Live 24! Gubbio-Padova, -3: allenamento pomeridiano alla Guizza, si prepara a dovere la trasferta umbra…

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Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Rialzare subito la testa. Con questo spirito è ripreso il lavoro sul campo del Mestre in vista dell’impegno di sabato contro il Sudtirol, una ghiotta occasione per rifarsi del ko per 2-1 di Santarcangelo e tornare a mettere punti in cascina. Perché come spiega Matteo Gritti, la zona calda della classifica si avvicina, e il Mestre deve tornare a fare punti il prima possibile. «Siamo ancora in una posizione di classifica tranquilla, ma dietro di noi le squadre corrono per cui dobbiamo tornare da subito a fare risultato». Anche per cercare di levare dalla bocca l’amarezza della sconfitta rimediata sabato in Romagna. «Siamo i primi ad essere dispiaciuti, perché sappiamo di aver fatto un buon primo tempo ma di aver lasciato qualcosa nel secondo. Non cerchiamo alibi, ma abbiamo sicuramente pagato le conseguenze di un campo molto pesante e di qualche decisione arbitrale. Riusciremo però ad avere la meglio anche su questi fattori, ed essere più forti di tutto e di tutti». […] E per limare le sbavature, il Mestre ha a disposizione altri tre giorni prima che gli altoatesini arrivino al Mecchia. «Sarà una partita tosta, perché già dallo scontro che abbiamo avuto quest’estate in coppa Italia si percepiva la loro concretezza. Da tanti anni sono in questa categoria, per cui dovremo fare molta attenzione ed avere un occhio di riguardo particolare». […]

Ore 20.30 – (La Nuova Venezia) Un segno distintivo. Una caratteristica che contraddistingue il Mestre Calcio che da sempre persegue anche finalità sociali. Infatti dopo la maglia con la scritta “Mestre a favore dei bambini!!!” della scorsa stagione e dopo il recente riconoscimento rilasciato al presidente Serena dal Panathlon di Mestre, non si sono concluse le attività solidali arancionere, non ultima quella legata all’associazione ForMedabili che da settembre ha aperto una scuola calcio per disabili al centro sportivo la Favorita, sul Terraglio. Un connubio tra la neonata associazione patrocinata dall’Aiac di Venezia e dal suo presidente Michele Marton e il Mestre, che in occasione delle partite casalinghe della Berretti allenata da Ivan Galante si concretizza anche con il far partecipare i ragazzi della scuola calcio all’ingresso della squadra mestrina in campo. In più di un’occasione ormai uno dei calciatori “forMedabili” accompagna l’undici arancionero sino a centrocampo e calcia il pallone d’inizio. Com’è successo a Diego Zambianchi, 24enne affetto da emiparesi alla parte sinistra del corpo, nell’ultimo impegno casalingo della Berretti. «Sono ancora emozionato, è stata un’esperienza unica e bellissima» ricorda Diego che ancora parla con entusiasmo del suo sabato da protagonista, «prima dell’ingresso in campo avevo le “farfalle” nello stomaco. Sono entrato in un terreno di gioco che avevo visto solo da tifoso, e per me che amo il calcio, è stato incredibile. Dopo questa esperienza ritornerò ad allenarmi con ancora più entusiasmo, quello che vorrò trasmettere e dimostrare ai miei compagni, adesso che con “ForMedabili” ho l’occasione di coronare il mio sogno, quello di giocare a pallone». […]

Ore 20.00 – (Il Piccolo) […] La tradizionale festa organizzata dal Centro di coordinamento dei Triestina club al cospetto di tifosi, giocatori, dirigenti e staff tecnico, non è stata solo l’occasione per brindisi e saluti. Il presidente del Centro di coordinamento Sergio Marassi, infatti, oltre a ringraziare la squadra per le belle emozioni “storiche” di Vicenza e Pordenone, e la società per la sua organizzazione, ha approfittato della presenza dell’assessore Rossi per “richiamare” il Comune: «So che l’amministrazione comunale sta lavorando in questo senso – ha detto -, ma chiedo all’assessore che il 2018 sia davvero l’anno della svolta per aiutare la Triestina sul piano delle strutture, dalla sede ai campi di allenamento». Da parte sua, l’assessore allo sport Giorgio Rossi ha detto che a Trieste, ridicolizzata sul piano calcistico fino a un anno e mezzo fa, sta accadendo un vero miracolo: «Un miracolo che si basa su un tavolo con quattro punti solidi – ha spiegato -: una gamba è rappresentata da Biasin e Milanese e dalla loro passione, un’altra dalla tifoseria che ha sempre mostrato grande cuore anche nei momenti più difficili, una terza dalla squadra, e una quarta proprio dal Comune. Sotto questo aspetto ricordo – ha aggiunto l’esponente della Giunta municipale – che c’è in piedi l’imponente lavoro di riqualificazione del Rocco, mentre ritengo un importante passo avanti il fatto che il Grezar sia a disposizione della Triestina per allenarsi». […] Il mister Sannino, oltre ad aver lodato la passione dei tifosi, si è detto invece consapevole di vivere assieme ai suoi ragazzi un momento storico della Triestina quale è il centenario: «Ovviamente tecnici e giocatori sono di passaggio, mentre chi fa veramente la storia di una società sono i tifosi e i presidenti. Ma per questo centenario ci sentiamo investiti di qualcosa di importante, pronti a vivere anche noi la storia». […]

