Live 24! Gubbio-Padova, -5: inizia la preparazione settimanale, con un titolo in più…

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Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Già oggi, il Mestre torna in campo per preparare l’ultimo impegno del girone d’andata, la gara contro il Sudtirol in programma sabato 16 alle 14.30 allo stadio Mecchia. Una gara cruciale per gli arancioneri, che andranno a caccia del bottino pieno per effettuare il giro di boa con serenità ed allontanando la zona calda della classifica, che dopo il pareggio di Fano ed il ko per 2-1 di Santarcangelo ora dista solo quattro punti (Ravenna, 17 punti). I tirolesi sono l’ultima squadra che la truppa di Mauro Zironelli deve affrontare, ma già in questa stagione le due formazioni si sono incrociate durante il girone di coppa Italia di serie C: nella prima uscita ufficiale dell’anno, il Mestre vinse con un netto 3-0 firmato da Beccaro, Bussi e Fabbri che però fu una mera illusione visto che nella seconda partita del raggruppamento gli arancioneri caddero al Rocco sotto i colpi della Triestina con un pesante 4-0 che costò l’eliminazione dal torneo. […] E per vincere, Ziro potrà contare su tutti gli effettivi a sua disposizione, visto che a Santarcangelo nessun giocatore è stato ammonito: Gritti e Perna, entrambi diffidati, potranno essere della partita, mentre il portiere Ayoub dovrà scontare l’ultimo turno di squalifica a causa dell’espulsione rimediata contro il Fano dalla panchina.

Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] Mauro Zironelli, ancora una volta, si trova a commentare l’esito di una partita già vista più volte in questa stagione. «Non siamo riusciti a fare gol nonostante ci siamo trovati tante volte davanti al loro portiere – commenta il tecnico mestrino – ce l’abbiamo messa tutta per vincere ma ancora una volta torniamo a casa con la sconfitta. Facciamo fatica a buttarla dentro e questo è un fattore che ci portiamo dietro da tempo, ma nonostante tutto questo è un nostro problema sul quale dobbiamo chiaramente migliorare, perché anche sabato abbiamo perso contro una squadra che ci ha punito sfruttando al meglio le due occasioni che ha creato. Se avessimo subito un loro assedio saremmo più sereni, ed invece dobbiamo tenere l’amaro in bocca e dimenticare subito questa partita, iniziando già a pensare alla prossima gara contro il Sudtirol». […] Ziro sa bene come chiudendo prima la gara questo episodio forse sarebbe stato ininfluente. «La colpa è nostra, perché ci siamo trovati più volte in posizione per segnare ma abbiamo sbagliato. Non va bene costruire 8 palle gol e metterne a segno una sola, perché poi abbiamo visto come i nostri avversari riescono a fare due gol con mezza occasione. Dobbiamo crescere molto da questo punto di vista».

Ore 20.00 – (La Nuova Venezia) Brucia. Non si può negare. La sconfitta con il Santarcangelo ha lasciato strascichi e polemiche. Alberto Spagnoli cerca di analizzare la battuta d’arresto, lui che ha portato in avanti gli arancioneri e poteva chiudere la partita all’inizio del secondo tempo se la sfortuna non gli avesse fatto colpire il palo. «Cosa è successo? Saperlo. Ci troviamo sempre a parlare del solito problema. Se vai sul 2-0 la partita è chiusa invece non riusciamo a gestire bene nemmeno le partite in cui arriviamo venti volte al tiro. Il pari è nato da un fallo su Zecchin, da lì è nata la ripartenza che ha portato al gol del Santarcangelo. Ci siamo innervositi e abbiamo perso concentrazione mentre l’arbitro ci ha detto che lasciava giocare perché il campo era in pessime condizioni e che non reputava quello su Zecchin un fallo ma una caduta dovuta solo al fango. Poi sulla terza ripartenza c’è stata la respinta di Gagno e da lì si è chiusa la partita. Tre ripartenze concretizzate mentre a noi non sono bastati quindici tiri in porta. Non saprei che dire». Spagnoli comunque non si abbatte. «Dobbiamo essere più cattivi anche tenendo una maglietta o fermando chi riparte, a costo di rischiare il cartellino giallo. Non riesco a capire perché contro Pordenone, Padova o altre giochiamo grandi partite, con altre non riusciamo ad aprire le maglie difensive. Dobbiamo mantenere la concentrazione per 100′, non 90′, e in questo, per definirci giocatori veri, dobbiamo crescere ancora». […]

