione definitiva, in attesa che Verona o Sassuolo escano allo scoperto. Il Venezia non si farà comunque trovare impreparato. Beppe Iachini è il nome più caldo, ma secondo fonti molto ben informate dietro le quinte ci sarebbero anche altre piste, magari più «mediatiche» rispetto al «re» delle promozioni come l’ex centrocampista del Venezia di Novellino. Tutti discorsi futuribili, che si sposano con la decisione definitiva di Inzaghi, che potrebbe anche rimanere di fronte a determinate garanzie tecniche offerte da proprietà e dirigenza. Chi ha invece le idee chiare sul suo futuro è Agostino Garofalo, che ha ancora un anno di contratto con il Venezia e che vuole rimanere in laguna. «Ho un altro anno di contratto e spero nella riconferma — spiega l’esterno arancioneroverde — io sto benissimo qui, con la società, il mister, i compagni di squadra e i tifosi. Qui sta benissimo anche la mia famiglia, non vedo motivi per cui andare via. Poi, nel calcio non si sa mai, però la speranza è quella di rimanere e di onorare ancora questi colori per l’anno prossimo e, se mi daranno l’opportunità, anche per più anni». […]

Ore 15.30 – (La Nuova Venezia) La parola allo specialista. Agostino Garofalo cercherà di aggiungere la Supercoppa di Lega Pro al campionato e alla Coppa Italia, ma proverà anche a conquistare la terza Supercoppa della sua carriera, dopo quelle vinte con Grosseto nel 2007 e Novara nel 2015. «Sì, è vero, posso fare un doppio tris» conferma con il sorriso l’esterno sinistro del Venezia, «e sarebbe fantastico». Flash su quei due trionfi. «La prima la vinsi nel doppio confronto con il Ravenna» ricorda Garofalo, «pareggiammo in Romagna e vincemmo 1-0 in casa. Due anni fa inaugurammo la nuova formula del triangolare. E la coppa rimase in ballo fino alla fine».Il Novara di Garofalo superò (3-2) la Salernitana, poi i campani piegarono il Teramo (3-1) e nell’ultima partita, a pochi minuti dalla fine i piemontesi perdevano in Abruzzo e la Supercoppa sarebbe andata alla Salernitana per differenza reti. «Aveva segnato Lapadula nel primo tempo» ricorda Garofalo, «a due minuti dalla fine pareggiammo con Buzzegoli, e vincendo così il trofeo». Una stagione trionfale che potrebbe diventare irripetibile. «Noi vogliamo regalare un altro trofeo ai nostri tifosi, sarebbe bello arrivare a giocare la terza partita in casa e fare festa ancora una volta al Penzo. Sappiamo che servono almeno quattro punti, proveremo a iniziare con il piede giusto già a Cremona. Noi scenderemo in campo più leggeri dei nostri avversari, che hanno speso tantissimo per centrare sabato scorso la promozione in B». Il triangolare metterà di fronte le tre squadre che hanno vinto i rispettivi gironi. «Si affrontano le formazioni più forti. Il trofeo lo vincerà chi andrà in campo maggior voglia di aggiudicarselo, e noi questa voglia ce l’abbiamo ancora». […]