Ore 19.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Ormai in via Schio le vicende legate al calcio giocato in Serie C non interessano quasi più a nessuno. Tutta l’attenzione è rivolta alle vicende societarie che, dopo il previsto e prevedibile nulla di fatto andato in scena lunedì tra «Boreas Capital Sarl», la holding lussemburghese che da maggio tratta l’acquisto del Vicenza calcio e «Vi.Fin. Spa», attuale proprietaria del club berico, ha vissuto ieri una giornata convulsa. Oltre agli ormai giornalieri contrasti con «Boreas Capital», i vertici dell’attuale proprietà si sono confrontati col gruppo capitanato da Fabio Sanfilippo e, come anticipato anche dallo stesso presidente di «Vi. Fin.» Marco Franchetto, con una cordata lombarda i cui rappresentati ieri erano a Vicenza. Poco è trapelato, ma sembra che con Sanfilippo la fumata sia stata ancora una volta nera, mentre i rappresentanti del gruppo lombardo e i vertici di «Vi. Fin.» potrebbero risentirsi oggi. Le difficoltà da superare sono note. […] A complicare il contesto generale le scadenze che l’attuale proprietà deve onorare a breve, con la prima — in ordine di tempo — che riguarda il pagamento degli stipendi e relativi contributi per circa 500 mila euro entro venerdì. Entro il 20 dicembre poi l’Agenzia delle Entrate ha chiesto il pagamento della scadenza annuale del debito Iva rateizzato (pari a circa 588 mila euro) e per fine anno c’è da saldare 42 mila euro al Comune di Vicenza per lo stadio «Menti». Oltre un milione di euro totali da versare che i soci dell’attuale proprietà devono trovare per non incorrere in penalizzazioni in classifica e per non vedere ulteriormente aggravata una situazione generale del club che di per sé è già molto complicata a causa di un monte debitorio generale pari a quasi 14 milioni di euro. […]

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) C’è anche la scimmia. Si chiama Portus, come Portus Naonis, nome antico della città che in questi giorni profuma d’epica. Il Pordenone non ne ha una sua, non ha vissuto notti da G8 del calcio mondiale. Deve crearsela in una sola sera, in una Milano che si riscopre cliché e presenta il nebiùn, il nebbione padano, se ce n’è uno. Così i quattromila cuori neroverdi all’ingresso del Meazza sembrano fantasmi. Li vedi comparire all’ultimo secondo, di fronte al cancello dedicato al tifo pordenonese. Poi però diventano marea, coro, forse finalmente città e un po’ meno paese. La scimmia la tiene in braccio il tifoso si muove al ritmo delle mani che scandiscono il classico Per la città e per la maglia, un canto che dentro il catino di San Siro si sentirà come You’ll never walk alone del Liverpool. Ma il bello di Inter-Pordenone non è solo dentro il tempio, perché la festa inizia sul sagrato del luogo sacro. I tifosi neroverdi sono arrivati a Milano presto, c’è addirittura chi è partito all’alba per far sentire la propria voce. C’è Daniele Molmenti, intercettato già in stazione centrale, che urla Forza Pordenone. C’è anche Ofelia Pavan, che pordenonese non è ma che da Marano Lagunare ha formato un gruppo di sessantenni agguerriti per raggiungere lo stadio. Ovviamente ha la sciarpa di quella che almeno ieri era la squadra della regione, e cosa importa dei dialetti e dei campanili. Gli ultras neroverdi sono entrati a San Siro intorno alle 20.30. «Stavolta sono emozionato anch’io», ha detto con voce roca Gianluca Romano, uno che le trasferte se l’è fatte tutte. Ma il Meazza fa tremare anche chi tifa, non solo chi gioca. L’assessore comunale Emanuele Loperfido parla di «occasione imperdibile per l’intero territorio», gli altri sognano di vincere e non vogliono sentir parlare di divario tecnico. Non importa a nessuno. […]