Ore 19.00 – (Il Piccolo) È stato un pomeriggio particolare quello di sabato per Andrea Bracaletti: non capita tutti i giorni infatti di vedere un così grande affetto (con tanto di striscione) da parte dei tifosi avversari. Del resto Bracaletti ha indossato per tanti anni la maglia della Feralpi Salò, i cui tifosi hanno accomunato nell’abbraccio anche l’altro ex Codromaz. «Per me è stata una partita davvero particolare – ammette Bracaletti – davvero una grande emozione. Quando passi tanto tempo con una squadra è bello poi rivedere gente con cui hai trascorso anni stupendi. E non solo i tifosi di Salò mi hanno ricordato, ma anche i compagni e altra gente, non me l’aspettavo così, sono stato contento». […] Quanto alla bella vittoria della Triestina in una sfida molto spettacolare, Bracaletti la racconta così: «È stata a mio parere una bellissima partita, sempre aperta. Il Feralpi è una squadra fortissima, ha creato molto e Boccanera ha fatto due-tre parate davvero incredibili. In certi momenti siamo anche stati un po’ fortunati, ma poi siamo stati molto bravi a reagire dopo il loro pareggio e a creare ancora occasioni per vincerla nonostante il calo fisico. Chi è entrato ha fatto la sua parte alla grande, siamo stati premiati e abbiamo vinto. Del resto davanti abbiamo giocatori molto bravi, Petrella ha fatto una partita incredibile. Abbiamo sfruttato bene due occasioni, ma del resto la nostra prerogativa è quella di creare, cercare di essere sempre offensivi: è la nostra indole, è quello che vuole il mister, quello che ci chiedono la società e i tifosi». […]

Ore 18.30 – (Il Piccolo) «Il gol preso mi dà fastidio, lavoriamo tanto su questo in settimana e poi ci ricadiamo». Giuseppe Sannino, al termine del match vinto sul Feralpi, ha puntato il dito sull’unica crepa mostrata dalla sua squadra nella seconda vittoria consecutiva al Rocco. Per il resto infatti l’Unione ha giocato in modo eccellente anche se non travolgente, cosa peraltro praticamente impossibile vista la caratura dell’avversario. […] Pubblico e addetti ai lavori volevano in campo fin da subito Petrella. Il tecnico ha scelto di schierare la terza punta ma con una sua personale interpretazione tattica. L’allenatore infatti, come aveva provato in settimana, ha cambiato in tre fasi della gara l’assetto della disposizione dei giocatori in chiave offensiva fino ad approdare nel momento cruciale del match al 4-3-3 tradizionale. Non solo ma l’inserimento di Bariti, al posto di un Meduri che aveva giocato bene davanti alla difesa, ha dato una scossa dinamica ma soprattutto psicologica al gruppo. Se Sannino a Fano aveva agito con prudenza anche eccessiva (nel primo tempo) sabato ha avuto coraggio e destrezza. Chapeau d’obbligo. La scelta del tecnico è stata azzeccata nell’occasione ma soprattutto questa è un’opzione che potrà essere messa a frutto nel prosieguo del campionato. Insomma le rotazioni, anche a partita in corso, sono un’arma in più specie perché i giocatori alabardati hanno dimostrato di adattarsi a giocare in diverse zone del campo il che è tutt’altro che scontato. […]

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «L’importante sarà tener duro durante la prima mezzora. Poi il divario può essere minimo, come per il Benevento contro la Juventus». Per Adriano Fedele questo è InterPordenone di domani sera. «Mi piacerebbe esserci afferma il doppio ex ma ormai Milano è lontana. Di sicuro però sarò in prima fila davanti al televisore. Spero in un altro miracolo, perché poi il Milan di questi tempi è abbordabile anche per i ramarri». Solo sentir nominare Inter Pordenone, che impressione le fa? «Grandissima, perché i neroverdi hanno fatto un miracolo vincendo a Cagliari. Adesso a San Siro vedranno un altro mondo. Tanto più che l’Inter è in grande spolvero. Già esserci è una cosa enorme, meritata in pieno: penso soprattutto a quelli che se la gusteranno dopo aver fatto la gavetta. È una cosa grandiosa anche per la società. Il risultato sarà quello che sarà, ma ha meno importanza della partita in sé». Inimmaginabile anche per lei? «Come per tutti, però si può fare un distinguo con Cagliari – riflette -: tante società in serie A di medio o basso livello hanno diversi rincalzi che non sono all’altezza. Solo l’Udinese ha 25 giocatori tutti di un certo livello, gli altri ne hanno 12 o 13. Per cui puoi vincere a Cagliari e sognare con l’Inter. È il bello del calcio, come il gol del portiere del Benevento al Milan. Lo sport vive di queste cose, non delle vittorie della Juve. È tutto questo che riconcilia con il calcio: non fa bene, di più». […]

Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Se vinciamo? Beh, credo che possiamo tornare a piedi». Domanda e risposta le fornisce Emanuele Berrettoni, dopo aver ripreso gli allenamenti in vista del big match. Da Milano rispondono con un tweet Archiviata Juventus – Inter, siamo pronti per LA partita tra mai stati in B. Ci vediamo a San Siro. Questo il testo ad arricchire l’ironico duello social, stavolta dei nerazzurri, in vista della sfida valida per gli ottavi di finale di Tim Cup di domani sera. Ieri sera anche la Domenica Sportiva, storica trasmissione della Rai, ha reso omaggio al De Marchi e ai suoi paladini. Ancora un giorno e sarà InterPordenone. Contando almeno 3500 friulani al seguito, stando ai numeri forniti dalle rivendite autorizzate. Che ancora stanno staccando tagliandi, richiesti dagli ultimi che non vogliono mancare all’appuntamento. Non sono stime, sono cifre effettive che continuano a lievitare. Prima di ripensare ai 34 punti del Padova, che vogliono dire 9 da recuperare per il primato del girone in Lega Pro, è tempo di concentrare le energie sull’appuntamento alla Scala del calcio. […]

Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) […] Unici sicuri di disertare l’appuntamento con i neroverdi sono gli squalificati D’Ambrosio e Miranda. In difesa, dunque, ci sarà spazio per il turnover, con Cancelo che potrebbe prendere il posto del primo sulla fascia destra, Ranocchia destinato ad affiancare Skriniar al centro della difesa, e uno tra Nagatomo e Dalbert schierato sulla corsia sinistra. Dove sabato sera ha giostrato Santon, uscito dopo un’ora di gioco a causa di un leggero risentimento. Dal centrocampo in su, Spalletti dovrebbe affidarsi alla solita artiglieria pesante, o perlomeno a molti dei suoi campioni. In mezzo al campo, infatti, probabile spazio per Vecino e Gagliardini (al posto di Borja Valero). Mentre davanti (il modulo di riferimento è ormai il 4-2-3-1) il giovanissimo Karamoh, Joao Mario ed Eder potrebbero giostrare alle spalle di un certo Icardi. Proprio così, il fuoriclasse argentino, allettato dall’idea di diventare l’attaccante più prolifico della storia dell’Inter (è appena entrato nella top ten), vorrebbe allungare, approfittando di un match sulla carta abbordabile. Sulla carta…

Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) […] Davide contro Golia. Ma il Pordenone vuole onorare l’impegno senza rinunciare a cullare il sogno di una qualificazione che avrebbe dell’incredibile. E il primo a crederci è uno dei perni della formazione neroverde, Emanuele Berrettoni, che allo stadio Meazza ha già giocato agli inizi della sua carriera e oggi, da trentaseienne stella della serie C, farà da chioccia ai suoi compagni più inesperti. «Il divario tra le due squadre – fa sapere l’attaccante – è notevole, ma noi faremo la nostra partita, provando a giocare come sappiamo anche in uno degli stadi più importanti del mondo. Andare a San Siro e confrontarci con giocatori straordinari è un premio che ci siamo meritati. Sognare non costa nulla. Se vincessimo? Beh, credo che dalla gioia torneremo a casa a piedi». Comunque vada, sarà un successo. Lo sa Berrettoni, che rimarca il valore simbolico di questa sfida per un’intera città. «Saremo seguiti da migliaia di tifosi – ricorda l’ex centravanti, tra le altre, di Perugia e Lazio – un appuntamento speciale per tutto il territorio: lo vogliamo vivere al meglio in primis per la nostra gente». Oltre tremila i tifosi dei ramarri, che siederanno sugli spalti del Meazza. Per la maggior parte (almeno 2.500) nel secondo anello blu, quello di solito occupato dai sostenitori del Milan. Una trentina i pullman in partenza domani da Pordenone. Un piccolo esodo. Il più importante della storia neroverde. […] Probabilmente già decisa per dieci undicesimi è la formazione che Colucci manderà in campo al cospetto di Icardi e compagni: un solo dubbio, in attesa della rifinitura di stamattina (alle 10.30, a porte chiuse), per l’allenatore: chi tra Nunzella e De Agostini occuperà la fascia sinistra. Per il resto si dovrebbe rivedere la formazione che ha pareggiato (1-1) con la Samb prima della sosta.

Ore 15.00 – I Biancoscudati riprendono la preparazione alla Guizza, previsto lavoro in palestra causa campi innevati.

Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) […] «L’1-1 non è il risultato che ci aspettavamo, perché l’intenzione era di raccogliere i tre punti – ammette il ds Leandro Rinaudo -. A parità di segno X è stata una gara diversa da Palermo, lì dopo lo 0-0 non eravamo felicissimi ma nemmeno con la testa fasciata perché avevamo ottenuto un punto importante. Contro la Pro Vercelli potevamo vincere e potevamo perdere, obiettivamente oggi sul piano della brillantezza non siamo quelli di un paio di mesi fa, ma ogni squadra in un campionato ha almeno un periodo dove soffre». Nel post partita il presidente Joe Tacopina, senza attendere il suo ritorno a Venezia previsto per domani, ha tuonato: «Le squadre vincenti non devono perdere punti in casa contro le squadre a loro inferiori, soprattutto quando i tre punti sono necessari». «Come tutti noi il presidente si aspettava di più, me l’ha detto, non credo abbia fatto qualcosa di sbagliato, anzi serve che si faccia sentire pure quando non è qui fisicamente. Ripeto, non siamo contenti di questo risultato che brucia parecchio, figuriamoci lui che vive questo campionato con grande trasporto e in maniera maniacale. Avere un calo, in primis per un Venezia che sul piano fisico lavora solo al massimo, è fisiologico. Mercato? Senz’altro il punto della situazione dobbiamo farlo, senza grandi allarmismi né problemi». […]

Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) […] Elia Legati allo stadio Penzo è tornato sabato con la Pro Vercelli. Un ritorno accompagnato da tanti ricordi, come conferma lo stesso difensore emiliano. «Mi ha fatto davvero piacere perché al Venezia sono stato bene e lo dico per poche piazze in cui ho giocato. Le vicende societarie hanno influenzato i risultati in quella stagione, ma si era formato un bel gruppo. Sarei anche rimasto, ma arrivando da due fallimenti avevo bisogno di contare da subito su una maggiore solidità, e l’opportunità di tornare in Serie B a Vercelli ha fatto il resto. Non mi aspettavo che il Venezia riuscisse ad arrivare subito in Serie B. Immaginavo potesse vincere la D facilmente, ma la Lega Pro è sempre dura, e il club ha trovato squadre attrezzate e un girone impegnativo. Nonostante tutto ha dominato fino alla fine il campionato giocando sopra le aspettative. Mi fa piacere, specie per le tante persone della società con cui avevo un gran rapporto, e perché hanno rischiato di perdere il lavoro dopo il fallimento». Compagni di reparto tre anni fa, avversari sabato. E Francesco Cernuto ha fatto pure gol. «Mi sono fermato due giorni a Venezia, e ho avuto la possibilità di stare un po’ con lui. Sabato a fine partita ci abbiamo scherzato su, perché non segnava da una vita e lo ha fatto proprio contro di me. Cernuto è una di quelle persone per le quali sono contento delle soddisfazioni che si sta togliendo. Non si meritava di restare per strada, e quando resti svincolato è dura». […]

Ore 13.30 – (La Nuova Venezia) Tornato titolare con la Pro Vercelli, anche per la contemporanea assenza di Modolo e Domizzi. Francesco Cernuto si è fatto trovare pronto. Se poi aggiungiamo il gol, il rientro del centrale sarebbe stato trionfale se non si fosse messo di mezzo Firenze che, in chiusura di primo tempo, ha rovinato la festa. «Peccato sì» osserva il difensore «sabato è mancata solo la vittoria, sarebbe stata una giornata perfetta. A inizio settimana, l’allenatore mi aveva fatto capire che avrebbe puntato su di me e mi sono allenato come sempre, con il solito grande impegno». […] Tornare al gol è sempre speciale, soprattutto per chi non gioca in area avversaria troppo spesso. Stavolta Cernuto si è sostituito a quel Marco Modolo, che più volte ha creato dei grattacapi alle difese altrui: stacco imperioso ad anticipare tutti e infilare la palla nell’angolino. «Infatti mi ha fatto molto piacere» dice «e vorrei dedicarlo a Inzaghi, alla mia famiglia, alla fidanzata, a chi mi ha dato fiducia. Ho esultato parecchio quando la palla è entrata, dimostrando di tenerci molto. Purtroppo è arrivato un pareggio ma ci accontentiamo e guardiamo avanti». Quel guardare avanti significa Foggia, altra trasferta al Sud dopo quella precedente di Palermo, su un campo non facile e contro una squadra che non sta vivendo un periodo brillante ma la scorsa primavera ha tolto al Venezia la possibilità di vincere la Supercoppa e fare il triplete. Però questo Venezia in versione Serie B, sinora ha sempre fatto delle buone prestazioni lontano dal “Penzo”, costruendo tanto dell’attuale classifica. «Affronteremo un avversario difficile» conclude il difensore «ma sono convinto che se si presenterà il solito Venezia, faremo una bella gara pure allo “Zaccheria”».

Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Finisce con un tennistico 6-1 per i padroni di casa, la trasferta in terra legnaghese dell’Abano. Il fortino costruito da mister Gabrieli regge per 55 minuti alla voglia di riscatto dei biancazzurri, reduci da un periodo di appannamento. L’Abano, complice anche la necessità del Legnago di ritrovare le misure del 4-3-3 che da tempo l’allenatore Spinale aveva mandato in soffitta per un più tattico 3-5-2, parte bene, creando la prima vera occasionissima del match. […] Al 54′ Zanetti largo a sinistra si infila tra le maglie troppo larghe e disattente della difesa, mettendo poi al centro dove trova il preciso tiro di Vita per il vantaggio dei padroni di casa. I quali, un minuto dopo, chiudono il match: stavolta è Vita a servire l’assist al compagno, che insacca senza problemi la rete del 2-0. Un uno-due micidiale che spegne completamente la luce dell’Abano. Che infatti al 57’subisce anche la terza rete, in contropiede, ad opera di uno scatenato Zanetti. Il suo partner offensivo non vuol però essere da meno e così, su un cross dalla destra di Marchetti, al 59’Vita sigla il 4-0. 4 gol in 5 minuti e per Carteri e compagni è notte fonda. Al 66’Ceccarello affossa in area Marchetti, e l’arbitro fischia il rigore che Zanetti trasforma. Passano dieci minuti e arriva l’unico sussulto di orgoglio dell’Abano: Mattia Cecconello si ritrova il pallone tra i piedi in area, e calcia senza tante pretese verso la porta avversaria un pallone che, reso scivoloso dalla neve che – nel frattempo – era iniziata a cadere sul terreno di gioco, arriva come una saponetta tra le mani di Cairola, che se la lascia goffamente sfuggire per il gol della bandiera neroverde. A chiudere i conti ci pensa poi il centrale difensivo Parrino, che di testa insacca il definitivo 6-1.

Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Il rischio che, di gelato, ci fosse pure il risultato finale non mancava. Invece, l’Este riesce a portare a casa – non senza penare, va detto – un bel 2-1 contro l’Union Feltre, cogliendo così tre punti che garantiscono, almeno per ora, il ritorno in zona playoff in compagnia delle squadre che ambiscono addirittura al salto di categoria. In ogni caso, i giallorossi, nello stesso gruppetto di Mantova, Campodarsego e Arzignano Valchiampo, non si possono lamentare. Specie alla luce di una gara, quella giocata contro gli uomini di Andrea Pagan, tanto bella nella prima frazione quanto soporifera nella ripresa. Alla fine il gol di Ferrando sistema tutto, proiettando gli atestini nella piccola élite del girone C. […] All’85’, però, cambia tutto: prima Busatto rischia l’autogol deviando un pallone vagante a pochi centimetri dall’incrocio dei pali, poi, sul calcio d’angolo che ne consegue, Ferrando arriva a cannone nel marasma delle marcature e trova una bordata sulla quale Borelli può solo guardare. È il 2-1. Nei minuti di recupero c’è spazio per l’ultima fiammata atestina, anche se il sinistro di Viviani è troppo facile per l’estremo bellunese.

Ore 12.20 – (Gazzettino) Gianfranco Fonti si aspettava un confronto difficile con l’Adriese, alla fine però l’ha spuntata il suo Campodarsego: «Abbiamo giocato contro una delle migliori squadre del campionato, che vantava la seconda miglior difesa del torneo, c’erano da mettere in preventivo certe difficoltà nel trovare lo spazio, l’occasione giusta per fare gol». C’è voluto un calcio di rigore. «Sono queste le partite che sblocchi soltanto con un episodio favorevole. L’Adriese ha ballato sull’inserimento di Ndoj, sul quale è stato commesso il fallo da rigore. E’ stata una partita vissuta dal primo minuto con grande tensione, cambiando sistemi di gioco nell’arco della gara. Siamo stati bravi a portare a casa la vittoria. È quello che conta». L’Adriese si è resa pericolosa soltanto con Marangon, su punizione. «Sappiamo che è uno specialista nel suo genere. Nella prima punizione è stato bravo il nostro portiere, al secondo tentativo ci ha fatto gol». Fonti applaude i suoi giocatori: «Sono stati bravi nell’attendere il momento giusto per scardinare l’attenta e rocciosa difesa ospite. La partita si è riaperta sul 2-1 ma poi non abbiamo rischiato più niente, mettendo in campo molta attenzione». […]