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Allenamenti a porte chiuse e bocche cucite. A due giornate dal termine il Vicenza prepara il match in programma sabato al «Tombolato» contro il Cittadella con l’imperativo di dover vincere per sperare di riagganciare almeno un posto nei playout. Una situazione complicata e con poche via d’uscita, determinata da un crollo lento ma inesorabile che nel girone di ritorno ha portato i biancorissi ad un passo dalla retrocessione in Lega Pro. Un contesto che ricorda da vicino la stagione 2004-2005 quando il Vicenza, allora allenato da Maurizio Viscidi, retrocesse ai playout con la Triestina. «Il nostro è stato un crollo nel finale del torneo — ricorda Massimo Paganin, vicentino e leader della difesa di quella squadra — fino a metà del girone di ritorno si parlava quasi di playoff, poi non abbiamo più vinto una partita ed è finita come tutti sanno». In questo campionato il declino è stato più lento ma come tredici anni fa lo spettro della Lega Pro è dietro l’angolo. «Evidentemente sono stati fatti parecchi errori di valutazione — sottolinea l’ex difensore vicentino — ritengo che essendo la prima stagione della nuova proprietà si siano pagate inesperienza e scarsa conoscenza del mondo del calcio». E Paganin trova alcune analogie con quel campionato in cui ci furono tre cambi di allenatore; Viscidi, poi Bellotto per sole tre giornate, quindi ancora Viscidi. […] A due giornate dal termine Paganin invita però tutti a non mollare. «Fare processi adesso non serve a niente — precisa — l’unica cosa da fare è provare a centrare i playout ma per riuscirci serve che l’ambiente si ricompatti. Il Vicenza ha la grande forza di avere un pubblico che non è solo tifoso ma che sente l’appartenenza ai suoi colori. La tifoseria berica la conosco bene, allo stadio va a tifare il “Lane”, è molto attaccata alla squadra un po’ come accade a Bergamo dove ho giocato e dove l’Atalanta è più che la squadra del cuore». […]

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) È stato come scivolare in un buco nero e non vederne la fine. Adesso purtroppo il Vicenza la fine la vede, è ad un passo, anzi a due partite, perchè se continuerà così sarà retrocessione diretta. Un pugno allo stomaco. Ma quello che fa male è che nel calcio, come nella vita, i segnali del disastro erano evidenti, ma sono rimasti inascoltati. A che serve risanare la società se poi rischi di farla scomparire?È la domanda delle domande e le migliaia di tifosi che hanno seguito la squadra con dignità e orgoglio biancorosso meriterebbero una risposta. Appunto. Ma chi deve rispondere? […] Vi.Fin. ha la catena di controllo del Vicenza e quindi della sua governance, ma alla fine conta come sempre chi ci mette i soldi e quanti. E anche su questo punto è Alfredo Pastorelli a dire come stanno le cose in un’intervista al TGR Veneto dopo la gara del 12 marzo scorso vinta sul Pisa: “…io non ho bisogno di nessuno, ormai l’ho risanata questa società, possiedo il 20 per cento della società di controllo (Vi.Fin.) ma da otto mesi pago per il 100 per cento”. Vero, non vero? Sta di fatto che nessuno dei soci Vi.Fin. ribatte. Prima perchè non è il momento, dopo perchè le cose si stanno mettendo male a livello sportivo, poi ancora per lasciare tranquilla la squadra. Sta di fatto che ad oggi nessuno ha ancora parlato,( qualcuno a dire il vero avrebbe voluto ma poi ha desistito) e nel frattempo la squadra è ormai con un piede in Lega Pro. E si torna al punto di partenza: o si muove Vi.Fin. o non se ne darà fuori. Due le strade davanti. I soci, e lo possono fare, mettono in minoranza Alfredo Pastorelli e gli tolgono la governance del Vicenza, o passano la mano allo stesso Pastorelli. Terza strada: il fallimento del club. Difficile arrivare a questa soluzione, perchè il debito concordato prevede degli impegni ben precisi. Comunque entro fine giugno ci vorranno circa 2 milioni e mezzo. Intanto c’è da pagare l’Iva del 2016, poi entro il 26 giugno si dovranno pagare stipendi e contributi relativi a marzo, aprile e maggio, non solo entro il 30 giugno ci si dovrà iscrivere al prossimo campionato e questo richiederà una fideiussione che per la serie B è di 800 mila euro e per la Lega Pro di circa 350 mila euro iniziali.