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Dichiarazioni dopo il confronto fra due squadre mai state in B che, per quel che si è constatato, meriterebbero di finirci insieme. «Sono orgoglioso dei ragazzi – ha un groppo in gola, Leo Colucci – ma venire al Meazza e giocare a viso aperto contro la capolista della serie A non è da tutti. Noi lo abbiamo fatto. Anche l’Italia ha perso Mondiali ai rigori. Per questo ringrazio quelli che si sono presentati a calciarli. Sul campo non abbiamo perso». L’allenatore del Pordenone non riesce ad alterare i toni, ma è come se alzasse un trofeo. «Dopo San Benedetto ci siamo allenati con grande serenità – rivolge la testa anche al campionato -. Spiace sia finita così: volevo vedere piangere di gioia i tifosi neroverdi e i ragazzi della squadra». Nessun rimorso, qualche rimpianto? «Avevo detto che dovevamo giocare per finire la partita senza rimpianti. Lo abbiamo fatto, abbiamo avuto occasioni per fare gol. Anche sbagliando qualche fraseggio, ma se lo fanno in A figurarsi in Lega Pro» Sguardo avanti, quello di Colucci: «Domenica ricomincia il nostro campionato, quello che ci appartiene. Archiviamo il ricordo positivamente. Prima di cominciare avevo detto di giocare la partita e non farsi giocare dalla partita. Venire qui a difendersi avrebbe significato rischiare la goleada. La mia esperienza di giocatore in A mi suggeriva questo. Adesso l’unico dispiacere è che i ragazzi dopo 120′ meritavano qualcosa di più. Possiamo dire di andare a testa alta, perchè non siamo usciti sconfitti da San Siro». […]

Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Come natura vuole, il serpente nerazzurro si mangia il ramarro neroverde. Però, che immane fatica. Devono scorrere due tempi supplementari e i rigori per sciogliere il rebus. Il Pordenone non è arrivato sin qui in gita, l’Inter non ha fatto una bella figura. Si comincia con Perilli spinto alle spalle dall’incitamento della curva neroverde. La formazione è quella di Cagliari, senza l’annunciato De Agostini. Un albero di Natale che si oppone efficacemente al 4-2-3-1 d’avvio di Spalletti, lento, prevedibile e impreciso. Si sta come in un bagno turco nel freezer, con la nebbia gelida che ammanta il rettangolo di gioco, quale effetto speciale. […] Si arriva al 90′, s’ha da proseguire. Reclama un rigore Icardi, per uno svenimento non assistito. Che tanto pure contro lui Perilli para, come su Ranocchia e Vecino. Si fa stretching in campo, finisce ai rigori a oltranza: 5-4. Applausi al Pordenone.

Ore 16.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 15.50 – Qui Guizza: partitella finale in corso.

Ore 15.30 – Qui Guizza: De Risio rientra negli spogliatoi a scopo precauzionale causa leggero problema alla caviglia.

Ore 15.10 – Qui Guizza: testati schemi offensivi anti-Gubbio.

Ore 14.50 – Qui Guizza: regolarmente in gruppo Pulzetti.

Ore 14.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.

Ore 14.20 – (Messaggero Veneto) «Io c’ero». Ma alla fine anche urlavano: «Noi vogliamo questa vittoria». Questo era ciò che contava: esserci. E «Io c’ero» è la frase che oltre quattromila tifosi del Pordenone hanno potuto pronunciare dopo la storica sfida di Tim Cup con l’Inter, una situazione che neppure il più ottimista dei cuori neroverdi avrebbe mai potuto lontanamente sognare sino a pochi mesi fa, neanche dopo due semifinali play-off per la promozione in B, neanche dopo avere eliminato il Venezia di Pippo Inzaghi alla fine della scorsa estate. Il sogno si è invece materializzato in un bel pomeriggio di novembre, quando la squadra di Colucci è andata a sbancare – con pieno merito – la Sardegna Arena. Il presidente Lovisa auspicava almeno duemila pordenonesi alla Scala del calcio, «Altrimenti facciamo ridere a San Siro». La sua gente l’ha ascoltato, l’ha preso in parola. L’ha stupito. Anche per merito dell’ufficio stampa e marketing neroverde protagonista di una campagna fenomenale. […]

