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Modena-Padova, Taddeo: “Non sono un pagliaccio, ero pronto a pagare! Ma il vero problema è…”

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Aldo Taddeo alza bandiera bianca. «Mi sento sconfitto. Non ce l’ho fatta. Da imprenditore avevo deciso di giocare la scommessa di salvare il Modena, ma non mi è stato possibile farlo. Sono arrivato nella diffidenza, generale e generata anche da Antonio Caliendo con le sue trattative trasversali e proprio Caliendo è l’ultima persona con cui vorrei parlare. La sua ultima uscita alla Domenica Sportiva non ha fatto altro che esasperare ulteriormente la situazione. Di sicuro non mi ha aiutato e mi ha lasciato un disastro in una situazione incancrenita. Lascio Modena e torno a Varese: sono talmente deluso che abbandonerò il mondo del calcio. Ero convinto di farcela». Taddeo, lei non ha messo soldi. «C’erano, ieri mattina alle 8,30 avevo pronti i bonfici per lo stadio e anche per gli stipendi di ottobre. Avevo mezzo milione di euro da gettare sul piatto, ma la squadra non ha voluto saperne. Chiedeva gli stipendi arretrati e ho portato nello spogliatoio anche il commissario Trenti per farle capire che in regime di concordato non era possibile se non attraverso una procedura che si è rivelata impossibile da seguire nonostante ci abbia provato con tutti i mezzi. Ero pronto a pagare, non sono un pagliaccio, ma ho commesso un errore: non spiegare bene ai giocatori, appena sono arrivato, cos’è un concordato preventivo». Almeno l’affitto poteva pagarlo, anche solo per lanciare un segnale.«Per cosa, tanto la squadra non avrebbe giocato e sinceramente affittare il Braglia per farci giocare la Berretti non aveva senso. Ci ho anche pensato, ma era inutile. Mi avevano detto che il problema grande sarebbe stato il rapporto col Comune col quale invece non c’è stato; quello vero era la squadra».

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(Fonte: Gazzetta di Modena. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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