Ore 14.00 – (Gazzettino) «La mia volontà è continuare ad allenare l’Este, ne parlerò con la società nei prossimi giorni». Michele Florindo risponde così al presidente Renzo Lucchiari che l’altra domenica aveva rivelato il desiderio di confermare l’allenatore. Della serie, sembrano esserci i presupposti per proseguire un matrimonio che quest’anno ha portato alla salvezza, frutto di una cavalcata nel girone di ritorno. Basti pensare che al giro di boa i giallorossi erano in zona play out (16 punti) e nella seconda parte della stagione hanno cambiato marcia (27 punti). «Di sicuro è stata un’esperienza bellissima – prosegue Florindo – e l’essere riusciti a venire fuori da una situazione difficile con l’aiuto della società e dello staff, mantenendo sempre la tranquillità, mi ha fortificato molto come allenatore. Questo gruppo ha ancora margini di crescita essendo formato da molti giovani, poi bisogna capire quali sono gli obiettivi della società per la prossima stagione. Da lì faremo tutte le considerazioni del caso». Niente salvezza invece per la Vigontina San Paolo, che ripartirà dall’Eccellenza. E a stretto giro di posta pianificherà il futuro, come spiega il presidente Cristian Bozzato: «Stiamo cercando di fare tutte le valutazioni di una stagione che pur terminando con la retrocessione ci ha dato dei punti di riferimento per evitare di ripetere errori che sono stati commessi dalla società, e stiamo ragionando sul tipo di campionato che possiamo costruire. Probabilmente non avremo un budget per puntare a vincere l’Eccellenza e fare ritorno immediato in serie D, anche se questo non è un dramma. Non faremo il passo più lungo della gamba. Del resto sin dall’inizio al centro del nostro progetto abbiamo messo il settore giovanile, e tutte le squadre del vivaio si sono messe in evidenza nei rispettivi campionati». […]

Ore 13.30 – (Gazzettino) Luca Vido oggi e, chissà, anche domani. Il giovane attaccante in prestito dal Milan si è ambientato bene a Cittadella, alla sua prima esperienza tra i grandi, e lunedì sera a Pisa ha realizzato i suoi primi gol da professionista. Il momento è così bello che Vido è pronto a sposare i colori granata anche in futuro. «Se mi vogliono ancora…», sussurra dal ritiro della nazionale under 20. Già, perché il giovanotto è un punto fermo dell’Italia di Alberigo Evani, e fino a domani sarà a Coverciano per uno stage in compagnia di Varnier. «Ogni chiamata è sempre emozionante, tutte le volte che indosso la maglia azzurra capisco di giocarmi tanto, di avere una grande opportunità di mettermi in mostra. Sta a me dimostrare tutte le mie qualità, in nazionale come nel Cittadella». A Pisa ha lasciato un doppio segno, risultato decisivo. «Sicuramente mi ricorderò i due gol dell’Arena Garibaldi, è stata un’emozione unica. Mi ero allenato bene in settimana, l’allenatore mi ha fatto giocare e sono contento della doppietta, utile alla squadra per vincere e per me stesso». I primi due gol valgono una dedica particolare. «A mio papà Domenico, che mi segue sin da ragazzino senza mai stancarsi: è lui che mi ha imposto di calciare di sinistro, il mio piede più scarso. A Pisa l’ho accontentato». Il gol a Cittadella mancava. «Sono arrivato qui per giocarmi le mie carte. È la mia prima esperienza fuori dalle giovanili, e a Cittadella ho trovato un ambiente bellissimo, tutti mi hanno aiutato e lo stanno facendo anche ora. Sono qui per crescere. Realizzare due gol, i miei primi due gol da grande, gratifica il lavoro. Non dico che ero teso prima, ma adesso sto certamente meglio anche a livello mentale». […]

Ore 13.10 – (Gazzettino) Rosicchiare negli ultimi 180 minuti di campionato due punti al Frosinone o tre al Verona. In alternativa, sperare che Perugia o Benevento riescano ad accorciare su una delle medesime formazioni, mantenendo comunque il ritardo sui ciociari, ora di 11 lunghezze, entro i 14 punti. Ecco le condizioni affinché il Cittadella possa coronare la sua ottima stagione con la disputa dei play off. Di fatto i granata, con sette lunghezze di vantaggio su Bari e Novara, prime escluse, si sono già assicurati un posto per gli spareggi promozione, ma resta forte il rischio che questi non si svolgano in quanto al momento tra la terza (il Frosinone a quota 71), e il Perugia, quarto a quota 61 punti, c’è un divario superiore ai nove punti richiesti dal regolamento perché non saltino, con promozione diretta della terza. Avanti ai laziali c’è il Verona (72) e dietro al Perugia, oltre al Cittadella (60), può ridurre la forchetta pure il Benevento (59) e proprio sui campani puntano tutte le inseguitrici dal momento che sabato affronteranno in casa il Frosinone in un match che, per salvare i play off, non posso assolutamente perdere. […]