Ore 14.00 – (Messaggero Veneto) Il Pordenone porta l’Inter alla lotteria dei rigori e arriva a un passo dal sogno dei quarti di finale di Coppa Italia estromettendo la squadra regina della serie A, quella Inter che ha dovuto calare anche i suoi big – Brozovic, Perisic e pure Icardi – per gli assalti finali: ma ci sono voluti sette serie di penalty e gli errori di Misuraca, Lulli e Bassoli per chiudere il conto.Che partenza. Memore dell’impresa di Cagliari, Colucci manda in campo lo stesso undici che ha sbancato la Sardegna Arena, affidandosi quindi al consueto 4-3-2-1 con Perilli in porta, Formiconi, Stefani, Lulli e Nunzella in difesa – panchina dunque per De Agostini -, Misuraca, Burrai e Lulli a centrocampo, Berrettoni e Sainz-Maza alle spalle della punta centrale Magnaghi. Spalletti risponde con una formazione totalmente rivoluzionata rispetto a quella titolare, ed è la prima volta nella stagione che cambia così tanto: della partita di sabato allo Juventus Stadium sono solo Skrinar e Vecino. Il primo fa coppia al centro della difesa con Ranocchia, il secondo fa il mediano assieme a Gagliardini. Il portiere è Padelli, i terzini Nagatomo e Dalbert, i trequarti Cancelo, Eder e Karamoh, la punta avanzata il giovane Pinamonti. […] Ancora Sainz-Maza scalda i pordenonesi con una rasoiata a fil di palo e Spalletti mette Perisic al posto dello sciagurato Karamoh. Forse Luciano da Certaldo aveva osato un po’ troppo… E infatti al 35′ si gioca la carta Icardi. Ma neppure lui riesce a superare il baluardo Perilli prima del triplice fischio.Coda diabolica. Spalletti ha perso l’aplomb british già da tempo, è sanguigno come una delle sue “fiorentine” sulla brace della tenuta di Montespertoli. L’Inter un po’ meno. Ricomincia al piccolo trotto, anche se il Pordenone ai supplementari ha ormai il fiato corto, si regge solo esibendo l’anima. Colucci prova a ridare un punto di riferimento alla squadra mettendo Ciurria per un Berrettoni esausto, ma il pallino del gioco resta nelle mani nerazzurre. E che brividi: al 14′ del primo tempo acuto di Maurito che centra il palo di testa sgusciando tra i centrali neroverdi. Due minuti dopo, nel recupero, la punizione di Brozovic viene solo sfiorata da Ranocchia in tuffo e lo 0-0 resta in piedi. E non vacilla neppure nel secondo round supplementare. Via alla lotteria dal dischetto che Nagatomo chiude solo al settimo “giro” con un destro alla destra di un eroico Perilli.

Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Non aveva conquistato Pippo, ora sta cercando di prendersi il Torino e tanto per cominciare ha fatto piangere Simone.
I fratelli Inzaghi sembrano in qualche modo nel destino di Simone Edera, il 20enne attaccante esterno passato come una meteora per Venezia nella scorsa Lega Pro.
Un anno dopo il mancino torinese si sta facendo largo in maglia granata, con la quale lunedì sera ha segnato il suo primo (bellissimo) gol in Serie A, coronando una scalata partita da bambino nei Pulcini. La pennellata forte e precisa di Edera ha regalato al Torino il 3-1 in casa della Lazio di Simone Inzaghi, tecnico che aveva già punito poco più di due anni fa, quando aveva realizzato il rigore decisivo per soffiargli lo scudetto Primavera consegnandolo dopo 23 anni al Torino. E guarda caso, altra curiosità, la prima rete nel massimo campionato è arrivata proprio allo stadio Olimpico dove, sempre in granata, aveva esordito in A il 20 aprile 2016 contro la Roma. «Una serata che non dimenticherò mai! l’emozione che l’ex lagunare ha condiviso su Instagram con amici, tifosi e la sua ragazza . Grazie a tutti per il sostegno che mi date sempre e grazie ad una persona straordinaria che mi sta sempre vicino, questo gol è tuo Nicole». […]

Ore 13.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Ieri a Roma Filippo Inzaghi ha ritirato il IX premio «Andrea Fortunato», riconoscimento assegnato alla carriera. «Superpippo» ha ritrovato il fratello Simone, allenatore della Lazio premiato nella categoria tecnici, mentre Ciro Immobile è stato insignito del riconoscimento nella categoria calciatori. «Onorato di ricevere questo premio — ha detto l’allenatore del Venezia — e ho fatto di tutto per esserci. Quella di Andrea Fortunato fu una tragedia (morì per una leucemia, Ndr) che colpì tutto il mondo del calcio. Era il ’95, io avevo 22 anni, lui 23. Il suo ricordo è ancora vivo in tutti noi e per me essere qui oggi è motivo di orgoglio, sono felice che abbiate pensato a me e alla mia carriera. Sono contento che ci sia anche mio fratello, Simone finora ha fatto cose straordinarie». Questo il pensiero di Simone Inzaghi che, domani, affronterà il Cittadella agli ottavi di Coppa Italia. «È un bellissimo riconoscimento — ha detto l’allenatore della Lazio — sono contento di poterlo ricevere alla presenza del presidente del Coni Malagò. Essere qui è per me un motivo di orgoglio, la gioia di questo premio la vorrei condividere con la mia società, con lo staff e soprattutto con i giocatori, che mi hanno permesso in poco tempo di ricevere riconoscimenti importanti che mi gratificano per quello che assieme a loro sono riuscito a fare. Riceverlo qui oggi, con mio fratello e mio figlio, mi rende fiero». […]

