AlbinoLeffe-Padova, Cisco si racconta a tutto tondo: “Non so descrivere cosa sto provando! E sono fortunato ad avere un mister come Bisoli…”

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La fuga in testa alla classifica del Padova, adesso capolista con 6 punti di vantaggio sul Renate, sconfitto ieri dal Ravenna, ha il volto sorridente e la faccia pulita di un ragazzo di 19 anni, compiuti lo scorso ottobre, che la padovanità se la sente nel sangue e che del calcio, per lui che è nato e cresciuto in una zona della città in cui la palla, solitamente, è per lo più quella ovale, ha fatto una missione. Andrea Cisco, il ragazzo che sabato sera ha steso l’Albinoleffe con una doppietta d’autore, è l’uomo-copertina della settimana. Solo l’ultimo di una lunga serie di scommesse che, per ora, Pierpaolo Bisoli ha vinto in pieno.

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Cisco ha cominciato a giocare a calcio a 6 anni. La sua prima squadra, per lui nato e vissuto ad Altichiero, dove risiede ancora oggi, è stata il Valsugana: un club che, quasi come una sentenza, da sempre è stato costretto a fare i conti con la realtà omonima della pallaovale. Lì, dove è il rugby a farla da padrone, è cresciuto l’ultimo virgulto del vivaio biancoscudato, sbocciato magicamente nella serata di Bergamo. «Ma sapete cosa c’è?», la viva voce di Andrea dopo la prima doppietta in campionato. «Io da piccolo ero molto gracile, fisicamente. Non sapevo se sarei potuto diventare un calciatore, nonostante fosse quello che speravo. Con gli anni sono cresciuto in altezza, ma la vera svolta è arrivata quando mi sono reso conto di avere una velocità che pochi altri in squadra potevano vantare. È lì che è cambiato tutto». Il giovane Cisco passa all’Abano, una sola stagione, poi quattro anni alla Vigontina, prima della chiamata del Padova. Quella che, per ora, gli ha cambiato la vita: «È un’emozione forte, sono padovano e non so descrivere cosa sto provando. Sono felicissimo, questi due gol sono un sogno che si realizza. Sul primo ho chiuso gli occhi e ho calciato, quasi dicendomi “Vada come deve andare”: ho visto la palla entrare, ed è stata un’emozione indescrivibile. Poi sono giunte la doppietta e la vittoria: sono contentissimo. Questi gol sono per lo staff, i compagni e i tifosi».

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Cisco ha passato così, la giornata all’indomani della sua serata magica: la seduta di lavoro con i compagni, il riposo nel pomeriggio, e alla sera una bella pizza con la famiglia, tutti insieme. «Sabato abbiamo fatto fatica a dormire tutti noi, non solo lui», ammette, emozionato papà Paolo. «Quello che ha fatto è stato ripartire, la mattina dopo, come se non fosse successo nulla, e direi che ha fatto bene. Sta raccogliendo i frutti di tutti gli sforzi di questi anni, ma l’ho avvisato che, quando si sale in fretta, è anche facile scendere altrettanto velocemente: dovrà lavorare tanto».

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(Fonte: Mattino di Padova, Franceso Cocchiglia. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)

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È inevitabilmente Andrea Cisco il protagonista del momento, con i due gol, belli quanto pesanti, realizzati nella ripresa a Bergamo che hanno permesso di sorpassare i lombardi dopo un brutto primo tempo. «La notte successiva alla partita – racconta il giorno dopo – ho dormito solo tre ore perché siamo tornati tardi e soprattutto per l’adrenalina in corpo. Mi sono svegliato alle cinque e non sono più riuscito a riaddormentarmi e alle otto ero in piedi per l’allenamento. Appena aperti gli occhi la prima sensazione è stata di gioia ed emozione, ma ora si pensa già alla prossima con la Fermana». Fin dalla serata di sabato, messaggi e complimenti sono arrivati in quantità industriale. «Mi hanno scritto parenti, amici e moltissimi tifosi, soprattutto attraverso i social per ringraziarmi. Bello così». E con le nuove tecnologie si è pure attuata una sorta di staffetta tra giovani padovani in forza a due diverse squadre. «Dopo la gara vinta dal Cittadella con la Salernitana ho mandato un messaggio di congratulazioni a Varnier, con cui ho amici in comune, e lui mi ha risposto facendomi il suo in bocca al lupo. Poi in tarda serata mi è arrivato un suo secondo messaggio con scritto Detto, fatto. Come ho festeggiato la domenica? Niente di particolare, alla fine non ho fatto nulla. Ho mangiato in famiglia e mi sono riposato».

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Never back down, ovvero, mai mollare, è la frase che Cisco si è voluto tatuare. Quante volte in tempi recenti ha dovuto pronunciarla? «Sicuramente non sono mancati i momenti, magari quando non mi allenavo bene e in situazioni non positive. Ho stretto i denti, poi la ruota gira, ho avuto le occasioni, spero ne capitino ancora e cercherò di sfruttarle».

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E poi c’è Bisoli che, conoscendolo, questa settimana gli urlerà più del solito. «Sarà sicuramente così. Ho avuto la fortuna d’incontrare un mister che paga e premia il lavoro e i sacrifici. Ne sono ben contento». Proprio Bisoli lo ha definito un purosangue da domare, paragonandolo al cavallo bianco protagonista di una pubblicità lontana nel tempo del bagnoschiuma Vidal. «Letta quell’intervista, sono andato subito a cercarla su You Tube. C’è questo filmato in bianco e nero con il cavallo che corre e un po’ mi vedo in quelle immagini. Ha ragione lui a dire che sono ancora da domare».

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(Fonte: Gazzettino, Andrea Miola. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)




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