Ore 12.50 – (Gazzettino) A prescindere se ci saranno o meno i play off, quello del Cittadella resta un campionato straordinario. E non si tratta di una miracolo sportivo, anche se l’attuale dimensione della truppa granata era oggettivamente impensabile ad inizio stagione. A mandare in orbita la squadra, neopromossa in serie B, una struttura tecnica competente ed una società capace di muoversi con forza, equilibrio e chiarezza. Il tutto nel contesto di una realtà dove la parola progetto ha da sempre un peso specifico enorme nel rispetto degli obiettivi, degli equilibri finanziari e dei valori umani. Un modello di calcio che cammina con le proprie gambe e che ha il suo punto di forza nell’ottimizzazione delle risorse. Il Cittadella ha dimostrato di essere una squadra vera, capace di comandare le partite, ma anche di soffrire nei momenti di difficoltà e di reagire con orgoglio. […]

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) […] Luca Vido, immaginiamo che difficilmente scorderà i primi due gol da “prof”. «Mi resteranno in mente a lungo, è stato magnifico. Sono contento per la squadra, perché la vittoria contava tantissimo, ma non nascondo che lo sono anche sul piano personale. Sono arrivato al Cittadella con l’intento di giocarmi le mie carte, in questa prima esperienza fra i “grandi”. Non ero teso, perché sapevo di avere la fiducia dei compagni, che ringrazio tantissimo per come mi hanno accolto. Ho sempre cercato di rimanere tranquillo. E finalmente mi sono sbloccato». A proposito di compagni: cosa ci dice del balletto con Chiaretti dopo il 2-1? «È stato tutto improvvisato! Ho un bellissimo rapporto con Lucas, che mi stimola in ogni allenamento e prima della partita mi aveva detto di tenermi pronto. È venuto subito ad abbracciarmi e io volevo ringraziarlo per l’assist». […] Marchetti e Venturato? «Mi hanno fatto i complimenti, aggiungendo di… portare le paste al campo. Ma già sabato c’è la prossima partita». Che sarà contro il Vicenza. E lei è vicentino. Come vive l’attesa del derby, delicatissimo per entrambi? «Ho cominciato presto a giocarne da avversario, avendo indossato le maglie di Treviso, Padova e ora Cittadella. Sarà una bella partita, in cui ogni squadra inseguirà il suo obiettivo: loro hanno bisogno di punti per non retrocedere e noi per andare ai playoff». C’è il timore che il traguardo vi scappi di mano sul più bello per via di quella maledetta “forbice” fra terza e quarta… «Dipende innanzitutto da noi, che dobbiamo fare risultato nelle due partite che mancano. E dipende dai risultati di Verona e Frosinone, oltre che dai nostri, perché è vero che avranno addosso più pressioni, ma sanno anche che, se vincono le prossime due, possono salire in A diretti. Noi sappiamo che abbiamo perso per strada punti che avremo potuto fare nostri, ma nell’arco di un campionato ci sta che non tutto vada come vuoi. Certo è che crediamo nei playoff. Ci crede il gruppo e ci crede la società». […]