Ore 12.50 – (La Nuova Venezia) È il giocatore più “prolifico” del Venezia negli ultimi due mesi con le reti realizzate a Brescia e contro il Novara, decisiva per aggiudicarsi i tre punti la prima, illusoria la seconda. Marcello Falzerano è il motorino di Pippo Inzaghi, l’arancioneroverde che macina chilometri su chilometri ogni partita, anche se fisiologicamente sta ha accusato una leggera flessione nelle ultime settimane. Lasciato alle spalle il pareggio con la Pro Vercelli, il Venezia è già puntato sulla trasferta di Foggia. «Quella di dopodomani è una partita molto dura» avverte Marcello Falzerano, «il Foggia sta attraversando un periodo difficile, la classifica parla chiaro, credo che ci troveremo ad affrontare una vera e propria battaglia». Falzerano è il giocatore finora maggiormente utilizzato da Inzaghi, con 1.663′ giocati, compreso il match di Coppa Italia contro il Pordenone, è di gran lunga il giocatore rimasto di più in campo, in campionato ha chiuso 15 gare su 18 dall’inizio alla fine, regalando 2′ a Cesena e 1′ con il Carpi, sostituito all’intervallo a Palermo solo per una botta, con due reti e due assist all’attivo. «Fisicamente sto bene, anche se non sono al top come all’inizio del campionato, ma è normale visto che stiamo per arrivare al termine del girone d’andata» ammette Falzerano, «sono in linea con il mio standard e credo di aver offerto sempre buone prestazioni, devo solo ritrovare un po’ di brillantezza». […]

Ore 12.20 – (Gazzettino) Paolo Bartolomei nella sfida di Ferrara con la Spal valevole per i sedicesimi di Tim Cup aveva giocato al posto di Iori a centrocampo in un Cittadella rimaneggiato, ma comunque competitivo, tanto da disputare una splendida partita, vincere per 2-0 e conquistare il prestigioso traguardo degli ottavi di finale. Domani alle 21 (arbitra Pinzani) i granata se la vedranno all’Olimpico con la Lazio e per il ventottenne toscano sarebbe una grande soddisfazione scendere nuovamente in campo. «La settimana precedente la sfida con la Spal – racconta – l’allenatore mi aveva provato ripetutamente in quel ruolo, che avevo già ricoperto soprattutto nella Reggiana e nel Pontedera. E nelle scelte ci fu un ampio turnover rispetto alla formazione che aveva giocato in campionato». Anche questa volta la partita di coppa capita nella stessa settimana fra due partite di campionato, ma su chi scenderà in campo Bartolomei non si sbilancia: «Giocare all’Olimpico è il sogno di tutti. Noi giocatori siamo a disposizione e pronti alla chiamata, ma sarà l’allenatore a fare le scelte. Il prestigio di questo incontro fornisce a ognuno stimoli doppi. Pur conoscendo il valore indiscusso della Lazio, noi andremo all’Olimpico per giocarcela come facciamo sempre. Se mi saranno affidati i compiti di impostazione del gioco e del ritmo, come a Ferrara, darò il mio apporto, ma sarei felice anche se dovessi essere schierato da mezzala». […] Sul buon periodo dei granata, continua: «Dopo la partita con il Parma abbiamo cambiato registro ottenendo un buon filotto di risultati. Dispiace avere commesso di nuovo qualche ingenuità con l’Avellino, dove un’altra vittoria ci stava tutta. Purtroppo ci portiamo dietro queste discontinuità di concentrazione che ogni volta paghiamo a caro prezzo». Dopo la Lazio, le successive partite ravvicinate con Brescia e Carpi non fanno paura. «La nostra rosa è in grado di affrontarle al meglio – conclude Bartolomei – lo abbiamo già fatto altre volte. E poi gli stimoli come quelli della partita all’Olimpico fanno sentire meno la fatica. Concentriamoci con fiducia su una sfida alla volta».

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) «Quel rigore non c’era». Sono passati 12 anni, eppure Andrea Pierobon ricorda ogni dettaglio. 8 dicembre 2005, il Cittadella è allo Stadio Olimpico per gli ottavi di finale di Coppa Italia. Ieri come… domani l’avversario sarà lo stesso, la Lazio. Fra i pali della squadra granata c’era lui, dalla parte opposta un altro che, in quanto a esperienza, non scherzava mica, Marco Ballotta. Diverse stagioni dopo, “Piero” gli avrebbe soffiato il record di “anzianità” nel calcio professionistico. «E in campo c’erano anche Simone Inzaghi, attuale allenatore dei biancocelesti, e Goran Pandev. Furono proprio loro i marcatori del 2-0 finale. Ma il primo gol arrivò su rigore, concesso per un fallo di Milani su Zauri che non c’era. E io sfiorai il pallone calciato da Inzaghi», racconta l’attuale preparatore dei portieri del Citta, pronto a tornare a Roma nella sua nuova veste.Fu l’unica partita all’Olimpico della sua carriera? «Sì e a fine gara scambia la maglia con Tare, l’attuale ds della Lazio. Ero al primo anno della mia seconda esperienza granata ed era anche la prima stagione del ciclo di Foscarini. All’epoca militavamo in Serie C e per arrivare lì avevamo eliminato squadre di B come Modena e Ternana e una di Serie A, il Livorno. La formula era diversa da quella attuale: nella partita di ritorno pareggiamo per 0-0 all’Euganeo e fummo eliminati». […] «Contro l’Avellino Alfonso è stato tenuto a riposo in via precauzionale per un fastidio al polpaccio. È tornato a disposizione, ma non so se Venturato schiererà lui o Paleari: comunque siamo in buone mani. Immobile? Sarà uno stimolo in più per noi».