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Il Campodarsego non sbaglia neppure contro l’Adriese – quarto successo di fila – e resta saldamente nel terzetto di testa, in compagnia di ArzignanoChiampo (terzo) e Virtus Vecomp (prima). I rodigini vengono superati di misura al termine di una gara molto tattica ed equilibrata, con due gol sui tre complessivi scaturiti da calci da fermo. […] Il “Campo” si conquista un calcio di rigore per l’atterramento di Michelotto dopo uno scambio con Ndoj. Seppure costretto a ripetere due volte, dal dischetto Kabine non sbaglia e porta in vantaggio i suoi. […] La ripresa parte con qualche sussulto per i padovani, per un’incertezza del neoentrato Dario, che per poco non favorisce l’attacco polesano. A distanza di neppure cinque minuti, però, Michelotto raddoppia: dopo una serie di rimpalli a favore, fa partire un rasoterra ravvicinato che spiazza il portiere. […] La partita sembra chiusa. Almeno finché il solito Marangon riapre i giochi con l’ennesima punizione, stavolta eseguita in maniera magistrale: il pallone finisce direttamente nel “sette” e nulla può il portiere. […]

Ore 11.40 – (Gazzettino) Con i punti gettati via contro Novara, Cremonese e Avellino – stiamo parlando di risultati acquisiti in campo, a gara praticamente conclusa – il Cittadella sarebbe primo, e con margine sulla seconda. «Purtroppo – afferma Stefano Marchetti – con i se e i ma non si va da nessuna parte. Bisogna guardare in faccia la realtà: quei punti, meritati finché vogliamo, non li abbiamo portati a casa. Dobbiamo migliorare anche in questi particolari. La partita non è mai finita sinché non arriva il triplice fischio dell’arbitro. In B trovi squadre che hanno fisicità e qualità, possono colpire in ogni momento. Nella fattispecie, l’Avellino credo abbia tirato in porta solo nelle circostanze dei gol, ma ne ha fatti due. C’è poco altro da aggiungere, lasciamo sbollire la rabbia e ripartiamo dalla prestazione, senz’altro molto positiva». Il Cittadella ha quindi dei limiti, non è ancora maturo a sufficienza per andare in vetta al torneo? «Non so, credo che questa squadra meriti davvero tanto, poi ci sono delle virgole, molto piccole, che ci stanno penalizzando. Con l’Avellino siamo stati anche sfortunati colpendo due pali, magari pecchiamo in generosità, siamo stati altruisti all’interno del gruppo. Tutti aspetti che dovrebbero ripagarti, così non è». […]

Ore 11.20 – (Mattino di Padova) […] Inutile chiederle quanto faccia male commentare un risultato del genere. «Fa malissimo. E dispiace soprattutto per la squadra, che aveva offerto una prestazione importante, dominando l’Avellino. Credevo di averle viste tutte, mi mancavano il rigore sbagliato a tempo scaduto e il pareggio incassato su una successiva ripartenza. Doveva essere una giornata di gioia infinita e invece ci portiamo a casa un dispiacere difficile da smaltire». Il Citta può solo prendersela con se stesso. Tutte queste occasioni sprecate stanno a ribadire che forse non è ancora pronto per stare lassù. «Credo che questa squadra meriti molto. Potete anche dire che non siamo maturi, ma dopo gare come quella con l’Avellino entra in gioco pure la sorte: abbiamo colpito due pali e sbagliato un rigore. Ed entra in causa anche la generosità dei nostri uomini, l’altruismo del gruppo. Sono qualità che dovrebbero ripagarti e che invece ci hanno penalizzato». Il riferimento, inutile precisarlo, va al rigore che Iori ha ceduto a Litteri. Ha avuto modo di confrontarsi con il centravanti? E, se no, cosa gli dirà oggi, alla ripresa degli allenamenti? «Qualsiasi cosa gli si dica, non ha senso. È ovvio che Litteri è il più dispiaciuto di tutti, e che pure lui deve solo far sbollire la rabbia. Con i tempi giusti, nei prossimi giorni, tutti assieme cercheremo di ricostruirci psicologicamente, dopo aver fatto abbassare la tensione di queste ore. È meglio non parlare “a caldo”, in questi casi, perché qualsiasi cosa si dica è sbagliata. E comunque credo che nel giorno di riposo in pochi siano sul serio riusciti a staccare la testa da quanto è accaduto». […]