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Guardatela bene, la tabella qui a fianco. Racchiude i costi vivi degli stipendi dei giocatori delle 22 squadre di Serie B nella corrente stagione e le sorprese non mancano. Soprattutto affiora una “verità” difficilmente smentibile: non sempre chi spende di più trionfa, anzi le delusioni alle volte sono cocenti. I dati sono stati raccolti da calciodipendenza.com, un nuovo portale web nato da un’idea di Salvatore Ciotta che parla di calcio a 360 gradi, offrendo news di mercato, del calcio estero e delle serie minori e argomentando un po’ su tutto quanto ruota attorno al mondo del pallone. Venendo alle squadre venete, non può non balzare all’occhio la posizione che occupa il Cittadella, che sta concludendo l’ottavo campionato tra i cadetti negli ultimi nove anni addirittura con la prospettiva di giocare i playoff (sempre che si facciano): è ultimo, staccato addirittura di un milione di euro dalla Pro Vercelli, penultima. Il Vicenza è sedicesimo (alla pari con il Brescia), con 2 milioni e 300 mila euro in più rispetto ai granata. Al vertice della graduatoria c’è il Verona, seguito da Frosinone e Carpi: le tre retrocesse dalla Serie A hanno usufruito del “paracadute” garantito a chi scende di categoria, ma impressiona il fatto che fra i gialloblù di Pecchia e quelli di Marino ci sia un… abisso, quasi 15 milioni contro poco più di 7. La “forbice” con il Cittadella, poi, è talmente grande da lasciare allibiti: 12 milioni e 700 mila euro di differenza. Acclarato che i soldi non sempre fanno la differenza, va notato come la Spal, una delle “matricole” (le altre, oltre al Citta, sono Pisa e Benevento), stia vincendo il campionato con un monte-ingaggi che sfiora i 3 milioni e mezzo, e questo nonostante tra le sue fila ci siano due attaccanti di straordinaria vena realizzativa e dai trascorsi nobili, come Antenucci e Floccari (quest’ultimo arrivato grazie alla campagna acquisti invernale). […] Tornando al Citta, la gestione della famiglia Gabrielli è da prendere ad esempio, perché il passo è sempre stato, ed è, proporzionale alla lunghezza della gamba. In squadra chi guadagna di più viaggia al di sotto dei 100 mila euro, molti oscillano fra i 50 e i 60 mila, ma c’è pure chi ne prende 40 mila. Con questa “politica” il club va avanti alla grande, anche se quest’anno è possibile che la stagione si chiuda con uno sbilancio di un milione di euro fra entrate e uscite.

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Iori e compagni sono rientrati a Cittadella a notte fonda, subito dopo la gara di Pisa, e nel pomeriggio di ieri si sono allenati al Tombolato, con il gruppo diviso in due fra chi ha giocato e chi no e con Kouamé che ha continuato nel lavoro differenziato per il suo problema al piede. Intanto, come previsto, il giudice sportivo ha fermato per un turno Pascali e Martin, ammoniti all’Arena Garibaldi e già diffidati. Non ci sono invece squalificati nelle file del Vicenza, che sabato alle ore 15 sarà ospite del Tombolato. […]

Ore 11.10 – (Corriere del Veneto) Un video che gira su internet e una pacca sulla spalla un po’ troppo «energica» di Rino Gattuso. Che invita Manuel Pascali ad abbandonare il campo di gioco più volte dopo il secco 4-1 con cui il Cittadella ha condannato alla retrocessione il Pisa, lunedì sera, all’Arena Garibaldi. La scena immortalata dalle telecamere di Sky non è sfuggita ai tifosi granata, che hanno coinvolto l’ex difensore del Kilmarnock in una botta e risposta pepato su Fb. Col sorriso sulle labbra e tanto di emoticon esplicativa a stemperare i toni, Pascali ha risposto a chi gli chiedeva cosa fosse successo. «Rosica perché ho vinto più io in Scozia di lui…», l’affondo del difensore granata, tornato titolare ma subito squalificato e assente alla prossima giornata nel derby con il Vicenza. […]

Ore 10.40 – (Gazzettino) A proposito di spareggi promozione, Madonna li ha giocati già tre volte: proprio con l’Albinoleffe ha perso la finale con il Lecce per andare in serie A, e in due occasioni li ha disputati con lo Spezia sempre per il salto nella massima serie. «In quelle circostanze sapevi già le formazioni che avresti affrontato, adesso invece conterà avere anche un pizzico di fortuna quando ci saranno i sorteggi. Se arrivi fino in fondo sono sette partite, per cui ci vuole anche una buona condizione fisica. Ed è fondamentale evitare infortuni e squalifiche per avere tutta la rosa a disposizione. Senza dimenticare che le squadre entrate con gli ultimi posti, sono autentiche mine vaganti. Noi comunque siamo pronti».