Ore 11.30 – (Gazzettino) Sono felice di averlo al mio fianco come nuovo socio. Conosce e apprezza il nostro territorio ed è appassionato di calcio come lo siamo noi. Con il suo ingresso il Padova si rafforza sotto il profilo finanziario, e soprattutto si arricchisce sotto il profilo umano e professionale». Quando lo vedremo all’Euganeo? «È sempre in giro per il mondo. Ieri (lunedì, ndr) avrebbe dovuto anche presenziare alla cena di Santa Lucia, ma non ce l’ha fatta. Mi ha assicurato che verrà dopo l’Epifania, e lo presenteremo. Alla ripresa del campionato dopo la sosta verrà a vedere una partita». Adesso lei detiene il 50 per cento delle quote, Oughourlian e Bergamin il 20 per cento a testa, Pincolini e Salot il 5 per cento ciascuno. «Non cambia niente, con l’ottanta per cento rimane la padovanità della società. Oughourlian entra in punta di piedi, poi si vedrà l’evolversi della situazione. Diciamo che siamo in una fase di fidanzamento».

Ore 11.20 – (Gazzettino) […] La composizione societaria del club biancoscudato resta saldamente in mani padovane, ma adesso c’è anche una componente straniera rappresentata dall’ingresso di Joseph Oughourlian. Nato a Parigi 45 anni fa, francese di origini armene, ha sottoscritto ieri l’accordo che prevede il perfezionamento dell’acquisto del 20 per cento delle quote detenute da Thema Italia, della quale il presidente Roberto Bonetto è amministratore delegato, da parte della società J4A Holdings II S.à r.l., che fa appunto capo a Oughourlian. L’importo complessivo dell’operazione è di 300 mila euro e prevede l’ulteriore impegno a effettuare finanziamenti soci nel corrente esercizio per ulteriori 200 mila euro. […] Che persona è Oughourlian? «Dallo spessore internazionale notevole. Parla otto lingue, la sua storia lavorativa parla per lui. Usando un termine calcistico, è un gran bell’acquisto.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Preferisco giocare in fascia perché mi piace correre e dare un contributo all’azione d’attacco, anche se sono cosciente che non è la mia dote migliore visto che interpreto meglio la fase difensiva. Probabilmente il ruolo che mi si addice di più è quello di difensore centrale. Ma se c’è bisogno di fare il terzino, posso dare il mio contributo anche lì». Sabato vi attende la trasferta con il Gubbio, dove l’anno scorso lei fu decisivo siglando il gol della vittoria. «Non sarebbe male ripetersi. Che segni io o un mio compagno, basta portare a casa i tre punti. Andiamo a giocare la nostra partita come sempre, puntando alla vittoria per cercare di incrementare ulteriormente il vantaggio alla fine del girone d’andata. Anche perché poi inizieremo il girone di ritorno con lo scontro diretto con il Renate, e la trasferta con il Fano prima della sosta. Tre partite nelle quali ci giochiamo una buona fetta di campionato, siamo belli carichi per farle al meglio».

Ore 11.00 – (Gazzettino) […] Passando alle questioni di campo, siete campioni d’inverno con una giornata d’anticipo. «Per me – racconta Daniel Cappelletti – è la prima volta, avevo sfiorato questo titolo con il Sudtirol. Ma mi interessa di più essere davanti a fine anno. Sono contento di quello che stiamo facendo, anche se mi sembra che nell’ambiente, e dico in generale, ci siano stati un po’ di malumori dopo gli ultimi due pareggi e li ritengo fuori luogo. Nel corso di un’annata ci sono momenti più alti e altri più bassi: se in quest’ultimi riusciamo a mantenere il distacco dalle inseguitrici, e se guardiamo al futuro con entusiasmo e ottimismo, arriveremo in fondo bene». Dopo l’infortunio di Madonna, è stato dirottato a destra. «Da terzino ho fatto più di sessanta partite.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Prima di entrare nel Padova, i due altri investimenti calcistici su cui ha puntato sono stati effettuati tramite altri veicoli societari (non quello di ieri), ma sempre facenti capo totalmente a lui. Il finanziere franco-armeno, infatti, ha sempre voluto, da appassionato di calcio, investire direttamente di tasca propria e mai attraverso il fondo.Ma chi è, Joseph Oughourlian, al di fuori del mondo finanziario e imprenditoriale in cui si muove quotidianamente? È un personaggio molto schivo e al momento non c’è una sua biografia autorizzata che sia in grado di fornire notizie più di quanto sia già noto, e cioè che è sposato, padre di tre figli e vive a Londra. […] Quel che è certo è che, oltre agli investimenti fatti in vari settori, Oughourlian ha puntato decisamente sul calcio biancoscudato per la sua prima “operazione” italiana, dopo quelle condotte in Colombia e Francia. La speranza è che il suo apporto risulti decisivo per riportare il Biancoscudo nelle sfere che gli competono

