Padova-Triestina, Tito Rocco: “Mio padre Nereo? Sono sicuro che venerdì sera ‘guarderà’ la partita! E ordinerà gran battaglia…”

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C’è una frase che affonda le proprie radici nel tempo e che torna a farsi luce nella settimana che porta a Padova-Triestina, il derby triveneto che andrà in scena venerdì sera allo stadio Euganeo. È quella che Tito Rocco, figlio del leggendario Nereo, ricorda quasi con le lacrime agli occhi e con un velo di malcelata commozione: «Mio padre diceva sempre, dopo aver allenato il Milan, che il suo ultimo desiderio sarebbe stato quello di riportare il Padova e la Triestina in serie A. Ma purtroppo non ha fatto in tempo». Oggi Tito ha 75 anni e il ritratto del padre, scomparso in una gelida mattina di febbraio del 1978, è perso nei ricordi di un tempo che non c’è più, fuggito via in un soffio di vento, lasciando dietro di sé l’eco delle sue meravigliose imprese e della sua non comune umanità. «Sono sicuro che mio padre venerdì accenderà la tv — sorride Tito — non so dove trasmettano da quelle parti la partita, ma sono sicuro che la guarderà…».

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Rocco, ex dirigente alabardato, si commuove più volte, perché quando si parla di Padova evidentemente c’è un tuffo al cuore e le emozioni sono travolgenti. «Io vivo a Trieste ma Padova è nel mio cuore».

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Lo spirito di Rocco veglia su due tifoserie rivali,fra le quali esiste ed è sempre esistito un grandissimo rispetto reciproco. «Dall’alto mio padre ordinerà gran battaglia — sorride Tito Rocco — ma solo in campo. Parliamo di due grandi tifoserie, che meriterebbero molto più di queste categorie».

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Dulcis in fundo, Pierpaolo Bisoli. Che qualcuno ha accostato proprio al Paron, con un paragone quasi irriverente ma che per Tito Rocco può avere un fondo di verità. «Bisoli mi piace molto — sorride — l’ho conosciuto diversi anni fa, sarà che aveva appena vinto una partita ma mi fece davvero una bellissima impressione. L’ho continuato a seguire anche in questi anni nel corso della sua carriera e devo ammettere che per certi versi mi ricorda mio padre… È una persona sanguigna, solare e severa allo stesso tempo, sa voler bene ai ragazzi, cresce i giovani e ha sempre una parola attenta per tutti. Ma se serve sa pure tirare qualche urlaccio e rimettere subito in riga chi va fuori strada. Secondo me è l’allenatore giusto per riportare in alto il Padova. E sarebbe anche ora che ci fosse qualcos’altro di epico da raccontare in questa meravigliosa città…».

(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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