Ore 10.30 – (Gazzettino) «Ma si era capito nel corso della stagione che poteva giocarsi l’accesso agli spareggi perché si è rivelata una formazione organizzata con alcune individualità di valore, ed è tosta da battere. Ci attende senz’altro una partita importante, anche se a prescindere dall’avversario siamo concentrati sull’obiettivo». […] Per di più consapevoli dei propri mezzi. «Ci avviciniamo a questo appuntamento con massima concentrazione e serenità perché sappiamo di esserci meritati questa griglia come migliore quarta di tutti i gironi. Adesso inizia un nuovo campionato che si gioca con una formula inedita: siamo ventotto formazioni e ne vince solo una, ma sappiamo di potercela giocare con tutti. Di sicuro non dobbiamo sbagliare l’atteggiamento mentale, e cercheremo di esaltare le nostre qualità».

Ore 10.20 – (Gazzettino) È bergamasco di Alzano Lombardo e l’Albinoleffe è la squadra che l’ha lanciato nel calcio professionistico. Per Nicola Madonna la sfida play off con i seriani ha anche un retrogusto all’insegna dell’amarcord. Non una novità assoluta quest’anno, alla luce del doppio precedente in campionato, ma pur sempre una gara dal fascino particolare considerato che è la prima tappa a eliminazione diretta di un cammino che può portare in serie B. «Di sicuro mi è rimasto un pizzico di simpatia nei confronti dell’Albinoleffe, anche se ormai è un’esperienza lontana essendo stati i miei primi quattro anni da professionista. E poi ho vissuto altre emozioni più forti con altre squadre. Negli ultimi campionati l’Albinoleffe aveva fatto sempre fatica in Lega Pro, tanto da essere stata ripescata quest’anno dopo la retrocessione».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Come si è spiegato, negli anni, quella punizione di Regonesi, che rimane ancora oggi una degli episodi più “neri” nella storia del Biancoscudo? «Ero in barriera, la ricordo bene: come partì quella palla da centrocampo, la seguii con lo sguardo. “Ti prego, no!”, pensavo tra me e me, vedendola scendere proprio all’incrocio. Non si possono prendere gol del genere, ma con il senno di poi non è giusto nemmeno gettare tutta la colpa addosso al portiere, Roberto Colombo, che fece comunque un buon campionato. Ragionando a mente fredda, perdemmo quella partita perché l’Albinoleffe ci fece correre a vuoto per tutta la gara, tatticamente non ce la giocammo nel modo giusto». Detto da chi ha già affrontato partite simili, come si affronta allora una sfida da dentro o fuori? «Con grande attenzione. Non dobbiamo farci condizionare dalle attese: siamo una squadra forte e possiamo giocarcela con tutti. Il calcio è imprevedibile, ma sono sicuro che il Padova darà tutto sul campo e che il risultato sarà positivo». […]