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Joseph Oughourlian (in una recente foto), 45 anni, francese ma di origini armene, è il CEO e fondatore di Amber Capital, fondata a New York nel novembre 2005, e con sedi a Londra e Milano. Ha iniziato la sua carriera alla Société Générale di Parigi nel 1994 e dalla capitale francese si è trasferito a New York nel 1996. L’anno dopo ha iniziato a gestire i fondi di proprietà per Société Générale, situazione che ha poi portato al primo fondo Amber istituito nel mese di ottobre 2001. Oughourlian si è laureato presso la HEC Business School e alla IEP (Sciences-Po), entrambe a Parigi, e ha guadagnato il suo Master in Economia alla Sorbona. Siede nel Consiglio di amministrazione di diversi enti pubblici e privati.Tra le varie partecipazioni in Italia, Amber (il fondo da lui diretto) possiede quote della Parmalat e di Mediaset e fino all’anno scorso era in Save, la società che gestisce l’aeroporto di Venezia.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) I contatti con Londra, dove abita con la famiglia, sono diventati frequenti, la “due diligence”- ovvero l’attività di investigazione e di approfondimento di dati e di informazioni relative all’oggetto di una trattativa – è durata un paio di mesi e l’epilogo è stato raggiunto un mese fa. Poi, per l’ufficialità, si è dovuto aspettare ieri, con la firma delle ultime carte, via e-mail, fra la capitale londinese e la sede di viale Rocco. […] «Io non so cosa succederà più avanti», evita di sbilanciarsi il patron, «ma quel che so è che il Padova acquista con Joseph un respiro internazionale. Potrebbe in futuro essere lui l’azionista di maggioranza? Non è da escludere, in quel caso potrei rimanere come a.d. Per me era fondamentale centrare l’obiettivo: il nuovo socio c’è, adesso speriamo che il campionato si concluda con il risultato che è meglio non dire, e successivamente vedremo di parlare delle strutture e di settore giovanile». Molto bene. Chissà che la squadra ne tragga ulteriore carica in vista di Gubbio.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) È lo stesso Bonetto a raccontare: «Il gruppo Sorgent.e, di cui Danilo Boscolo, di Chioggia, è l’a.d., è impegnato, insieme con il sottoscritto, nel progetto di realizzazione di una centrale termica ad acqua in Indonesia. Joseph verso fine di giugno, dopo la mia nomina a presidente biancoscudato, è venuto a fare un giro in azienda e si è informato, lui che aveva preso il Lens, insieme a quelli dell’Atletico Madrid, dopo un fallimento, su come andassero le cose, calcisticamente parlando, a Padova. La mia risposta è stata: tanti hanno il braccino corto, l’imprenditoria locale risponde poco, sono alla ricerca di nuovi soci. E ho aggiunto: “Ci vorrebbe gente come lei”. Tutto sembrava finito lì, invece dopo due settimane Boscolo mi ha chiamato, confessandomi che ero piaciuto al nostro comune interlocutore. Così, a luglio ci siamo trovati a pranzo, in un ristorante dalle parti di Venezia, e Oughourlian mi ha manifestato l’interesse a discutere di un possibile ingresso nella nostra società».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «I tifosi possono stare tranquilli: con questa operazione credo di aver inserito un tassello pesantissimo nel Calcio Padova. Che è e resta nelle mani dei padovani: il 50% del capitale appartiene alla famiglia Bonetto, il 20% a quella di Bergamin, il 5% a Pancolini e un altro 5% a Salot. Il nuovo socio è solidissimo sul piano economico, basti dire che ha investito solo in Italia più di 500 milioni di euro». Roberto Bonetto trasuda soddisfazione da tutti i pori della pelle: il Biancoscudo, ieri, ha svoltato nel senso auspicato dallo stesso patron, ma soprattutto dall’ambiente, che aspettava da mesi la novità tanto invocata: l’ingresso di denaro fresco. Legato ad un nome forte, anzi fortissimo. […] Tutto è iniziato a luglio, e si è andati avanti, nel riserbo assoluto delle parti, sino a metà novembre, quando di fatto è stata raggiunta l’intesa.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Per l’argomento della tesi (dal titolo “Football inglese e calcio italiano, storia di due concezioni diverse dello stesso sport”) è rimasto fedele al suo mondo: «Ho approfondito in che modo le differenze culturali tra i due paesi abbiano influenzato il modo di vivere il calcio. In Inghilterra è basato sui determinati valori: tenacia, spirito di sacrificio, fair play. In Italia, invece, il gioco è stato subito politicizzato e ha assunto una grande prevalenza l’aspetto tattico. Ergo il nostro campionato è uno dei più noiosi». […] In campo Cappelletti sta giocando come terzino per sostituire l’infortunato Madonna: «Un ruolo che mi piace e mi permette di sfruttare le mie doti di corsa, anche se sono più bravo al punto di vista difensivo. Siamo campioni d’inverno ma non abbiamo ancora raccolto nulla e mi spiace aver percepito un po’ di mugugni nell’ambiente dopo gli ultimi pareggi. Il bilancio è estremamente positivo». […]