Ore 10.50 – (Gazzettino, editoriale di Claudio Malagoli dal titolo “I nervi tesi non aiutano nella rincorsa alla serie B”) E’ stato davvero stonato il trambusto che ha fatto da contorno al dopo-gara della partita del Padova. Urla, strepitii, scambi di accuse. Una tensione inspiegabile alla luce della brillantissima classifica dei Biancoscudati. Che qualche articolo di giornale dopo lo 0-0 con la Fermana non fosse andato giù a Bisoli e alla proprietà lo si era già captato alla vigilia. Ma tutto ciò non basta a giustificare e a spiegare i nervi a fior di pelle che hanno rovinato la serata dell’Euganeo. […] Ci permettiamo in punta di piedi di dare un paio di consigli all’allenatore e al presidente. E’ da qualche tempo che Bisoli (il cui lavoro sul campo è stato fin qui superlativo) vede nemici e fantasmi un po’ ovunque. Di sicuro lo fa per proteggere la squadra (Mourinho docet), ma tirando troppo la corda esiste il rischio di creare alibi e destabilizzare l’ambiente. Quanto a Bonetto, è giusto ricordargli che la credibilità e la riuscita di un progetto si misurano non solo dagli investimenti e dalle idee (giù il cappello per gli sforzi compiuti) ma anche dai comportamenti equilibrati e lineari, magari mandando giù qualche critica sopra le righe per il bene della società. Le nevrotiche esperienze del passato, con milioni di euro gettati al vento, lo stanno a dimostrare.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Bisognerebbe essere felici e soddisfatti per il percorso fatto e dunque non capisco, ma non vorrei darci troppo peso. Ne parleremo e cercherò di capire; auspico che prima possibile si calmino le acque. Ci sta che una domanda e un trafiletto possano essere interpretati in un certo modo, ma è comune desiderio tornare nella categoria più consona al Padova e remare tutti dalla stessa parte». Bisoli, intervenuto ieri a Tuttincampo su Tv7 Triveneta, ha poi chiuso la vicenda. «Mi sono sentito offeso – le sue parole – perché mi è stato detto che non so leggere e faccio gli show. Posso essere andato oltre e per questo mi dispiace e mi scuso, ma il concetto che ho espresso è che si guarda più al negativo che al lavoro straordinario che stiamo facendo e vorrei che tutti condividessero questa soddisfazione, visto che sono già io un rompiscatole fuori dalla norma con la squadra a cui chiedo sempre il massimo». […]

Ore 10.30 – (Gazzettino) «È una fase in cui, per stanchezza, per i campi pesanti e per il peso crescente della posta in palio che crea tensione in tutte le squadre, arrivano risultati un po’ particolari, ma alla ripresa del campionato, una volta ricaricate le pile, i valori verranno nuovamente fuori». […] Il reparto avanzato è quello con i maggiori margini di miglioramento. «In questo periodo non si riesce a sfruttare quella mezza situazione che prima ci permetteva di incanalare il risultato. Non saremo una macchina da gol pazzesca, ma abbiamo comunque il terzo migliore attacco». […] Con simili presupposti resta dunque sorprendente il clima da resa dei conti che si è vissuto sabato sera dopo la partita con protagonisti società, allenatore e stampa. «Mi sembra paradossale – commenta Zamuner – questo nervosismo generale in una situazione del genere.

Ore 10.20 – (Gazzettino) […] «Quella emiliana esordisce il direttore generale Giorgio Zamuner è una delle squadre più in forma del momento e per me una delle più serie candidate nella lotta per i primissimi posti per cui il risultato di sabato è positivo, a maggiore ragione se dopo due pareggi abbiamo mantenuto le distanze, o addirittura guadagnato, sulle concorrenti. Capisco che nel pensiero del tifoso, della stampa e anche nostro, vincendo si poteva allungare ulteriormente, ma poteva pure ridursi il vantaggio per cui vedo il bicchiere mezzo pieno». In realtà, Reggiana esclusa, nessuna squadra nelle ultimissime gare sta viaggiando a ritmi vertiginosi e questa è una possibile chiave di lettura sulla leggera e indolore frenata dei biancoscudati.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Due protagoniste che possono fare ancora meglio”) Ma proprio perché il divario sulle concorrenti dirette è rimasto tale e quale, nonostante la frenata sul piano dei risultati, è giusto sottolineare dove il gruppo ha bisogno di migliorare per tentare di scavare, prossimamente, il vuoto… definitivo. Punto numero 1: non è semplice sostituire Madonna, perso sino a fine stagione, con un giocatore altrettanto duttile. Cappelletti, dirottato dal centro sulla corsia esterna destra, si arrangia e fa quel che può, ma il titolare è un’altra cosa. Ciò ha reso più prevedibile, da quella parte, la manovra e ridotto l’effetto-sorpresa dei cross a favore delle punte. Punto numero 2: la coppia d’attacco Guidone-Chinellato fatica a produrre risultati concreti (leggasi il gol) dentro e appena fuori l’area di rigore. Capello, che l’altra sera ha agito da trequartista, ha fatto 7 volte centro, mascherando il “difetto” di scarsa penetrazione, che invece va risolto, perché tre reti in due sono davvero pochine. Al di là di come si muoverà la società sul “mercato” a gennaio, sarà su questo che, crediamo, Bisoli lavorerà per (ri)portare la squadra al top. Se si può approfittare adesso del fatto che nessuno, dietro, si migliora, sarebbe un delitto non provarci. […]