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Quel match mi è tornato diverse volte in mente in questi giorni», confessa l’ex capitano. «Il sentimento che mi è rimasto da allora è uno solo: la rabbia. Sono sempre rimasto convinto che, passando, saremmo andati in B, che contro il Pisa in finale avremmo vinto di sicuro. Era il mio ultimo anno da giocatore al Padova, avrei voluto finire con una promozione». Una partita “strana”, dall’inizio alla fine. Ed è dire poco… «Una domenica difficile da dimenticare. Dopo due minuti andammo in vantaggio con un colpo di testa di Porrini, che superò la linea di 30 centimetri buoni, ma che non fu assegnato. L’arbitro era Rocchi di Firenze, uno che in futuro avrebbe fatto strada, ma che allora non fu sicuramente all’altezza. Andammo sotto per quel famoso gol da centrocampo di Regonesi, poi pareggiammo e subimmo il rigore decisivo, dubbio pure quello, al 90’».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La lunga corsa dei playoff in Lega Pro comincia per il Padova contro l’Albinoleffe. E se molti, temendo un incrocio con le imprevedibili Bassano e FeralpiSalò, hanno esultato quando i biancoscudati hanno “pescato” i seriani nella prima fase, la memoria di altri è sicuramente tornata indietro di 14 anni. Era il 25 maggio del 2003 quando, proprio allo stadio Euganeo, l’Albinoleffe vinse 2-1 davanti a 12 mila padovani, che riassaporavano finalmente il gusto di competere per la Serie B dopo gli anni bui della C/2. La squadra allenata da Frosio, pur vincendo al ritorno per 1-0, non riuscì a passare il turno, mentre i lombardi volarono in finale e poi in cadetteria. In campo, quella domenica, c’era anche Andrea Bergamo, oggi vice di Brevi.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Mentre la squadra continua ad allenarsi a porte chiuse, scatta oggi la vendita dei biglietti per Padova-Albinoleffe, che si giocherà domenica alle 14.30 all’Euganeo. Gli abbonamenti non saranno più validi, tutti i tifosi dovranno pertanto acquistare il tagliando: tra oggi e domani prelazione speciale solo per gli abbonati, all’Euganeo dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30, oppure nei punti-vendita Ticketone, mentre venerdì scatterà la vendita libera. Già da oggi, però, sempre allo stadio saranno però venduti 200 biglietti riservati alle famiglie, al costo di 10 euro per i genitori e gratuito per i figli al di sotto dei 15 anni. Nei due spicchi laterali delle tribune (lato Nord) verranno sistemati i ragazzi del settore giovanile, dell’Academy e delle società gemellate. […]

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Un dettaglio, forse, ma che potrebbe essere decisivo. Il Padova è la migliore quarta fra i tre gironi e, in chiave playoff, questo particolare può spostare qualche equilibrio importante. Ad esempio: se il Padova passasse il primo turno in programma domenica alle 14.30 contro l’Albinoleffe, avrebbe la possibilità di giocare per due risultati su tre fra andata e ritorno nel caso in cui passasse anche l’Arezzo, quarta classificata del girone A. Dettagli? Forse, ma neanche troppo, perché in una lotteria come quella degli spareggi promozione anche le virgole fanno la differenza. Figuriamoci i gol, come quelli che Cristian Altinier continua a segnare con una regolarità impressionante. Ne ha messi insieme anche quest’anno 14, dopo i 16 della passata stagione e i 17 dell’ultimo anno di Ascoli. Un orologio svizzero che sottoporta non tradisce mai e che vuole lasciare il segno già contro l’Albinoleffe. Contro il Lumezzane ennesima prestazione super per il centravanti mantovano. Gol da razziatore d’area di rigore, rovesciata spettacolare finita fuori di pochissimo e tiro da fuori area che si stampa sull’incrocio dei pali a negargli la gioia di una doppietta diversa da quelle di cui si rende protagonista solitamente. Insomma, gli anni passano ma il senso della rete è sempre quello. «Devo dire la verità – sorride Altinier – a quel gol da fuori area ci tenevo, perché avrei toccato quota 15 nella regular season e perché non segno spesso da quella posizione. La palla ha colpito in pieno l’incrocio dei pali ed è stato un peccato. Ma la cosa più importante è essere tornati a vincere, ci voleva per una serie di motivi. Ci restituisce un po’ di fiducia che magari avevamo smarrito dopo gli ultimi risultati negativi e dà un senso al ritiro che abbiamo svolto a Pieve di Soligo, in cui abbiamo ritrovato compattezza e coesione. Non che l’avessimo mai persa, ma in certi momenti bisogna fare buon viso a cattivo gioco e magari qualche giornata storta può metterti in difficoltà, com’è successo a noi. Poi siamo anche la miglior quarta e questo è un vantaggio». Sull’Albinoleffe Altinier ha le idee chiare: «Loro avranno poco da perdere – spiega l’attaccante biancoscudato – e verranno all’Euganeo ben sapendo di non avere grosse responsabilità sulle spalle. Noi avremo due risultati a disposizione, ma vogliamo vincere e scendere in campo per portare a casa il bottino pieno». […]




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