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Due dottori in un solo spogliatoio. E non stiamo parlando dei medici sociali. Dopo il portiere Giacomo Bindi, che la scorsa estate si è laureato in psico-economia, adesso è il turno del difensore biancoscudato Daniel Cappelletti, che ha completato il percorso di studi in mediazione linguistica e culturale all’università statale di Milano. Lunedì il 26enne ha discusso la tesi e la settimana prossima arriverà la proclamazione che metterà fine alla sua carriera scolastica: «Per il momento con i libri mi fermo qui, ma è stata una soddisfazione enorme», il sorriso di Cappelletti. «Noi giocatori abbiamo tanto tempo libero, ma mi ci sono voluti diversi sacrifici per raggiungere questo traguardo. Non ho frequentato un’università privata, che ti agevola nelle lezioni e ti mette a disposizione un tutor. Gli aiuti erano pochi, non potendo seguire le lezioni ho dovuto integrare i programmi e tornare sempre a Milano per dare gli esami».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Alla fine la squalifica è arrivata. Mister Pierpaolo Bisoli sarà costretto ad osservare i suoi dalla tribuna nell’ultima partita del girone d’andata in programma sabato pomeriggio a Gubbio. L’allenatore biancoscudato è stato squalificato ieri dal giudice sportivo per un turno, a causa, come si legge dal comunicato, «di un atteggiamento irriguardoso verso l’arbitro». […] Il suo posto in panchina allo stadio “Barbetti” di Gubbio sarà quindi occupato dal vice Simone Groppi. Ieri il Padova è tornato ad allenarsi in campo alla Guizza. Sempre a parte Nico Pulzetti a causa della contusione rimediata contro la Reggiana. Il capitano dovrebbe stringere i denti ed essere disponibile per Gubbio, così come Cisco, che ha svolto tutta la seduta con i compagni ma accusa un fastidio al ginocchio. Oggi allenamento pomeridiano sempre al centro Memo Geremia.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Dopo settimane di rumors, di voci incontrollate, di smentite e depistaggi, il Calcio Padova nonostante sia in Serie C ha un nuovo socio di grande spessore. Si tratta di Joseph Oughourlian, 45 anni, Ceo (amministratore delegato) e fondatore del fondo d’investimento «Amber Capital», un uomo noto nella finanza internazionale che nel 2014 tentò invano la scalata di «Save», la società concessionaria degli aeroporti di Venezia e Treviso (e ora anche di Verona). Oughourlian acquisirà il 20% delle quote del club. La nuova composizione del pacchetto azionario sarà così composta: la famiglia Bonetto deterrà il 50%, Giuseppe Bergamin (ex presidente biancoscudato e imprenditore titolare della Sunglass) il 20%, Oughourlian il 20%, Filippo Pancolini (direttore generale Cib Unigas, bruciatori a metano, di Campodarsego) il 5% e Giampaolo Salot (consulente finanziario e titolare della società di mediazione creditizia Saro) col 5%. […] Raggiante il presidente Roberto Bonetto: «Se Oughourlian s’innamora un po’ di più e riesco a trasmettergli un po’ di passione penso che possa darci una grande mano. Il Padova rimane per l’80% ai padovani, il 20% lo prenderà lui, ma la gestione continuerà a essere nostra. A fine stagione vedremo gli sviluppi. In ogni caso è un buon punto di partenza. Personaggi di spessore internazionali hanno fatto faville nel calcio europeo. I tifosi stiano tranquilli: non faccio entrare chiunque in questa società. La padovanità continuerà a rimanere, le porte le ho sempre tenute aperte, ma i padovani non hanno suonato il campanello». Ieri giornata campale nella storia del Calcio Padova vista anche la presentazione del restyling allo stadio Euganeo. «Il progetto del sindaco Sergio Giordani e dell’assessore Diego Bonavina ha punti molto interessanti — chiude Bonetto — Lo stadio ora non è una priorità, ma prendiamo con soddisfazione questa curva coperta che può essere fatta in tempi rapidi. E sul mercato a gennaio qualcosa faremo». Al Padova offerto Pablo Gonzalez dall’Alessandria che però guadagna cifre fuori portata, mentre sulla fascia destra, oltre a Vittorio Fabris, è spuntata l’idea-Simone Salviato, esterno padovano ora di proprietà della Cremonese.




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