Modena-Padova, il rischio di non giocare è elevato. Ma non è l’unica opzione…

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Meno di due giorni per giocarsi le ultime possibilità di prolungare la sua avventura a Modena. Questo il tempo rimasto a disposizione di Aldo Taddeo per risolvere le due questioni pronte a far saltare il banco. Da un lato lo stato di agitazione dei giocatori, con lo sciopero che ha portato al rinvio della trasferta di Fano, dall’altro lo stadio Braglia. Non ci si dovrebbe inventare nulla per aggirare due ostacoli che solo la proprietà del Modena, vecchia e nuova, ha messo sul suo cammino, perché sarebbe bastato sin dall’arrivo di Aldo Taddeo versare sul conto corrente dei calciatori le mensilità di luglio e agosto (330mila euro lordi) e pagare 150mila euro più iva al Comune per l’affitto del Braglia dopo aver riconosciuto il debito pregresso, nonché il ruolo di creditore strategico all’amministrazione. Il nuovo proprietario del Modena, che fino a questo momento ha pagato solo 5.000 euro per acquistare le quote del club canarino con la sua Ital Slovakia e l’affitto dei campi di allenamento a San Damaso, si è ridotto ad avere due soli giorni di tempo. La partita è tutta da giocare. Primo round alle 16 di oggi a San Damaso, dove Taddeo si presenterà assieme ai suoi collaboratori con l’intenzione di provare nuovamente a convincere i giocatori a ritirare la messa in mora.

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Non si trovasse un accordo, i giocatori del Modena potrebbero indire un nuovo sciopero, rifiutandosi di giocare anche contro il Padova, poi dal 3 novembre farebbero partire la richiesta di svincolo. A quel punto Taddeo potrebbe anche decidere di mollare, senza nemmeno pagare il Braglia. Altrimenti dovrà versare i 150mila euro più iva chiesti in unica soluzione dal Comune: i legali dell’imprenditore varesino hanno dato l’ok al documento per la concessione d’uso dell’impianto, che nelle prossime ore verrà approvato in giunta. Il tempo stringe: i soldi andranno infatti versati entro domani sera o non ci saranno i tempi tecnici per la riapertura dell’impianto di viale Monte Kosica.

(Fonte: Gazzetta di Modena. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)

Allo stato attuale Modena-Padova non si gioca. All’orizzonte della gravissima crisi che sta attraversando il club emiliano c’è una dead-line fissata per venerdì, giorno entro il quale il nuovo presidente Aldo Taddeo (patron del Varese fino a inizio settembre) deve pagare 126 mila euro al Comune come affitto anticipato per la disputa di quattordici partite allo stadio Braglia (novemila euro ciascuna) da qui fino al termine della stagione.

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Qualora Taddeo dovesse pagare, la partita si farà. Anche se resta da capire che avversario si troverebbero di fronte Pulzetti e compagni. I giocatori del Modena, infatti, si stanno allenando in un campo di periferia nella frazione di San Damaso, ma tutti hanno messo in mora il club non avendo percepito alcun stipendio da luglio in avanti, e sembra che non abbiano alcuna intenzione di fare marcia indietro senza rassicurazioni al riguardo. Il nuovo presidente Taddeo ha annunciato di essere pronto a liquidare a novembre le prime due mensilità della sua gestione (336 mila euro lordi), a patto però che venga ritirata la messa in mora. Persistendo quest’ultima, tra l’altro, a inizio novembre i giocatori si svincolerebbero potendo essere così liberi di accasarsi in un’altra squadra. Ecco allora che qualora si dovessero rifiutare di scendere in campo, Taddeo potrebbe decidere di schierare contro il Padova la formazione Berretti. E di sicuro si giocherebbe in un clima surreale, dato che i tifosi di Modena sfiduciati per la piega della situazione diserterebbero lo stadio.

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(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)

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Domenica, alle 14.30, è in programma Modena-Padova: per le vicissitudini del club emiliano, fino a venerdì non si saprà se si giocherà. Le possibilità, ora, sono tre.

Partita regolare. Squadre in campo se la nuova proprietà gialloblù, rappresentata da Aldo Taddeo, salderà i debiti nei confronti dei giocatori e verserà al Comune i soldi dell’affitto dello stadio: più facile a dirsi che a farsi. Oggi Taddeo è atteso a Modena per provare a convincere i giocatori a ritirare la messa in mora e lo stato di agitazione. «Chiediamo le spettanze di luglio e agosto», ha scritto il gruppo in un comunicato domenica sera. «Ci mancano tutte le mensilità da luglio ad oggi: non abbiamo mai chiesto mensilità anticipate, solo quanto ci spetta. Nessuno cerchi di scalfirci e di addossarci responsabilità sulla sopravvivenza societaria». L’offerta di Taddeo, invece, prevede il pagamento della sola mensilità di ottobre, in quanto quelle di luglio e agosto rientrano nel concordato in tribunale della precedente gestione Caliendo. Se i giocatori accetteranno, il primo passo sarà fatto. A quel punto, la Giunta comunale approverà la delibera per la concessione d’uso del “Braglia”, e, se la proprietà pagherà subito i 150 mila euro di affitto, l’impianto riaprirà. Solo in questo caso, la gara con la squadra di Bisoli si disputerà regolarmente.

Tocca ai giovani? Se lo stadio riaprirà i battenti, ma la squadra non ritirerà lo stato d’agitazione, ci sarà un nuovo muro contro muro. La Figc non concederà un altro rinvio, dopo quello già arrivato con il Fano, e qualora la squadra non si presentasse scatterebbe lo 0-3 a tavolino in favore dei biancoscudati. Sarebbe il terzo stagionale, con il rischio che al quarto il Modena sia escluso dal campionato: per scongiurare questa ipotesi, in campo potrebbe addirittura andare la Berretti.

Nulla di fatto. La terza ipotesi è che i soldi non si trovino. Né per lo stadio, né per la squadra: anche in questo caso, lo 0-3 sarebbe automatico, e il Modena, sfrattato dal “Braglia” e anche da Forlì, dal 3 novembre vedrebbe i propri giocatori pronti a chiedere lo svincolo alla Figc. La soluzione è lontana.

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(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)

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Oggi Aldo Taddeo, che ha appena rilevato la società da Antonio Caliendo, incontrerà nuovamente i giocatori gialloblù per scongiurare la messa in mora scattata da parte della squadra nei giorni scorsi e che potrebbe addirittura preludere al fallimento del club. Il Modena, insomma, è appeso a un filo: ha perso a tavolino le partite casalinghe con Mestre e Albinoleffe, ha ottenuto il rinvio della partita che si sarebbe dovuta giocare domenica a Fano domenica solo grazie all’intervento della Figc. Se Taddeo riuscirà a convincere la squadra a ritirare la messa in mora poi avrà un altro scoglio da superare, ossia quello del Comune, che chiede il pagamento anticipato e immediato dei 150.000 euro annui necessari per l’utilizzo dello stadio Braglia. La Giunta comunale modenese si riunirà domani mattina e, a quel punto, si capirà tutto. Se Taddeo riuscirà a infilarsi nella strettoia della doppia impresa di congelare la messa in mora da parte dei giocatori e di pagare l’amministrazione del capoluogo emiliano, allora domenica le porte del Braglia potrebbero riaprirsi e la partita tenersi regolarmente. Al momento non ci sono neppure le porte e va anche falciata l’erba. Se ci fosse, al contrario, una conferma della «linea dura» da parte dei giocatori, ben difficilmente Taddeo pagherebbe il Comune.

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(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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