Ore 09.50 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Due protagoniste che possono fare ancora meglio”) […] Una capolista c’è già, ed è la squadra di Bisoli, che comanda il girone B di Serie C. In 16 partite ha collezionato 10 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte, mettendo a segno 23 reti e subendone 13. Il vantaggio sulla Sambenedettese, seconda, è di 6 lunghezze (che poi sarebbero 7 in virtù del successo colto nello scontro diretto in riva all’Adriatico, ma dev’essere ancora giocato il match di ritorno), eppure il rammarico, legato agli 0 a 0 con Fermana e Reggiana, è per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato: con due en plein contro marchigiani ed emiliani Pulzetti & C. sarebbero volati a + 10, “uccidendo” di fatto il campionato. Non ci sono riusciti perché qualche problemino è affiorato nella manovra e perché in attacco si fa maggiore fatica a segnare. Nessun dramma, una momentanea flessione ci può stare e nessuno degli addetti ai lavori – nessuno, insistiamo – si è permesso di discutere l’egregio lavoro condotto sin qui dall’allenatore di Porretta Terme (con il quale ieri c’è stato un doveroso e proficuo chiarimento telefonico), capace di portare – è vero – il Padova a livelli che non si ricordavano da diversi lustri.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Per la prima volta in stagione il Padova è rimasto a secco per due gare consecutive e, logica conseguenza, per la prima volta in questo campionato è rimasto a digiuno di vittorie in 180′. Il ciclo travolgente era coinciso con la straordinaria vena sotto porta di Capello, capace di andare a segno ben sette volte dalla settima alla quindicesima giornata, periodo nel quale Bisoli ha raccolto 19 punti dei 24 a disposizione. La questione, in questo momento, è che, oltre a Capello, tutti gli altri attaccanti hanno faticato sotto rete e il resto dell’intero reparto messo assieme ha segnato meno dell’attaccante di scuola Inter. Guidone, il più utilizzato, si è acceso solo con una doppietta al Mestre, Chinellato è a quota uno e non va a segno dalla seconda giornata, mentre, per quanto riguarda i giovani (il cui rendimento resta sorprendente), Cisco ha all’attivo la doppietta con l’Albinoleffe e Marcandella (decisivo in Coppa) per ora ha sfornato solo assist. C’è poi anche il trequartista Candido, a segno con il Santarcangelo e ultimamente rallentato da diversi problemi fisici, ma che potrebbe essere una carta importante per ravvivare la manovra offensiva. […]

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Per adesso, in casa biancoscudata, il vento sta soffiando costantemente dalla parte sperata. Con una giornata ancora da disputare, il Padova si è laureato “campione d’inverno” al termine di un girone d’andata praticamente dominato dalla quarta giornata in poi. Alla squadra di Bisoli, capace di imporre un ritmo sostenuto fra ottobre e novembre, vanno grandi meriti e anche quando l’ingranaggio, per un po’ di fisiologica stanchezza, s’inceppa, la classifica non ne risente. Il Padova, infatti, è reduce da due 0-0 consecutivi, che ne hanno rallentato la marcia solitaria in vetta ma paradossalmente non hanno assottigliato il vantaggio sulle inseguitrici. Anzi, nei confronti del Renate si è anche guadagnato un punto, mentre la seconda della classe adesso è la Sambenedettese, che accusa uno svantaggio di 6 lunghezze e ha lo scontro diretto a sfavore nei confronti di Pulzetti & C. Meglio di così era difficile immaginare, anche se c’è da risolvere un problema, come ha ammesso lo stesso tecnico in sala-stampa. L’attacco ha le polveri bagnate e non segna più.




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